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Vecchio 03-02-2011, 15.49.33   #1
Edera
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Predefinito disordini alimentari

Inizio a scrivere un post abbastanza difficile da snocciolare... Avrei bisogno di confrontarmi con voi riguardo un tema piuttosto delicato come quello dei disordini alimentari.
Ho cercato su Ermo ma ho trovato solo una discussione piuttosto datata quindi ho deciso di farmi avanti e di superare un po' il senso di sconforto che mi provoca esporre il disagio. Ovviamente come si capisce ne sono coinvolta in prima persona (bulimia) e oltre a me anche la più piccola delle mie due sorelle(ha alternato fasi di grande dimagrimento a fasi bulimiche). Per fortuna non in forma grave da impedire lo svolgimento di una vita regolare, anche se la piccola è decisamente in un territorio più scivoloso del mio.
Non cerco tanto consigli su cosa fare, a chi rivolgermi ecc... è un passo che ho già fatto, la questione viene già affrontata con la mia analista (per quel che riguarda me) diverso è per la piccola, lasciata un po' a se stessa visto che i genitori si rifiutano di vedere seriamente la cosa.
E' incredibile come gli esseri umani operino tutta una serie rimozioni mentali su se stessi per scappare dalle verità pesanti come quella di una figlia che soffre di disordini alimentari.
Il problema per quel che riguarda la piccola è stato sollevato in famiglia più di qualche volta (io ho preferito rimanere in silenzio perchè tanto avevo già compreso che non c'erano spalle in grado di offrire un sostegno serio), mio padre non avendo altri mezzi reagisce al dolore violentemente, arrabbiandosi, mia madre invece si strugge nel dolore dell'autocompatimento. E' chiaro che nessuno dei due è in grado di farsi un serio esame di coscienza e di iniziare a considerare che forse qualcosa hanno sbagliato anche se vogliono convincersi di aver agito sempre perfettamente. Da una parte mi fa arrabbiare, dall'altra vedo chiaramente i loro limiti e non riesco a fargliene una colpa in toto, hanno veramente fatto quello che secondo loro era il meglio. Mia mamma ne è talmente convinta che un giorno parlandone con me, è uscita con questa frase: 'Quando hai fatto il massimo non riesci a pensare che il risultato sia diffettoso', è stata l'unica volta in cui ho visto un barlume penetrargli nella coscienza.
In ogni caso se ne parlò e poi tutto cadde come al solito nel silenzio, nella speranza che il problema si risolvesse da solo col tempo, crescendo.. ecc ecc. Riuscìì a mandarla anche un paio di volte al consultorio famigliare ma la psicologa era sempre piena e le dava un appuntamento ogni tre settimane, dopo si è fermato tutto e lei riguardo l'argomento si è chiusa in se stessa.
Io invece trovo formelle di grana sciolte dentro i cassetti del suo studio, vasi di cioccolata vuoti nascosti nelle antine della scrivania, vasetti di marmellata come indizi del suo dolore. E poi insomma oltre a tante tare ho un certa capacità empatica e mi basta guardarla. Vedo lei e vedo me stessa, sento una morsa alla pancia, vorrei aiutarla ma non riesco perchè ne ho le braghe piene aiutare me.
Vorrei mi aiutaste a capire cos'è questo problema, vederlo da nuove angolazioni che non posso affrontare con l'analista, vorrei capire dove attecchiscono queste problematiche, andare alla radice e strapparla via violentemente, qualsiasi sia il prezzo.
Questo per quel che riguarda me. Per quel che riguarda la piccola ho capito ultimamente che non ho nessun potere sulla cosa e l'unica che può risolvere qualcosa è lei. E' abbastanza atroce prendere coscienza della nostra impotenza in questo senso, si vorrebbe essere in grado di guarire, di salvare ma l'unica cosa che posso tentare è quella di salvare me stessa.
A volte mi prende qualche mattana romantica e mi verrebbe da stendermi vicino a lei mentre dorme chiedendo a Dio di assorbire tutto quel vuoto che sente dentro e che cerca di riempire col cibo, sono talmente boriosa da credere che so farci i conti meglio di lei.
Vuoto e bulimia sono parole in stretta correlazione, che giro e rigiro dall'analista, cercando le cause, scandagliando l'infanzia, scendendo nei ricordi per trovare i punti dove il pieno si è strappato, le mancanze.
Ho iniziato a pensare che sia abbastanza inutile perchè dopo mesi di relativa calma, basta qualche giorno di pressione e il mostro risalta fuori a prova del fatto che si annida in posti molto profondi dell'essere che non riesco a raggiungere.
Scusate la lunghezza del post, so che è un argomento difficile e che probabilmente qualcuno'altro di voi sa di cosa sta parlando ma non vuole esporsi, lo comprendo.
Tuttavia credo che parlarne possa aiutare a stanare la bestia nera o per lo meno possa fornire qualche arma in più.

