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Vecchio 01-02-2009, 21.50.38   #1
Uno
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Predefinito Vorrei che i miei figli non facessero

A questa domanda posta in un sondaggio da un istituto di statistiche molti genitori hanno risposto in prevalenza operaio e operatore ecologico.
Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
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Vecchio 01-02-2009, 23.47.11   #2
Shanti
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Ciò che scrivi mi ricorda un episodio, accaduto molti anni fa in una regione del profondo sud, dove l'onore veniva prima di tutto: un uomo con una famiglia propria e la necessità di trovarsi un lavoro per poterla mantenere, a cui era stato offerto un posto da operatore ecologico. Ebbene ha rifiutato quell'occupazione, perchè svolgendola avrebbe 'disonorato' i genitori, fortemente contrari. La cosa curiosa è che gli spazzini di quella zona erano considerati con grande rispetto, questo magari perchè lo erano il padre e il nonno prima di loro.

Il meglio per i nostri figli... il più delle volte è quello che vorremmo per noi stessi, vorremmo che facessero quello che noi non siamo riusciti a realizzare, che andassero dove noi non siamo riusciti ad arrivare. Ne facciamo un nostro prolungamento. Li indirizziamo molto presto, in un periodo in cui difficilmente hanno le idee chiare, ma se le abbiamo noi su quello che vorremmo farli diventare, facciamo l'errore di non prestare alcuna attenzione alle loro aspirazioni e attitudini. Il danno maggiore è metterli nella condizione di farli sentire costretti ad andare avanti per una strada che non sentono propria, solo per il fatto di non volerci deludere. Non dovremmo sorprenderci se si ribellano, anzi, dovremmo aprire gli occhi ed essere orgogliosi di loro anche solo per questo.
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Vecchio 02-02-2009, 00.35.59   #3
dafne
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A una domanda come questa la prima risposta, forse troppo banale ma amen, è che non vorrei facessero i ladri, gli assassini, gli strrron...i poi in sequenza, eliminando l'ovvio, direi i pornodivi o quei fighetti da salotto che van di moda adesso in tv.
Francamente ho fatto troppi lavori diversi tra loro tra cui montaggio di schede elettriche o operarice in mensa per fare la snob, quello che vorrei che non facessero, in toto, è qualcosa che li renda infelici e, di conseguenza, rabbiosi e cattivi.

Ho un'dea su cosa potrebbe essere la strada principale su cui farli camminare ma non vincolerei le stradine laterali, l'importante è, soprattutto, che arrivino a capire che ciò che è importante è avere più conoscenza possibile, ma non solo ti tipo intellettuale e, soprattutto, non di tipo mnemonico.
Molte conoscenze permettono di avere più strumenti diversi tra loro, ci rendono duttili e pronti a qualsiasi scelta, o quasi.

Forse proietto su di loro la mia sensazione di non aver fatto le scelte giuste un tempo e di avere pochi strumenti in mano adesso ma non credo sia del tutto negativo.

E' ragionevole dire che vorrei che i miei figli non facessero...i miei errori? Ne avranno già tanti per loro conto da fare...
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Vecchio 02-02-2009, 01.34.48   #4
filoumenanike
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Francamente ho fatto troppi lavori diversi tra loro tra cui montaggio di schede elettriche o operarice in mensa per fare la snob, quello che vorrei che non facessero, in toto, è qualcosa che li renda infelici e, di conseguenza, rabbiosi e cattivi.

Ho un'dea su cosa potrebbe essere la strada principale su cui farli camminare ma non vincolerei le stradine laterali, l'importante è, soprattutto, che arrivino a capire che ciò che è importante è avere più conoscenza possibile, ma non solo ti tipo intellettuale e, soprattutto, non di tipo mnemonico.
Molte conoscenze permettono di avere più strumenti diversi tra loro, ci rendono duttili e pronti a qualsiasi scelta, o quasi.

Forse proietto su di loro la mia sensazione di non aver fatto le scelte giuste un tempo e di avere pochi strumenti in mano adesso ma non credo sia del tutto negativo.

