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Vecchio 15-12-2011, 14.46.57   #26
griselda
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E' rispuntato fuori il meccanismo:
il pensiero sosta su -nessuno mi si fila- tradotto nessuno mi da attenzione che vorrei.
Reazione prima:
faccio come se non ne avessi bisogno, posso fare a meno di tutti, (imposizione mentale di difesa dal dolore) e reprimo almeno credo.
Reazione seconda:
inizio a fare confronti, confronti che non hanno veridicità ma sono contaminati dall'aspettativa che sposta la visione di insieme e si ferma solo su paricolari che distorgono la visione.
Reazione terza:
scatta la gelosia
questa mi porterebbe a cercare altrove un qualcosa di piacevole o di obliante che mi porterebbe a non sentire il dispiacere dolore
Non lo faccio sento il dolore
Reazione quarta:
mi scatta la rabbia
Non faccio niente ma la tengo li mezza la sento e mezza la mando giù
Ed intanto non mi accorgo che sto già abbastanza sottopressione perchè non so che altro fare
La goccia che fa sbroccare avviene quando mi sento invisbile, mi sento tanto da tirarmi il dito per vedere se sono già morta e non mi sono accorta...mi sento ignorata e quindi ho un'aspettativa da quella persona e quella persona non me la riempie quindi arrivo alla
Reazione quinta:
Istintivamente metterei in piedi un casino farei un casino tale da obbligare la persona a darmi retta ricevendo logicamente la peggiore delle risposte che possono essere reazioni di rabbia e di giudizio forte sull'assurdità di un comportamento che non pari tra l'ultima cosa vissuta e la mia reazione ma il tutto parte in sordina molto prima come ho visto, ma per ora sempre dopo, ho migliorato che non ho sbottato di brutto come di solito o dovevo sbottare? Ho solo piangiucchiato nel rivedere lo schema mah!
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Vecchio 15-12-2011, 15.11.58   #27
Ray
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Visto l'hai visto, io proverei a fare qualcossa di diverso qui

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Reazione prima:
faccio come se non ne avessi bisogno, posso fare a meno di tutti, (imposizione mentale di difesa dal dolore) e reprimo almeno credo.
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Vecchio 15-12-2011, 16.41.14   #28
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Visto l'hai visto, io proverei a fare qualcossa di diverso qui
grazie faccio e vediamo cosa esce
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Vecchio 26-12-2011, 02.53.55   #29
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Predefinito Ridere a crepapelle

Oggi ho fatto due risate di quelle che ti sciolgono dentro, di quelle sane risate che paiono farti stare bene come se nel corpo si prigionasse qualche chimica benefica. La sensazione che provavo era proprio di uno stato di benessere che si ripercuoteva nel corpo una bella sensazione insomma.
Sono scaturite entrabe da racconti di una persona con la quale finalmente penso di essermi riconciliata e questo fa bene ad entrambe. Ma non era questo il punto.
Quello che vedevo era che mentre stavo ridendo c'era una piccola parte di me che non si scioglieva non si lasciava andare aveva paura la seconda volta ho cercato di sentire cose mi portava e di vedere il ricordo collegato e mi sono ritrovata là nel passato quando mi veniva detto: va che il ridere va in piangere! Addirittura c'era un detto che recitava: chi ride di venerdì piange di sabato domenica e lunedì. E diverse volte mi ricordo di aver cercato di ricordarmi di non farlo al venerdì per poi aver paura degli altri giorni a seguire...altro che suggestionabile di più
La paura di dover pagare un dazio per quella piacevole risate che se mi fossi lasciata andare troppo avrei dovuto passare dall'altra parte e soffrire per aver goduto di quel momento di benessere. Era come se la mente fosse una guardiana, come se facesse da controllore alle mie emozioni a ciò che il mio corpo provava e dirigesse poi il da farsi o spingendo con la paura verso la repressione o concedendo la possibilità a continuare se non si fosse esagerato. Da non potersi lasciare andare.
Questo evidentemente è registrato in me.
La mia azione è stata quella di dire: chissene frega, voglio godermi questo attimo il resto non è di mio interesse, non c'era niente di male nel ridere era un ridere pulito, eppure ancora adesso nel scriverlo il tonfo l'ho sentito è stato leggero ma c'è ancora li dentro a provocare l'antica paura che deve andarsene lasciando il suo posto al normale vivere del presente.
Questo è lo stesso tonfo della ballerina mi da l'idea che sia sintomo di un qualcosa di istintivo registrato nell'inconscio e che impedisce di rimanere nel presente.
E' stato così bello ridere fa sentire vivi fa scappare la paura si lo so che inebria un po', che il riso abbonda sulla bocca degli stolti, però a volte è quasi necessaria una risate di questo calibro e credo che questo tipo di grandi risate o comunque la possibilità che ci raggiunge creando l'occasione faccia parte di quel tutto che ci conduce in pratica credo che lo mandi la Provvidenza come tutto il resto.
La mente ancora no mi molla e cerca comunque anche ora di convincermi che se avessi magari riso sino al pianto sino a lasciarmi andare dalla parte opposta avrei risolto il problema del ritorno ma a me pare controllo, se doveva succedere sarebbe successo.
Quindi la paura non ha ragione di esistere.
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Vecchio 26-12-2011, 03.12.58   #30
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Predefinito La Messa di Natale

Quest'anno ce l'ho fatta sono riuscita ad andare ed è venuta con me tutta la famiglia, mi hanno viziata

