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Vecchio 17-06-2011, 13.40.07   #26
diamantea
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Nessuno può costringere chicchessia ad odiare.
Va bene lo dico in un altro modo.
Per andare d'accordo due persone occorre l'impegno e la volontà di entrambi.
A volte accade, e a me è accaduto con mio padre, che l'altro non ne vuol sapere di un buon rapporto, mantenendo costante atteggiamenti distruttivi che con tutta la buona volontà e l'amore che si prova per quella persona si finisce con l'odiarla nostro malgrado.
Io personalmente mi sono sentita costretta dal comportamento di mio padre ad odiarlo perchè lui non mi dava modo e spazio per nutrire d'amore il nostro rapporto.
Dico costretta perchè è stato mio malgrado, il mio desiderio era quello di andarci d'accordo malgrado tutto, era mio padre e ci vivevo accanto, ma poi lui ha portato la cosa a un punto di non ritorno, ho dovuto lasciare la mia casa in due ore. Ci sono decisioni che ci si costringe a prendere quando vorremmo fare diversamente, anche nutrire sentimenti in un senso o in un altro.
Forse è sbagliato usare il verbo costringere verso si sentimenti, se tu ne conosci uno adeguato me lo dici per favore così imparo a usare quello giusto.
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Vecchio 17-06-2011, 13.54.18   #27
Ray
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Forse è sbagliato usare il verbo costringere verso si sentimenti, se tu ne conosci uno adeguato me lo dici per favore così imparo a usare quello giusto.
Beh, suscitare io lo vedo meglio, però più che il verbo il problema è del concetto... che a sua volta dipende da come ci sentiamo (costretti) solo però se restiamo in superficie.
Nessuno ha il potere di farmi odiare alcuno... a nessuno concedo questo potere. Gli eventi esterni è vero che suscitano dei sentimenti in noi, ma è altrettanto vero che questi sentimenti sono il risultato dell'incontro tra gli eventi esterni e l'ambiente interno. Se sui primi non ho potere sul secondo si. Quindi, banalmente, se ciò che qualcosa mi suscita non mi piace, non lo coltivo.
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Vecchio 17-06-2011, 14.55.34   #28
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Gli eventi esterni è vero che suscitano dei sentimenti in noi, ma è altrettanto vero che questi sentimenti sono il risultato dell'incontro tra gli eventi esterni e l'ambiente interno. Se sui primi non ho potere sul secondo si. Quindi, banalmente, se ciò che qualcosa mi suscita non mi piace, non lo coltivo.
Certo in teoria è così, nella pratica dipende dalla portata dell'evento, poi col cavolo che non coltivo l'odio.
Sarebbe un bene parlare più approfonditamente di questo ambiente interno che favorisce o meno il coltivare i sentimenti suscitati. Cos'è di fatto l'odio? da dove viene? ha una funzione? basta solo la volontà per non odiare?

Io credo che il discorso sull'odio possa collegarsi al discorso del distacco.
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Vecchio 17-06-2011, 18.19.39   #29
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Sarebbe un bene parlare più approfonditamente di questo ambiente interno che favorisce o meno il coltivare i sentimenti suscitati. Cos'è di fatto l'odio? da dove viene? ha una funzione? basta solo la volontà per non odiare?
Con il discorso di Edera abbiamo notato che il sentire odio nasce dall'emozione della rabbia. Più rabbia c'è, maggiore sarà l'odio. E la rabbia nasce generalmente da conflitti, come quasi tutte le emozioni.
Io l'odio lo definirei come un sentimento verso qualcosa che non ci è indifferente ma che non va come vorremmo. Stessa cosa l'amore è verso qualcosa che non ci è indifferente ma che ci fa stare molto bene. Parliamo sempre di amore generalmente inteso e non di individui.
Se non ci fossero odio e amore a muovere le azioni amore non ci sarebbe movimento e possibilità di conoscersi.
L'odio è un ottimo spunto per indagare la rabbia che lo stimola.

