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Vecchio 22-12-2011, 15.33.31   #1
Uno
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Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.

Anche questo non è un aforisma e se lo è non lo conoscevo come tale.

Fuori posso trovare un sintomo che indica qualcosa a volte di molto profondo, fuori a volte posso trovare delle spunti a domande che poi partiranno da dentro. In realtà il fulcro reale è il nostro essere dentro o fuori che sia.
Conosci te stesso significa conoscere l'interiore e l'esteriore, un confine visto da un solo lato lo rende un limite, un confine visto dai due lati lo rende un punto di riferimento per capire dove si sta viaggiando.

Perchè esoterismo?
Perchè questi principi non valgono solo per la psicologia, valgono anche per l'energia, per la magia, per qualsiasi oggetto, animale o che....
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Vecchio 22-12-2011, 16.40.35   #2
Astral
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Quindi bisogna partire dal presupposto che c'è un mondo interiore, e c'è un mondo esteriore. C'è una separazione, anche se forse è soltanto apparente, ed il mondo è unico, è ciò che percepiamo è che esterno ed interno.

Sto pensando a quando ci capitano sempre gli stessi eventi, e le stesse cose, nonostante cambiamo città, gruppi. E' questo il significato?

A me capitano che certe esperienze mi si ripropongono ogni volta sempre uguali, non me le cerco, quindi significa che dovrei riflettere su ciò che mi stanno insegnando, e dovrei guardarmi dentro in quel caso?
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Vecchio 22-12-2011, 17.18.17   #3
nikelise
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Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.

Anche questo non è un aforisma e se lo è non lo conoscevo come tale.

Fuori posso trovare un sintomo che indica qualcosa a volte di molto profondo, fuori a volte posso trovare delle spunti a domande che poi partiranno da dentro. In realtà il fulcro reale è il nostro essere dentro o fuori che sia.
Conosci te stesso significa conoscere l'interiore e l'esteriore, un confine visto da un solo lato lo rende un limite, un confine visto dai due lati lo rende un punto di riferimento per capire dove si sta viaggiando.

Perchè esoterismo?
Perchè questi principi non valgono solo per la psicologia, valgono anche per l'energia, per la magia, per qualsiasi oggetto, animale o che....
Molto interessante il ''detto '' perche' tratta di una cosa di cui volevo chiedervi :
equivarrebbe a dire che '' esiste '' solo (o solo come fulcro ) il nostro essere ?
Vale a dire che tutto quello che e' fuori , vuoi per cercare , vuoi per trovare , e' sempre in funzione del nostro essere .
E questo non e' il corrispondente psicologico delle nostre proiezioni secondo le quali tutto quello che vediamo anzi come lo vediamo e' in relazione con noi stessi cioe' con i nostri pregi o con i nostri difetti , con il nostro percorso in salita od in discesa ?
E poi ancora quando nella fisica in particolare nella relazione tra oggetto e soggetto si dice che il soggetto modifica l'oggetto con la sua sola osservazione non si intende proprio questo rapporto della realta' che funge sempre da specchio del nostro essere ?

Ultima modifica di nikelise : 22-12-2011 alle ore 17.23.38.
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Vecchio 22-12-2011, 20.46.56   #4
griselda
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Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.

Anche questo non è un aforisma e se lo è non lo conoscevo come tale.

Fuori posso trovare un sintomo che indica qualcosa a volte di molto profondo, fuori a volte posso trovare delle spunti a domande che poi partiranno da dentro. In realtà il fulcro reale è il nostro essere dentro o fuori che sia.
Conosci te stesso significa conoscere l'interiore e l'esteriore, un confine visto da un solo lato lo rende un limite, un confine visto dai due lati lo rende un punto di riferimento per capire dove si sta viaggiando.

Perchè esoterismo?
Perchè questi principi non valgono solo per la psicologia, valgono anche per l'energia, per la magia, per qualsiasi oggetto, animale o che....
Ma il mondo interiore è ciò che sentiamo che proviamo e il mondo esteriore è ciò che mostriamo e che il super io ci permette di fare?
Non ho ben chiaro quel che vuoi veicolare ossevando me so che ci sono cose che vorrei vivere ma che non mi permetto perchè ho un tipo di censura che me lo impedisce.

