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Vecchio 15-07-2009, 00.22.19   #51
RedWitch
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Faccio fatica a capire la frase nerettata è possibile avere degli esempi?
Sì scusa Gris forse non è scritto chiaro, intendevo dire che se non ho il controllo su di me, se non ho un'identità ma mi identifico con l'esterno cerco il controllo su di esso, sposto l'obiettivo..

l'esempio di Ray sul maglione puo' essere uno. Sento freddo ma non so (o non voglio sapere) che sono io ad avere freddo così faccio coprire l'altro... sposto l'obiettivo invece che mettermi un maglione. (o quando vediamo un difetto sull'altro e ci sta antipatico e poi se guardiamo bene il difetto è nostro.. etcetc). Il non avere i propri "confini" ben delineati fa sì che per "esistere" dobbiamo identificarci con l'esterno... per questo chiedevo a Ray se la famosa differenza tra prendersi cura e controllare è in noi stessi, se ci conosciamo, se abbiamo un'identità saremo in grado di prenderci cura dell'altro, diversamente vorremo possederlo per esistere...

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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Ci provo per come sento.
Dicevamo sopra che si è dipendente dall'altro perchè si proietta la nostra immagine di noi; possedere vuol dire avere a disposizione e poter utilizzare (in termini giuridici.. ma è interessante anche qui) la tal cosa. Se io posso usarla, la cosa mi appartiene, la posseggo. Nel momento in cui sono dipendente e rendo dipendente l'altro con il controllo che esercito lo posseggo e lo posso usare per soddisfare un bisogno. Si è dipendenti dall'altro perchè ci si proietta , lo si vuole possedere, lo si vuole avere, non c'è ripsetto del limite dell'altro, dell'individualità dell'altro e ci si confonde nell'altro perchè non si ha chiaro ne il proprio bisogno ne quello dell'altro.
Grazie per gli spunti Sole, mi sono stati utili, pero' la differenza tra prendersi cura e controllare? non sono mica sicura che l'abbiamo tirata fuori..

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Vecchio 15-07-2009, 00.41.35   #52
Ray
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Sì scusa Gris forse non è scritto chiaro, intendevo dire che se non ho il controllo su di me, se non ho un'identità ma mi identifico con l'esterno cerco il controllo su di esso, sposto l'obiettivo..

l'esempio di Ray sul maglione puo' essere uno. Sento freddo ma non so (o non voglio sapere) che sono io ad avere freddo così faccio coprire l'altro... sposto l'obiettivo invece che mettermi un maglione. (o quando vediamo un difetto sull'altro e ci sta antipatico e poi se guardiamo bene il difetto è nostro.. etcetc). Il non avere i propri "confini" ben delineati fa sì che per "esistere" dobbiamo identificarci con l'esterno... per questo chiedevo a Ray se la famosa differenza tra prendersi cura e controllare è in noi stessi, se ci conosciamo, se abbiamo un'identità saremo in grado di prenderci cura dell'altro, diversamente vorremo possederlo per esistere...



Grazie per gli spunti Sole, mi sono stati utili, pero' la differenza tra prendersi cura e controllare? non sono mica sicura che l'abbiamo tirata fuori..

Potremmo esplorare il dare e il prendere... banalmente potrebbe essere un confine. Quando non siamo differenziati, non ci rendiamo conto di cosa e quando prendiamo e quando diamo, spesso scambiamo i due.

Però che strano che si dica "prendersi" cura. Probabilmente c'è uno scambio, anzi non probabilmente... c'è sempre uno scambio, forse tutto sta a distinguere questo, ossia cosa diamo e cosa prendiamo.

Torniamo al maglione... quando lo facciamo mettere ci prendiamo la sensazione di sollievo (o quel che è). Questa è per noi.
Al contrario, quando ci teniamo l'ansia che il bambino si faccia male e gli diamo il permesso di salire sull'altalena, gli diamo sicurezza...
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Vecchio 15-07-2009, 10.25.45   #53
griselda
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Sì scusa Gris forse non è scritto chiaro, intendevo dire che se non ho il controllo su di me, se non ho un'identità ma mi identifico con l'esterno cerco il controllo su di esso, sposto l'obiettivo..

l'esempio di Ray sul maglione puo' essere uno. Sento freddo ma non so (o non voglio sapere) che sono io ad avere freddo così faccio coprire l'altro... sposto l'obiettivo invece che mettermi un maglione. (o quando vediamo un difetto sull'altro e ci sta antipatico e poi se guardiamo bene il difetto è nostro.. etcetc). Il non avere i propri "confini" ben delineati fa sì che per "esistere" dobbiamo identificarci con l'esterno... per questo chiedevo a Ray se la famosa differenza tra prendersi cura e controllare è in noi stessi, se ci conosciamo, se abbiamo un'identità saremo in grado di prenderci cura dell'altro, diversamente vorremo possederlo per esistere...



Grazie per gli spunti Sole, mi sono stati utili, pero' la differenza tra prendersi cura e controllare? non sono mica sicura che l'abbiamo tirata fuori..

