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Vecchio 03-07-2008, 17.57.04   #1
RedWitch
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Predefinito E se sparisce l'eroe?

Sto seguendo in tv un telefilm, iniziato da poco tempo, con una trama davvero intricata e di cui per il momento si capisce ben poco, ma che ruota intorno al rapimento di una donna, la moglie di un facoltoso senatore. Il personaggio principale, "l'eroe" e' naturalmente un poliziotto, un misto tra superman e risolvotuttoio , che ama spasmodicamente il proprio lavoro e che fin dalla prima puntata sembra risolvera' brillantemente il caso, nonostante le mille difficolta' che si trovera' di fronte.

Invece a poche puntate dall'inizio del telefilm, muore colpito da uno dei killer che tengono prigioniera la donna rapita di cui sopra. Uno di quei colpi di scena che non ci si aspetterebbe, ma soprattutto... ora che e' sparito di scena l'eroe.. come puo' andare avanti la storia? Quello che intendo e' che in ogni storia che si rispetti, c'e' il buono, c'e' il cattivo l'eterna lotta tra bene e male che torna, ma se manca una delle parti?

Naturalmente nel telefilm il poliziotto, viene immediatamente sostituito da un poliziotto ancora piu' super del primo, uno che con poche telefonate puo' avere qualunque fuga di notizia e che fa scomparire l'altro messi a confronto. Lo spettatore pero' rimane un momento interdetto.. ma come? Non sara' il "mio poliziotto" a risolvere tutto ma questo qui? e chi e'?

Insomma avevo preso come riferimento , come eroe nonche' protagonista quel poliziotto, che naturalmente a questo punto non era affatto protagonista ne' eroe... a volte succede anche nella vita, prendiamo come riferimento una persona, la vestiamo da eroe e quando ci accorgiamo che non e' superman il riferimento vacilla, e con lui tutte le presunte nostre sicurezze....

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Vecchio 03-07-2008, 18.31.56   #2
nikelise
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Sto seguendo in tv un telefilm, iniziato da poco tempo, con una trama davvero intricata e di cui per il momento si capisce ben poco, ma che ruota intorno al rapimento di una donna, la moglie di un facoltoso senatore. Il personaggio principale, "l'eroe" e' naturalmente un poliziotto, un misto tra superman e risolvotuttoio , che ama spasmodicamente il proprio lavoro e che fin dalla prima puntata sembra risolvera' brillantemente il caso, nonostante le mille difficolta' che si trovera' di fronte.

Invece a poche puntate dall'inizio del telefilm, muore colpito da uno dei killer che tengono prigioniera la donna rapita di cui sopra. Uno di quei colpi di scena che non ci si aspetterebbe, ma soprattutto... ora che e' sparito di scena l'eroe.. come puo' andare avanti la storia? Quello che intendo e' che in ogni storia che si rispetti, c'e' il buono, c'e' il cattivo l'eterna lotta tra bene e male che torna, ma se manca una delle parti?

Naturalmente nel telefilm il poliziotto, viene immediatamente sostituito da un poliziotto ancora piu' super del primo, uno che con poche telefonate puo' avere qualunque fuga di notizia e che fa scomparire l'altro messi a confronto. Lo spettatore pero' rimane un momento interdetto.. ma come? Non sara' il "mio poliziotto" a risolvere tutto ma questo qui? e chi e'?

Insomma avevo preso come riferimento , come eroe nonche' protagonista quel poliziotto, che naturalmente a questo punto non era affatto protagonista ne' eroe... a volte succede anche nella vita, prendiamo come riferimento una persona, la vestiamo da eroe e quando ci accorgiamo che non e' superman il riferimento vacilla, e con lui tutte le presunte nostre sicurezze....

