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Vecchio 04-05-2011, 23.47.33   #1
Ray
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Predefinito Le parole della magia

Mi piacerebbe esplorare con voi le parole abitualmente connesse alla magia. Ho pensato che questo poteva essere un possibile approccio iniziale per capirci qualcosa di più... spesso nelle parole sono nascosti indizi dai quali si può intuire qualche principio.
E' un po' il metodo che aveva a suo tempo suggerito Uno con il tread sui materiali della magia... che spero prima o poi continuerà. In effetti anche li sono trattate alcune parole (filtro eccetera) che riproporrò. E' chiaro che questo metodo mi è venuto in mente perchè annaspo un po' nel buio e quindi spero nell'aiuto di tutti.


La prima parola che propongo è "formula". Si parla comunemente di formule magiche e credo di non sbagliare dicendo che la maggior parte delle persone le immagina grossomodo come ricette.

La parola formula significa letteralmente (ed etimologicamente) piccola forma. Pare che in magia la forma sia piuttosto importante... Formula suggerisce l'idea di una riproduzione in piccolo, della produzione di una forma che ricordi e in qualche modo si riconnetta ad un'altra, quella che si sta rappresentando e che, ovviamente, può anche essere un effetto che si vuole ottenere. Non credo però che questa sia una regola... una formula può anche rappresentare altro che un effetto da ottenere, magari un qualcosa che esiste e col quale si desidera stabilire un legame. Direi anche che il fatto di produrla stabilisce di per se un legame... quindi occorrerà porre attenzione al come la si produce.

Questo significato di rappresentazione connette la parola al suo significato matematico. In matematica (e in fisica e in chimica) una formula è qualcosa di un po' diverso da una ricetta... è una rappresentazione di una legge, un qualcosa che vale genericamente, è la forma in piccolo di un funzionamento. Chiaramente da essa si può trarre un metodo... ma la formula si applica per stabilire, di volta in volta, come quello specifico caso si manifesta all'interno della regola. Quindi la formula non è la ricetta per ottenere un effetto, ma la regola con cui quegli effetti si manifestano e la conoscenza di essa permette di vedere nello specifico le serie di possibili manifestazioni soggette a quella legge.

Pare che la matematica e la magia siano decisamente connesse...
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Vecchio 05-05-2011, 00.01.35   #2
Astral
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L'argomento mi interessa moltissimo e vorrei capirci anche di più, per cui spero non vi dispiaccia se farò un po' di domande da profano del campo.
Sulla formula hai detto tantissimo, provo a buttare qualcosa sulla ricetta. Se poi si fa confusione dimmi tu Ray, e ci diamo un ordine su come portare la discussione.

Distinguerei sicuramente da formula e ricetta. La prima l'hai descritta molto bene tu, è appunto legata alla matematica, geometria (teorema di Pitagora), chimica (quelle che compongono gli elementi) e molto altro...

La ricetta è un insieme di ingredienti: descrive le materie prime da utilizzare, la quantità di queste materie prime, per creare un composto che sia equilibrato all'intento scelto ( il tipo di prodotto che si vuole creare).
Di importanza fondamentale (almeno in cucina ed in pasticcieria) è l'ordine con cui occorre utilizzare gli ingredienti. Utilizzare prima uno, e poi un 'altro nell'ordine sbagliato può mandare all'aria tutto, oppure dare un risultato diverso.

Non solo ma poi gli ingredienti vanno lavorati sia con delle fonti, come il forno (fuoco), il frigo (l'acqua), fatti asciugare (aria) o conservati (terra).
La capacità dell'artigiano (mago) poi di lavorare queste materie è molto importante.

Molto spesso per ottenere un risultato elaborato, avrò bisogno di creare più procedimenti semplici che da soli servono a poco, ma che poi uniti tutti insieme mi danno il prodotto finale.
Spesso gli effetti del prodotto finale, si potranno verificare solo dopo.
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Vecchio 05-05-2011, 01.35.19   #3
Grey Owl
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La prima parola che propongo è "formula".
La formula è la definizione di un qualcosa. Ad esempio E=mc2 è la formula che definisce i legami dell'energia con la massa.

