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Vecchio 09-04-2008, 12.16.12   #26
jezebelius
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Eh però avevo detto che non lo sapevo spiegare meglio... così non vale.

Bon ci provo con un esempio che però non esprime tutto quello che intendevo: mettiamo che anni fa in una certa occasione ho avuto il desiderio di uccidere qualcuno. Non l'ho fatto. Il ray assassino non si è manifestato. Ma avrebbe potuto. Egli resta potenziale... è una mia possibilità.
Se io non com-prendo quel ray, non lo conosco, e magari lo nego, ecco che egli può agire a mia insaputa e magari manifestarsi in futuro (ma se era una così brava persona... disse il vicino di casa ).
Se invece lo comprendo, lo conosco e lo accolgo in me, anche se non fa parte del mio passato ma avrebbe potuto (così come devo accogliere il mio desiderio che invece si è manifestato eccome che io lo neghi o meno) allora ecco che adesso fa parte di me e non è più fuori controllo... io conosco quella mia possibilità e quindi scelgo... agirò e non verrò agito... e ipoteticamente posso anche decidere che non si manifesti mai pur restando una mia possibilità.

Ho com-preso il futuro (non tutto ovviamente).

Se è un po' più chiaro di prima forse si può espandere sta roba a quel che dicevo.
Cerco di vedere se ho capito.
Insomma parli di una possibile manifestazione che, nel passato, ha accennato, diciamo così, ad uscire.
L'esempio che hai fatto secondo me rende.
Credo alla fine che sia come dici ossia che quel si è manifestato, anche se brevemente col desiderio di, tornando al tuo esempio, uccidere qualcuno, lo " imbriglio " ma allo stesso tempo lo incastro nella forma delle mie caratteristiche potenziali.
Quindi una volta " venuto a conoscenza " che in me esiste ( anche ) questa possibilità, questa caratteristica faccio un duplice lavoro: la conosco, si, e allo stesso tempo posso prenderne atto.
Dunque quella manifestazione che nel passato mi ha " spinto " a commettere un'azione ( che poi non ho commesso ) si è portata dietro anche il ( possibile e potenziale ) futuro derivante da quella.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 09-04-2008, 12.31.11   #27
Ray
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Cerco di vedere se ho capito.
Insomma parli di una possibile manifestazione che, nel passato, ha accennato, diciamo così, ad uscire.
L'esempio che hai fatto secondo me rende.
Credo alla fine che sia come dici ossia che quel si è manifestato, anche se brevemente col desiderio di, tornando al tuo esempio, uccidere qualcuno, lo " imbriglio " ma allo stesso tempo lo incastro nella forma delle mie caratteristiche potenziali.
Quindi una volta " venuto a conoscenza " che in me esiste ( anche ) questa possibilità, questa caratteristica faccio un duplice lavoro: la conosco, si, e allo stesso tempo posso prenderne atto.
Dunque quella manifestazione che nel passato mi ha " spinto " a commettere un'azione ( che poi non ho commesso ) si è portata dietro anche il ( possibile e potenziale ) futuro derivante da quella.
Non capisco se hai capito quel che intendevo perchè non capisco bene cosa hai detto .

Comunque mi riferivo anche a me possibili che non si sono manifestati per nulla, ma che avrebbero potuto, desiderio o meno (se il desiderio l'ho avuto si è manifestato, non è rimasto potenziale... potenziale è rimasto solo l'atto). Come dire che avrei potuto uccidere. E' una mia possibilità che io voglia farlo o meno e che mi piaccia o no che lo sia. Io potrei uccidere qualcuno. Ma qui finisce che parlaimo di comportamenti e limitiamo assai il discorso.

Infatti ci sono potenziali me che non si sono manifestati ma che avrebbero potuto ma adesso non possono più farlo. Tipo avrei potuto studiare per avvocato. Oppure avrei potuto accettare un invito che ho rifiutato. Anche tutti quelli vanno com-presi.

