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Vecchio 18-01-2007, 12.43.35   #1
Uno
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Predefinito Lo sapevo ma non volevo vedere....

Quante volte con il senno del poi si pensa questa cosa?
Ma comunque anche se con poca coscienza chi è perchè ha fatto quella scelta?

Quello che voglio dire è che quando arriviamo a pensare quella cosa del titolo, dovremmo anche chiederci se dobbiamo dare una svolta, se questa svolta poi non ci porterà a girare in tondo e a ripetere in forma diversa la stessa cosa.... oppure se è una cosa ben superata e quindi possiamo serenamente dedicarci a qualcosa di nuovo.
Non voglio fare discorsi semplicistici/fatalisti ma ogni cosa che ci succede ha un senso, senso che non riusciamo a vedere se non dopo che la cosa è conclusa realmente, comunque dobbiamo chiedercelo... una volta esaminati tutti quelli che ci vengono in mente sarebbe il caso di ricominciare l'ispezione tenendo presenti le nostre zone nascoste, quelle che ancora non conosciamo.
A volte pur lasciando qualcosa in sospeso possiamo comunque procedere al cambiamento, le cose in sospeso le sistemeremo in maniera diversa.... ma se lascio tutto in sospeso... non so se vale la pena di cambiare... esempio?
Mettiamo che sto frequentando il liceo scientifico (è un'ipotesi molto assurda ) e che al 4 anno solo perchè mi bocciano cambio istituto... anzi peggio ancora cambio indirizzo... magari faccio ragioneria... se lo scopo del mio studio è avere un qualsiasi diploma per fare l'impiegato è assurdo, se sono sicuro che voglio fare il ragioniere allora i 4 anni saranno "solo" (sembra poco, ma non lo è) serviti a farmi capire quello che voglio... ma se al 4 anno di ragioneria mi trovo con lo stesso problema sarà il caso che non cambio.

Si capisce?
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Vecchio 18-01-2007, 13.23.02   #2
'ayn soph
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ma hai cambiato prima
la decisione è presa ormai
è cmq una cosa vale l'altra
tutte le strade portano a roma
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Vecchio 18-01-2007, 13.26.55   #3
RedWitch
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Vediamo se ho capito qualcosa..se noi facciamo una cosa.. poi decidiamo di cambiare strada , ma finiamo nella stessa esperienza anche se in forma diversa significa che non abbiamo guardato tutte le possibili scelte che avevamo ma abbiamo scelto la strada più "comoda".. quella che ci sembra più semplice, invece che esplorare bene tutte le possibilità.. magari la intravediamo, ma decidiamo di non guardarla perchè è scomoda...
Nel tuo esempio.. se mi bocciano, dovrei cercare di capire, se la scelta di cambiare dal liceo scientifico a ragioneria, è perchè desidero diventare ragioniere, o se cambio perchè mi hanno bocciato, e allora sono arrabbiata, delusa, e non mi prendo la responsabilità del fatto che mi hanno bocciata perchè non ho studiato a sufficienza per esempio.. .. se vedessi che è la seconda, a quel punto dovrei insistere e ripetere l'anno, invece che cambiare.. perchè altrimenti ad un certo punto mi ritroverei nella stessa situazione..
Dovrei cercare di andare a fondo , di capire il reale motivo per cui prendo una decisione, se è davvero una scelta o una fuga da me stessa..
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Vecchio 18-01-2007, 14.03.22   #4
Uno
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Si è vero Ayn, tutte le strade portano a Roma ma se da Firenze passo per Bari forse allungo un pò... a volte può andar bene, magari vedo panorami che poi mi restano nell'anima... a volte no...

Esatto RedW, se cambio perchè mi hanno bocciato (cosa che poi ho anche scelto io) mi troverò da capo... altri 4 anni (o prima) e poi chissà... se sono sicuro che voglio fare il ragioniere sicuramente faccio 5 anni filati... magari prendo una serale con anni raggruppati e recupero pure qualcosa....

E' simile al thread che hai aperto tu... l'ho visto dopo, però prendo in considerazione il "lo sapevo ma non volevo vedere", è comunque una scelta che ho fatto, quel pensiero (lo sapevo......) spesso ci stacca da questa consapevolezza... è un'ennesima scusante che ci diamo per distrarci, come quando nel periodo dei mondiali i governi fanno le peggiori porcherie tanto non ci fa caso nessuno.
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Vecchio 18-01-2007, 14.29.59   #5
Sole
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Si fanno quel tipo di scelte perchè ci si sente obbligati in una certa direzione, come fosse l'unica, andare a vedere con il senno di poi cosa fosse ciò che muoveva la scelta dovrebbe in qualche modo sollecitare una maggiore consapevolezza dell'oggi, no?

Il sano dubbio che instaura una seconda e terza visione delle cose, rende la situazione il meno soggettiva possibile.
Il capire cosa davvero si Vuole non è sempre facile, a volte è doloroso a causa delle scelte precedenti, però è anche vero che ci si arriva proprio grazie a quella scelta fatta prima... prendere atto di questo aiuta anche a perdonarsi...
E' un pò come camminare sempre verso la stessa direzione ma sbagliando strada... ma la meta era quella....