Come si fa a capire cosa proviene da dentro e cosa è il fuori?
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Vecchio 23-12-2011, 11.48.33   #5
Edera
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E poi ancora quando nella fisica in particolare nella relazione tra oggetto e soggetto si dice che il soggetto modifica l'oggetto con la sua sola osservazione non si intende proprio questo rapporto della realta' che funge sempre da specchio del nostro essere ?
Quindi è come se l'universo fosse una sorta di specchio neutro che si comporta a seconda di come siamo noi e lo amplifica materializzandolo intorno.. Se osservo fuori capisco cosa ho dentro e viceversa. Se sono convinta di non meritare niente, di essere una brutta persona o di essere una persona che vale, meritevole, per l'universo non cambia, si limita a espandere e concretizzare quello che ho dentro.
Oppure vi è una sorta di intelligenza che opera delle correzioni? Mi sembrerebbe troppo semplice altrimenti.. Anche se semplice non lo sarebbe a livello pratico perchè modificare davvero una nostra struttura interna e di conseguenza la realtà esteriore è complicato.
E poi come capire la differenza tra dentro e fuori, non riesco a intravederne il confine, se c'è..
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Vecchio 23-12-2011, 11.53.35   #6
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E' come se fosse davvero un videogioco dove passare di livello, significa comprendersi e di conseguenza comprendere ciò che è esterno. La vedo così: ciò che è fuori è funzionale a ciò che è dentro e non viceversa se non altro perchè ho l'impressione che dentro ci sia la possibilità di formare un nocciolo che non varia mai, eterno, mentre fuori tutto varia a seconda dell'occhio che guarda e tutto si corrompe
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Vecchio 27-12-2011, 11.14.48   #7
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Quindi è come se l'universo fosse una sorta di specchio neutro che si comporta a seconda di come siamo noi e lo amplifica materializzandolo intorno.. Se osservo fuori capisco cosa ho dentro e viceversa. Se sono convinta di non meritare niente, di essere una brutta persona o di essere una persona che vale, meritevole, per l'universo non cambia, si limita a espandere e concretizzare quello che ho dentro.
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E' come se fosse davvero un videogioco dove passare di livello, significa comprendersi e di conseguenza comprendere ciò che è esterno. La vedo così: ciò che è fuori è funzionale a ciò che è dentro e non viceversa se non altro perchè ho l'impressione che dentro ci sia la possibilità di formare un nocciolo che non varia mai, eterno, mentre fuori tutto varia a seconda dell'occhio che guarda e tutto si corrompe
E' cosi' , l'interno plasma quello che e' esterno in relazione al proprio modo di essere .
E' come avere un faro che nel buio piu' totale illumina solo una fetta dell'esterno , faro che non si limita ad illuminare , gia' sarebbe un successone ma anche modifica l'esterno .
Un po' come diceva UNO in un post di tempo fa avere quelle carte rifrangenti che a seconda del movimento cambiano l'immagine che rappresentano .

Ma di piu' si puo' dire che tutto l'esterno e' creato dall'interno , l'interno gli da' forma , contenuti e valore sicche' potremmo anche dire che non esiste in se' se non in relazioone a noi .
Questo e' il rapporto magico tra soggetto ed oggetto che tende a relativizzare rispetto al soggetto tutto il mondo che ci circonda .
Tipico esempio e' l'innamoramento che e' una magia che parte da dentro e si proietta sull'altro .
E che cambia al modificarsi del nostro essere interiore della forza che appare e scompare dentro di noi .
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Vecchio 27-12-2011, 12.24.50   #8
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che il super io ci permette di fare?
Lascia perdere quello che stai leggendo in questo periodo e non mettere il super io ovunque
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Vecchio 28-12-2011, 01.06.26   #9
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Lascia perdere quello che stai leggendo in questo periodo e non mettere il super io ovunque
Sì, mi sono accorta, grazie, ho scritto sull'onda...
Ma a differenza di Nike ed Edera a me non è così chiaro il discorso le parole senza esempi entrano e litigano tra loro senza che io riesca a metterle in ordine perchè non riesco ad agganciamici.

Secondo me il mondo interno ed esterno possono essere il conscio e l'inconscio.
Ma è di questo che stai parlando?
Perchè sono gli unici mondi che conosco che fanno parte di me.

