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Vecchio 03-09-2010, 19.01.23   #51
diamantea
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Si parlava di giudizi, ma credo che in linea di massima possa valere per qualunque cosa si dica agli altri.
Ci riflettevo l'altro giorno, focalizziamo l'attenzione solo sui giudizi negativi che possono dare fastidio a chi li riceve, e son d'accordo con te che ci vuole una via di mezzo, un ridimensionamento sul carico di energia con cui si investe l'altro, sto lavorando anche per questo.
Tuttavia anche quando si emettono giudizi positivi si può infastidire l'altro o investire con troppa energia da mettere in imbarazzo.
A volte anche un giudizio positivo quando è esagerato o eccessivo o quando è troppo invadente, vuoi per lo sguardo di compiacimento, vuoi per i vocaboli usati, stimola la reazione dell'orco.
Insomma la giusta misura nell'uno e nell'altro campo.
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Vecchio 03-09-2010, 20.43.42   #52
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Adesso è ovvia la domanda: ma in un arco di tempo lungo si può passare dalla prevalenza di un tipo all'altro rimanendo negli opposti antagonisti?

Jung ammette i casi in cui vi sia un'inversione della funzione, per motivi gravi, traumatici e tutto questo porta alla nevrosi, all'esaurimento.
Occorre far ritornare alla funzione naturale per ripristinare lo stato di benessere.
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Vecchio 03-09-2010, 21.50.15   #53
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Jung ammette i casi in cui vi sia un'inversione della funzione, per motivi gravi, traumatici e tutto questo porta alla nevrosi, all'esaurimento.
Occorre far ritornare alla funzione naturale per ripristinare lo stato di benessere.
Si lui dice che puo' accadere se ci sono pressioni esterne che lo impongono , familiari per lo piu' .
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Vecchio 03-09-2010, 21.59.21   #54
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Torno un attimo qua, solo per dire che secondo me, esiste una giusta via di mezzo, per poter essere sinceri e dire quel che si pensa, senza per questo arrivare a ferire l'altro, perchè il rischio che si corre è questo. Essere sinceri è giusto per come la vedo, ma essere sinceri a tutti i costi senza tenere minimamente conto di chi ci ascolta, è eccessivo. Invece sono d'accordo che tenere dentro senza dire, non fa bene. Si parlava di giudizi, ma credo che in linea di massima possa valere per qualunque cosa si dica agli altri.
Non solo ma credo anche che per un giudizio piu' raffinato si intenda anche un giudizio piu' approfondito , qualitativamente migliore e non soltanto formalmente piu'
opportuno .
Se dico ad uno che e' un cretino forse ad una valutazione piu' approfondita sarebbe stato meglio che gli avessi detto che e' distratto che poteva applicarsi di piu' oppure avrei potuto comprendere che in quel momento non poteva fare di piu' per motivi che non sono immediatamente evidenti .
Tuttavia una volta rimosso il pensiero non puo' che emergere in forma grossolana e quindi imprecisa poco approfondita .
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Vecchio 03-09-2010, 22.44.17   #55
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Giudizi privi di tatto: le mie reazioni esagerate, da orco o elefante, dove si dicono cose di cui poi ci si pente. Siamo sempre lì, facendoli uscire si da un dimensione diversa, si cerca di comprendere e migliorare.

Più che farli uscire consciamente escono dice Jung dalla parte inconscia meno differenziata e quindi meno controllata dalla coscienza.
Le funzioni meno differenziate sono quelle che succedono, come i lapsus o altre "sviste" o l'esternazioni parziali delle proprie intenzioni.

"E' tipico del tipo estroverso affettivo esprimere ogni tanto giudizi di una estrema improntitudine. Questi giudizi nascono dal suo pensiero meno differenziato e meno conscio, che egli controlla solo in parte e che per giunta è insufficientemente rapportato all'oggetto, per cui possono suonare sommamente irrispettosi."
Riporto fedelmente la frase per meglio analizzarla.

Per quel che io ho capito, il giudizio esagerato che offende non nasce per il dato oggetto che si ha davanti, ma esso diventa solo un stimolo per tirare fuori una parte non differenziata e non conscia che dovrebbe richiamare attenzione.
Il lapsus o lo scambiare il telecomando con un altro oggetto sembra richiamare alla funzione meno differenziata che evidentemente vuole emergere.

