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Vecchio 19-06-2011, 11.10.52   #51
diamantea
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Cento la tua definizione di odio mi conforta. Tuttavia nostro Signore ha detto : "In pensieri, parole, opere ed omissioni".

Non è bello odiare, uccidere, distruggere. Io non ho mai torto un capello a nessuno, nemmeno ad un animale, anzi la violenza, la vendetta mi fanno stare molto male, anche nei films.
Eppure l'odio come energia lo sento molto forte in certi momenti, i pensieri mi assalgono e li scaglio contro, la paura che possa mettere in pratica in un momento di eccesso la sento. Ci sono stata sulla soglia, ma poi sono rientrata in me, la volontà di bene dentro di me è più forte di quella del male.
Io so per certo che poi mi pentirei di aver perpetrato il male come azione irreparabile. Anche delle parole che lancio contro poi mi pento, ma penso meglio parole che non azioni.
I rimorsi di coscienza fanno troppo male, ne conosco qualcuno...
Nei miei incubi vedo che capacità immaginativa e che freddezza possiedo nel perpetrare il male. Questa cosa mi sconcerta. So che nella realtà non potrei mai fare cose simili eppure nel mio inconscio da qualche parte ci sono, emergono sotto forma di incubi perchè non riesco ad accettare una simile efferatezza partorita nei miei sogni.
Se i sogni sono compensativi forse nel sogno realizzo il mio desiderio di distruggere che nella realtà scelgo di non fare.
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Vecchio 19-06-2011, 11.45.03   #52
webetina
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Alla definizione di odio che ho dato aggiungo che deve essere duraturo e dare luogo a risultati pratici, non solo pensieri.
Duraturo cosa vuol dire, per sempre? Si può avere un solo minuto di odio maturato profondo, distruggere l'oggetto odiato e smettere di odiare. Quindi l'odio si presuppone che duri fino a quando non avrà trovato lo sfogo che lo estingua direi.

I risultati pratici possono non arrivare mai, per perpretrare l'odio bisogna essere forti. Se poi consideriamo che l'odio come tutti i sentimenti produce effetti interni ed esterni alla persona che lo prova, sotto forma di penseri, omissioni, espressioni che si propagano attraverso i gesti, le parole, allora anche l'odio produrrà effetti tangibili nel mondo materiale oltre che ad altri livelli sempre. Non sono una esperta di odio, ma posso dire che può andare anche così.
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Vecchio 19-06-2011, 22.20.50   #53
diamantea
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Più che altro avresti già dovuto dare un taglio, ma è troppo radicata in te.
Potrebbe dipendere dall'essere molto esigente con te stessa e di conseguenza non mandi giù i difetti degli altri.
Io non l'ho ancora capito da dove nasce, non so nemmeno come si fa a capire da dove nasce. Non mando giù i difetti degli altri a parole, reattivamente, poi però sono molto tollerante verso questi difetti, il punto è questo forse che dovrei tollerare meno.

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Hai un senso del dovere troppo forte, non sopporti quando gli altri ne hanno di meno a scapito tuo. ti fanno perdere tempo o ti deludono, e li odi in quei momenti.
E' vero ho un senso del dovere troppo forte e questo fa molto comodo in molte circostanze sia familiari che di lavoro, sono affidabile e gli altri ci contano e a volte ci si appoggiano su questo mio senso del dovere.
Chiaro che poi di energia per me ne resta di meno e quando chiedo qualcosa la voglio fatta bene così come la faccio io, altrimenti meglio non farla, meglio non farmi perdere tempo, meglio non prendersi impegni con me. Sono esigente nella stessa misura in cui io rispondo con la stessa esigenza da me stessa.
Il punto è che data la mia tolleranza verso quei difetti che reattivamente non tollero l'altro ci si appoggia, ci conta sulla tolleranza, sa che mi arrabbio ma poi le cose le faccio lo stesso. Devo essere più coerente con ciò che sento di non voler fare.
L'altro mi insiste a volere qualcosa da me, io dico no, ma poi a furia di insistere io cedo, questo cedimento mi fa salire la rabbia e poi l'odio perchè devo attingere dalla riserva, poi la reazione, poi il senso di colpa perchè ho reagito. Io dico anche dall'altra parte deve esserci un pò di rispetto, di comprensione verso di me. Io conosco i miei limiti, so dove posso arrivare e so dove oltre quel limite mi stresso e mi assale la rabbia se mi vedo costretta anche solo da me stessa, dal volere accontentare l'altro che mi fa pesare la sua delusione.
Devo imparare a rinunciare alla gratificazione dell'ego di aver fatto il mio dovere, mi devo distaccare da questa gratificazione. Devo anche educare gli altri a non insistermi con le loro strategie per farmi sentire in colpa perchè dico no.

Nel lavoro sono diventata più brava a difendermi, mi metto un bello scudo addosso per non farmi tiranneggiare ma nel passato ci ho perso l'esistenza. Negli affetti ancora no, ma poi rompo i legami in malo modo.