Spesso la mancanza di una famiglia e i bisogni attinenti possono essere sostituiti dalla visione di un'altra famiglia, un cane da un altro cane.. un gatto da un altro gatto .. trasferendo di continuo... ma se per caso riusciamo a vedere cosa soffochiamo e cosa cerchiamo dal gatto, dal cane, dalla famiglia a quel punto possiamo anche averne senza più aver paura di Volerlo davvero o no. E tutto quello che è stato prima diventa preziosissimo.
Il problema è arrivarci..
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Vecchio 18-01-2007, 14.54.24   #6
Era
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Uno scrive: "A volte pur lasciando qualcosa in sospeso possiamo comunque procedere al cambiamento, le cose in sospeso le sistemeremo in maniera diversa.... ma se lascio tutto in sospeso... non so se vale la pena di cambiare..."

si potremmo....ma resta più difficile.....
e come tutti i famosi nodi del famoso pettine...
li sciolgo man mano che si presentano ...non a caso...
quindi...a pare mio è preferibile risolverli o provarci...
al momento che li riconosci...lasciando in sospeso il meno possibile...

più si lascia in sospeso...più lo sapevi ma non lo volevi vedere...più NON lo volevi vedere...

losoloso mica facile losoloso ma sa da fa
__________________
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quelle che posso cambiare
e la saggezza
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Vecchio 18-01-2007, 16.23.53   #7
Astral
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Amo i giochi di ruolo, perchè mi ricordano molto certi aspetti della vita, infatti se non si arriva ad un certo livello, non si riesce a superare un ostacolo, o si supera con molta difficoltà, rasentando il limite.

Sono daccordo con Uno quando dice che purtroppo a volte si cambia strada, soltanto per insicurezza e non per scelta vera.

Ed ha proprio preso un esempio su di me, ho fatto scuola alberghiera ed ho capito che non esprimeva nulla di ciò che ero veramente, ma per vedere se era insicurezza o altro ho fatto un esperienza come pasticciere.

Vi dirò nonostante il lavoro riusciva, sentivo che non era qualcosa per me.

Questo mi ha spronato a fare dei cambiamenti.

Ritornando al nostro discorso, penso che sia un ottimo esercizio, iniziare a risolvere i problemi ed i blocchi più semplici che la vita ti propone, per poi risolvere quelli più radicali.

Sembra un po' di ritornare alla discussione sui Complessi, è meglio sciogliere prima i nodi piccoli e superficiali, sicuramente dopo si avrà maggiore esperienza e preparazione, per sciogliere quelli più pesanti.

Insomma se voglio essere bravo a suonare un complesso brano di musica classica, è preferibile che inizi piano piano dalla lettura musicale, dal solfeggio, e da esercizi sulle scale, piuttosto che impuntarmi e suonarlo senza preparazione non credete?
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Vecchio 18-01-2007, 19.42.39   #8
'ayn soph
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in definitiva è sempre uno sperimentare, "ma vuoi vedere che così sarà meglio", e poi alla fine della prova ti accorgi che
non era meglio quello che hai preso ma quello che hai lasciato,
oppure può verificarsi il contrario, cioè che quello che vado a sperimentare è la cosa che farò meglio, aiutato dalla precedente esperienza.
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Vecchio 18-01-2007, 20.29.12   #9
cometa
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Predefinito lo sapevo ma non volevo vedere

Buonasera a tutti, secondo me sono le esperienze che man mano ci insegnano a fare delle scelte sempre meno avventate, come si dice col passare degli anni si acquisisce un bagaglio da cui attingere per valutare se scegliere una cosa oppure l'altra, avviamente non è detto che vada sempre così perchè spesso,soprattutto in situazioni che emotivamente ci prendono razionalmente, si sà che magari bisognerebbe fare il contrario ma si fa finta di "non sapere e non vedere" dove una situazione ci porterà.
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Vecchio 18-01-2007, 22.46.12   #10
griselda
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Quante volte con il senno del poi si pensa questa cosa?
Ma comunque anche se con poca coscienza chi è perchè ha fatto quella scelta?

Quello che voglio dire è che quando arriviamo a pensare quella cosa del titolo, dovremmo anche chiederci se dobbiamo dare una svolta, se questa svolta poi non ci porterà a girare in tondo e a ripetere in forma diversa la stessa cosa.... oppure se è una cosa ben superata e quindi possiamo serenamente dedicarci a qualcosa di nuovo.
Non voglio fare discorsi semplicistici/fatalisti ma ogni cosa che ci succede ha un senso, senso che non riusciamo a vedere se non dopo che la cosa è conclusa realmente, comunque dobbiamo chiedercelo... una volta esaminati tutti quelli che ci vengono in mente sarebbe il caso di ricominciare l'ispezione tenendo presenti le nostre zone nascoste, quelle che ancora non conosciamo.
A volte pur lasciando qualcosa in sospeso possiamo comunque procedere al cambiamento, le cose in sospeso le sistemeremo in maniera diversa.... ma se lascio tutto in sospeso... non so se vale la pena di cambiare... esempio?
Mettiamo che sto frequentando il liceo scientifico (è un'ipotesi molto assurda ) e che al 4 anno solo perchè mi bocciano cambio istituto... anzi peggio ancora cambio indirizzo... magari faccio ragioneria... se lo scopo del mio studio è avere un qualsiasi diploma per fare l'impiegato è assurdo, se sono sicuro che voglio fare il ragioniere allora i 4 anni saranno "solo" (sembra poco, ma non lo è) serviti a farmi capire quello che voglio... ma se al 4 anno di ragioneria mi trovo con lo stesso problema sarà il caso che non cambio.