Ero molto distratta durante la funzione.
Mi guardavo attorno, guardavo spesso in alto i dipinti dei santi i finestroni, guardavo i ragazzi come erano cresciuti, le persone che cantavano i sacerdoti i chirichetti che non conoscevo.
Poi ho ascoltato il sermone ed intanto la mente che andava, ogni tanto giudicava: e questo sacerdote non mi piace è logorroico, e si celebra, ha scritto un sermone che è lunghissimo e pesante quello di prima lo avrebbe fatto di un terzo, considerazione sulla voce forte del prete straniero....quest'anno in pratica ho ascoltato me invece che la Messa e devo dire che mi sono chiesta diverse volte dopo che cosa vado a fare?
Gli unici momenti in cui la mente staccava era durante il canti, mi piace cantare e ascoltarli e mi scoccio quando non li conosco e se non li conosco e sono per di più in latino perchè non mi permette di staccare.
Ho fatto la Comunione anche se non mi sono confessata di recente e questo ha mosso immediatamente dei sensi di colpa che ho scacciato reprimendoli ma che poi ho condito con: ma se hai appena detto che quel che hai ascoltato sino adesso è qualcosa di poco chiaro e stravolto o frainteso, allora perchè ti preoccupi?
Ma ancora di più perchè vuoi comunque fare la comunione?
Questo mi ha fatto rendere conto che dovrei prendere una decisione o dentro o fuori che nel mezzo del tipo oggi ci credo, domani forse, dopo domani no, non ha senso un sì o un no sarebbe un po' più ordinato e meno conflittuale. Una scelta senza più recriminazioni porterebbe un po' di pace.
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Vecchio 29-12-2011, 15.14.18   #31
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Predefinito Responsabilità

Sto osservando questa cosa che è sgusciante come un'anguilla.

Quante volte ho spostato questa cosa sugli altri.

Non sono riuscita a studiare....è colpa di caio e sempronio....la verità è che ho preferito fare altro.....

Non sono riuscita ad imparare una cosa la colpa è di chi me l'ha spiegata male....la verità è che non ci sono arrivata.....

Non ho ottenuto quel che desideravo....è colpa di chi non mi ha dato una mano....la verità è che evidentemente non era un vero desiderio.....

Non ho ottenuto quel risultato è perchè......insomma nella mia vita ho spostato di default sull'esterno per non prendere atto dei limiti che ho e di cui devo bene o male farmi carico, ed imparare a convivere e facendoci la pace, sono quello che sono e scappare da essi non aiuta e nemmeno metterli addosso agli altri per non vederli aiuta ma aiuta molto conoscerli e accettarli, ho iniziato ad abbassare l'aspettativa su di me e questo mi sta aiutando a vedere questi spostamenti....la cosa più difficile è ancora lasciare andare, so che è così ma ancora la resistenza da parte di una parte di me che vorrebbe continuare a tenere il broncio agli altri, perchè è più facile, si comporta ancora così ma sono ottimista e so che con le buone mi insegnerò questa cosa
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Vecchio 05-01-2012, 02.22.09   #32
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Predefinito Gli atteggiamenti altrui

Oggi mi è capitato di arrivare davanti ad uno sportello per un pagamento e dall'altra parte del bancone c'era una ragazza, avrà avuto 30 anni penso o giù di lì, parlava al telefono e quando mi ha vista ha momentaneamente sospeso la telefonata dicendo all'altro di attendere che aveva da fare...

Mi chiede quel che le serve, fa quel che deve, il tutto con aria scocciata, con fastidio, con pochissima gentilezza, senza neppure guardarti in faccia insomma aveva l'aria di chi era scocciato di stare lì ed essere interrotto nel suo intrallazzarsi telefonicamente.

A me è scocciato. Dovevo essere felice e basta ed invece quell'atteggiamento mi stava portando via da me....

Ero tutta presa con considerazioni mie, diciamo pure giudizi sul comportamento che ritenevo non idoneo...e mi stava per montare la rabbia o comunque avrei voluto farle fare un cazziatone dal suo capo....il tutto racchiuso in un minuto poi la persona che era con me, mi dice: "ma che ti frega" Sei felice? Si? Allora che ti frega?

E' bastato questo per svegliarmi ero stata portata via da quell'atteggiamento.......

Ok che questa persona dovrebbe comportarsi diversamente ma che io mi perda via così non va bene....la persona che era con me, ha avuto le stesse considerazioni ma con il distacco necessario, quindi cosa c'e dietro a tutto questo?
E' possibile che ci sia qualcosa da ricapitolare?

Ho collegato questa cosa ad un episodio di quando avevo 17 anni ed una persona dietro ad uno sportello mi ha fatta sentire ignorante, era scortese e antipatica oltre che manifestante un tono molto aggressivo che mi mise in crisi...
Ma questa cosa è sintomo di altro precedente.....perchè ho come una sorta di rabbia e risentimento sotto che si muove...
Forse potrebbe essere quella suora quando avevo 9 anni e frequentavo l'oratorio, periodo in cui andavo a catechismo tutti i sabati perchè dovevo fare la Comunione....
Ricordo ancora che pagai una cocacola....e lei mi disse di andare nel frigor a prenderla perchè c'erano tantissime bambine e una fila enorme....io feci come mi disse, presi la cocacola, poi però mi resi conto che era chiusa e ritornai dalla suora per farmela aprire....lei prese in mano la bottiglietta e mi disse in modo sgarbato che dovevo pagarla....io dissi che l'avevo già fatto....e lei mi disse aggredì dicendo di non dire bugie e mise la cocacola dietro al bancone...io rimasi malissimo mi venne da piangere e me ne andai senza niente e con l'idea della mia incapacità ad aver cura di me di saper badare a me stessa

Per ora non mi viene altro

p.s. certo che all'età di nove anni mi sto rendendo conto che me ne sono capitate di ogni che cosa strana
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Vecchio 05-01-2012, 11.33.52   #33
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Ok che questa persona dovrebbe comportarsi diversamente ma che io mi perda via così non va bene....la persona che era con me, ha avuto le stesse considerazioni ma con il distacco necessario, quindi cosa c'e dietro a tutto questo?
E' possibile che ci sia qualcosa da ricapitolare?
Se mi posso permettere, prima di cercare per associazione l'episodio del passato proverei a sentire, percepire la sensazione che ti ha dato stare davanti all'impiegata che aveva un certo atteggiamento con te. Cercherei di ricapitolare prima di tutto l'episodio recente vissuto, chiarirti bene bene che sensazione ti è salita, come ti ha fatto sentire a te e poi il passato a catena dovrebbe venir su da solo se ricapitoli bene il recente.