E' ragionevole dire che vorrei che i miei figli non facessero...i miei errori? Ne avranno già tanti per loro conto da fare...
quando nasce un figlio pensi che possa diventare un piccolo genio, ogni cosa che fa è per te il massimo, poi cresce...ti rendi conto che non è più un bambino, sta diventando una persona e allora lo vedi con occhi diversi, metti da parte i sogni e cominci a sperare...che diventi un bravo ragazzo/a che trovi un lavoro sicuro e che lo soddisfi, interferisci con i suoi progetti che ti sembrano, ahimè, tutti perditempo, poi ti fai indietro e lo accetti e lo lasci fare...anche perchè vedi che il figlio ti è quasi estraneo, non lo riconosci più, emerge la sua personalità a volte così diversa da come la immaginavi
se questa domanda me l'avessero chiesta quando era piccolo avrei risposto, ingegnere informatico, scrittore, assistente sociale insomma volavo alto, ora lui suona il piano, scrive musica, si diletta a comporre video, ama la sceneggiatura, i cortometraggi...il futuro?
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Vecchio 02-02-2009, 02.21.01   #5
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A questa domanda posta in un sondaggio da un istituto di statistiche molti genitori hanno risposto in prevalenza operaio e operatore ecologico.
Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
Secondo me ci sono molti punti da sviscerare.
Forse i genitori per prima cosa si proiettano, come dice Sha, " si continuano" coi figli. Probabilmente vogliono o vorrebbero, almeno provandoci, che i figli non siano come loro, più nello specifico individuino strade migliori di quelle capitate ai genitori stessi;che quindi, possibilmente, facciano meglio di loro e per questo nella maggior parte dei casi sono loro che da faro in mezzo al mare divengono traghetto!
Ciò che, insomma, non sono riusciti ad ottenere, come per esempio un lavoro, una indipendenza economica e/o personale e/o culturale etc, lo vogliono per i figli ed in questo modo, anche se non se ne accorgono, condizionano; che poi sia in meglio o peggio, non si sa.

In questo caso che poni però, c'è nell'immaginario collettivo credo, una serie di lavori che " devono" essere messi da parte poiché " quelli " non sono - e non posso essere, certo che no - all'altezza del figlio, adatti o di quello che si è pensato per lui.
Appunto, pensato per lui. Col fatto stesso che i genitori hanno sempre difficoltà a " staccarsi" dai figli, talvolta li vedono come una enorme possibilità di riscatto. Come una possibilità che non hanno avuto o che non hanno colto durante la vita. Per questo quindi un lavoro come quello/i scartati segnano quello scarto che si vorrebbe per ( se! ) i pargoli in futuro.
Direi che non è semplice questo staccarsi da parte dei genitori. Forse lo è da parte dei figli, i quali continuano a mandare segnali o al papà o alla mamma o ad entrambi ma questi, talvolta accecati, non li pigliano in considerazione.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 02-02-2009, 13.50.15   #6
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Io penso che sia un peso molto grande essere genitore, da una parte vedo la voglia di avere una soddisfazione dai propri figli, una sorta di dimostrazione dell'essere stati bravi, di aver dato tanto e di vedere un "lavoro" portato a termine con buoni frutti.
Però avere un figlio in una condizione economica buona e stabile permette anche di liberarsi di tante responsabilità, e di stare più tranquilli, spesso questo discorso è d'obbligo, ci sono tante famiglie in cui è difficile tirare avanti, ma purtroppo in altrettanti casi il figlio si trova a dover "ricompensare" i genitori, tante volte ho visto sorgere problemi nei genitori quando i figli diventano indipendenti.
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Vecchio 02-02-2009, 14.24.01   #7
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Forse i genitori per prima cosa si proiettano, come dice Sha, " si continuano" coi figli. Probabilmente vogliono o vorrebbero, almeno provandoci, che i figli non siano come loro,
Sotto sotto credo che invece volgiono proprio che i figli siano uguali a loro.
Vero che da una parte non vogliono che i figli facciqano i loro stessi errori, ma questo intanto c'è solo se gli errori sono conosciuti e per gli errori conosciuti e ammessi, dall'altra in questo desiderio c'è anche una certa dose di egoismo e di Importanza Personale... del tipo si ho commesso sto errore ma non avrei dovuto commetterlo perchè ioioio, oppure si io non ho avuto abbastanza dalla vita, ho avuto meno di quel che meritavo perchè ioioio

e proiettano questa ecccessiva misurazione del loro valore nei figli.

