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Vecchio 31-10-2005, 22.43.55   #1
celinher
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Predefinito la memoria di aver vissuto..

Ciao a tutti!! riporto qui qualcosa che mi sembra molto interessante..scritta da esperantiano, di un'altro Forum.

bacini...
Celi..




Chi segue gli studi riguardanti l'ipotesi della reincarnazione, si imbatte prima o poi nella questione del "ricordo di sè" che, apparentemente, sembra venir meno con la morte.

Abitualmente, cioè, quando si rinasce, molto raramente si ha consapevolezza del precedente vissuto.

Nella cultura teosofica, però, questo svanire del ricordo è una caratteristica limitata al profano.

L'iniziato, consapevole del meccanismo della rinascita, al momento del trapasso "concentra tutte le potenze del proprio essere", mediante atto di "volizione" (che è diverso dal desiderio"), e "decide" di conservare la propria consapevolezza, e di trasferirla, integra, nella prossima vita.

E' proprio quando l'individuo, mediante l'evoluzione iniziatica, consegue la capacità di "fissare" i ricordi, e quindi di conferire stabilità alla propria identità, che egli incomincia a diventare "padrone" della direzione degli eventi con cui costruirà il proprio futuro.

Il profano, morendo e rinascendo, rimuove gran parte del vissuto precedente (molto spesso, dal punto di vista iniziatico, privo di profondità) e ricomincia "tutto da capo". Egli, cioè, non riuscendo ad attivare un "prosieguo" tra una vita ed un'altra, resta imprigionato per molte vite nella ripetizione sterile di una stessa esistenza infantile.

Ogni volta che rinasce il profano rifà le stesse esperienze, passa attraverso le stesse situazioni, sprofonda negli stessi fallimenti e, alla fine, riperde "tutto" (o quasi tutto): persone, eventi, affetti, legami, capacità... l'onda del Fiume Lete "resetta" la sua memoria, ed il "gioco del bambino" non ha mai termine.

L'iniziato, invece, quando rinasce "ricomincia" da dove la morte aveva interrotto, sì, la sua crescita, ma non la sua memoria. Egli inizia a divenire quindi "consapevole" dell'impressionante lunghezza temporale della sua vera esistenza, e gradualmente impara a "dirigere" "le trame della vita", in modo intenzionale, intelligente, mirato, razionale.

La differenza tra profano ed iniziato, quindi, non è limitata all'arco temporale di una vita.
Il profano continua perdere la sua memoria sotto i colpi della morte continua.
L'iniziato è stabile perchè ha scoperto la consapevolezza della Vita Eterna.

Tutto il resto è polvere che si perde nelle sabbie del tempo...

esperantiano
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Vecchio 31-10-2005, 23.42.57   #2
Shanti
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Predefinito Riferimento: la memoria di aver vissuto..

Che argomento interessante Celine!!!

Citazione:
L'iniziato, consapevole del meccanismo della rinascita, al momento del trapasso "concentra tutte le potenze del proprio essere", mediante atto di "volizione" (che è diverso dal desiderio"), e "decide" di conservare la propria consapevolezza, e di trasferirla, integra, nella prossima vita.

Io più o meno ho questa idea... che forse il "profano" al momento del trapasso perda tutta la propria consapevolezza, e si ritrovi a condurre un'altra esistenza in un altro corpo senza nemmeno accorgersene... come se quella fosse l'unica condizione possibile...