Ad esempio se ci fossi stata io avrei probabilmente sentito che le davo fastidio e quindi mi sarebbe venuto su qualcosa... ma senza la sensazione precisa si naviga nel buio.

Spero di esserti stata utile.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 05-01-2012, 14.50.46   #34
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Se mi posso permettere, prima di cercare per associazione l'episodio del passato proverei a sentire, percepire la sensazione che ti ha dato stare davanti all'impiegata che aveva un certo atteggiamento con te. Cercherei di ricapitolare prima di tutto l'episodio recente vissuto, chiarirti bene bene che sensazione ti è salita, come ti ha fatto sentire a te e poi il passato a catena dovrebbe venir su da solo se ricapitoli bene il recente.

Ad esempio se ci fossi stata io avrei probabilmente sentito che le davo fastidio e quindi mi sarebbe venuto su qualcosa... ma senza la sensazione precisa si naviga nel buio.

Spero di esserti stata utile.
Grazie Sole, non avevo mai pensato in questo senso, provo a ricapitolare l'episodio come hai detto tu
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Vecchio 06-01-2012, 14.38.30   #35
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Allora ho ricapitolato come hai detto tu menomale così ho visto che non ce l'avevo con la tizia ma con me. Il suo atteggiametno non mi piaceva ok, ma la rabbia mi saliva perchè volevo dirle qualcosa ma non ci riuscivo.
Il perchè non riuscivo era relativo al cercare dentro di me un qualcosa di perfetto da dire, questo per non prendermi la responsabilità di quel che ne sarebbe potuto sortire.

In pratica questo conflitto lo posso risolvere o accettando di non dire niente osservando solo quel che fa in me e sperando che prima o poi la smetta di giudicare l'atteggiamento altrui.
Oppure dire qualcosa e prendermi quel che viene sempre osservando l'effetto che mi fa.
Si?

Questa cosa me la porto a dietro da sempre e ovunque mi piacerebbe tanto trovare il modo per risolverla
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Vecchio 07-01-2012, 21.27.25   #36
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Predefinito espressione e disagio

L'espressione della tizia mi metteva a disagio.
Ieri, non sono sicura che centri ormai le sicurezze non so più dove abitino , mi sono vista, ad esempio in acsa, ogni volta che qualcuno, a cui voglio bene, ha/aveva la faccia scura, la fronte corrugata, chi dava l'idea di essere triste o stare per arrabbiarsi o dopo essersi arrabbiato, andare verso di lui a consolarlo o a cercare d farlo ridere o di distrarlo distoglierlo dall'avere quel piglio...lo faccio regolarmente e questo perchè mi mette ansia, mi sale una paura immotivata, paura che possa succedere qualcosa id brutto, qualcosa che porta guai
Anche da bambina facevo questa cosa me la ricordo bene, entravo nelle discussioni famigliari per sedarle perchè mi creavano lo stesso stato d'animo e cercavo di trovare il modo per mediare per mitgare per evitare di sentirmi a disagio e di entrare in ansia e di provare quella sensazione di : chissà cosa succede adesso! Devo fare qualcosa per evitarlo, mi scatta id evo fare qualcsoa devo impedire che....ma non so cosa c'è dietro quel che. Quel primo "che" non lo ricordo
Ma ci baderò ancora e vedrò se sale qualcosa

Comunque credo che sia sempre los tesso conflitto bambina abbandonata madre iperprottettiva ma diverso
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Vecchio 08-01-2012, 13.45.46   #37
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Predefinito V per vendetta

Suby è troppo forte! Io stavo vedendo questo sopra....e lui mi ha mandato un sogno che centra come i cavoli a merenda bon poi lo metto in sezione.

In ogni caso quel che volevo scrivere qui è che sondando ho visto che in me sin da bambina (mi sono ricordata che avrei tanto voluto conoscere qualcuno che mi proteggesse, qualcuno di violento di cui gli altri avrebbero avuto paura e che mi avrebbe vendicato all'occorrenza) ricorre sempre un senso di desiderio di vendetta e appena potevo vendicavo gli altri perchè me non ci riuscivo.
Sarà meglio che smetto quegli abiti e faccio pace anche perchè le mie vendette personali non si sono mai realizzate che è peggio sono sempre rimaste dentro a girare cercando un varco per uscire che non hanno mai trovato e poi sono andate giù....
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Vecchio 08-01-2012, 19.04.07   #38
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L'espressione della tizia mi metteva a disagio.
Ieri, non sono sicura che centri ormai le sicurezze non so più dove abitino , mi sono vista, ad esempio in acsa, ogni volta che qualcuno, a cui voglio bene, ha/aveva la faccia scura, la fronte corrugata, chi dava l'idea di essere triste o stare per arrabbiarsi o dopo essersi arrabbiato, andare verso di lui a consolarlo o a cercare d farlo ridere o di distrarlo distoglierlo dall'avere quel piglio...lo faccio regolarmente e questo perchè mi mette ansia, mi sale una paura immotivata, paura che possa succedere qualcosa id brutto, qualcosa che porta guai
Anche da bambina facevo questa cosa me la ricordo bene, entravo nelle discussioni famigliari per sedarle perchè mi creavano lo stesso stato d'animo e cercavo di trovare il modo per mediare per mitgare per evitare di sentirmi a disagio e di entrare in ansia e di provare quella sensazione di : chissà cosa succede adesso! Devo fare qualcosa per evitarlo, mi scatta id evo fare qualcsoa devo impedire che....ma non so cosa c'è dietro quel che. Quel primo "che" non lo ricordo
Ma ci baderò ancora e vedrò se sale qualcosa