Poi bon, ci sono molti altri aspetti della cosa.
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Vecchio 02-02-2009, 15.13.53   #8
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Sotto sotto credo che invece volgiono proprio che i figli siano uguali a loro.
Concordo. Solo se si vede il figlio uguale a sè si può vedere il prolungamento di sè nel figlio, perchè se tende a fare le stesse nostre scelte significa che ci prende come esempio e questo indubbiamente fa piacere.
"Il vorrei che mio/a figlio/a non facesse..." lo capisco soltanto se un mestiere ha fatto tanto faticare il padre o la madre che lo si sconsiglia vivamente ai figli, tipo il muratore che si spacca tutto il giorno la schiena sul lavoro e sta sempre esposto al sole o alle intemperie, o la catena di montaggio in fabbrica in cui per 8 ore si compie sempre lo stesso gesto, ma non per motivi di snobismo, solo perchè magari si pensa che se si potesse tornare indietro si sceglierebbe un altro mestiere....
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Vecchio 02-02-2009, 15.32.30   #9
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Romanticamente penso che l'unica cosa che si possa volere per i proprio figli è immergersi in quello che realmente vogliono e aiutarli a torvarlo concretizzando i loro sogni e potenzialità, qualunque esse siano. Non deve essere per forza il lavoro la realizzazione. Un figlio può fare lo spazzino ed essere realizzato nelle sue potenzialità. E' il concetto di "lavoro per la vita" che fa si che non si sviluppi la persona.
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Vecchio 02-02-2009, 15.53.29   #10
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A questa domanda posta in un sondaggio da un istituto di statistiche molti genitori hanno risposto in prevalenza operaio e operatore ecologico.
Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
forse facile per me visto che i figli sono belli grandi..provo ad essere obiettiva in pratica vorrei che non facessero stro....ate. e con che coraggio lo dico visto che le mie..sempre stron...ate le ho fatte tutte? comunque vorrei che non facessero cio che li renderebbe infelici tuttavia un cuscino scomodo spesso è meglio che la cuccia calda...
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Vecchio 02-02-2009, 15.55.31   #11
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Romanticamente penso che l'unica cosa che si possa volere per i proprio figli è immergersi in quello che realmente vogliono e aiutarli a torvarlo concretizzando i loro sogni e potenzialità, qualunque esse siano. Non deve essere per forza il lavoro la realizzazione. Un figlio può fare lo spazzino ed essere realizzato nelle sue potenzialità. E' il concetto di "lavoro per la vita" che fa si che non si sviluppi la persona.
Credo che sia anche il principio, oltre a quelli che abbiamo detto, per il quale ci vuole essere, una sorta di controllo da parte del genitore anche se inconscio. Il fatto di considerare il figlio, da parte sua, come " proprio" fa si che lo si possa indirizzare dove meglio si crede e non, invece, nello sviluppo o nella direzione di potenzialità....
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Vecchio 02-02-2009, 20.09.26   #12
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... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
Forse il tread ha preso una direzione un po' sua, che va benissimo, ma mi pare che nessuno abbia risposto allla domanda iniziale.

Posto che tutti (sperem) vogliono il meglio per il figlio, o detta diversamente, il loro bene, ecco che non è detto che determinati lavori che io genitore posso considerare non proprio il massimo, magari sono proprio quello che ci vuole per lui.

Certo, nella società in cui viviamo, facciamo fatica a vedere lavori come lo spazzino o l'operaio in fabbrica, altrettanto e forse in certi casi più validi di altri lavori più ambiti... e forse a ben guardare non lo sono.
Ma, come diceva Sole, dipenden cosa si cerca in un lavoro... noi siamo abituati a pensare che è dal lavoro che dobbiamo tirar fuori la nostra realizzazione (e quindi stare bene, inseguire la felicità). Non dico che non deve essere così, ma non è sempre così.

Inoltre facciamo fatica a valutare con parametri diversi dai nostri... applichiamo ai nostri figli, e non solo, quelli che sono i nostri parametri di riferimento (e come potremmo fare diversamente?) quindi tendiamo ad applicare a loro ciò che va bene a noi, anche dopo aver giustamente imparto dai nostri errori.

Il fatto è che può capitare che per una determinata struttura psicofisica, un lavoro molto ripetitivo e non troppo difficile (per fare un esempio), potrebbe rappresentare proprio quello di cui uno ha bisogno...
Da cui la difficoltà di sapere cosa è meglio o peggio per quella struttura in quel momento... ovvero l'incapacità di sapere in cosa consiste in effetti il bene del figlio.