Ma la formula è anche l'espressione, si dice formulare per indicare una esternazione dal mondo delle idee al mondo manifesto. Come già detto è quindi un dare forma ad un qualcosa che ancora forma non ha.
Nelle formule magiche si enuncia una serie di vocaboli che sono la chiave o meglio il percorso formativo del desiderio. Le si ripetono più volte con accresciuta intensità in modo da caricare la formulazione.

La formula è la definizione in piccolo di un qualcosa di più grande, è il pezzetto di ologramma che contiene il disegno intero.
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Vecchio 10-05-2011, 00.19.15   #4
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La formula è la definizione di un qualcosa. Ad esempio E=mc2 è la formula che definisce i legami dell'energia con la massa.

Ma la formula è anche l'espressione, si dice formulare per indicare una esternazione dal mondo delle idee al mondo manifesto. Come già detto è quindi un dare forma ad un qualcosa che ancora forma non ha.
Nelle formule magiche si enuncia una serie di vocaboli che sono la chiave o meglio il percorso formativo del desiderio. Le si ripetono più volte con accresciuta intensità in modo da caricare la formulazione.

La formula è la definizione in piccolo di un qualcosa di più grande, è il pezzetto di ologramma che contiene il disegno intero.
Mi è piaciuta molto l'ultima frase del post, non avevo pensato all'ologramma, però mi pare contraddica un po' quello che dici prima.
Se la formula è un pezzo di ologramma come fa a dare forma a qualcosa che non ce l'ha?
Se è la ripetizione in piccolo (rappresentazione) di qualcosa che c'è in altro piano questo significa che nell'altro piano la forma c'è. Forse volevi dire che non ha forma qui dove c'è la formula, ma non si capisce bene.


PS: la prossima parola che proporrei è sortilegio... da quel che ho visto (solo studiando la parola) concetto ben più complesso di quel che può sembrare. Ma se c'è da dire ancora qualcosa sulla formula aspetto.
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Vecchio 10-05-2011, 01.11.38   #5
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Fare un sortilegio era/è un modificare la sorte di una persona. Il sortilegio è/era quindi un legare la sorte secondo un qual si voglia legame. In particolare il sortilegio permetteva di vedere nel destino di quella persona e da quella lettura compiere delle malie o fatture.

In generale il sortilegio crea un legame tra il richiedente e la persona colpita in genere chi fungeva da tramite evitava di trovarsi in mezzo.

Riguardo la forma, anche se non è ancora manifesta sul piano materiale, nel momento che viene pensata acquista una forma. Ancora, per quanto riguarda la formula, se viene impresso su di un vetro un disegno con la tecnica dell'ologramma, nel momento che lo riduco in frantumi ottengo tanti frammenti. In ogni frammento vi contenuto la forma completa del disegno originale.
Così è la formula (piccola forma), in essa è contenuto in piccolo il disegno originale.

Ultima modifica di Grey Owl : 10-05-2011 alle ore 01.14.09.
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Vecchio 14-05-2011, 00.09.26   #6
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Fare un sortilegio era/è un modificare la sorte di una persona. Il sortilegio è/era quindi un legare la sorte secondo un qual si voglia legame. In particolare il sortilegio permetteva di vedere nel destino di quella persona e da quella lettura compiere delle malie o fatture.

In generale il sortilegio crea un legame tra il richiedente e la persona colpita in genere chi fungeva da tramite evitava di trovarsi in mezzo.
Sortilegio è una parola secondo me abbastanza difficile da comprendere e che, però, è veicolo di concetti piuttosto utili a penetrare un po' questi argomenti a quanto pare ormai scomparsi nella loro reale portata.