Comunque credo che sia sempre los tesso conflitto bambina abbandonata madre iperprottettiva ma diverso
E' bellissima questa cosa!
Stavo facendo merenda con il the con i biscotti e mi si è parata davanti agli occhi la scena che descrivevo sopra di abbonire il muso scuro....lo faceva mio padre con mia madre per farle cadere dopo una settimana di musi e mugugni, il muso e la sua chiusura a cui riduceva tutta la famiglia dietro a lei per farla smettere ognuno con i suoi mezzi....
E vedere quel muso era devastante era non mangiare era pranzare con sulla testa il dolore che ci mostrava e con il quale andava in giro era vivere con addosso il suo senso di devastadione e di disperazione che ti toglieva il fiato e ti chiudeva tutte le valvole per non farti soffocare dall'aria bassa che si creava nell'ambiente....
Quel muso quella chiusura era il segnale che non le piacevi che ti voleva che voleva che fossi/mo diversa/rsi e che se eri così lei ti avrebbe fatto morire di fame te l'avrebbe fatta pagare (vendetta)
Che brutto che era....e che gioia quando mio padre riusciva a strapparle un sorriso e apriva un piccolo varco da cui usciva un raggio di sole dalla sua bocca semi socchiusa di chi fa fatica a lasciarsi andare alla gioia e alla felicità, quel po' di calore con cui ci scaldavamo l'anima in quel momento, ricordo che tutti tenevamo il fiato sospeso nella speranza che mio padre riuscisse nel suo intento...
Avevo il terrore di quel viso scuro, di quella chiusura che mi metteva ansia che mi faceva paura e poi da grande mi faceva scattare la rabbia senza che mi ricordassi perchè e ce la mandavo appena ci provava...e anceh se non era vero le dimostravo che non aveva più breccia su di me quel suo atteggiamento e me ne andavo sbattendo la porta...sintomo che invece mi importava eccome

Credo che ogni faccia scura ogni mente corrucciata, ogni manifestazione di distacco e freddezza mi ricorda quei momenti di solitudine e di senso di magrezza interiore di vuoto senso di fame fame d'amore, di accettazione, di accoglienza, di approvazione, di attenzione... di vita e che non mi veniva dato perchè non ero quel che voleva d ame e mi scatta inconsciamente: non le/gli vado bene, mi sta giudicando,non sono ideonea, non le/gli piaccio....morirò di nuovo di fame...e scatta la rabbia
Ricordo che non c'era verso di farla aprire se non decideva lei e dopo diversi giorni di sofferenza ti dava l'idea dopo che mi ero umiliata in tutti i modi possibili andandole dietro cercando di fare di tutto per riavere la sua attenzione
Ecco che ogni segnale di quel genere mi fa scattare dentro verso chiunque la stessa rabbia o dolore se voglio bene a questa persona ....invece dovrei dire ma chissene frega sei arrabbiato? E' passata a Napoleone passerà anche a te come era solita dire lei a me/noi.

Stessa cosa quando parlo e non mi si da retta....quando racconto e non mi si ascolta....quando ho voglia di fare qualcosa insieme e nessuno mi si fila....quando domando e non mi si risponde....quando qualcuno mi manca di rispetto....quando qualcuno non mi accoglie con calore....parte una stretta al centro del petto e/o allo stomaco e poi il dolore o la rabbia e pure la vendetta o la fuga e il recupero di un po' di vita .... ma con sempre dentro di me la sensazione di non valere abbastanza da meritare di più.......che crea un nodo in gola.......ma di tentare il tutto per poter essere perfetta... per poter avere quel che serve per vivere......è tutto là in quel passato ma presente dentro di me
Vediamo se viene su ancora qualcosa
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Ultima modifica di griselda : 08-01-2012 alle ore 19.30.17.
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Vecchio 08-01-2012, 22.22.27   #39
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Suby è troppo forte! Io stavo vedendo questo sopra....e lui mi ha mandato un sogno che centra come i cavoli a merenda bon poi lo metto in sezione.

In ogni caso quel che volevo scrivere qui è che sondando ho visto che in me sin da bambina (mi sono ricordata che avrei tanto voluto conoscere qualcuno che mi proteggesse, qualcuno di violento di cui gli altri avrebbero avuto paura e che mi avrebbe vendicato all'occorrenza) ricorre sempre un senso di desiderio di vendetta e appena potevo vendicavo gli altri perchè me non ci riuscivo.
Sarà meglio che smetto quegli abiti e faccio pace anche perchè le mie vendette personali non si sono mai realizzate che è peggio sono sempre rimaste dentro a girare cercando un varco per uscire che non hanno mai trovato e poi sono andate giù....
Ecco mi identifico con tutte le persone che secondo me hanno subito o stanno subendo (secondo il mio limitato giudizio) un'ingiustizia.
E mi sale dallo stomaco una spinta enorme che non mi tiene più ferma sulla poltrona e che vorrebbe spingermi a schierarmi contro uno (solo cercando di farli vedere dove sbaglia ed eventualmente fermarlo) e a favore dell'altro per proteggerlo ed aiutarlo a rinforzarsi.
Ma poi non ho la forza di farlo perchè so che se succedesse a me poi non saprei uscirne per via dell'ansia che mi sale, la paura che mi prende e la rabbia che non gestisco perchè annebbia la mente

Quel che mi proteggeva doveva essere mio padre che l'ha fatto per un po' sbagliando e poi mi ha abbandonata al mio destino poi ho ricercato chi mi proteggesse negli uomini che ho incontrato mai uno da proteggere sempre uomini forti e anche un po' stronzbip
Infatti giudico l'uomo che ha da esse homo e non deve avere paure (sarà per questo che il mio maschile latita?) Bon per oggi ne ho già sparate abbastanza
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Vecchio 09-01-2012, 01.23.35   #40
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Ecco mi identifico con tutte le persone che secondo me hanno subito o stanno subendo (secondo il mio limitato giudizio) un'ingiustizia.
E mi sale dallo stomaco una spinta enorme...
....
Ma poi non ho la forza di farlo ..........