Un po' come si diceva per l'animma gemella, forse il lavoro che uno ha in una dato momento, proprio quel lavoro (anche la sua assenza) è proprio quello che gli serve in quel momento...
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Vecchio 02-02-2009, 21.16.23   #13
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Forse il tread ha preso una direzione un po' sua, che va benissimo, ma mi pare che nessuno abbia risposto allla domanda iniziale.
magari male..ma con il mio cuscino scomodo credo di aver detto la mia...

credo che molti genitori pensino molto lontanamente a ciò che è meglio per i figli...anche perchè non lo sanno mirano quindi al benessere finanziario al decoro e perchè no...alla propria ambizione...spesso danno troppo ai figli perchè a loro volta hanno ricevuto poco ( e mi sa che sono alibi belli pronti) oggi poi sembra quasi un' utopia con tutti sti ragazzini piazzati davanti alla play station (?) vero che i genitori lavorano e al ritorno a casa c'è altro lavoro da fare ma sembra più importante ciò che è il bene degli adulti piuttosto che quello dei propri figli...
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Vecchio 03-02-2009, 03.34.47   #14
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Forse il tread ha preso una direzione un po' sua, che va benissimo, ma mi pare che nessuno abbia risposto allla domanda iniziale.

Posto che tutti (sperem) vogliono il meglio per il figlio, o detta diversamente, il loro bene, ecco che non è detto che determinati lavori che io genitore posso considerare non proprio il massimo, magari sono proprio quello che ci vuole per lui.

Certo, nella società in cui viviamo, facciamo fatica a vedere lavori come lo spazzino o l'operaio in fabbrica, altrettanto e forse in certi casi più validi di altri lavori più ambiti... e forse a ben guardare non lo sono.
Ma, come diceva Sole, dipenden cosa si cerca in un lavoro... noi siamo abituati a pensare che è dal lavoro che dobbiamo tirar fuori la nostra realizzazione (e quindi stare bene, inseguire la felicità). Non dico che non deve essere così, ma non è sempre così.

Inoltre facciamo fatica a valutare con parametri diversi dai nostri... applichiamo ai nostri figli, e non solo, quelli che sono i nostri parametri di riferimento (e come potremmo fare diversamente?) quindi tendiamo ad applicare a loro ciò che va bene a noi, anche dopo aver giustamente imparto dai nostri errori.

Il fatto è che può capitare che per una determinata struttura psicofisica, un lavoro molto ripetitivo e non troppo difficile (per fare un esempio), potrebbe rappresentare proprio quello di cui uno ha bisogno...
Da cui la difficoltà di sapere cosa è meglio o peggio per quella struttura in quel momento... ovvero l'incapacità di sapere in cosa consiste in effetti il bene del figlio.

Un po' come si diceva per l'animma gemella, forse il lavoro che uno ha in una dato momento, proprio quel lavoro (anche la sua assenza) è proprio quello che gli serve in quel momento...
Io credo, invece, che ognuno abbia dato una risposta pur non riprendendo la domanda.

Certo quel che chiedeva Uno, ossia:
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Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
Considerando che ognuno tende, benché in maniera inconsapevole, ad indirizzare la persona che ha di fronte - che sia il figlio o più in generale la persona amata - bisognerebbe farsi due conti.
In primis, per chi è " meglio" che Tizio, per ipotesi, faccia quel lavoro o prenda quella strada? Per lui o per me?
Poi, per il pezzo di Ray che ho sottolineato la risposta dovrebbe essere, oltre che rendersi conto che talvolta con la scusa del consiglio ci mettiamo pure del nostro in quanto a condizionamento, che non conosciamo il " meglio" per il figlio, la persona amata, etc.
Quel meglio che ho pensato per lui, potrebbe anche limitarlo nel ruolo che gli ho attribuito o penso di attribuirgli.
Per questo dovrei astenermi dall'avere, dal proporre qualsiasi influenza?
Per questo verso, credo che normalmente sia alquanto difficile non immischiarsi nelle dinamiche di scelta ed altrettanto difficile fare in modo di indirizzare Tizio verso le sue potenzialità.
Potenzialità che dovrebbe scoprire da solo non escludendo la possibilità che io lo aiuti certo, ma escludendone il controllo nelle sue scelte!
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Vecchio 03-02-2009, 09.54.26   #15
dafne
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Io personalmente (ioioioio sisisi ) ho considerato l'ultima domanda di capo Uno più come una provocazione (bonaria) che una domanda vera e propria.
Voglio dire, già non sappiamo (in linea di massima) cos'è meglio per noi...per arrivare al meglio per i figli ci và una gran dose di intuito e..fede..fiducia che si riesca a rimanere nel flusso della vita in modo abbastanza consapevole da percepire i segnali quando arrivano.
Flessibilità, perchè quello che è meglio oggi domani potrebbe essere il peggio (o quasi).
Neutralità, per non proiettare su di loro tutto quell'irrisolto che siamo noi.

