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Vecchio 28-08-2008, 09.27.30   #1
nikelise
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Predefinito Ogni Giorno Ricomincia La Partita

Ogni giorno ricomincia la partita : dice Uno .E' UNA GRANDE VERITA'.
Sento che questo tema ha grandi contenuti ma non riesco a focalizzarli tutti in un insieme , approfondiamo?
La prima cosa che mi viene in mente e' che il ricominciare ogni giorno implica movimento e non blocco psicologico e questo , sappiamo, e' cosa buonissima .
Dimostra pero' anche la nostra impotenza .
Ma credo ci sia dell'altro o un altro punto di vista.....quale /quali?

Ultima modifica di nikelise : 28-08-2008 alle ore 09.29.02. Motivo: correzione
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Vecchio 28-08-2008, 11.13.49   #2
Sole
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Mi vengono diverse considerazioni.
Una delle prime è che dovremmo andare a dormire ogni sera avendo chiuso tutto quello che nella giornata psicologicamente ci consuma o ci trattiene in pensieri. La mattina dopo ricomminciare significherebbe mettersi in moto per una nuova, in tutti i sensi, giornata.
Un'altra è che ogni volta che ci addormentiamo ci trasferiamo su un piano diverso da questo, entriamo nell'inconscio e la mattina dopo siamo sempre un pò diversi e a cominciare la giornata è chissà quale Io di turno per cui si riparte, ripartire vuol dire che la vita vissuta ieri ci appartiene ma è chiusa, oggi con le trasformazioni della notte e le elaborazioni siamo diversi. In realtà credo che siamo diversi ogni istanti che passa e questo vuol dire essere vivi.
Ancora un'ultima considerazione che mi appare la più importante, il fatto che non siamo integrati e questo ci porta a dimenticare facilmente il compito di ieri, forse anche per questo si usa dire di non rimandare a domani....ecc ecc
Un essere completamente integrato probabilmente (dico probabilmente perchè io non essendolo non posso sapere) non interrompe mai il ricordo della battaglia per cui la continua.
Ecco forse questa interruzione porta a ricominciare e non continuare, non mantenendo in se la coscienza sempre presente.
La battaglia è per tutti, nessuno escluso, ma noi che ancora percorriamo la via verso la memoria abbiamo la sensazioni di interruzione, di perdita di coscienza e credo per questo che ogni mattina ci dobbiamo forzare a ricordare, a ricordarci di noi stessi e dei nostri scopi.
Ed è proprio questo ricordo di noi che ci porta a combattere ogni giorno.
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Vecchio 28-08-2008, 11.45.42   #3
Astral
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In effetti se ogni giorno ricominciassimo da capo, il passato non avrebbe senso e non ci insegnerebbe nulla. Credo che ogni giorno sia un quadro da dipingere, ma poi arrivati a sera occorre andare in galleria e vedere la sequenza dei quadri: se ci sono stati dei quadri tetri, con poco colore, o con una scarsa tecnica pittorica, dovremmo prendere spunto per migliorare la pittura dei prossimi dipinti.

In poche parole ogni giorno dobbiamo ricominciare cercando di buttarci alle spalle ciò che non ci serve, e portando del vecchio solo ciò che oggi ci serve.
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Vecchio 28-08-2008, 11.51.46   #4
RedWitch
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
.......
La prima cosa che mi viene in mente e' che il ricominciare ogni giorno implica movimento e non blocco psicologico e questo , sappiamo, e' cosa buonissima .
..............
Credo che la frase "ogni giorno ricomincia la partita" contenga una infinita' di significati.
Concordo con tutto quanto ha descritto Sole, ma quel che vedo per quel che riguarda la mia esperienza e' banalmente che se ci si ferma, se "si molla il colpo" si e' perduti.
Ogni giorno bisogna ricominciare, ogni giorno bisogna trovare qualcosa per cui valga la pena muoversi e questo, oltre che nel senso psicologico che dici tu Nike, per me significa proprio "materialmente" (non mi viene un termi e migliore materialmente non e' proprio preciso).. muoversi verso cio' che si desidera, senza dimenticarsi mai che ogni giorno si ricomincia. Se non lo si fa, in qualche modo si getta via anche il lavoro di ieri, la vedo un po' come quando si legge un libro: ogni capitolo e' un giorno e alla fine del libro (al termine della vita), avro' la totalita' dell'opera, ma se non leggo ogni capitolo (vissuto ogni giorno al meglio che posso, comprendendo, e conoscendomi) , alla fine manchera' qualcosa...

Detta cosi' sembra la cosa piu' semplice del mondo, poi spesso sembra piu' semplice lasciarsi vivere, farsi prendere dalla noia, dimenticarsi quali sono le cose per cui vale la pena mettercela tutta... per me sarebbe bello riuscire ogni giorno a ricominciare davvero la partita, perche' significherebbe essere un po' "sveglia" ogni giorno, che "dormire" beatamente come spesso mi succede..