Grazie Red ora è chiaro.
Si a me è capitato essendo freddolosa di mettere un qualcosa in più del normale al figlio come vestiario ad esempio, poi mi è stato fatto rilevare, e da quel momento ho iniziato a guardare fuori dalla finestra prima di vestirlo. (nel senso che osservavo la maggior parte della gente altrimenti avrei continuato a mettergli il maglione perchè avevo freddo io per cui non è così semplice a meno che una persona non te lo faccia notare perchè io sono portata ad estendere il mio modo di essere, il mio mondo a quelli che mi stanno vicini. Però avendo un buon dialogo con il marito, ed una capacità di accogliere, si può imparare dai consigli del marito. Parlo ancora di me scusate, quando era piccino il mio bimbo ricordo che al parco giochi non avrei mai permesso di salire su una scala di ferro che era altissima di quelle che si muovono, lui aveva tre anni, mio marito mi disse che dovevo lasciarlo fare....chiusi naso e bocca tenendo il respiro e lo lasciai fare poi divenne normale lasciare che facesse.)
Per me prendersi cura e come prendere la cura che fa bene a noi, perchè lasciare che un bimbo di tre anni faccia qualcosa che noi temiamo, (sempre usando il buon senso eh) è qualcosa che fa bene a noi, ci cura dalla nostra apprensione ci aiuta a superarla.)
Io la trovo da fare da sola, una cosa difficilissima, perchè anche se so che tendo a proiettare le mie ansie e le mie paure, mi domando se non vi è, tra le tante paure, anche la giusta attenzione ?
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Vecchio 15-07-2009, 12.23.38   #54
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Potremmo esplorare il dare e il prendere... banalmente potrebbe essere un confine. Quando non siamo differenziati, non ci rendiamo conto di cosa e quando prendiamo e quando diamo, spesso scambiamo i due.

Però che strano che si dica "prendersi" cura. Probabilmente c'è uno scambio, anzi non probabilmente... c'è sempre uno scambio, forse tutto sta a distinguere questo, ossia cosa diamo e cosa prendiamo.

Torniamo al maglione... quando lo facciamo mettere ci prendiamo la sensazione di sollievo (o quel che è). Questa è per noi.
Al contrario, quando ci teniamo l'ansia che il bambino si faccia male e gli diamo il permesso di salire sull'altalena, gli diamo sicurezza...
E' interessante questo spunto che hai messo.. è vero che spesso scambiamo dare per prendere e viceversa, a me capita spesso.. ma non avevo mai pensato al fatto che se vado contro la mia ansia e permetto all'altro di fare qualcosa sto dando.

Se riuscissi ad imparare a distinguere cosa sto dando e cosa sto prendendo negli scambi (che poi sono tutti scambi nei rapporti con gli altri vero?), anche se non ho ancora una individualità ben delineata, potrei riuscire comunque a fare attenzione a non scivolare nel controllo sull'altro..

Se placo la mia ansia facendo mettere il maglione, prendo, smetto di essere in tensione e ho un immediato sollievo, ma non ho certo fatto il meglio che potevo fare per l'altro, allo stesso modo se permetto al bambino di salire sull'altalena (posto che l'ansia è la mia e non che l'altalena sia oggettivamente pericolosa per il bimbo) gli sto dando.. sicurezza. Non avevo mai valutato la cosa da questo punto di vista. Ogni volta che lasciamo l'altro libero di fare nonostante la nostra paura gli stiamo dando qualcosa.. che bello. E' vero che per una donna prendersi cura della casa, o di un'altra persona è oltre che un dovere (che forse è la parte meno rilevante) un piacere.. infatti per esempio quando a me capita di preparare una cena, sono contenta se viene tutto bene, se la tavola è bella da vedersi se il cibo è apprezzato.. traggo soddisfazione anche se mi costa in termini di fatica.. quindi prendo anche qui.

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Io la trovo da fare da sola, una cosa difficilissima, perchè anche se so che tendo a proiettare le mie ansie e le mie paure, mi domando se non vi è, tra le tante paure, anche la giusta attenzione ?
Qui Gris apri un'altro argomento.. il saper valutare se una cosa è giusta o sbagliata. Riprendo l'esempio dell'altalena.
Se ho paura che mia figlia salga sull'altalena ma non ci sono particolari pericoli (oltre a quelli diciamo "naturali" andando sull'altalena che puo' essere il rischio di cadere ad esempio), se le do il permesso di salirci la lascio libera di fare e tengo a bada la mia ansia che è mia e la proietto su di lei. Se l'altalena fosse pericolante a quel punto diventa oggettivamente pericolosa giusto? allora se la lasciassi salire non è più lasciarla libera di fare la sua esperienza, e non è nemmeno più mia ansia immotivata.. c'è un pericolo oggettivo e come genitore non devo permettere che salga. Se poi dovrà fare quell'esperienza la farà lo stesso, magari disobbedendo.. ma è un altro discorso..