Ma io mi domando... nella mia confusione... se un iniziato riuscisse a fare questo atto volitivo e conservare tutta la propria consapevolezza... perchè dovrebbe decidere di trasferirla in una prossima vita terrena? Sì forse se sapesse di avere qualche compito preciso da svolgere e allora lo deciderebbe consapevolmente... Altrimenti perchè non potrebbe continuare la propria esistenza magari su un altro piano?
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Vecchio 09-11-2005, 12.46.30   #3
Najat
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Non vorrei dire una sciocchezza, ma l'iniziato decide di proseguire il suo cammino verso le sfere alte della progressione, quindi di avvicinarsi verso la non rinascita. Lo spirito ha bisogno di tornare là dove ha avuto origine, le vite possono essere meno numerose là dove si riesce a cambiare stadio, come dicono gli induisti, ad esempio, di passare da una casta all'altra. Ad esempio, la casta piu' bassa, Shudra, è tipica di chi si identifica solo con il proprio corpo, la materia (non c'entra niente il discorso sociale, si può essere Shudra anche se si è presidenti di una multinazionale) ed è in progressione per arrivare al livello Vaishya che già s'identifica nella sua energia anche verso chi lo circonda, solo le persone che gli stanno piu' vicine. E' il caso, ad es., di un professionista bravo che accumula ricchezza per sè stesso e la propria famiglia ma che ha poca compassione per gli altri. Andando in su c'è il livello Kshatriya, che desidera aiutare gli altri e mette a disposizione amore, compassione e lavoro, s'identifica con una realtà piu' estesa, come può essere stato, ad esempio, Gandhi. Per ultimo c'è il livello di Brahmin che desidera solo servire Dio e che rappresenta l'ultimo ciclo di rinascite. In ogni casta si può rinascere un gran numero di volte. Ricordiamoci che da questa dottrina prende il via il Buddhismo, forse la religione orientale piu' famosa ed amata dall'occidente.
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Vecchio 09-11-2005, 16.00.03   #4
Era
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gia...forse perchè mette nelle mani dell' uomo la propria "responsabilità"....
il dovere e il diritto di sbagliare...di scegliere fino a comprendere....
lontano dalle restrizioni di un cattolicesimo che ancora punta sul castigo e il premio..."regalando" ignoranza e ipocrisia di un bigottismo fasullo...

credo che in questo contesto si è tutti iniziati ad essere iniziati....
lo scopo è proseguire..."salire"...e poi ancora salire....e più si è su
più probabilmente...si ha la coscienza dell' Essere...e la capacità di Amare
tanto da scegliere ancora una volta di tornare nella carne per portare insegnamento e illuminazione all' uomo...(i grandi maestri s' intende)


bho forse fuori tema...fa lo stesso mi andava di scriverlo
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Vecchio 09-11-2005, 16.18.46   #5
Najat
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Non credo sia fuori tema, Era, secondo me hai detto cose giuste. Non si spiegherebbe altrimenti il perchè di certe nature umane, così differenti tra loro. Tutti ci chiediamo come mai esistano certi individui spiritualmente poco evoluti e altri che nascono con talenti e doni. Bisognerebbe parlare di karma, ma il discorso si allungherebbe di molto.
Non sono di questa o quella religione, sicuramente credo in quello che non vediamo e che possiamo chiamare in tanti modi. Prendo, da tante verità, frammenti d'infinito.
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Vecchio 09-11-2005, 16.43.38   #6
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non ci sono discorsi troppo lunghi da non poter essere affrontati...
il tempo non conta e non c'è fretta... ne parleremo certo...
tanto per cominciare vedo il Karma come puoi vedere un percorso scolastico...dal primo anno di asilo fino all' università...
naturalmente l' asilo è una fase talmente iniziale che si ricevono aiuti
e sostegni continui...mirati però a far si che il bambino impari le cose più
semplici ....sempre per metafore....allacciarsi le scarpe o soffiarsi il naso
per arrivare poi a decidere se è più indicato un mocassino piuttosto che una scarpa da tennis....
dopo no...dopo gli insegnanti parlano a tutta la classe..e solo chi si applicherà passerà alla classe successiva....sapendo magari di avere una materia dell' anno precedente da perfezionare...e così via..
logicamente Qualcuno..continuerà a studiare anche dopo l' università..
per scelta...per vocazione....per insegnare ancora....

il mio modo di esprimere è semplice...non credo però sia semplicistico..
anche perchè è nella semplicità e negli esempi elementari che ho fatto..che capisco e comprendo meglio...(so zuccona lo sanno tutti)
quindi lungo o corto che sia il discorso...semplice o complesso
si può affrontare in tanti modi diversi...ognuno con ciò che ha da portare

si anch'io credo in una maniera non usuale....nonostante le "critiche"
che faccio di tanto in tanto al clero...prendo o cerco di prendere ciò che è utile anche dal cattolicesimo....che clero non è