Ad esempio mi ricordo molto bene la prima volta che ho odiato profondamente una persona. Poveraccio... stavo proiettando su di lui il profondo disagio che provavo.
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Vecchio 17-06-2011, 18.21.12   #30
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Io credo che il discorso sull'odio possa collegarsi al discorso del distacco.
Si, ma non solo. Ogni emozione ed ogni sentimento è ricoducibile a quel discorso.
Infatti non è dall'altro che prendiamo le distanze ma dalle nostre reazioni.
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Vecchio 18-06-2011, 00.18.20   #31
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Dietro l'odio non ci sta solo proiezione del nostro disagio o della nostra rabbia, ci sta molto spesso dolore profondo, ferite che non si rimarginano e non è perchè è stato ferito il nostro orgoglio ma qualcosa di più profondo che non può risanarsi. Ci sono perdite incolmabili che generano odio. L'odio come sentimento senza la reazione della rabbia io credo possa esistere.
Può esistere l'odio che fa commettere azioni più che reazioni che mi sembra appartengano più alla rabbia.
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Vecchio 18-06-2011, 00.57.00   #32
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Non stavo banalizzando Diam, stavo semplificando.
Il disagio è dolore, la profondità di questo disagio è una percezione del singolo.

_______________________________________________
Proverei a distaccarci per un attimo da esempi personali, per me diventa più semplice osservare le dinamiche. Possiamo prendere come esempio qualcosa di più generico come l'odio raziale o esempi simili.
Si può considerare ad esempio che l'odio raziale nasce dalla paura del diverso. Odio il diverso e amo il simile. Diverso e simile rispetto a cosa però? Rispetto sempre a ciò che vogliamo noi. Nell'odio raziale ci potrebbe essere la preservazione della specie, o la dichiarazione di superiorità di una rispetto ad un'altra, la paura di essere dominati o la paura di essere uccisi, ancora tante altre paure che fanno nascere rabbie e conflitti, e ciò che nasce da questo è Odio.
Ecco, forse una buona definizione per descrivere cosa voglio intendere potrebbe essere che l'odio è il contenitore di una serie di emozioni negative rispetto ad una situazione. E su qualcuno o qualcosa questo contenitore va rimesso o proiettato facendo fare all'altro da contenitore a quell'odio.
Di base infatti non si odia realmente l'altro perchè è nero o rosso o ebreo o cristiano, cattivo o buono, bello o brutto, ricco o povero ecc ecc ma si odio quello che ci fa vedere e che muove in noi. Si odia quello che ci ricorda e che gli si ri-proietta.

Si odia qualcuno per ciò che ci ha fatto ma se ci volessimo bene si scioglierebbe quell'odio perchè capiremmo che non ha senso farci del male oltre il male ricevuto. Però mi rendo conto che quest'ultima frase è più buon augurante che altro.
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Vecchio 18-06-2011, 00.57.39   #33
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Con il discorso di Edera abbiamo notato che il sentire odio nasce dall'emozione della rabbia. Più rabbia c'è, maggiore sarà l'odio. E la rabbia nasce generalmente da conflitti, come quasi tutte le emozioni.
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Non so, a me sembra che la rabbia sia invece la manifestazione dell'odio, che sta sotto, spesso meglio nascosto rispetto alla rabbia. Detto in altre parole, quando sento salire rabbia verso qualcuno è facile che sotto la cenere ci sia odio più antico.


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...........
L'odio come sentimento senza la reazione della rabbia io credo possa esistere
Magari apparentementer, verso l'esterno puo' essere che non esca rabbia, ma ti è mai capitato di odiare senza provarla?
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Vecchio 18-06-2011, 00.58.37   #34
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L'odio come sentimento senza la reazione della rabbia io credo possa esistere.
Può esistere l'odio che fa commettere azioni più che reazioni che mi sembra appartengano più alla rabbia.
Io non lo vedo, prova a farmi un esempio.
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Vecchio 18-06-2011, 01.15.51   #35
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Non so, a me sembra che la rabbia sia invece la manifestazione dell'odio, che sta sotto, spesso meglio nascosto rispetto alla rabbia. Detto in altre parole, quando sento salire rabbia verso qualcuno è facile che sotto la cenere ci sia odio più antico.
Però ci sono persone che odiano senza manifestare rabbia anche se dentro è dominante.
Però forse ho capito cosa intendi dire, partiamo da punti di visti diversi. Tu dici che se mi fanno qualcosa mi viene rabbia ma se scavo c'è odio e se non ci fosse quell'odio non mi arrabbierei neppure. Si, ma penso che questa rabbia proiettata sul fatto di oggi è nata dallo stimolo del ricordo di quell'odio antico, che a sua volta nasceva da fatti ed eventi che lo hanno generato. Spero non sia troppo intorcolato.
Voglio dire che ciò che si manifesta è ciò che cerca di svegliare il mostro che dorme, ma le sue radici chissà dove sono.
Io parto dal presupposto che prima mi fanno arrabbiare, poi se non l'ho vinta inizio a covare odio. E che comunque di base c'è la paura che fa difendere.
L'odio si cova, è lungo. La rabbia si scatena o si fomenta, certo già ci sono motivi e scintille perchè bruci.
Anche quando esprimo verbalmente odio o rabbio le emozioni che accompagnono sono differenti. Tipo se dico: ti odio quando fai così. Io sento di riferirmi a cose che mi fanno arrabbiare, per cui ho già maturato rabbia.
Ma se dico: mi fai arrabbiare se fai così, non sento odio ma solo conflitto e rabbia che vien su, ma non c'è ancora l'odio.