Per rispondere alla tua domanda, sicuramente ci sarà la giusta attenzione tra le paure che possiamo avere, pero' dovremmo imparare a distinguere.. questo è il lavoro più difficile anche per me..
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Vecchio 15-07-2009, 12.47.57   #55
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Se placo la mia ansia facendo mettere il maglione, prendo, smetto di essere in tensione e ho un immediato sollievo, ma non ho certo fatto il meglio che potevo fare per l'altro, allo stesso modo se permetto al bambino di salire sull'altalena (posto che l'ansia è la mia e non che l'altalena sia oggettivamente pericolosa per il bimbo) gli sto dando.. sicurezza. Non avevo mai valutato la cosa da questo punto di vista. Ogni volta che lasciamo l'altro libero di fare nonostante la nostra paura gli stiamo dando qualcosa.. che bello.
Solo una puntualizzazione. Non è vero che l'altalena non è oggettivamente pericolosa. Lo è in una certa misura. Sicuramente il bimbo corre meno pericoli se non ci sale che se ci sale, il fatto è che chiunque in qualsiasi momento corre una serie di pericoli e questi non sono eliminabili. E' necessario prendere atto dell'inevitabilità del pericolo e di come ridurlo... se insegno a uno a stare attento il pericolo sarà minimo (ma comunque ci sarà) per quella specifica cosa (andare in altalena meno che guidare più che camminare) e anche dell'inevitabilità delle esperienze, oltre che dal fatto che dato che le facciamo evidentemente sulla bilancia danno più di quel che chiedono come rischio (anche lasciargli prendere freddo al bambino che s'impunta può essere un atto d'amore).
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Vecchio 15-07-2009, 13.03.26   #56
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E' interessante questo spunto che hai messo.. è vero che spesso scambiamo dare per prendere e viceversa, a me capita spesso.. ma non avevo mai pensato al fatto che se vado contro la mia ansia e permetto all'altro di fare qualcosa sto dando.

Se riuscissi ad imparare a distinguere cosa sto dando e cosa sto prendendo negli scambi (che poi sono tutti scambi nei rapporti con gli altri vero?), anche se non ho ancora una individualità ben delineata, potrei riuscire comunque a fare attenzione a non scivolare nel controllo sull'altro..

Se placo la mia ansia facendo mettere il maglione, prendo, smetto di essere in tensione e ho un immediato sollievo, ma non ho certo fatto il meglio che potevo fare per l'altro, allo stesso modo se permetto al bambino di salire sull'altalena (posto che l'ansia è la mia e non che l'altalena sia oggettivamente pericolosa per il bimbo) gli sto dando.. sicurezza. Non avevo mai valutato la cosa da questo punto di vista. Ogni volta che lasciamo l'altro libero di fare nonostante la nostra paura gli stiamo dando qualcosa.. che bello. E' vero che per una donna prendersi cura della casa, o di un'altra persona è oltre che un dovere (che forse è la parte meno rilevante) un piacere.. infatti per esempio quando a me capita di preparare una cena, sono contenta se viene tutto bene, se la tavola è bella da vedersi se il cibo è apprezzato.. traggo soddisfazione anche se mi costa in termini di fatica.. quindi prendo anche qui.



Qui Gris apri un'altro argomento.. il saper valutare se una cosa è giusta o sbagliata. Riprendo l'esempio dell'altalena.
Se ho paura che mia figlia salga sull'altalena ma non ci sono particolari pericoli (oltre a quelli diciamo "naturali" andando sull'altalena che puo' essere il rischio di cadere ad esempio), se le do il permesso di salirci la lascio libera di fare e tengo a bada la mia ansia che è mia e la proietto su di lei. Se l'altalena fosse pericolante a quel punto diventa oggettivamente pericolosa giusto? allora se la lasciassi salire non è più lasciarla libera di fare la sua esperienza, e non è nemmeno più mia ansia immotivata.. c'è un pericolo oggettivo e come genitore non devo permettere che salga. Se poi dovrà fare quell'esperienza la farà lo stesso, magari disobbedendo.. ma è un altro discorso..

Per rispondere alla tua domanda, sicuramente ci sarà la giusta attenzione tra le paure che possiamo avere, pero' dovremmo imparare a distinguere.. questo è il lavoro più difficile anche per me..
Io credo che una situazione di controllo eccessivo può essere causata da diversi fattori:
uno può essere la reazione all'educazione che abbiamo ricevuto noi da bambini, più o meno asfissiante, ed in questo caso ritengo sia importante fare in modo che i problemi e le insoddisfazioni che non siamo riusciti a risolvere rimangano, per quanto possibile, dentro di noi e non vengano "condivisi" con altri, soprattutto con bambini che non sono in gradi di decidere autonomamente se quanto gli stiamo dicendo sia corretto o meno.