Ultima modifica di Edera : 03-02-2011 alle ore 15.51.41.
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Vecchio 03-02-2011, 16.52.46   #2
Ray
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Questo per quel che riguarda me. Per quel che riguarda la piccola ho capito ultimamente che non ho nessun potere sulla cosa e l'unica che può risolvere qualcosa è lei. E' abbastanza atroce prendere coscienza della nostra impotenza in questo senso, si vorrebbe essere in grado di guarire, di salvare ma l'unica cosa che posso tentare è quella di salvare me stessa.
Hai ragione, è un argomento molto vasto e per molti versi spigoloso, ma abbiamo tutto lo spazio per parlarne con calma, non dobbiamo certo arrivare al nocciolo in un post.

La parte che ho citato indicherebbe che sei sulla buona strada... ho detto indicherebbe perchè altri passi mi mostrano che sta cosa sta entrando ma non è ancora entrata del tutto. D'altra parte hai certamente preso il toro per le corna e questa è un'ottima cosa.

Perchè dico che questo passo è importante? Perchè alla base dei disturbi alimentari c'è una difettosa differenziazione ad un livello primario dalla madre. C'è nella mitologia greca un mito che dice moltissimo sui disturbi alimentari (e non solo su qelli ovviamente) ed è quello di Kore-Persefone, sul quale volendo possiamo approfondire (tu senz'altro puoi trovarci degli spunti).

C'è ovviamente anche un discorso di "nutrimento" alla base del problema, nutrimento non fisico male e poco ricevuto ma in un modo un po' particolare, non il solito che genera il classico tratto depressivo e stop. Quello c'è anche, ma non solo.
C'è, dicevo, una particolarità nella nutrice, che spesso viene ereditata dalla figlia col problema alimentare... nel mito che dicevo è indicata benissimo dai fiori che Kore annusa prima di venire rapita... ma bon, tocca leggersi il mito.

Vabbeh, argomento enorme, si possono dare moltissimi altri spunti oltre a questi... siamo qua, parliamone.
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Vecchio 03-02-2011, 18.14.06   #3
Edera
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Hai ragione, è un argomento molto vasto e per molti versi spigoloso, ma abbiamo tutto lo spazio per parlarne con calma, non dobbiamo certo arrivare al nocciolo in un post.
Grazie
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La parte che ho citato indicherebbe che sei sulla buona strada... ho detto indicherebbe perchè altri passi mi mostrano che sta cosa sta entrando ma non è ancora entrata del tutto.
Mi serve un aiuto, forse parli dei passi 'sentimentali' in cui dico che gli succhierei via il suo male e che mi affermo più in grado di lei di affrontarlo ?

Citazione:
C'è nella mitologia greca un mito che dice moltissimo sui disturbi alimentari (e non solo su qelli ovviamente) ed è quello di Kore-Persefone, sul quale volendo possiamo approfondire (tu senz'altro puoi trovarci degli spunti).
Me lo procuro senz'altro poi magari parlo di quello che ci ho trovato.
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Vecchio 03-02-2011, 22.27.30   #4
Grey Owl
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[... ]Avrei bisogno di confrontarmi con voi riguardo un tema piuttosto delicato come quello dei disordini alimentari...

[... ]Tuttavia credo che parlarne possa aiutare a stanare la bestia nera o per lo meno possa fornire qualche arma in più.
Mi trovo in imbarazzo ed il mio senso del pudore mi frena ulteriormente, si tratta di un argomento delicato perchè si trova nella sfera privata che in qualche modo ti senti di condividere con noi.

Provo a farti una serie di domande che sono un modo per capire meglio questo argomento che mi è sconosciuto, perdonami fin da ora se troverai le mie domande troppo invadenti.

La modalità con cui poter condividere mi è sconosciuta, in primis non comprendo fino in fondo cosa voglia dire bulimia, i disordini alimentari sono una conseguenza di un'atteggiamento mentale?

