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Vecchio 11-06-2011, 20.27.13   #1
gibbi
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Predefinito Aspettative sull'eredità

Prendo spunto dal recente 3D sull'eredità per cercare di appronfondire insieme a voi la questione di quella particolare aspettativa che ciascuno di noi pone sulla questione successione e quindi sull'eredità come insieme di beni che "potrebbero" venir a far parte del nostro patrimonio in seguito alla morte di un genitore o più genericamente familiare o parente (ma anche un estraneo , perchè no ).
Ho esteso l'aspettativa a tutti usando il "ciascuno di noi" perchè un tanto mi risulta sia per esperienza lavorativa che personale e ho usato il condizionale "potrebbero" perchè sul patrimonio come insieme di beni che fa capo al genitore o altro parente , si ha solo una aspettativa sull'eredità.
Giuridicamente si chiama proprio così : "aspettativa ereditaria" , priva di per sè di valenza giuridica e quindi non tutelabile dalla legge fino a quando non si apre la successione per intervenuta morte di chi ha ne ha la proprietà .

In realtà i beni dell'altro , quando ci sono , diventano per noi oggetto di affidamento economico molto prima del tempo , ci facciamo più o meno consapevolmente conto , ce li coccoliamo con molto anticipo ....... è di questa aspettativa che vorrei parlare.
Personalmente mi sono resa conto di averci contato parecchio (scasate il pasticcio) ....
Ho perso il papà da poche settimane, rimane la mia mamma . Noi figli abbiamo insieme deciso di non toccare l'eredità lei vivente ,nessuno ha particolari problemi economici quindi la cosa si può fare .

Mi sono trovata a considerare che , data la mia età , poco godrò di questa eredità che sarà di fatto utilizzata dai miei figli , ma in realtà io ho già ampiamente fruito dei beni dei miei genitori. Pur non avendo mai ricevuto denaro o beni da loro , il loro patrimonio mi ha permesso di "osare" nei miei investimenti , mi ha fornito una sicurezza nel fare determinate scelte economiche perchè sotto sotto sapevo che avrei potuto contare su di loro in caso di difficoltà.
Certo , vi sto parlando di una famiglia unita , ma l'aspettativa non è prerogativa dei buoni rapporti familiari , anzi ....talvolta è particolarmente accentuata in persone che hanno vissuto la famiglia in maniera difficoltosa , che magari se ne sono andate di casa presto o che hanno comunque interrotto ogni rapporto con i genitori ...
Verrebbe da pensare che in casi come questi , in presenza cioè di una grande difficoltà e/o rottura di rapporti , il beneficiario dovrebbe rinunciare a quell'eredità , invece ....
Ricordate l'episodio successo qualche anno fa di quel figlio che aveva rinunciato ad una cospicua eredità della madre perchè la odiava e non voleva avere nulla a che fare con lei ( se n'è parlato anche qui , ma non trovo il 3D)? Ha suscitato molto scalpore proprio perchè è rarissimo che succeda .....

Ultima modifica di gibbi : 11-06-2011 alle ore 20.31.26.
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Vecchio 11-06-2011, 23.57.35   #2
diamantea
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Mi spiace per tuo papà Gibbi, la perdita di un genitore è una perdita importante che cambia molte cose.
In questo caso da te citato ci avvicina pure all'eredità spettante.
Quando è morto mio padre noi figli abbiamo tardato a fare la successione quasi a voler mantenere uno stato di cose come era prima, del resto non era nostra intenzione vendere ma poi ho scoperto che aveva fatto testamento rendendo usufruttuaria mia madre di tutto.
Devo essere sincera? ci sono rimasta male perchè l'ho visto come un atto di sfiducia nei confronti dei figli. Ha voluto tutelare mia madre come se noi potessimo mai abbandonarla o affamarla o vendere la quota con mia madre in vita. Anche perchè una casa ciascuno ce l'hanno data libera da vincoli in vita.
Mia madre è una donna generosa che non tiene lo stesso tutto per se il ricavo degli affitti però è un danno per lei per le tasse che paga.
L'altro giorno le ho fatto due conti in tasca. Senza usufrutto prenderebbe lo stesso la sua metà più un quinto, pagherebbe molto meno di tasse e potrebbe distribuirli a noi che lo fa lo stesso ma pagando le tasse.
C'è il senso del possesso che è duro a morire, era forte in mio padre e sapendo di non avere più molto tempo a disposizione pensò di passare tutto il possesso a sua moglie pur di ritardarlo a noi.