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Vecchio 09-11-2005, 16.52.22   #7
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Citazione:
Originalmente inviato da shanti
Ma io mi domando... nella mia confusione... se un iniziato riuscisse a fare questo atto volitivo e conservare tutta la propria consapevolezza... perchè dovrebbe decidere di trasferirla in una prossima vita terrena? Sì forse se sapesse di avere qualche compito preciso da svolgere e allora lo deciderebbe consapevolmente... Altrimenti perchè non potrebbe continuare la propria esistenza magari su un altro piano?
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La Teosofia non intendeva questo, intendeva un'altro tipo di vita diversa da questa che noi conosciamo (questo prima che poi andasse a rotoli)
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Vecchio 09-11-2005, 16.57.48   #8
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Cattolico vuol dire universale. Ogni tanto se lo scordano, però, e dicono "è così e basta" . Non vuol certo dire non riconoscere che all'interno della chiesa ci sono personaggi straordinari, come in tutti i movimenti.

Il discorso sul karma è particolare, a volte lo causiamo noi, oggi leggevo nella discussione sulle dipendenze che qualcuno alimentava rancori verso chi ci ha fatto un torto. E' umano, ma è anche il modo migliore di produrre karma, quello che non ci permette di progredire. Il dolore esiste, come l'offesa e il senso di rivalsa, ma andrebbero elaborati, col tempo. Altrimenti si fa del male solo a sè stessi.
Credo che chi è piu' avanti di noi sulla strada dovrebbe dare una mano a quelli che sono un pò piu' indietro. Se si riesce a capire questo e ad accettare di aiutare o essere aiutati, il mondo cambia. Nella direzione giusta
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Vecchio 09-11-2005, 18.56.08   #9
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Citazione:
Originalmente inviato da Najat
Il discorso sul karma è particolare, a volte lo causiamo noi, oggi leggevo nella discussione sulle dipendenze che qualcuno alimentava rancori verso chi ci ha fatto un torto.
A volte? Noi? Chi? scusa se pignoleggio ma imparerai a conoscermi
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Vecchio 10-11-2005, 07.58.45   #10
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Hai ragione, "a volte" era superfluo. Il noi è riferito a tutti, credo che nessuno sia immune da questo.
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Vecchio 10-11-2005, 10.46.14   #11
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Uhum ho fatto bene a pignoleggiare, avevo il "sospetto" che ci fosse qualcosa di poco chiaro. Sono piccoli particolari ma se vuoi ne parliamo per quello che è possibile ora.
Se dico che creo io il karma presuppongo di avere il pieno controllo del mio Essere, cioè di essere un Io formato, e in quel caso se creo karma "negativo" lo faccio in piena coscienza, praticamente non succede mai... solo in casi rarissimi in cui comunque quel male serve per qualcos'altro di buono... quindi gira gira alla fine sempre "positivo" è.
Nella condizione normale in cui versiamo di solito (versiamo che parola strana usiamo...... ma dice anche questa qualcosa) la nostra principale responsabilità è quella di non voler ricordarci chi siamo realmente, di non voler creare una struttura adatta a poter ospitare il nostro vero Io... ect ect...
Non sto dicendo che non siamo responsabili delle nostre azioni, sto dicendo che la storia del karma come gira è un 'altro modo per evitare che scaviamo troppo a fondo (in una maniera divera dall'occidente tipo Cattolicesimo, ma poi siamo noi che capiamo quello che vogliamo le tradizioni non raccontano panzane, è farsele interpretare da qualcuno che ha interessi o che non le ha Comprese per primo lo sbaglio).... "attento che se fai il cattivo qualcuno lo farà con te..." allora io mi reprimo... penso sempre a fare il buono, appena perdo un centesimo di secondo il controllo faccio una strage.... succede tutti i giorni...
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Vecchio 10-11-2005, 11.44.51   #12