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Io so odiare più di te e per questo devo contenermi di più, ma mentre tu non porti i segni di una persona repressa, io in qualche modo si. Tu puoi anche convivere con al tua rabbia, e la puoi anche esprimere con tutti gli adulti che senti te la procurano, te lo faccio notare solo quando la rivolgi a parenti comuni meno forti, vedi nipoti miei nonchè figli tuoi .
Io convivo con la mia rabbia e con l'immagine di essere cattiva e aggressiva quando invece sono tollerante e accettante oltre ogni limite a volte. Tanti mi mettono a paragone con te, ti dipingono così buona e dolce, indifesa, che va protetta mentre io sono dura, combattiva, non ho bisogno tanto di comprensione.
Non è che la cosa mi dispiaccia però vedi come le apparenze ingannano sul giudizio delle persone. Tu devi reprimere altrimenti distruggi senza pietà e senza ritorno, mentre io minaccio ma difficilmente distruggo e do quasi sempre possibilità di recupero.

Mio figlio, il mio compagno, tua madre, tua sorella... a loro fa bene ogni tanto sentire la mia rabbia, li sveglia da quella convinzione che possono fare tutto il comodo loro ai miei danni. Tollerante ok ma poi ci sono alcuni limiti che non devono essere oltrepassati mai e per nessun motivo o mi trasformo in quei rari casi in cui mordo sul serio.

Citazione:
Comunque un pò sei cambiata ultimamente, sei più tecnica...
Ci sto lavorando sul serio, non è che mi piaccia la scarica di rabbia. Già essere tecnica, mi da modo di informare i vari oggetti con calma circa le mie future intenzioni che dovrò mantenere altrimenti perdo di credibilità, la situazione non evolverà mai se l'altro pensa sempre che tanto poi io cedo.
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Vecchio 19-06-2011, 22.54.21   #54
centomila
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Intanto ribadisco che pensare con odio è del tutto diverso dall'agire con odio. E' certamente vero che a furia di pensare con odio qualche azione prima o poi ci scappa ma.........da quello che ho capito tu non odi. Che bello il giochino di parole
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Il punto è che data la mia tolleranza verso quei difetti che reattivamente non tollero l'altro ci si appoggia, ci conta sulla tolleranza, sa che mi arrabbio ma poi le cose le faccio lo stesso. Devo essere più coerente con ciò che sento di non voler fare.
L'altro mi insiste a volere qualcosa da me, io dico no, ma poi a furia di insistere io cedo, questo cedimento mi fa salire la rabbia e poi l'odio perchè devo attingere dalla riserva,
Sbaglierò ma quello che percepisco è che invece quello che fai, intimamente e profondissimamente, senti di doverlo fare.

Altrimenti non lo faresti.

Scommetti che potrei fare un lungo elenco di cose che tu, anche di fronte ad insistenza potente e continuativa, non faresti mai? Probabilmente nemmeno con una pistola puntata alla tempia!

Ma bando alle ciance: se vuoi fai tu un elenco di tutte queste cose che fai per forza, cioè per accontentare il rompiscatole di turno............

P.S.
intendo dire che anche se fai una cosa che non dovresti fare ma la fai, non la fai perchè dovresti farlo ma per un altro motivo che ritieni valga la pena. Quand'anche fosse per quieto vivere potrebbe essere cosa buona e giusta. Ricordiamoci che ognuno fa i conti con la propria coscienza: se sono gli altri a non essere in regola e tu fai di più del dovuto..........bè ti ha detto male ma non potevi agire diversamente.

Capito?
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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 19-06-2011, 23.12.00   #55
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L'odio prevede la distruzione dell'oggetto odiato e la percezione che sia giusto. Deve essere duraturo nel tempo ed efficace, cioò distruggere realmente l'obiettivo. Non solo desiderarlo
.
Mmmm, non sò, non credo che possa essere solo rivolto verso un oggetto Cento.

Delle volte dire sono arrabbiata, sono rabbiosa, detesto (anche detestare è un verbo ben curioso..) non è sufficiente, proprio per quel moto di lucida e fredda distruzone che avverto. La rabbia scalda, parecchio. Il detestare pure, anche se meno. L'odio no, è gelido e preciso come il lancio di un coltello.

Ok, in questi termini odio poco,molto spesso è un mix micidiale di rabbia repressa e frustrazione e muoversi dentro.
Ma l'odio esiste in me e delle volte mi scoppia in mano, generalmente mi si rivolge contro perchè i miei blocchi mentali sono di protezione verso l'esterno invece che verso l'interno

Non saprei, delle volte mi par di odiare e invece stò rifiutando. Fortemente e ferocemente qualcosa di cui però non ho chiara percezione.

Mi capita di sentirmi meno in odio ultimamente. Purtroppo il meno odio mi fà vedere con più calma le cose e le cose che vedo non mi piacciono. Allora mi partirebbe volentieri tutto il cocuzzaro di sentimenti negativi ma cerco di frenarli tentando di accettare e basta. Alla fine è un cane che si morde la coda.

L'odio è un ruolo, come tutti gli altri, che alle volte pare più funzionale a volte meno. Se si prende l'abitudine a reagire in un certo modo poi l'inversione è lenta e ancora più dolorosa, mi pare, perchè più il sentimento cristallizzato è negativo più provoca dolore, e frustrazione, non riuscire a controllarlo.
Questo mi pare adesso.
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Ultima modifica di dafne : 19-06-2011 alle ore 23.16.19.
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Vecchio 19-06-2011, 23.27.31   #56
Ray
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Diam, perchè non provi, a mente fredda, a rileggere questa tua frase?