Ti ricordi il 3D la musica nel cuore laddove parlavamo degli archetipi che si rinvengono nei films che ti colpiscono ?
Ritorna il discorso , con la variante che hai introdotto .
L'archetipo dell'eroe espresso nel personaggio -simbolo poliziotto e' sempre lo stesso , devi solo sostituire un simbolo con altro simbolo .
O forse no si tratta di simboli diversi.
Anche l'eroe che muore che si immola ,che soggiace al destino, superiore persino alla volonta' Degli Dei , come accade per Ettore , l'eroe troiano sconfitto da Achille , e' un archetipo da studiare , da osservare .
E' interessante la morte di Ettore perche' avviene quando , deciso dalle Moire il suo destino , perde l'appoggio di Apollo ( mi pare sia questo il dio devo ricontrollare) e da quel momento mentre e' inseguito da Achille perde la sicurezza della sua corsa rallenta viene raggiunto e ucciso dal rivale .
Ma Apollo (o il dio che lo appoggia) altro non e' che la parte migliore di Ettore, espressa a sua volta in simbolo sicche' ne deriva che cio' che ci accade di male o di bene proviene dalla conservazione o meno delle nostre migliori qualita' .
Il problema pero' e': perdiamo le nostre qualita' migliori perche' l'evento che deve accadere e' gia' scritto che accada o l'evento e' determinato dalla perdita delle nostre migliori qualita' sicche' siamo noi a determinare l'evento .
Si ritorna al libero arbitrio o meno .
Ma con la variante psicologica quella della conservazione delle nostre qualita' espressa nell'episodio dell'Iliade.
Sara' OFF spero di no: il poliziotto morto ammazzato e' a mio parere anch'esso un importante simbolo archetipico da osservare.

Ultima modifica di Uno : 03-07-2008 alle ore 19.45.31. Motivo: modifica
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Vecchio 03-07-2008, 19.03.15   #3
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Sto seguendo in tv un telefilm, iniziato da poco tempo, con una trama davvero intricata e di cui per il momento si capisce ben poco, ma che ruota intorno al rapimento di una donna, la moglie di un facoltoso senatore. Il personaggio principale, "l'eroe" e' naturalmente un poliziotto, un misto tra superman e risolvotuttoio , che ama spasmodicamente il proprio lavoro e che fin dalla prima puntata sembra risolvera' brillantemente il caso, nonostante le mille difficolta' che si trovera' di fronte.

Invece a poche puntate dall'inizio del telefilm, muore colpito da uno dei killer che tengono prigioniera la donna rapita di cui sopra. Uno di quei colpi di scena che non ci si aspetterebbe, ma soprattutto... ora che e' sparito di scena l'eroe.. come puo' andare avanti la storia? Quello che intendo e' che in ogni storia che si rispetti, c'e' il buono, c'e' il cattivo l'eterna lotta tra bene e male che torna, ma se manca una delle parti?

Naturalmente nel telefilm il poliziotto, viene immediatamente sostituito da un poliziotto ancora piu' super del primo, uno che con poche telefonate puo' avere qualunque fuga di notizia e che fa scomparire l'altro messi a confronto. Lo spettatore pero' rimane un momento interdetto.. ma come? Non sara' il "mio poliziotto" a risolvere tutto ma questo qui? e chi e'?

Insomma avevo preso come riferimento , come eroe nonche' protagonista quel poliziotto, che naturalmente a questo punto non era affatto protagonista ne' eroe... a volte succede anche nella vita, prendiamo come riferimento una persona, la vestiamo da eroe e quando ci accorgiamo che non e' superman il riferimento vacilla, e con lui tutte le presunte nostre sicurezze....

ahah come ti capisco Red si si il mio poliziotto il mio eroe, mi ero anche affezionata lo avevo messo sul piedistallo gli avevo concesso il mio sentimento e lui che fa? muore? no no non si può e l'altro che fa vuole emulare il primo? figurati mi sta già antipatico senza averlo visto, anche se è più ficone dell'altro.
(Che poi di solito quando spariscono o sono morti oppure non hanno accettato il compenso e quindi li sostituiscono.)