Si capisce?
Lo sapevo ma non volevo vedere....
Questa frase già contiene un aver preso coscienza anche se a posteriori…
Ma credo possa capitare quando l’agire è qualcosa che andrebbe a scombussolarci a modificare di molto il nostro fare.
Magari per il quieto vivere si fa finta di non vedere, quindi si chiude un occhio… ma chiudi un occhio oggi, chiudi un occhio domani si rischia di diventare ciechi.
Succede quando tanti particolari ci mostrano che qualcosa non va e che dovremmo porci subito rimedio, ma poi dici che non è così importante e lasci andare, una goccia oggi una goccia domani e il livello del fiume si alza e magari con il tempo straripa….poi farai i conti con l’inondazione per non aver voluto agire prima.
Capita anche quando so che quella cosa non va fatta la faccio ugualmente perché posso nessuno me lo vieta ma so che è sbagliato e che in quel momento è la via più corta più semplice che mi permette di avere capra e cavoli quando poi a ben vedere della capra e dei cavoli non me ne faccio niente perché non ho risolto il problema ma l’ho solo nascosto alla vista.
Insomma è proprio un girare lo sguardo dall’altra parte per non volere vedere cosa realmente non va e prendere in considerazione cosa fare davvero.
In ogni caso che tu voglia vedere o non vedere avrai un risultato di cui sarai responsabile il primo a salire il secondo a stare fermo o a scendere.



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Vecchio 21-01-2007, 00.05.48   #11
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Se lo sapevo, in realtà sto mentendo a me stesso. Il problema è quante volte si sa già dove si finirà con quella scelta eppur si fa? si analizza, si cerca, si controlla ed alla fine si occultano appositamente non le cose 'incomprensibili' e quindi da accantonare temporaneamente in attesa di maggiore lucidità ma quelle che in realtà sappiamo dove portano perchè le abbiamo già passate. Non metterei fra le motivazioni solo la comodità, metterei anche il deisderio di autopunirsi ed il desiderio di rivivere quella situazione, anche se sgradevole. Non centra il sapere ovvero l'esperienza perchè se non avessi esperienza non intravvederei lo svolgimento dei fatti quindi il 'lo sapevo' non esisterebbe.
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Vecchio 21-01-2007, 00.27.58   #12
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Il "sapevo" non è legato all'esperienza LB se io adesso cammino su un sentiero in un territorio inesplorato e ad un bivio sento da un parte lo scorrere dell'acqua e dall'altra a perdita d'occhio vedo solo desolazione se vado dalla parte desertica e mi viene sete lo sapevo.....
Il problema che ponevo però era diverso, dato che non sempre affiora alla nostra coscienza vigile quel "sapevo" derivato da qualcosa che stiamo percependo in quell'istante, trovo che assuma un qualche significato e motivo di riflessione quando a posteriori ci viene tale pensiero (lo sapevo) cosa che poi non succede sempre sempre.... c'è un discorso di immediatezza di percezione... insomma non volevo usare la famosa frase standart "qui e ora" ma il discorso verte su un punto di vista su questa.

Inoltre... nel momento che pensiamo "lo sapevo....." abbiamo la possibilità do riappropriarci di qualcosa che stavamo lasciando indietro, dipende appunto dalla scelta che facciamo in quel momento......


P.s. meriterebbe un discorso approfondito sull'esperienza che di solito è equazionata alla memoria... ma non è così, magari ne apriamo un thread
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Vecchio 21-01-2007, 02.45.04   #13
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E’ molto chiaro il discorso di Ellebi e concordo pienamente, anche per me il dire lo sapevo ha poco senso…se ho fatto qualcosa che poi scopro era un errore, evidentemente non ne ero consapevole, quindi non sapevo…il ‘sapevo’ che intende Uno penso sia il rammarico del senno di poi…..ma che potrà esserci solo nel momento in cui saprò realmente, quindi, come dice Uno, nel qui e ora.

Se sapevo e non vedevo ero cieco e sordo, come si potrebbe non vedere o sentire qualcosa che si sa, conosce perfettamente? Certo che se so e vedo per es che una determinata scelta fatta in passato ha portato determinate conseguenze, e nonostante ciò mi ostino a ripetere quella scelta, che poi potrebbe anche essere un comportamento, a quel punto dovrò anche prendermi la responsabilità delle conseguenze che si ripeteranno all’infinito fino a che non avrò imparato la lezione.