Ma aspetto di sentire cosa ne pensiate voi.
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Ultima modifica di diamantea : 03-09-2010 alle ore 23.10.57.
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Vecchio 04-09-2010, 00.17.01   #56
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Ho letto questo tread solo adesso (ferie). Bello! Però Nike, tutto sto grande lavoro e ancora non hai capito che tipo sei ... che poi è il vero scopo nel tread

Scherzi a parte, è interessante veramente e cercherò di dare anch'io un contributo. Quello che consiglio, quando si parla di maschile e femminile, è di non separarli troppo. E' inevitabile per un discorso razionale però poi ci si deve ricordare che coesistono in ogni individuo e che si scambiano continuamente cose... il maschile da il femminile elabora e restituisce diverso e via così.




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In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.
Secondo me Diam, sta qui il non-problema.
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Vecchio 04-09-2010, 07.59.38   #57
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Secondo me Diam, sta qui il non-problema.

Magari se ti va, potresti aggiungere qualcos'altro...

Intuisco di striscio a cosa ti vuoi riferire ma sarebbe bene avere qualche segnale più... elefantiaco!
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Vecchio 04-09-2010, 08.23.20   #58
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Ho letto questo tread solo adesso (ferie). Bello! Però Nike, tutto sto grande lavoro e ancora non hai capito che tipo sei ... che poi è il vero scopo nel tread

Scherzi a parte, è interessante veramente e cercherò di dare anch'io un contributo.



Devo dire che non avevo chiaro neppure io fino a stamattina quale tipo fossi .
Poi mi ci hai fatto pensare con maggiore intensita' ed un'idea mi e' venuta andando per esclusione delle funzioni prevalenti che in me non vedo .

Si ho visto delle ''possibilita' '' in questo metodo o in questa descrizione della psiche che fa jung perche' consente di capire come si muove la psiche nel tentativo di aggregare le varie funzioni o come viene disturbata se questa aggregazione manca .

Volendo fare un parallelismo ulteriore con Gurdjeff gia' ho detto che l'identificazione corrisponderebbe alla dissimilazione dell'estroverso cioe' allo straniarsi del soggetto nell'oggetto .
Ancora si puo' dire che l'immaginazione , ugualmente dannosa per Gurdjeff , potrebbe essere proprio l'assimilazione dell'oggetto da parte dell'introverso che opera astraendo l'oggetto per introiettarlo dentro di se' .
Cosi' facendo lo altera e lo plasma con tutti gli effetti che ne derivano .
Ancora , tutti gli io di cui parla Gurdjeff altro non sarebbero che le funzioni differenziate dotate di grande unilateralita' e le reazioni inconsce delle funzioni rimaste indiferenziate con il conseguente caos di spinte e controspinte verso l'oggetto e verso il soggetto .
Ora mentre Gurdjeff propone un'intensissimo sforzo della mente col ricordarsi di se' che avrebbe l'effetto di arrestare questo processo di avanti ed indietro del soggetto e dell'oggetto l'uno verso l'altro , sforzo che alla fine sembra essere sovrumano ,
Jung invece non contrasta questo fenomeno di oggetto e soggetto ma lo governa al fine di armonizzare le funzioni cioe' i vari io , introducendo i concetti di incoscio ,inconscio collettivo , coscienza , differenziato indifferenziato ecc.che danno ai movimenti dei vari io di Gurdjef quasi una regola .
Questo alla fine propone di fare jung attraverso la funzione trascendente o l'imaginazione attiva .
Ecco questo mi pare e per questo vedo nel metodo delle ''possibilita' ''.
Virgoletto la parola possibilita' perche' e' quella che caratterizza la funzione intuizione magari propria del tipo estroverso .
Questo tipo , dice jung , nel suo stato puro lascia nell'indifferenziato tutte le 3 funzioni sensazione , pensiero ,sentimento con un bell'effetto sorpresa di tanto in tanto quando emergono di cui se verra' tempo parleremo .
Con questo ho risposto alla tua domanda iniziale pur con 10.000 riserve .
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Vecchio 04-09-2010, 09.41.43   #59
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Volendo fare un parallelismo ulteriore con Gurdjeff ...

Ancora , tutti gli io di cui parla Gurdjeff altro non sarebbero che le funzioni differenziate dotate di grande unilateralita' e le reazioni inconsce delle funzioni rimaste indiferenziate con il conseguente caos di spinte e controspinte verso l'oggetto e verso il soggetto .
Uhm, meglio confrontare i piccoli io con i complessi, pur facendo le dovute distinzioni per buona parte corrispondono, solo che Gurdy spiega meglio il loro formarsi descrivendo le forze aggregative degli io.

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Ora mentre Gurdjeff propone un'intensissimo sforzo della mente col ricordarsi di se'
Non della mente, semmai della volontà, anche se non è preciso. Che poi la mente, sopratutto all'inizio, ci giochi un ruolo preponderante è un'altra storia.