Ah... secondo me la partita finisce solo alla morte...


Ultima modifica di RedWitch : 28-08-2008 alle ore 11.53.12. Motivo: non ho ancora letto Astral
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Vecchio 28-08-2008, 12.18.54   #5
nikelise
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Credo che la frase "ogni giorno ricomincia la partita" contenga una infinita' di significati.
Concordo con tutto quanto ha descritto Sole, ma quel che vedo per quel che riguarda la mia esperienza e' banalmente che se ci si ferma, se "si molla il colpo" si e' perduti.
Ogni giorno bisogna ricominciare, ogni giorno bisogna trovare qualcosa per cui valga la pena muoversi e questo, oltre che nel senso psicologico che dici tu Nike, per me significa proprio "materialmente" (non mi viene un termi e migliore materialmente non e' proprio preciso).. muoversi verso cio' che si desidera, senza dimenticarsi mai che ogni giorno si ricomincia. Se non lo si fa, in qualche modo si getta via anche il lavoro di ieri, la vedo un po' come quando si legge un libro: ogni capitolo e' un giorno e alla fine del libro (al termine della vita), avro' la totalita' dell'opera, ma se non leggo ogni capitolo (vissuto ogni giorno al meglio che posso, comprendendo, e conoscendomi) , alla fine manchera' qualcosa...

Detta cosi' sembra la cosa piu' semplice del mondo, poi spesso sembra piu' semplice lasciarsi vivere, farsi prendere dalla noia, dimenticarsi quali sono le cose per cui vale la pena mettercela tutta... per me sarebbe bello riuscire ogni giorno a ricominciare davvero la partita, perche' significherebbe essere un po' "sveglia" ogni giorno, che "dormire" beatamente come spesso mi succede..

Ah... secondo me la partita finisce solo alla morte...

Tutto giusto ma sembra che quel ricominciare implichi che nulla e' acquisito definitivamente ,un po' come dire ''gli esami non finiscono mai'' ....e ci si gioca ogni giorno nuovamente tutto .
Forse il coraggio di ricominciare , e' cio' che conta non tanto quello che si e' acquisito il giorno prima.
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Vecchio 28-08-2008, 12.41.24   #6
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A mio avviso è molto importante il passaggio precedente: ovvero come siamo andati a letto, cosa abbiamo lasciato, cosa abbiamo sognato la notte, e come ci siamo svegliati.

A volte quando faccio sogni importanti che mi ricordo particolarmente, oppure quando mi sveglio fresco come se avessi dormito un infinità di ore, è molto più facile iniziare, viceversa mi sembra di portarmi tutti i pesi dell'intera settimana quando ho una pessima qualità del sonno.
So che può centrare poco, ma secondo me influisce molto su quel ricominciare.
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Vecchio 28-08-2008, 17.03.00   #7
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Io penso che valga lo spirito con cui si comincia una giornata. Purtroppo spesso capita che le nostre giornate sono ripetitive, stesse strade, stesse azioni, stesso copione. Per cui a volte si ha la sensazione di essere già stanchi ancora prima di iniziare. Il segreto sta nel rimanere "svegli" e scoprire che ogni giorno non è mai uguale all'altro, anche se così sembrerebbe, se ci si alza pensando che inizia un'altra giornata uguale a tante altre siamo noi che la rendiamo così con il nostro atteggiamento.
Se invece pensiamo che ogni giorno è un giorno nuovo, che possono accadere delle cose nuove, metteremo più attenzione in ogni cosa che facciamo e vivremo la giornata in maniera diversa...
Dire che ogni giorno ricomincia la partita vuol dire ogni giorno rimescolare il mazzo e avere a disposizione tante carte da giocare o rigiocare.
Se invece al contrario ci predisponiamo a giocare sempre la stessa partita, ogni giorno lo vivremmo come se tante carte le avessimo già giocate...
La differenza di questi stati d'animo è importante: vivere da rassegnati come se non potessimo cambiare nulla, oppure metterci in gioco ogni giorno, riconfermando le scelte fatte o no a seconda dei casi, rendendoci conto che, come detto in altre discussioni, portarci avanti dei sensi di colpa o sensazioni di insoddisfazione ci fa tenere legati al "ieri" che comunque è chiuso invece di essere proiettati sull'oggi...
Io ho passato un lungo periodo di depressione anni fa, in cui ogni giorno che iniziava era la fotocopia del giorno precedente e non vedevo nessuno spiraglio per uscire da questa situazione, dopo tanto tempo ho capito che ciò era successo perchè mi ero bloccata su un fatto e rimanevo ferma lì come se i giorni che passavano non contassero nulla e fossero una specie di contenitore per come mi sentivo, in pratica ogni giorno rivivevo lo stesso giorno, come se il tempo si fosse fermato.
Per questo è importante, almeno per me, vedere l'opportunità che offre ogni giorno, dopo quei fatti ho ricominciato a tenere un diario dove alla fine della giornata elencavo le cose belle che mi erano accadute e anche le brutte, andando a rileggerlo non c'è una pagina uguale all'altra; è significativo il fatto che in quel periodo le pagine sono rimaste vuote, come se quel tempo non fosse stato vissuto.
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Vecchio 28-08-2008, 18.03.48   #8
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Tutto giusto ma sembra che quel ricominciare implichi che nulla e' acquisito definitivamente
In natura infatti nulla è fermo... tutto vibra, tutto si muove. La staticità non esiste, dalle galassie agli atomi tutto è in oscillazione. Questo significa che giocoforza se una data entità non evolve, può solo che involvere.