Comprendo il tuo sforzo, il disagio è certamente grande ma la tua forza è maggiore, quella forza che ti ha spinto ad aprire questo 3d.

Mi ha colpito molto quando parli che la bulimia fa parte della tua vita, ne sei co-involta. Di seguito parli di tua sorella (la piccola) e vedi in lei una te stessa più in difficoltà con la bestia nera. Ed i tuoi genitori che rifiutano di vedere il "problema".

La cosa che saltata all'occhio è che passi a definire i tuoi genitori con un generico "esseri umani" che operano tutta una serie di rimozioni mentali su se stessi per scappare dalle verità pesanti...

Se non c'è la spalla per il sostegno in nessuno dei due genitori allora a cosa ci si sostiene?

Tua madre con quella frase si è voluta togliere la propria resposabilità rispetto al problema, infelice parlare di risultato difettoso. Mi pare che quel silenzio assordante sia un'elemento di sofferenza in più.

Altra cosa che mi salta all'occhio è che vorresti risolvere questo problema non sanando o lenendo le ferite ma bensì strappandolo via violentemente.

Se si potesse dare una raffigurazione di quello che si prova dentro, questa cosa è più un vuoto da riempire oppure una bestia da sfamare?
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Vecchio 04-02-2011, 11.30.41   #5
Edera
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Mi trovo in imbarazzo ed il mio senso del pudore mi frena ulteriormente,
Mi spiace Grey, forse mi sentirei in imbarazzo anch'io al tuo posto, tuttavia grazie

Citazione:
i disordini alimentari sono una conseguenza di un'atteggiamento mentale?
Mmm non saprei risponderti bene, cosa intendi per atteggiamento mentale?
Citazione:

Mi ha colpito molto quando parli che la bulimia fa parte della tua vita, ne sei co-involta.
In realtà questo problema fa parte della mia vita da un paio di anni abbondanti. Tutto sommato guardando il corso del disagio nel suo complesso, fortunatamente l'entità è lontana rispetto a chi ne è coinvolto gravemente. Io credo sia un aspetto sempre della stessa bestiaccia che nel corso della mia vita ha preso volti e nomi differenti. .. Parlando con l'analista siamo arrivate anche alla conclusione che in realtà la bulimia è già un aspetto più superficiale (nel senso che rispetto a prima è meno radicato in profondità), forse più 'cosciente' di un qualcosa che precedentemente era più fondo e quindi più 'grave'.
Citazione:
La cosa che saltata all'occhio è che passi a definire i tuoi genitori con un generico "esseri umani" che operano tutta una serie di rimozioni mentali su se stessi per scappare dalle verità pesanti...
Qui sembro un po' megalomane ma in realtà l'osservazione del comportamento dei miei genitori rispetto a questo problema mi ha portato più volte a una rilfessione sull'atteggiamento assurdo col quale noi, come razza umana ci poniamo rispetto a una realtà scomoda. Trovo davvero singolare che due genitori , i quali dovrebbero avere come primo obiettivo il bene dei loro figli, preferiscano mettere le cose sotto il tappeto pur di non mettere in discussione se stessi. Non è assurdo? E' più importante l'immagine che si vuole conservare di sè stessi rispetto ai propri figli? Sembra di sì!
Credo colpisca il fatto che li chiamo 'esseri umani', (ma credimi non mi chiamo fuori dalla razza) è perchè mi serve studiare in maniera abbastanza staccata i comportamenti che vedo intorno.
Citazione:
Se non c'è la spalla per il sostegno in nessuno dei due genitori allora a cosa ci si sostiene?
In teoria su se stessi, in pratica finchè non si è davvero in grado di farlo, si cercano sostegni un po' ovunque a volte con cognizione, altre senza. Non lo si può trovare dove è mancato all'epoca altrimenti ho idea si passi tutta la vita in uno stadio infantile a chiedere qualcosa che non può esistere..

Citazione:
Altra cosa che mi salta all'occhio è che vorresti risolvere questo problema non sanando o lenendo le ferite ma bensì strappandolo via violentemente.
Non credo sia qualcosa di sanabile o recuperabile credo che certi parti dove vanno a radicarsi queste problematiche siano da demolire e rifare tutte da capo, con nuovi mezzi e altro materiale, ammesso sia possibile.
Poi ho anche questo modo di esprimermi un po' colorito sicuramente non si può passare con una palla demolitrice ma una certa decisione credo ci voglia.