Forse l'odio è una rabbia incontenibile che si trasforma in un vero mostro. Come l'amore è un gioia incontenibile dell'innamoramento che poi si trasforma un cuore gigante.
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Vecchio 18-06-2011, 14.44.11   #36
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Io non lo vedo, prova a farmi un esempio.
Anni fa conobbi una persona che aveva perso un figlio in un incidente stradale a causa di un ubriaco.
Era passato qualche anno, era in corso di causa ma quello che mi colpì fu la sua compostezza, non parole di rabbia, non inverire, solo una luce di odio puro negli occhi.
Mi disse che nulla poteva ripagarla di quella perdita, nemmeno la vendetta o la giustizia, neppure la pena di morte per il responsabile, ma nel suo cuore provava solo profondo odio per quell'ubriaco.
Probabilmente avrà avuto la sua reazione di rabbia all'inizio ma poi è rimasto solo l'odio.
Io non ho mai avuto per fortuna motivo per coltivare l'odio a lungo ma mi ha colpito questa persona, ho sentito nel suo animo questo sentimento ben radicato e quasi rassegnazione nel sentirlo presente ogni giorno. Forse col tempo passa anche questo non saprei dire, non ho mai fatto esperienza personale.
Io credo che se l'odio parte dalla rabbia è vero che è sempre verso qualcosa che non ci è indifferente ma si tramuta in odio quando non vi si può porre rimedio nemmeno con il perdono, quando nemmeno la reazione di rabbia ci alleggerisce il carico. Dipende dal valore e dall'importanza che diamo alla perdita o al dolore e dalla capacità personale di andare oltre non farsi divorare dall'odio. Può essere una ferita che rimane sempre aperta, per qualcosa di non risolto e di non risolvibile per i limiti che sono diversi in ognuno di noi sicuramente.

Qui si potrebbe agganciare il discorso di Ray sull'ambiente interno che favorisce la crescita in un senso o in un altro.
Ad esempio stamattina ho trovato la mia auto senza specchietto laterale sx, stanotte qualcuno lo ha rubato mentre mio figlio era al lavoro. La rabbia come reazione immediata, aumentata dal fatto che non ho trovato un ricambio e devo aspettare ormai a lunedì se tutto va bene. Oltre il costo pure il disagio di dover guidare senza lo specchietto sx, quindi pericolo ed anche rischio verbale.
Reazione di rabbia che ho potuto solo sfogare mandando "rinfreschi mentali contro ignoti", ma non farei mai come potrebbe fare o ha già fatto qualcun altro di cercare un'auto simile alla mia e rubarglielo e sentirmi in pari con il destino, invece mettendo in moto una catena del male. Si vede che nel mio ambiente interno non vi è la tendenza a rubare, a delinquere ma ad avere reazioni di rabbia e conseguente odio momentaneo si. Alla fine il danno è limitato, si può rimediare e superare senza star li ad alimentare odio.
Ma se avvessero torto un capello a mio figlio? Perdonare o non odiare è dura, ci vuole un buon allenamento nel distacco o una grande fede o non so io che altro.
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Ultima modifica di diamantea : 18-06-2011 alle ore 14.46.33.
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Vecchio 18-06-2011, 15.05.16   #37
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Così come sono opposti odio e amore potrebbero esserlo rabbia e ...?
Magari potrebbe aiutare. Io non conosco la risposta però.