Vederlo nel fisico forse è più facile e immediato: un atleta si allena per anni, acquista una certa prestanza fisica... poi però deve continuare con l'allenamento ogni giorno per mantenerla (ogni giorno ricomincia la partita...). Altrimenti, se smette con l'attività il suo tono muscolare calerà inevitabilmente e dovrà di nuovo fare tutti quegli sforzi che ha fatto in passato per tornare a quei livelli.

Poi è chiaro che se sono già allenato mantenere quel livello è più semplice che raggiungerlo partendo dal nulla, però un minino di attività devo sempre farla. E' vietato insomma "sedersi sugli allori", se lo fai e ti fermi già inizia la ricaduta...
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Vecchio 28-08-2008, 18.06.54   #9
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Tutto giusto ma sembra che quel ricominciare implichi che nulla e' acquisito definitivamente ,un po' come dire ''gli esami non finiscono mai'' ....e ci si gioca ogni giorno nuovamente tutto .
Forse il coraggio di ricominciare , e' cio' che conta non tanto quello che si e' acquisito il giorno prima.
Sì credo che in quel "nulla è acquisito definitivamente" ci sia una chiave.. perchè ogni volta che ho dato qualcosa per acquisito o scontato, mi sono accorta che non lo era affatto. Altrettanto credo che nulla vada perso e che ogni giorno serva a qualche cosa che pero' poi va mantenuto, ampliato cambiato... vissuto.

Anche il discorso che faceva Astral secondo me è interessante.. se si imparano a gestire meglio le energie che abbiamo a disposizione, sprecando meno di quanto non si faccia ordinariamente il giorno successivo ci si sentirà carichi, pronti ad affrontare il nuovo giorno..

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Dire che ogni giorno ricomincia la partita vuol dire ogni giorno rimescolare il mazzo e avere a disposizione tante carte da giocare o rigiocare.
Se invece al contrario ci predisponiamo a giocare sempre la stessa partita, ogni giorno lo vivremmo come se tante carte le avessimo già giocate...
Mi piace questa visione Stella, e sono d'accordo con te, le carte magari sono le stesse del giorno prima, quel mazzo abbiamo, ma in quel modo, è come se fosse sempre un mazzo nuovo..
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Vecchio 28-08-2008, 18.07.21   #10
nikelise
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Io penso che valga lo spirito con cui si comincia una giornata. Purtroppo spesso capita che le nostre giornate sono ripetitive, stesse strade, stesse azioni, stesso copione. Per cui a volte si ha la sensazione di essere già stanchi ancora prima di iniziare. Il segreto sta nel rimanere "svegli" e scoprire che ogni giorno non è mai uguale all'altro, anche se così sembrerebbe, se ci si alza pensando che inizia un'altra giornata uguale a tante altre siamo noi che la rendiamo così con il nostro atteggiamento.
Se invece pensiamo che ogni giorno è un giorno nuovo, che possono accadere delle cose nuove, metteremo più attenzione in ogni cosa che facciamo e vivremo la giornata in maniera diversa...
Dire che ogni giorno ricomincia la partita vuol dire ogni giorno rimescolare il mazzo e avere a disposizione tante carte da giocare o rigiocare.
Se invece al contrario ci predisponiamo a giocare sempre la stessa partita, ogni giorno lo vivremmo come se tante carte le avessimo già giocate...
La differenza di questi stati d'animo è importante: vivere da rassegnati come se non potessimo cambiare nulla, oppure metterci in gioco ogni giorno, riconfermando le scelte fatte o no a seconda dei casi, rendendoci conto che, come detto in altre discussioni, portarci avanti dei sensi di colpa o sensazioni di insoddisfazione ci fa tenere legati al "ieri" che comunque è chiuso invece di essere proiettati sull'oggi...
Io ho passato un lungo periodo di depressione anni fa, in cui ogni giorno che iniziava era la fotocopia del giorno precedente e non vedevo nessuno spiraglio per uscire da questa situazione, dopo tanto tempo ho capito che ciò era successo perchè mi ero bloccata su un fatto e rimanevo ferma lì come se i giorni che passavano non contassero nulla e fossero una specie di contenitore per come mi sentivo, in pratica ogni giorno rivivevo lo stesso giorno, come se il tempo si fosse fermato.
Per questo è importante, almeno per me, vedere l'opportunità che offre ogni giorno, dopo quei fatti ho ricominciato a tenere un diario dove alla fine della giornata elencavo le cose belle che mi erano accadute e anche le brutte, andando a rileggerlo non c'è una pagina uguale all'altra; è significativo il fatto che in quel periodo le pagine sono rimaste vuote, come se quel tempo non fosse stato vissuto.
Brava Stella ne sei uscita ed hai reso bene il senso di movimento della psiche rispetto ad un brutto momento di blocco psichico .
Ma forse la partita che ci dobbiamo giocare va al di la' del quotidiano forse tocca il senso della nostra esistenza :quella e' la grande partita.
E' a questo che si riferiva Uno o c'e' dell'altro?
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Vecchio 28-08-2008, 20.41.46   #11
Sole
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Ma forse la partita che ci dobbiamo giocare va al di la' del quotidiano forse tocca il senso della nostra esistenza :quella e' la grande partita.
E' a questo che si riferiva Uno o c'e' dell'altro?
Ma la nostra esistenza non può in nessun modo prescindere dal quotidiano anche fossimo eremiti. E' proprio quella che ci fa prendere coscienza dell'esistenza.
Secondo me l'esempio dell'allenamento che faceva Kael prende in pieno il senso del ricominciare ogni giorno, fintanto che non abbiamo memoria e continuiamo.
Durante il sonno si interrompe la normale andatura e bisogna riprenderla da svegli.