Lo specchio o la proiezione è ciò di cui prendiamo coscienza e che fa parte dell'inconscio quando va a finire sull'altro e se siamo attenti scopriamo cose di noi, di come la pensiamo o come sono quelle parti di noi che ci nascondiamo o che non ammettiamo di avere o che solamente non conosciamo.
E quando suggerisci cerca fuori può voler dire questo.
Perchè se cerco fuori negli altri trovo quello di cui non sono conscia ma che fa parte di me.

Ma poi dici anche: "trova fuori per cercare dentro" e qui non riesco a metterlo insieme e qundi penso che è sbagliato anche il pezzo prima.
Parli di sintomo e a me scatta immediatamente il collegamento con la malattia e se hai il sintomo è il segnale del corpo che qualcosa non va ed indica una malattia è come un indizio per cercare dentro al corpo dalla sintomatologia da dove deriva da quale organo etc quindi se ho un malessere psicologico è da indagare nel profondo dell'inconscio c'è qualcosa di cui non sono consapevole come ad esempio un meccanismo, tipo un determinato comportamento che mi porta ad esempio ad incontrare e frequentare sempre certi tipi di persone.
O tipo starnutisco e non so perchè ma se fossi cosciente saprei che ho avuto atteggiamenti rigidi e che lo starnuto mi sta aiutando a sciogliermi.

So che c'è altro e sto provando a metterlo insieme tipo oggi, sono entrata dentro ad un grande magazzino, e sembrava fossero passati gli Unni, c'era tutta la roba per terra ed ho tirato su alcuni oggetti e dentro so di aver giudicato.....poi dopo un po' è capitato a me di far cadere degli oggetti e proprio in quel momento è arrivata una comessa che mi ha ripreso.....quello che penso è che il mio sentire precedente ha attirato la commessa che mi ha ripresa come io ho fatto mentalmente con chi aveva fatto cadere gli oggetti...
In pratica ciò che avevo dentro ha attirato il fuori.

Poi vabbeh c'è addirittura chi dice che il fuori proprio non esiste e che esiste solo il dentro ma adesso non mi va di filosofeggiare ma vorrei capire come e dove viaggiare.

Per l'ultima frase, sempre che per le altre abbia centrato, sono in alto mare non mi viene nessun esempio e quando è così mi blocco di solito perchè penso di non aver colto, ma oggi non ho nessuna immagine importante da perdere ho solo desiderio di comprendere
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Vecchio 28-12-2011, 02.01.33   #10
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Nemmeno a me è molto chiaro il discorso.

Molto banalmente, dal primo post del thread, ho interpretato il dentro come l'interno dell'uomo e il fuori come l'esterno all'uomo, vale a dire ciò che ci circonda, compresi gli altri. Un fuori in cui siamo immersi.

Ho imparato che conoscere sè stessi (me stessa) partendo dall'interno è difficilissimo, e possibile solo in minima parte, ecco quindi l'esterno che viene in soccorso...

E ogni volta che sono riuscita a conoscere un pezzettino del mio interno, poi l'ho sempre ritrovato anche fuori, anche se, in forme diverse. Dunque l'esterno è sempre il punto di partenza per conoscere sè stessi sia che si tratti di un sintomo a volte molto profondo che semplicemente di un spunto da cui trarre domande dall'interno?
Il problema quindi è "solo" ricordarsi di non spostare fuori, ma che tutto ciò in cui ci imbattiamo (a livello di esperienze, simpatie, fastidi etc) fa parte di noi?

L'ultima parte sui confini non la riesco a capire.
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Vecchio 28-12-2011, 13.41.27   #11
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Secondo me il mondo interno ed esterno possono essere il conscio e l'inconscio.
Ma è di questo che stai parlando?
No

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Dunque l'esterno è sempre il punto di partenza per conoscere sè stessi
No, non proprio.
Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.

Solo nella prima parte della frase, cioè in metà del processo, questo è possibile. Poi l'inversione dei termini della seconda parte è una scelta precisa e significativa.
Se avessi scritto "cerca dentro per trovare fuori" ci sarebbe stata una consequenzialità precisa, prima cerchi e poi trovi, invertendo i termini leghiamo le due cose integrandole senza consequenzialità, in sostanza, per capirci, è una cosa alla "è nato prima l'uovo o la gallina?"

