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Vecchio 06-04-2007, 13.36.28   #26
Faltea
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Il problema credo sussista maggiormente a seconda dell'"handicap" che ognuno di noi può avere. Se un tizio ha avuto un incidente per cui le gambe non riesce più a muoverle.. (premetto che è una metafora) anche se i medici dicessero che può farcela, invece di allenarsi si piange adosso e rimane li a guardare l'ostacolo perchè altri fattori lo impediscono......per lui rimarrà un ostacolo la scala.
Se lui affronta gli altri fattori e piano piano si allena magari prima riuscirà a fare un gradino piccolo e basta, però dopo un po' di tempo riuscirà anche a salirne due e con tanto tempo di allenamento, tenacia, costanza e forza potrà riuscire a non vedere più come ostacaolo le scale. Poi magari ne arriveranno altri ma quello non lo sarà più.

Edit: postavo insieme a Jez e non ho ancora letto il suo post
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Mi faresti un esempio di un ostacolo che non è un problema nella vita di ogni giorno?

se io sono su una strada diritta e trovo una scala posso decidere di girarci intorno (e poi me la ritrovo magari più alta al prossimo giro) oppure di salire i gradini e affrontare la salita, ma in quel momento, è comunque un "impedimento", un rallentamento, piuttosto che se la strada continuasse ad essere diritta , quindi mi impedisce, mi ostacola, mi crea un (momentaneo) problema (che poi posso sfruttare o meno). Di contro, se ho un problema mi blocco momentaneamente, per risolverlo.. lo vedo quindi come un ostacolo al proseguimento..
Sono strettamente connessi secondo me..
La risposta e l'esempio ce lo da Gris nel precedente post...
Riprendendo il concetto di handicap di cui parlava, il piangersi addosso è vivere l'ostacolo come un problema, perchè un problema è tale solo quando ti angustia, quando ti fa soffrire.
In questo caso l'ostacolo è un problema.
Nel caso in cui decide di provare a fare un piccolo scalino, l'ostacolo l'ha affrontato e non è un problema.
E' sottile la differenza ma c'è..
Ci sono anche persone che vivono tutti gli ostacoli come problemi, come persone che vivono tutti gli ostacoli come opportunità di crescita...
Potevo aggiungerre anche il post di Grey.....

Un'esempio più chiaro (diretto,drastico) forse potrebbe essere:
Sono in macchina, strada retta e mi trovo di fronte una macchina di traverso ferma:
Ostacolo=macchina
Problema=??
Se picchio potrei farmi molto male, se sterzo si capotta l'auto e potrei morire....
Dov'è il problema?
Morire? Farmi molto male? Non sono problemi sono conseguenze dell'ostacolo.
Che poi il problema sia una conseguenza dell'ostacolo sono d'accordo... ma non li ritengo la stessa cosa.



Mi sovviene un motto che ho fatto mio (dicono sia di Paperino..)
Se la soluzione c'è.. perché preoccuparsi?
Se la soluzione non c'é.. perché preoccuparsi?
Sembra di una banalità assoluta ad un occhio superficiale ma detiene un sapere infinito...

EDIT: postato insieme ad Era...

Ultima modifica di Faltea : 06-04-2007 alle ore 13.38.35. Motivo: postato insieme ad era
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Vecchio 06-04-2007, 13.39.28   #27
Faltea
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Originalmente inviato da Era Visualizza messaggio
si...ma forse è un modo di vedere....
se osservo l' ostacolo e cerco una soluzione per superarlo...
è un ostacolo che posso osservare...comprendere e
superare.....e magari mi apre nuove prospettive...
se lo stesso...lo vedo a priori come un ostacolo/problema....
non solo mi crea più difficoltà...ma forse anche
mi mette nella condizione di aggirarlo..
il che non è uguale a superlo....
ma a ritrovarselo in altri momenti..in altre situazioni...a
ricreare gli stessi problemi....

o no?
Si si, concordo
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Vecchio 06-04-2007, 14.19.45   #28
Ray
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In linea di massima condivido la posizione di Faltea, almeno a livello razionale, ma condivido anche quella di RedW su un altro piano.

