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Vecchio 08-07-2009, 12.32.36   #26
stefano
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Scusate se non ho ancora letto tutto il resto, vorrei rispondere a questa intanto.

Da ovunque arrivino le attenzioni le subiamo tantissimo perchè spesso e volentieri le viviamo come una invasione dei nostri spazi personali. "mettiti il maglione perchè sento freddo" è un classico ma se la frase diventa, senti freddo? Vuoi un maglione? Cambio tutto il mondo sul quale gira.
E' un limite molto sottile, e la percezione dipende moltissimo da come si vivono gli scambi personali.. e soprattutto di che tipo di madre abbiamo avuto. Protettiva, ansiosa, iperpresente, controllante oppure moderata e liberale.
Prendersi cura dell'altro vuol dire occuparsi dei suoi bisogni qualora possiamo soddisfarli, ma non essere ossessionati dal farlo star bene pensando noi cosa sia meglio per lui, quello è controllo. Ad esempio se sento freddo (restando sempre lì) posso occuparmi dell'altro informandomi se ha bisogno di qualcosa, ma se l'altro sceglie di non volere il mio aiuto, la questione deve finire lì. Nel momento in cui insisto, allora voglio imporre la mia volontà o voglio imporre il mio punto di vista, voglio controllare e gestire il suo modo di essere e di pensare e di comportarsi, chiarament equesto nei casi più estremi, ci sono infinite sfumature nel mezzo.
Quel punto di vista prescinde dal fatto che sia giusto o meno, infatti occuparsi dell'altro è anche lasciargli la libertà di sbagliare, stando a guardare. Anche quello è occuparsi secondo me, ma soprattutto ci si occupa veramente dell'altro quando ci si occupa di se stessi. Infatti se l'altro ci assorbe ogni respiro, ci risucchia nel vortice.. allora non è occuparsi.
Pre-occuparsi inceve è voler controllare perchè si prescinde dal reale bisogno dell'altro e si pre-stabilisce il bisogno altrui. Questa per me è una battaglia quotidiana che spesso dimentico di combattere. Ebbeh.. son femmina e amo l'ambiente armonioso, rientro nella casistica.

Ora leggo il resto

ritieni che gli uomini non amino l'ambiente armonioso?
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Vecchio 08-07-2009, 12.53.06   #27
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Vorrei riprendere il filo del discorso e i ruoli ma soprattutto cercare di rispondere alla domanda di Filo che era importante ma sorvolata. peccato. Secondo me era importatne perchè determinante, il suo dubbio è il dubbio delle donne di oggi, è il motivo per cui la donna oggi ha poco di femminile e molto di maschile e piuttosto che integrare la parte maschile come si diceva sopra hanno, abbiamo, da integrare la femminile, da riscoprirla.
Per quanto invece riguarda il maschile e il femminile e la loro integrazione come individui possiamo spostarci sul tread apposito.


Filo diceva questo:
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Quello che mi piacerebbe capire è proprio che cosa sia la femminilità, è un concetto ancora attuale oppure non esiste più?
Partendo dal principio che come è in alto così è in basso la femmina, in basso, rappresenta il cuore della casa, ma c'è un motivo. Tradizionalmente la donna era il cuore del focolare, accoglieva la famiglia in seno a lei (un bel modo di dire no? Li nutriva.... ), li accudiva, si prendeva cura e provvedeva alla parte emotiva dei figli. Era colei che allargava le braccia e dispensava calore. Ora non discutiamo se ci piace o meno questa figura ma sul ruolo e sul senso profondo di cosa manifestava come figura la femmina.
Oggi ha ragioen Filo non c'è più, o quasi più, forse solo nel sud per fortuna ancora una parvenza esiste ancora che mantiene accesa la fiamma.

Io oggi mi guardo in giro e non vedo femmine, vedo maschiacci che tentano di mascherarsi da donne ma che in quei vestiti stonano. E' una brutta sensazione. per essere seduttive, dobbiamo diventare volgari, per paicere dobbiamo apparire. Le donne non sono più eleganti, sono di fretta e si consumano dietro le mille cose che hanno da fare. Faccio tutto io. Controlo la mia vita. Non ho bisogno di aiuto. Perchè io valgo.... già ma se non arrivo a fare tutto, non valgo più e tu uomo non mi consideri più indispensabile e se io non sono indispensabile mi sento inutile... per cui imparo anche a fare il tuo, così magari la smetto di essere il sesso debole.
Il peccato è che si sta perdendo quell'innata tendenza della donna di apparire come un fiore delicato, da toccare con cura e odorare con rispetto perchè il prfumo che emana addolcisce e rasserena.