Citazione:
Se si potesse dare una raffigurazione di quello che si prova dentro, questa cosa è più un vuoto da riempire oppure una bestia da sfamare?
Qui non riesco a risponderti razionalmente devo usare un po' di sentimentalismo: è vuoto Grey, un vuoto che si allarga e ti toglie il respiro, la volontà facendoti cadere nella meccanicità pura. Le bulimiche non mangiano per fame o per gusto, solo all'inizio il gusto ha una certa importanza. Ma c'è chi arriva a mangiare roba surgelata, tanto per dare l'idea di cosa conti in realtà il piacere.
In certi casi una persona inizia ad avere problemi alimentari perchè magari è sovrappeso o non si piace, riversa un disagio interno sull'immagine esterna riflessa allo specchio.
Sia io che mia sorella, possiamo riternerci fortunate in quanto ad aspetto fisico, non siamo miss universo ma non possiamo nemmeno lamentarci, lei poi sembra davvero disegnata col pennello. Eppure non c'entra niente è come se non fosse mai abbastanza, come se fosse un semplice involucro vuoto da controllare.
Il controllo ha un grosso ruolo in tutto questo.
A volte per capirci qualcosa ho provato a isolare le sensazioni che precedono le crisi, frenando gli impulsi del cibo e ascoltando cosa veniva su.. E' ansia pura, senza nome, senza tempo, senza volto.
Grazie per avermi dato modo di tirare fuori qualcosa, vorrei direi comunque che mentre ne parlo sono abbastanza serena e questi giorni non sono stati segnati da episodi particolari
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Vecchio 04-02-2011, 12.01.55   #6
RedWitch
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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
...........
Vorrei mi aiutaste a capire cos'è questo problema, vederlo da nuove angolazioni che non posso affrontare con l'analista, vorrei capire dove attecchiscono queste problematiche, andare alla radice e strapparla via violentemente, qualsiasi sia il prezzo.
Piacerebbe anche a me capire bene questo problema, mi ha colpito molto il titolo che hai dato al thread "disordini alimentari", perchè qualche problema l'ho anch'io, sebbene non lo abbia mai affrontato con il nome di bulimia perchè a questa parola associo il mangiare senza freni e poi il vomito. Io mi sono sempre fermata alla prima fase, non mi sono mai procurata il vomito, pero' capisco bene quando scrivi che trovi i vasetti vuoti nascosti negli armadi... l'ho fatto per diverso tempo, e come voi in casa non ho trovato appoggi, anzi a distanza di anni ogni tanto mi viene rinfacciato con un misto di ironia e altro, credo rabbia.

Ho sempre associato questo problema al poco amore che ho verso il mio aspetto fisico, ma in realtà non l'ho mai nemmeno preso in considerazione come un problema vero e proprio, anche se ancora oggi ogni tanto si ripresentano periodi in cui ho l'impellenza di riempire il più velocemente possibile dei vuoti a cui non so nemmeno dare un nome.

Ultimamente credo di aver capito, anche se non siamo nella sezione adatta che sia una manifestazione del nero, perchè a me capita di ingurgitare senza cognizione di causa, preferibilmente cioccolato o porcherie varie, ma anche, mentre preparo la cena ad esempio un pezzetto di formaggio, di pane o qualsiasi cosa abbia tra le mani , che possa riempire, ma il vuoto non è quasi mai fame.

Un giorno non molto tempo fa, parlando con un medico di comportamento alimentare, mi ha detto una cosa che mi ha colpita e che forse puo' essere utile anche a te Edera, gli raccontavo che non è quello che mangio a tavola il problema, e lui mi ha detto: "ho capito, sono i sommersi " .
Da quel giorno, mi gira in testa questa parola, perchè in effetti, uno degli aspetti di questo mangiare smodato è proprio la solitudine che si cerca per farlo, il non essere visti, in buona parte credo sia per non essere giudicati, ma credo ci sia anche dell'altro... il fatto di mangiare di nascosto e di non parlarne con nessuno (o quasi), perchè è una cosa di cui vergognarsi...

Non lo so, ci sto ragionando adesso..

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Vuoto e bulimia sono parole in stretta correlazione..........
Si sono da'ccordo, quel che sento una specie di voragine che va colmata il più in fretta possibile.