Mi fai venire in mente con questo discorso ciò che avviene anche nella vita, ci creiamo uno stereotipo e guai a Dio a chi si scosta da quello non lo accettiamo, non può essere ne meno ne di più deve essere quello il mio eroe senza macchia... e se si macchia mica lo candeggio mi cade dal piedistallo e si rompe tutto e lo butto in pattumiera.

A parte che poi stare vicino ad un super eroe è pericoloso lo dicono anche superman e l'uomo ragno.
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Vecchio 03-07-2008, 21.27.16   #4
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Io la vedo in un'altra maniera, e cioè che chiunque può venire rimpiazzato e che nessuno è indispensabile.
Mi è successa una volta una cosa del genere, sul posto di lavoro.
Era un periodo di intenso lavoro, e tutti mi dicevano: "cosa faremmo senza di te..." "sei insostituibile...." ecc.ecc.
Poi ho dovuto assentarmi per più di un anno di aspettativa per motivi personali-familiari, ebbene, ce l'hanno fatta benissimo, hanno messo un'altra persona al mio posto e tutto è filato liscio....
Lo so, è giusto che sia così, ma mi sono sentita un groppo in gola quando al rientro ho dovuto pian pianino riacquistare il ruolo perduto....
Certo qui non si parla di eroi, ma di fatti che accadono nella vita....

Un'altra cosa è quando noi attribuiamo a una persona il ruolo di eroe e poi sparisce di scena... ci restiamo male e non vogliamo nessun altro che quello, è come se insieme a lui se ne fosse andato un pezzettino di noi che riponevamo in lui le nostre aspettative e la nostra fiducia, ci si sente traditi.

Il mito di Ettore sta a indicare che comunque l'eroe non se ne è andato invano, con la sua morte è come se avesse fermato il tempo nella sua giovinezza e nel suo vigore, sacrificati alla causa maggiore e quindi diventa un mito....