Pensavo anche che si odia quando non è possibile riparare al male percepito.
Può essere anche rivolto a se stessi: ho un difetto fisico, odio me stessa.
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Vecchio 18-06-2011, 15.26.03   #38
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Anni fa conobbi una persona che aveva perso un figlio in un incidente stradale a causa di un ubriaco.
Era passato qualche anno, era in corso di causa ma quello che mi colpì fu la sua compostezza, non parole di rabbia, non inverire, solo una luce di odio puro negli occhi.
C'è un evento scatenante, un evento di rabbia che si è trasformata. Io infatti non ho detto che non esiste l'odio, ma che l'odio deve essere scatenato da qualcosa, e nel tuo esempio lo è. Non dicevo che si manifesta rabbiosamente, anzi. Il non vedere negli altri la rabbia non vuol dire che non ci sia. "L'acqua cheta" è molto più preoccupante del can che abbaia.
Quote:

Mi disse che nulla poteva ripagarla di quella perdita, nemmeno la vendetta o la giustizia, neppure la pena di morte per il responsabile, ma nel suo cuore provava solo profondo odio per quell'ubriaco.
Probabilmente avrà avuto la sua reazione di rabbia all'inizio ma poi è rimasto solo l'odio.
Rimanendo solo odio... quell'odio ha contenuto tutto ciò che era a monte e lo ha scatenato. Tutto si è trasformato. Diventando aodio nella trasformazione, anche se non era più rabbia in se la contiene. E' quello che provavo a dire. Non esiste odio per me se non c'è qualcosa di base come puara, rabbia e altre forti emozioni negative. Proprio come nel tuo esempio.
Lo vedo come la costruzione di una casa. Si fa prima il solco, si buttano le fondamente-fondamentali affinchè la casa possa reggere e poi le pareti portanti e le colonne e infini le pareti. Le fondamenta non le vedi se non vai sotto.
Quote:


Io credo che se l'odio parte dalla rabbia è vero che è sempre verso qualcosa che non ci è indifferente ma si tramuta in odio quando non vi si può porre rimedio nemmeno con il perdono, quando nemmeno la reazione di rabbia ci alleggerisce il carico.
Non credo, si può provare odio per la maestra che ci umilia davanti alla classe. Ma è perdonabilissimo. Il problema del perdono è quanto siamo disposti ad accettare ciò che l'oggetto della proiezione ci mostra. Compresa la morte del figlio ucciso dall'ubriaco, anche se quella lezione era dura ed enorme.
Quote:
Dipende dal valore e dall'importanza che diamo alla perdita o al dolore e dalla capacità personale di andare oltre non farsi divorare dall'odio.
Esatto, anche se forse tu intendevi altro, dipende dall'importanza personale che ci attribuiamo e dalla voglia di voler bene a noi stessi che abbiamo. Se per me trovare conferme è importante perchè ho ferite antiche su questo aspetto, odierò chi non me ne darà ma sono io che dò importanza a questa cosa. Lavorando su me stessa, riesco a smontare di importanza la mancanza che mi fa soffrire, sparirà così l'odio e poi la rabbia. E questo è fattibile su qualunque cosa.
Quote:
Può essere una ferita che rimane sempre aperta, per qualcosa di non risolto e di non risolvibile per i limiti che sono diversi in ognuno di noi sicuramente.
Per me non ci sono cose inrisolvibili, ma solo sofferenze a cui siamo attaccati con tutte le forze. Tornando al tuo esempio, quel padre probabilmente, faccio ipotesi non certezze, restava attaccato con tutto se stesso a quell'odio e alla convinzione dell'imperdonabilità del gesto senza nessuna possibilità di scontare la pena, perchè in quel modo continuava a sentire il figlio vicino e/o sentiva ch perdonando toglieva qualcosa alla memoria del figlio o qualcosa del genere. La sofferenza manteneva vivo il figlio in lui. Infatti il perdono da l'idea di togliere importanza alle cose, invece gli toglie solo la forza delle catene che ci costringono. Auguro a quell'uomo di trovare la verità e la libertà, che non si porti nella tomba quel male che fa a se stesso.
Quote:



Ma se avvessero torto un capello a mio figlio? Perdonare o non odiare è dura, ci vuole un buon allenamento nel distacco o una grande fede o non so io che altro.
E' dura si, se fosse facile la vita non servirebbe a granchè e non ci metterebbe sempre continuamente alla prova.
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Vecchio 18-06-2011, 15.26.28   #39
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Così come sono opposti odio e amore potrebbero esserlo rabbia e ...?
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Vecchio 18-06-2011, 15.41.54   #40
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Sempre sull'esempio di Diam può essere chiarificatore questo:

Io mi arrabbio
Io ti odio

La rabbia è mia ed è dentro di me e si manifesta con l'odio che è proiettato sull'altro fuori di me.
La rabbia entra e l'odio esce.
Per cui non vedere la rabbia ma odio ci sta.