Diverso è se invece sapevo e vedevo, e per l’appunto vedendo che un mio agire o scegliere mi ha portato a subirne pesanti conseguenze, a quel punto avrei avuto solo due possibilità, una quella di cui sopra, subirne le conseguenze, vorrebbe dire che sarei stato masochista, oppure decidere una volta per tutte che non volevo più rivivere una situazione che sapevo avrebbe portato solo sofferenza, per cui non restava che una sola altra possibilità…..poi se so di aver fatto del mio meglio, perlomeno fino a che sono riuscito, qualora, seppur a distanza di tempo, dovessi rivedere ancora ripresentarsi situazioni simili è certo che prenderei ulteriori provvedimenti.
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Vecchio 21-01-2007, 03.53.49   #14
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Lo sapevo (tanto per rimanere in tema) che non dovevo nominare "qui e ora"
Però in questo caso non è che non volevo vederlo, ho preferito che ci si possa spremere un pò le meningi (che strano questo modo di dire eh... espandi la mente e spremi le meningi... ops.... scusate l'OT )

Ci provo? Va bene ci provo....
No Ham non intendevo nessun rammarico, l'importante è (per il concetto che volevo mettere in luce) che se si arriva a dire lo "sapevo..... " c'è una presa di coscienza reale di quel momento in cui è avvenuto il guaio (perchè sta faccenda si applica sempre al negativo, al positivo se ne prende atto ma senza neanche trasportare nel regno delle parole) una volta presa coscienza abbiamo due possibilità recuperare quello che abbiamo lasciato nell'episodio, cioè farne esperienza... che se vogliamo pignoleggiare non è neanche imparare la lezione come si intende oggi... oppure dimenticarcene dopo due secondi e rifarlo.....
A queste due vie andrebbero accoppiate le giuste "risposte"... se l'esperienza è fatta do una svolta reale e concreta nella vita (nell'esempio della scuola magari non vado più a scuola e mi metto a lavorare per esempio oppure finisco la scuola, se è una storia di amore cambio patner etc) ma se invece non ho fatto realmente l'esperienza e appena detto "sapevo...." mi reincastro in qualcosa di simile ecco che allora divorzio ma trovo un'altra donna (o uomo) uguale... e non sto neanche da solo... vado in cerca di ricascarci... oppure mi reiscrivo a scuola in un'altro istituto che non finirò.
Quindi non è un discorso di "punizioni" o "vantaggi" nel fare la cosa giusta, ma di ap-prendere realmente qualcosa, qualcosa che ci trasforma ma non come memoria : "ho messo la mano sul fuoco mi sono scottato, se la rimetto mi riscotto".... scusate ma quello lo sa fare pure un cane (senza essere dispregiativo verso il cane) ... anzi lo fa meglio di noi direi... "forse" lo scopo di essere uomini va oltre che misere reazioni meccaniche... per quanto le vogliamo rendere più... eleganti... "ho imparato che certe persone si arrabbiano se gli dico questo e allora non glielo dico..." (per esempio) si servono anche queste cose... ma queste sono nel nostro bagaglio di esperienze già alla nascita, volendo, basta vederle... c'è altro da esplorare..... (volendo)
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Vecchio 21-01-2007, 11.45.59   #15
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ho perso il senso della discussione quindi ritorno a "bomba"

sapevo ma non volevo vedere

sembrerebbe che la lezione non sia del tutto digerita, perchè è detto
non volevo vedere, diversamente si sarebbe detto non potevo o non ce
la facevo a vedere, e in questo caso siamo invece ad un impedimento
oggettivo.
quindi il non voler vedere implica una parte di volontà a non procedere
e a ripetere le stesse azione, dall'altrà però c'è una sostanziale cristallizzazione di un processo che impedisce il procedere
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Vecchio 21-01-2007, 13.27.59   #16
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Lo sapevo (tanto per rimanere in tema) che non dovevo nominare "qui e ora"
Però in questo caso non è che non volevo vederlo, ho preferito che ci si possa spremere un pò le meningi (che strano questo modo di dire eh... espandi la mente e spremi le meningi... ops.... scusate l'OT )

Ci provo? Va bene ci provo....
No Ham non intendevo nessun rammarico, l'importante è (per il concetto che volevo mettere in luce) che se si arriva a dire lo "sapevo..... " c'è una presa di coscienza reale di quel momento in cui è avvenuto il guaio (perchè sta faccenda si applica sempre al negativo, al positivo se ne prende atto ma senza neanche trasportare nel regno delle parole) una volta presa coscienza abbiamo due possibilità recuperare quello che abbiamo lasciato nell'episodio, cioè farne esperienza... che se vogliamo pignoleggiare non è neanche imparare la lezione come si intende oggi... oppure dimenticarcene dopo due secondi e rifarlo.....
A queste due vie andrebbero accoppiate le giuste "risposte"... se l'esperienza è fatta do una svolta reale e concreta nella vita (nell'esempio della scuola magari non vado più a scuola e mi metto a lavorare per esempio oppure finisco la scuola, se è una storia di amore cambio patner etc) ma se invece non ho fatto realmente l'esperienza e appena detto "sapevo...." mi reincastro in qualcosa di simile ecco che allora divorzio ma trovo un'altra donna (o uomo) uguale... e non sto neanche da solo... vado in cerca di ricascarci... oppure mi reiscrivo a scuola in un'altro istituto che non finirò.
Quindi non è un discorso di "punizioni" o "vantaggi" nel fare la cosa giusta, ma di ap-prendere realmente qualcosa, qualcosa che ci trasforma ma non come memoria : "ho messo la mano sul fuoco mi sono scottato, se la rimetto mi riscotto".... scusate ma quello lo sa fare pure un cane (senza essere dispregiativo verso il cane) ... anzi lo fa meglio di noi direi... "forse" lo scopo di essere uomini va oltre che misere reazioni meccaniche... per quanto le vogliamo rendere più... eleganti... "ho imparato che certe persone si arrabbiano se gli dico questo e allora non glielo dico..." (per esempio) si servono anche queste cose... ma queste sono nel nostro bagaglio di esperienze già alla nascita, volendo, basta vederle... c'è altro da esplorare..... (volendo)
Il cane che si è scottato con l’acqua calda teme anche l’acqua fredda, ma lui è istintivo giusto? Quindi la sua è una reazione puro istinto di sopravvivenza che però se non lo vince lo porterà a morte certa.
Tu dici che noi abbiamo una possibilità in più cercando dentro l’esperienza stessa di trovare un life motiv che ci muove e che ci porta sempre a fare le stesse mosse e che non è ignorando o facendo finta di non vedere che si risolve il problema.
Quindi la soluzione starebbe nell’affrontare la cosa qualunque essa sia, la scuola o un rapporto etc, con gli occhi aperti, osservando le mosse che si fanno, cosa ci spinge a farle, le motivazioni che adduciamo in quel momento e vedere la meccanica di ciò che avviene?
Lo sapevo ma non volevo vedere è riduttivo a volte nonostante ciò che hai davanti, non riesci a mettere insieme il tutto, non perché non vuoi prenderti le responsabilità che hai ma perché forse hai paura a muoverti diversamente ed affrontare quella cosa in modo diverso da come l’hai sempre fatta. Intendi questo? La comodità di muoversi in tondo senza scelta. Faccio un esempio ma non so se rende, ti piace la nutella, e ne sei schiavo però poi ti incavoli perché ti fa venire i brufoli ma continui a mangiarla oppure cambi marca pensando che è quella che ti crea il problema e non il tuo desiderio di nutella sul quale dovresti posare lo sguardo? Cercando di capire da dove nasce e perché?
Faccio acqua da tutte le parti o ci sta?