Se vogliamo sviluppare quel che dice Faltea e anche da alcuni esempi, la differenza che sottolinea tra ostacolo e problema, dovremmo dire che l'ostacolo è esterno e il problema interno... se la presenza di un ostacolo può generarmi un problema oppure no questo dipende da come io vivo l'ostacolo ma a questo punto si dovrebbeconcludere che l'ostacolo è oggettivo e il problema soggettivo. Quindi se di fronte ad un ostacolo lo "lascio entrare", lo faccio mio, esso diventa un problema... vale anche per eventuali ostacoli interni tipo mie effettive difficoltà come non muovo le gambe ecc... se lo lascio entrare diventa un problema.

Però secondo me in questo modo, che razionalmente funziona pure, si rischia molto di raccontarsela.
Se voglio andare da A a B e non incontro alcun ostacolo che viaggio ho fatto?
Pensiamo a quando raccontiamo un viaggio... la narrazione passa da un ostacolo all'altro e anche la nostra memoria, come se il tragitto stesso fosse fatto di ostacoli. D'altra parte è così... una camminata è formata da passi e ogni passo prevede un ostacolo (fosse anche l'aria che fa resistenza o il terreno o il corpo che preferirebbe fermarsi) e quindi il tragitto non è altro che un continuo superare ostacoli... altrimenti non mi muovo.

Perchè rischiamo di raccontarcela? Perchè, di fronte ad un ostacolo, soprattutto se ho deciso di affrontarlo ed usarlo per la mia crescita, vuol dire che prima, magari per un attimo, l'ho vissuto come problema e poi ho deciso di affrontarlo. Altrimenti che affronto?
Il rischio sta nel affrontare gli ostacoli senza rendersi conto che, vuoi per un attimo, li abbiamo vissuti come problemi. Sarebbe negare l'aspetto emotivo e quindi agire in modo automatico (ostacolo - reazione)... tanto vale piangersi addosso.



Il problema è l'aspetto emotivo dell'ostacolo e l'ostacolo è l'aspetto razionale del problema si potrebbe forse dire...
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Vecchio 06-04-2007, 14.21.28   #29
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Faltea il problema potrebbe essere:

Date due città distanti 100 Km, se io partendo da una devo arrivare all'altra e guido a 80km orari, mi trovo un'auto ferma che mi impedisce il transito, grazie all'intervento del soccorso stradale viene tolta dopo 35 minuti, quanto tempo impiegherò per arrivare alla seconda città? E se non interviene il soccorso stradale come faccio a non stare in viaggio per due giorni?



Sto scherzando... ma tu stai giocando con le parole.... se qualcosa mi ostacola... o me ne frego e cambio strada oppure è un problema da risolvere (solvere l'ostacolo), la prima soluzione è comunque una fuga.... oppure non era poi così importante la meta che mi prefiggevo, quindi stavo già fuggendo da quello che avrei dovuto fare.