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Hai fatto delle bellissime considerazioni, spero di riuscire a spiegarmi bene come fai tu. Sono concorde sul fatto che non ci responsabilizziamo mai abbastanza, tendiamo a scaricare troppo sugli altri i nostri malesseri, non ci sentiamo mai consapevoli in pieno delle nostre azioni o tendiamo a giustificarle con argomentazioni anche infantili. Forse sei riuscito tu a dire quello che intendevo io e che era spiegato male. Quello che noto, guardando me stessa negli altri, è questo voler protrarre sentimenti negativi anche su cose che poi, viste con l'ottica dello scorrere del tempo, si rilevano futili e insignificanti. Prendere coscienza di questo, forse, è un piccolo segno di voglia di portarsi avanti, concentrando le proprie forze sul desiderio di focalizzare l'energia su quello che ci serve realmente.
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Vecchio 10-11-2005, 12.53.16   #13
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Originalmente inviato da Najat
non ci sentiamo mai consapevoli in pieno delle nostre azioni
E' proprio questo quello che volevo farti arrivare, ma non dal punto di vista che guardi tu, non siamo consapevoli delle nostre azioni, c'è qualcuno/qualcosa che agisce in noi, se lo fossimo non faremmo mai le cose sbagliate.
Come fare? Consapevolezza è una cosa grande per la maggior parte delle persone, ma prenderne coscienza intanto (come poi scrivi sotto) è la migliore cosa da fare.
Anche tentare di focalizzare l'energia sui reali bisogni va bene, non ci riuscirai ma non importa, ma osservare/osservarsi è il primo punto dell'ordine del giorno.
Diventare Uomini (come genere sia uomini che donne) invece che automi è il primo passo per un'evoluzione reale e non sulla carta.
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Vecchio 10-11-2005, 14.23.47   #14
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Grazie, anche per il modo in cui ci porti a ragionare, almeno è così che ti vedo. Non è pignoleria, è fare un passo al di là di quello che si è detto per arrivare a compiere il pensiero nella sua interezza. A volte ci si ferma un istante prima del traguardo.
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Vecchio 11-11-2005, 14.27.26   #15
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non siamo consapevoli delle nostre azioni, c'è qualcuno/qualcosa che agisce in noi, se lo fossimo non faremmo mai le cose sbagliate.
Parlando di cose "sbagliate" ...
Non penso che si fa passi sbagliati nella vita, si fa passi adatti alla situazione di quel momento. Forse visto molto tempo dopo ci si ripensa e ci si chiede perche abbiamo reagito cosi, che era "sbagliato" ... ma io penso che nn era infatti sbagliato .. era il passo giusto a quel momento .. che ne pensi?
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Vecchio 11-11-2005, 17.38.20   #16
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Originalmente inviato da Red
Parlando di cose "sbagliate" ...
Non penso che si fa passi sbagliati nella vita, si fa passi adatti alla situazione di quel momento. Forse visto molto tempo dopo ci si ripensa e ci si chiede perche abbiamo reagito cosi, che era "sbagliato" ... ma io penso che nn era infatti sbagliato .. era il passo giusto a quel momento .. che ne pensi?
E' più o meno la stessa cosa detta in due modi diversi, però, come dici tu, bisogna evitare vedendo dopo molto tempo di pensare che era sbagliato, questo anche crea molti problemi, alimenta un ripetersi degli eventi, cambiano i modi ma ripetiamo le stesse cose, invece se osserviamo vediamo che in quel momento non eravamo consapevoli di quella cosa... l'abbiamo fatta... punto e a capo.... in questo modo prendiamo coscienza di quella cosa, se questa coscienza la manteniamo nel tempo, se non ce ne dimentichiamo diventa consapevolezza e stai sicura che quello stesso "errore" non lo farai più.
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Vecchio 11-11-2005, 19.33.38   #17
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E' più o meno la stessa cosa detta in due modi diversi, però, come dici tu, bisogna evitare vedendo dopo molto tempo di pensare che era sbagliato, questo anche crea molti problemi, alimenta un ripetersi degli eventi, cambiano i modi ma ripetiamo le stesse cose, invece se osserviamo vediamo che in quel momento non eravamo consapevoli di quella cosa... l'abbiamo fatta... punto e a capo.... in questo modo prendiamo coscienza di quella cosa, se questa coscienza la manteniamo nel tempo, se non ce ne dimentichiamo diventa consapevolezza e stai sicura che quello stesso "errore" non lo farai più.
Ho cambiato tempo fa il mio modo di vedere i mie passi "sbagliati" .. vedendoli come passi vissuti e punto e a capo come dici tu ... thus ... nn mi faccio piu pippette mentali su "rimpianti" .. perche nn fanno parte del mio universo