Sono difficili i paragoni tra gurdy e jung... il secondo ha certamente un gran merito e ha fatto un gran lavoro utile a molti, trasportando la psicologia ad un livello di dignità mai raggiunto nella modernità e aprendo innumerevoli porte di ricerca. Purtroppo, per contro, molti credendo di seguire queste porte ci infilano e si infilano in argomenti esoterici e tradizionali senza conoscerli granchè e pretendono di fare parallelismi quando i livelli di indagine sono diversi. In pratica pretendono che jung abbia la stessa valenza di una via, ma non è così.
Gurdy invece riporta una Tradizione e la adatta ai tempi, anche se non ha esposto che la prima parte dell'opera, cosa che rende l'equivoco assimilativo di cui parlavo prima più semplice.
Ma ricordiamoci che, se proprio vogliamo fare un parallelo, l'individuato di Jung è l'uomo5 di Gurdy e neanche completo.


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Virgoletto la parola possibilita' perche' e' quella che caratterizza la funzione intuizione magari propria del tipo estroverso .
Questo tipo , dice jung , nel suo stato puro lascia nell'indifferenziato tutte le 3 funzioni sensazione , pensiero ,sentimento con un bell'effetto sorpresa di tanto in tanto quando emergono di cui se verra' tempo parleremo .
Con questo ho risposto alla tua domanda iniziale pur con 10.000 riserve .
Insomma, se ho capito ti ritieni un estroverso intuitivo... mah, sarà anche, io però ho una diversa sensazione.

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Vecchio 04-09-2010, 09.59.07   #60
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Vecchio 04-09-2010, 11.23.24   #61
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'mazza , meno male che devi leggere tutto per contratto .
Correggiamo dai e' troppo brutta .
Comunque mi conforta il fatto che questa cosa conferma che la mia funzione pensiero non e' la prevalente o la differenziata .
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Vecchio 04-09-2010, 11.39.06   #62
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Forte questa ,
il 4 torna sempre , e' il numero dell'armonia di ogni cosa ,
4 le funzioni della psiche , 4 i suoni del canto , 4 gli apostoli , 4 i punti cardinali e chissa' quant'altro.
Poi per jung la trinita' manca del 4° che e' la natura , la materia o l'ombra .
Ed il 5 e' il risultato dell'armonia , un altro stato che esce dall'unione dei 4 ....il tuo suono girato .

Ricambio , non posso fare a meno .
Lapsus ?...magari 4 gli apostoli dei Vangeli...
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Vecchio 04-09-2010, 11.44.21   #63
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Uhm, meglio confrontare i piccoli io con i complessi, pur facendo le dovute distinzioni per buona parte corrispondono, solo che Gurdy spiega meglio il loro formarsi descrivendo le forze aggregative degli io.



Non della mente, semmai della volontà, anche se non è preciso. Che poi la mente, sopratutto all'inizio, ci giochi un ruolo preponderante è un'altra storia.

Sono difficili i paragoni tra gurdy e jung... il secondo ha certamente un gran merito e ha fatto un gran lavoro utile a molti, trasportando la psicologia ad un livello di dignità mai raggiunto nella modernità e aprendo innumerevoli porte di ricerca. Purtroppo, per contro, molti credendo di seguire queste porte ci infilano e si infilano in argomenti esoterici e tradizionali senza conoscerli granchè e pretendono di fare parallelismi quando i livelli di indagine sono diversi. In pratica pretendono che jung abbia la stessa valenza di una via, ma non è così.
Gurdy invece riporta una Tradizione e la adatta ai tempi, anche se non ha esposto che la prima parte dell'opera, cosa che rende l'equivoco assimilativo di cui parlavo prima più semplice.
Ma ricordiamoci che, se proprio vogliamo fare un parallelo, l'individuato di Jung è l'uomo5 di Gurdy e neanche completo.




Insomma, se ho capito ti ritieni un estroverso intuitivo... mah, sarà anche, io però ho una diversa sensazione.

Beh ma i complessi non sono altro che i disturbi provocati dal funzionamento delle funzioni non differenziate quando emergendo con eccessiva forza dall'inconscio prevaricano la coscienza .

Sforzo della mente attraverso la volonta' .
Volonta' e mente non sono sullo stesso piano , la prima non esclude l'altra ma la comprende .

Il paragone e' solo uno strumento per comprendere meglio non appena esaurita questa funzione bisogna abbandonarlo in questo concordo .