Si è un concetto ancora attuale, è un archetipo eterno (come in alto) ma che va riscoperto, rinnovato, vitalizzato dentro ogni donna. Va però certamtne modernizzato. Oggi la donna è praticamente costretta volente o nolente a lavorare, ma questo non impedisce che possa essere femmina ugualmente e sentirsi realizzata come tale anceh se non contrappone all'uomo e al maschio (maschile in alto). Da questo deriva che anche il ruolo dell'uomo e del maschio va modernizzato. Quindi lo scambio dei ruoli ben vengano, ben fermo però che ognuno non si sostituisce all'altro ma si collabora, ci si aiuta per arrivare a condividere una vita insieme serena. Scambiare i ruoli non vuol dire scambiare personalità, vuol dire occuparsi dell'altro, si diceva sopra. Se la donna oggi ha bisogno che l'uomo lavi i piatti o prepari la cena (proprio basso basso) va benissimo, ciò non incide sull'essere maschio o femmina.ù
La femminilità purtroppo è stata sacrificata in unome di una cattiva ed errata interpretazione del nuovo ruolo della donna nella società moderna.
No, non è un concetto arcaico, è un essere innato della donna che però viene soffocato e represso perchè la paura di essere sottomesse è nel nostro DNA purtroppo, troppi secoli e troppe battaglie. La bomba doveva esplodere e si è manifestata così. Ma possiamo ancora riscoprirci.

Ancora un punto.
Un modo per riuscire ad integrare il controllo dell'ambiente innato in una donna (che fatica... ) sarebbe quello di ricordarsi costantement di rispettare lo spazio dell'altro anche quando non è come noi lo vorremmo. Insomma nella vita quotidiana abbiamo le armi per cedere il controllo e occupaci dell'aòtro solo che (almeno io) lo dimentichiamo spesso.


Invio ma non ho riletto scusate se ci sono orrori.
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Vecchio 08-07-2009, 12.56.05   #28
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ritieni che gli uomini non amino l'ambiente armonioso?
Non ho detto questo, ma più si parlava di controllo dell'ambiente, per cui mi riferivo a quello.
In ogni caso, introduci un punto che non è da sottovalutare e cioè: come le donne prendono sempre il controllo dell'ambiente? Semplicemente perchè l'uomo è molto più accondiscendente rispetto all'ambiente dove vive.
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Vecchio 08-07-2009, 13.35.44   #29
stefano
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Non ho detto questo, ma più si parlava di controllo dell'ambiente, per cui mi riferivo a quello.
In ogni caso, introduci un punto che non è da sottovalutare e cioè: come le donne prendono sempre il controllo dell'ambiente? Semplicemente perchè l'uomo è molto più accondiscendente rispetto all'ambiente dove vive.
cosa genera secondo te il desiderio di controllo?
c'è bisogno di controllare per vivere in pienezza a tuo parere?
(non è vero in assoluto secondo me quello che dici anche se nella maggior parte dei casi si)
mica vero che l'uomo è più accondiscendente.
vero però che gli uomini che non lo sono (e che conosco) solitamente sono soli...
e penso che la motivazione si leghi alla prima domanda
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Vecchio 08-07-2009, 14.30.05   #30
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ritieni che gli uomini non amino l'ambiente armonioso?
Se l'uomo arreda una casa, questa finisce per sembrare un ufficio, se una donna arreda un ufficio finisce che è quasi impossibile lavorarci .
Questo ovviamente è un luogo comune, e altrettanto ovviamente non vale per tutti gli uomini e per tutte le donne, ma sappiamo che la natura esplora tutte le possibilità, quindi ci saranno tutte le possibili mescolanze di maschile e femminile nei vari uomini e nelle varie donne.
Però, se iniziamo a vedere la cosa dal punto di vista dei principi (maschile e femminile), oltre ad iniziare a rispondere alle presanti domande di stefano, vediamo che anche i luoghi comuni si mmodificano in qualcosa di più sensato: quando qualcuno arreda una casa col suo maschile, essa sembrerà un ufficio, quando qualcuno arreda un ufficio col suo femminile sarà quasi impossibile lavorarci dentro. Ovviamente un buon arredatore usa entrambi per arredare (e per fare tutto).

Veniamo alle caratteristiche e alla natura del maschile e del femminile (non del maschio e femmina). Per come la vedo io potremmo iniziare da qui: il maschile da la forma, in-forma, e porta la diversità. Il femminile accoglie e prende la forma data dal maschile (non ne ha una sua) ed elabora questa diversità perchè si sviluppi.
Questa cosa va però applicata all'ambito che si considera (e qui lo so che si complica) ossia in un ambito ciò che è maschile può essere femminile in un altro e viceversa. Quindi dire fare quello è maschile e fare quell'altro è femminile è foriero di errori di valutazione: se è indovinato in certi ambiti, può non essere vero in altri e addirittura rovesciato in altri ancora.

Provo un piccolo esempio, ma non so se regge, lo esploro mentre lo dico.
Se il maschile si occupa di andare a caccia e portare la preda a casa, il femminile accoglierà questa forma diversa e la elaborerà rendendola cibo adatto per tutto l'ambiente, qundi cucina, concia, conserva eccetera.
Se il maschile da la forma al cibo nel caso di un cuoco professionista (spesso i migliori sono uomini) il femminile è l'ambiente che accoglie i clienti (dal personale, all'arredamento, al servizio) anche se è svoolto da maschi.