Proviamo ad analizzare i processi dell'esperire esterno.

Normalmente come individui embrionali:
Percezione -> memoria -> coscienza -> consapevolezza

La nostra percezione di quello che c'è fuori dal nostro essere individuale è automatica, in base ai nostri strumenti percepiamo tutto.
Ne prendiamo però coscienza solo quando attingiamo alla memoria dell'evento.
Di questo avevamo già parlato, alla stessa maniera in cui le stelle che vediamo sono spesso già morte ogni altra nostra azione ha un più o meno lungo o breve sfasamento temporale. In alcune azioni è maggiormente visibile la cosa, per esempio se mi danno un calcio, lo sento dopo. E' un pò più difficile prendere atto che anche se osservo una cosa ad 1 cm dal mio occhio, l'immagine mi arriverà con 1cm di ritardo quale che sia la velocità a cui questa procede. Lo stesso vale con il suono, le vibrazioni etc...
Anche quando parliamo di qualcosa attaccato al nostro corpo, finchè questa cosa non si propaga per tutto il nostro corpo.... etc..

C'è una sola possibilità, dal punto di vista fin qui esposto, per annullare le distanze, l'Essere deve perdere l'individualità ed Essere non solo il corpo, la mente o che altro di un individuo ma Tutto. (qualcuno definisce lo stato coscienza cosmica, in realtà la definizione non è esatta)
A questo punto percezione, memoria e coscienza vengono assorbiti dalla consapevolezza ma non è possibile sperimentare ed evolvere.

E' qui che entra in gioco il difficile concetto del paradigma olografico. Ogni più piccola ed infinitesimale parte dell'Universo lo contiene interamente.
Quindi abbiamo già tutto dentro, ma per lo stesso principio sopra enunciato se ne abbiamo totale consapevolezza "eliminiamo" percezione, memoria e coscienza. L'unica definitiva soluzione è integrare la totale consapevolezza interiore con la completa vita esteriore o la completa vita interiore con la totale consapevolezza esteriore. Se riusciamo a mettere queste due possibilità in una ruota come quella dello Ying e Yang possiamo avere i cosiddetti capra e cavolo.

Lo so, ho messo troppa roba, troppo sinteticamente e male, pensateci poi magari su richiesta sistemo meglio qualche definizione.
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Vecchio 28-12-2011, 14.31.23   #12
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Ma a differenza di Nike ed Edera a me non è così chiaro il discorso
Magari mi fosse tutto chiaro il discorso Gri.
Torno sull'ultimo post del capo appena riesco, ho letto ma mi serve più lucidità.
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Vecchio 28-12-2011, 17.17.42   #13
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C'è una sola possibilità, dal punto di vista fin qui esposto, per annullare le distanze, l'Essere deve perdere l'individualità ed Essere non solo il corpo, la mente o che altro di un individuo ma Tutto. (qualcuno definisce lo stato coscienza cosmica, in realtà la definizione non è esatta)
A questo punto percezione, memoria e coscienza vengono assorbiti dalla consapevolezza ma non è possibile sperimentare ed evolvere.

E' qui che entra in gioco il difficile concetto del paradigma olografico. Ogni più piccola ed infinitesimale parte dell'Universo lo contiene interamente.
Quindi abbiamo già tutto dentro, ma per lo stesso principio sopra enunciato se ne abbiamo totale consapevolezza "eliminiamo" percezione, memoria e coscienza. L'unica definitiva soluzione è integrare la totale consapevolezza interiore con la completa vita esteriore o la completa vita interiore con la totale consapevolezza esteriore. Se riusciamo a mettere queste due possibilità in una ruota come quella dello Ying e Yang possiamo avere i cosiddetti capra e cavolo.
Noi dobbiamo diventare un tutt'uno con l'esterno? E come? Come accediamo alla totale consapevolezza esteriore se siamo esseri imperfetti in quanto ancora da formarsi totalmente?
L'esterno, l'universo è completo.
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 28-12-2011, 17.55.16   #14
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No, non proprio.
Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.
Leggendo il post ho avuto la sensazione che una parte di me abbia trovato fuori (il post) e ora stia cercando dentro..un'altra parte stia zompettando dentro per farsi notare e trovare e poi uscire a cercare, la terza parte osserva il tutto come si assiste ad una partita di tennis, desiderosa di giocare anche lei ...