Tornando al discorso di "liberare il futuro", se riprendo l'esempio dell'uccidere, provo un altro esempio ma ribadisco che è molto limitante la cosa.
Se io ho avuto quel desiderio di uccidere quel potenziale me che uccide si ingrandisce anche se non l'ho fatto. Ogni volta che ho quel desiderio o un pensiero o quel che è e poi lo nego egli si ingrandisce. Potrebbe darsi che la mia storia, fatta da miliardi di piccoli fatti, pensieri, azioni, desideri, prenda una determninata strada per la quale, ad un certo punto, devo manifestare quel determinato me (come quello che uccide) perchè in pratica non ho altra scelta (così come ci capita in tutte quelle azioni che compiamo in virtù di quel che siamo in quel momento, non avremmo potuto fare diversamente).
Se comprendo in me quella mia possibilità e la "vuoto", alla stregua di quel che facciamo (cerchiamo di fare) con i vari piccoli io (che non sono potenziali o perlomeno non del tutto, lo sono solo nel ristretto tempo di quel momento) mi libero dalla strada che mi porta inesorabilmente in quella direzione, dove ad un certo punto manifesterò quel particolare me potenziale. Cioè mi libero da un destino che, a mia insaputa, io stesso avevo contribuito a creare. E posso scegliere.

Come dire che nell'inconsapevolezza delle nostre potenzialità, seguendo una sola linea, ci imbrigliamo sempre più in una determinazione di accadimenti e sempre più siamo costretti a manifestare quelle determinate possibilità (rendendo le altre impossibilità)... ovvero ci imprigioniamo. Leghiamo il futuro e, pur senza conoscerlo, siamo costretti a viverlo.

Se invece comprendiamo i nostri possibili passati apriamo i nostri possibili futuri, comprendendoli in noi come possibilità di scelta e non ci limitiamo più alla costrizione di quello e solo quello.
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Vecchio 09-04-2008, 13.58.14   #28
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Si potrebbe anche dire che abbiamo un gemello che è l'opposto nostro? Se noi stiamo sempre nel bianco lui diviene sempre più nero e se diviene più grosso di noi più potente poi agisce al posto nostro? Tutto ciò che reprimiamo va ad accrescere lui e se non ce ne rendiamo conto può prendere il nostro posto e mettere in atto tutto ciò che noi abbiamo "delegato" a lui?
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Vecchio 09-04-2008, 14.04.09   #29
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eh si... diciamo il doppio eterico
diciamo che più hai pensieri che lo formano più esso si rigenera
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Vecchio 09-04-2008, 15.13.19   #30
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Ah..ok.
Ti riferivi anche a " me possibili " a prescindere dalla manifestazione di questi.
Mi pare che stiamo dicendo la stessa cosa o forse non ho capito una mazza .
Cioè quel " me possibile ", manifestato o no, nel passato è un ingresso per un possibile futuro.
Ancora, cerco di renderlo potabile, se ho ucciso qualcuno nel passato di li in poi ho contribuito a " costruire " quel futuro, figlio di quell'azione, quindi processo, galera e via così.
Da ciò mi sarò imbrigliato in quel percorso.

Se invece com-prendo in me quell'azione, figlia di un "me" potenziale, allora avrò compreso anche quel possibile futuro.

In sintesi ogni " me possibile " nel passato è l'ingresso per un me, una linea , una strada che mi riguarda e quindi ciò che viene considerato " vita " altro non è che una serie di percorsi obbligati per manifestare un essere, come dire, il miglior modo possibile che abbiamo per farlo.

Altro è invece, tornando alla liberazione del futuro, il fatto che per fare ciò bisogna " passare " per il passato.
Nel senso che se quella manifestazione potenziale, come dici, la " vuoto" e la faccio mia, avrò fatto mio anche il futuro, la linea di vita, collegato a quella.
A questo punto non sarò più imbrigliato, come prima, in un percorso obbligato - poichè una serie di circostanze mi avrebbero comunque portato a manifestare un certo modo di essere - ma avrò la possibilità di scegliere in maniera cosciente " dove " e cosa voglio essere.
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Vecchio 09-04-2008, 16.00.09   #31
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..........
Comunque mi riferivo anche a me possibili che non si sono manifestati per nulla, ma che avrebbero potuto, desiderio o meno (se il desiderio l'ho avuto si è manifestato, non è rimasto potenziale... potenziale è rimasto solo l'atto). Come dire che avrei potuto uccidere. E' una mia possibilità che io voglia farlo o meno e che mi piaccia o no che lo sia. Io potrei uccidere qualcuno. Ma qui finisce che parlaimo di comportamenti e limitiamo assai il discorso.