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Devo anche educare gli altri a non insistermi con le loro strategie per farmi sentire in colpa perchè dico no.
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Vecchio 20-06-2011, 09.26.31   #57
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Sbaglierò ma quello che percepisco è che invece quello che fai, intimamente e profondissimamente, senti di doverlo fare.

Altrimenti non lo faresti.
Certo che è così Cento, parlo di cose giuste e lecite, ma il punto è andare oltre la mia stanchezza, il mio limite di tolleranza oltre il quale attingo energia dalla riserva ma poi mi sale la rabbia.
Io parto dal presupposto che è bello fare felice una persona, accontentare chi si ama, dire si invece di dire no. E' bello perchè io stessa sono di forti desideri e quando chiedo vorrei sempre sentirmi dire di si eppure ho imparato a non insistere quando l'altro mi dice no, è una questione anche di buona educazione, di sensibilità, di rispetto verso l'altro.
Chiaro che dall'esempio sono esclusi i casi limite, le emergenze, io parlo di normale vita quotidiana.
Ieri ad esempio ero provata già di mattina dagli incubi, dall'allergia, da una settimana pesante di stanchezza, non avevo certo voglia di impastare farina, ma il mio compagno mi ha così insistito che avrebbe impastato lui, già si sentiva in pancia le taglierine, che alla fine ho ceduto ma con un pessimo risultato, senza la mia supervisione ha impastato male, ho dovuto tirare di mattarello con sforzo e malavoglia con quel caldo... gli ho detto che la prossima volta lancio la farina con tutto il sacchetto dalla finestra!
Mia madre non capisce quando dopo due ore che le dedico pienamente poi ho da fare, devo lavorare, sono in ritardo, devo andare in bagno... finisce sempre che devo imprecare per farle capire che non deve chiedermi più nulla. Perché non deve lasciarmi andare tranquilla senza farmi sentire in colpa, o una nullità per non averle fatto l'ultimo ennesimo favore? A volte esco da casa sua che tremo tutta dal nervosismo, perchè poi mi dispiace averla trattata male soprattutto in questo periodo che non è stata bene, ma lei di me non ha pietà, non capisce o non vuole capire che quando dico stop è perché veramente non posso più andare oltre.
Mio figlio idem con patate... alla fine mi sento rimproverata del fatto di essere aggressiva, di rispondere male, di perdere la pazienza.
Sono affettivamente ricattabile, debole con le persone che amo, vorrei accontentare tutti ma non ce la faccio, non ho tutta questa energia per farlo, sono una e non posso fare il lavoro di due o tre persone.
Però devo dire di no con la rabbia altrimenti non vengo ascoltata.

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Diam, perchè non provi, a mente fredda, a rileggere questa tua frase?
Educhiamo o abituiamo le persone a trattarci in un certo modo, quando non lo vogliamo più occorre modificare in noi e di conseguenza anche negli altri. Io penso così, l'ho detto pure sopra, è anche una questione di buona educazione, di rispetto dei limiti dell'altro.
Se chiedo al mio compagno una lezione di canto e lui mi dice di essere stanco io non insisto, rispetto la sua stanchezza, sono sensibile ed anche educata, allora perchè se io dico di essere stanca e non voglio fare la pasta in casa mi devo sentire insistere fino a quando dico ok? Se non dico di si me la sento ripetere fino a sera la sua delusione. Lui è un volitivo tremendo e ha più forza ed energia di me, devo essere proprio caina per superarlo.
Io non vedo rispetto e nemmeno buona educazione nei miei confronti verso la mia stanchezza. Di chi è la colpa? Mia? bene allora sta a me stabilire il mio limite ed educare l'altro a non insistere e non adottare strategie per farmi sentire in colpa così da cedere e poi la rabbia, poi la scarica, e poi sensi di colpa sicuri se ho calcato troppo la mano, anzi la bocca...
Il problema è come farlo senza rabbia, senza odio. Di sicuro c'è la mia ricattabilità affettiva, il voler accontentare l'altro o l'aver fatto il mio dovere che mi fa sentire bene, amata, accettata. Qualche motivo di questo ben radicato dentro di me ci deve essere di sicuro.
Nel lavoro mi sono affrancata da questo ricatto, da questo bisogno dell'ego, negli affetti ancora no.

Uno dei motivi che scatenano la mia rabbia è la stanchezza, il dover andare oltre il limite di stanchezza, dover attingere dalla riserva. Se io ho energia, sono riposata, non mi pesa fare nulla, e ho una grande resistenza, non mi stanco facilmente e mi piace fare le cose, lavorare. Un altro motivo di rabbia invece è l'insoddisfazione, il sapere di non poter soddisfare le mie esigenze pompando energia altrove invece che verso di me.