E' una cosa che è capitata anche a me di osservare, soprattutto il passaggio dalla spinta a reagire alla rinuncia. Estremamente frustrante.

Inevitabile il rimpianto della mancata protezione e dell'abbandono ma mentre ti leggevo mi sono chiesta se il problema è che non mi hanno protetta (se è vero che potevano farlo oltretutto ma bon) o se invece non sia che non mi hanno insegnato a proteggermi.
Pare la stessa cosa ma non credo sia così.

I sempre si, la sottomissione, la rabbia che cova sotto ecc ecc ecc credo che nel mio caso perlomeno dipendano da una profonda deficienza di natura difensiva..O si attacca o si fugge, mi par di vivere così sostanzialmente, ci dev'essere un terzo modo almeno...
Scusa se ho invaso il tuoi spazio Gris e grazie stò ammirando la persevaranza con cui stai prendendo nota di te.
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Vecchio 09-01-2012, 02.12.56   #41
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E' una cosa che è capitata anche a me di osservare, soprattutto il passaggio dalla spinta a reagire alla rinuncia. Estremamente frustrante.
Sì proprio così anche per me è frustrante
Quote:

Inevitabile il rimpianto della mancata protezione e dell'abbandono ma mentre ti leggevo mi sono chiesta se il problema è che non mi hanno protetta (se è vero che potevano farlo oltretutto ma bon) o se invece non sia che non mi hanno insegnato a proteggermi.
Pare la stessa cosa ma non credo sia così.
Non so tu, ma a me è mancato l'esempio di come ci si protegge (dal fuori mondo e dal dentro invece come si dovrebbero gestire le diatribe o le controvesie perchè dentro era un inferno poco rispetto, insulti botte chiusure e reazioni esagerate) e di come ci si può difendere invece ne ho avuto di come si subisce passivamente e poi cuoci dentro dalla rabbia, o reagisci dove dovresti avere il massimo dell'accoglienza, del rispetto, della pace, ecco questo me l'hanno passato ma non perchè cattivi ma perchè loro erano così.

La seconda cosa che poi è anche peggio non mi hanno sospinta almeno ad impararlo ma se non riuscivo venivo denigrata ed è quello che dentro tendo a fare io pensa che bello. Ora che lo so però non voglio più permettermelo

Mi hanno (mia madre) sempre "castrata" nel senso di: guai a te se combini guai! Guai a te se litighi! Guai a te se mi fai litigare! Sembra la sagra del non puoi difenderti devi subire! Il tutto per non venir coinvolti per non accettare la responsabilità di un figlio che esiste sperimenta e cresce. Ma per via dell'ansia e della paura degli altri di doverli affrontare di trovarsi in situazioni che non sapevano gestire non per cattiveria ora lo so.
(ed ho anche imparato a giustificare tutto perchè se no non potevo vivere in quel contesto)

E dall'altra c'e stata anche la possibilità di fuga dal prendermi le responsabilità di quel che ero perchè fino agli otto anni o forse nove mio padre mi copriva e difendeva a spada tratta ma da mia madre e quindi mi ha insegnato a proteggermi da quel che invece mi sarebbe servito per crescere
Per poi mollare la protezione nel bel mezzo del cammin di ...mio inizio vita.
Troppo tardi per impare troppo presto per lasciarmi in balia di me stessa
Quote:

I sempre si, la sottomissione, la rabbia che cova sotto ecc ecc ecc credo che nel mio caso perlomeno dipendano da una profonda deficienza di natura difensiva..O si attacca o si fugge, mi par di vivere così sostanzialmente,
il mio attacco e la mia difesa sono disorganizzati e spesso fuori luogo per via di quel che non ho imparato, quando riesco a farlo, perchè per il resto quel che ho imparato è stato mandar giù per poi rosicare dentro per via della frustrazione...per aver subito pur volendo reagire.... diventa voglio ma non posso ( non me lo concedo) diventa per via del conflitto ho ancora l'educazione il condizionamento che mi impedisce di difendermi o se lo faccio quel che uso è quel che ho visto ma che non mi piaceva allora figuriamoci adesso, quindi il giudizio sul loro agire condiziona il mio
Quote:


ci dev'essere un terzo modo almeno...

Il terzo modo credo che sia il non attaccare e non difendersi ma cercare di capirsi
Però non so se prima bisogna imparare a fare le altre due
Quote:

Scusa se ho invaso il tuoi spazio Gris e grazie stò ammirando la persevaranza con cui stai prendendo nota di te.
Ma no,anzi grazie della condivisione
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Vecchio 09-01-2012, 19.53.11   #42
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Il terzo modo forse ce lo ha indicato Sole altrove, e non solo lei , quando suggeriva di cercar di capire cosa si sente.

Spesso provo qualcosa che associo a rabbia ma non sempre è quella. Soffermarsi e cercare di sentire per bene e con calma cosa si stà provando aiuta moltissimo. Peccato che non me lo ricordo quasi mai...