griselda non è connesso  
Vecchio 21-01-2007, 14.16.14   #17
Kael
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Lo sapevo ma non volevo vedere... capita spesso a scacchi, dopo una mossa sbagliata ti rendi conto che avevi già l'intuizione che non fosse quella giusta, ma vuoi per il poco tempo a disposizione, o per la scarsa attenzione, o ancora perchè no, per paura di vincere... hai mosso in fretta senza "ascoltarla", senza analizzare TOTALMENTE la questione. Che poi queste sono anch'esse conseguenze: perchè avevo perso tempo, così da restarne con poco a disposizione? perchè non ero attento? perchè avevo paura di vincere?
Se fossi stato vigile e presente, avrei visto chiaramente quello che c'era da vedere... invece (per motivi che devo andare a ricercare nell'esperienza stessa) ho nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

Nell'esempio della scuola traspare chiaramente che chi cambia continuamente indirizzo è in fuga da se stesso... Le forme cambiano, i professori e i compagni cambiano, ma la sostanza resta la stessa: non riesco a terminare gli studi. Lo sapevo ma non volevo vedere alla fine diventa una presa di coscienza che il problema era mio e non della scuola... E visto che da se stessi non si può scappare, arriva prima o poi il momento che decido di affrontarmi... E allora, per la prima volta, inizio a vedere davvero...
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Vecchio 21-01-2007, 21.23.20   #18
Haamiah
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Innanzittutto grazie per averci provato. Allora vediamo se stavolta ho capito, provo a spremermi le meningi se ci riesco (che dolor),

Allora come avevo capito anche dall’altro post di Uno, si parla di un ‘lo sapevo’ non legato all’esperienza, quindi non c’entra col qui e ora teatrale, di ora, ma semmai con un qui e ora del momento che ho capito-sentito-percepito….un sapere che deriva già da un’intuizione a priori(come dice anche Kael), che comunque dovrebbe esserci in ogni caso, solo che in questo caso non mi interessa tanto portare l’attenzione su causa/effetto, tipo se metto la mano sul fuoco mi brucio…ma piuttosto sulla comprensione globale dell’intuizione in sé, quindi se abbiamo realmente compreso che abbiamo lasciato qualcosa, dovremmo perciò recuperare quel qualcosa…come si fa? Provo a fare un esempio per vedere se c’entra qualcosa, nel momento in cui sto per fare una scelta importante mi ‘arriva’ come una sorta di strana sensazione che in qualche modo dovrebbe farmi capire cosa devo fare, per es nel scegliere una casa da acquistare, ho più possibilità, una mi piace per una cosa, una per l’altra, una voce mi suggerisce di stare attenta, io non l’ascolto e attratta magari dalle finiture, non controllo bene la struttura, poi mi ritrovo ad aver acquistato una casa magari umida, o peggio, non solida, a quel punto per recuperare dovrei rivenderla, appioppandola a qualche altro pollo …., oppure tenermela e cercare di porre rimedio alle sue pecche…..mettendoci ovviamente molte altre energie che diversamente mi sarei risparmiata.
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Vecchio 21-01-2007, 21.33.43   #19
Ray
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La casa te la sei comporata e oramai te la tieni (le conseguenze delle azioni...) anche se puoi cercare qualche rimedio, in linea di massima paghi.