Un eccessivo controllo può essere causato e denota anche una cospicua dose di egoismo: io voglio comandarti e sapere che ti muoverai esclusivamente nei binari che ti ho tracciato ed inoltre voglio stare tranquillo e quindi ti impedisco di fare le cose nelle quali ci possa essere un benchè minimo rischio per te ( e ansia per me), poi se cresci bloccato, insicuro ecc affari tuoi...

Intendiamoci non è facile trovare la giusta modalità di comportamento, a parole è facile, poi nei fatti si rischia di toppare spesso e volentieri, però partire con un bell' auto esame può mettere già sulla buona strada, sia nei rapporti uomo/donna sia in quelli genitore/figlio.
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Vecchio 15-07-2009, 13.14.54   #57
griselda
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E' interessante questo spunto che hai messo.. è vero che spesso scambiamo dare per prendere e viceversa, a me capita spesso.. ma non avevo mai pensato al fatto che se vado contro la mia ansia e permetto all'altro di fare qualcosa sto dando.

Se riuscissi ad imparare a distinguere cosa sto dando e cosa sto prendendo negli scambi (che poi sono tutti scambi nei rapporti con gli altri vero?), anche se non ho ancora una individualità ben delineata, potrei riuscire comunque a fare attenzione a non scivolare nel controllo sull'altro..

Se placo la mia ansia facendo mettere il maglione, prendo, smetto di essere in tensione e ho un immediato sollievo, ma non ho certo fatto il meglio che potevo fare per l'altro, allo stesso modo se permetto al bambino di salire sull'altalena (posto che l'ansia è la mia e non che l'altalena sia oggettivamente pericolosa per il bimbo) gli sto dando.. sicurezza. Non avevo mai valutato la cosa da questo punto di vista. Ogni volta che lasciamo l'altro libero di fare nonostante la nostra paura gli stiamo dando qualcosa.. che bello. E' vero che per una donna prendersi cura della casa, o di un'altra persona è oltre che un dovere (che forse è la parte meno rilevante) un piacere.. infatti per esempio quando a me capita di preparare una cena, sono contenta se viene tutto bene, se la tavola è bella da vedersi se il cibo è apprezzato.. traggo soddisfazione anche se mi costa in termini di fatica.. quindi prendo anche qui.



Qui Gris apri un'altro argomento.. il saper valutare se una cosa è giusta o sbagliata. Riprendo l'esempio dell'altalena.
Se ho paura che mia figlia salga sull'altalena ma non ci sono particolari pericoli (oltre a quelli diciamo "naturali" andando sull'altalena che puo' essere il rischio di cadere ad esempio), se le do il permesso di salirci la lascio libera di fare e tengo a bada la mia ansia che è mia e la proietto su di lei. Se l'altalena fosse pericolante a quel punto diventa oggettivamente pericolosa giusto? allora se la lasciassi salire non è più lasciarla libera di fare la sua esperienza, e non è nemmeno più mia ansia immotivata.. c'è un pericolo oggettivo e come genitore non devo permettere che salga. Se poi dovrà fare quell'esperienza la farà lo stesso, magari disobbedendo.. ma è un altro discorso..

Per rispondere alla tua domanda, sicuramente ci sarà la giusta attenzione tra le paure che possiamo avere, pero' dovremmo imparare a distinguere.. questo è il lavoro più difficile anche per me..
Ti faccio un esempio un po' più complicato:
Tua figlia fa amicizia con una nuova ragazza, una tipa che pare proprio il suo esatto contrario e lei ti confida quello che lei. la spinge a fare. e tra quelle cose, ce ne sono diverse che valuti pericolose o anche troppo trasgressive che fai? La tua ansia ti dice: digli di stargli alla larga!!! Il buon senso ti dice di dirgli: ricordati che tipo di educazione hai ricevuto e non andare mai contro ciò che sei per qualcun altro. Ma tutto il tempo stai in ansia e ti dici che se succederà qualcosa non te lo perdonerai. Poi ti dici che se deve succedere qualcosa non sarai tu ad impedirlo, perchè devi affidarti alla saggezza della Provvidenza. Ma ti dici anche che ti pare di fregartene anche se ti dici che tu non hai il controllo su niente perchè non sei Dio.
Insomma pare una lotta all'ultimo sangue con nessuna certezza.

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Vecchio 15-07-2009, 13.34.27   #58
stefano
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Ti faccio un esempio un po' più complicato:
Tua figlia fa amicizia con una nuova ragazza, una tipa che pare proprio il suo esatto contrario e lei ti confida quello che lei. la spinge a fare. e tra quelle cose, ce ne sono diverse che valuti pericolose o anche troppo trasgressive che fai? La tua ansia ti dice: digli di stargli alla larga!!! Il buon senso ti dice di dirgli: ricordati che tipo di educazione hai ricevuto e non andare mai contro ciò che sei per qualcun altro. Ma tutto il tempo stai in ansia e ti dici che se succederà qualcosa non te lo perdonerai. Poi ti dici che se deve succedere qualcosa non sarai tu ad impedirlo, perchè devi affidarti alla saggezza della Provvidenza. Ma ti dici anche che ti pare di fregartene anche se ti dici che tu non hai il controllo su niente perchè non sei Dio.
Insomma pare una lotta all'ultimo sangue con nessuna certezza.

