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Vecchio 09-02-2009, 13.33.22   #1
Uno
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Predefinito Nel paese dei ciechi chi ha un occhio solo è un re

Grande verità ed è la condizione in cui a vari livelli versa la società ancora oggi, il problema nasce nella differenza che c'è nei vari scalini per esempio:

tra ciechi e chi ha un occhio solo
e
tra chi ha un occhio solo e chi ne ha due.

Mentre chi è completamente cieco se parla e discute di qualcosa che assolutamente non conosce con qualcuno che almeno un pò vede deve per forza ammettere la sua ignoranza, chi un pò vede non ammetterà mai (a se stesso) che qualcuno possa vedere meglio.
Alcuni percorsi cercano di ovviare alla cosa con qualcosa che suona in maniera un pò semplicistica così: "ci vedi con un occhio? Chiudilo per una decina di giorni, così quando lo riaprirai ti renderai conto che ci sono differenze tra i vari stati"
A volte funziona ed è un passaggio che tutti in qualche maniera facciamo inconsciamente su vari aspetti della vita, ma purtroppo non sempre è sufficiente, anzi soprattutto quando compiuto involontariamente ci si riadatta molto velocemente.
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Vecchio 10-02-2009, 02.56.38   #2
jezebelius
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Mi fa riflettere ciò che hai scritto ma più di tutto, questo:
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Mentre chi è completamente cieco se parla e discute di qualcosa che assolutamente non conosce con qualcuno che almeno un pò vede deve per forza ammettere la sua ignoranza, chi un pò vede non ammetterà mai (a se stesso) che qualcuno possa vedere meglio.
Questo perchè, suppongo, ognuno è legato talmente alla visione che ha, alla percezione che ormai, attraverso quell'occhio, è passata e dunque impressa, consolidata, cristallizzata se vogliamo.
Chiudere l'occhio, però, vuol dire non vedere - anche se per brevi istanti - e la paura del buio, a chi non è abituato, assale e fa paura comunque.
C'è insomma quell'attaccamento a ciò che ci fa, o almeno ci da la sensazione, oltre che la percezione di possedere qualcosa di definito, saldo. Quel qualcosa che ci permette, anche se con un solo occhio, di avere un collegamento con l'esterno.
La visione delle cose, passa per le nostre certezze.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 10-02-2009, 13.54.13   #3
stella
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.
Alcuni percorsi cercano di ovviare alla cosa con qualcosa che suona in maniera un pò semplicistica così: "ci vedi con un occhio? Chiudilo per una decina di giorni, così quando lo riaprirai ti renderai conto che ci sono differenze tra i vari stati"
A volte funziona ed è un passaggio che tutti in qualche maniera facciamo inconsciamente su vari aspetti della vita, ma purtroppo non sempre è sufficiente, anzi soprattutto quando compiuto involontariamente ci si riadatta molto velocemente.
Stare per una decina di giorni bendati, o mettere quei colliri negli occhi che fanno dilatare le pupille in modo che si vede per un po' tutto sfocato, fa comprendere benissimo che ci sono più modi di vedere o non vedere il mondo.
Applicare questo alla vita può significare ostinarsi a non vedere una cosa che gli altri vedono, oppure essere immersi in una realtà che a son di vederla quasi non la vediamo più, se ci allontaniamo da questa realtà per un periodo (equivalente di occhio bendato) quando tolgo la benda dovrebbe apparirmi più chiara di come quando la vedevo sempre, se poi mi danno gli occhiali e ci vedo ancora meglio, riesco a scorgere dei particolari che prima mi sfuggivano e così via.