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Vecchio 28-12-2011, 23.52.47   #15
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No

allora come dice Red si parla di mondo interno come sentimenti, pensieri e emozioni e ricordi del fuori come gli altri e tutto quello che esiste nell'universo. Almeno per la prima parte della frase aforizzata.
Quote:


No, non proprio.
Il non proprio lo riferisci alla seconda parte della frase mi pare di capire
Quote:

Cerca fuori per trovare dentro e trova fuori per cercare dentro.

Solo nella prima parte della frase, cioè in metà del processo, questo è possibile.
E qui mi pare che tu lo dica
Quote:


Poi l'inversione dei termini della seconda parte è una scelta precisa e significativa.

quindi devo cercare il significato di questo altro pezzo della frase
Quote:

Se avessi scritto "cerca dentro per trovare fuori" ci sarebbe stata una consequenzialità precisa, prima cerchi e poi trovi, invertendo i termini leghiamo le due cose integrandole senza consequenzialità, in sostanza, per capirci, è una cosa alla "è nato prima l'uovo o la gallina?"
e qui per ora è ancora nebulosa
Quote:

Proviamo ad analizzare i processi dell'esperire esterno.

Normalmente come individui embrionali:
Percezione -> memoria -> coscienza -> consapevolezza

La nostra percezione di quello che c'è fuori dal nostro essere individuale è automatica, in base ai nostri strumenti percepiamo tutto.
Ne prendiamo però coscienza solo quando attingiamo alla memoria dell'evento.
A questo sono arrivata da poco, quindi è cosa nuova
Quote:

Di questo avevamo già parlato, alla stessa maniera in cui le stelle che vediamo sono spesso già morte ogni altra nostra azione ha un più o meno lungo o breve sfasamento temporale. In alcune azioni è maggiormente visibile la cosa, per esempio se mi danno un calcio, lo sento dopo. E' un pò più difficile prendere atto che anche se osservo una cosa ad 1 cm dal mio occhio, l'immagine mi arriverà con 1cm di ritardo quale che sia la velocità a cui questa procede. Lo stesso vale con il suono, le vibrazioni etc...
Anche quando parliamo di qualcosa attaccato al nostro corpo, finchè questa cosa non si propaga per tutto il nostro corpo.... etc..
Ecco ricordo che se ne era parlato ma io non avevo minimamente colto l'altra volta ora penso di sì.

E la dimostrazione l'ho avuta quando ho fatto l'ultima ed unica la mammografia (anche se allora non sapevo questa cosa) infatti mi ero ripromessa se mai avessi accettato di rifarla (Per via del dolore provato) di dare l'alt alla dottoressa prima del dolore massimo sopportabile (come richiesto) per dare quell'alt che stoppa il macchinario, fregandola e risparmiandomi del dolore secondo me inutile. Adesso ho capito il perchè ho sentito così male, perchè ora che tu percepisci...quello è già andato giù... poi tu le dici alt ...ora che lei lo sente e schaccia per fermare la macchina... tu subisci un sacco di dolore in più inutile. Ho incasinato?

E qui ho cercato dentro (qualcosa per capire il fuori post e collegarlo all'esperienza dentro per tradurre per la prossima volta però posso dire che ho trovato dentro il ricordo per cercare poi fuori di rimediare, ma con la frase questo non collima
Quote:

C'è una sola possibilità, dal punto di vista fin qui esposto, per annullare le distanze, l'Essere deve perdere l'individualità ed Essere non solo il corpo, la mente o che altro di un individuo ma Tutto. (qualcuno definisce lo stato coscienza cosmica, in realtà la definizione non è esatta)
A questo punto percezione, memoria e coscienza vengono assorbiti dalla consapevolezza ma non è possibile sperimentare ed evolvere.
Mah questo per che classe eh? Per me è poco prima della "laurea"
Quote:

E' qui che entra in gioco il difficile concetto del paradigma olografico. Ogni più piccola ed infinitesimale parte dell'Universo lo contiene interamente.
Quindi abbiamo già tutto dentro, ma per lo stesso principio sopra enunciato se ne abbiamo totale consapevolezza "eliminiamo" percezione, memoria e coscienza. L'unica definitiva soluzione è integrare la totale consapevolezza interiore con la completa vita esteriore o la completa vita interiore con la totale consapevolezza esteriore. Se riusciamo a mettere queste due possibilità in una ruota come quella dello Ying e Yang possiamo avere i cosiddetti capra e cavolo.