in questo caso quando dici "ciò che sei" parlando di tua figlia c'è da capire quanto di quel "ciò che sei" in realtà sia "ciò che tu vorresti fosse".
insomma il confine tra quello che tu "vorresti fosse" e quello che lei è realmente a volte è molto labile e difficilmente autoosservabile.
Poi se davvero è ciò che è un'esperienza del genere potrebbe mostrarle cosa scegliere di non manifestare
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Vecchio 15-07-2009, 13.56.48   #59
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Io, e parlo in generale e senza avere figli, se e quando li avrò magari farò tutto il contrario di quanto dico ora , credo che un controllo continuo, sia indice anche di un'educazione che sappiamo essere stata inefficace da parte nostra.

Se ho dato i giusti valori, le giuste "messe in guardia", ho cercato di aprirgli la mente e spingerlo a ragionare con la sua testa ( e non con quella degli amici, della vicina di casa o di MTV), poi dovrei stare tranquillo che anche in posti, situazioni e con frequentazioni a rischio saprà uscirne bene.

Se debbo continuamente controllarlo, vietargli questo e quello, avendo paura che se non l'ho a catena mi diventa per forza uno sbandato/a cha va a drogarsi sotto i ponti, vuol dire che incosciamente so di non aver fatto le cose in maniera efficace quando era bambino o ragazzino.

Per fare un esempio quando controllo una macchina, vedo se funzionano i freni, l'olio è a posto ecc, poi posso portarla tranquillo, l'incidente può sempre succedere. è la vita però io ho la coscienza a posto. Se ogni due kilometri scendo e ricontrollo tutto di continuo, vuol dire che forse sono io e non la macchina da "controllare".
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Vecchio 15-07-2009, 14.15.18   #60
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Io, e parlo in generale e senza avere figli, se e quando li avrò magari farò tutto il contrario di quanto dico ora , credo che un controllo continuo, sia indice anche di un'educazione che sappiamo essere stata inefficace da parte nostra.

Se ho dato i giusti valori, le giuste "messe in guardia", ho cercato di aprirgli la mente e spingerlo a ragionare con la sua testa ( e non con quella degli amici, della vicina di casa o di MTV), poi dovrei stare tranquillo che anche in posti, situazioni e con frequentazioni a rischio saprà uscirne bene.

Se debbo continuamente controllarlo, vietargli questo e quello, avendo paura che se non l'ho a catena mi diventa per forza uno sbandato/a cha va a drogarsi sotto i ponti, vuol dire che incosciamente so di non aver fatto le cose in maniera efficace quando era bambino o ragazzino.

Per fare un esempio quando controllo una macchina, vedo se funzionano i freni, l'olio è a posto ecc, poi posso portarla tranquillo, l'incidente può sempre succedere. è la vita però io ho la coscienza a posto. Se ogni due kilometri scendo e ricontrollo tutto di continuo, vuol dire che forse sono io e non la macchina da "controllare".

non è detto per forza di cose.
può essere un comportamento "forzato" che inconsciamente hai acquisito dai tuoi genitori, che ti hanno portato a essere eternamente insicuro e sotto il falso nome di "pignoleria" o "attenzione" ti porta a esagerare con il controllo sull'altro per fare in modo di evitarti l'ansia.
insomma uno "scarico" inconsapevole
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Vecchio 15-07-2009, 14.23.05   #61
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in questo caso quando dici "ciò che sei" parlando di tua figlia c'è da capire quanto di quel "ciò che sei" in realtà sia "ciò che tu vorresti fosse".
insomma il confine tra quello che tu "vorresti fosse" e quello che lei è realmente a volte è molto labile e difficilmente autoosservabile.
Poi se davvero è ciò che è un'esperienza del genere potrebbe mostrarle cosa scegliere di non manifestare
Si è vero, ho capito quello che vuoi dire, però sino a 21 anni se non sbaglio è in costruzione no? Dobbiamo dare delle regole per fare in modo che capisca che bisogna rispettarle, a me pare che dobbiamo cercare di dare un esempio e delle regole e quelle vanno rispettate almeno sino a che sta in famiglia poi una volta maggiorenne sarà responsabile di se stessa ma ora anche per la legge lo siamo noi.
Non è che posso dirgli beh vai fai esperienza fai quello che ti passa per la testa perchè tanto poi dovrai scegliere cosa manifestare nella vita. Magari sbaglio eh, ma mi pare di no per ora.

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Io, e parlo in generale e senza avere figli, se e quando li avrò magari farò tutto il contrario di quanto dico ora , credo che un controllo continuo, sia indice anche di un'educazione che sappiamo essere stata inefficace da parte nostra.

Se ho dato i giusti valori, le giuste "messe in guardia", ho cercato di aprirgli la mente e spingerlo a ragionare con la sua testa ( e non con quella degli amici, della vicina di casa o di MTV), poi dovrei stare tranquillo che anche in posti, situazioni e con frequentazioni a rischio saprà uscirne bene.