Il detto di paperino, o cinese o orientale che dir si voglia (io ne uso la versione "perchè ti arrabbi?"), mi trova d'accordo ma qui non si parla di preoccuparsi o arrabbiarsi, si parla se l'ostacolo mi è utile, è indispensabile, è una perdita di tempo ma mi serve per altro etc etc.....
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Vecchio 06-04-2007, 14.30.43   #30
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Leggo adesso Ray... qui il discorso è che tipo di connotazione diamo alla parola problema... la parola implica un discorso matematico anche se applicato a psicologia o altro...
Ci sono alcune variabili, grandezze, etc etc... attraverso l'uso di queste sia in positivo che negativo devo ottenere un certo risultato.
Questo è un problema.... il resto sono deformazioni, ampliamenti più o meno arbitrari e soprattutto sempre in senso negativo.... perchè un problema non è ne positivo ne negativo... è un percorso per arrivare a... punto.
Non siete d'accordo?
Ok avete diritto di replica
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Vecchio 06-04-2007, 17.56.08   #31
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Leggo adesso Ray... qui il discorso è che tipo di connotazione diamo alla parola problema...
Ci sono alcune variabili, grandezze, etc etc... attraverso l'uso di queste sia in positivo che negativo devo ottenere un certo risultato.
Questo è un problema.... il resto sono deformazioni, ampliamenti più o meno arbitrari e soprattutto sempre in senso negativo.... perchè un problema non è ne positivo ne negativo... è un percorso per arrivare a... punto.
Non siete d'accordo?
Ok avete diritto di replica
Non credo di aver capito bene...come al solito..
Stai dicendo che ciò che serve, di cui si ha bisogno, è l'essenza del problema e che la connotazione, negativo-positivo, è soltanto arbitraria?
__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 06-04-2007, 18.43.05   #32
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Si può magari analizzare con un problema che di logica non è un problema.
Vinco un concorso per avere il premio devo andare obbligatoriamente in televisione a ritirarlo e parlare davanti ad un pubblico descrivendo come ho fatto a risolvere il quesito. Problema: non è l’andare in televisione a ritirare il premio che è anche qualcosa di bello, ma la mia timidezza che mi fa vivere male questa cosa facendola diventare un problema.
Per una persona egocentrica non sarà un problema ma sarà un divertimento anzi magari la sentirà anche come un’opportunità ed avviserà tutte le persone che conosce.
Quindi il problema è la mia timidezza sulla quale devo lavorare, potrei anche aggirarla, mi perderei il premio, e potrebbe anche starci se poi non mi rodessi per la possibilità persa, che poi sarebbero due. Perché darei sempre più potenza alla mia impotenza.
Ma di certo se non ho mai affrontato il mio problema logico è che parlare davanti ad un pubblico è meno semplice che parlare magari davanti ad un gruppo di amici. Poi col tempo e l’allenamento riuscirò a parlare anche ad un gruppetto di estranei, e poi prendendo sicurezza con un qualsiasi pubblico.
Credo in questo caso si dovrebbe lavorare l’importanza personale che mi appare l’impedimento maggiore ecco che il problema che non è ne negativo ne positivo è e basta.
Funziona come esempio o no?
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Vecchio 07-04-2007, 11.19.47   #33
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Faltea il problema potrebbe essere:

Date due città distanti 100 Km, se io partendo da una devo arrivare all'altra e guido a 80km orari, mi trovo un'auto ferma che mi impedisce il transito, grazie all'intervento del soccorso stradale viene tolta dopo 35 minuti, quanto tempo impiegherò per arrivare alla seconda città? E se non interviene il soccorso stradale come faccio a non stare in viaggio per due giorni?
infatti ci volevo aggiungere...
Se sto percorrendo la velocità di 120 km/h.. consiederando che il veicolo si trova ad una distanza di 20m, quanto sarà il tempo di frenata?
Era un esempio al limite...

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Sto scherzando... ma tu stai giocando con le parole.... se qualcosa mi ostacola... o me ne frego e cambio strada oppure è un problema da risolvere (solvere l'ostacolo), la prima soluzione è comunque una fuga.... oppure non era poi così importante la meta che mi prefiggevo, quindi stavo già fuggendo da quello che avrei dovuto fare.

Il detto di paperino, o cinese o orientale che dir si voglia (io ne uso la versione "perchè ti arrabbi?"), mi trova d'accordo ma qui non si parla di preoccuparsi o arrabbiarsi, si parla se l'ostacolo mi è utile, è indispensabile, è una perdita di tempo ma mi serve per altro etc etc.....
Le mie risposte erano strettamente legate al concetto di diversità tra ostacolo e problema. Cercavo di far capire meglio il mio punto di vista, la differenza.