Lo so, ho messo troppa roba, troppo sinteticamente e male, pensateci poi magari su richiesta sistemo meglio qualche definizione.
Quest'ultima poi è fantascienza per me anche se l'avevo già letta ma è difficile da comprendere quindi ho tanto altro prima da imparare
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Ultima modifica di griselda : 28-12-2011 alle ore 23.56.09.
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Vecchio 29-12-2011, 01.51.02   #16
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Lo so, ho messo troppa roba, troppo sinteticamente e male, pensateci poi magari su richiesta sistemo meglio qualche definizione.
A certi livelli passa probabilmente più roba di quel che sembra a chi riceve, comunque a quelli più consapevoli mi pare ci siano parecchi punti che andrebbero visti con più calma.

La differenza tra dentro e fuori mi pare fondamentale per il discorso. Pare che tutti la diano per scontata e in effetti in prima battuta la si salta per seguire il discorso, tanto ognuno ne ha già una sua idea e su quella poi si appoggia per tutto il resto.
L'idea è intuitiva, inoltre se ci chiediamo dove sta il confine credo che il primo pensiero vada al corpo fisico. Però, se mi guardo una mano, la sto guardando da fuori o da dentro?

Insomma, dove finisce il dentro e inizia il fuori? Una delle differenze che mi vengono è data dalla capacità di influenza, cosa che fa sfumare il fuori man mano che mi allontano e ragionare a percentuali. Un'altra riguarda, riprendendo la cosa della mano, il vedere e il vedersi... se mi vedo sono fuori. Però allora, quando percepisco qualcosa al mio interno da dove sto guardando?

Insomma, a guardarla bene la cosa non è per niente chiara.
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Vecchio 29-12-2011, 02.27.02   #17
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Se mi guardo la mano la guardo da dentro, gli impulsi elettrici della luce entrano, percorrono il nervo ottico e ripropongono dentro sulla retina quello che c'è fuori, mi vien da dire, inoltre se guardassi da fuori non vedrei solo la mano o il braccio ma la spalla e il collo e il volto attaccati alla mano.
Per assurdo quello che percepisco come fuori è quello che vedo o sento mentre del dentro non ho percezione fisica. Non vedo i miei occhi senza specchio, non sò che sapore abbiano le ossa nè la consistenza.
La percezione di me avviene sempre o sulle parti lontane, le parti che posso opporre a me oppure su quelle riflesse da delle superfici adeguate.

Quando percepisco l'interno? Tipo i pensieri inconsci. Dove sono allora? Evidentemente non dentro ai pensieri, altrimenti non li percepirei, allora sono dentro me stessa ma fuori dal flusso dei pensieri. Oppure sono fuori e basta (come un balcone nel mio caso..elloso).

Vaben scherzi a parte quando osservo non sono dentro alle emozioni ai pensieri o ai fatti, non potrei osservarli se fossi dentro li vivrei..anzi spesso li subiamo. Osservare mette distacco, come prendere e mettere una mano davanti agli occhi. Infatti si dice af-front-are la realtà.
Quindi possiamo forse dire che non esiste un dentro diviso secco da un fuori ma una serie di dentro che si avvicinano a dei fuori più o meno lontani.