Se debbo continuamente controllarlo, vietargli questo e quello, avendo paura che se non l'ho a catena mi diventa per forza uno sbandato/a cha va a drogarsi sotto i ponti, vuol dire che incosciamente so di non aver fatto le cose in maniera efficace quando era bambino o ragazzino.

Per fare un esempio quando controllo una macchina, vedo se funzionano i freni, l'olio è a posto ecc, poi posso portarla tranquillo, l'incidente può sempre succedere. è la vita però io ho la coscienza a posto. Se ogni due kilometri scendo e ricontrollo tutto di continuo, vuol dire che forse sono io e non la macchina da "controllare".
Ah Luke guarda io non so gli altri ma sinceramente prima di avere figli la pensavo diversamente non mi sentivo affatto coinvolta e per questo ero molto sicura di ciò che avrei fatto, ero più razionale, poi sono diventata madre e mi sono rincBiip
ma tutto è soggettivo.
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Vecchio 15-07-2009, 15.21.53   #62
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Si è vero, ho capito quello che vuoi dire, però sino a 21 anni se non sbaglio è in costruzione no? Dobbiamo dare delle regole per fare in modo che capisca che bisogna rispettarle, a me pare che dobbiamo cercare di dare un esempio e delle regole e quelle vanno rispettate almeno sino a che sta in famiglia poi una volta maggiorenne sarà responsabile di se stessa ma ora anche per la legge lo siamo noi.
Non è che posso dirgli beh vai fai esperienza fai quello che ti passa per la testa perchè tanto poi dovrai scegliere cosa manifestare nella vita. Magari sbaglio eh, ma mi pare di no per ora.


Ah Luke guarda io non so gli altri ma sinceramente prima di avere figli la pensavo diversamente non mi sentivo affatto coinvolta e per questo ero molto sicura di ciò che avrei fatto, ero più razionale, poi sono diventata madre e mi sono rincBiip
ma tutto è soggettivo.
Eh lo so, mi rendo conto che parlare ora è facile, mettere in pratica il tutto quando arrivano i figli sarà senz'altro più difficile....
Il rischio è anche quello di vedere l'educazione da dare non come una cosa a se stante ma relazionarla sempre a quella che abbiamo ricevuto noi:
se ne abbiamo ricevuta una asfissiante/ansiogena, o la ripetiamo o, al contrario, li facciamo crescere nell'anarchia più totale ecc.

Alla fine se si fanno troppe elucubrazioni non se ne esce più, uno deve cercare di fare in buona fede, onestamente, il meglio che può: dei condizionamenti inevitabilmente si trasferiranno sui figli ma avranno anche gli strumenti per far uscire fuori una loro individualità.
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Vecchio 15-07-2009, 15.25.02   #63
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Ti faccio un esempio un po' più complicato:
Tua figlia fa amicizia con una nuova ragazza, una tipa che pare proprio il suo esatto contrario e lei ti confida quello che lei. la spinge a fare. e tra quelle cose, ce ne sono diverse che valuti pericolose o anche troppo trasgressive che fai? La tua ansia ti dice: digli di stargli alla larga!!! Il buon senso ti dice di dirgli: ricordati che tipo di educazione hai ricevuto e non andare mai contro ciò che sei per qualcun altro. Ma tutto il tempo stai in ansia e ti dici che se succederà qualcosa non te lo perdonerai. Poi ti dici che se deve succedere qualcosa non sarai tu ad impedirlo, perchè devi affidarti alla saggezza della Provvidenza. Ma ti dici anche che ti pare di fregartene anche se ti dici che tu non hai il controllo su niente perchè non sei Dio.
Insomma pare una lotta all'ultimo sangue con nessuna certezza.

Scusa Gris, ma questo è un esempio di quello che dicevamo prima sulla differenziazione. Quello evidenziato è un confllitto della madre e solo dellla madre.
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Vecchio 15-07-2009, 15.29.20   #64
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Scusa Gris, ma questo è un esempio di quello che dicevamo prima sulla differenziazione. Quello evidenziato è un confllitto della madre e solo dellla madre.
Uhm non si capiva probabilmente era un esempio di conflitto che può vivere la madre. E come a volte l'ho affrontato e vissuto.
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Vecchio 15-07-2009, 15.44.44   #65
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Eh lo so, mi rendo conto che parlare ora è facile, mettere in pratica il tutto quando arrivano i figli sarà senz'altro più difficile....
Il rischio è anche quello di vedere l'educazione da dare non come una cosa a se stante ma relazionarla sempre a quella che abbiamo ricevuto noi:
se ne abbiamo ricevuta una asfissiante/ansiogena, o la ripetiamo o, al contrario, li facciamo crescere nell'anarchia più totale ecc.