Mio figio più grande disegna bene, la mia prima istintiva reazione è stata "insisterò perchè disegni, perchè faccia un corso, perchè ci provi a sviluppare quella dote"...perchè io l'avevo e l'ho trascurata quindi ora non insisto ma non demordo nemmeno perchè onestamente non ho idea se quello sia il suo futuro o meno....atteggiamento diverso prenderei se mi accorgessi che inizia a rubare le cose agli altri o se raccontasse molte bugie o se iniziasse a fare il vandalo, ci sono cose che non si fanno, punto.

Che poi nonostante tutti gli sforzi finisca comunque a fare il delinquente non mi è dato nè saperlo nè modificarlo, certo però che devo aver messo in campo tutti gli strumenti a mia disposizione per potergli far capire che quel modo di vivere è sbagliato. Penso che questo sia il mio compito.
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Vecchio 03-02-2009, 18.34.26   #16
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Voglio dire, già non sappiamo (in linea di massima) cos'è meglio per noi...per arrivare al meglio per i figli ci và una gran dose di intuito e..fede..fiducia che si riesca a rimanere nel flusso della vita in modo abbastanza consapevole da
Pensavo, per conoscere il meglio per mio figlio o altro, dovrei, oltre che conoscere mio figlio e quell'altro, sapere cosa è sto meglio e se quello va bene per lui...
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adesso dico la frase da Bacio Perugina
non puoi sapere cos'è il meglio finchè non hai sperimentato il peggio.

Che un elegante modo per dire che non si sà un bell'accidente e che forse forse, in merito di figli, si può solo affidarsi al buon senso e al cuire...

è un pò che ho fatto richiesta per il manuale d'istruzione per figli appena me lo inviano ne saprò qualcosa in più...spero
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Vecchio 03-02-2009, 19.18.21   #18
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Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
Credo che il meglio ognuno lo valuti secondo il proprio metro e secondo le proprie esperienze, per cui sarà molto difficile quando non si sa cosa è il meglio per sè stessi, figuriamoci per un altro (che sia un figlio o più genericamente le persone amate), non possiamo sapere a priori se lui/lei si possa sentire realizzato facendo l'operaio o l'operatore ecologico ... posto che come dicevano Sole e Ray non necessariamente ci si deve sentire realizzati nel lavoro, è anche vero che oggi la maggior parte delle persone passano quasi tutta la giornata sul luogo di lavoro, dunque credo che sarebbe importante poter fare un mestiere che piaccia, il massimo sarebbe riuscire a rispettare i desideri e le potenzialità di un figlio ed incoraggiarlo a perseguire quello che si prefigge per la sua vita (e si dovrebbe sempre ricordare che è la sua vita, non quella del genitore).. magari, potendo anche indicargli inizialmente una strada, che inevitabilmente sarà quella che si conosce, ma poi rispettare le sue di scelte... poi certo, tra il dire e il fare..
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Vecchio 03-02-2009, 19.33.12   #19
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ma poi rispettare le sue di scelte... poi certo, tra il dire e il fare..

Questa frase mi pone una domanda, rispettare le scelte, certo..e quando ciò che stà facendo un figlio è palesemente sbagliato?

Senza cercare troopo lontano guardo il mio passato, la scelta di vivere con un tipo come il mio ex marito appena dopo aver fatto la maturità era evidentemente sbagliata ma i miei familiari non hanno insistito molto per farmi cambiare idea...bon devo ammettere che allora ero moolto più cocciuta di adesso ma non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe finita se mia madre o la famiglia in toto si fossero espressi in maniera più decisa.

Avrebbero, come ha dimostrato il tempo, avuto ragione ma io avevo fatto una scelta e quella è stata rispettata.