Ok è tardi, meglio se dormo
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Vecchio 30-12-2011, 21.33.16   #18
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La differenza tra dentro e fuori mi pare fondamentale per il discorso. Pare che tutti la diano per scontata e in effetti in prima battuta la si salta per seguire il discorso, tanto ognuno ne ha già una sua idea e su quella poi si appoggia per tutto il resto.
Implicitamente l'ho scritto e da quello che ho scritto è ricavabile anche in maniera abbastanza precisa.
La differenza tra dentro e fuori si verifica con le distanze o con l'assenza delle stesse.
Dove non ci sono distanze sei dentro, dove ci sono distanze sei fuori.
Distanze da che? (anticipo un po di domande scontate la cui formulazione non sarebbe comunque foriera di lavoro utile)
Distanza tra la nostra essenza (tecnicamente, usando termini non miei direi che è più preciso "punto di unione") e l'osservato.
Quando non c'è distanza tra noi e quello che stiamo osservando siamo dentro, quando c'è distanza siamo fuori o meglio è il nostro fuori.
In questo dentro individuale abbiamo percezione, memoria, consapevolezza ma raramente coscienza. Paradossalmente per avere coscienza "automaticamente" e piena del nostro interno questo deve essere in uno dei momenti in cui coincide con il Tutto, coscienza integrata nella consapevolezza ma coscienza. Nel nostro interno individuale la coscienza costa energia allo stesso modo della coscienza esterna, il fatto che la distanza è annullata non significa nulla la coscienza può essere attiva o gradualmente sonnecchiante.
Cosa importante è che l'interno (e quindi i suoi sfumati confini) non è in una posizione fissa ed immutabile ma è in divenire (movimento, espansione o contrazione) subordinato al vivere.

Al prossimo giro provo degli esempi.
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Vecchio 31-12-2011, 00.03.26   #19
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La differenza tra dentro e fuori mi pare fondamentale per il discorso. Pare che tutti la diano per scontata e in effetti in prima battuta la si salta per seguire il discorso, tanto ognuno ne ha già una sua idea e su quella poi si appoggia per tutto il resto.
L'idea è intuitiva, inoltre se ci chiediamo dove sta il confine credo che il primo pensiero vada al corpo fisico. Però, se mi guardo una mano, la sto guardando da fuori o da dentro?

Insomma, dove finisce il dentro e inizia il fuori? Una delle differenze che mi vengono è data dalla capacità di influenza, cosa che fa sfumare il fuori man mano che mi allontano e ragionare a percentuali. Un'altra riguarda, riprendendo la cosa della mano, il vedere e il vedersi... se mi vedo sono fuori. Però allora, quando percepisco qualcosa al mio interno da dove sto guardando?

Insomma, a guardarla bene la cosa non è per niente chiara.
A me sta cosa di guardare da dentro e da fuori mi ha sempre creato una serie di disagi. Primo perchè non l'ho mai capita bene figuriamoci poi comprenderla.

Se mi guardo la mano è una parte di me che ne guarda un'altra, però una non è fisica mentre l'altra sì, anche se osservi solo dagli occhi ma così non è, almeno non solo.
Se sposto lo sguardo, sposto l'attenzione, che poi può essere superficiale o meno. Posso solo vederla o posso anche sentirla più la osservo e più la sento, tipo la sento formicolare, sento in nervi tirare se l'ho spalancata, sento la secchezza della pelle ed una specie di calore che sale se spingo ancora di più l'attenzione e l'osservazione sento anche ogni dito e poi il dorso o il palmo ma non se volevi dire questo. Da fuori la vedo da dentro la sento. Boooh
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Vecchio 31-12-2011, 18.43.02   #20
Faltea
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Punto tra la mia essenza e l'osservato?
E' giusto dire che se guardo da fuori mi vedo fare le cose? E' questo guardare da fuori?
Altrimenti non ho capito..

Se guardo la mano sono dentro ma se mi vedo che guardo la mano sono fuori?
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 03-01-2012, 05.23.20   #21
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(anticipo un po di domande scontate la cui formulazione non sarebbe comunque foriera di lavoro utile)
Distanza tra la nostra essenza (tecnicamente, usando termini non miei direi che è più preciso "punto di unione") e l'osservato.
Domanda scontata, facciamo i saldi in anticipo , cos'è che si muove?

Altra domanda come si fà ad avere un range dentro fuori il più fino possibile.