Tralasciando la parola ostacoli...
Se si vuole parlare di superare i blocchi emotivi, direi che è scontato che vanno affrontati.
Però bisogna capire fino a che punto si vuole superarli e se vale la pena di affrontarli.
Se il mio problema è la timidezza, l'ansia che mi procura la folla, il parlare in mezzo al pubblico, le notti insonni passate a rimuginare sono tutte conseguenze che devo valutare nel momento in cui decido di affrontare l'esame-folla.
E qui secondo me entra in gioco il carattere di una persona, ci vuole coraggio e forza interiore per affrontare, pur con il rischio che la tua timidezza ti blocchi le parole in bocca, una folla intera o un gruppo di 10 persone.
Il gioco vale la candela? E' una decisione personalissima.
Quanto può far male e bloccare ancora di più una persona timida il fatto di trovarsi di fronte a delle persone con la bocca ermeticamente chiusa dal panico?
Che conseguenze può avere? Perdita di stima personale, tristezza profonda che può degenerare in uno stato depressivo.
Ci sono varie tecniche per affrontare i blocchi tra le tante quella ad urto (già menzionata sopra) e quella a piccoli passi menzionata da Gris nel precedente post...
Ma bisogna capire anche lo stato della persona per poter attuare uno o l'altra tecnica ciò che per Tizio è risolutivo per Caio è degenerativo.
Esempio personale:
Da bambina ero terrorizzata dall'acqua, mi hanno iscritto ad un corso di nuoto. L'insegnante di fronte al mio no assoluto nei confronti di mettere anche il piedino nell'acqua mi ci ha buttato letteralemene dentro...
Risultato? Ho imparato a nuotare a 17 anni con il metodo passo dopo passo...
Ma altri bambini con lo stesso metodo hanno imparato.
L'affrontare o meno un determinato blocco o ostacolo che per noi è un problema è strettamente personale a parer mio.
Ma gli ostacoli che la vita ci pone di fronte ogni giorno, non li metterei sul piano emotivo...
Sono più legati a singoli metodi comportamentali di fronte a determinate situazioni.
Appena riesco a metter giù un'esempio calzante mi spiego meglio...

mubble mubble....

Buona Pasqua a tutti!!!!
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Vecchio 07-04-2007, 11.31.37   #34
'ayn soph
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Il massimo sarebbe aver risolto tutti i problemi di natura esistenziale, egocentrici e tutto quello che si può classificare sotto il nome di personalità e quindi un individuo che è libero da tutto e da tutti è anche capace di affrontare tutte le situazioni o di vederle per evitarle, ovvero agisce nel tempo presente cosciente di farlo in qualsiasi condizione e vive il qui ed ora.
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Vecchio 07-04-2007, 12.39.23   #35
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Faltea trova altri esempi, perchè questi "li smonto" in due secondi
Sto scherzando, ovviamente non è una gara...
Riproviamo... ok ostacolo e problema non sono la stessa cosa, ma sono strettamente collegate ed in relazione, per risolvere un problema bisogna comunque superare un ostacolo, che sia pure solo nella mia mente.
Nei tuoi esempi hai affermato cose che mi trovano d'accordo, ognuno ha i suoi tempi e le sue priorità.... quello che per te potrebbe essere un problema per me potrebbe non esserlo, ma se lo fosse ci sarebbe di mezzo un'ostacolo, non si scampa....

Ok aspetto l'esempio più calzante.... buona Pasqua a te
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Vecchio 09-04-2007, 21.31.33   #36
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Faltea trova altri esempi, perchè questi "li smonto" in due secondi
Sto scherzando, ovviamente non è una gara...
Riproviamo... ok ostacolo e problema non sono la stessa cosa, ma sono strettamente collegate ed in relazione, per risolvere un problema bisogna comunque superare un ostacolo, che sia pure solo nella mia mente.
Nei tuoi esempi hai affermato cose che mi trovano d'accordo, ognuno ha i suoi tempi e le sue priorità.... quello che per te potrebbe essere un problema per me potrebbe non esserlo, ma se lo fosse ci sarebbe di mezzo un'ostacolo, non si scampa....