Sensazione ? Chissa forse , io leggendo le caratteristiche dell'intuizione estroversa mi ci vedevo meglio .
Ad esempio spiega l'incapacita' di arrestarsi in situazioni stabili ma senza prospettive ulteriori . L'opposto e' invece per la sensazione che si arresta sull'oggetto che percepisce .
Ma puo' essere vedremo .
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Vecchio 04-09-2010, 11.48.42   #64
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Lapsus ?...magari 4 gli apostoli dei Vangeli...
Si 4 evangelisti .
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Vecchio 04-09-2010, 12.46.51   #65
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Beh ma i complessi non sono altro che i disturbi provocati dal funzionamento delle funzioni non differenziate quando emergendo con eccessiva forza dall'inconscio prevaricano la coscienza .
Il concetto di complesso è un po' più ampio. Anche l'io è un complesso... il più grosso e preponderante che si forma dal caos iniziale. Gli altri complessi, più piccoli, in determinate occasioni si presentano alla coscienza e possono venire integrati. Quando un complesso è talmente forte da poter rivaleggiare con la coscienza in maniera continuativa siamo di fronte ad una nevrosi, quando l'io è troppo piccolo da non riuscire a differenziarsi dall'inconscio abbiamo una psicosi... questo molto grossomodo e molto imprecisamente.
Comunque i complessi vengono percepiti dall'io come disturbanti ma sono solo l'indizio di una limitazione dell'io, della sua distanza dall'Io.

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Sforzo della mente attraverso la volonta' .
Volonta' e mente non sono sullo stesso piano , la prima non esclude l'altra ma la comprende .
Non è con la mente che ci si ricorda di se. La mente è solo l'inizio perchè è maggiormente suscettibile di controllo diretto da parte della volontà, la quale non comprende la mente anche se può usarla. Ma ques'ultima funziona anche per conto suo, non diretta dalla volontà.
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Vecchio 04-09-2010, 17.50.57   #66
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Vorrei porre l'accento su un dato che caratterizza il tipo estroverso in generale che è il nocciolo del problema: il conformismo.
Il tipo estroverso si conforma all'oggetto fino quasi ad imitarlo. Il soggetto vedrà questo conformarsi come perfetto adattamento. Il chè è l'autentico pericolo dell'estroverso in quanto egli conformandosi all'oggetto se quest'ultimo è sano avrà una vita sana, viceversa se non è sano rovinerà con tutto se stesso senza accorgersene.
L'estroverso può farsi fagocitare dall'oggetto se diventa prioritario al punto da oggettivare anche gli instinti primordiali che poi spingono verso l'introversione.
I sintomi fisici che compaiono sempre più evidenti derivano dall'inconscio che tenta di richiamare l'attenzione sui propri bisogni.
Maggiore la coscienza reprime l'inconscio maggiore sarà la spinta di funzioni arcaiche e primordiali che quando verranno fuori avranno una forza distruttiva.
E' importante sottolineare che gli istinti primordiali sono sono i più arcaici, infantili e pericolosi che fanno sfociare nelle nevrosi e nelle devianze.
Sono i bisogni primordiali che mantengono sempre una piccola quantità di energia che la coscienza non riesce a sottrarre relegandoli nell'inconscio e che rappresentano comunque una forza non contrastabile del tutto.
I pericoli di una estremizzazione della coscienza estroversa sono l'isteria, suggestionabilità, influenzabilità e menzogna isterica, la forte tendenza a fantasticare.

Qui mi viene in mente la fiammiferaia...
La bambina non sente più il freddo, la fame, la sofferenza, si conforma alle fantasie date dalla fiammella fino a perdere se stessa e morire.

La tendenza alla perfezione è qui fisiologica in quanto specialmente nella funzione sentimento il pensiero non deve disturbare il sentimento per cui il pensiero verrà rimosso mentre il conformarsi dovrà diventare quanto più perfetto all'oggetto per non far interferire il pensiero soggettivo con i suoi bisogni opposti.
Occorre dare l'impressione che l'oggetto è perfetto tanto da conformarvisi totalmente fino al punto di perdere la propria identità.
Il pensiero diventa elemento di disturbo inquanto con il raziocinio richiama ai difetti della situazione che non sta realmente realizzanso i bisogni soggettivi.