Ora, che confine c'è tra il rispetto delle scelte e un intervento dettato dall'oggettiva sicurezza che tuo figlio stà per fare un errore che pagherà in futuro?
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Vecchio 03-02-2009, 20.18.52   #20
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Ora, che confine c'è tra il rispetto delle scelte e un intervento dettato dall'oggettiva sicurezza che tuo figlio stà per fare un errore che pagherà in futuro?
Il limite lo dici tu stessa... è sempre il rispetto delle scelte. Nel senso che se uno ha da fare un errore chi siamo noi per impedirglielo?
Il che non significa che non dobbiamo esprimerci in merito, con quanta forza poi dipende anche dalle persone in gioco, ma alla fin fine a me pare che se uno deve passare per una certa esperienza, in un modo o nell'altro ci passa.

Poi sarebbe da stabilire il concetto di errore. Certo, adesso tu vedi quella tua scelta come un errore, ma non avevi forse bisogno di fare questo errore? Avevi altri modi di imparare quello che questo errore ti ha insegnato?
Forse si... forse no... forse dipende effettivamente da quanto eri cocciuta (cocciutaggine= incapacità di apprendere dall'altrui esperienza?)

Mi rendo conto che è talmente difficile da rasentare la fantascienza, ma a volte per qualcuno in un dato momento la cosa migliore è una data sofferenza o disagio. E questo qualcuno può capitare che sia nostro figlio. E' mostruosamente difficile accettare che chi amiamo debba soffrire (o simili... o quel che sarebbe per noi sofferenza).
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Vecchio 03-02-2009, 23.54.24   #21
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Questa frase mi pone una domanda, rispettare le scelte, certo..e quando ciò che stà facendo un figlio è palesemente sbagliato?

Senza cercare troopo lontano guardo il mio passato, la scelta di vivere con un tipo come il mio ex marito appena dopo aver fatto la maturità era evidentemente sbagliata ma i miei familiari non hanno insistito molto per farmi cambiare idea...bon devo ammettere che allora ero moolto più cocciuta di adesso ma non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe finita se mia madre o la famiglia in toto si fossero espressi in maniera più decisa.

Avrebbero, come ha dimostrato il tempo, avuto ragione ma io avevo fatto una scelta e quella è stata rispettata.

Ora, che confine c'è tra il rispetto delle scelte e un intervento dettato dall'oggettiva sicurezza che tuo figlio stà per fare un errore che pagherà in futuro?
oggi puoi affermare con certezza che la tua scelta era sbagliata, ma se tu non l'avessi fatta non avresti mai saputo che era sbagliata e avresti avuto sempre il rimpianto di non aver potuto fare quello che ti diceva il cuore, il tuo ex marito si sarebbe trasformato nell'amore perfetto e di questo avresti accusato pesantemente i tuoi
la vita ad ogni passo ci presenta scelte difficile da fare, quello che può fare un genitore è solo di portare la propria esperienza e dare, se gli è concesso, un consiglio., sai i figli a volte sono proprio cocciuti, è dovuto all'età, se tutti avessimo la possibilità di vivere due volte con la consapevolezza di oggi...sai che monotonia! io dico sempre a mio figlio che con la sua musica finirà sotto i ponti ma questo non gli impedisce di continuare per la sua strada, autonomamente, senza chiedere niente ai genitori
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Vecchio 23-02-2009, 16.25.13   #22
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Il limite lo dici tu stessa... è sempre il rispetto delle scelte. Nel senso che se uno ha da fare un errore chi siamo noi per impedirglielo?
Il che non significa che non dobbiamo esprimerci in merito, con quanta forza poi dipende anche dalle persone in gioco, ma alla fin fine a me pare che se uno deve passare per una certa esperienza, in un modo o nell'altro ci passa.

Poi sarebbe da stabilire il concetto di errore. Certo, adesso tu vedi quella tua scelta come un errore, ma non avevi forse bisogno di fare questo errore? Avevi altri modi di imparare quello che questo errore ti ha insegnato?
Forse si... forse no... forse dipende effettivamente da quanto eri cocciuta (cocciutaggine= incapacità di apprendere dall'altrui esperienza?)

Mi rendo conto che è talmente difficile da rasentare la fantascienza, ma a volte per qualcuno in un dato momento la cosa migliore è una data sofferenza o disagio. E questo qualcuno può capitare che sia nostro figlio. E' mostruosamente difficile accettare che chi amiamo debba soffrire (o simili... o quel che sarebbe per noi sofferenza).

figurati per una chioccia...

Bella questa spiegazione che dai di cocciutaggine Ray, ci devo riflettere, spiegherebbe perchè ci tocca di passare per le umiliazioni dei nostri errori, da abbassarci abbastanza per riconoscere che non siamo titolati di alcuna esclusiva in fatto di dolore.