Altra domanda ancora cos'è la linea di confine che delimita il dentro dal fuori, insomma questa sorta di uscio d'ingresso/uscita?
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Vecchio 03-01-2012, 07.03.50   #22
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Implicitamente l'ho scritto e da quello che ho scritto è ricavabile anche in maniera abbastanza precisa.
La differenza tra dentro e fuori si verifica con le distanze o con l'assenza delle stesse.
Dove non ci sono distanze sei dentro, dove ci sono distanze sei fuori.
Distanze da che? (anticipo un po di domande scontate la cui formulazione non sarebbe comunque foriera di lavoro utile)
Distanza tra la nostra essenza (tecnicamente, usando termini non miei direi che è più preciso "punto di unione") e l'osservato.
Quando non c'è distanza tra noi e quello che stiamo osservando siamo dentro, quando c'è distanza siamo fuori o meglio è il nostro fuori.
In questo dentro individuale abbiamo percezione, memoria, consapevolezza ma raramente coscienza. Paradossalmente per avere coscienza "automaticamente" e piena del nostro interno questo deve essere in uno dei momenti in cui coincide con il Tutto, coscienza integrata nella consapevolezza ma coscienza. Nel nostro interno individuale la coscienza costa energia allo stesso modo della coscienza esterna, il fatto che la distanza è annullata non significa nulla la coscienza può essere attiva o gradualmente sonnecchiante.
Cosa importante è che l'interno (e quindi i suoi sfumati confini) non è in una posizione fissa ed immutabile ma è in divenire (movimento, espansione o contrazione) subordinato al vivere.

Al prossimo giro provo degli esempi.
Non mi e' chiara la differenza tra coscienza e consapevolezza.
Perche' la coscienza non vi sarebbe nell'essere '' dentro '' ?
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Vecchio 03-01-2012, 19.19.14   #23
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Domanda scontata, facciamo i saldi in anticipo , cos'è che si muove?
Prova a riformulare la domanda per favore
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Altra domanda come si fà ad avere un range dentro fuori il più fino possibile.

Altra domanda ancora cos'è la linea di confine che delimita il dentro dal fuori, insomma questa sorta di uscio d'ingresso/uscita?
Non so se è ciò che intendevi tu con queste domande, il confine non ha una sua materia e sostanza, è una graduazione tra i due regni, quindi lo spessore è determinato da quanto si diluiscono le materie dei due lati o quanto rimangono compatte. Perciò dovresti chiederti al contrario come si fa ad avere un confine più largo possibile, ma ti avrei già risposto.

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Non mi e' chiara la differenza tra coscienza e consapevolezza.
Perche' la coscienza non vi sarebbe nell'essere '' dentro '' ?
Non è semplice sintetizzare questi concetti, comunque in linea di massima possiamo dire che la consapevolezza è essere e sentire di esserlo a prescindere da percezioni esterne, al contrario la coscienza si alimenta con le percezioni.

Ti faccio un esempio semplicissimo. Sei un saggio, hai consapevolezza di esserlo anche se stai sul cucuzzolo di una montagna in solitudine, ma puoi averne coscienza solo se qualcuno ti dice di esserlo. Questa è l'estrema sintesi, poi ci vorrebbero libri per esplorare il tutto.
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Vecchio 03-01-2012, 21.54.09   #24
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Hai parlato di distanze, se pari a 0 siamo dentro al contriario siamo fuori. Bene la domanda è, cos'è che percorre tale distanza e ci permette di essere dentro o fuori? C'entrano qualcosa i campi "bioelettromagnetici" (se non ricordo male) che compenetrano l'uomo e che l'Uomo può direzionare a suo piacimento?

Supponiamo che voglia essere dentro al mio schermo del pc, ce l'ho davanti mi concentro e tutta la mia attenzione è su di esso, ma poi mi squilla il cellulare e allora mi alzo creo distanza dallo schermo del pc, quindi sto fuori...è esatto?

Scrivendo, le domande sorgono da sole, dunque mi chiedo e se volessi entrare nel sole? Come si annulla la distanza? e cos'è che và dentro? Visto che fisicamente rimango sulla terra...

Riguardo la linea di confine dunque è un mix tra ciò che lo circonda, a riguardo mi chiedo come è più corretto rappresentare questo dentro fuori? (allego immagine)
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C'è una sola possibilità, dal punto di vista fin qui esposto, per annullare le distanze, l'Essere deve perdere l'individualità ed Essere non solo il corpo, la mente o che altro di un individuo ma Tutto.
E' da un pò di giorni che mi arrovello su questa tua affermazione.
Fin ora ero convinta che la tappa importante, finale, fosse diventare individui, invece ora se capisco bene cosa intendi diventare individi è una tappa, poi occorre lasciare anche questo.
Individuo vuol dire essere differenziato, cioè staccato dal resto, prima avvertire un dentro rispetto ad un fuori, e poi occorre superare anche questo?
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