Non so quanto regga, ma se lo prendete unn po' con le pinze intanto vi fate un'idea un po' più allargata di cosa è (o dovrebbe essere) maschile e femminile e magari riuscite ad applicare meglio di me la questione a vari ambiti diversi (è un po' come la legge del tre come funzionamento).
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Vecchio 08-07-2009, 14.45.04   #31
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cosa genera secondo te il desiderio di controllo?
c'è bisogno di controllare per vivere in pienezza a tuo parere?
(non è vero in assoluto secondo me quello che dici anche se nella maggior parte dei casi si)
mica vero che l'uomo è più accondiscendente.
vero però che gli uomini che non lo sono (e che conosco) solitamente sono soli...
e penso che la motivazione si leghi alla prima domanda
Sembra un test di maturità.... ahah
Potresti dire i punti dove non sei d'accordo?
Potresti dire cosa pensi tu sia il controllo e perchè c'è?

Comunque, si controlla in questo senso (perchè il controllo non è tutto sbagliato, ma parliamo di questo determinato tipo di controllo quindi non generalizziamo l'argomento) quando si ha bisogno di verifiche e certezze provenienti dall'esterno, perchè da soli non siamo in grado di darcene e/o non sappiamo come fare. Ad esempio nello specifico si controlla perchè si ha bisogno di avere la percezione di esistere, di sentirsi importanti. Nel momento in cui viene meno il ruolo, qualunque esso sia, viene meno anche l'immagine che si proietta negli altri di se stessi per cui tutto crolla e si perdono i punti di riferimento, si perde l'indispensabilità di cui si nutre chi assume un ruolo. Insomma in parole Ermopolite, non si nutre più il
coccodrillo e si soffre.
Per cui per vivere in pienezza, come dici, questo tipo di controllo vuol dire essere schiavi, vuol dire perdersi nel bisogno dell'altro per soddisfare il proprio bisogno di verifica agli occhi dell'altro della nostra immagine. Insomma una dispersione energetica pazzesca.
Penso di aver risposto a tutto.
Il controllo ovviammente si estende anche ad altro oltre che la casa ma per le donne è specificatamente e generalmetne questo, ciò non nega e non toglie che ci siano uomini che hanno questo tipo di bisogno, ma che è tipicamente femminile.

Posso rigirarti le tue stesse domande, mi interessa cosa pensi.


EDIT: non ho letto Ray
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Ultima modifica di Sole : 08-07-2009 alle ore 14.48.02.
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Vecchio 08-07-2009, 15.39.37   #32
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Sembra un test di maturità.... ahah
Potresti dire i punti dove non sei d'accordo?
Potresti dire cosa pensi tu sia il controllo e perchè c'è?

Comunque, si controlla in questo senso (perchè il controllo non è tutto sbagliato, ma parliamo di questo determinato tipo di controllo quindi non generalizziamo l'argomento) quando si ha bisogno di verifiche e certezze provenienti dall'esterno, perchè da soli non siamo in grado di darcene e/o non sappiamo come fare. Ad esempio nello specifico si controlla perchè si ha bisogno di avere la percezione di esistere, di sentirsi importanti. Nel momento in cui viene meno il ruolo, qualunque esso sia, viene meno anche l'immagine che si proietta negli altri di se stessi per cui tutto crolla e si perdono i punti di riferimento, si perde l'indispensabilità di cui si nutre chi assume un ruolo. Insomma in parole Ermopolite, non si nutre più il
coccodrillo e si soffre.
Per cui per vivere in pienezza, come dici, questo tipo di controllo vuol dire essere schiavi, vuol dire perdersi nel bisogno dell'altro per soddisfare il proprio bisogno di verifica agli occhi dell'altro della nostra immagine. Insomma una dispersione energetica pazzesca.
Penso di aver risposto a tutto.
Il controllo ovviammente si estende anche ad altro oltre che la casa ma per le donne è specificatamente e generalmetne questo, ciò non nega e non toglie che ci siano uomini che hanno questo tipo di bisogno, ma che è tipicamente femminile.

Posso rigirarti le tue stesse domande, mi interessa cosa pensi.


EDIT: non ho letto Ray

per vivere in pienezza hai "bisogno" di questo tipo di controllo?
per me no, quindi da questo tipo di controllo devi imparare a liberarti (e concordo quindi con te)
come devi imparare a non essere schiavo dell'identificazione con un "ruolo" che è semplicemente un abito che indossi.
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Vecchio 08-07-2009, 16.15.01   #33
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per vivere in pienezza hai "bisogno" di questo tipo di controllo?
per me no, quindi da questo tipo di controllo devi imparare a liberarti (e concordo quindi con te)
come devi imparare a non essere schiavo dell'identificazione con un "ruolo" che è semplicemente un abito che indossi.
E come puoi farlo se non ti accorgi di averlo?
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Vecchio 08-07-2009, 17.01.39   #34
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beh prima chiaramente vedendolo, successivamente agendo a quel fine.
cmq diciamo che a volte io do per scontate determinate cose che scontate non sono.
me ne rendo conto e chiedo venia anche a te.
stefano non è connesso  
Vecchio 09-07-2009, 11.56.12   #35
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Scusate se non ho ancora letto tutto il resto, vorrei rispondere a questa intanto.