Non so Ray, non sei d'accordo con la mia affermazione?
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Vecchio 20-06-2011, 09.50.29   #58
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............Educhiamo o abituiamo le persone a trattarci in un certo modo, quando non lo vogliamo più occorre modificare in noi e di conseguenza anche negli altri. Io penso così, l'ho detto pure sopra, è anche una questione di buona educazione, di rispetto dei limiti dell'altro.
Modificare gli altri Diam, non è possibile, se mai cambiando noi stessi , mettiamo agli altri dei limiti che prima non c'erano, quindi magari prima ci facevamo invadere, e da un certo momento in poi non lo permettiamo più. Ma il cambiamento non è sull'altro che potrà adeguarsi o meno ai nuovi limiti.
Il problema quindi, è nostro, mai dell'altro, se mai all'altro concediamo troppo spazio. Se il tuo compagno insiste nel voler la pasta fresca e tu sei stanca, gli dici di no senza possibilità di replica, se gli dici di no, poi diventa sì lui saprà sempre che basta insistere un po'.. e tu farai senza volerlo davvero (incavolandoti e covando..)
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Vecchio 20-06-2011, 10.47.59   #59
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Io parto dal presupposto che è bello fare felice una persona, accontentare chi si ama, dire si invece di dire no.
Secondo me si annida quì il cuore del tuo dilemma.
Io la penso come te, non lo tropo sbagliato per principio.
Un tempo è così che hai percepito la vita, la meravigliosa nonna diceva sempre di si, e per magia ad essa chiedevi solo cose possibili. Questo accade dove c'è amore davvero. Questo accade tra te e la tua bassotta, inspiegabilemnte, o a volte per caso forse le due cose , dare e ricevere, sono in armonia. Tu hai conosciuto la felicità del chiedere e avere il si. Idillio tradito dalla vita, non è colpa di nessuno, può andare così come no, e tu ti sforzi in ogni situazione di ripristinare il mal tolto?

Ora pare ti riesca una brutta copia di quel dire sempre di si, e il prezzo da pagare è troppo alto.

Non trovi ancora il capo della matassa. Mi viene in mente che per esempio non va il modo in cui dici no. Forse rifiuti la richiesta insieme alla persona che la fa? Diciamo che spesso sembri incenerire, ma più acade e più devi pi cedere perchè il sourpluse di rabbia ti torna contro, hai la coscienza che rompe alla fine...

Con me non hai il problema per quanto debba dire ogni tanto ci mettiamo una certa attenzione e buona volontà nell'evitarlo. Ed è un miracolo riuscirci visti i soggetti un pochino difficili che siamo. Nemmeno con molti altri hai il problema, hai molti amici e datati, sei una persona stimata. Il campo lo hai detto tu stessa si restringe al cerchio di pochissimi: due tre o quattro persone al massimo, o reagisci alla specifica situazione con estranei.
Non volevo troppo segnare i confini, ma magari ti aiuta. Non ci sto bene a vederti per nulla rilassata proprio di domenica a casa tua, di riflesso ne risento inevitabilemente, mi sento impotente, e per scaricare la colpa anche su qualcuno, perlomeno ci provo, diciamolo anche che ti trovi obiettivamente tra persone difficili per chiunque da gestire.
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Vecchio 20-06-2011, 12.57.19   #60
Faltea
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Una cosa mi è passata appena letto la definizione di Cento:
(ieri ho visto Bowling for Colombine che parlava dei due ragazzi della strage alla scuola, erano armati fino ai denti ed hanno ucciso 12 ragazzini (mi pare) e non so quanti feriti)...

odio degenerativo.
Cioè un'alimentazione dell'odio che porta ad una condizione peggiorante, come una malattia che ti corrode da dentro e poi ti può portare a gesti estremi.

Distinguerei bene odio da rabbia, come dice Sole,
Io odio
Io mi arrabbio...

Credo che Cento abbia colto nel segno con la definizione di odio, in quanto lo si usa "troppo facilmente" anche quando in realtà è "solo" una profonda rabbia che corrode ma non degenera in azioni violente.

Credo anzi sono quasi convinta che l'odio sia un sentimento insano, chi odia veramente ha superato quel margine tra sanità e pazzia.
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 20-06-2011, 13.49.52   #61
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Ragazzi, scusatemi ma proprio non riesco adesso a prendere tutto il discorso, a rispondere a vari post etc.. ma c'è una cosa che ritengo importante.

Odio e rabbia sono più o meno la stessa cosa di amore e gentilezza o voler bene.

E' odiare se c'è qualcuno che odia un altro, che sia per 10 anni o per 2 minuti non cambia nulla, come non cambia nulla se questo odio si esterna o rimane dentro.
La rabbia è un sentimento che non necessita di un soggetto destinatario preciso anche se poi a qualcuno/qualcosa arriva e per essere tale, rabbia, deve manifestarsi in qualche modo, fosse pure sottile.
Non vi è mai capitato di essere arrabbiati senza motivo?
Ok se analizziamo tutto poi un motivo si trova, ma potrebbe anche essere ormonale e molto poco controllabile a meno di non andare a ritroso ai minimi termini.
Invece non si può odiare senza qualcuno (si c'è il famoso "mondo intero" ma è più un modo di dire) da odiare.
L'odio puro è raro quanto l'amore puro, entrambi non potrebbero manifestarsi completamente perchè la materia non li regge ed è per questo che deve esistere in questo mondo duale l'eterna lotta tra il bene ed il male etc....
Una rabbia pura invece si può manifestare, soprattutto quando il potere di chi la manifesta è limitato.... anzi la cosa è praticamente proporzionale, l'impotenza accresce la rabbia, il potere la placa.
La rabbia è qualcosa che si accumula nel tempo, l'odio può nascere in un istante, ovviamente parlo di un odio proporzionale al motivo. Se uno mi guarda male e do peso alla cosa lo posso odiare anche se fosse per un secondo e di un odio che praticamente non definiremmo così per quanto blando è. Invece non mi posso arrabbiare per uno sguardo malevolo se non ho già qualcosa dentro che cova.