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Così come sono opposti odio e amore potrebbero esserlo rabbia e ...?
io ci metterei accettazione.
Quote:



Pensavo anche che si odia quando non è possibile riparare al male percepito.
Può essere anche rivolto a se stessi: ho un difetto fisico, odio me stessa.
Lavorando su noi stessi è sempre possibile guarire. Odio me stessa perchè non so accettare quel difetto fisico.
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Vecchio 18-06-2011, 16.04.32   #41
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Non so, a me sembra che la rabbia sia invece la manifestazione dell'odio, che sta sotto, spesso meglio nascosto rispetto alla rabbia. Detto in altre parole, quando sento salire rabbia verso qualcuno è facile che sotto la cenere ci sia odio più antico.
Continuando a pensarci io vedo più che è la rabbia che alimenta l'odio. La rabbia è energia e benzina che alimenta la forza dell'odio.
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Vecchio 18-06-2011, 17.13.25   #42
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Si puo' applicare alle dinamiche familiari ma non solo :
provate a prendere le interessanti ed importanti definizioni che ha dato Uno ,nel 3d le parole della magia ,di sortilegio ( legato al condizionamento dell'ambiente ) e di incantesimo ( legato alla forza che ha la parola o il gesto di colui nel quale riponete delle aspettative per il ruolo che ricopre , un padre ad es. ) .
Pensate a che forza di sortilegio e di incantesimo puo' esistere in un ambiente familiare dove c'e' un padre o una madre che hanno un ruolo preminente e prevalente ed un ambiente che li asseconda in tutto e per tutto da quando si e' piu' piccoli fin quando si e' piu' grandi .
Non e' difficile capire quale sorta di violenza spesso subdola appena appena percepibile talvolta si realizzi nelle famiglie ed in ogni ambiente dove ci sia un soggetto prevalente per qualche motivo .
E non e' difficile capire quanta rabbia emerga e necessiti per sottrarsi ad un tale sortilegio ed incantesimo se si volesse anche solo mettere in discussione ambiente e parola o gesto di un padre , di una madre ecc. .
Quella rabbia serve ed e' necessaria a strapparsi da tali condizionamenti .
Non solo ma e' incontenibile ed irrefrenabile in quell'ambiente e nei confronti di quel padre o madre o di quella persona nella quale hai riposto un'aspettativa delusa ,
mentre in altro ambiente lo stesso gesto eseguito da altra persona che ci e' indifferente non scatenerebbe tanta rabbia ( per questo l'odio e' cosi' vicino all'amore pur se di segno opposto ) .
L'odio subentra dopo la rabbia quando si vedono con lucidita' i danni personali che quel condizionamento ha creato , odio che e' un distacco voluto , lucido e definitivo .
Se e' cosi' , la rabbia e dopo l'odio sono sentimenti , moti dell'anima che ci sono piu' spesso di quanto appaia imposti e che sono addirittura necessari se si vuole togliere efficacia al condizionamento anzi proprio al sortilegio ed all'incantesimo .
In questo caso la rabbia e l'odio sono una sorta di salvavita interno che aiuta a liberarci , certo crea altri problemi ma a volte sono inevitabili .
Cosi' si spiegano le contestazioni violentissime degli adolescenti ma anche tutte le reazioni contro chi in qualsiasi modo e con qualsiasi forma vuole imporre se' stesso le sue idee le sue convinzioni agli altri in qualsiasi ambiente e quale che sia il soggetto che agisca .

Detto questo a tutti i padri e madri attenzione alle parole e all'ambiente che si crea intorno ai figli .
Ambienti idilliaci ma pressanti e parole o gesti imposti possono generare di colpo e senza alcun segno premonitore prima rabbia e poi odio che hanno il fine di rompere quei sortilegi ed incantesimi che abbiamo creato inconsapevolmente .

Ultima modifica di nikelise : 18-06-2011 alle ore 17.32.59.
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Vecchio 18-06-2011, 17.19.41   #43
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Man mano associo all'odio il rifiuto, quindi il desiderio di annientare, di distruggere. Se è così mi suona meglio accettazione accostato ad amore.