Io non so esattamente cosa ci annusi dietro Nike e vorrei che provassi a dirlo anche se Uno non dovesse intervenire per dirti se c'è o non c'è dell'altro. Immagino che se c'è lo chiedi è perchè tu stesso lo stai cercando ma in ogni caso hai detto a qualcuno: si, ma c'è dell'altro, vuoi provare a definire questo "altro"? Anche se è confuso non importa, ci impegnamo a tirare fuori qualcosa.

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Ultima modifica di Sole : 28-08-2008 alle ore 20.45.28. Motivo: aggiunta
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Vecchio 28-08-2008, 21.03.14   #12
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Ma la nostra esistenza non può in nessun modo prescindere dal quotidiano anche fossimo eremiti. E' proprio quella che ci fa prendere coscienza dell'esistenza.
Secondo me l'esempio dell'allenamento che faceva Kael prende in pieno il senso del ricominciare ogni giorno, fintanto che non abbiamo memoria e continuiamo.
Durante il sonno si interrompe la normale andatura e bisogna riprenderla da svegli.

Io non so esattamente cosa ci annusi dietro Nike e vorrei che provassi a dirlo anche se Uno non dovesse intervenire per dirti se c'è o non c'è dell'altro. Immagino che se c'è lo chiedi è perchè tu stesso lo stai cercando ma in ogni caso hai detto a qualcuno: si, ma c'è dell'altro, vuoi provare a definire questo "altro"? Anche se è confuso non importa, ci impegnamo a tirare fuori qualcosa.

Sole quello che dico e' quello che penso non faccio il reticente prezioso : Uno ha parlato di grande verita';
quello che s'e' detto finora ,anzi che ho detto io , sono quasi banalita'.
Che si debba ricominciare ogni giorno e' scontato lo viviamo ogni giorno no ;
se si parla di una grande chiave di lettura ci dev'essere dell'altro , non necessariamente una cosa complicata ma altro.
Non ho mai detto di prescindere dal quotidiano , il quotidiano c'e' e non ce lo toglie nessuno anzi e' la nostra palla al piede , la partita puo' essere il suo superamento .......

forse .

Ultima modifica di nikelise : 28-08-2008 alle ore 21.05.16. Motivo: correzione
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Vecchio 28-08-2008, 23.28.22   #13
Kael
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Ma forse la partita che ci dobbiamo giocare va al di la' del quotidiano forse tocca il senso della nostra esistenza :quella e' la grande partita.
E' a questo che si riferiva Uno o c'e' dell'altro?
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Sole quello che dico e' quello che penso non faccio il reticente prezioso : Uno ha parlato di grande verita';
quello che s'e' detto finora ,anzi che ho detto io , sono quasi banalita'.
Che si debba ricominciare ogni giorno e' scontato lo viviamo ogni giorno no ;
se si parla di una grande chiave di lettura ci dev'essere dell'altro , non necessariamente una cosa complicata ma altro.
Non ho mai detto di prescindere dal quotidiano , il quotidiano c'e' e non ce lo toglie nessuno anzi e' la nostra palla al piede , la partita puo' essere il suo superamento .......

forse .
Una verità, tanto più si può adattare a tutti i livelli e alle varie sfaccettature della vita, tanto più essa è una grande Verità. Se invece vale per la maggioranza delle cose (o per quelle che possono sembrare le più importanti) ma non per tutte, allora è solo una mezza verità.