Sebbene siano collegati intimamente è praticamente impossibile dire che uno dei due genera l'altro. Una grande rabbia agevola la nascita di odio o di stati di odio, come l'odio verso qualcuno, soprattutto se prolungato, può generare rabbia.
Possiamo dire però che la rabbia possiamo controllarla, l'odio no, non direttamente, quindi lavorare sulla rabbia è l'unica opzione insieme ad altre indirette.
Si dice infatti coltivare l'amore o l'odio.... non possiamo crearli come non possiamo creare un fiore ma possiamo piantarli o coglierli, annusare, apprezzare anche quelli che nascono spontaneamente. Con le ortiche è uguale solo che invece che coglierle possiamo starne alla larga o estirparle
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Vecchio 20-06-2011, 13.53.54   #62
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Anche io sono convita che abbia ragione Cento e che non siamo capaci di odiare perchè l'odio è l'apertura di una porta che altrimenti rimarrebbe sigillata.
E che noi scambiamo il provare avversione e il detestare per odio.
L'odio fa saltare il tabù del fare del male consapevolmente. (?)

E poi mi domando: se non siamo in grado di amare possiamo essere capaci del suo opposto?
L'odio viene prodotto da cosa?

Perchè a certi bambini in certi paesi viene inculcato, viene sparato loro nella mente, viene coltivato attraverso emozioni negative, avviene come un lavaggio del cervello affinchè poi con l'andare del tempo si trasformi in odio.

L'odio porta a reazioni molto pesanti, a me viene l'esempio che ho verso alcuni tipi di insetti, per i quali provo una forte avversione (odio?) appena li vedo mi scatta istintivamente di schiacciarli.
Questo è frutto della paura, del disagio che mi provocano, della mi incapacità ed ignoranza e di gestione di quelle bestiole. Nel mio caso questa avversione è nata nella mia infanzia e non è stata supportata in modo da superare la paura e comprendere l'evento, per cui evidentemente una parte di me è rimasta bambina, la stessa che prova quell'avversione e che poi istintivamente li schiaccia per difendersi...del tipo morte tua vita mea il vivere continuamente questo disagio porta all'odio
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Vecchio 20-06-2011, 15.49.52   #63
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Modificare gli altri Diam, non è possibile...
Io a questa cosa non ci credo. Penso invece che possiamo educare anche gli altri verso il cambiamento, con il nostro esempio sicuramente ma anche spiegando, facendo in modo di provocare un'esperienza diversa di interazione fra i due.
Non modifico una persona ma modificare un atteggiamento lo ritengo possibile altrimenti meglio soli sul pizzo di una montagna.
Le persone possono educarsi a parlare a bassa voce ad esempio, a telefonare in orari congrui, a rispettare la fila e a molte altre cose anche se già sono adulti.
Nel lavoro ne ho riscontrato sicuri risultati perché li sono più distaccata forse, non mi coinvolgo troppo emotivamente per cui trovo quasi sempre una giusta via, oppure sono ben affermata e non mi lascio assalire dalla rabbia. Negli affetti, forse per la confidenza, o perché tendo ad essere sempre accomodante, a dare libertà di esprimersi e chiedere mi riesce più difficile.
Il mio compagno lo vedo ultimamente solo dal sabato sera al lunedì mattina, mi fa piacere accontentarlo con il buon cibo ed altro, lui così goloso ed in fondo mi chiede così poco... questa è la mia trappola per sentirmi in colpa, a volta quel poco in momenti di stanchezza diventa una montagna e l'altro non si rende conto, oppure non vuole vederlo, visto che di solito io sono una roccia e dico sempre di si.
Ha ragione Tina, la cerchia di persone verso cui risento del problema è molto ristretta. Se è vero che sono affettivamente ricattabile, rifacendomi a quanto ha detto Uno sul rapporto rabbia/potere, vuol dire che non ho molto potere in questo campo, mi sento impotente davanti all'affettività, o perché ho paura di perdere l'amore o per altri motivi da scoprire ma più o meno dev'essere così.
Quindi lavorare sulla rabbia vuol dire lavorare sull'autostima, sul valore di sè, sul potere personale, sul plesso solare, sull'orgoglio ecc...
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Vecchio 20-06-2011, 20.38.21   #64
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Cari amici per odiare bisogna essere anime forti. Davvero forti. In realtà anche per amare.

Lasciatevelo dire: questo sistema di vita ci ha un pochino corrotti dentro. Tutti! E indebolito! Siamo ben pasciuti, disabituati ai sacrifici veri, alla dura disciplina, a spaccarsi, ma veramente spaccarsi la schiena. A rischiare la vita.

Le nostre anime si sono un pochino rattrappite ed i risultati, a mio avviso, sono sotto gli occhi di tutti: ma dove la trovi un anima forte che può davvero amare e/o odiare?

Solo 60 anni fa i patrioti italiani che venivano torturati dai nazifascisti (spesso non sempre!) si facevano uccidere tra indicibili tormenti ma non parlavano. Dopo appena 30 anni i nuovi rivoluzionari delle BR se la cantavano come usignoli e la minaccia era ben più lieve: appena qualche anno di galera.