Da ovunque arrivino le attenzioni le subiamo tantissimo perchè spesso e volentieri le viviamo come una invasione dei nostri spazi personali. "mettiti il maglione perchè sento freddo" è un classico ma se la frase diventa, senti freddo? Vuoi un maglione? Cambio tutto il mondo sul quale gira.
E' un limite molto sottile, e la percezione dipende moltissimo da come si vivono gli scambi personali.. e soprattutto di che tipo di madre abbiamo avuto. Protettiva, ansiosa, iperpresente, controllante oppure moderata e liberale.
Prendersi cura dell'altro vuol dire occuparsi dei suoi bisogni qualora possiamo soddisfarli, ma non essere ossessionati dal farlo star bene pensando noi cosa sia meglio per lui, quello è controllo. Ad esempio se sento freddo (restando sempre lì) posso occuparmi dell'altro informandomi se ha bisogno di qualcosa, ma se l'altro sceglie di non volere il mio aiuto, la questione deve finire lì. Nel momento in cui insisto, allora voglio imporre la mia volontà o voglio imporre il mio punto di vista, voglio controllare e gestire il suo modo di essere e di pensare e di comportarsi, chiarament equesto nei casi più estremi, ci sono infinite sfumature nel mezzo.
Quel punto di vista prescinde dal fatto che sia giusto o meno, infatti occuparsi dell'altro è anche lasciargli la libertà di sbagliare, stando a guardare. Anche quello è occuparsi secondo me, ma soprattutto ci si occupa veramente dell'altro quando ci si occupa di se stessi. Infatti se l'altro ci assorbe ogni respiro, ci risucchia nel vortice.. allora non è occuparsi.
Pre-occuparsi inceve è voler controllare perchè si prescinde dal reale bisogno dell'altro e si pre-stabilisce il bisogno altrui. Questa per me è una battaglia quotidiana che spesso dimentico di combattere. Ebbeh.. son femmina e amo l'ambiente armonioso, rientro nella casistica.

Ora leggo il resto
Però ci sono delle situazioni incui prendersi cura è un po' imporre il proprio modo di vedere, o perlomeno scegliere per l'altro.
Un esempio principe della tendenza femminile a soddisfare le esigenze dell'ambiente riguarda il prendersi cura dei bambini molto piccoli. Finchè non imparano a valutare da soli e nella misura in cui non lo sanno ancora fare, la madre deve valutare lei. Poi dovrà, per insegnare a valutare, anche permettere degli errori, ma nella misura della protezione, anche se protezione sensata quindi non controllo. Ma non si può certo pretendere che unn neonato scelga da se che maglione mettersi.

Allora dove sta il confine tra prendersi cura e controllare? Red accennava al possesso...
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Vecchio 09-07-2009, 11.58.27   #36
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................... Ad esempio se sento freddo (restando sempre lì) posso occuparmi dell'altro informandomi se ha bisogno di qualcosa, ma se l'altro sceglie di non volere il mio aiuto, la questione deve finire lì. Nel momento in cui insisto, allora voglio imporre la mia volontà o voglio imporre il mio punto di vista, voglio controllare e gestire il suo modo di essere e di pensare e di comportarsi, chiarament equesto nei casi più estremi, ci sono infinite sfumature nel mezzo.
Quel punto di vista prescinde dal fatto che sia giusto o meno, infatti occuparsi dell'altro è anche lasciargli la libertà di sbagliare, stando a guardare. Anche quello è occuparsi secondo me, ma soprattutto ci si occupa veramente dell'altro quando ci si occupa di se stessi. Infatti se l'altro ci assorbe ogni respiro, ci risucchia nel vortice.. allora non è occuparsi.
........................
Hai messo un sacco di carne al fuoco Sole, torno un attimo qui perchè mi interesserebbe cercare una risposta soddisfacente alla domanda di Ray sul confine tra prendersi cura/controllare che diceva sopra e mi sembra che il quando e soprattutto quanto si insiste sia un buon indicatore, che puo' mettere in allarme facendo un minimo di attenzione..
In questo modo si dovrebbe imparare a lasciare libero l'altro e a non soffocarlo. Interessante anche l'altro punto che hai messo, che si puo' guardare da diverse angolazioni: il non farsi risucchiare nel vortice dipende sia da noi che dall'altro, perchè puo' essere che siamo noi a volerci inconsciamente farci risucchiare nel vortice, o puo' essere l'altro ad attirarci e noi a non essere capaci di gestirlo.. probabilmente nella vita di ogni giorno una cosa non esclude l'altra...

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..................
Ad esempio nello specifico si controlla perchè si ha bisogno di avere la percezione di esistere, di sentirsi importanti. Nel momento in cui viene meno il ruolo, qualunque esso sia, viene meno anche l'immagine che si proietta negli altri di se stessi per cui tutto crolla e si perdono i punti di riferimento, si perde l'indispensabilità di cui si nutre chi assume un ruolo. Insomma in parole Ermopolite, non si nutre più il
coccodrillo e si soffre.
Per cui per vivere in pienezza, come dici, questo tipo di controllo vuol dire essere schiavi, vuol dire perdersi nel bisogno dell'altro per soddisfare il proprio bisogno di verifica agli occhi dell'altro della nostra immagine. Insomma una dispersione energetica pazzesca.
..................
Già.. e quando il castello di carte crolla e ci si accorge che non si è indispensabili succede che il ruolo si svuota e perde tutta l'importanza che aveva .. oppure si sposta il bersaglio senza che ce ne accorgiamo.. per cui sarebbe proprio meglio riuscire a liberarsi di certi ruoli a cui si è attaccati..