Quindi c'è sicuramente anche un livello più profondo, ma non bisogna mai dimenticare quelle che possono sembrare delle banalità... se del resto è vero che "come in alto così in basso", una grande Verità non può che comprendere ogni aspetto della vita, quindi la grande chiave di lettura secondo me è saperla riconoscere in ogni aspetto della vita, e non necessariamente solo in qualcosa di "elevatissimo". Così nel micro, così nel macro...

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Vecchio 28-08-2008, 23.46.55   #14
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Sole quello che dico e' quello che penso non faccio il reticente prezioso : Uno ha parlato di grande verita';
quello che s'e' detto finora ,anzi che ho detto io , sono quasi banalita'.
Che si debba ricominciare ogni giorno e' scontato lo viviamo ogni giorno no ;
se si parla di una grande chiave di lettura ci dev'essere dell'altro , non necessariamente una cosa complicata ma altro.
Non ho mai detto di prescindere dal quotidiano , il quotidiano c'e' e non ce lo toglie nessuno anzi e' la nostra palla al piede , la partita puo' essere il suo superamento .......

forse .
A volte si cerca il sensazionalistico dietro una grande verità perdendosi le cose semplici che appaiono banali che essa vuole esprimere, lo dico senza polemica ma per esperienza
Non trovo affatto scontato che si debba ricominciare ogni giorno perchè io non mi ricordo di me di ieri al mattino, devo riconnettermi con il mio scopo, con me stessa qui su questa realtà, perchè vuoi o non vuoi durante il sonno c'è stato un break. E' la mancanza di integrazione dell'essere che ci fa ricominciare perchè la battaglia contro chi è se non verso quella parte che vuole ostacolare l'integrazione?
Non dovremmo ri-cominciare nulla se il conscio e il subconscio comunicassero consciamente, scusa il gioco di parole, ma serebbe un sempre continuo.

In ogni caso penso che si giorchi sulle parole..

Qui dicevi:
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Ma forse la partita che ci dobbiamo giocare va al di la' del quotidiano forse tocca il senso della nostra esistenza :quella e' la grande partita.
Da cui il mio riferimento al quotidiano. Se non è nel quotidiano l'esistenza, dove sta? Questo tentavo di dire nel mio post.
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Vecchio 29-08-2008, 00.46.54   #15
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Tutto giusto ma sembra che quel ricominciare implichi che nulla e' acquisito definitivamente ,un po' come dire ''gli esami non finiscono mai'' ....e ci si gioca ogni giorno nuovamente tutto .
Forse il coraggio di ricominciare , e' cio' che conta non tanto quello che si e' acquisito il giorno prima.
Kael ha già detto implicitamente in parte... in ogni caso, da una parte è vero che la partita non finisce mai, dall'altra però è anche vero che ogni giorno la ri-cominciamo e non la cominciamo.

Il che significa che i risultati che ho acquisito restano. Se la partita fosse di pallone non è che ogni giorno si riparte da zero a zero, ma contano tutti i gol che ho segnato e quelli che ho subito. Questi risultati non sono solo esperienza, ma realizzazioni vere e proprie (altrimenti non sono risultati ma al massimo processi)... quindi ogni giorno devo rigiocare ma usando quel che ho di nuovo acquisito... altrimenti si che cado nel eterno ritorno di giocare sempre le stesse azioni (magari quelle in cui ho segnato... grande pericolo). Nietsche ci è impazzito su una cosa simile.

Si gioca ogni giorno tutto? Forse... su un tavolo da gioco posso puntare poche fiches alla volta o tutto il mio malloppo in un colpo e andare avanti così... certo è che più punto più posso vincere e perdere... devo anche avere le fiches da giocare ovvio. In una partita ogni mossa è diversa (anche se simile) e a volte si gioca molto a volte poco. Intuire quando alzare la posta e quando abbassarla è il talento del giocatore.

Però dall'altra parte, essendo Io che gioco, in un certo senso gioco tutto ogni volta, ma è sempre un Io diverso che gioca (ho messo maiuscolo per distinguere dai "piccoli io").

C'è da dire anche però che reali acquisizioni, reali risultati, roba che non si perde più (i gol segnati dell'esempio) sono molto più rare e difficili che in una partita di calcio. Ma una volta entrata la palla in rete non c'è guardalinee che tenga. E palla al centro (e si ricomincia).
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Vecchio 29-08-2008, 11.31.08   #16
centomila
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Proviamo ad analizzare parola per parola:
ogni giorno ricomincia la partita

Prima di tutto individuiamo di cosa stiamo parlando: di una partita. Stiamo dunque parlando di una lotta, di una competizione. Del raggiungimento di un obiettivo.