Per il resto è vero come dici tu, anche senza proprietà ma avendone il possesso i beni vengono goduti lo stesso e danno una sicurezza nel poter affrontare meglio delle scelte economiche, ci si sente con le spalle coperte.
Vero anche che le eredità dei genitori spesso le godono i nipoti e per me va pure bene, pensare che i miei figli non dovranno penare per farsi una casa ma poter pure loro pensare di investire nel lavoro sentendosi più sicuri con dei beni loro spettanti.
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Vecchio 12-06-2011, 00.42.14   #3
gibbi
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... ma poi ho scoperto che aveva fatto testamento rendendo usufruttuaria mia madre di tutto.
Devo essere sincera? ci sono rimasta male perchè l'ho visto come un atto di sfiducia nei confronti dei figli. Ha voluto tutelare mia madre come se noi potessimo mai abbandonarla o affamarla o vendere la quota con mia madre in vita.
Tuo padre ha e dal mio punto di vista correttamente , pensato in primis a lei , alla persona che con lui ha sacrificato . Non si tratta di certezze o dubbi sul vostro comportamento nei confronti della mammma , con l'usufrutto l' ha protetta dalle cose della vita.....
Quote:

C'è il senso del possesso che è duro a morire, era forte in mio padre e sapendo di non avere più molto tempo a disposizione pensò di passare tutto il possesso a sua moglie pur di ritardarlo a noi..
Ecco il punto... quello che volevo evidenziare è proprio questo. Spesso ci si "sofferma" sul senso di possesso di chi ha messo insieme quel patrimonio , ma è un senso di possesso in sè legittimo , è la nostra aspettativa che è fuori luogo , anticipata...
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Vecchio 12-06-2011, 00.48.25   #4
Ray
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Ecco il punto... quello che volevo evidenziare è proprio questo. Spesso ci si "sofferma" sul senso di possesso di chi ha messo insieme quel patrimonio , ma è un senso di possesso in sè legittimo , è la nostra aspettativa che è fuori luogo , anticipata...
Si è vero, consideriamo già nostro ciò che nostro non è, avanziamo diritti su qualcosa che invece ha solo il proprietario, anche di dilapidare. Però è anche vero che questo atteggiamento viene spesso sostenuto proprio dalle famiglie, che coinvolgono i figli sulle "cose che un giorno saranno loro" e sull'organizzazione ecc ecc.. ma sono dinamiche complesse, in cui prendono gioco molti fattori.
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Vecchio 12-06-2011, 01.01.44   #5
Sole
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E' vero quello che dici Gibbi, io mi ci sono soffermata spesso su questo aspetto. I miei sono molto avanti con l'età per cui mi vien da pensarci come ho evidenziato nel thread dell'eredità. Quando prendo un impegno però non lo faccio pensando alla certezza di quello che sarà il patrimonio che erediterò, ma la speranza che quel patrimonio possa fare da paracadute però c'è. Non mi fido abbastanza di mio padre per poterci fare totale affidamento. Comunque è vero che ad esempio l'idea di un mutuo a lunghissimo termine non mi spaventa perchè so che potrei coprirlo molto prima del termine. Quindi è vero, almeno per me, faccio i conti prima dell'oste.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 12-06-2011, 12.44.06   #6
Astral
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Eccomi, anche io perso il padre da qualche anno. A me di quello che potevo avere in eredità, non me ne fregava nulla, ma ad un certo punto prematuramente me lo sono dovuto chiedere.
Mio padre si fidava più dei suoi amici, che della sua famiglia, amici che poi si sono rivelati puntualmente squali pronti a prendere la loro parte. Fortunatamente altre persone sono state gentili e c'hanno aiutate.

Ho vissuto una situazione penosa, da investigatore privato (però non male come mestiere) dove i medici dicevano che aveva poco tempo di vita, e continuava a non dirci dove erano i conti in banca, gli atti di proprietà. Tra la rabbia di un padre che non si fida (senza motivo) della famiglia perchè ha dovuto sempre controllare tutti, perchè i figli vanno protetti e la moglie deve cucinare e pulire.
E la rabbia di mia madre, che diceva: " io non lo so, non sono mai stata in banca, faceva tutto lui".
In più col rischio che poi a causa della malattia dimenticasse veramente dove fossero cose cosi importanti.
Ho dovuto cercare tra armadi, e quintali di cartelline, per capire i conti banca dov'erano.