Ma per lo spettatore/spettatrice che si era affezionata al personaggio e non al mito da lui raffigurato, comunque rimane una delusione...
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Vecchio 03-07-2008, 22.21.16   #5
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Io non l'ho ancora digerita la morte del "mio" super polizziotto" e come dice bene Gri il sostituto m'è antipatico per principio senza contare che il primo aveva addosso un pò l'aria del cel'hannotutticonmemaio resisto mentre questo nuovo selatiraunacifra
Però è vero, ho passato giorni a convincermi che facesse finta d'essere morto per sgominare l'intrigo ma quando ho visto "l'usurpatore" per le due puntate successive e la ex moglie del morto riconoscere il cadavere mi sono arresa..ma RIOVOGLIO IL MIO EROE!
C'è una sorta d'ingiustizia in questo, un compito non concluso, ed è verissimo come dice Stella che nella vita è così ma..uffa...
Mi vien da pensare un'altra cosa.
Quando muore l'eroe è un dramma, ma quando ti muore quello che in letteratura definiscono l'antieroe è pure peggio. Il primo poliziotto, correggetemi se sbaglio, aveva una vita personale fallimentare, la vita lavorativa incrinata da un gravissimo incidente,la psiche turbata dai sensi di colpa per la morte del suo precedente ostaggio da salvare e i colleghi restii ad aiutarlo. Tutti tranne un paio che gli dimostrano fedeltà cieca..eh bon..che c'ha da fà il secondo? Tutto fighissimo, ai vertici del potere, amicizie in ogni dove, amori in ogni angolo..eccheppizza...ridatemi il mio eroe....sigh
Forse straparlo ma più che Ettore a me il primo poliziotto ricorda più Ulisse..anzi..magari un altro eroe un pochino più sfigato ancora...non so. Volendo finire di straparlare direi che su questo concetto di antieroe secondo me si può anche capire il super successo di quel medico sciancato super strrrrrrrrrrrr....ambo
Grazie Red, mi sentivo un pò siocca ad essermela presa per la morte di un personaggio finto ma vedo che sopno in buona compagnia dai che magari risuscita...
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Vecchio 04-07-2008, 01.14.17   #6
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Forse straparlo ma più che Ettore a me il primo poliziotto ricorda più Ulisse..anzi..magari un altro eroe un pochino più sfigato ancora...
Uhm... più sfigato ancora? Vediamo... Giove? Thor? na cosa così...
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Vecchio 04-07-2008, 09.28.50   #7
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Questa discussione sugli eroi però cela molto da scoprire credo, mi sono interrogata anche sulla frase che sento spessissimo ultimamente e cioè che i ragazzi moderni non hanno eroi, o meglio, non hanno eroi positivi.
Bisognerebbe capirsi sui termini.
Per me un eroe negativo è un cattivo, mentre un antieroe è un personaggio che mostra tutte le sue debolezze e i suoi difetti e nonostante queste, o per mezzo di queste, assolve al suo compito.
Come si fà ad assumere come eroe un cattivo?
E che cosa rappresenta in fondo l'eroe se non il nostro moto più profondo di Cercare?
Ma forse ci sono tipologie diverse di eroi, l'eroe che è tale nella sua ricerca (Ulisse) e l'eroe che è tale nella battaglia (Ettore) e l'eroe che si esprime nella difesa, di persone o cose o principi (nebbia col nome...aiutami Nike mi ci vuole un pò prima di riprendere bene i nomi e i personaggi, son così tanti)
Insomma, ci sono eroi che "possono" morire e altri che se muoiono ci lasciano in uno stato di smarrimento, dipende da quali sono gli archetipi che ci lavorano dentro?
Che ne pensate?
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Vecchio 04-07-2008, 10.15.20   #8
RedWitch
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............
Insomma, ci sono eroi che "possono" morire e altri che se muoiono ci lasciano in uno stato di smarrimento, dipende da quali sono gli archetipi che ci lavorano dentro?
Che ne pensate?
Mi avete dato tutti degli spunti su cui vedere qualcosa in più di quanto non vedessi prima su questa cosa dell' "eroe" .. in realtà ho un po' barato, nel senso che sono partita dal discorso del telefilm perchè vedendolo mi è tornata in mente una cosa che riguarda mio padre e che vorrei risolvere.. è interessante quello che dici Daf sugli eroi che "possono e non possono morire". Da bambina mio padre rappresentava per me il mio unico grande eroe, con lui mi sentivo protetta, al sicuro e... quasi da vergognarsi a dirlo , ma, io credevo che mio padre fosse immortale ed invincibile. Ne ero proprio convinta. Poi non ricordo come e quando, (forse la prima volta che ho avuto a che fare con la morte di una parente, ma non sono certa), mi sono accorta che mio padre non era nè invincibile , nè immortale. Ed è stato un colpo forte, capire che nemmeno lui mi avrebbe potuta proteggere da certe cose che nella vita sono inevitabili. Su questa cosa ricordo bene anche di averci fatto un tema a scuola.
Credo di non avergli perdonato il fatto di essere un.. uomo comune o comunque di non essere "l'eroe eterno" che vedevo. Nel momento in cui l'ho capito si è come rotto qualcosa, è come se in un certo senso fosse "morto" anche mio padre insieme all'eroe.
Da quel momento ho avuto sempre molta paura di perderlo, paure irrazionali e senza motivo che lui potesse morire davvero... se ritardava il rientro a casa, se faceva tardi e non avvertiva il terrore che gli fosse successo qualcosa di terribile mi sommergeva e non mi calmavo finchè non lo vedevo rientrare a casa. E in tutto questo ero solo una bambina.


Credo che gli archetipi che lavorano in noi c'entrino profondamente con il discorso, non so se sia per questo che ci sono eroi che se si immolano e muoiono solo allora possano essere considerati eroi e se il beniamino di un telefilm (per quanto "sfigato" e antieroe) muore ci lasci interdetti, come se di un colpo il riferimento venisse a mancare.., ma di sicuro l'idea che ci facciamo in qualche modo si cristallizza e se non abbiamo il tempo di metabolizzare la morte, il lutto (che sia reale o fittizio) rimane come un vuoto che poi andrà in qualche modo riempito..