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Perchè alla base dei disturbi alimentari c'è una difettosa differenziazione ad un livello primario dalla madre.
Ray non riesco a capire il senso di questa frase, cosa significa "difettosa differenziazione ad un livello primario della madre"?
Riusciresti a dire la frase diversamente?
Nel frattempo mi cerco il mito, e vedo se riesco a cavarne qualcosa anch'io.


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Originalmente inviato da Ray
C'è ovviamente anche un discorso di "nutrimento" alla base del problema, nutrimento non fisico male e poco ricevuto ma in un modo un po' particolare, non il solito che genera il classico tratto depressivo e stop. Quello c'è anche, ma non solo.
Quindi si tratta sempre di amore non ricevuto o mal ricevuto?


Ps: Edera, vorrei ringraziarti per questo thread, è davvero un argomento delicato, e mi hai permesso di iniziare ad esplorare qualcosa che non volevo vedere.

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Vecchio 04-02-2011, 12.10.38   #7
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Ho trovato più di qualche libro che mette in correlazione il mito di Kore-Persefone con l'anoressia (ma non con la bulimia, secondo me ha qualche sfumatura diversa), può andare bene comunque?
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Vecchio 04-02-2011, 12.12.32   #8
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Ps: Edera, vorrei ringraziarti per questo thread, è davvero un argomento delicato, e mi hai permesso di iniziare ad esplorare qualcosa che non volevo vedere.

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Vecchio 04-02-2011, 14.33.09   #9
Ray
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Ho trovato più di qualche libro che mette in correlazione il mito di Kore-Persefone con l'anoressia (ma non con la bulimia, secondo me ha qualche sfumatura diversa), può andare bene comunque?
Secondo me si.
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Vecchio 04-02-2011, 17.51.00   #10
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Piacerebbe anche a me capire bene questo problema, mi ha colpito molto il titolo che hai dato al thread "disordini alimentari", perchè qualche problema l'ho anch'io, sebbene non lo abbia mai affrontato con il nome di bulimia perchè a questa parola associo il mangiare senza freni e poi il vomito. Io mi sono sempre fermata alla prima fase, non mi sono mai procurata il vomito

Bis ci sono anch'io, uguale uguale.
Però non lascio vasetti nascosti in giro, butto via tutto,è il bello di essere a casa propria
Comunque delle volte mangiando mi fermo e ho la nettissima sensazione che tutto è tranne che fame.

Avevo l'idea che fosse l'anoressico a vomitare, guarda un pò, infatti non avevo mai capito la reale differenza tra le due malattie.
Avevo un moroso che aveva superato l'anoressia, almeno così diceva, imponendosi delle regole fisse, costanti, e la fidanzata di mio fratello aveva delle sue costanti fisse sul cibo che nel tempo si sono trasformate, appunto, in anoressia e poi in una patologia più grave.

Sempre la mamma alla base eh?

Mi chiedo se la differenza tra anoressia e bulimia sia dovuta ad una mancanza di affettività nel primo caso e un'affettività scostante nel secondo.
Nel suggerimento di Ray c'è il fiore, il narciso, ossia una personalità tutta incentrata su se stessa, una madre molto egocentrica che tenderà a non curarsi molto dei figli o di curarli come se fossero merce da esposizione? Un prolungamento di se stesse?

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Vecchio 04-02-2011, 18.25.41   #11
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Ho notato che spesso le madri di questi soggetti anoressici o bulimici sono maniache della pulizia.
C'è qualche nesso particolare?
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Vecchio 04-02-2011, 18.40.17   #12
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Ho notato che spesso le madri di questi soggetti anoressici o bulimici sono maniache della pulizia.
C'è qualche nesso particolare?
Non credo Diamantea, forse può essere anche così ma almeno nel nostro caso mia madre non lo è affatto..Si tratta di una patologia con infinite varianti, l'unica cosa fissa sul quale focalizzarsi credo sia il processo di differenziazione dalla madre
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Vecchio 04-02-2011, 18.45.18   #13
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Un prolungamento di se stesse?