La parola "sortilegium", di orgine medioevale, è un composto di sors/sortis (sorte) e legere, che vuol dire raccogliere, legare... sortilegio allo stesso modo di florilegio per intendersi.
Sorte, di orgine antichissima, è il nome d'azione di "serere", che significava allineare, disporre in serie.

Quindi, in qualche modo, la sorte è la serie o le serie di eventi che riguardano un determinato ambito... insomma le possibilità. Raccogliere, legare, queste serie è quindi bloccare/favorire alcune possibilità a discapito di altre. Ma a mio avviso, siccome per poterlo fare è prima necessario semplicemente disporre queste serie, vederle in qualche modo, il solo dipanare la matassa di una linea di possibilità è già sortilegio. Per altro a mio avviso il semplice dipanare è energizzare... modifica l'insieme favorendo ciò che dispongo, allineo, squaderno.
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Vecchio 14-05-2011, 00.23.50   #7
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Sortilegio è una parola secondo me abbastanza difficile da comprendere e che, però, è veicolo di concetti piuttosto utili a penetrare un po' questi argomenti a quanto pare ormai scomparsi nella loro reale portata.

La parola "sortilegium", di orgine medioevale, è un composto di sors/sortis (sorte) e legere, che vuol dire raccogliere, legare... sortilegio allo stesso modo di florilegio per intendersi.
Sorte, di orgine antichissima, è il nome d'azione di "serere", che significava allineare, disporre in serie.

Quindi, in qualche modo, la sorte è la serie o le serie di eventi che riguardano un determinato ambito... insomma le possibilità. Raccogliere, legare, queste serie è quindi bloccare/favorire alcune possibilità a discapito di altre. Ma a mio avviso, siccome per poterlo fare è prima necessario semplicemente disporre queste serie, vederle in qualche modo, il solo dipanare la matassa di una linea di possibilità è già sortilegio. Per altro a mio avviso il semplice dipanare è energizzare... modifica l'insieme favorendo ciò che dispongo, allineo, squaderno.
Bello...non conoscevo proprio l'origine della parola.
Mi fa venire in mente , lo dovrei avre letto qui in fourm, che anche la parola pozione ha un significato grossomodo vicino, tipo il potare delle piante, tagliando alcuni rami per favorirne altri.
QUindi subire un sortilegio significa che andremo, nostro malgrado , ad attirare tutta una serie di eventi collegati verso una certa direzione? O lameno questa è una mi ainterpretazione , che però assimila molto il sortilegio ad un incantesimo, spesso malefico, però da quello che dici in seguito c'è anche una dimensione, un aspetto "divinatorio", preveggente che non avevo considerato.
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Vecchio 15-05-2011, 16.24.01   #8
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Bello...non conoscevo proprio l'origine della parola.
Mi fa venire in mente , lo dovrei avre letto qui in fourm, che anche la parola pozione ha un significato grossomodo vicino, tipo il potare delle piante, tagliando alcuni rami per favorirne altri.
QUindi subire un sortilegio significa che andremo, nostro malgrado , ad attirare tutta una serie di eventi collegati verso una certa direzione? O lameno questa è una mi ainterpretazione , che però assimila molto il sortilegio ad un incantesimo, spesso malefico, però da quello che dici in seguito c'è anche una dimensione, un aspetto "divinatorio", preveggente che non avevo considerato.
Sortilegio, seguendo quanto detto da Ray, segue la sorte, la muta in modo tale che ti porti ad un determinato esito (come appunto dicevi Luke), invece l'incantesimo credo sia un creare qualcosa di illusorio (incanto) che finché c'è crea un velo di fronte a ciò che vedi/non vedi.
La formula credo serva sia per un caso che per l'altro, è un po' "una ricetta" eda seguire per il buon compimento.
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Vecchio 15-05-2011, 16.47.50   #9
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Sortilegio, seguendo quanto detto da Ray, segue la sorte, la muta in modo tale che ti porti ad un determinato esito (come appunto dicevi Luke), invece l'incantesimo credo sia un creare qualcosa di illusorio (incanto) che finché c'è crea un velo di fronte a ciò che vedi/non vedi.
La formula credo serva sia per un caso che per l'altro, è un po' "una ricetta" eda seguire per il buon compimento.
Sortilegio è un legare le sorti. Credo non si possa capire del tutto se non si considera il discorso che si faceva tempo fa sulle possibilità, le linee di realtà, il fatto che esistano tutte e che noi ci muoviamo su di esse, maniferstando una o l'altra. Il sortilegio dipana le sorti e ne lega alcune insieme... insomma agisce sulla struttura (il tappeto fatto di trame e orditi del discorso di cui sopra).