Nel mio caso è diverso perchè nonostante avesse potuto sistemare qualcosa per i figli, avendo una malattia dall'esito previdibilissimo, ha preferito, cercare di tenerci in una campana di vetro e all'oscuro dei suoi affari, tanto è vero che ci ritroviamo con una causa penale, e 2 civili. E la sua risposta quale è stata? che non dovevamo preoccuparci.

Non mi pento minimamente di averlo dovuto minacciare di non portarlo in ospedale, se non avesse detto come stavano le cose, ed i conti in banca. Aveva l'opportunità di sistemare l'altra casa per i figli ed invece che stava preparando? La sala hobby per vecchi di 60, 70 anni, mentre io stavo dormendo in soggiorno in una stanza senza finestre...
Si non sono cose nostre, ma ti assicuro che poi oltre i soldi e le proprietà, i problemi ti arrivano tutti, e più sei giovane e peggio è, sopratutto poi se l'altro genitore (nel mio caso la madre) è stata sempre succube e vittima di tutto.

Ora che non c'è più non faccio lo stesso errore, e sto cercando di indirizzare ognuno alla propria indipendenza, abbiamo dei problemi che ci riguardano e si stanno affrontando insieme. A quest'ora potrei stare in una casa grande e non avere nessun problema coi mutui ne io, ne mia sorella, lasciando mia madre sola al suo destino, ma appunto perchè si cerca il bene comune, ho preferito magari sistemare le cose affinchè si trovi una soluzione per tutti.

La mia comunque è una soluzione estrema, perchè si è trattata di un eredità piuttosto giovane, dove non avevamo una casa e un indipendenza nostra, ma nel vostro caso sicuramente è diverso, c'è piu tempo per difendersi e pensare.

Inoltre lo Stato non si fa di questi problemi.

Ultima modifica di Astral : 12-06-2011 alle ore 12.46.51.
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Vecchio 12-06-2011, 13.38.01   #7
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Tuo padre ha e dal mio punto di vista correttamente , pensato in primis a lei , alla persona che con lui ha sacrificato . Non si tratta di certezze o dubbi sul vostro comportamento nei confronti della mammma , con l'usufrutto l' ha protetta dalle cose della vita.....
Nel mio caso specifico voglio precisare che questi beni li hanno fatti anche con il nostro contributo lavorativo anche se sulla carta non risulta, dal cielo non ci è piovuto nulla.
L'usufrutto ha creato solo un danno economico a mia madre in quanto sola con alto reddito piange al momento di pagare la dichiarazione dei redditi, ora vorrebbe fare la divisione in vita anche della sua quota mantenendo l'usufrutto solo per quello che le serve.
Mio padre conoscendolo bene non è stato mosso da nobile pensiero verso mia madre che tra l'altro non molto autosufficiente dipende molto da noi figli.
Egli ripeteva spesso che noi l'avremmo abbandonata dilapidando tutto. Lui si sentiva padrone di tutto, anche delle nostre vite compresa quella di mia madre. Non potendo portarsi nella tomba la sua parte ha dato tutto in mano a sua moglie per continuare questo comando genitoriale. I soldi non comprano l'affetto e il rispetto, comprano solo prestazioni, servizi e beni materiali. Se avesse potuto si sarebbe portato nella tomba la sua parte. Per quello che mi riguarda lui ci ha perso molto nella mia memoria già precaria. E' stato l'ultimo schiaffo morale che ci ha dato.
Sono beni che godiamo tutta la famiglia, vi abitiamo, ci lavoriamo, non abbiamo necessità di vendere e abbiamo tutti un forte senso della famiglia e del dovere. Con mia madre poi è un impegno quotidiano per le sue necessità personali e per amministrare e manutenzionare periodicamente. Da sola non ce la potrebbe fare mai e lei non è tipo che si rivolge ad estranei.

La linea generale di quello che dici è giusta ma nel mio specifico caso citato no. Pensa che mia madre 25 anni fa mi ha intestato una casa e un terreno liberi da vincoli legali ma con un vincolo morale che finchè viveva lei era come se avesse l'usufrutto. La mia parola vale più di un contratto e la mantengo da allora.