Mi fermo per ora. Il discorso è molto complesso.
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Vecchio 05-09-2010, 17.35.42   #67
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Non solo ma credo anche che per un giudizio piu' raffinato si intenda anche un giudizio piu' approfondito , qualitativamente migliore e non soltanto formalmente piu'
opportuno .
Se dico ad uno che e' un cretino forse ad una valutazione piu' approfondita sarebbe stato meglio che gli avessi detto che e' distratto che poteva applicarsi di piu' oppure avrei potuto comprendere che in quel momento non poteva fare di piu' per motivi che non sono immediatamente evidenti .
Tuttavia una volta rimosso il pensiero non puo' che emergere in forma grossolana e quindi imprecisa poco approfondita .
Riprendiamo da qui per vedere come si manifesta la dinamica dell'inconscio del tipo estroverso sentimento cioe' del tipo che ha rimosso la funzione antagonista del pensiero .
Questo tipo , anticipo , passera' da un assecondare senza alcun giudizio critico il sentimento per quell'oggetto ,
ad un'improvvisa ipercriticita' rispetto allo stesso oggetto ( vale a dire per quel povero diavolo che c'e' capitato per sua disgrazia in mezzo ) che si manifesta in una sua puntuale , precisa demolizione con pensieri negativi che emergono improvvisamente allo stato cosciente con l'effetto di distruggere lo strapotere del sentimento .

Il tutto passando attraverso una stadio intermedio in cui il sentimento lentamente ma inesorabilmente comincia a slegarsi dall'oggetto ed a sopravvivere solo perche' si giustifica per se stesso come sentimento per lo stesso sentimento .

Si passa da un sentimento incondizionatamente legato all'oggetto senza alcuna conferma del pensiero , ormai rimosso , ad un sentimento che vive per se' stesso slegato dall'oggetto ,
ad un finale pirotecnico in cui l'oggetto , venerato fino a poco prima ,viene demolito dal pensiero arcaico ed infantile che emerge con assoluta coazione improvisa .

Non ci vuol molto a riconoscere questo tipo di donna isterica , sottolineando che il pensiero inconscio si carica della forza degli archetipi andandoli a pescare nell'incoscio collettivo .

Il pensiero ,come tutto cio' che si immerge nell'inconscio, si carica come una molla della forza che proviene dalle immagini primordiali in questo caso negative che servono a smontare l'oggetto del sentimento .

Come avvengono queste trasformazioni :
nel primo stadio finche' l'io mantiene una certa prevalenza come importanza sull'oggetto , il pensiero e' solo parzialmente inconscio perche' rimane debole e poco sviluppato come servo del sentimento esistente .

Nel secondo stadio , all'aumentare dell'importanza dell'oggetto l'io perde consistenza e svanisce e con cio' svanisce una corretta relazione con l'oggetto , in altre parole rimane solo il sentimento che appare nelle sue manifestazioni dapprima finto e posticcio e poi liberamente trasferibile a qualsiasi diverso oggetto capiti a tiro .
L'effetto e' la dissociazione dell'io con quella realta' conformista che al tipo in questione interessa molto .

Il malessere che a questo punto si manifesta impone il superamento del complesso , superamento che avviene con la sistematica distruzione dell'oggetto , rectius , di quel poveretto a cui di colpo viene dato ingiustificatamente un calcio nel sedere .

A voi care signore del forum il disvelamento delle immagini primordiali (archetipi ) di cui vi servite per caricare a molla il pensiero demolitore .

Ultima modifica di nikelise : 05-09-2010 alle ore 17.53.58.
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Vecchio 05-09-2010, 20.09.25   #68
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Il malessere che a questo punto si manifesta impone il superamento del complesso , superamento che avviene con la sistematica distruzione dell'oggetto , rectius , di quel poveretto a cui di colpo viene dato ingiustificatamente un calcio nel sedere .
Mi sembra doveroso approfondire questo meccanisco.
Si chiama "nient'altro che" l'opera di demolizione di un inconscio che interviene per riportare attenzione all'interno.
Quando l'oggetto assume tanta importanza da conformare totalmente il soggetto all'oggetto subentra il pensiero razionale.
E' interessante capire che il pensiero razionale disturba la funzione affettiva e per questo viene rimossa, viceversa la funzione affettiva disturba il pensiero razionale e per questo che avviene l'alienazione dell'affettività in quanto il pensiero per subentrare non deve sentire la pressione affettiva.

Le donne con questa funzione hanno una grande capacità di pensare con intelligenza purchè si eviti di toccare il sentimento.
Proprio per questa dote di raziocinio anche se repressa e precipitata nell'inconscio, attraverso l'ausilio delle altre funzioni irrazionali che suggeriscono una logica e deduzioni giuste che non possono essere rifiutate in eterno, la funzione pensiero esce fuori distruggendo ciò che di conforme si è creato mettendo a nudo una realtà che non si vuole o può vedere.
Il pensiero negativo si servirà di pregiudizi infantili e paragoni capaci di vuotare di ogni significato positivo l'oggetto riducendo tutto a "nient'altro che".
E' il tentativo del pensiero di riportare al soggetto. Più il soggetto è in stretto rapporto affettivo, più si conforma all'oggetto più tenta di reprimere il pensiero, più il pensiero diventa distruttivo attingendo appunto dalle forme pensiero giudizi arcaici.