L'odio è un sentimento, duraturo, la rabbia una emozione e quindi associata momentaneamente all'odio, perché di durata più limitata.

Posso provare anche rabbia verso una persona che amo, ma passa anche lì. Forse non assocerei rabbia all'odio in modo particolare ed esclusivo. Ma il desiderio costante di distruggere si, come assocerei sempre accettare ed amare. Penserei anche che quando si odia si rifiuta tutta la persona o il mondo. Quando ci si arrabbia in amore si rifiuta solo l'azione, la contingenza del momento.
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Vecchio 18-06-2011, 17.35.57   #44
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L'odio subentra dopo la rabbia quando si vedono con lucidita' i danni personali che quel condizionamento ha creato , odio che e' un distacco voluto , lucido e definitivo .
Ho letto dopo.

Quindi rabbia ripetuta e non occasionale non permette recupero ne sufficiente compensazione: l'odio prende posto.

Riguardo la rabbia che in certi ambiti spinge al sottrarsi, quando non riesce nella sua funzione e persiste nell'adulto come caratteristica, finchè la si prova c'è speranza che si attui la reazione che liberi. Non sarà bello vedere un adulto sempre arrabbiato, ma è peggio vederlo rassegnato e asservito per sempre all' altrui potere. Finchè è rabbia è un sentimento che può evolvere, l'odio invece è ben più "maturo", freddo che distrugge dentro nel frattempo che rimugina sul distruggere fuori.

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Vecchio 18-06-2011, 17.47.36   #45
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Ho letto dopo.

Quindi rabbia ripetuta e non occasionale non permette recupero ne sufficiente compensazione: l'odio prende posto.

Riguardo la rabbia che in certi ambiti spinge al sottrarsi, quando non riesce nella sua funzione e persiste nell'adulto come caratteristica, finchè la si prova c'è speranza che si attui la reazione che liberi. Non sarà bello vedere un adulto sempre arrabbiato, ma è peggio vederlo rassegnato e asservito per sempre all' altrui potere. Finchè è rabbia è un sentimento che può evolvere, l'odio invece è ben più "maturo", freddo che distrugge dentro nel frattempo che rimugina sul distruggere fuori.
Si credo sia cosi' per tutte e due le tue affermazioni .
Aggiungo che certe reazioni sembrano spropositate ma non lo sembrerebbero se si conoscesse quello che le ha generate .
Per non provare rabbia e tantomeno odio non dovrebbe esserci a monte quell'effetto sull'ambiente che viviamo o quella parola o gesto che ci viene imposto e ci toglie la possibilita' di esprimerci per quello che siamo .
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Vecchio 18-06-2011, 18.03.33   #46
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Così come sono opposti odio e amore potrebbero esserlo rabbia e ...?
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Benevolenza?
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io ci metterei accettazione.
Sul resto forse potrei dire qualcosa quando avrò un momento per leggere tutto con più attenzione, ma questo al volo:
serenità e/o pace
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Vecchio 18-06-2011, 20.46.23   #47
centomila
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Credo ci sia un'esagerazione di fondo nel titolo del thread: Odiare tantissimo.

Forse è bene spendere due parole sul significato della parola odio. Non basta definirlo in opposizione all'amore.

L'odio prevede la distruzione dell'oggetto odiato e la percezione che sia giusto.

E' bene riflettere sulla parola oggetto: si perde tiotalmente la percezione che ciò che si odia possa essere una persona umana. Cioè la creautura viene ridotta a oggetto privo di vita.

Sarò un ingenuo ma ritengo che l'odio sia piuttosto raro. Perlomeno fra le persone che frequentano Ermopoli.