L'obiettivo, la meta, il risultato finale non è mai acquisito. Il rischio di scivolare nella sconfitta è sempre presente. E dunque ogni giorno la lotta ricomincia sapendo che la vittoria deve essere riconquistata. Ammesso che si sia in una situazione di vittoria.

In ogni caso nulla va perduto e quindi si riparte ogni giorno ma non da zero. Bensì esattamente dal punto nel quale ci si trovava quando ci si è addormentati la sera prima.

Io la vedo così.

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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 29-08-2008, 15.08.56   #17
jezebelius
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Da subito mi è saltato agli occhi quel " ricomincia".
Mi pare che, essendo vero che non si finisce mai una partita, pigliandola come esempio, ma, al tempo stesso, questa ha un inizio ed una fine relativamente al fine e per questo al percorso che si tiene come oggetto di osservazione - come se vi fosse un continuum spazio temporale, cioè pare diviso ma non lo è - e che per questo, ancora, è probabile che vi sia un tragitto simile a quello precedentemente vissuto; se facciamo l'ipotesi della quotidianità, è altresi probabile che avendo fatto salvo ciò che si è conquistato precedentemente, ossia messo da parte come esperienza, la partita sia in riferimento a ciò che " non si vede" ( ancora).
Per questo forse si ha come l'impressione, ed in effetti potrebbe essere più che una impressione, di ripetere le stesse cose.

La sostanza del gioco del calcio, mi pare, è quella di raggiungere un risultato attraverso la cooperazione dei singoli componenti di una squadra.
Il risultato potrà essere sia in riferimento ad una singola partita, un'amichevole ad esempio, oppure ad un campionato.
In entrambi i casi vi sarà, probabilmente, una intensità di gioco differente: nel primo più blanda rispetto alla seconda.
In entrambi i casi, ancora, si giocherà una partita che sembra uguale, e lo è solo formalmente, ma che in sostanza " chiede" di pervenire ad un fine, appunto un risultato.

Per altro verso, data l'intensità con cui si gioca, l'impegno, la costanza per arrivare alla fine, tutto ciò acquista importanza rispetto non solo al risultato ma anche in riferimento a ciò che si fa durante il percorso, modificando, se è il caso, le tattiche di gioco, accelerando o diminuendo la velocità, utilizzando schemi difensivi oppure offensivi.
Insomma se di partita si tratta, questa non sarà uguale alla prima di campionato per esempio.
Qualcosa, data l'esperienza precedente, modificherà tutto il gioco ed anche il modo di arrivare fino in fondo.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Come tutte le grandi verità ha moltissime chiavi di lettura e ne avete tirato fuori più o meno il senso, ma il senso più profondo non è limitato al giorno nel senso di 24 ore o al ciclo veglia-sonno (di cui poi al limite sarebbe da prendere in considerazione il dormire mentre si cammina).
Anche se non ci pensiamo e lo facciamo in automatico (compreso il respirare) per vivere dobbiamo fare uno sforzo di volontà, incidenti o malanni ma se stringiamo viviamo finchè vogliamo, la stessa decadenza corporea inizia nel momento in cui ci convinciamo di aver già tutte le basi, in sostanza quando finiamo l'adolescenza (prima, ne sono la prova i conflitti generazionali) siamo ben fissati in questa realtà, siamo all'apice di questa esistenza e da li possiamo solo scendere. Poi si potrebbe discutere sulla velocità di questa discesa ed i motivi per cui è più o meno veloce, ma ora non il tema.
Spostiamo tutto ad una delle metafore che sono uscite e collegata verbalmente al titolo del thread: le partite di calcio.
Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
Questo è importante per capire il famoso qui e ora di cui molti parlano ma senza averne fatto serie meditazioni e/o riflessioni approfondite, il qui e ora e soprattutto ciò che sono è l'onda che cavalco tra "due" (più ma per comodità di pensiero diciamo due) eventi, la relazione tra questi mi rende qualcosa.
Nel discorso da cui proviene questa riflessione si parla di diventare "non fumatore", per essere non fumatore bisogna non aver fumato fin'ora, non star fumando ora ma anche non fumare fra 1 minuto, due ore, tre giorni, 6 mesi etc....
Tutto quello che posso essere ora è un mio essere qualcosa nel passato e nel futuro, altrimenti è un dominio dell'avere. Per esempio ora non fumo (per evidenziar meglio l'avere diciamo: non ho la sigaretta in mano, ma anche se non usiamo una voce del verbo avere siamo in tale dominio), ma potrei non essere un non fumatore.

Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

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Vecchio 29-08-2008, 22.16.57   #19
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Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
Questo è importante per capire il famoso qui e ora di cui molti parlano ma senza averne fatto serie meditazioni e/o riflessioni approfondite, il qui e ora e soprattutto ciò che sono è l'onda che cavalco tra "due" (più ma per comodità di pensiero diciamo due) eventi, la relazione tra questi mi rende qualcosa.
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Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

Banale?