Mi pare che qui funzioni come con le somatizzazioni, solo la privazione del valore dell'oggetto smonta il meccanismo di conformità di un oggetto che per il soggetto è deleterio.
L'oggetto in questione non ha una colpa diretta in quanto è stato enfatizzato dal soggetto ma sicuramente ha delle imperfezioni che gravano sul soggetto conformato e se non smontato positivamente l'oggetto si adagia su un falso valore di sè, quindi prende consapevolezza del suo limite in una relazione fondata su aspettative false anche se sincere perchè inconsapevoli.

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A voi care signore del forum il disvelamento delle immagini primordiali (archetipi ) di cui vi servite per caricare a molla il pensiero demolitore .
A questo proposito Jung pone l'accento sull'importanza che riveste l'esternazione di questi archetipi che in un lavoro di consapevolezza adeguatamente elaborati portano al loro superamento.

Voglio aggiungere come opinione personale alla luce di quanto emerso che nella nostra società il tipo razionale affettivo appartiene soprattutto alle donne, le quali si sono sempre annullate nel matrimonio perdendo la loro indentità. Questo ha provocato nell'uomo la convinzione di un alto valore di sè fondato più che altro nello scarso valore della donna conformandosi in esso.

Mi pare che lo sviluppo delle funzioni secondarie vero toccasana risolutivo abbia messo in moto la differenziazione della funzione repressa che fa vedere le parti in difetto che non meritano l'annulamento di se stesse.
E' una logica positiva che fa evolvere la relazione in una coscienza più consapevole.
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Vecchio 05-09-2010, 20.32.44   #69
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Isteria, imitazione, conformazione... tutti meccanismi che conosco.
Quello che per ora mi può aiutare è sapere che il tipo estroverso trova l'imput nello stimolo esterno. Qesto mi spiega la mia continua ricerca di stimoli, o il parere altrui, o la richiesta esterna per mettere in moto la creatività. Anche pulire la casa può derivare da un motivo esterno, ad es devo ricevere una visita... Scrivo una poesia o una frase perchè c'è un anniversario o è morto qualcuno e faccio una dedica.
In questo non c'è nulla di male ma anzi il tipo estroverso sentimento è quello che mantiene i contatti affettivi con la famiglia o le associazioni non profit o tramanda le tradizioni.
I sentimenti sono autentici. Quello che devo ora evitare è che il pensiero diventa rivale del sentimento portandomi allo svuotamento periodico del valore di chi mi sta attorno negli affetti.
Mi spiega anche il perchè mi sento razionale e intelligente oltre che sentimentale. L'empasse in cui mi trovo credo consista nel processo di differenziazione della funzione pensiero in competizione con la funzione primaria affettiva e che tale deve rimanere.
Devo fare appello alle funzioni secondarie dell'intuito e delle sensazioni per ancorarmi al concreto.
La menzogna isterica in positivo diventa arte recitativa.
Devo stare attenta a non lasciarmi divorare dall'oggetto con periodiche revisioni del pensiero razionale attraverso la funzione intuizione.

Questo è quello che in atto mi sembra utile per sbloccarmi.
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Vecchio 05-09-2010, 20.52.12   #70
nikelise
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Isteria, imitazione, conformazione... tutti meccanismi che conosco.
Quello che per ora mi può aiutare è sapere che il tipo estroverso trova l'imput nello stimolo esterno. Qesto mi spiega la mia continua ricerca di stimoli, o il parere altrui, o la richiesta esterna per mettere in moto la creatività. Anche pulire la casa può derivare da un motivo esterno, ad es devo ricevere una visita... Scrivo una poesia o una frase perchè c'è un anniversario o è morto qualcuno e faccio una dedica.
In questo non c'è nulla di male ma anzi il tipo estroverso sentimento è quello che mantiene i contatti affettivi con la famiglia o le associazioni non profit o tramanda le tradizioni.
I sentimenti sono autentici. Quello che devo ora evitare è che il pensiero diventa rivale del sentimento portandomi allo svuotamento periodico del valore di chi mi sta attorno negli affetti.
Mi spiega anche il perchè mi sento razionale e intelligente oltre che sentimentale. L'empasse in cui mi trovo credo consista nel processo di differenziazione della funzione pensiero in competizione con la funzione primaria affettiva e che tale deve rimanere.
Devo fare appello alle funzioni secondarie dell'intuito e delle sensazioni per ancorarmi al concreto.
La menzogna isterica in positivo diventa arte recitativa.
Devo stare attenta a non lasciarmi divorare dall'oggetto con periodiche revisioni del pensiero razionale attraverso la funzione intuizione.