Sono ancorata alla mia cocciutaggine come una cozza allo scoglio, ho perso un pò di aderenza forse ma mi spaventa molto l'idea di mollare la presa.

Cocciutaggine che tiro fuori anche con i figli, quel "devi fare quello che dico io" che mi stà così male addosso ma è pur sempre l'unica cosa che conosco...muble muble muble

potrebbe anche essere una scusa, quella del dire cosa devono o non devono fare i figli, per rassicurarci sul fatto che noi lo sappiamo? (mentre magari lo ignoriamo del tutto...)

arimuble muble muble
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Vecchio 23-02-2009, 19.55.42   #23
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Cocciutaggine che tiro fuori anche con i figli, quel "devi fare quello che dico io" che mi stà così male addosso ma è pur sempre l'unica cosa che conosco...muble muble muble

potrebbe anche essere una scusa, quella del dire cosa devono o non devono fare i figli, per rassicurarci sul fatto che noi lo sappiamo? (mentre magari lo ignoriamo del tutto...)

arimuble muble muble
il mumble mumble fa benissimo, ne attendiamo i risultati.

Un po' OT e an passant, a riguardo dei pargoli, mi vien da bisbigliare una considerazione che, applicata, può aiutare un po' e diventare qualche piccolo trucco gestionale. E' quasi impossibile obbligare qualcuno a fare qualcosa che non vuole, ma è abbastanza facile impedire che faccia qualcosa che vuole. Questo permette trattative e compromessi.
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Vecchio 23-02-2009, 21.14.14   #24
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Un po' OT e an passant, a riguardo dei pargoli, mi vien da bisbigliare una considerazione che, applicata, può aiutare un po' e diventare qualche piccolo trucco gestionale. E' quasi impossibile obbligare qualcuno a fare qualcosa che non vuole, ma è abbastanza facile impedire che faccia qualcosa che vuole. Questo permette trattative e compromessi.
l'ho inteso dire da molti genitori che funziona, ho provato a farlo anch'io e mi sono ritrovata a impedirgli di fare cose che prima lo entusiasmavano e che poi non mi ha chiesto più... i figli sono un enigma, secondo me l'importante è insistere nel dargli i nostri messaggi con decisione e ripeterglieli fino alla nausea, prima o poi gli entreranno nell'inconscio e al momento opportuno sapranno quale sarà la strada giusta da prendere. dietro la loro corazza di indifferenza, in realtà hanno bisogno delle nostre sicurezze, non ci dobbiamo far vedere titubanti o indecisi, dobbiamo dargli le certezze nelle quali crediamo anche noi.
da un altro punto di vista la trattativa è poco dignitosa, così come il compromesso, il genitore non deve perdere di autorità, può cercare di capire il punto di vista dei figli e caso mai concedere qualche deroga certo che poi la deroga diventerà una regola fissa

dire soltanto devi fare come dico io e basta è un pò irritante, se ci ricordiamo di quando eravamo ragazzi la frase così autoritaria ci spingeva proprio a fare il contrario, è meglio forse far capire la nostra regola, dire prima perchè vogliamo che sia rispettata...poi esigere l'obbedienza oh dio che confusione, penso che non sono riuscita ad aiutarti, però ci ho provato!
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Vecchio 23-02-2009, 22.56.21   #25
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dire soltanto devi fare come dico io e basta è un pò irritante, se ci ricordiamo di quando eravamo ragazzi la frase così autoritaria ci spingeva proprio a fare il contrario, è meglio forse far capire la nostra regola, dire prima perchè vogliamo che sia rispettata...poi esigere l'obbedienza oh dio che confusione, penso che non sono riuscita ad aiutarti, però ci ho provato!

essi Filoumenanike la cosa l'ho vissuta sulla mia pelle (si fà così punto) e ai miei figli ho sempre fornito spiegazioni su spiagazioni su spiegazioni, cercando di capire e raccontare il perchè delle mie decisioni.

Stà di fatto che oggi già dopo 6 secondi non mi ascoltano più e un tentativo estremo di "si fà così punto" scatena l'iradidddio

l'unica cosa che funziona è togliergli il computer, cosa che faccio solo al limite perchè non voglio che si "assuefino" anche a questa punizione.
Ma sono fortemente OT qui magari recuperiamo quella discussione sui genitori....
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