Incantesimo ci arriveremo... ma a occhio è un "cantare dentro" e, sempre ad occhio, avrà a che fare col canto delle sirene...
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Vecchio 15-05-2011, 17.41.44   #10
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Sortilegio è un legare le sorti. Credo non si possa capire del tutto se non si considera il discorso che si faceva tempo fa sulle possibilità, le linee di realtà, il fatto che esistano tutte e che noi ci muoviamo su di esse, maniferstando una o l'altra. Il sortilegio dipana le sorti e ne lega alcune insieme... insomma agisce sulla struttura (il tappeto fatto di trame e orditi del discorso di cui sopra).

Incantesimo ci arriveremo... ma a occhio è un "cantare dentro" e, sempre ad occhio, avrà a che fare col canto delle sirene...
Si credo di aver capito, il sortilegio ti "obbliga" a seguire una determinata scelta, come una strada con tante vie possibili da percorrere e svincoli, rotatorie, etc che viene evidenziata come un'unica via.
Insomma ti viene preclusa la possibilità di girare dove vuoi tu.

Canto delle sirene che incanta... mi fa pensare all'agire comandati , agire sotto incantesimo, non sei tu che governi il tuo operato
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Vecchio 17-05-2011, 00.50.17   #11
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Si credo di aver capito, il sortilegio ti "obbliga" a seguire una determinata scelta, come una strada con tante vie possibili da percorrere e svincoli, rotatorie, etc che viene evidenziata come un'unica via.
Insomma ti viene preclusa la possibilità di girare dove vuoi tu.
Io non ne sarei così sicuro, semmai mi viene più semplice pensare l'opposto... che ti impedisca una certa scelta, piuttosto che te ne obblighi un'altra. Ma non credo che possa escludere o imporre del tutto, penso che si "limiti" a modificare il peso delle sorti. Poi più uno è meccanico...
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Vecchio 17-05-2011, 10.20.34   #12
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Distinzione tra incantesimo e sortilegio.
Non sono la stessa cosa anche se agli occhi profano potrebbero sembrarlo e potrebbero dare risultati simili.

Il sortilegio agisce sull'ambiente, più precisamente sulla sorte, come avete detto possiamo sintetizzarlo (anche se è un pò più complesso) evidenziando o nascondendo una sorte o l'altra.
L'incantesimo agisce sul soggetto (anche se non è una persona), lo incanta e cerca di costringerlo a fare o non fare qualcosa.

Allo stato più puro e meno degenerato della Magia una pozione si usa per un incantesimo, (sinteticamente e razionalmente una sorta di catalizzatore ed aiuto per la fascinazione) anche se non è necessario , mentre per un sortilegio occorre un rituale. Ma oggi si usano pozioni (o qualcosa che dovrebbe assomigliargli) come parte dei rituali e si usano rituali troppo complessi per gli incantesimi.