Scusate se ho usato il thread per motivi personali
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Vecchio 04-07-2008, 10.22.50   #9
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Banalmente c'è anche da dire che ci identifichiamo nell'eroe di turno, classico o noir che sia. E se muore... beh, dopo la sberla tocca disidentificarsi e da fastidio. Se poi ci danno subito qualcosa di meglio di prima, facciamo un po' di resistenza ma poi ci lasciamo andare di nuovo, se invece non ce lo danno... allora si che ci incavoliamo... e io adesso dove mi metto?
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Vecchio 04-07-2008, 10.38.42   #10
griselda
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Ma gli eroi non sono svestiti tutti sfigatelli? uomo ragno, superman, thor poi succede loro qualcosa che li rende potenti e questi mettono il loro potere al servizio degli altri mai di se stessi.
L'anti eroe è quello che fa le stesse cose solo che talmente incattivito dalla vita che le mette al proprio servizio mi pare chiuso verso tutto e tutti, ha una sorta di rivalsa odia tutti.
E' un po' la storia del bene e del male, mi ricoda anche le due vie sinistra e destra.
Un po' come il poliziotto e il deliquente.

E' interessante vedere come le persone anche avendo vissuto delle problematiche simili o quasi scelgono di andare da una parte o dall'altra.
In ogni caso l'eroe lo identifichiamo in quello che agisce per il bene di tutti ma l'altro fa le stesse cose solo che non le fa per noi e allora è cattivo? ( provocazione)

In ogni caso per fare quello che fanno ci vuole davvero molta forza altrimenti si è comuni mortali.

Un giorno vidi un film mi sembra fosse le crociate in cui un pesonaggio che era traditore, violento insomma il cattivo più cattivo, una volta preso e messo nelle segrete disse: è la mia natura! Anche quando il re gli fece baciare le ferite della lebbra lui non la prese, come se il seguire la propria natura fino in fondo fosse quello che spetta all'uomo, qualunque essa sia. Questa cosa mi ha lasciato esterefatta.

Per quando riguarda Ettore quando è morto si immolato per gli altri non ero mica tanto contenta eh? Enno chi avrebbe protetto gli altri ora?
Questo mi fa pensare che ho bisogno di eroei perchè quello dentro di me lo vedo come un anti eroe?
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Ultima modifica di griselda : 04-07-2008 alle ore 10.39.55. Motivo: non ho ancora letto gli altri sopra
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Vecchio 04-07-2008, 10.48.32   #11
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Mi avete dato tutti degli spunti su cui vedere qualcosa in più di quanto non vedessi prima su questa cosa dell' "eroe" .. in realtà ho un po' barato, nel senso che sono partita dal discorso del telefilm perchè vedendolo mi è tornata in mente una cosa che riguarda mio padre e che vorrei risolvere.. è interessante quello che dici Daf sugli eroi che "possono e non possono morire". Da bambina mio padre rappresentava per me il mio unico grande eroe, con lui mi sentivo protetta, al sicuro e... quasi da vergognarsi a dirlo , ma, io credevo che mio padre fosse immortale ed invincibile. Ne ero proprio convinta. Poi non ricordo come e quando, (forse la prima volta che ho avuto a che fare con la morte di una parente, ma non sono certa), mi sono accorta che mio padre non era nè invincibile , nè immortale. Ed è stato un colpo forte, capire che nemmeno lui mi avrebbe potuta proteggere da certe cose che nella vita sono inevitabili. Su questa cosa ricordo bene anche di averci fatto un tema a scuola.
Credo di non avergli perdonato il fatto di essere un.. uomo comune o comunque di non essere "l'eroe eterno" che vedevo. Nel momento in cui l'ho capito si è come rotto qualcosa, è come se in un certo senso fosse "morto" anche mio padre insieme all'eroe.
Da quel momento ho avuto sempre molta paura di perderlo, paure irrazionali e senza motivo che lui potesse morire davvero... se ritardava il rientro a casa, se faceva tardi e non avvertiva il terrore che gli fosse successo qualcosa di terribile mi sommergeva e non mi calmavo finchè non lo vedevo rientrare a casa. E in tutto questo ero solo una bambina.