Forse semplice e geniale! Scusa per l'assonanza. Non avevo mai afferrato che il qui ed ora "dipende" anche dal futuro.

Suggerisco, in primo luogo a me stesso ovviamente, di concentrare la riflessione sul concetto di volontà.

Così su due piedi, geometricamente parlando, mi viene in mente una linea...........
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Vecchio 29-08-2008, 23.00.40   #20
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Spostiamo tutto ad una delle metafore che sono uscite e collegata verbalmente al titolo del thread: le partite di calcio.
Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
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Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

Uno non mi e' chiaro il passaggio dall'essere o non essere qualcosa, al trovarsi nel dominio dell'avere .
Posso non essere qualcosa senza essere nel dominio dell'avere?
C'e' risvolto pratico del tutto?....per capire meglio.
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Vecchio 30-08-2008, 03.41.25   #21
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Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
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Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

Per vedere se ho capito qualcosa.

Posso riprendere quel che ho detto sul continuum spazio-tempo?
Il tutto, passato-presente e futuro, è collegato ed è funzione di ciò che faccio ora, comprendendo in questo anche l'intenzione di essere e di fare.
Tornando per un attimo all'esempio, il calcio, quindi sono giocatore se ho giocato e gioco la partita e sono giocatore domani se ne gioco un'altra.
Ma per giocare la partita domani devo essere giocatore ora - che deriva dall'esser giocatore ieri - ossia non essere un'altra cosa altrimenti sarò, per l'appunto,altro.
Tutto ciò lo vedo collegato sia all'intento e sia alla costanza.
Cioè per esser giocatore - e giocare le partite - devo coltivare l'intenzione di esserlo ed applicare a questo la costanza.
In ogni punto dello spazio-tempo, in ogni evento allora, vista la relazione che esiste tra due o più punti/eventi, con l'intento e la costanza io sono giocatore.
Su quella linea di applicazione - non so se può essere corretto definirla in questo modo - io sono giocatore, altrimenti, cambiando l'applicazione dei due parametri cambierò, modificherò ciò che sono.
Mi pare di capire che il respiro, pur essendo automatico come movimento, manifesti la volontà di " rimanere" per esperire.
Per certi versi anche il respiro potrebbe essere definito una partita da giocare.
__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 30-08-2008, 07.34.27   #22
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Anche se non ci pensiamo e lo facciamo in automatico (compreso il respirare) per vivere dobbiamo fare uno sforzo di volontà, incidenti o malanni ma se stringiamo viviamo finchè vogliamo, la stessa decadenza corporea inizia nel momento in cui ci convinciamo di aver già tutte le basi, in sostanza quando finiamo l'adolescenza (prima, ne sono la prova i conflitti generazionali) siamo ben fissati in questa realtà, siamo all'apice di questa esistenza e da li possiamo solo scendere. Poi si potrebbe discutere sulla velocità di questa discesa ed i motivi per cui è più o meno veloce, ma ora non il tema.
Spostiamo tutto ad una delle metafore che sono uscite e collegata verbalmente al titolo del thread: le partite di calcio.
Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
Questo è importante per capire il famoso qui e ora di cui molti parlano ma senza averne fatto serie meditazioni e/o riflessioni approfondite, il qui e ora e soprattutto ciò che sono è l'onda che cavalco tra "due" (più ma per comodità di pensiero diciamo due) eventi, la relazione tra questi mi rende qualcosa.
Nel discorso da cui proviene questa riflessione si parla di diventare "non fumatore", per essere non fumatore bisogna non aver fumato fin'ora, non star fumando ora ma anche non fumare fra 1 minuto, due ore, tre giorni, 6 mesi etc....
Tutto quello che posso essere ora è un mio essere qualcosa nel passato e nel futuro, altrimenti è un dominio dell'avere. Per esempio ora non fumo (per evidenziar meglio l'avere diciamo: non ho la sigaretta in mano, ma anche se non usiamo una voce del verbo avere siamo in tale dominio), ma potrei non essere un non fumatore.

Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

Forse vuoi dire questo :
mentre l'essere e' nel passato nel presente e nel futuro e quindi e' al di la' del tempo e quindi dello spazio ;
l'avere : e' invece nel tempo ( e nello spazio ) in quanto legato al presente ed in parte , per parte limitata, al futuro.
Da qui la caducita' delle cose.
Il qui e ora allora e' solo un'illusione quanto all'essere che invece e' ben piu' esteso e' infinito.
E' questo il senso?
Domani ricomincia la partita significa allora che domani inevitabilmente , come oggi come ieri ,svolgiamo ,manifestiamo (PRESENTE NON FUTURO ) il nostro essere?
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Vecchio 30-08-2008, 09.40.04   #23
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Credo che alla fine ogni giorno, è un giorno nuovo, ma occorre pensare che se ogni giorno ricominciamo dimenticando il passato e non pensando al futuro, è come se nascessimo ogni giorno, la nostra esistenza non ha continuità.