Sì, credo sia una tipologia di madre che tenta di trovare l'individualità attraverso il parto e i figli, come se avesse bisogno di riviversi attraverso altri corpi, mettere il suo dentro altri contenitori
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Vecchio 04-02-2011, 18.53.15   #14
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Sì, credo sia una tipologia di madre che tenta di trovare l'individualità attraverso il parto e i figli, come se avesse bisogno di riviversi attraverso altri corpi, mettere il suo dentro altri contenitori
A proposito mi sono venute in mente le reazioni che avevo nei suoi confronti in adolescenza, periodo in cui si dovrebbe iniziare credo a differenziarsi dalla madre, vi dico che a distanza di anni mi viene ancora la pelle d'oca a pensarci, ho fatto certi gesti per affermare la mia individualità..Lasciamo stare va Sicuramente la mia adolescenza (da cui inzio ora a mettere fuori i piedi) sarà stata tutto fuor che piatta, via mettiamola così.
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Vecchio 04-02-2011, 18.53.23   #15
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Intervengo anche se non posso aiutare nessuno su questa cosa ma solo portare delle considerazioni che mi sorgono.

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Per quel che riguarda la piccola ho capito ultimamente che non ho nessun potere sulla cosa e l'unica che può risolvere qualcosa è lei. E' abbastanza atroce prendere coscienza della nostra impotenza in questo senso, si vorrebbe essere in grado di guarire, di salvare ma l'unica cosa che posso tentare è quella di salvare me stessa.
Ed è il migliore aiuto che tu possa darle anceh se sembra che tu stia pensando solo a te stessa.
Quote:

A volte mi prende qualche mattana romantica e mi verrebbe da stendermi vicino a lei mentre dorme chiedendo a Dio di assorbire tutto quel vuoto che sente dentro e che cerca di riempire col cibo, sono talmente boriosa da credere che so farci i conti meglio di lei. Se posso, potrebbe essere un altro modo di riempire il vuoto.
Succede di avere queste "mattate romantiche" ma a volte, non dico sempre, prendersi cura degli altri è un altro modo per proiettare il bisogno e il vuoto che si ha dentro, invece ceh sul cibo sulle persone care. In questo caso tu vorresti assorbire in te il suo disagio, riempirti del suo disagio, posso dire ingurgitare il suo dolore?

Forse un approccio troppo mentale alla ricerca nella memoria del nodo cruciale non è sempre utile per solvere alcune questioni. Per esperienza so che spesso, se il nodo è troppo troppo in profondità, per arrivare a toccarlo è nel presente che si deve vivere. Non sto dicendo che l'elaborazione del passato non serva... serve se vengono su le emozioni, se davvero ci riappriopriamo di quel passato facendolo diventare presente. Sto dicendo che nella vita quotidiana ci dovremmo ricordare del braccio anche se non duole. Non è certo la cosa più facile del mondo però forse è possibile prevedere l'arrivo della crisi e prevenirla cambiando subito atteggiamento o cercando di farlo almeno.
Se conosco la mia meccanicità e so che sotto stress perdo energia e mi deprimo, o che con certe persone mi lascio risucchiare.. posso prevenire stando molto più concentrata sin dall'inizio, senza preoccuparmi di ciòche sarà ma cercando di essere nel presente, di essere nelle cose che faccio, di disperdermi il meno che posso.
Questo in generale.

Edera, tu fai yoga, giusto ieri mi spiegavano che le asana sono una sorta di meditazione dinamica perchè ogni parte di te è dentro ciò che stai facendo (dinamica perchè la mente fa più cose, non so come e quanto sia corretta la definizione). Prendi il così detto "saluto al sole" è dinamico ma la mente è ferma, o dovrebbe esserlo, in quello che fai. Questo è eccezionalmente calmante. L'ansia quindi si potrebbe sia prevenire che curare mettendo noi stessi sempre in ciò cha facciamo.
Purtroppo non è una formula magica.
Spesso facendo così, o cambiando atteggiamento verso certe cose, ho scoperto di aver sciolto nodi, o che quanto meno, mi son venute su cose nuove ed insospettabili solo cercando di cambiare atteggiamento verso certe dinamiche meno profonde da sradicare. In fondo è tutto collegato. Le radici, il tronco, i rami, le foglie...
__________________
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p.s. con il post sopra non intendo distogliere l'attenzione dal problema, o dal discutere sulla tematica, anzi mi interessa sentire del mito citato. Volevo solo sottolineare come a volte spostare il lavoro altrove possa essere molto vantaggioso.
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Vecchio 04-02-2011, 19.04.13   #17
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Edera, tu fai yoga, ..
Grazie delle tue parole Sole, in realtà non faccio più yoga perchè il maestro ha avuto dei comportamenti scorretti, da quattro mesi faccio della banale palestra, senno stare otto/dieci ore seduta e non muoversi..
Ti dirò che alla fine pur nella meccanicità degli esercizi ho trovato una correlazione con questa parte della mia vita: cioè fare forza, stare nel fisico, nel corpo ma soprattutto sono forza e volontà che mi servono.
E ha dei risvolti estetici sul fisico che mi aiutano ad affrontare la disistima che provo in fondo nei miei confronti.
Ciò non toglie nulla, potrei fare il saluto al sole a casa, al mattino. Credo però che per lo yoga, fatto seriamente ci voglia un maestro, se lo trovassi mollerei la palestra stasera.
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Vecchio 04-02-2011, 19.12.30   #18
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Ciò non toglie nulla, potrei fare il saluto al sole a casa, al mattino. Credo però che per lo yoga, fatto seriamente ci voglia un maestro, se lo trovassi mollerei la palestra stasera.