Quel che puoi imparare è di stare a sentire qual "qualcosa" che ti diceva di non prenderla pur lasciandoti libero di sbagliare, a differenza dell'impulso a comprarti le finiture che invece urgeva...
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Vecchio 25-01-2007, 16.21.48   #20
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Originalmente inviato da Haamiah Visualizza messaggio
Se sapevo e non vedevo ero cieco e sordo, come si potrebbe non vedere o sentire qualcosa che si sa, conosce perfettamente?
Sai quando fai delle scelte per ottenere dei risultati che in quel momento ti sembrano più importanti della tua stessa morale o coscienza o altro (lo facciamo tutti ...)?
Ecco, in quel caso sapevi... fai la scelta che nell'intimo profondo di te stesso/a sai che ti farà del "male" (che poi sarà in fondo il tuo bene vista l'esperienza) ma la compi. Poi te ne dimentichi, anestetizzi, e racconti a te stesso/a la bugia che ti farà stare bene per il futuro.
Poi un giorno qualcosa ti muove verso quella scelta fatta e ti accorgi che sapevi bene che ti stavi facendo del male ma lo hai rimosso mentendoti. A quel punto puoi tornare indietro nel passato a chi eri in quel momento, esplorare i motivi, le contingenze che ti hanno portato a scegliere comunque di fare quella cosa e con la mente insieme al cuore di oggi ammettere ed accogliere- e quindi poi accettare- ciò che è stato. Questo sarebbe già un modo per cominciare a perdonarsi, di qualunque cosa ed esperienza si tratti. Perdonarsi perchè in un "lo sapevo" c'è sovente anche un senso di colpa.
L'esperienza a questo punto prende forma in te e quella scelta non è più un episodio facente parte della tua vita ma diventa Te. Cioè, fatta davvero nostra l'esperienza, accogliendo quel male che ci siamo imposti- presa di coscienza- l'episodio stesso diventa alleato sotto forma di consapevolezza. A quel punto può essere usato da noi in questo momento da Chi siamo ora. Non riesco a spiegarmi meglio..

Il fatto è che se non avessimo fatto quella scelta.. non saremmo mai diventati consapevoli di quel "qualcosa". Questo molto spesso è una buona scusa per mettersi in pace la coscienza, ma anche però un modo per rimanere attenti la prossima volta che la Vita ci chiederà di esserlo.

Ultima modifica di Sole : 25-01-2007 alle ore 16.26.53.
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Vecchio 21-10-2007, 19.44.34   #21
jezebelius
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se noi facciamo una cosa.. poi decidiamo di cambiare strada , ma finiamo nella stessa esperienza anche se in forma diversa significa che non abbiamo guardato tutte le possibili scelte che avevamo ma abbiamo scelto la strada più "comoda".. quella che ci sembra più semplice, invece che esplorare bene tutte le possibilità.. magari la intravediamo, ma decidiamo di non guardarla perchè è scomoda...
Nel tuo esempio.. se mi bocciano, dovrei cercare di capire, se la scelta di cambiare dal liceo scientifico a ragioneria, è perchè desidero diventare ragioniere, o se cambio perchè mi hanno bocciato, .............. e non mi prendo la responsabilità del fatto che mi hanno bocciata perchè non ho studiato a sufficienza per esempio.. ..
Dovrei cercare di andare a fondo , di capire il reale motivo per cui prendo una decisione, se è davvero una scelta o una fuga da me stessa..
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Esatto RedW, se cambio perchè mi hanno bocciato (cosa che poi ho anche scelto io) mi troverò da capo... altri 4 anni (o prima) e poi chissà... se sono sicuro che voglio fare il ragioniere sicuramente faccio 5 anni filati... magari prendo una serale con anni raggruppati e recupero pure qualcosa....
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Il "sapevo" non è legato all'esperienza LB se io adesso cammino su un sentiero in un territorio inesplorato e ad un bivio sento da un parte lo scorrere dell'acqua e dall'altra a perdita d'occhio vedo solo desolazione se vado dalla parte desertica e mi viene sete lo sapevo.....
Il problema che ponevo però era diverso, dato che non sempre affiora alla nostra coscienza vigile quel "sapevo" derivato da qualcosa che stiamo percependo in quell'istante, trovo che assuma un qualche significato e motivo di riflessione quando a posteriori ci viene tale pensiero (lo sapevo) cosa che poi non succede sempre sempre.... c'è un discorso di immediatezza di percezione... insomma non volevo usare la famosa frase standart "qui e ora" ma il discorso verte su un punto di vista su questa.

Inoltre... nel momento che pensiamo "lo sapevo....." abbiamo la possibilità do riappropriarci di qualcosa che stavamo lasciando indietro, dipende appunto dalla scelta che facciamo in quel momento......


P.s. meriterebbe un discorso approfondito sull'esperienza che di solito è equazionata alla memoria... ma non è così, magari ne apriamo un thread
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Ci provo? Va bene ci provo....
No Ham non intendevo nessun rammarico, l'importante è (per il concetto che volevo mettere in luce) che se si arriva a dire lo "sapevo..... " c'è una presa di coscienza reale di quel momento in cui è avvenuto il guaio (perchè sta faccenda si applica sempre al negativo, al positivo se ne prende atto ma senza neanche trasportare nel regno delle parole) una volta presa coscienza abbiamo due possibilità recuperare quello che abbiamo lasciato nell'episodio, cioè farne esperienza... che se vogliamo pignoleggiare non è neanche imparare la lezione come si intende oggi... oppure dimenticarcene dopo due secondi e rifarlo.....