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Originalmente inviato da Stefano
beh prima chiaramente vedendolo, successivamente agendo a quel fine.
cmq diciamo che a volte io do per scontate determinate cose che scontate non sono.
me ne rendo conto e chiedo venia anche a te
Ed una volta visto, come agiresti?

Mi piacerebbe sapere cosa pensi, che ti impegnassi a dirci cosa pensi tu e non la frase di circostanza....

Ultima modifica di RedWitch : 09-07-2009 alle ore 11.59.21. Motivo: non ho ancora letto Ray
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Vecchio 09-07-2009, 12.07.13   #37
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se riesco a vedere che un mio atteggiamento sta "travalicando" un certo limite (mica facile eh)
la prima cosa che cerco di fare è "fermarmi".
mi fermo, lascio per un momento andare la cosa e cerco di stare li a osservarmi
in quella fase di osservazione a volte arriva una nuova visione delle cose.
a quel punto cerco di applicarla scartando la precedente e concentrandomi su quella.
all'inizio è arduo, poi iniziando a farlo viene pian piano più spontaneo.
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Vecchio 09-07-2009, 17.44.51   #38
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Allora dove sta il confine tra prendersi cura e controllare? Red accennava al possesso...
Forse ho capito dove vuoi arrivare.
Accennavo sopra che il controllo può avere una giusta misura, ma che spesso e volentieri degenera e quella degenerazione diventa il possesso e paradossalmente si vuole possedere quando non si controlla più se stessi.
Il limite io lo vedo nella ricerca di soddisfare un nostro bisogno piuttosto che il bene dell'altro, chiaro che poi il bene dell'altro considerato da un punto di vista il più possibile oggettivo. Il bisogno può anche essere quello di sottomettere ed inglobare ma allora il controllo diventa l'effetto e non la causa, la causa è il possedere l'altro. Insomma stare attenti che l'altro non sia una emanazione dell'immagine che abbiamo di noi (riflessa).
Così come l'ambiente è l'immagine ceh vogliamo trasmettere di noi.
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Vecchio 10-07-2009, 12.22.35   #39
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Però ci sono delle situazioni incui prendersi cura è un po' imporre il proprio modo di vedere, o perlomeno scegliere per l'altro.
Un esempio principe della tendenza femminile a soddisfare le esigenze dell'ambiente riguarda il prendersi cura dei bambini molto piccoli. Finchè non imparano a valutare da soli e nella misura in cui non lo sanno ancora fare, la madre deve valutare lei. Poi dovrà, per insegnare a valutare, anche permettere degli errori, ma nella misura della protezione, anche se protezione sensata quindi non controllo. Ma non si può certo pretendere che unn neonato scelga da se che maglione mettersi.

Allora dove sta il confine tra prendersi cura e controllare? Red accennava al possesso...
Forse nel sapere/capire se il bisogno è effettivamente dell'altro o se è un nostro bisogno. Per esempio se ho sempre freddo tenderò a coprire il bambino anche se non è il caso.. questo se uso me stessa come parametro. Se invece io ho freddo ma vedo che fuori ci sono 25 gradi, farò in modo che il bimbo non soffra il caldo solo perchè io sono freddolosa.. il possesso alla fin fine è vedere l'altro come il prolungamento di noi stessi no? (l'altro o comunque l'esterno, anche la casa se vogliamo), finchè usiamo noi stessi come termine di paragone non ci stiamo davvero occupando dell'altro. Invece forse usare tutti i parametri che abbiamo per vedere il più oggettivamente possibile , puo' fare in modo che di conseguenza si possa agire per l'altro, anche se questo non puo' dirci quale è la sua necessità..

Non mi viene altro ma manca sicuramente qualcosa..

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Vecchio 10-07-2009, 13.29.55   #40
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Forse nel sapere/capire se il bisogno è effettivamente dell'altro o se è un nostro bisogno. Per esempio se ho sempre freddo tenderò a coprire il bambino anche se non è il caso.. questo se uso me stessa come parametro. Se invece io ho freddo ma vedo che fuori ci sono 25 gradi, farò in modo che il bimbo non soffra il caldo solo perchè io sono freddolosa.. il possesso alla fin fine è vedere l'altro come il prolungamento di noi stessi no? (l'altro o comunque l'esterno, anche la casa se vogliamo), finchè usiamo noi stessi come termine di paragone non ci stiamo davvero occupando dell'altro. Invece forse usare tutti i parametri che abbiamo per vedere il più oggettivamente possibile , puo' fare in modo che di conseguenza si possa agire per l'altro, anche se questo non puo' dirci quale è la sua necessità..