La domanda poi dovrebbe essere come imparare a difendersi, che modelli assumere? ma siamo OT qui mi sà .
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Vecchio 10-01-2012, 00.59.29   #43
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Predefinito Fretta e mancanza di totalità->rabbia

Ho visto quanto mi arrabbio se cade un qualcosa mentre ne sto prendendo un'altra, a me sola però agli altri non mi importa anzi li rassicuro che non è successo nulla
Mi sa che siamo in due anhce qui
Infatti so che mi dava i nervi quando mi sgridavano se avevo fatto cadere qualcosa...e difatti non sgrido gli altri perchè so che può succedere

Allora perchè a me non può succedere? Non è che non mi può succedere ma perchè non deve succedere non è che voglio essere perfetta è che voglio andare di fretta e non accetto intralci
Ora che l'ho scritto mi viene in mente anche per la strada se uno mi rallenta davanti potendo andare più forte mi scatta la rabbia ingrano la terza e lo supero

Ma chi l'ha detto che devo andare così veloce? Che non posso perdere tempo?

Ok che ora come ora il tempo è prezioso però manco farsi salire il fuoco alle stelle
Si questa fretta deriva dalla pigrite acuta se cade devo anche piegarmi e raccoglierlo perdo tempo che potrei dedicare a ciò che mi piace fare....accc! Eccolo lì però vuol dire che non stavo facendo con tutta me stessa ok
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Vecchio 10-01-2012, 18.36.10   #44
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Predefinito Come raccontarsela e crederci :D

In questi ultimi tempi, mi sono convinta che non mi frega niente se nessuno si interessa a me, se nessuno mi bada perchè ce la faccio uguale sono io l'unica che conta e degli altri me ne frego.
Balle! (non è ancora così )
Basta il pensiero che qualcuno di quelli di cui me ne frego, possa pensare male di me, e per cui non è vero che me ne frego ma me la racconto che mi scatta la giustificazione sulla giustificazione.

Il tutto che mi tira se cerco di fregarmene e mi fa sudare letteralmente l'oppormici.
Cercando naturalmente di fregarmene

A me il pensiero che tizio mi creda anche se non mi frega niente di lei/lui una certa cosa mi fa incaxxare da matti, sta paura di perdere cosa poi? Quel che non ho? Se l'avessi non mi importerebbe il fatto è che non l'ho. E' sempre quel cavolo di mancato ritorno che non mi permette di essere quel sono sento e provo.
Ah caro R, Kipling quanto avevi ragione!
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Vecchio 12-01-2012, 00.35.51   #45
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Predefinito Le sveglie rotte

Sarà che sono presa dalla salute nel senso che non mi ci stacco o cerco di non pensarci per non aver paura oppure sono in una fase peggiore di prima nel senso che non solo dormo ma sono disordinata disattenta e il peggio manco di rispetto cosa tra l'altro che non transigo io per prima. Mah!

Almeno fossi come tante persone che conosco e vedo nel momento in cui vengono prese "in castagna" chiedono scusa ed è finita lì. Niente sensi di colpa solo una registrazione del fatto punto finito.

Io no. Non ci riesco. Ho provato scusarmi con me stessa, ho provato a dirmi che non era grave ho provato a dirmi che avendolo visto e conscendo come sono che sono ligia alle regole poteva essere un modo per stare più attenta.
Ho provato a non disperdere....a trovare un motivo perchè era successo l'ho anche trovato e ho cercato ancora di mettere a tacere il senso di colpa e il fastidio dicendomi che sono così, che non sono per niente perfetta anzi meno che meno ma che ognuno si deve accontentare di quello che è senza doversene vergognare, questo sono e questo passa, quindi perchè scacciarlo da sè. Anche perchè mi conosco e so che non lo faccio per cattiveria ma per il sonno, ma mi sono anche detta che sarei stata come al solito più attenta e che certe cose servono per rendersi conto di dove si sta camminando e sopratutto se in avanti o all'indietro.
Ed io in questo momento ero al contrario.

Ma il punto non è questa razionalizzazione è l'emotivo che è partito via come un razzo facendomi stare malissimo e anche se non volevo le lacrime scendevano anche se non volevo ci stavo male e lo starci male mi faceva stare ancora più male perchè mi faceva sentire anormale.
Anormale perchè mi veniva da piangere perchè piangere è sintomo di debolezza perchè piangere è da femminuccie inutili perchè a piangere ci si deve vergognare. E tutti questi giudizi mi si accavallavano nella mente arrivando da lontano.
Ascoltavo tutto e piangevo ugualmente nonostante tutto.
Dopo un po' mi sono staccata dal pc ho fatto altro e la cosa sembrava rientrata o per lo meno non ci pensavo più mentalmente avevo chiesto scusa con il cuore e avevo deciso di perdonarmi, anche se non potevo quasi credere ancora di aver fatto quello che avevo fatto.
Ma ancora non mi rendevo conto di come stavo ingigantendo la cosa che poteva finire lì per una persona normale.

Poi leggo un giudizio uguale al mio sul rispetto cosa a cui più tengo a quanto pare a riceverlo ma a darlo meno.

E la sensazione che ho provato era di essere una merdbip di mostrare il motivo per il quale le persone hanno ragione di non volermi di non amarmi di non volermi bene e di essere una nullità che non sa stare in mezzo agli altri e di non sapermi comportare come si deve.
E addosso la sensazione di aver rovinato tutto di essere messa alla gogna per aver fatto una cosa che mai nella vita si deve fare mancare di rispetto a.....di dover essere messa al bando, di dover essere da un momento all'altra esiliata per essere quel che sono. E di non poter più far parte di ...............