Infatti ci sono potenziali me che non si sono manifestati ma che avrebbero potuto ma adesso non possono più farlo. Tipo avrei potuto studiare per avvocato. Oppure avrei potuto accettare un invito che ho rifiutato. Anche tutti quelli vanno com-presi.

Tornando al discorso di "liberare il futuro", se riprendo l'esempio dell'uccidere, provo un altro esempio ma ribadisco che è molto limitante la cosa.
Se io ho avuto quel desiderio di uccidere quel potenziale me che uccide si ingrandisce anche se non l'ho fatto. Ogni volta che ho quel desiderio o un pensiero o quel che è e poi lo nego egli si ingrandisce. Potrebbe darsi che la mia storia, fatta da miliardi di piccoli fatti, pensieri, azioni, desideri, prenda una determninata strada per la quale, ad un certo punto, devo manifestare quel determinato me (come quello che uccide) perchè in pratica non ho altra scelta (così come ci capita in tutte quelle azioni che compiamo in virtù di quel che siamo in quel momento, non avremmo potuto fare diversamente).
Se comprendo in me quella mia possibilità e la "vuoto", alla stregua di quel che facciamo (cerchiamo di fare) con i vari piccoli io (che non sono potenziali o perlomeno non del tutto, lo sono solo nel ristretto tempo di quel momento) mi libero dalla strada che mi porta inesorabilmente in quella direzione, dove ad un certo punto manifesterò quel particolare me potenziale. Cioè mi libero da un destino che, a mia insaputa, io stesso avevo contribuito a creare. E posso scegliere.

Come dire che nell'inconsapevolezza delle nostre potenzialità, seguendo una sola linea, ci imbrigliamo sempre più in una determinazione di accadimenti e sempre più siamo costretti a manifestare quelle determinate possibilità (rendendo le altre impossibilità)... ovvero ci imprigioniamo. Leghiamo il futuro e, pur senza conoscerlo, siamo costretti a viverlo.

Se invece comprendiamo i nostri possibili passati apriamo i nostri possibili futuri, comprendendoli in noi come possibilità di scelta e non ci limitiamo più alla costrizione di quello e solo quello.
Ci provo seguendo il tuo esempio..
Quando ho avuto la possibilità di scegliere se uccidere o meno, ho scelto di non farlo, ho scartato pero' una cosa che ho pensato di fare , che in qualche modo ha preso "corpo" in me. Non uccido, proseguo con la mia vita, ma l'uccidere resta in me latente, perchè a suo tempo, ho scelto di non farlo, e poi non gli ho più badato, non ho guardato quella cosa in faccia, l'ho vista come non mia. Se invece oltre che osservare la mia scelta in quel momento (non uccidere), avessi guardato anche la possibilità di uccidere come "mia" dentro di me, avrei potuto accoglierla (invece in genere scaccio quella possibilità che "non mi piace").
Nel momento in cui accolgo, faccio mia quella possibilità, la vedo come in me, in un certo senso la risolvo, senza che ci sia la necessità di arrivare a vivere davvero l'esperienza, diversamente resta latente, come una bomba ad orologeria, che puo' esplodere in qualsiasi momento... e per vie traverse ci arriverò.

Se "risolvo" entrambe le possibilità il non uccidere e l'uccidere, le vedo entrambe come "mie" (accettate, accolte, liberate) la volta che mi ricapiterà di trovarmi ad un bivio del genere, potrò scegliere davvero, conoscerò entrambe le situazioni, pur avendone effettivamente vissuta solo una e non sarò costretta verso la seconda (uccidere).

Provo un altro esempio, scusate se mi dilungo, ma ho l'impressione che sta cosa sia molto importante..