Non mi viene altro ma manca sicuramente qualcosa..

Una delle caratteristiche del possesso è non saper (o non voler) ben distinguere noi dall'altro...
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Vorrei riprendere il filo del discorso e i ruoli ma soprattutto cercare di rispondere alla domanda di Filo che era importante ma sorvolata. peccato. Secondo me era importatne perchè determinante, il suo dubbio è il dubbio delle donne di oggi, è il motivo per cui la donna oggi ha poco di femminile e molto di maschile e piuttosto che integrare la parte maschile come si diceva sopra hanno, abbiamo, da integrare la femminile, da riscoprirla.
Per quanto invece riguarda il maschile e il femminile e la loro integrazione come individui possiamo spostarci sul tread apposito.


Filo diceva questo:
Partendo dal principio che come è in alto così è in basso la femmina, in basso, rappresenta il cuore della casa, ma c'è un motivo. Tradizionalmente la donna era il cuore del focolare, accoglieva la famiglia in seno a lei (un bel modo di dire no? Li nutriva.... ), li accudiva, si prendeva cura e provvedeva alla parte emotiva dei figli. Era colei che allargava le braccia e dispensava calore. Ora non discutiamo se ci piace o meno questa figura ma sul ruolo e sul senso profondo di cosa manifestava come figura la femmina.
Oggi ha ragioen Filo non c'è più, o quasi più, forse solo nel sud per fortuna ancora una parvenza esiste ancora che mantiene accesa la fiamma.

Io oggi mi guardo in giro e non vedo femmine, vedo maschiacci che tentano di mascherarsi da donne ma che in quei vestiti stonano. E' una brutta sensazione. per essere seduttive, dobbiamo diventare volgari, per paicere dobbiamo apparire. Le donne non sono più eleganti, sono di fretta e si consumano dietro le mille cose che hanno da fare. Faccio tutto io. Controlo la mia vita. Non ho bisogno di aiuto. Perchè io valgo.... già ma se non arrivo a fare tutto, non valgo più e tu uomo non mi consideri più indispensabile e se io non sono indispensabile mi sento inutile... per cui imparo anche a fare il tuo, così magari la smetto di essere il sesso debole.
Il peccato è che si sta perdendo quell'innata tendenza della donna di apparire come un fiore delicato, da toccare con cura e odorare con rispetto perchè il prfumo che emana addolcisce e rasserena.

Si è un concetto ancora attuale, è un archetipo eterno (come in alto) ma che va riscoperto, rinnovato, vitalizzato dentro ogni donna. Va però certamtne modernizzato. Oggi la donna è praticamente costretta volente o nolente a lavorare, ma questo non impedisce che possa essere femmina ugualmente e sentirsi realizzata come tale anceh se non contrappone all'uomo e al maschio (maschile in alto). Da questo deriva che anche il ruolo dell'uomo e del maschio va modernizzato. Quindi lo scambio dei ruoli ben vengano, ben fermo però che ognuno non si sostituisce all'altro ma si collabora, ci si aiuta per arrivare a condividere una vita insieme serena. Scambiare i ruoli non vuol dire scambiare personalità, vuol dire occuparsi dell'altro, si diceva sopra. Se la donna oggi ha bisogno che l'uomo lavi i piatti o prepari la cena (proprio basso basso) va benissimo, ciò non incide sull'essere maschio o femmina.ù
La femminilità purtroppo è stata sacrificata in unome di una cattiva ed errata interpretazione del nuovo ruolo della donna nella società moderna.
No, non è un concetto arcaico, è un essere innato della donna che però viene soffocato e represso perchè la paura di essere sottomesse è nel nostro DNA purtroppo, troppi secoli e troppe battaglie. La bomba doveva esplodere e si è manifestata così. Ma possiamo ancora riscoprirci.

Ancora un punto.
Un modo per riuscire ad integrare il controllo dell'ambiente innato in una donna (che fatica... ) sarebbe quello di ricordarsi costantement di rispettare lo spazio dell'altro anche quando non è come noi lo vorremmo. Insomma nella vita quotidiana abbiamo le armi per cedere il controllo e occupaci dell'aòtro solo che (almeno io) lo dimentichiamo spesso.