Ora mi dico: ma si può vivere in queste condizioni?
Si può non permettersi l'errore in qeusto modo?
Si può autopunirsi in questo modo atroce?

Ecco che se qualcuno ci prova io do i numeri perchè dentro ho già un torquemada che mi smebra pezzo per pezzo e se lo proietto fuori vorrei distruggerlo perchè quello dentro non riesco.

Se qualcuno vuole fare un giro si accomodi pure offre la casa
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Vecchio 12-01-2012, 19.33.20   #46
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.....................
Ora mi dico: ma si può vivere in queste condizioni?
Si può non permettersi l'errore in qeusto modo?
Si può autopunirsi in questo modo atroce?
.........................
Credo che sia inutile tormentarsi per una cosa che si è fatta (o non fatta) e su cui non si può tornare indietro.
C'è un passaggio di un post di Uno che secondo me val la pena rileggere:

(thread originale : dipendenza da musica, post 8 )

Citazione:
Originalmente inviato da Uno

....Se le facciamo queste cose, che sia il fumare, che sia mangiare più di quello che ci necessita etc... vuol dire che stiamo facendo un esperienza su questo, non l'eseprienza di fumare o di mangiare troppo, l'esperienza di non averne coscienza e poterla trovare
Anche se si parlava di dipendenze, penso che ogni volta che manchiamo, o che sbagliamo, abbiamo la possibilità di prenderne coscienza. E a quel punto di migliorare noi stessi. Lo scopo è questo, anche spesso è altro a prendere il sopravvento, succede anche a me.
Se in qualche modo hai mancato di rispetto, non lo hai fatto di proposito, e questa è l'occasione giusta per vedere dove hai mancato e per ricordartelo la prossima volta, se vuoi, perchè ora lo hai visto. Sbagliare è umano Grii, nessuno di noi, (e nessuno in questo mondo) è esente dall'errore, possiamo solo lavorare per migliorare noi stessi.

Forza e coraggio.. dai...
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Vecchio 12-01-2012, 21.35.31   #47
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Grazie Red del tuo affetto e della spinta lo apprezzo molto e te ne sono riconoscente.
E' tutto vero quello che hai detto. Non solo. Stanotte pensavo a Uno a quanto tempo deve spendere dietro a noi.
A scegliere i tempi....a decidere i quando i come e i perchè....che manco me lo sogno ma lo sento, e sento sempre che quel che fa è Giusto. Ma non per partito preso...perchè così è... basta vivere le cose per sentirlo.
Infatti mica l'ho o l'ho avuta con lui.
Posso dire che per quel che mi riguarda che ha centrato il momento e io ne avevo bisogno. Niente di più niente di meno e senza tanti fronzoli.
E so pure che se riuscissi a Lavorare meglio lui non avrebbe bisogno di svegliarmi.
Stanotte dicevo, pensavo a quanto è bello dire e scrivere che non bisogna giudicare non bisogna avere attaccamento non bisogna cercare approvazione...belle parole poi al lato pratico nisba. Se smettessi di giudicare smetterei di farmi male.
Se smettessi di cercare approvazione potrei darmela.
Se smettessi di cercare fuori.....che se Uno mi dice brava mi mette l'abbraccio ma io non sto facendo quel che mi serve, perchè alla fine serve a me quel che devo, voglio e mi serve fare. Perchè non riesco a ricordare che ho solo questa vita...anzi quel che ne resta muovermi?
Invece mi esce una sorta di infantilismo, che è già un giudizio lo so bene, anche se è una costatazione ma giudicarlo bene o male lo è. Ed io ogni volta che lo vedo lo aborro non sopporto di diventare infantile e di piangere.
E poi dirmi che questa cosa arriva dalla mia infanzia....potrei scrivere romanzi sulle volte che mi hanno fatta sentire così e presa in giro o irrisa o umiliata perchè piangevo tanto che oggi non lo sopporto ma non porta a nulla non conduce a nulla anche se mi sono ricordata che tutti gli anni facevano di tutto per farmi piangere il primo dell'anno per poi dirmi così subito dopo: ecco anche quest'anno non ce l'hai fatta a non piangere così piangerai tutto l'anno. E questo era il buon augurio e anche se loro si divertivano a sfottermi io ci soffrivo tantissimo.
O quando mi rifugiamo a piangere sotto il lettone...c'era chi veniva trascinarmi fuori tirandomi dai piedi per sfottermi ancora. Ne potrei menzionare a iosa ma la cosa importate è che non riesco a sentire l'emozione a fissarla e a farmi portare dove deve e a liberarmi che poi è questa la cosa importante: il fare quel che ho capito, e che tento di fare da anni. E che dovrebbero darmi il premio per la cocciutaggine si perchè oramai più che impegno è diventata cocciutaggine e prima o poi sono sicura che arriverà perchè non mollo.
E tornando al fulcro del discorso e alla bambina che c'è in me e che quando capita non riesco a calmare e a gestire ho anche pensato tanto dicendomi che è ego che è IP che è sa la miseria buona....ma sta difatto che non gestisco il momento. Ma non è che mi ci faccio fermare io continuo ugualmente ma chiaro in quel momento mi sento uno straccio. Sarà che ultimamente sono le uniche emozioni che mi concedo per cui devo ringraziare Uno anche per questo.
Bon non so se sono riuscita a tirar fuori tutto quel che volevo dire ma termino qui.
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Vecchio 13-01-2012, 16.02.04   #48
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Il terzo modo forse ce lo ha indicato Sole altrove, e non solo lei , quando suggeriva di cercar di capire cosa si sente.

Spesso provo qualcosa che associo a rabbia ma non sempre è quella. Soffermarsi e cercare di sentire per bene e con calma cosa si stà provando aiuta moltissimo. Peccato che non me lo ricordo quasi mai...