Ok aspetto l'esempio più calzante.... buona Pasqua a te
Dunque, la vita è una scuola. Ti vengono assegnati compiti che se non sei in grando di portare a termine, ti verranno ripresentati in futuro...
Volta per volta acquisisco maggiore conoscenza finché presenterò il compito al meglio procedendo ad un livello sucessivo che mi porterà ad un'altro esame.

Questo è ciò che non collego all'emozionale anche se conseguenzialmente genera degli stati emotivi...
Questo compito non è un'ostacolo perchè la meta non è ostacolarmi ma farmi procedere nel mio cammino.
Ma è difficilissimo spiegarlo con un esempio, il mio mubble mubble non ha portato nulla di calzante se non come vivo io (a livello personalissimo) l'ostacolo.
Se non ti poni a scudo contro le onde, ma ti fai trasportare da esse.. dov'è il problema?
Ma è un concetto ripeto personale e frutto di esperienza e maturazione.
Come ha scritto Ayn' vivere il qui ed ora...
Ma ha poco a vedere con la psicologia, me misera .
Invero è una filosofia di vita.
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Vecchio 10-04-2007, 09.54.12   #37
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Dunque, la vita è una scuola. Ti vengono assegnati compiti che se non sei in grando di portare a termine, ti verranno ripresentati in futuro...
Volta per volta acquisisco maggiore conoscenza finché presenterò il compito al meglio procedendo ad un livello sucessivo che mi porterà ad un'altro esame.
Porta fuori il discorso... ma sai che non è proprio così? E' sempre la nostra bella mentolina che si è inventata sta cosa.... mica le possibilità sono infinite... e mica a forza di ricapitare la cosa impari per forza... perchè se no adesso tiro fuori l'amaca e chi si è visto si è visto
Purtroppo noi prendiamo punti di vista superiori quando ci garbano e li lasciamo quando non ci garbano....
Fine porto-fuori-il-discorso

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Originalmente inviato da Faltea Visualizza messaggio
Questo è ciò che non collego all'emozionale anche se conseguenzialmente genera degli stati emotivi...
Questo compito non è un'ostacolo perchè la meta non è ostacolarmi ma farmi procedere nel mio cammino.
Ma è difficilissimo spiegarlo con un esempio, il mio mubble mubble non ha portato nulla di calzante se non come vivo io (a livello personalissimo) l'ostacolo.
Se non ti poni a scudo contro le onde, ma ti fai trasportare da esse.. dov'è il problema?
Ma è un concetto ripeto personale e frutto di esperienza e maturazione.
Come ha scritto Ayn' vivere il qui ed ora...
Ma ha poco a vedere con la psicologia, me misera .
Invero è una filosofia di vita.
Dov'è il problema? Booh... (dai concedetemi il booh... almeno per scenografia ) dipende da te, magari non sarà nuotare contro corrente ma sarà stare a galla, oppure che non vuoi andare dove ti portano le onde, oppure che dopo che le onde ti trasportano per 200 km ti viene fame, o ti stufi di stare a mollo...
Non ti rendi conto che da quando tuo papino e tua mammina hanno fatto quello che hanno fatto e su questa terra Faltea cammina e pensa, Faltea ha il problema di vivere?
Ripeto, problema non significa una cosa negativa, significa qualcosa da ri-solvere, se tu non avessi minimamente nessun problema.... saresti morta.
Poi che ci siano infiniti modi di affrontare i problemi è altro discorso... che qualcuno se li crea dove non ci sono per non essere costretto a vedere quelli che ci sono è un'altro discorso ancora.
Espando il discorso in sede più appropriata....
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