Invio ma non ho riletto scusate se ci sono orrori.
Il lato femminile della donna non si è del tutto perso, nell'intimo le donne oggi sono fragili come un tempo, il bisogno di amare e di essere amate, con tenerezza, con dolcezza, con passione, è identico a quello di sempre...solo che preferiamo non manifestare i nostri punti deboli, neppure a noi stesse. Prima di tutto occorre pensare alla professione, consapevoli di farcela anche senza l'uomo reprimiamo il naturale istinto di abbandono nell'altro, di affidarsi all'altro, in nome della giusta parità sacrifichiamo ogni sentimentalismo, la parte migliore di noi, sacrifichiamo il desiderio istintivo di essere madri e perdiamo quanto di bello la natura ci offre. Come riportare in superficie la dolcezza femminile, la tenerezza materna che si esterna verso tutti gli esseri che la circondano, come tornare a guardare l'uomo come un compagno da stimare, per la sua intelligenza, per la sua forza morale e fisica, senza per questo sentirsi inferiori o subire prepotenze?
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Vecchio 12-07-2009, 02.34.10   #42
Ray
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Il lato femminile della donna non si è del tutto perso, nell'intimo le donne oggi sono fragili come un tempo, il bisogno di amare e di essere amate, con tenerezza, con dolcezza, con passione, è identico a quello di sempre...solo che preferiamo non manifestare i nostri punti deboli, neppure a noi stesse. Prima di tutto occorre pensare alla professione, consapevoli di farcela anche senza l'uomo reprimiamo il naturale istinto di abbandono nell'altro, di affidarsi all'altro, in nome della giusta parità sacrifichiamo ogni sentimentalismo, la parte migliore di noi, sacrifichiamo il desiderio istintivo di essere madri e perdiamo quanto di bello la natura ci offre. Come riportare in superficie la dolcezza femminile, la tenerezza materna che si esterna verso tutti gli esseri che la circondano, come tornare a guardare l'uomo come un compagno da stimare, per la sua intelligenza, per la sua forza morale e fisica, senza per questo sentirsi inferiori o subire prepotenze?
E' molto bello quello che hai scritto, e un minimo rassicurante: significa che non tutto è perduto del femminile.
Però è triste... esprime benissimo il problema attuale del femminile, e cioè che le donne quel femminile han paura a manifestarlo, ci rimetterebbero nel farlo.
Paradossalmente per riuscire ad essere donna oggi serve forza e coraggio. Forza e coraggio femminili però, per non lasciarsi obbligare a mostrare il maschile.

Se una volta le donne erano dominate dai maschi, adesso lo sono del loro lato maschile.
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Vecchio 12-07-2009, 15.21.01   #43
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E' molto bello quello che hai scritto, e un minimo rassicurante: significa che non tutto è perduto del femminile.
Però è triste... esprime benissimo il problema attuale del femminile, e cioè che le donne quel femminile han paura a manifestarlo, ci rimetterebbero nel farlo.
Paradossalmente per riuscire ad essere donna oggi serve forza e coraggio. Forza e coraggio femminili però, per non lasciarsi obbligare a mostrare il maschile.

Se una volta le donne erano dominate dai maschi, adesso lo sono del loro lato maschile.
Concordo con quanto dicono Ray e Filo, mi è capitato di vedere casi in cui le donne sembravano ossessionate dal dover dimostrare di essere forti, soprattutto nei rapporti col partner, vantandosi del fatto che decidevano loro autonomamente (le donne) cosa fare, cosa no fare , se e quando sposarsi o avere figli, dove abitare, dove andare in vacanza ecc, per paura di passare per sottomesse e sentirsi dire da qualche amica o conoscente "ma a te piace fare la serva?", "io come fai tu con tuo marito non lo farei mai, ho gli attributi, io, non sono certo la donna di casa ubbidiente".

Che ci debba essere parità siamo tutti d'accordo, perciò le forzature estreme, da una parte e dall'altra,sarebbero, a mio avviso, da limitare.
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Vecchio 12-07-2009, 17.11.14   #44
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Ribaltando la questione comunque non è che gli uomini siano migliori delle donne... Se queste sono le regine della casa, gli uomini sono i re di altro..

Provate a dire ad un uomo che strada conviene fare per andare in vacanza, o come convenga riparare l'armadio vecchio... Se a dirglielo poi è una donna, è una vera catastrofe. Non esiste per nulla al mondo ammettere di non essere capaci a piantare un chiodo, nemmeno dopo essersi dati ben due martellate sul dito! (erano i chiodi che erano difettosi.. )

Se la donna ha dunque nel suo dna l'occuparsi della casa per sentirsi donna, l'uomo ha bisogno ugualmente di sentirsi uomo in altri modi. C'è il bisogno fondamentale di dimostrare (agli altri ma anche a se stessi) la propria identità, il proprio ruolo... la propria stessa esistenza. C'è l'attaccamento a quello che crediamo d'essere, ma ancora più a fondo a quello che crediamo di dover essere.

Siamo attaccati all'idea che una donna che non sa occuparsi della propria casa non è una donna, così come un uomo che non sa fare qualche lavoro manuale non è un uomo.
Questo è bene, non ci vedo nulla di male che una donna curi la casa e un uomo abbia un minimo di manualità... così come che entrambi provino a integrarsi e fare i lavori dell'altro (non è vero che l'uomo non sta stirare o che la donna non sa guidare, sono solo luoghi comuni radicati in chi non ha mai provato a conoscersi davvero)

Quello che è male è che l'affermazione della propria individualità debba per forza essere vincolata a queste cose, che si abbia bisogno di dimostrarla continuamente perchè in realtà non c'è...
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Vecchio 12-07-2009, 21.29.22   #45
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E' molto bello quello che hai scritto, e un minimo rassicurante: significa che non tutto è perduto del femminile.
Però è triste... esprime benissimo il problema attuale del femminile, e cioè che le donne quel femminile han paura a manifestarlo, ci rimetterebbero nel farlo.
Paradossalmente per riuscire ad essere donna oggi serve forza e coraggio. Forza e coraggio femminili però, per non lasciarsi obbligare a mostrare il maschile.