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Si è vero, consideriamo già nostro ciò che nostro non è, avanziamo diritti su qualcosa che invece ha solo il proprietario, anche di dilapidare.
In questo caso il proprietario è un solo genitore con quota comune agli altri eredi e non può dilapidare senza il consenso degli altri. E in linea generale quando vi è cointestazione quali due coniugi in comunione di beni non possono vendere a piacimento separatamente senza consenso dell'altro, lo si può costringere mediante fatto compiuto con la caparra sulla quota ecc...

Nel mio caso non vi è possesso ma quota sulla nuda proprietà si. Teoricamente potrei vendere la mia quota.
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Vecchio 13-06-2011, 22.18.11   #8
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Nel mio caso specifico voglio precisare che questi beni li hanno fatti anche con il nostro contributo lavorativo anche se sulla carta non risulta, dal cielo non ci è piovuto nulla.
.....
La linea generale di quello che dici è giusta ma nel mio specifico caso citato no.
Mi scuso se involontariamente sono andata troppo sul personale , era mia intenzione solo evidenziare che la concessione dell'usufrutto è lo strumento usato dal coniuge per attribuire maggior garanzie al compagno/a
Quote:

]Si è vero, consideriamo già nostro ciò che nostro non è, avanziamo diritti su qualcosa che invece ha solo il proprietario, anche di dilapidare.
In questo caso il proprietario è un solo genitore con quota comune agli altri eredi e non può dilapidare senza il consenso degli altri.
Credo Ray si riferisse alla mia ipotesi iniziale , agli appetiti che si manifestano quando la successione è ancora lontana
Quote:


Nel mio caso non vi è possesso ma quota sulla nuda proprietà si. Teoricamente potrei vendere la mia quota.
Nella tua (e mia situazione) alla morte di un genitore si è aperta la successione , si è eredi in tutto e per tutto in concorso con l'altro genitore , quindi nessuna aspettativa
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Vecchio 13-06-2011, 23.57.09   #9
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Credo Ray si riferisse alla mia ipotesi iniziale , agli appetiti che si manifestano quando la successione è ancora lontana
Si infatti. Sono appetiti che credo tutti farebbero bene a guardarsi... si fanno "conti" nei quali il proprietario dei bene è già bello e seppellito, mentre nella realtà se ne va tranquillamente in giro a spendere, alla faccia di chi si fa i conti.
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Vecchio 14-06-2011, 16.01.29   #10
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Mi scuso se involontariamente sono andata troppo sul personale , era mia intenzione solo evidenziare che la concessione dell'usufrutto è lo strumento usato dal coniuge per attribuire maggior garanzie al compagno/a
Non hai di che scusarti Gibbi, è giusto che fai un discorso generale. In questa occasione invece mi sono vista un bel carico emotivo ancora a distanza di anni, che è uscito fuori. Ho visto una ferita al mio onore di figlia doverosa verso la famiglia che mi ha cresciuta e garantito un certo benessere economico.
Mio padre aveva sempre di che dire su noi per sminuire il nostro valore di figli. Diceva sempre che aveva fatto tutto lui, toglieva i meriti anche a mia madre che nella fattispecie è stata più in gamba di lui.
Alla fine l'usufrutto non cambia nulla nella nostra vita. Io faccio lo stesso il mio dovere che è anche un piacere occuparmi della mia famiglia e di quel che abbiamo e frutta qualcosa. Era il mio orgoglio che ne usciva ferito a conferma dei suoi pensieri ingiusti.
Non sono certo il tipo che dilapiderebbe sconsideratamente, anzi sono oculata nelle spese e cerco di mantenere lo stato di cose per continuare a garantire un pò di benessere ai miei figli. Mi sono sempre considerata povera proprio perchè non ho mai contato sui beni già di mia proprietà, quelli saranno dei miei figli, spero non avere mai bisogno di venderli per me, forse faccio male ma fino a ora la penso così.
Ti dirò che in quanto genitore solo a crescere i miei figli ho avuto sempre paura di morire anzitempo e lasciare i ragazzi soli e il pensiero di lasciare loro qualcosa mi consolava nel saperli un pò comodi anche se la mia è una famiglia unita e certo qualcuno se li sarebbe cresciuti al posto mio, ma il fatto che avevano qualcosa di loro proprietà mi faceva sentire meglio. Ora che sono più grandi ho meno paura.
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