Mi trovo con Tizio e ho il desiderio di mandarlo a quel paese..
Non lo faccio, modulo il mio comportamento, ma il pensiero mi è passato per la testa.
Se mi dimentico di questa cosa (o non la voglio vedere), finirà che prima o poi ce lo manderò, magari per altri motivi, magari tra 5 anni, ma poichè resta latente in me, prima o poi de devo passare per quell'esperienza si rimanifesterà e a quel punto sarò costretta a mandarcelo..
Se invece scelgo di non farlo, ma osservo anche quel "me" che avrebbe voluto farlo... mi libero in qualche modo di quell'esperienza, di quel "me" che ha quel "desiderio"...

Se ho capito qualcosa del discorso, si allarga enormemente l'osservazione che dovremmo riuscire a tenere su noi stessi.
E' una specie di "ricapitolazione preventiva", non solo su ciò che manifestiamo ma su ciò che potremmo manifestare per il fatto di averlo pensato, o di esserci trovati ad un bivio...come dire, oltre che la scelta, devo prendere in considerazione anche quello a cui ho rinunciato.. mi sembra enorme sta cosa...
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Vecchio 09-04-2008, 16.03.55   #32
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spesso parlando in questo forum ho usato i termini "perdono" e "amore".
red ha giustamente a mio avviso evidenziato come metta da parte determinate cose di se che non "piacciono" ma quella cosa che prende corpo se non compresa prima o poi riemerge.
Ecco cosa intendo con perdono e amore e quando utilizzarli
Amare anche quella parte di se che non "piace"per poterla accogliere e comprendere in se.

Ultima modifica di turaz : 09-04-2008 alle ore 16.05.59.
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Vecchio 09-04-2008, 16.21.29   #33
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spesso parlando in questo forum ho usato i termini "perdono" e "amore".
red ha giustamente a mio avviso evidenziato come metta da parte determinate cose di se che non "piacciono" ma quella cosa che prende corpo se non compresa prima o poi riemerge.
Ecco cosa intendo con perdono e amore e quando utilizzarli
Amare anche quella parte di se che non "piace"per poterla accogliere e comprendere in se.
Mi sa che andiamo un po' ot... comunque in caso possiamo aprire a parte un thread su questo argomento se vuoi Turi.
Sono d'accordo con te, anche se vedo la cosa al contrario.. per poterla amare, una cosa che non mi piace in me, devo prima accoglierla e comprenderla. Andando sul pratico, se vedo in me che sono pigra, e non mi piace, faccio finta di non vederlo.. posso anche raccontarmi che amo la "me" pigra, ma rimane un discorso mentale.. sotto sotto ne ho paura, temo questa cosa, e la detesto. La chiamerei repulsione. Non voglio vederla. E' necessario allora guardare questa cosa, anche se fa male, anche se mi fa... schifo, devo conoscerla, farla a pezzi (affettarla, c'era un bel thread su questo argomento), prenderla un po' per volta in me.. è l'unico modo che conosco per accogliere, dopo, una volta conosciuta, subentrano il perdono e l'amore per quell'essere che non poteva fare diversamente...
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Vecchio 09-04-2008, 16.49.41   #34
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per partire con il "prenderla in se" a mio avviso inizialmente è più utile se c'è una sospensione di giudizio negativo su di essa.
diciamo che almeno nel mio caso agevola la fase di "osservazione".
cerco di spiegarmi meglio:
poniamo io pensi genericamente che l'essere pigri è negativo.
come dici giustamente la mente "repelle" questo argomento e diciamo così tende a raccontarsela non vedendo.
ecco ho notato come vada quasi "presa per i fondelli" per poter osservare almeno inizialmente.
quindi mi risulta utile smollare il pensiero negativo su quell'argomento.
Ad esempio pensando che male c'è a essere pigri?
così facendo riesco a creare una sorta di sospensione mentale e migliorare l'autoosservazione.
non so se capita solo a me o se è un palliativo

un pò contorto spero si capisca
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Vecchio 10-04-2008, 09.28.45   #35
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Se ho capito qualcosa del discorso, si allarga enormemente l'osservazione che dovremmo riuscire a tenere su noi stessi.
E' una specie di "ricapitolazione preventiva", non solo su ciò che manifestiamo ma su ciò che potremmo manifestare per il fatto di averlo pensato, o di esserci trovati ad un bivio...come dire, oltre che la scelta, devo prendere in considerazione anche quello a cui ho rinunciato.. mi sembra enorme sta cosa...
Si, intendevo una cosa del genere. Solo che "ricapitolazione preventiva", al di la del paradosso, non la applicherei per quello che non abbiamo manifestato ma avremmo potuto perchè l'abbiamo pensato... se l'abbiamo pensato si è manifestato (il pensiero e non il comportamento) e se lo si ricapitola non è preventivo. L'ho pensato/desiderato prima e lo ricapitolo poi.

