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Vecchio 18-03-2011, 23.04.54   #26
dafne
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Non voglio stordire nessuno di parole Diamantea, tantomeno me, se non ti dispiace troppo mi prendo un pò di tempo per rileggere con calma quello che ho scritto e quello che mi hai detto per vederci meglio e magari farne uscire una sintesi che abbia un senso, in un modo che non richieda toni troppo bruschi possibilmente.
Potrei dirti che sono troppo vecchia per arrabbiarmi ma sono solo troppo vuota nonostante i miliardi di pensieri inutili e ossessivi che mi cavalcano la mente.

Per ora comunque ho analizzato a sufficienza la mia piega ironico-distruttiva
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Vecchio 26-03-2011, 20.12.07   #27
dafne
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Vediamo se riesco a risponderti Diam, ci provo.


Citazione:
Più che altro stordisci con il fiume che l'altro per stanchezza cede le armi. Sembra una prova di forza, chiedi aiuto ma poi quando qualcuno tenta di dartelo lo investi con la piena, le tue motivazioni sono tante e svariate che alla fine uno preferisce pensare che sei un caso troppo difficile e depone le armi a darti ragione del fatto che non vi è soluzione.
In questo gioco vinci sempre tu.
Bum.
Diretta al punto, io ci stavo ancora facendo mille giri intorno, avevo intuito che era una difesa ma non ne avevo percepito la portata di presunzione.
Si collega molto bene con quel non voler davvero crescere o guarire che avevo già intravisto.
Grazie.
Se torno a dimenticarlo (e temo succederà) ricordamelo

Citazione:
Chissà che bella esperienza sarebbe per me l'assoluto silenzio... il silenzio l'ho sentito tante volte ma quello assoluto mai.
La condizione di assoluto silenzio è descritta quando accade la meditazione, i suoni ci sono ma sei immerso nell'Assoluto.
Io ho una paura folle del silenzio ma non stavo scomodando lo stato meditativo quanto piuttosto l'assenza di rumore (così ti suona meglio?)
Mi mette troppo vicina a me stessa e devo fuggirlo, infatti faccio chiasso e rido


Citazione:
Di norma è così che dovrebbe essere. Però da quello che scrivi nell'ultimo post dell'Emigrante non mi sembra che il tuo adulto sia autonomo, dici infatti che non cammini con le tue gambe ancora. A ragione dici più sotto che il dolore della perdita continua, se non cammini con le tue gambe hai bisogno degli altri, non averli ti fa soffrire, il paradosso non lo vedo.
Il mio adulto infatti non c'è, forse adesso sono in fase adolescenziale un momento in cui non sono nè piccola nè grande per cui nè la dipendenza dagli altri nè la non dipendenza mi fà stare bene...ma m'incasino acora se ci torno su.

Citazione:
Qui è tutto un giro di parole, anzi di brogli di parole che confondono le idee.
A me sembra il contrario di quel che dici. Non capisco cosa è questo male che vuoi e non ti duole, se è la solitudine che stai cercando mandando via tuo padre per farcela da sola, oppure è la paura di restare sola perchè tuo padre va via.
Magari lo spieghi meglio perche così non lo capisco.
Si è in dafnese, chiedo scusa.
Volevo dire che mi sembrava, sotto sotto, meno doloroso subire la dipendenza dagli altri (che comunque è mortificativa non è proprio una passeggiata di gioia) che non affrontare il taglio netto. Come dire, meglio poco dolore tutti i giorni che un dolore lacerante per un tempo non definito.
Invece è tutto l'opposto, un dolore improvviso e soprattutto secco fà male ma meno male del lento e continuo logorìo giornaliero. Non sò se l'ho spiegato meglio.

Citazione:
Dici di essere vecchia per l'idea che di te hai fissato come guida, quindi questa guida dovrebbe essere giovane, ma poi nel post precedente parli di saggezza di vecchiaia o di esperienza matura nella vecchiaia. Le due cose mi sembra siano opposte. Una te giovane che tra l'altro non ha un adulto in grado di camminare da solo che ti deve guidare.
Non guida nel senso di persona ma guida nel senso di foto mentale di riferiemento.
Mi vedo vecchia nei miei 40 anni perchè li guardo ancora con gli occhi della bambina, sono ancora relegata per buona parte del tempo in quello spicchio. Per questo dicevo che dovrei provocarmi lo shok il più possibile per diminuire l'effetto repulsivo verso quella condizione (l'età matura) e iniziare ad avvicinarmene davvero.

Citazione:
Ancora non capisco in che senso ti senti vecchia. Lo shock, a quale shock ti riferisci? Prima dici che questo shock rende tutto nitido ma alla fine diventa un anestetico immediato. Non capisco come nell'immediatezza dell'effetto anestetizzante vedi tutta la nitidezza di un processo di anni in un solo istante.
Non mi sono sentita vecchia, sono stata vecchia.
Ok, cambiamo aggettivo, diciamo donna, ok?
Mi sono sentita donna (mizzeca questo mi fà ancora più senso di vecchia, andiamo bene) ma a voler cercare di essere precisi non mi ci sono sentita, lo sono stata.
Questa cosa davvero non sò come veicolarla diversamente se non propio tirando in ballo i film.