Lo yoga voleva essere solo un esempio perchè sapevo che avresti potuto capire cosa intendevo.
In realtà puoi farlo facendo il caffè. Fare il caffè o berlo, facendo solo ed esclusivamente il caffè aiuta ad arginare i pensieri meccanici e l'ansia. Così ogni cosa della giornata per quanto ci riesce. In realtà è un continuo dimenticarsi, ma l'esercizio è proprio ricordarsi di se.
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Se dovessi sintetizzare in maniera estrema direi che di fondo alla base della bulimia c'è il sentirsi costretti, dei figli, a crescere velocemente per sopperire una mancanza di crescita della madre. Viceversa nell'anoressia c'è il bisogno di accontentare la mamma che vorrebbe che i figli rimanessero sempre piccoli...
Le due cose (bulimia e anoressia) spesso si intrecciano perchè la mamma può presentare entrambi gli aspetti in percentuali e tempi variabili.

Questa è una estrema sintesi, va sempre visto e studiato caso per caso, ma questi aspetti si trovano sempre, più o meno accennati.
Il problema più grande di questi disturbi dell'alimentazione è che le mamme non accettano il fatto che dovrebbero mettersi in gioco insieme ai figli, quindi in questi casi l'unico percorso risanatore percorribile è quello che porta la figlia o il figlio a rendersi indipendente.
Se la cosa riesce, lascia la mamma insoddisfatta, non riesce a vederla come una vittoria perchè comunque ha perso qualcosa.
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Vecchio 04-02-2011, 19.28.21   #20
Sole
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E ha dei risvolti estetici sul fisico che mi aiutano ad affrontare la disistima che provo in fondo nei miei confronti.
Sono indecisa se rispondere.. spero di non esagerare.

Il risvolto estetico potrebbe essere una proiezione pericolosa su cui poggi il tuo star bene, che non sta quindi sostenendosi dentro di te ma lo hai affidato ancora al tuo corpo, ad una immagine esterna e quindi agli altri... a ciò che vedono gli altri. Se tu fossi su un'isola deserta te ne fregheresti. Almeno io me ne fregherei...
Come se avessi spostato la soluzione, ma l'effetto del problema fosse sempre lì.
Certo va benissimo curare il corpo, ma non l'immagine... e questa potrebbe essere una fogliolina.

Mi fermo qui..

EDIT: non ho letto UNO
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 04-02-2011, 22.39.24   #21
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Sono indecisa se rispondere.. spero di non esagerare.