La domanda poi dovrebbe essere come imparare a difendersi, che modelli assumere? ma siamo OT qui mi sà .
Ah scusa la tua era una frase retorica:
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..O si attacca o si fugge, mi par di vivere così sostanzialmente, ci dev'essere un terzo modo almeno...
non avevo capito scusa o volevi darmi uno spunto invece io pensavo che tu volessi ragionare insieme a me e che non sapessi proprio cosa bisognasse fare.

Quindi tu dici di seguire quel che dice Sole ...quando sentiamo l'emozione rimanere sulla stessa.
Il problema mio è che non la riesco a sentire spesso se ci penso sono già distratta e la perdo altre volte non so cosa guardare altre ancora non sento niente solo un bruciore che va su fino al viso.
Quest'ultimo credo che si IP o Ego almeno nel mio caso.
Poi invece c'è un'emozione che mi provoca dolore che parte da sopra l'ombelico e arriva alla gola ogni volta che mi viene fatto un appunto* è come se nonostante il mio impegno non va mai bene quel che faccio l'emozione è quella brutta sensazione che ho descritto prima, poi razionalmente so che non è così e ci vado contro, ma di primo acchitto mi viene da scappare mollare andarmene interrompere quella sensazione di non farne una giusta, di essere sempre al di sotto di un metro che mi fa sentire piccola e inadeguata, tensione che mi da quella sensazione tagliente in profondità adesso ci sono sopra e la sto cercando di tenere e provarla vediamo che ne esce


Lo spazio che mi sono presa qui non è mio e anche se è disorganizzato nel senso che pare un baule a me serve per trovare le cose che se sparpaglio in giro poi con la non memoria che mi trovo allo stato attuale è come non essermel appuntate.
Lo sto usando come post it.


*No ci stavo pensando non è per l'appunto ho sbagliato definizione è per un attenersi dentro ad un certo range o dentro una regola o dentro un limite uff non è perfetto nemmeno ora dover restare dentro a un qualcosa ad una misurazione dentro e non sforare che poi è non dover sbagliare insomma ecco siamo sempre lì
Io cerco di starci costantemente dentro ma se poi si aggiunge altro mi sale quella sensazione di taglio....ferita....che sale come un'altra richiesta...ancora....e mi viene una frase....: eh non "ti" basta mai! Il "ti" è relativo a chi continua a chiedere a pretendere da me ed io a vedere di non riuscire a mai a colmare il buco dell'altro la sua aspettativa e la mia frustrazione ufff no è tutto razionale e così non lo piglio lo lascio ma non va bene così
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Ultima modifica di griselda : 13-01-2012 alle ore 16.30.01.
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Vecchio 13-01-2012, 16.54.42   #49
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Mi sto domandando se il modo giusto di comportarmi in questo caso del sentirmi così strappata lacerata tagliata dentro sia quello di smettere di cercare quella perfezione che allora cercavo perchè ero bambina e volevo quell'amore che non riprenderò oggi e mai più, ma cercare quando lo sento di lenire quella ferita di metterci sopra tutto l'amore che posso, come fosse una sfida alla salvaguardia di me stessa non all'odio verso chi me la fa riprovare o farmi prendere dall'ansia e dalla disperazione che non si confanno più ad un oggi adulto ( dicevo così per dire)
Uscire da questo schema: tu continui a chiedere ma io mica mi posso strappare dentro per accontentarti anche se quello che chiedi è il giusto io posso solo fare quel che riesco con tutto l'impegno che ho il resto è brama oggi ieri era ricerca di amore.
Se mi vuoi sono così, prendere o lasciare. E se non mi lasci ma mi fai degli appunti o mi domandi altro anche io devo scegliere senza incavolarmi di prendere o lasciare e poi fare del mio meglio se decido di prendere e con la presa anche la responsabilità di un appunto sull'operato, che per l'inciso sopra dovrà essere lenito e non lasciato lì senza nessuna attenzione al recupero.

Qualcuno se la sente di dirmi se può andare bene o no prometto di non mordere
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Vecchio 13-01-2012, 17.24.40   #50
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Io vorrei provare a risponderti in un modo magari che può non sembrare diretto ma che secondo me può entrarci. Poi chiaramtne valuterai tu se ho preso una cantonata o se può esserti utile.
Riporto qui i post per non fare confusione dillà e perchè qui mi sembrano più utili.
Citazione:
Sono sicura che sai sostenere la cosa..
Citazione:
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Questa frase carica un peso da novanta sull'altro
Interpreto la risposta che mi dai come se il carito da novanta fosse l'idea di aver deluso qualcuno. Se interpreto giusto... ti posso dire che come spesso dici tu stessa, hai sostenuto la cosa esattamente come hai saputo farlo. Sei qui. Ne parli, cerchi di affrontarla.
La mia frase non era un volerti caricare delle responsabilità che inevitabilmente tu hai verso te stessa... le hai ( non mi riferisco al afatto in se accaduto, ma in generale), non te le dò io, ma era un ricordarti che puoi sostenerle perchè niente la vita ci da che non siamo in grado di affrontare.
In quel momento forse volevi scappare, ed io volevo dirti "resta, che puoi farcela" e sei qui. Volevo dirti: non instauriamo i vecchi meccanismi, fermiamoci in tempo ricordati di te e di ciò che vuoi. C'era anche: vai, viviti la cosa e non cercare fuori ciò che è dentro di te. ... Beh si ho fatto un pò di sistesi...

Le aspettative che temiamo di deludere sono nostre paure e insicurezze che ci fanno davvero crollare sotto il peso di ciò che noi ci aspettiamo da noi stessi ma che pensiamo gli altri si aspettino da noi... e solo perchè nei gesti e nelle parole degli altri vorremmo vedere una certa immagine di noi.
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