A queste due vie andrebbero accoppiate le giuste "risposte"... se l'esperienza è fatta do una svolta reale e concreta nella vita
(nell'esempio della scuola magari non vado più a scuola e mi metto a lavorare per esempio oppure finisco la scuola, se è una storia di amore cambio patner etc) ma se invece non ho fatto realmente l'esperienza e appena detto "sapevo...." mi reincastro in qualcosa di simile ecco che allora divorzio ma trovo un'altra donna (o uomo) uguale... e non sto neanche da solo... vado in cerca di ricascarci... oppure mi reiscrivo a scuola in un'altro istituto che non finirò.
Quindi non è un discorso di "punizioni" o "vantaggi" nel fare la cosa giusta, ma di ap-prendere realmente qualcosa, qualcosa che ci trasforma ma non come memoria : "ho messo la mano sul fuoco mi sono scottato, se la rimetto mi riscotto".... scusate ma quello lo sa fare pure un cane (senza essere dispregiativo verso il cane) ... anzi lo fa meglio di noi direi... "forse" lo scopo di essere uomini va oltre che misere reazioni meccaniche... per quanto le vogliamo rendere più... eleganti... "ho imparato che certe persone si arrabbiano se gli dico questo e allora non glielo dico..." (per esempio) si servono anche queste cose... ma queste sono nel nostro bagaglio di esperienze già alla nascita, volendo, basta vederle... c'è altro da esplorare..... (volendo)
Provo a vedere se ho capito .
Insomma l'esperienza che deve essere appresa passa per la consapevolezza di un momento determinato. Un momento nel quale per esempio " percepisco" che una cosa va fatta o no ma ci presto poca attenzione.
Faccio questa cosa e nell'istante in cui mi dico" lo sapevo" ( ed è accaduta una situazione che me lo fa dire ), il rendermi conto della intensità dell'esperienza mi da la possibilità di riappropriarmi di quella percezione e di tutto ciò che in essa è contenuto . Va da se che se non mi riapproprio di questa mi troverò nella stessa situazione, probabilmente in futuro, anche se formalmente ed esteriormente sarà cambiata la manifestazione.
Si può fare l'esempio della scuola come sopra. Se non mi sono riappropriato di quella esperienza mi accadrà lo stesso ( quindi in forma differente) col partner.
Quindi si può dire che l'esclamazione di " lo sapevo" è un campanello di allarme - postumo alla percezione del fare o non fare quell'azione - che avverte, anche se in maniera succcessiva, che bisogna tornare indietro a riprendere qualcosa?
E' come, per fare un altro esempio, se mi trovassi di fronte a Tizio e stessi per sparargli. In quel momento ho la percezione che è una cosa non giusta ma non ci bado e sparo. Tizio muore e mi dico: " lo sapevo".
Questo può essere considerato l'ultimo filamento che mi collega a quella percezione a cui non ho prestato attenzione?
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 21-10-2007, 23.43.15   #22
Ray
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Racconto un episodio che mi è accaduto, così magari mi riesce di incasinare ancora i più le idee mie e di tutti...

Una sera stavo tornando a casa in motorino, diluviava e itrava un forte vento, con raffiche improvvise che ogni volta rischiavano di spostarmi anche pericolosamente. Chi vive dalle mie parti un po' ci fa il callo e impara alcune piccole contromisure.
Ero fradicio ma abbastanza vicino a casa, diciamo un cinque minuti. Lo stato della mia coscienza era quello che chiamo "semisveglio"... sveglio nel senso che data la difficoltà di guidare in quelle condizioni, facevo particolare attenzione, semi perchè la parte di me che cerca sempre di seguire la linea di minor resistenza era particolarmente attiva a suggeriva ad ogni sforzo il pensiero di me che mi asciugo al caldo nel mio bagno.

Ad un certo punto arrivo ad un bivio. Di solito non lo considero neanche, li vado dritto, è la strada più breve. Quella volta, in prossimità della possibile svolta, mi viene in mente che continuando dritto passo per una zona di forti raffiche (in riva al mare e quindi non protetto da case) dove c'erano pure dei lavori e che se avessi girato, avrei si allungato il percorso (altri 7 minuti circa oltre ai cinque di prima) ma sarebbe stato un tragitto più sicuro. Questo "mi viene in mente" non rende... è stato come un grido che attira l'attenzone e ti fa voltare la testa... diciamo un'idea che si vuole far ascoltare (ma non può o non vuole imporsi).

Il conflitto era tra "gira di la, ci metti di più ma è più facile che non cadi" e "l'hai già fatto, non è così grave, basta che stai attento... tra 5 minuti anche meno sei a casa".
La cosa, anche se a parole è lunga da dire, ovviamente dura meno di un secondo, serve la decisione, o giro oppure no. Bon, ho tirato dritto.

Arrivato alla zona pericolosa, quella dei lavori, mi becco una forte folata sul fianco che mi spinge nell'altra corsia dove stata arrivando una macchina di fronte. Per evitarla finisco a terra... qualche livido, qualche cento euro di danni e la mezzora sotto il diluvio per rialzare il motorino, spengerlo ad un parcheggio e camminare fino a casa sono i risultati.

Lo sapevo...

Ci sono ritornato più volte a questo episodio, diciamo che ci ho meditato su, diciamo anche che ho cercato di recuperare quel che avevo lasciato la. Per questo mi ricordo perfettamente l'attimo della decisione, l'intensità dell'idea di cambiare strada e i vari pensieri che mi hanno attraversato (in realtà vi ho fatto un riassunto... potrei descrivere quei due, tre secondi molto più dettagliatamente).