Proviamo così.
Presente quando guardi un film che ti coinvolge molto?
Se non c'è la pubblicità arriva un punto in cui sei presa, ti sembra di esser nel film, vivi quasi con i personaggi del film (eccedo un pò ma solo per farti capire) sei nella scena.
Ma quella non è la realtà, tu non appartieni a quella sequenza sono solo immagini che vedi su un vetro ma che vivi come se fossero vere.
Poi arriva un'improvvisa pubblicità e torni in te (sempre per eccesso, concedimelo) e ti ritrovi nel salotto, magari è buio e non hai nemmeno abbassato le tapparelle ...poi il film ricomincia e sbadàn..tapparelle sparite.

Ecco, in un certo senso io sapevo di esser li in prestito a guardare un film ma non avevo mai davvero realizzato dov'ero e com'ero. E quando è capitato è stato scioccante.
Bruttissimo si ma nello stesso momento ho anche realizzato con certezza che nessuno mi obbliga a guardare quel film.
Poi però come tutti i film coinvolgenti anche se brutti finisce la pubblicità e si torna a guardare (tipo sadismo da film horror)

L'effetto anestetico era riferito alle fantasie che pullulano nella mia mente, fantasie su un'età sempre giovane, sul miraggio che qualcosa potrebbe sempre cambiare ecc ecc ecc e avrebbero preso il sopravvento facendomi ripiombare in pieno nella trama del film se nel passato un certo lavoro razionale, seppur scostante e poco approfondito, non mi avesse ancòrato a quella scena, alla casa intorno alla telvisione, alla me donna.

Meglio di così per ora non mi viene, sono cose che stò cercando di osservare.

Mi sento di aggiungere una cosa, per fissarla.
Come bambina ho sempre percepito gli altri come prolungamenti di me, delle volte ho avuto anche la spiacevolissima sensazione di non avere davvero presente con chi avessi a che fare ma che cercassi solo di avere a che fare con un certo lato delle persone, un'immagine piatta non una figura tridimensionale.
Ieri sera in un momento particolare invece ho percepito nettissima la separazione. L'avevo già percepita qualche volta ma per una frazione di secondo.

Ieri sera invece le persone erano persone in carne e ossa distinte, divise, lontane e ho vissuto questo sentire per diversi minuti...mammamia è stata un'emozione violenta, paurosa ma bellissima.

Spero davvero di crescere in fretta.
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Vecchio 27-03-2011, 23.04.39   #28
Ray
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Faccio un secondo il lavoro di Diam, posso?

Citazione:
Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Se torno a dimenticarlo (e temo succederà) ricordamelo
Te lo ricordo.


Citazione:
(e temo succederà)
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Vecchio 02-04-2011, 23.06.44   #29
dafne
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sono proprio un caso disperato...ops...l'ho rifatto!! ..un record!

Calimerite acuta, ruscirò a togliermi di dosso anche sta cosa, chissà che non sia quella specie di pece in cui mi invischiavo in quel sogno....

Visto che ci sono aggiungo una cosa in riferimento alla percezione degli altri, spero in meno dafnese e più italiano

Prima pensavo a cosa dire a una persona e di colpo ho visto. Non stavo parlando o cercando di parlare con l'altra persona ma stavo dialogando con me stessa mettendo l'altro dall'altro capo per avere un ritorno.
Chiaro che quando non mi torna indietro la risposta che mi ero data parlando non ho soddisfazione e mi irrigidisco.
Questo era il senso del percepire gli altri come prolungamenti di se stessi e non come individui.
Questo significa riempire gli altri dei propri pensieri.

Eh bon , adesso lo sò, ci stò attenta.
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Vecchio 01-06-2011, 08.44.38   #30
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Perchè bisogna sempre vivere in uno stato di confusione?

M'è presa la pubertà adesso altro che quarantenne.
La patente stà facendo affiorare un'animella teppistella che era sopita sotto strati di condizionamenti.

Per un pò mi sono lasciata trasportare da questa euforia, ma percepivo che non era sanissima .

Bello vivere una seconda adolescenza, specie se la prima è stata un flop, ma è un meccanismo che naconde bene il pericolo del fallimento.

Non ho più 18 anni ed è bello e necessario che recuperi quel senso di forza e fiducia che le prime conquiste ci danno ma assolutamente devo fare attenzione a quel senso di onnipotenza che accompagna gli adolescenti e che nelle loro scelte viene perdonato ma invece provoca danni ai...ehm...diciamo stagionati

Insomma devo permettermi di recuperare la fiducia, e prima ancora il rispetto di me stessa, stando attenta a non lasciarmi trasportare dai fumi di una sicurezza farlocca che rischia di provocarmi delle disillusioni pesantissime.

Se mi tolgo la corrazza della calimerite (perchè mi sà che è una sorta di protezione) sono aperta alle delusioni in modo differente, mi arrivano dirette, quindi devo cercare di non mettermi in situazioni che possano minarmi peggio di come già stò messa.

Devo darmi tempo. Quello che sono ha avuto 36 anni per mettersi in essere e il passaggio che stò cercando ha solo qualche annetto, e di buono solo qualche mese, quindi devo essere paziente e lasciare che un passo vada dietro l'altro.

Un pò il discorso di fretta e velocità aperto dall'altra parte.

Rispetto per se stessi, credo che sia questo che produce la fiducia e non viceversa. In ogni caso sono strettamente legati.

Avanti...
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