ciau
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Vecchio 14-11-2005, 12.26.50   #18
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Normale sbagliare, giusto chiedere perdono se da quell'errore è nato un dolore per qualcuno. Mai lasciar correre se il nostro gesto ha provocato una frattura, un male. E' giusto non credere che il tempo risani tutto...a volte il dolore che causiamo potrebbe rovinare una vita, anche se non ce ne rendiamo conto. Questo è fare tesoro dei propri sbagli, fa parte della lezione.
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Vecchio 14-11-2005, 13.58.47   #19
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Normale sbagliare, giusto chiedere perdono se da quell'errore è nato un dolore per qualcuno. Mai lasciar correre se il nostro gesto ha provocato una frattura, un male. E' giusto non credere che il tempo risani tutto...a volte il dolore che causiamo potrebbe rovinare una vita, anche se non ce ne rendiamo conto. Questo è fare tesoro dei propri sbagli, fa parte della lezione.
Sto andando tremendamente fuori tema, ma.... chi è che causa dolore a chi?
Non sto dicendo di andare per il mondo a fare danni... questo mai dobbiamo sempre stare atenti a ciò che facciamo.... ma per noi... se faccio del male a te.... il mio problema sarà che io ho fatto del male.... punto. Tu invece avrai il problema di esserti fatta fare del male...
A volte in un processo di "guarigione" ci si può incontrare per aiutarsi ma non è indispensabile quale che sia il lato dove ci troviamo.

---------------------------------------------------------
In tema: la memoria di cui si parlava all'inizio del post è la Consapevolezza.... parola sconusciuta anche se usata spessissimo... solo quello che "facciamo nostro per sempre" diviene Consapevolezza.... il che è ben diverso da una più o meno duratura memoria terrena... parlare di esperienza riferendosi alla semplice memoria è un errore grande.
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Vecchio 14-11-2005, 15.13.07   #20
Sole
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leggendo questa discussione mi è venuta in mente questa laminetta orfica... per me ha un valore "affettivo" oltre che esoterico ...sarebbe molto bello approfondirla !

"Questo è il regno di Mnemosine. Qualora tu venga a morire, andrai alle case ben fatte di Ade: a destra c'è una fonte; accanto ad essa sta un bianco cipresso. Venendo laggiù le anime dei morti trovano refrigerio. A questa fonte non ti avvicinare affatto! Ma più avanti troverai la fresca acqua che scorre nel lago di Mnemosine: di sopra vi sono i custodi. Essi ti domanderanno, nell'animo loro prudente, che cosa tu veramente chieda alla Tenebra di Ade funesto. Dì: figlio io sono della Greve e di Urano stellato. Sono arso da sete e muoio, ma datemi subito la fresca acqua che scorre dal lago di Mnemosine". E, invero, avranno misericordia di te con il consenso del re di sotterrra; e, invero, ti permetteranno di bere al lago di Mnemosine e, invero, anche tu, dopo aver bevuto verrai alla via sacra che anche altri iniziati e baccanti percorrono incliti"
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Vecchio 14-11-2005, 15.51.54   #21
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Concordo...ero fuori tema Mi automartello.
Sicuramente m'ero lasciata troppo andare ai ricordi di questa vita. Imparare a non farsi ferire è importante quanto non far del male a nessuno.
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