Cosa ho imparato? Beh, innanzitutto di fidarmi di più delle mie percezioni, soprattutto se si consustanziano in una "voce" così forte, ma più generalmente che la linea di minor resistenza, la parte di me che non vuole fare fatica anche a costo di raccontarmi balle, mi fa spesso del male. E' stato un episodio utile... ma lo è stato unicamente perchè sono tornato li ad imparare qualcosa... altrimenti chissà quante volte sarei dovuto cadere col motorino (doco cadere col motorino, ma potrebbe essere qualsiasi cosa, si capisce no?)...

Aggiungo solo che grazie all'essere ritornato sull'episodio, grazia alla presa di coscienza, è come se avessi fatto entrambe le scelte...

Ultima modifica di Ray : 21-10-2007 alle ore 23.48.18.
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Vecchio 15-02-2008, 18.02.14   #23
dafne
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io invece continuo a non fidarmi
e lo sapevo che sarebbe successo
ma mi ostino cocciutamente a zittirmi
perchè?
Facciamo il gioco dei perchè? solo se lo zio Ray mi dà lo scapaccione quando me le invento..magari provarci non sarebbe sbagliato
pssss
ma quei tre secondi in cui hai "visto" o sentito le due soluzioni possibili sono stati tre secondi in cui i due emisferi hanno lavorato in modo sinergico assieme?
ok comincio da sola...
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Vecchio 15-02-2008, 18.45.36   #24
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pssss
lo dico piano perchè magari è una str....ata intergalattica ma...ma se proprio quello zittirmi che alla fine mi ha fatto sbagliare adesso lo evitassi con cura al punto di non volermi sentire per niente?Non sentire nulla per non dover scegliere nulla? Perchè non sopporto di sbagliare ancora? Assurdo assurdissimo inconcepibile ma...ma
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Vecchio 15-02-2008, 21.58.51   #25
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ma quei tre secondi in cui hai "visto" o sentito le due soluzioni possibili sono stati tre secondi in cui i due emisferi hanno lavorato in modo sinergico assieme?
Credo di no. Quando chiacchiero con me stesso, soppesandomi varie possibilità di azione per decidere quale intraprendere o anche se la chiacchierata verte su un argomento diciamo teorico e "mi propongo" vari aspetti della questione, ritengo che avvenga tutto nell'emisfero sinistro, anche se poi non è per nulla detto che sia esso a decidere anzi.

Diversa l'origine della "voce" che poi, come ho detto, non era proprio una voce ma un'Idea, un Pensiero, che mi ha fulminato con forza ma lasciandomi poi libero di scegliere con le mie facoltà. Credo che il "suggerimento" arrivasse da Ray e che tutto il seguito si sia svolto nelle varie parti di ray.

Al di la di dx e sx, la metterei in un altro modo: c'è un ray (anzi un manipolo di ray) che parteggiava per la linea di minor resistenza... erano i ray che mi sparavano in testa le immagini di me al caldo e ritengo fosse roba soprattutto istintiva che si faceva strada fin su. Per chi legge certe favolette era gente di Azrof che operava nel paese di Aznegilletni. Questo era dovuto anche al fatto che, data la difficoltà dell'operazione che stavo compiendo (guidare il motorino con vento e pioggia) avevo "accordato" al centro motore molta autonomia e siccome il mio controllo generale del sistema è quello che è la cosa mi è un po' sfuggita di mano.
La parte istintiva è dominata da piacere-dolore e quindi appena può arrivare a suggerire pensieri cerca di evitare fatiche e di raggiungere piacere appena possibile.
La parte razionale della mente si sarebbe anche schierata dalla parte della voce, ma ha avuto il sopravvento la mente che mente (aveva molto spazio in quel momento... per via della guida).

Non è che ho veramente scelto. E' andata così: la parte dominante della mente aveva già scelto di ignorare il suggerimento che prevedeva fatica in più. Io, per operare la scelta opposta (intendo io la mia coscienza) avrei dovuto opporre una certa resistenza, spingere nell'altra direzione più di quel che l'altra parte aveva già puntato. Di questo mi rendevo conto ad un livello sotto, sempre in quei tre secondi, ma di questo meccanismo, del dover tirare magneticamente più della linea di minor resistenza che viene sempre scelta in automatico, avevo già osservato parecchie cose.

Semplicemente non ho dato abbastanza gas alla parte di me che si era schierata con la Voce. Ho scelto con una non scelta. Non ho contrastato abbastanza l'automatismo.

(so che non ho fatto un discorso lineare... i miei limiti di osservazione mi fanno arrivare una cosa alla volta)

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lo dico piano perchè magari è una str....ata intergalattica ma...ma se proprio quello zittirmi che alla fine mi ha fatto sbagliare adesso lo evitassi con cura al punto di non volermi sentire per niente?Non sentire nulla per non dover scegliere nulla? Perchè non sopporto di sbagliare ancora? Assurdo assurdissimo inconcepibile ma...ma
Il rischio di non sentire più la Voce c'è. Chi mette i tappi alle orecchie è sempre la personalità... quella che non vuol cedere il timone. dafne in pratica. Ma Dafne non si arrende mica così facile...
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