Il discorso è ancora più largo... infatti comprende anche quello che avrei potuto pensare/desiderare... anche i me possibili che restano distanti dal me manifesto e non solo quelli che vi si sono avvicinati per "pensieri parole opere e omissioni".

Comunque non è detto che se evito di manifestare una cosa che ho pensato essa per forza si manifesterà in futuro. Il solo fatto di desiderare di uccidere non mi obbligherà per forza a farlo in futuro, ipoteticamente potrei reprimere per sempre (come avviene per moltissimi) o magari verrà incanalato altrove e manifesterò altro con valenze soggettivamente simili. Certo è che se reprimo nutro e rendo più forte e quindi più facile alla manifestazione.
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Vecchio 10-04-2008, 09.35.07   #36
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per partire con il "prenderla in se" a mio avviso inizialmente è più utile se c'è una sospensione di giudizio negativo su di essa.
diciamo che almeno nel mio caso agevola la fase di "osservazione".
cerco di spiegarmi meglio:
poniamo io pensi genericamente che l'essere pigri è negativo.
come dici giustamente la mente "repelle" questo argomento e diciamo così tende a raccontarsela non vedendo.
ecco ho notato come vada quasi "presa per i fondelli" per poter osservare almeno inizialmente.
quindi mi risulta utile smollare il pensiero negativo su quell'argomento.
Ad esempio pensando che male c'è a essere pigri?
così facendo riesco a creare una sorta di sospensione mentale e migliorare l'autoosservazione.
non so se capita solo a me o se è un palliativo

un pò contorto spero si capisca
Credo sia effettivamente ot, in ogni caso è un po' il solito discorso che fai e chemi trova in disaccordo con la sequenza, come anche diceva Red.
Quello che fai tu è un discoso mentale... è l'approccio della mente che ribalta le cose e le mostra al contrario. La sospensione del giudizio può arrivare solo dopo che hai vissuto negativamente una cosa, dopo che l'hai affrontata e hai affrontato il tuo vissuto negativo con essa. Giudichi male, affronti, osservi e comprendi che il giudizio non serve.
Quel pensare "non c'è niente di male ad essere pigri", che è un obbligarsi a pensarlo anche se non lo si pensa davvero, un atteggiamento mentale artificiale, può davvero essere utile ad affrotare inizialmente la cosa per quelli molto spostati nella mente... l'importante è sapere che è solo mentale questa sospensione e, portato a termine il lavoro, assumerla come stato dell'essere e non come vestito di lavoro.
Insomma, mentalmente quella cosa che descrivi corrisponde ad una tuta da sub per proteggersi in parte dal freddo nell'andare sott'acqua... ok può andare se poi dopo si impara a togliersela, ma non è che sia l'unico giusto e migliore modo... soprattutto migliore.

Ho ricopiato qui

Ultima modifica di Ray : 10-04-2008 alle ore 10.07.57. Motivo: aggiunto link
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Vecchio 10-04-2008, 16.53.20   #37
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Si, intendevo una cosa del genere. Solo che "ricapitolazione preventiva", al di la del paradosso, non la applicherei per quello che non abbiamo manifestato ma avremmo potuto perchè l'abbiamo pensato... se l'abbiamo pensato si è manifestato (il pensiero e non il comportamento) e se lo si ricapitola non è preventivo. L'ho pensato/desiderato prima e lo ricapitolo poi.