Il problema sta nel capire quale tipo di visione ho, se ho la benda sugli occhi, (qualcuno dice le fette di salame...), e in base a quale criterio lo posso stabilire, visto che ci si può fidare solo dei propri occhi, ma se l'occhio dovesse ingannarci, il che equivale a essere ciechi fra i ciechi, come facciamo a capire chi vede meglio di noi ?
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Vecchio 10-02-2009, 14.32.13   #4
jezebelius
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Il problema sta nel capire quale tipo di visione ho, se ho la benda sugli occhi, (qualcuno dice le fette di salame...), e in base a quale criterio lo posso stabilire, visto che ci si può fidare solo dei propri occhi, ma se l'occhio dovesse ingannarci, il che equivale a essere ciechi fra i ciechi, come facciamo a capire chi vede meglio di noi ?
Ecco, questo mi pare un grosso problema...però di contro c'è anche da evidenziare che si fa spesso fatica, da parte di tutti, ad abbandonare o anche rivedere quel che si è consolidato fino a quel momento.
Quindi, secondo me, il sapere, il conoscere, che tipo di visione ho è funzionale alla circostanza per cui, conscio che le certezze e le visioni possono cambiare, devo ammettere a me stesso quando, effettivamente, c'è qualcosa che posso vedere in modo diverso da altro punto di vista ma che ho evitato di fare per il " semplice" fatto che non voglio abbandonare la visione a cui sono abituato.
Sarebbe come perdere un punto di riferimento, no?
Umiltà, forse?
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Vecchio 10-02-2009, 21.53.09   #5
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l'importante è capire chi è cieco, chi possiede un occhio solo, chi ne ha due...
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Vecchio 10-02-2009, 22.08.42   #6
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l'importante è capire chi è cieco, chi possiede un occhio solo, chi ne ha due...
Credo che la risposta sia qui:
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Mentre chi è completamente cieco se parla e discute di qualcosa che assolutamente non conosce con qualcuno che almeno un pò vede deve per forza ammettere la sua ignoranza, chi un pò vede non ammetterà mai (a se stesso) che qualcuno possa vedere meglio.
e mi pare che sia anche il " come".
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Vecchio 10-02-2009, 22.58.12   #7
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Il problema sta nel capire quale tipo di visione ho, se ho la benda sugli occhi, (qualcuno dice le fette di salame...), e in base a quale criterio lo posso stabilire, visto che ci si può fidare solo dei propri occhi, ma se l'occhio dovesse ingannarci, il che equivale a essere ciechi fra i ciechi, come facciamo a capire chi vede meglio di noi ?
Vorrei chiarire che non era mia intenzione parlare di una sorta di gara che dovremmo fare con chi vede meglio o peggio di noi, parlavo più che altro di quello che singolarmente sarebbe bene osservare su noi stessi.
In parole povere, in un discorso di autoconoscenza poco mi interessa se qualcuno vede più o meno di me.. se non per capire se come vedo io è possibile di miglioramenti.
Rimanendo in metafora, se vado avanti a tastoni, prendo capocciate ad ogni ostacolo e mi sento sfrecciare vicino qualcuno che corre e non sento botti... qualcosa mi fa pensare che è possibile vedere meglio.
Diciamo che comunque qualsiasi cosa è sempre migliorabile, questo basterebbe per tagliare tutto sto discorsone, però è il famoso stimolo di cui sempre abbiamo bisogno, generalmente solo se ci rendiamo conto che è possibile fare meglio una cosa, che qualcuno può fare meglio una cosa... allora qualche volta riusciamo a migliorarci, ma come detto sopra raramente funziona.
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Vecchio 11-02-2009, 02.13.01   #8
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conosco una frase molto comune che molti spesso dimenticano "saggio è colui che sa di non sapere" e dunque manifesta la sua umiltà nell'apprendere anche da persone che gli appaiono più semplici ed ignoranti, nessuno è portatore di verità assolute, si può solo tentare di costruire un dialogo che porti a conclusioni logiche senza avere la presunzione di essere sempre nel giusto, l'uomo è imperfetto e come tale sbaglia, specialmente quando affronta problemi grandi e coinvolgenti la sfera dell'essere.
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Vecchio 11-02-2009, 02.26.59   #9
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conosco una frase molto comune che molti spesso dimenticano "saggio è colui che sa di non sapere" e dunque manifesta la sua umiltà nell'apprendere anche da persone che gli appaiono più semplici ed ignoranti, nessuno è portatore di verità assolute, si può solo tentare di costruire un dialogo che porti a conclusioni logiche senza avere la presunzione di essere sempre nel giusto, l'uomo è imperfetto e come tale sbaglia, specialmente quando affronta problemi grandi e coinvolgenti la sfera dell'essere.
Ho letto tre volte questo post, ma non riesco a trovarne il nesso con il discorso, se puoi aiutarmi.... grazie
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Vecchio 11-02-2009, 15.58.22   #10
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Ho letto tre volte questo post, ma non riesco a trovarne il nesso con il discorso, se puoi aiutarmi.... grazie
mi sembra appropriato dire che ognuno di noi debba avere la consapevolezza dei propri limiti e dunque porsi, in un dialogo costruttivo che porti a migliorarci, nell'atteggiamento più umile possibile, siamo tutte creature imperfette, qualcuno potrà aver letto qualche libro in più o in meno, ma di fronte all'etica, al male di vivere, ai problemi sociali, tutti dovremmo usare più umiltà, per questo ho riportato la famosa frase, saggio è solo colui che sa di non sapere ovviamente vale soprattutto per me
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Vecchio 11-02-2009, 19.33.56   #11
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Eppure mi pareva si parlasse di vedere e non di sapere, e di come il meglio vedere permette di meglio muoversi. Il sapere, a mio avviso, è già più in là...
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Vecchio 12-02-2009, 11.00.00   #12
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eppure mi sembrava di aver compreso che il vedere fosse una metafora del conoscere, del sapere....
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Vecchio 12-02-2009, 22.25.02   #13
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Non li associo sempre vedere e sapere. Il sapere può anche derivare da una esperienza ed è qualcosa di consolidato mentre il vedere può accadere nel momento.
Non si sa sempre tutto ma si può imparare e conoscere vedendo. Se si hanno gli occhi chiusi si può non vedere l'elefante che ci schiaccia, ma con uno occhio mezzo aperto però magari vedi l'ombra e ti insospettisce e apri le percezioni.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 12-02-2009, 23.25.14   #14
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Posso vedere una cosa che so ma potrei non sapere una cosa che vedo
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Vecchio 12-02-2009, 23.59.37   #15
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Posso vedere una cosa che so ma potrei non sapere una cosa che vedo
ho letto più di tre volte questa frase e non riesco a capirlasono possibili altre spiegazioni?
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Vecchio 13-02-2009, 00.35.15   #16
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Posso vedere una cosa e saperla e posso vedere una cosa senza saperla.
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Vecchio 13-02-2009, 00.53.57   #17
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Posso vedere una cosa che so ma potrei non sapere una cosa che vedo
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Posso vedere una cosa e saperla e posso vedere una cosa senza saperla.
Non abbiamo detto la stessa cosa se era questa la tua intenzione