Amore..........odio..........come sono rari gli uomini che hanno ancora la forza di sostenere questi straordinari sentimenti...............

Chiediamo aiuto al Garzanti e usiamo esasperare, disprezzare, arrabbiare, detestare, respingere, risentirsi, incattivire, etc.

Dai almeno per sdrammatizzare....

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Il problema è come farlo senza rabbia. Di sicuro c'è la mia ricattabilità affettiva, il voler accontentare l'altro o l'aver fatto il mio dovere che mi fa sentire bene, amata, accettata.
Dai è qui il problema.

Hai paura della reazione del tuo carceriere di turno. E lui, come un animale assetato di sanguepercepisce, nel suo oscuro intelletto bramoso, la tua debolezza e se ne approfitta.

ADESSO BASTA!

Come TUTTI quando sei stanca ti incattivisci e covi risentimento. Poi, quando sei piena fino all'orlo (anche per l'altrui insensibilità che insensibilità non è ma animalesco istinto di rapina ) finisci per scattare e sorprendere tutti. E ti rimane un grandissimo amaro in bocca. E magari ti devi pure scusare!

E' molto semplice: tu sai dove è il limite. D'ora in poi, con la educata ma glaciale fermezza dell'impiegato bancario allo sportello, fai rispettare il limite. Con il sorriso sulle labbra. Ma che sia un sorriso pieno di odio

Come tutti i lavori è solo questione di pratica. Prova e..........mi mangio i calzini dei miei bimbi se non ti trovi, in men che non si dica, fuori dal guado.

Ciao!

P.S.
Ah dimenticavo: se hai paura di perdere qualcosa da loro (stima, affetto, etc.) NON E' COSI'. Delle due li acquisirai. Vedrai se non è così!
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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 20-06-2011, 23.19.29   #65
Ray
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Se è vero che sono affettivamente ricattabile, rifacendomi a quanto ha detto Uno sul rapporto rabbia/potere, vuol dire che non ho molto potere in questo campo, mi sento impotente davanti all'affettività, o perché ho paura di perdere l'amore o per altri motivi da scoprire ma più o meno dev'essere così.
Quindi lavorare sulla rabbia vuol dire lavorare sull'autostima, sul valore di sè, sul potere personale, sul plesso solare, sull'orgoglio ecc...
Non abbiamo mai davvero molto potere, ma la rabbia non vuol dire che ne abbiamo troppo poco e che dobbiamo cercare di averne di più, vuol dire che ne desideriamo troppo e che dovremmo volerne di meno, anzi non volerne affatto. Potere personale, orgoglio... tutta roba legata all'Importanza Personale, la grande e unica nemica di ogni crescita, dell'Uomo (e dello Spirito).

Alla fin fine è tutto Importanza Personale. C'è lei dietro odio e rabbia... ciò che ci fa soffrire diventa distruttività solo quando passa attraverso l'esagerata considerazione che abbiamo di noi, del fatto che siamo noi a soffrire. Come se non dovessimo, come se non dovesse essere previsto.

Tutti gli atteggiamenti che ci frenano poggiano su antiche, arcaiche, radicate quanto assurde convinzioni che conserviamo nel profondo, spesso senza neanche riuscire ad accedervi con l'osservazione, perlomeno quella superficiale. Se ci accediamo e vogliamo esprimerle come sono ci escono come cose infantil... quali in effetti sono e che ci rimandano all'epoca in cui si sono radicate.

Nulla di quanto ci accade è davvero importante, soprattutto non lo è la lettura personale che diamo. E' invece importante quello che accade, tutto quello che accade... ma noi quasi sempre ce lo perdiamo, persi come siamo in quanto CI accade, che crediamo ci accada (lo so che questo pezzo si capisce proprio poco, ma per adesso meglio di così non so fare).


A chi odia, minuti o anni che sia, a chi prova rabbia, cali per un secondo l'Importanza Personale, si dica per un secondo che non è davvero importante quello che sta pensando e ne sperimenti gli effetti. Provare per credere.
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Vecchio 21-06-2011, 00.37.34   #66
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Ray, il pero cade dall'albero quando è maturo non prima, a meno che di fare forzature.
La mia importanza personale ancora non è maiuscola come sento che deve essere, ma ci sta arrivando, solo dopo penso di poter essere in grado di lasciarla andare, lavorando per non attaccarmici. Non posso lasciare andare qualcosa che ancora non ho raggiunto pienamente.
Se lo facessi ora prematuramente sarebbe solo repressione ed io non voglio reprimere.

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Se ci accediamo e vogliamo esprimerle come sono ci escono come cose infantil... quali in effetti sono e che ci rimandano all'epoca in cui si sono radicate.
Ti riferisci ai Sè primari? Leggevo oggi qualcosa, avevo l'intenzione di parlarne, volevo collegarlo al discorso della rabbia.

Ci sto lavorando Ray, seriamente, mi sento preoccupata per questi sogni che faccio. Io spero in una svolta positiva. La tensione verso il bene è più forte di quella verso il male, di questo sono sicura.
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Vecchio 21-06-2011, 11.21.45   #67
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Ray, il pero cade dall'albero quando è maturo non prima, a meno che di fare forzature.
La mia importanza personale ancora non è maiuscola come sento che deve essere, ma ci sta arrivando, solo dopo penso di poter essere in grado di lasciarla andare, lavorando per non attaccarmici. Non posso lasciare andare qualcosa che ancora non ho raggiunto pienamente.
Se lo facessi ora prematuramente sarebbe solo repressione ed io non voglio reprimere.