Il discorso è ancora più largo... infatti comprende anche quello che avrei potuto pensare/desiderare... anche i me possibili che restano distanti dal me manifesto e non solo quelli che vi si sono avvicinati per "pensieri parole opere e omissioni".
Sì è chiaro adesso, si tratta esclusivamente di osservazione e conoscenza anche del non manifestato ma pensato/desiderato, il che potrebbe avvenire solo con una attenta osservazione ogni volta che mi trovo davanti ad una scelta per quanto piccola sia, si tratterebbe di osservare tutti i pensieri che salgono, non solo quello che manifesto e non solo sulla cosa "scelta"... ma di più anche su tutto ciò che avrei potuto.. il che significherebbe pero' riuscire a vedere tante possibilità, vedere anche quelle che non prendo nemmeno in considerazione (per esempio tra l'uccidere e non farlo ci sono una serie di sfumature, sarebbe da riuscire a vedere più opzioni possibili in ogni cosa quindi?)
Per farlo, bisognerebbe essere vicini all'oggettività pero'..
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Vecchio 10-04-2008, 18.03.04   #38
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per me occorre "attivare" il testimone interiore e osservare per bene i propri pensieri....
cercando di capire la causa scatenante di ciascuno
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Vecchio 11-04-2008, 00.42.56   #39
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Sì è chiaro adesso, si tratta esclusivamente di osservazione e conoscenza anche del non manifestato ma pensato/desiderato, il che potrebbe avvenire solo con una attenta osservazione ogni volta che mi trovo davanti ad una scelta per quanto piccola sia, si tratterebbe di osservare tutti i pensieri che salgono, non solo quello che manifesto e non solo sulla cosa "scelta"... ma di più anche su tutto ciò che avrei potuto.. il che significherebbe pero' riuscire a vedere tante possibilità, vedere anche quelle che non prendo nemmeno in considerazione (per esempio tra l'uccidere e non farlo ci sono una serie di sfumature, sarebbe da riuscire a vedere più opzioni possibili in ogni cosa quindi?)
Per farlo, bisognerebbe essere vicini all'oggettività pero'..
Già, l'oggettività...

procedendo nel discorso, a questo punto chiunque incontro, qualunque sia la sua manifestazione, devo riconoscere che egli rappresenta un possibile me, indipendentemente dal fatto che mi rispecchi o meno qualcosa. Quindi anche se mi lascia indifferente. Rispecchierebbe se fosse corrispondente ad un me manifesto o che si è manifestato o che era sul punto di farlo, ma anche se non rispecchia può mostrarmi una corrispondenza con un possibile me (che non è lui, lui per me è un'impossibilità, ma ci corrisponde).

E' da questo riconoscimento - e a mio avviso solo da questo - che inizia la sospensione del giudizio... derivante dalla comprensione di una possibilità che, prendendo il mondo che mi circonda in senso ampio, diventa una necessità (tutto prima o poi qui o li deve manifestarsi).
A questo punto nessuno e nessuna manifestazione mi è più indifferente, anche se prima poteva esserlo. E inizia la commozione (com-mozione, muovere con).
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Vecchio 11-04-2008, 13.33.45   #40
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procedendo nel discorso, a questo punto chiunque incontro, qualunque sia la sua manifestazione, devo riconoscere che egli rappresenta un possibile me, indipendentemente dal fatto che mi rispecchi o meno qualcosa.
Vuol dire che siamo tutti uno ma con manifestazioni diverse, da qui la sospensione del giudizio...
Mi ricorda il comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso".
Il me stesso che non si è manifestato, ma che avrebbe potuto manifestarsi...
Cosi siamo unici nella nostra manifestazione personale ma sensibili a tutte le altre manifestazioni che non siamo noi, tutte manifestazioni umane in cui ci conosciamo...
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Vecchio 11-04-2008, 19.55.06   #41
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Vuol dire che siamo tutti uno ma con manifestazioni diverse, da qui la sospensione del giudizio...
Mi ricorda il comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso".
Il me stesso che non si è manifestato, ma che avrebbe potuto manifestarsi...
Cosi siamo unici nella nostra manifestazione personale ma sensibili a tutte le altre manifestazioni che non siamo noi, tutte manifestazioni umane in cui ci conosciamo...
Una delle cose che vuol dire, per esempio, è che sparisce il disprezzo e compare un po' di umiltà. Ogni manifestazione altrui è un possibile noi, anche e soprattutto se noi abbiamo scelto di non manifestare quella particolare possibilità.
Vuol dire che niente è davvero altro-da me, nel senso di staccato del tutto.
Immagino che procedendo ancora può darsi che si giunga al siamo tutti uno, ma io non ho ancora avuto questo sentimento quindi la mia è solo un'ipotesi mentale, forse presentita nella commozione.
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Vecchio 15-04-2008, 14.30.10   #42
Sole
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"Per un momento le bugie diventano verità."
Fëdor Dostoevskij