Se una volta le donne erano dominate dai maschi, adesso lo sono del loro lato maschile.
Le donne oggi hanno paura di perdere quanto conquistato e combattono una dilaniante battaglia proprio con se stesse, non tanto, spero, nei confronti delle altre donne, ciò che devono mettere a tacere è il loro amor proprio, la sicurezza di farcela da sole, l'indipendenza reale da qualsiasi sentimento che le possa in qualche modo limitare, costringere e allora meglio dire di no subito, non accettare il benchè minimo compromesso, negarsi alla vita.
Il discorso dei ruoli penso che sia un pò superato, i giovani e le giovani sanno come agire, vivono nel disordine più completo e gli va bene...si sono adattati, le donne hanno sempre meno cura della casa, della cucina, se ne vanno spesso al ristorante, in pizzeria, mangiano cibi precotti...è un mondo diverso, non è questo il punto della parità, della possibile convivenza, il punto è non permettersi il lusso di amare, perchè amare è un pò cedere, perdere terreno, diventare vulnerabili.
Il lato femminile poi, scopiazzato anche dai ragazzi e nel vestire e nel pensare e nell'agire, emerge quando l'età si fa più matura, ci si espone di più, si diventa disponibili..ma non sempre è accettato dagli uomini, ormai in competizione col mondo femminile!
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Vecchio 13-07-2009, 00.37.12   #46
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Che ci debba essere parità siamo tutti d'accordo,
In altri ambiti è una cosa che capiscono tutti: chi direbbe che nn c'è parità tra un attaccante e un portiere? Quindi il problema non è certo concettuale: ci deve essere qualcosa di irrisolto, un conflitto di qualche tipo (e quindi una rimozione o qualcosa del genere) a livello collettivo.
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Vecchio 13-07-2009, 10.27.38   #47
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domanda:
ma essere uomo secondo voi significa per forza essere capaci di svolgere lavori manuali?
o "anche"?
così come essere donna?
Non è che forse ci stiamo perdendo qualcosa?
mio parere è che sia l'uomo che la donna hanno in Se tutte le potenzialità e "insieme" dovrebbero cercare di svilupparle.
Se anche c'è una predominanza di una o dell'altra cosa ciò (per me in parte per "storia" non per effettività) non significa che i ruoli siano poi così definiti e A o B.
Un Uomo (o Donna) siamo d'accordo che potenzialmente è in grado di fare tutto?
non è che forse stia proprio in questo "retaggio" mentale (legato al passato) che non si riesca ad andare oltre determinati limiti a volte solo mentali?
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Vecchio 14-07-2009, 12.09.24   #48
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Una delle caratteristiche del possesso è non saper (o non voler) ben distinguere noi dall'altro...
Quindi per potersi veramente prendere cura di qualcun altro è necessario aver ben chiaro dove finiamo noi e dove comincia l'altro? Che poi si traduce con avere un'individualità ben definita, altrimenti è sempre ricerca di controllo? (che dato che non si ha su sè stessi si cerca fuori?)

Non riesco molto bene a capire dove vuoi arrivare Ray.. mi pare di star girando intorno alla cosa ma di non riuscire ad acchiapparla...
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Vecchio 14-07-2009, 13.19.13   #49
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Quindi per potersi veramente prendere cura di qualcun altro è necessario aver ben chiaro dove finiamo noi e dove comincia l'altro? Che poi si traduce con avere un'individualità ben definita, altrimenti è sempre ricerca di controllo? (che dato che non si ha su sè stessi si cerca fuori?)

Non riesco molto bene a capire dove vuoi arrivare Ray.. mi pare di star girando intorno alla cosa ma di non riuscire ad acchiapparla...
Faccio fatica a capire la frase nerettata è possibile avere degli esempi?
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Vecchio 14-07-2009, 14.52.37   #50
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Quindi per potersi veramente prendere cura di qualcun altro è necessario aver ben chiaro dove finiamo noi e dove comincia l'altro? Che poi si traduce con avere un'individualità ben definita, altrimenti è sempre ricerca di controllo? (che dato che non si ha su sè stessi si cerca fuori?)

Non riesco molto bene a capire dove vuoi arrivare Ray.. mi pare di star girando intorno alla cosa ma di non riuscire ad acchiapparla...
Ci provo per come sento.
Dicevamo sopra che si è dipendente dall'altro perchè si proietta la nostra immagine di noi; possedere vuol dire avere a disposizione e poter utilizzare (in termini giuridici.. ma è interessante anche qui) la tal cosa. Se io posso usarla, la cosa mi appartiene, la posseggo. Nel momento in cui sono dipendente e rendo dipendente l'altro con il controllo che esercito lo posseggo e lo posso usare per soddisfare un bisogno. Si è dipendenti dall'altro perchè ci si proietta , lo si vuole possedere, lo si vuole avere, non c'è ripsetto del limite dell'altro, dell'individualità dell'altro e ci si confonde nell'altro perchè non si ha chiaro ne il proprio bisogno ne quello dell'altro.
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