C'è una distinzione anche tra incantesimo e fascinazione, sopra le ho accumunate per comodità, ma in realtà il primo è l'uso di tecniche (tra cui anche eventuali pozioni), ed è qualcosa che si può fare o no, con una certa efficacia, a seconda della costituzione psicofisica, costituzione che si può si cambiare ma solo molto lentamente. La fascinazione invece si fa in maniera più naturale, senza artifizi materiali, si può imparare con delle tecniche, è alla portata di tutti teoricamente, è meno efficace dell'incantesimo, può essere inconscia e comunque agisce solo su soggetti animati. Diciamo che la differenza principale è quest'ultima, il resto un pò può sfumare da una all'altro.

So di aver fatto un pò confuso le acque, ma l'argomento è molto vasto, queste sono due definizioni al volo solo per espandere il discorso ed impedirgli una deriva strana.
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Vecchio 17-05-2011, 12.59.39   #13
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Distinzione tra incantesimo e sortilegio.
Non sono la stessa cosa anche se agli occhi profano potrebbero sembrarlo e potrebbero dare risultati simili.

Il sortilegio agisce sull'ambiente, più precisamente sulla sorte, come avete detto possiamo sintetizzarlo (anche se è un pò più complesso) evidenziando o nascondendo una sorte o l'altra.
L'incantesimo agisce sul soggetto (anche se non è una persona), lo incanta e cerca di costringerlo a fare o non fare qualcosa.

Allo stato più puro e meno degenerato della Magia una pozione si usa per un incantesimo, (sinteticamente e razionalmente una sorta di catalizzatore ed aiuto per la fascinazione) anche se non è necessario , mentre per un sortilegio occorre un rituale. Ma oggi si usano pozioni (o qualcosa che dovrebbe assomigliargli) come parte dei rituali e si usano rituali troppo complessi per gli incantesimi.

C'è una distinzione anche tra incantesimo e fascinazione, sopra le ho accumunate per comodità, ma in realtà il primo è l'uso di tecniche (tra cui anche eventuali pozioni), ed è qualcosa che si può fare o no, con una certa efficacia, a seconda della costituzione psicofisica, costituzione che si può si cambiare ma solo molto lentamente. La fascinazione invece si fa in maniera più naturale, senza artifizi materiali, si può imparare con delle tecniche, è alla portata di tutti teoricamente, è meno efficace dell'incantesimo, può essere inconscia e comunque agisce solo su soggetti animati. Diciamo che la differenza principale è quest'ultima, il resto un pò può sfumare da una all'altro.

So di aver fatto un pò confuso le acque, ma l'argomento è molto vasto, queste sono due definizioni al volo solo per espandere il discorso ed impedirgli una deriva strana.
allora.. prendiamo una cosa per volta (testolina che gira con le stelline inotorno )

Il sortilegio muta, l'incantesimo vela..
voglio dire che il primo agisce sulla materia fisica (ora mi incarto) il secondo sul piano illusorio.
Forse ha ragione Ray, l'obbligo presuppone una forma di consapevolezza che non c'è in nessuno dei due casi.
E' giusto dire che il rito può essere un incantesimo o un sortilegio o è un'ulteriore distinzione?

Come dici la fascinazione è una cosa che viene "naturale" non ha bisogno di magheggi.
Per fare un esempio, l'imparare il linguaggio del corpo ed usarlo nella maniera giusta è fascinazione. Poi c'è chi è in grado di farlo senza imparare nulla..
Non parlo di fascino tipo ammiccamenti ed ancheggiare.
Il buttarsi indietro sulla sedia (cadendo sullo schienale) mentre uno ti parla è un chiaro segno, consciamente chi ti sta di fronte non lo percepisce, ma il suo essere si, se invece il tuo busto si porta verso di lui e le tue braccia si appoggiano alle ginocchia lui sarà più disponibile al dialogo.
La fascinazione si impara ai corsi per rappresentanti/venditori. Quelle full immersion che ti fanno diventare un "incantatore di serpenti"

Non ho capito perché hai voluto specificare che agisce solo sui soggetti animati.. cosa agisce sui soggetti non animati? E quando viene la necessità di modificare qualcosa di inanimato?
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Vecchio 17-05-2011, 16.09.02   #14
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Si prendiamo una cosa per volta