Trovato ora in home.
Mi ha fatto riflettere su quando mentiamo, raccontiamo una realtà diversa e per un momento per poter essere credibili, ci crediamo noi stessi. A volte ci immedesiamiamo che rendiamo nella nostra mente vera la bugia.. ecco anche questo può essere un esempio di realtà parallela e un motivo per cui non mentire mai a se stessi e agli altri? Per non aprire ulteriori flussi?
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 15-04-2008, 15.51.21   #43
Il Folle
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E' uno dei futuri possibili si ma anche gli altri concorrono a ciò che siamo, incontriamo, facciamo etc etc... oggi, compresi i messaggi che recepiamo.
E' il discorso delle infinite rette
Allegato 1547

che arrivano e vanno ovunque e con qualsiasi direzione, il punto in cui noi siamo determina ciò che siamo, però ne percepiamo una sola e con una sola direzione.

Solvere il passato non significa il nostro passato, quello che noi ricordiamo come passato, significa un movimento che va verso ciò che percepiamo come passato di scioglimento per ricreare la condizione che defluirà in ciò che siamo ora. Questo implica anche gli altri possibili passati. Lo so che è una cosa enorme da far entrare dentro una mente umana e non pretendo di riuscirci con un post.... ma è molto importante cercare di comprenderlo più possibile, come si può e si riesce.
Per essere oggi quello che sono ci deve anche essere un Uno che nel futuro (quello che percepiamo come tale, e non uno solo, quello che la mia coscienza effettivamente vivrà e che sarà a sua volta la risultanza di altre rette) sarà in un certo qual modo, senza quell'Uno che sarà così io non posso essere oggi così, senza quegli Uno che saranno così io non potrei essere così, senza quegli uno che erano (o potevano, vista dalla coscienza unidimensionale) essere così io non potrei essere così.

Lascio sedimentare....

Infinite rette passano per un punto.
Questo punto sono io qui e ora, e di tutte le infinite rette che mi trapassano, ne vedo solo una ed in una sola direzione.
Dal momento che ne percepiamo una sola e in una sola direzione, mi verrebbe da dire che la nostra apertura mentale è limitata ad una retta, mentre per cercare di migliorarsi dovremmo allargare il raggio d'azione della nostra apertura, fino ad arrivare ad un apertura massima di 360° che comprende tutte le rette in tutte le direzioni, e qui si collega il discorso della focalizzazione.

Ho capito qualcosa? eeeeeeeee

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Vecchio 15-04-2008, 20.50.12   #44
Ray
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Fëdor Dostoevskij

Trovato ora in home.
Mi ha fatto riflettere su quando mentiamo, raccontiamo una realtà diversa e per un momento per poter essere credibili, ci crediamo noi stessi. A volte ci immedesiamiamo che rendiamo nella nostra mente vera la bugia.. ecco anche questo può essere un esempio di realtà parallela e un motivo per cui non mentire mai a se stessi e agli altri? Per non aprire ulteriori flussi?
E' parecchio interessante questa intuizione. Il mentire a se stessi (e agli altri specchi) come sparpagliante e il potere della verità come aggregante...
Ray non è connesso  
Vecchio 15-04-2008, 21.13.30   #45
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Originalmente inviato da Il Folle Visualizza messaggio
Infinite rette passano per un punto.
Questo punto sono io qui e ora, e di tutte le infinite rette che mi trapassano, ne vedo solo una ed in una sola direzione.
Dal momento che ne percepiamo una sola e in una sola direzione, mi verrebbe da dire che la nostra apertura mentale è limitata ad una retta, mentre per cercare di migliorarsi dovremmo allargare il raggio d'azione della nostra apertura, fino ad arrivare ad un apertura massima di 360° che comprende tutte le rette in tutte le direzioni, e qui si collega il discorso della focalizzazione.

Ho capito qualcosa? eeeeeeeee

Si, si... fin qui direi che ci sei
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