Forse non parliamo della stessa cosa quando diciamo Importanza Personale... ci sono molti tread in giro, magari hai voglia di leggerne qualcuno.
Nel frattempo però ti devo dire che quello che hai appena detto qui sopra è un magnifico esempio di come la mente ci racconta le storie. Te lo dico perchè preferisco litigare con te se sarà necessaario piuttosto che prendermi la responsabilità di non dirtelo.
L'Importanza Personale non deve arrivare a nessun culmine, per altro non esiste alcun culmine e può arrivare a crescere pressochè indefinitamente portando l'Essere alla paralisi. Possiamo gonfiarci all'infinito e procurarci infiniti danni.
Ogni momento è buono per invertire il processso ed iniziare a calarla. E pulirci. Quando crediamo non sia ancora il momento ce la stiamo raccontando. Non c'è alcuna pienezza di Importanza Personale da raggiungere, così come non c'è alcuna pienezza nelle illusioni. L'IP è illusione, noi non siamo importanti come ci crediamo.
Per altro Diam, se ti dici che aspetti di essere pronta a lavorarci finisce che pronta non sei mai. L'IP si inizia a lavorarla, a toglierla, e si diventa pronti (per altro).


E' vero tuttavia che, psicologicamente, l'Importanza Personale compensa la frammentazione dell'io. La misura dell' ioioioio che ci diciamo e che è nei nostri atteggiamenti è direttamente proporzionale a quanto poco coeso è il nostro io, quello vero, che veramente ci servirebbe e che pochissimi hanno.
E, se è vero che a costruirlo l'IP scende è altrettanto a ancor più vero che lavorando sull'IP l'io si coede.
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Vecchio 21-06-2011, 11.29.19   #68
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La mia importanza personale ancora non è maiuscola come sento che deve essere, ma ci sta arrivando, solo dopo penso di poter essere in grado di lasciarla andare, lavorando per non attaccarmici. Non posso lasciare andare qualcosa che ancora non ho raggiunto pienamente.
Se lo facessi ora prematuramente sarebbe solo repressione ed io non voglio reprimere.
Scusa Diam, mi permetto una precisazione su quello che scrivi pur se credo di aver capitocosa intendi, ma son piccole cose che possono cambiare il senso.
L'IP (come usavamo chiamarla) è vero che cresce con il crescere della nostra consapevolezza e coscienza però è vero anche che è li sempre nascosta dalla inconsapevolezza del perchè facciamo certe cose e del vero scopo che ce le fa compiere. Tutto parte sempre da noi stessi. Voglio dire che la tua IP, come quella di chiunque, è sempre "raggiunta pienamente" in base alla tua/propria coscienza attuale, ma non è percepita come tale proprio perchè a volte si nasconde dietro la mente che ci suggerisce altro (non che sia il tuo caso, è un esempio), come ad esempio che un torto subito, per restare in tema, è troppo importante per essere compreso o accettato. Però lo è rispetto a cosa e a chi? Se ricevo un torto, rispetto a ciò che io sono, il torto non ha valore, ma se lo ricevo rispetto all'IP che vuole potere, che vuole avere riconoscimenti nella società rispetto all'altro ecc ecc allora ha un potere e un importanza pazzesca. Imperdonabile a volte.
Sai il detto che il maggior potere del Diavolo è quello di far credere che non esiste?
L'IP non la si lascia andare, la si impara a riconsocere e controllare. In realtà senza di lei non potremmo vivere. Non avremmo la giusta tensione, saremmo senza benzina.
Bisogna sforzarsi di osservare dentro di noi cosa succede e cosa vorremmo ottenere davvero da ogni cosa per scovarla.

Comunque sicuramente il primo passo è imparare a ri-conoscerla osservandosi e domandandosi spesso Chi vuole cosa (riferito a noi stessi, non ad altri)

Sono andata enormemente fuori tema ma se se c'è interesse possiamo riprendere certi discorsi, ci sono thread che son rimasti appena alla superficie, per mancanza di carne da cuocere.


EDIT: non ho letto Ray
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Vecchio 21-06-2011, 11.34.31   #69
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Vi va se prendiamo questi ultimi post e li spostiamo in un thread adatto? A me interesserebbe continuare lì. Se siete d'accordo posso farlo io poi quando ha tempo il Capo vede se pulire o lasciare così.
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Vecchio 21-06-2011, 11.38.58   #70
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In realtà senza di lei non potremmo vivere.


EDIT: non ho letto Ray
Senza di lei saremmo veramente vivi. Ma siamo veramente OT... forse in effetti è ora di riprendere qualche vecchio tread in proposito.
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Vecchio 21-06-2011, 11.50.26   #71
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Si infatti, anche questo tuo ultimo non mi convince, vorrei discuterne, ma aspettiamo che Diam ci dia il permesso o meno per spostare anceh il suo post, altrimenti non si capisce il discorso. Se dice no provo a fare un sunto.
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Vecchio 21-06-2011, 12.03.13   #72
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Si infatti, anche questo tuo ultimo non mi convince, vorrei discuterne, ma aspettiamo che Diam ci dia il permesso o meno per spostare anceh il suo post, altrimenti non si capisce il discorso. Se dice no provo a fare un sunto.
Non serve forse, basta che copi i pezzi che ti servono di la. Per altro non li toglierei di qua perchè comunque c'entrano e servono per il discorso e per chi legge.
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Vecchio 21-06-2011, 12.09.53   #73
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Non serve forse, basta che copi i pezzi che ti servono di la. Per altro non li toglierei di qua perchè comunque c'entrano e servono per il discorso e per chi legge.
Hai ragione (ho tolto il manifesto in camera, IO!!!! ) (scusate, questa era una internos ). Si evitano complicazioni evitabili.