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Il sortilegio muta, l'incantesimo vela..
voglio dire che il primo agisce sulla materia fisica (ora mi incarto) il secondo sul piano illusorio.
Perchè? Come sei giunta a questa conclusione?
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Vecchio 18-05-2011, 12.36.06   #15
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Si prendiamo una cosa per volta



Perchè? Come sei giunta a questa conclusione?
Vediamo se riesco a spiegarlo..
Il sortilegio come si diceva lavora sulla sorte, modificandola e facendoti prendere delle strade diverse. (potrebbe essere anche una sola, effetto farfalla)
Per cui agisce sul tuo operato in modo da direzionare le tue scelte ma la tua mente rimane vigile ed attiva.
L'azione avviene nel momento in cui c'è quella determinata modifica da apportare perché la sorte sia come la vuole chi fa il sortilegio.
L'azione del sortilegio penso debba essere rinforzata da un oggetto materiale, che continui l'opera, non si può controllare l'operato del ricevente perennemente.

Mentre l'incantesimo invece mira a velare le tue percezioni.
Stavo pensando che ci fosse differenza tra il materiale oggettistico della sorte con le pozioni dell'incantesimo invece non c'è...
Nel primo caso l'oggetto può non essere a contatto con la "vittima" nel secondo caso credo che la pozione si debba bere, ma non è escluso che lo stesso oggetto (chessò un accendino) possa essere usato sia per un sortilegio che per un incantesimo.... incartata...
Comunque per proseguire, l'incantesimo credo serva a sbloccare determinate situazioni, come non è possibile doppare un'asino nemmeno è possibile far scoppiare un amore dal nulla..
Pertanto ritengo che serva a velare ciò che impedisce il compimento... l'atto che si vuole far compiere.

E qui mi incarto sicuro..
Le paure, i blocchi che portanto a rifiutare o accettare delle cose, ci influenzano nelle scelte o a non apprezzare una persona a causa del vissuto credo possano essere "messe da parte" velate per la precisione da questi gesti o azioni.
A livello più profondo (conoscenza più profonda) credo possano essere usate anche per mera manipolazione... ma qui mi fermo perché si finisce nel nero
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Vecchio 18-05-2011, 13.36.34   #16
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Mentre l'incantesimo invece mira a velare le tue percezioni.
Questo come lo ricavi?
Quella delle sorti non è precisa al 100% ma il concetto di fondo c'è, ma perchè dici questo dell'incantesimo?
Se me lo avessi detto della fascinazione ci poteva stare, non è giusto ma ci poteva stare come idea, ma per l'incantesimo non capisco come ti esce.
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Vecchio 20-05-2011, 12.34.02   #17
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Questo come lo ricavi?
Quella delle sorti non è precisa al 100% ma il concetto di fondo c'è, ma perchè dici questo dell'incantesimo?
Se me lo avessi detto della fascinazione ci poteva stare, non è giusto ma ci poteva stare come idea, ma per l'incantesimo non capisco come ti esce.
Incantesimo - incanto - illusione.

L'incantesimo non è sul piano materiale, si svolge su un piano.. come dire... etereo... non so se riesco a spiegare la mia idea.
(che è un'idea che se viene confutata ben venga )

La fascinazione avviene davanti all'altro, non è illusoria, la vedi tu che la fai, la percepisci. (anche se il fatto di vederla non ti da la certezza che sia reale... ma vado fuori).
Il saperla mettere in pratica o almeno sapere che esiste ti mette in una condizione di consapevolezza cosa che l'incantesimo non fa.
Anche se sai che esiste, non ti accorgi che sei sotto la sua influenza o qualcuno è sotto l'influenza del...

L'idea mi si è creata con il discorso incanto... t'incanta, ti imbambola.
L'incantesimo è un po' una condizione come l'innamoramento, solo che è creato invece che spontaneo...