Questo è quello che in atto mi sembra utile per sbloccarmi.
Grande Diam , un bel risultato allora .
Che ti sembra , il metodo di jung da' delle buone possibilita' di sviluppo futuro vero ?
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Vecchio 05-09-2010, 21.03.40   #71
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Grande Diam , un bel risultato allora .
Che ti sembra , il metodo di jung da' delle buone possibilita' di sviluppo futuro vero ?
Si Nike, e di questo ti voglio ringraziare, hai richiamato l'attenzione al grande Jung.
E' importante per me capire a livello razionale, mi smorza il carico emotivo e la tentazione alla demolizione di ciò che di positivo ho costruito a fatica nella mia vita.

Per ora mi sto dedicando a me ma sono disponibile anche per approfondire il tuo o quello di qualcun altro che ne faccia richiesta.
Ci sono talmente tanti aspetti da sviscerare...

Intanto ti sei meritato un altro bacio
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Vecchio 05-09-2010, 21.26.13   #72
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Si Nike, e di questo ti voglio ringraziare, hai richiamato l'attenzione al grande Jung.
E' importante per me capire a livello razionale, mi smorza il carico emotivo e la tentazione alla demolizione di ciò che di positivo ho costruito a fatica nella mia vita.

Per ora mi sto dedicando a me ma sono disponibile anche per approfondire il tuo o quello di qualcun altro che ne faccia richiesta.
Ci sono talmente tanti aspetti da sviscerare...

Intanto ti sei meritato un altro bacio
Miii... Diam non svegliare il cane che dorme ....se dorme .
Adesso tocca ad altri ...chi si offre all'analisi di un altro tipo .
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Vecchio 05-09-2010, 21.31.48   #73
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Secondo me Diam, sta qui il non-problema.

Visto che dipendo molto dall'oggetto e da ciò che pensa e tu giustamente non mi rinforzi il tema do la mia spiegazione al tuo stimolo, poi se vuoi puoi dire che ne pensi, ora sono consapevole che io ci tengo molto al tuo parere.
Non so cosa vuoi dire ma dico cosa mi ha fatto pensare.

In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.

Lo sapeva la parte razionale che è stata messa a tacere dalla quasi totale conformazione all'oggetto.
Il tipo era uno non conforme alle regole sociali, non era il tipo da matrimonio o famiglia. Quello che mi colpì fu a livello sensoriale, rappresentava l'opposto della mia funzione primaria, cioè il non convenzionale.
Inoltre passavo da un distacco di contatto con il corpo nel matrimonio ad una situazione di massima sensazione.

Posso ipotizzare che siano subentrate le funzioni ausiliarie che erano scevre dal sentimento e dal pensiero.
E' chiaro che mi sono innamorata e conformata all'oggetto ma ciò che mi legava a lui non era il bisogno di conformità sociale, anzi questa consapevolezza fece sì che mantenni un barlume di razionalità che mi servì a non sottostare proprio a tutte le sue richieste.

Il fatto di non credere nella mia possibilità di legarmi e soffrire è stato un fattore positivo in quanto mi sono misurata con le mie potenzialità, sia nel provare la profondità del mio sentire affetto che di provare la sofferenza.
Il corpo divenne protagonista assoluto, prima nell'estasi della gioia poi nel tormento del dolore anche fisico.
E' una fase di conoscenza del corpo.
E visto che lui mi fece anche da mestro, tirando fuori molte delle mie potenzialità nascoste, mi diede uno strumento per far fronte alla difficoltà della mente e dello spirito, utilizzai le immagini archetipiche nella circostanza superandole.

Non nascondo che mi vennero in mente i pensieri più negativi con piani di vendetta da brivido, ma non mi lasciai mai travolgere da questi pensieri, mantenendo come obiettivo principale la mia autonomia e la crescita spirituale.
Volevo trasformare un'esperienza che conteneva il bene e il male solo in uno stimolo per crescere.
Certo sacrificai molto di me perchè chiusi alcune stanze del palazzo ma questo mi servì a non lasciarmi assorbire totalmente da nessuno altro mantenendo la mia rotta.
Ho mantenuto la mia autonomia rinunciando alla convivenza.

Mi lasciai assorbire più tardi dal lavoro ma poi ripresi le giuste distanze per non farmi fagocitare del tutto.