Filo, io so che che i cani hanno 4 zampe e posso anche vederlo
Io posso vedere il cielo ma non so quante stelle ci sono, come sono fatte tutte etc....
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Vecchio 13-02-2009, 02.19.14   #18
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Posso vedere una cosa che so ma potrei non sapere una cosa che vedo
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Filo, io so che che i cani hanno 4 zampe e posso anche vederlo
Io posso vedere il cielo ma non so quante stelle ci sono, come sono fatte tutte etc....
Cioè, intendi dire che deve essere fatto mio il dato i cani hanno 4 zampe e vedendolo, constatandolo, riconosco che, appunto, è mio.
Vedendo il cielo, invece so che esiste, lo posso guardare ma comunque, di quella visione, poiché sarò caduco della sostanza, non sono in grado di farlo mio.

Cioè, ancora, vedo ciò che gia so, quel che è più vicino a me ma ho difficoltà, non sono in grado al momento, se pure vedo il cielo, di sapere come è fatto.
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Vecchio 14-02-2009, 01.07.32   #19
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Non abbiamo detto la stessa cosa se era questa la tua intenzione

Filo, io so che che i cani hanno 4 zampe e posso anche vederlo
Io posso vedere il cielo ma non so quante stelle ci sono, come sono fatte tutte etc....
sì le spiegazioni semplici sono quelle che comprendo meglio tornando all'argomento dobbiamo renderci conto che qualcuno possa vedere, conoscere, andare oltre i nostri limiti e dunque fare in modo di aprirci a nuove prospettive, bene, fin qui credo di non sbagliare superare i preconcetti, i pregiudizi, le ostinate impostazioni mentali retaggio della educazione , della dottrina, della scuola, delle esperienze fatte non è cosa da poco ma credo che tutti chi più, chi meno, ci dibattiamo in tale situazione, come migliorarci?
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