Il risvolto estetico potrebbe essere una proiezione pericolosa su cui poggi il tuo star bene,
Non avere paura di esagerare Sole.
Sì è una proiezione pericolosa tuttavia credo si vada avanti a compromessi.. Cioè meglio andare in palestra che vomitare. Ci vado tre volte la settimana non mi spacco di esercizi, tengo una certa regolarità.
Per quel che riguarda l'immagine abbiamo idee diverse.. Non vivo in un isola deserta, amo vestirmi come mi sento a mio agio, e sentirmi apprezzata soprattutto dalla persona con cui sto. Insomma non credo sia nelle mie corde rinunciare a qualche vezzo femminile, ovviamente con buon senso. Non credo starei meglio sempre in tuta e scarpe da ginnastica, credo che stare bene con la propria immagine sia accordarla al proprio sentire quindi ci sta tutto: tuta, tacco, abito da sera, pigiama felpato.
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Vecchio 04-02-2011, 23.01.42   #22
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Non avere paura di esagerare Sole.
Sì è una proiezione pericolosa tuttavia credo si vada avanti a compromessi.. Cioè meglio andare in palestra che vomitare. Ci vado tre volte la settimana non mi spacco di esercizi, tengo una certa regolarità.
Per quel che riguarda l'immagine abbiamo idee diverse.. Non vivo in un isola deserta, amo vestirmi come mi sento a mio agio, e sentirmi apprezzata soprattutto dalla persona con cui sto. Insomma non credo sia nelle mie corde rinunciare a qualche vezzo femminile, ovviamente con buon senso. Non credo starei meglio sempre in tuta e scarpe da ginnastica, credo che stare bene con la propria immagine sia accordarla al proprio sentire quindi ci sta tutto: tuta, tacco, abito da sera, pigiama felpato.
Mi pare che tu non abbia alcun problema Edera !
Mi pare che tu abbia un equilibrio invidiabile .
Credo anche che tu possa senz'altro aiutare tua sorella
se ne avesse bisogno piu' che non l'analista .

Ultima modifica di nikelise : 04-02-2011 alle ore 23.06.56.
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Vecchio 04-02-2011, 23.18.08   #23
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Non avere paura di esagerare Sole.
Sì è una proiezione pericolosa tuttavia credo si vada avanti a compromessi.. Cioè meglio andare in palestra che vomitare. Ci vado tre volte la settimana non mi spacco di esercizi, tengo una certa regolarità.
Per quel che riguarda l'immagine abbiamo idee diverse.. Non vivo in un isola deserta, amo vestirmi come mi sento a mio agio, e sentirmi apprezzata soprattutto dalla persona con cui sto. Insomma non credo sia nelle mie corde rinunciare a qualche vezzo femminile, ovviamente con buon senso. Non credo starei meglio sempre in tuta e scarpe da ginnastica, credo che stare bene con la propria immagine sia accordarla al proprio sentire quindi ci sta tutto: tuta, tacco, abito da sera, pigiama felpato.
No, non abbiamo affatto idee diverse, anzi.
Non inendevo in quel senso l'immagine.
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Vecchio 05-02-2011, 01.05.06   #24
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Se dovessi sintetizzare in maniera estrema direi che di fondo alla base della bulimia c'è il sentirsi costretti, dei figli, a crescere velocemente per sopperire una mancanza di crescita della madre. Viceversa nell'anoressia c'è il bisogno di accontentare la mamma che vorrebbe che i figli rimanessero sempre piccoli...
Le due cose (bulimia e anoressia) spesso si intrecciano perchè la mamma può presentare entrambi gli aspetti in percentuali e tempi variabili.

Questa è una estrema sintesi, va sempre visto e studiato caso per caso, ma questi aspetti si trovano sempre, più o meno accennati.
Ma tu ritieni che possano presentarsi casi tutti rivolti verso uno di questi due aspetti? Ossia, separi anoressia da bulimia?
Io penso che siano due facce della stessa medaglia... hanno due nomi diversi ma sono la stessa cosa, nel senso che hanno la stessa natura.
D'altra parte, una madre che vuole mantenere la figlia piccola è una madre non cresciuta... forse in casi meno gravi potrebbe presentarsi solo l'aspetto bulimico ma alla fin fine io penso che, anche se in misura a volte molto diversa, siano sempre presenti entrambe le richieste: resta piccola per me e cresci in fretta per me (ovviamente per certi versi piccola e per certi altri grande). Per altro l'ambivalenza della richiesta e la sua impossibilità è uno degli aspetti del problema.


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Il problema più grande di questi disturbi dell'alimentazione è che le mamme non accettano il fatto che dovrebbero mettersi in gioco insieme ai figli, quindi in questi casi l'unico percorso risanatore percorribile è quello che porta la figlia o il figlio a rendersi indipendente.
Se la cosa riesce, lascia la mamma insoddisfatta, non riesce a vederla come una vittoria perchè comunque ha perso qualcosa.
Questo è importantissimo.
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Vecchio 05-02-2011, 01.50.02   #25
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No, non abbiamo affatto idee diverse, anzi.
Non inendevo in quel senso l'immagine.
Scusami credo di aver frainteso, ci rifletto e tiro fuori qualcos'altro.
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