Sono fuori strada completa?
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Vecchio 30-05-2011, 13.06.53   #18
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Era interessante questo 3d....

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Vecchio 30-05-2011, 13.09.02   #19
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Era interessante questo 3d....

Lo è ancora...


Tranquilla, appena posso continuo a fare a fettine altre parole e ci ragioniamo su.
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Vecchio 30-05-2011, 13.44.59   #20
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Intanto che Ray ci ragiona, avevo scritto qualcosa sopra per quanto riguarda la ricetta
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Vecchio 01-06-2011, 19.28.22   #21
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Distinzione tra incantesimo e sortilegio.
Non sono la stessa cosa anche se agli occhi profano potrebbero sembrarlo e potrebbero dare risultati simili.

Il sortilegio agisce sull'ambiente, più precisamente sulla sorte, come avete detto possiamo sintetizzarlo (anche se è un pò più complesso) evidenziando o nascondendo una sorte o l'altra.
L'incantesimo agisce sul soggetto (anche se non è una persona), lo incanta e cerca di costringerlo a fare o non fare qualcosa.
Mi piacerebbe capire meglio.

Incantesimo è l'effetto di incantare, che è cantare "dentro". In latino il verbo cantare vuol dire sia appunto cantare che proprio pronunciare una magia, un qualcosa di sacro. Questo perchè da una parte l'incantesimo ha a che fare con il canto e quindi ritmo, suono, modulazione ecc ecc, tutta roba indispensabile e senza la quale il solo contenuto delle parole diventa vano, e dall'altra perchè cantare aveva a che fare sempre con qualcosa di sacro e/o magico, riservato agli "iniziati" all'arte.

Questo secondo me fornisce qualche indizio sul perchè l'incantesimo agisce solo sui viventi e non sull'ambiente. Dato che è "cantato", si presume da un umano, il canto stesso è veicolo dell'informazione che viaggia dall'emittente al ricevente, quindi parte già con una vibrazione umana e con una vibrazione umana entra in risonanza.
Avete presente quando sentite una musichetta e questa vi resta in testa? E' come se continuasse a suonare dentro di noi... come se risuonasse nel nostro ambiente. Ritengo che l'incantesimo funzioni così (non che si senta qualcosa in termini uditivi)... una "musica" viene indotta in una struttura che è in grado di accoglierla e risuona in essa influenzandola. Una musica vibrazionale... l'informazione di cui parlavo.
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Vecchio 01-06-2011, 20.57.12   #22
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Mi piacerebbe capire meglio.

Incantesimo è l'effetto di incantare, che è cantare "dentro". In latino il verbo cantare vuol dire sia appunto cantare che proprio pronunciare una magia, un qualcosa di sacro. Questo perchè da una parte l'incantesimo ha a che fare con il canto e quindi ritmo, suono, modulazione ecc ecc, tutta roba indispensabile e senza la quale il solo contenuto delle parole diventa vano, e dall'altra perchè cantare aveva a che fare sempre con qualcosa di sacro e/o magico, riservato agli "iniziati" all'arte.

Questo secondo me fornisce qualche indizio sul perchè l'incantesimo agisce solo sui viventi e non sull'ambiente. Dato che è "cantato", si presume da un umano, il canto stesso è veicolo dell'informazione che viaggia dall'emittente al ricevente, quindi parte già con una vibrazione umana e con una vibrazione umana entra in risonanza.
Avete presente quando sentite una musichetta e questa vi resta in testa? E' come se continuasse a suonare dentro di noi... come se risuonasse nel nostro ambiente. Ritengo che l'incantesimo funzioni così (non che si senta qualcosa in termini uditivi)... una "musica" viene indotta in una struttura che è in grado di accoglierla e risuona in essa influenzandola. Una musica vibrazionale... l'informazione di cui parlavo.
Mi sa che non è poi così chiaro quello che ho scritto sopra anche se rileggendo... per esempio non ho detto che l'incantesimo agisce solo sui viventi, ho scritto: sul soggetto anche se non è una persona.
Attraverso il suono, dentro il canto (magari vedremo poi questo dentro) si agisce sul soggetto che deve direttamente fare o non fare qualcosa. Nel sortilegio invece lasci perdere il soggetto e agisci sulla sorte ovvero in un certo senso tutto quello che c'è intorno al soggetto.