Mi pare invece cosa più interessante andare a cercare quale aggettivo, realmente, descriva il nostro stato d'animo. Non è esercizio da accademia ma, a mio giudizio, vera e propria ricerca interiore.
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Vecchio 18-06-2011, 22.40.19   #48
diamantea
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Io credo che ci sia alla base una certa costituzione caratteriale, cioè persone che sono più portate alla rabbia, all'odio, al rancore, persone litigiose per cultura ma anche per temperamento.
Guardando me stessa ad esempio, a me sale facilmente la rabbia, solo che ho imparato ad esprimere subito il disagio che la provoca, non serbando così rancore a lungo. Sono cane che abbaia spesso ma il più delle volte non morde. Però e' vero che in quel momento sento l'odio forte, profondo, i pensieri più cupi, nefasti li penso tutti. Se potessi avere un inceneritore lo userei con molta soddisfazione.
Se poi la motivazione è veramente grave ho bisogno di nutrirmene fino a sentirmi satura, solo dopo riesco a riequilibrare l'energia. Fondamentalmente sono una persona pacifica anche se di temperamento focoso, ma sfogata la rabbia, manifestato l'odio, centrato il cuore della questione, rientro in una situazione di normalità, di ragionevolezza tutto sommato in tempi brevi.
Ormai in alcune questioni quotidiane mi prendo in giro da sola. Stamattina ad esempio, prima lo specchietto, mentre imprecavo andavo dal rivenditore a risolvere la questione, poi "annerbata" per non averlo trovato vado da mia madre che mi fa innervosire con i suoi ingrati rimproveri e la mia rabbia è aumentata sfogando con NO a tutte le sue richieste, ma mentre le negavo tutto man mano come un automa facevo ciò che mi chiedeva...poi scopro che la gallina si è mangiata le mie lattughe... l'ho odiata tanto, basta! volevo tirarle il collo, ma mentre imprecavo contro la gallina le davo il mangime e la accarezzavo visto che è venuta subito vicino a me a reclamare il frumento stupida gallina e stupida io che non sono coerente con la mia rabbia!
Stare nella calma e nella dolcezza mi fa stare meglio di quando sto nella rabbia, eppure quella sferzata di energia mi rivitalizza in un certo senso.
Questi episodi mi accadono spesso e certo dopo mi fanno ridere, mi canzono da sola, ma sul momento non è piacevole nè per me nè per la "vittima" che si trova sul tiro della mia rabbia e del mio odio. La scarica di energia è molto forte.
Mia sorella (e non solo lei!) è da un pò che mi dice che devo lavorarci su questa cosa, grande pecca della mia persona poi per molti altri aspetti piacevole.
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Vecchio 18-06-2011, 23.50.03   #49
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Mia sorella (e non solo lei!) è da un pò che mi dice che devo lavorarci su questa cosa, grande pecca della mia persona poi per molti altri aspetti piacevole.
Più che altro avresti già dovuto dare un taglio, ma è troppo radicata in te.
Potrebbe dipendere dall'essere molto esigente con te stessa e di conseguenza non mandi giù i difetti degli altri. Hai un senso del dovere troppo forte, non sopporti quando gli altri ne hanno di meno a scapito tuo. ti fanno perdere tempo o ti deludono, e li odi in quei momenti.
Io so odiare più di te e per questo devo contenermi di più, ma mentre tu non porti i segni di una persona repressa, io in qualche modo si. Tu puoi anche convivere con al tua rabbia, e la puoi anche esprimere con tutti gli adulti che senti te la procurano, te lo faccio notare solo quando la rivolgi a parenti comuni meno forti, vedi nipoti miei nonchè figli tuoi .

Certi eccessi non li hai risparmiati nemmeno al tuo compagno in passato, ammetto un pò rosicaossa, ma siccome mi ci relaziono anche io come allieva non mi va di assistere ai tuoi liberi rimproveri. Lui è forte e ha imparato a girarli altrove, dove veramente lui subisce.
Comunque un pò sei cambiata ultimamente, sei più tecnica, ho ancora nelle orecche il tuo informare lui che dal primo luglio può considerarsi un uomo libero se non cambia. Da considerare che avrà solo cinque giorni per farlo a partire dal 25 corrente mese giorno della sua abilitazione di secondo livello!! Speriamo bene, perdo anche il maestro.
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Vecchio 19-06-2011, 10.12.08   #50
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l'ho odiata tanto, basta! volevo tirarle il collo, ma mentre imprecavo contro la gallina le davo il mangime e la accarezzavo visto che è venuta subito vicino a me a reclamare il frumento stupida gallina e stupida io che non sono coerente con la mia rabbia!
Alla definizione di odio che ho dato aggiungo che deve essere duraturo e dare luogo a risultati pratici, non solo pensieri.

Quindi:
L'odio prevede la distruzione dell'oggetto odiato e la percezione che sia giusto. Deve essere duraturo nel tempo ed efficace, cioò distruggere realmente l'obiettivo. Non solo desiderarlo.
Per me questo è l'odio. Il resto è altro.
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