Alla fine se si fanno troppe elucubrazioni non se ne esce più, uno deve cercare di fare in buona fede, onestamente, il meglio che può: dei condizionamenti inevitabilmente si trasferiranno sui figli ma avranno anche gli strumenti per far uscire fuori una loro individualità.
Io credo di essermi comportata al contrario di mia madre, però l'ansia si me l'ha trasmessa, per cui credo che la vita che abbiamo vissuto e l'educazione che abbiamo appreso ci condizionino.

Essere qui prima di averne secondo me è già un vantaggio perchè se interiorizzi bene, intendo se comprendi e fai tuoi gli insegnamenti diventi gli insegnamenti e quindi puoi superare i tuoi limiti.
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Vecchio 15-07-2009, 15.44.57   #66
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Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
non è detto per forza di cose.
può essere un comportamento "forzato" che inconsciamente hai acquisito dai tuoi genitori, che ti hanno portato a essere eternamente insicuro e sotto il falso nome di "pignoleria" o "attenzione" ti porta a esagerare con il controllo sull'altro per fare in modo di evitarti l'ansia.
insomma uno "scarico" inconsapevole
Si infatti nel post precedente ho elencato anche altri possibili motivi di un certo tipo di controllo forzato.

Se uno vuole può rintracciare svariate motivazioni e sub-motivazioni dietro all'agire del genitore/partner/amico ecc,, alla fine non si può passare tutta la vita a fare questo, un pò può sicuramente servire ma a me interessa innanzitutto scoprire le mie di motivazioni e dinamiche..visto che già è una bella faticata questa.
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Vecchio 15-07-2009, 15.46.36   #67
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Si è vero, ho capito quello che vuoi dire, però sino a 21 anni se non sbaglio è in costruzione no? Dobbiamo dare delle regole per fare in modo che capisca che bisogna rispettarle, a me pare che dobbiamo cercare di dare un esempio e delle regole e quelle vanno rispettate almeno sino a che sta in famiglia poi una volta maggiorenne sarà responsabile di se stessa ma ora anche per la legge lo siamo noi.
Non è che posso dirgli beh vai fai esperienza fai quello che ti passa per la testa perchè tanto poi dovrai scegliere cosa manifestare nella vita. Magari sbaglio eh, ma mi pare di no per ora.



posso essere d'accordo.
magari una via potrebbe essere quella di spiegare a tua figlia le tue impressioni su quella persona e spiegare anche perchè a te non va che la frequenti.
magari la risposta di tua figlia potrebbe stupirti
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Vecchio 15-07-2009, 16.14.26   #68
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posso essere d'accordo.
magari una via potrebbe essere quella di spiegare a tua figlia le tue impressioni su quella persona e spiegare anche perchè a te non va che la frequenti.
magari la risposta di tua figlia potrebbe stupirti
Se gli do le mie impressioni posso condizionarlo in due modi se è ribelle farà il contrario se è obbediente cercherà di accontentarmi facendosi influenzare. In entrambi i casi secondo me non avrà scelto con la sua testa e qui torniamo al discorso che facevi tu prima su cosa poi deciderà di manifestare una volta provato di "tasca sua" cosa vuol dire...

Che poi tra l'altro mi viene in mente una frase di Uno, che chiedo scusa se non so riportare perchè non ricordo dove è stata postata, in cui diceva più o meno che se una persona deve fare quell'esperienza, in ogni caso la farà. Per cui ogni tipo di controllo non ha senso ne motivo di esistere è solo la nostra mente che ci fa credere di possederlo.

Quello che mi domando io invece è che se è una esperienza di un certo grado magari se la fa più avanti nel tempo più possibilità ha poi di metabilizzarla piuttosto che farla prematuramente, lo so che questo è controllo ugualmente ma mi domandavo se era lecito o no? ( sono contorta eh è stata l'ansia a ridurmi così)
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Vecchio 15-07-2009, 16.44.16   #69
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Se gli do le mie impressioni posso condizionarlo in due modi se è ribelle farà il contrario se è obbediente cercherà di accontentarmi facendosi influenzare. In entrambi i casi secondo me non avrà scelto con la sua testa e qui torniamo al discorso che facevi tu prima su cosa poi deciderà di manifestare una volta provato di "tasca sua" cosa vuol dire...

Che poi tra l'altro mi viene in mente una frase di Uno, che chiedo scusa se non so riportare perchè non ricordo dove è stata postata, in cui diceva più o meno che se una persona deve fare quell'esperienza, in ogni caso la farà. Per cui ogni tipo di controllo non ha senso ne motivo di esistere è solo la nostra mente che ci fa credere di possederlo.