Esempio molto semplice e concreto. Se volessimo far colpire un lampione da un sasso. Con un incanto dovremmo agire sul sasso, cioè l'oggetto/soggetto che agisce (e che potrebbe essere una persona), essendo un in-canto, abbiamo forti indizi sul tipo di agire. Qualcosa derivato dalle vibrazioni che poi può dare origine a diversi tipi di dinamiche.

Con un sortilegio invece dovremmo agire su tutto meno che sul sasso. Potrebbe essere spostare il lampione, far passare un'auto dove il sasso rimbalzando può... etc...
In pratica regoliamo le leggi e le leggiamo (legio) nell'ambiente, o meglio le rimescoliamo e le tiriamo (sortire) fuori come più ci fanno comodo per far percorrere una certa strada al soggetto/oggetto del nostro lavoro.

Spero che così sia un pò più chiara la distinzione.
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Vecchio 02-06-2011, 11.25.12   #23
Telemaco
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Scusate se mi intrometto.
Non capisco se tutta questa discussione consiste in una dissertazione puramente letteraria sul significato delle parole inerenti la magia o se voi credete veramente nella magia e state cercando di svelarne i contenuti nelle sue varie sfumature.
Nel primo caso, tolgo subito il disturbo, in quanto non sono interessato ad astrazioni letterarie.
Nel secondo caso, non credendo io nella magia, mi piacerebbe sapere se , oltre al “credere” nella magia per averne sentito parlare, avete mai concretamente sperimentato, come soggetti attivi o soggetti passivi o come testimoni, ad eventi “magici”.
Secondo me, il confine tra evento magico ed evento spiegabile , sia esso un presunto sortilegio, incantesimo o altro, è determinato dalla quantità di informazioni possedute…
Questo secondo me è più importante da capire, che le pure definizioni.
Un saluto a tutti.
Telemaco non è connesso  
Vecchio 02-06-2011, 12.12.45   #24
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Posso parlare solo per me Telemaco, gli altri risponderanno per se.
Parlo solo di due cose, di quello in cui credo (ed in questo lo specifico) e quello che conosco per esperienza diretta o indiretta.

In un certo senso siamo pure d'accordo, qualsiasi cosa è spiegabile se hai sufficienti informazioni.... ma anche un sistema in grado di contenerle ed elaborarle. Anche nella comune vita di tutti i giorni capita molto spesso di fare qualcosa di cui si sa molto ma molto poco.
Prendi il respirare. Dimmi quanti conoscono effettivamente solo tutto quello che accade fisiologicamente e chimicamente già appurato dalla moderna scienza?
Però tutti sanno che se non respirano muoiono, tutti sanno che se si affaticano gli viene il fiatone etc....
Diciamo alle mamme di non parlare di queste cose ai bambini perchè comunque c'è molto altro dietro?

Stiamo andando fuori tema, ma ho fatto volentieri una piccola deviazione purchè non sia troppo prolungata, in quel caso possiamo aprire un discorso apposito
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Vecchio 02-06-2011, 21.03.39   #25
Ray
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Per me che ho aperto il tread, e quindi si presume interesse per l'argomento, non si tratta certo di una dissterazione letteraria fine a se stessa, ma l'utilizzo dello studio delle parole per tentare di capire meglio possibile i concetti che dietro ad esse stanno. Qui per me non si pone proprio il problema di credere o non credere in questo o in quello nè delle personali esperienze che possono essere riportate da chicchessia. suggerisco quindi di aprire un apposito tread se questi argomenti interessano.
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