E' un po' difficile per esempio pensare al presente quando le bollette del passato o del futuro ci tormentano .
Questo stupido esempio è per dire che sia il passato influisce sul presente, sia il presente sul futuro, anche se è naturale che se io nel presente rimedio al passato e programma bene il mio futuro le cose cambieranno.
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Vecchio 30-08-2008, 12.24.07   #24
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Forse vuoi dire questo :
mentre l'essere e' nel passato nel presente e nel futuro e quindi e' al di la' del tempo e quindi dello spazio ;
l'avere : e' invece nel tempo ( e nello spazio ) in quanto legato al presente ed in parte , per parte limitata, al futuro.
Da qui la caducita' delle cose.
Il qui e ora allora e' solo un'illusione quanto all'essere che invece e' ben piu' esteso e' infinito.
E' questo il senso?
Domani ricomincia la partita significa allora che domani inevitabilmente , come oggi come ieri ,svolgiamo ,manifestiamo (PRESENTE NON FUTURO ) il nostro essere?
Qualcosa del genere.
Andiamo sul concreto che forse si chiarisce meglio per tutti, se osserviamo il nostro corpo è un agglomerato di cellule che organizzate in insiemi danno vita a strutture più complesse come per esempio gli organi.
Il corpo per come ha preso forma è il corpo, questo corpo poi mangia, respira etc, cioè ingloba altre sostanze, se queste sostanze non si integrano (come succede per gli scarti che poi verranno espulsi) possiamo dire che il corpo ha queste sostanze non è queste sostanze.
Ma la cosa si può trasportare a tutti i livelli e come detto sopra anche se non sempre è facile vedere l'avere è questo che regola il meccanismo, altro esempio, sono un burbero, vedo un bambino che mi intenerisce, in quel momento ho un moto di affetto, ma non sono affettuoso.

Non vorrei allungare troppo il discorso e complicarlo, però non posso fare a meno di accennare al fatto che l'amore, o come vogliamo definire la forza attrattiva che tende a far organizzare ed integrare sempre meglio organismi semplici in più complessi, ha un ruolo fondamentale in questo discorso.
Tornando all'origine (nel qui e ora) l'Essere è già tutto, però nel tempo e spazio non ha tutto, lo scopo dell'evoluzione è integrare anche questi due aspetti.
Lo so che non sono concetti semplici, o meglio, lo sono ma non sono facilmente afferrabili nella loro pienezza ed interezza, sembra di afferrarli poi basta spostare lo sguardo per vedere cose nuove, una cosa per volta riusciremo ad avere il tutto.
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Vecchio 30-08-2008, 13.27.24   #25
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Qualcosa del genere.
Andiamo sul concreto che forse si chiarisce meglio per tutti, se osserviamo il nostro corpo è un agglomerato di cellule che organizzate in insiemi danno vita a strutture più complesse come per esempio gli organi.
Il corpo per come ha preso forma è il corpo, questo corpo poi mangia, respira etc, cioè ingloba altre sostanze, se queste sostanze non si integrano (come succede per gli scarti che poi verranno espulsi) possiamo dire che il corpo ha queste sostanze non è queste sostanze.
Ma la cosa si può trasportare a tutti i livelli e come detto sopra anche se non sempre è facile vedere l'avere è questo che regola il meccanismo, altro esempio, sono un burbero, vedo un bambino che mi intenerisce, in quel momento ho un moto di affetto, ma non sono affettuoso.

Non vorrei allungare troppo il discorso e complicarlo, però non posso fare a meno di accennare al fatto che l'amore, o come vogliamo definire la forza attrattiva che tende a far organizzare ed integrare sempre meglio organismi semplici in più complessi, ha un ruolo fondamentale in questo discorso.
Tornando all'origine (nel qui e ora) l'Essere è già tutto, però nel tempo e spazio non ha tutto, lo scopo dell'evoluzione è integrare anche questi due aspetti.
Lo so che non sono concetti semplici, o meglio, lo sono ma non sono facilmente afferrabili nella loro pienezza ed interezza, sembra di afferrarli poi basta spostare lo sguardo per vedere cose nuove, una cosa per volta riusciremo ad avere il tutto.
Parlando d'amore . Dio e' l'ESSERE fuori dal tempo e dallo spazio .
Nel tempo e nello spazio Gesu' e' l'uomo SPECIALE che grazie allo Spirito Santo cioe' all'amore ha raggiunto la massima evoluzione possibile .
Io in quanto essere sono fuori dal tempo e dallo spazio ma solo in potenza , l'evoluzione e' il mio compito per riunire cio' che e' diviso.
Ma si arriva sempre all'individuazione?
O sono io a cacciarla ovunque?

Ultima modifica di nikelise : 30-08-2008 alle ore 13.28.26. Motivo: correggo
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