Quello che mi domando io invece è che se è una esperienza di un certo grado magari se la fa più avanti nel tempo più possibilità ha poi di metabilizzarla piuttosto che farla prematuramente, lo so che questo è controllo ugualmente ma mi domandavo se era lecito o no? ( sono contorta eh è stata l'ansia a ridurmi così)
L'ansia o la paura .
Ma tutti noi genitori abbiamo paura delle esperienze dei figli .
Perche' i nostri genitori l'avevano per noi .
Ma se si fosse liberi di sbagliare...
....vero pero' che gli incontri e le frequentazioni influiscono e molto .
Io curerei , favorirei , queste due cose :frequentazioni ed incontri giusti , per il resto sara' quel che sara'.
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Vecchio 15-07-2009, 18.22.05   #70
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Se gli do le mie impressioni posso condizionarlo in due modi se è ribelle farà il contrario se è obbediente cercherà di accontentarmi facendosi influenzare. In entrambi i casi secondo me non avrà scelto con la sua testa e qui torniamo al discorso che facevi tu prima su cosa poi deciderà di manifestare una volta provato di "tasca sua" cosa vuol dire...

Che poi tra l'altro mi viene in mente una frase di Uno, che chiedo scusa se non so riportare perchè non ricordo dove è stata postata, in cui diceva più o meno che se una persona deve fare quell'esperienza, in ogni caso la farà. Per cui ogni tipo di controllo non ha senso ne motivo di esistere è solo la nostra mente che ci fa credere di possederlo.

Quello che mi domando io invece è che se è una esperienza di un certo grado magari se la fa più avanti nel tempo più possibilità ha poi di metabilizzarla piuttosto che farla prematuramente, lo so che questo è controllo ugualmente ma mi domandavo se era lecito o no? ( sono contorta eh è stata l'ansia a ridurmi così)
secondo me se gli dai le tue impressioni "oggettive" le ascolterà (magari poi farà cmq di testa sua)
Se invece le dai impressioni "soggettive" e in un certo senso caricate di emotività è li secondo me che rischi di cadere nel meccanismo del condizionamento.
Ossia magari puoi provare a vedere se le tue impressioni sono condizionate a loro volta o meno dalla tua ansia.
e magari se riesci a tirar fuori qualcosa di buono dirlo tranquillamente senza per questo sentirti colpevole di condizionarla.
Tu in quel caso non stai condizionando, stai esprimendo un'opinione il più possibile (per te) oggettiva.
che lei può ascoltare, non ascoltare, ascoltare e seguire, ascoltare e ritenere errata.
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Vecchio 15-07-2009, 18.49.16   #71
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Ma se si fosse liberi di sbagliare...
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si ma anche quel "giusto" sino a che non sei equilibrato su un argomento risulta assai labile e soggettivo
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Vecchio 15-07-2009, 19.03.29   #72
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Ma tutti noi genitori abbiamo paura delle esperienze dei figli .
Perche' i nostri genitori l'avevano per noi .
Ma se si fosse liberi di sbagliare...
....vero pero' che gli incontri e le frequentazioni influiscono e molto .
Io curerei , favorirei , queste due cose :frequentazioni ed incontri giusti , per il resto sara' quel che sara'.
Condivido quanto hai detto.
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Vecchio 15-07-2009, 19.05.36   #73
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secondo me se gli dai le tue impressioni "oggettive" le ascolterà (magari poi farà cmq di testa sua)
Se invece le dai impressioni "soggettive" e in un certo senso caricate di emotività è li secondo me che rischi di cadere nel meccanismo del condizionamento.
Ossia magari puoi provare a vedere se le tue impressioni sono condizionate a loro volta o meno dalla tua ansia.
e magari se riesci a tirar fuori qualcosa di buono dirlo tranquillamente senza per questo sentirti colpevole di condizionarla.
Tu in quel caso non stai condizionando, stai esprimendo un'opinione il più possibile (per te) oggettiva.
che lei può ascoltare, non ascoltare, ascoltare e seguire, ascoltare e ritenere errata.
Le mie oggettive?
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Vecchio 15-07-2009, 19.11.30   #74
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Le mie oggettive?
prova magari (mica facile) a osservare la tua ansia e magari a ricapitolare qualche episodio che si lega a questo (con i tuoi genitori) ove è emerso questo.
perchè a mio avviso se non "depotenzi" l'ansia non riesci a vedere un comportamento alternativo a quello che normalmente hai.
Insomma chissà , magari il maschile in te agirebbe con meno rigore rispetto a quello che uscirebbe (fittizio)caricato di ansia.
E magari il tuo femminile disposto a un'apertura nei confronti di tua figlia non si sentirebbe non in grado di esprimersi con lei.
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Vecchio 15-07-2009, 20.45.40   #75
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prova magari (mica facile) a osservare la tua ansia e magari a ricapitolare qualche episodio che si lega a questo (con i tuoi genitori) ove è emerso questo.
perchè a mio avviso se non "depotenzi" l'ansia non riesci a vedere un comportamento alternativo a quello che normalmente hai.
Insomma chissà , magari il maschile in te agirebbe con meno rigore rispetto a quello che uscirebbe (fittizio)caricato di ansia.
E magari il tuo femminile disposto a un'apertura nei confronti di tua figlia non si sentirebbe non in grado di esprimersi con lei.
Ti domando scusa anche se sbeffeggiavo me sono stata ingrata nei tuoi confronti.
Ti ringrazio dei suggerimenti.
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