Dopo andai a rifugiarmi in una storia sentimentale regolare che finì nel solito modo come il matrimonio.
Questo mi fa capire che non è quello che cerco. La mia attuale storia non convenzionale mi tiene lontano dalla tentazione di conformità.
Devo solo trovare un punto di maggiore accettazione che non mi renda demolitiva, insomma che trasformi l'orco in principe e mi sa che ci vuole qualcosa di più di un bacio al rospo
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Vecchio 05-09-2010, 23.18.01   #74
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Adesso tocca ad altri ...chi si offre all'analisi di un altro tipo .
Provo io, il tipo in cui mi riconosco di più, forse è anche perchè è quello che ho capito meglio è l'Introverso pensiero(IP) che ora vado a descrivere:


Ovviamente l'introverso si orienta in base al fattore soggettivo, i fatti esterni non sono nè causa nè obiettivo di questo tipo, ma i pensieri cominciano e tornano nel soggetto, dopo incursioni anche ampie nella realtà esterna.
I fatti costituiscono esempi illustrativi , materiale di prova ma non giungono mai a prevalere, l'importanza dominante la hanno lo sviluppo e l'esposizione dell'idea soggettiva, dell'immagine simbolica originaria che è sempre presente al suo sguardo interiore.
Il suo scopo non è la ricostruzione intellettuale della realtà concreta, ma una trasmutazione dell'immagine oscura in idea chiara.

Il tipo in questione spesso costruisce teorie per amore della teoria con un riferimento solo apparente a fatti reali, ma con il chiaro scopo di passare dall'idea alla pura immagine, creando concezioni dalle molte possibilità che però quasi mai si concretizzano, ma restano simboli mistici di ciò che è inconoscibile, grazie anche al florilegio di entità magiche e irrazionali provenienti dall'inconscio .
Il rapporto diretto con l'oggetto esterno è quasi sempre difettoso e poco intenso , ad esempio nei rapporti interpersonali spesso il tipo IP avverte di essere superfluo o addirittura un disturbo, e di conseguenza l'oggetto viene un pò trascurato o circondato da inutili misure precauzionali.

Nella costruzione del suo mondo di idee non indietreggia di fronte a niente, non rinuncia ad alcun pensiero sia esso pericoloso, eretico , sovvertitore ecc, ma si lascia cogliere dalla più grande ansietà qualora il rischio dovesse assumere il volto della realtà esterna, in tal caso i propri pensieri vengono abbandonati a se stessi e debbono trovare da soli la via per affermarsi, irritandosi molto, l'IP, qualora ciò non dovesse avvenire, cosa probabile viste anche le scarse capacità pratiche o la sua ripugnanza per ogni specie di pubblicità o "accaparramento " del favore di qualcuno.

Agli estranei appare scontroso, inavvicinabile ed altezzoso, spesso anche aspro, ma più lo si conosce da vicino, migliore è il giudizio che si dà di lui.

Le influenze esterne vengono respinte bruscamente, ma si fanno strada dall'interno, dall'inconscio, trovandosi nella necessità di accumulare argomentazioni contro di esse, e la sua tendenza alla solitudine lo conduce sempre più nel vivo del conflitto che lo consuma ed esaurisce interiormente.

Le funzioni inconsce del sentimento, dell'intuizione e della sensazione hanno carattere primitivo ed estroverso cui sono da attribuire tutte le moleste influenze che l'IP subisce dall'oggetto.
Le misure ed i dispositivi di difesa messi in campo (che Jung dice essere sufficientemente noti , io però non li conosco), servono a proteggersi dalle influenze magiche inconsce.

DI queste misure difensive fa parte anche la paura del sesso femminile.

Queste le cose a mio avviso più significative, a breve alcune considerazioni rispetto alla mia situazione personale.

Ultima modifica di luke : 06-09-2010 alle ore 00.03.23.
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Vecchio 05-09-2010, 23.21.47   #75
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Il malessere che a questo punto si manifesta impone il superamento del complesso , superamento che avviene con la sistematica distruzione dell'oggetto , rectius , di quel poveretto a cui di colpo viene dato ingiustificatamente un calcio nel sedere .

.
Da quel ho capito fin'ora anch'io dovrei tendere al tipo estroverso-sentimento e vi ringrazio, è tutto nuovo per me e molto interessante, quello che mi piacerebbe imparare è il superamento del complesso senza distruzione dell'oggetto ammesso sia possibile.
Più che dire con quali immagini carichiamo a molla il pensiero demolitore forse potrei dire cosa accade quando il malessere che inevitabilmente a un certo punto si manifesta, viene represso... Ma penso si possa ben immaginare.
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