Pensavo alla pulizia dei soli post di accordi.
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Vecchio 21-06-2011, 12.49.14   #74
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Sono disponibile e ben felice di affrontare l'argomento, pertanto potete spostare quel che serve dei miei post.
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Vecchio 21-06-2011, 14.36.38   #75
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Forse non parliamo della stessa cosa quando diciamo Importanza Personale... ci sono molti tread in giro, magari hai voglia di leggerne qualcuno.
Forse non parliamo della stessa cosa. Per saperlo devo prima leggermi quanto detto nei 3d appositi altrimenti mi perdo nelle definizioni.
Intanto io mi riferisco sempre all'attaccamento, è quello che si lascia andare, mi pare che questo concetto è già stato ampiamente chiarito sia quando si parla di Ego, di distacco e in genere di tutto che ciò che riguarda la mente.

Potere personale, auto affermazione, rabbia che deriva dall'impotenza.
Io non ho detto che aspetto di essere pronta per lavorarci, dico che ci lavoro per non attaccarmici, dico che ci sto già lavorando per questo ma se io ora dicessi che ci sono arrivata accodandomi ad una definizione direi una bugia, un raccontarmelo.
Io dico che ancora sono attaccata al potere personale in quanto da qualche parte subisco la frustrazione di sentirmi impotente di fronte soprattutto il legame affettivo e questo mi crea problemi e non so come risolverlo (e lo compenso rafforzando la mia IP?).
Per anni ho sofferto di scarsa autostima, gli altri avevano sempre più importanza di me, passavano avanti, ora vedi se mi faccio passare una mosca dal naso! E questo è un miglioramento nella mia vita. Non sono arrivata, sono ancora per strada ma ci sono sulla strada, prima la guardavo soltanto.
Nel lavoro me ne sono affrancata perchè ho perpetrato a sufficienza, non ho più bisogno di mostrare il mio potere se non quando serve veramente.
Nel lato affettivo è diverso. Io devo ancora dimostrare a me stessa di avere il potere sui miei sentimenti, sull'uomo soprattutto. E' un vecchio problema che mi porta a rompere tutti i legami. A un certo punto divento auto immune, lavoro per eliminare l'intruso.
Lo so che non funziona così ma di fatto spunta così.
Prendo atto del mio meccanismo e non è chiarendo la definizione che cambia per magia. Però sapere la definizione mi aiuta a lavorare nella giusta direzione. Fin ora si è detto che ognuno ci arriva da solo a furia di spaccarsi la fronte sbattendo sempre nello stesso spigolo. E' quello che sto facendo anch'io e non me la racconto credimi, la testa (dura) me lo sto sbattendo per bene.

Sogno e rabbia vanno a braccetto da un anno a questa parte...suby mi mette in ginocchio, non ho alcun potere su di lui e questo mi permette poi di fare l'esperienza dal quel che è arrivato dalla coscienza, faccio esperienza ma poi di fatto ritorna il problema ma ogni volta un pò di meno.
Ho lasciato i coltelli? ecco il gas della cucina, gli artigli dei gatti e chissà che altro suby ha in serbo per me.
Allora parto dai piedi e dico che ho bisogno di rafforzare il mio potere personale, (o la mia IP?) perchè davanti a certe situazioni la sento ip e questo non lo può cambiare nessuna definizione, solo la comprensione e una giusta esperienza che ancora mi manca.

Ciò di cui soffro maggiormente è il senso di impotenza, io so già a priori che non sarò soddisfatta, o le cose non andranno come io desidero, o sarò costretta a fare quello che non voglio e non ho il potere di cambiare le cose o la forza o capacità di accettarle e mi sale la rabbia e l'odio, ma poi mi passa per fortuna. Lo strong me lo da suby impietosamente, a ricordarmi sempre quel che dici tu: potere ne abbiamo veramente poco, forse anche niente!
Ma il disco si inceppa sempre in questo punto. Solo l'uomo è capace di cadere sempre nello stesso fosso, nemmeno l'asino lo fa.
Come si chiama questa cosa? IP? Ego? Aspettativa? Trauma? non lo so, dimmelo tu se lo sai e me lo vuoi dire altrimenti non riesco a capirti.
Io ora ho un problema serio e se non lo risolvo mando alle ortiche un rapporto di tre anni come tutti gli altri e se non lo faccio continuo a distruggere finchè non finisce a meno che qualcosa non cambia.
Forse qualcosa è compromesso per sempre dentro di me.

Ti sembra che me la stia raccontando? o forse sono cieca? tutti lo vedete tranne io? può darsi... ma ancora non riesco a centrare la radice del problema.
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Ultima modifica di diamantea : 21-06-2011 alle ore 14.39.20.
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