Credo che gli archetipi che lavorano in noi c'entrino profondamente con il discorso, non so se sia per questo che ci sono eroi che se si immolano e muoiono solo allora possano essere considerati eroi e se il beniamino di un telefilm (per quanto "sfigato" e antieroe) muore ci lasci interdetti, come se di un colpo il riferimento venisse a mancare.., ma di sicuro l'idea che ci facciamo in qualche modo si cristallizza e se non abbiamo il tempo di metabolizzare la morte, il lutto (che sia reale o fittizio) rimane come un vuoto che poi andrà in qualche modo riempito..

Scusate se ho usato il thread per motivi personali
scusarti Red? se tu ti scusi per questo io mi devo fare Venezia Napoli con le ginocchia

Io invece credevo che mio padre fosse un genio, per quanto poco tempo abbiamo passato assieme, un genio nel lavoro e nella matematica.
Lo dicevano anche gli altri che aveva fiuto per gli affari e mi alzavo di 10 cm quando diceva che io ero la più sveglia di tutti in casa.
Cadere da così in alto può fare tanto male in un certo senso riesco ad immaginare come ti sei sentita, anche se io non ho mai avuto paura che morisse. (eh chissà, forse per me i miei genitori sono ancora immortali..mah)

Sono qui che cerco di trovare un eroe in cui mi sono identioficata ma mi vengono in mente solo principesse in difficoltà..insomma mi sà tanto che io sono ancora in cima alla torre ad aspettare che il mio eroe arrivi. Forse per questo ci son rimasta così male a veder morire il polizziotto
Tra tutti comunque il mio preferito resta Superman che nella vita è un pò sfigatello...
Identificarsi in un eroe può non essere utile ma non è che se riusciamo a vedere cosa ci proiettiamo su, e soprattutto, cosa di noi ci rimanda, possiamo fare un gran lavoro?
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Vecchio 04-07-2008, 10.54.39   #12
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Ma gli eroi non sono svestiti tutti sfigatelli? uomo ragno, superman, thor poi succede loro qualcosa che li rende potenti e questi mettono il loro potere al servizio degli altri mai di se stessi.
L'anti eroe è quello che fa le stesse cose solo che talmente incattivito dalla vita che le mette al proprio servizio mi pare chiuso verso tutto e tutti, ha una sorta di rivalsa odia tutti.
E' un po' la storia del bene e del male, mi ricoda anche le due vie sinistra e destra.
Un po' come il poliziotto e il deliquente.

E' interessante vedere come le persone anche avendo vissuto delle problematiche simili o quasi scelgono di andare da una parte o dall'altra.
In ogni caso l'eroe lo identifichiamo in quello che agisce per il bene di tutti ma l'altro fa le stesse cose solo che non le fa per noi e allora è cattivo? ( provocazione)

In ogni caso per fare quello che fanno ci vuole davvero molta forza altrimenti si è comuni mortali.

Un giorno vidi un film mi sembra fosse le crociate in cui un pesonaggio che era traditore, violento insomma il cattivo più cattivo, una volta preso e messo nelle segrete disse: è la mia natura! Anche quando il re gli fece baciare le ferite della lebbra lui non la prese, come se il seguire la propria natura fino in fondo fosse quello che spetta all'uomo, qualunque essa sia. Questa cosa mi ha lasciato esterefatta.

Per quando riguarda Ettore quando è morto si immolato per gli altri non ero mica tanto contenta eh? Enno chi avrebbe protetto gli altri ora?
Questo mi fa pensare che ho bisogno di eroei perchè quello dentro di me lo vedo come un anti eroe?
Beato quel paese che non ha bisogno di......santi ed eroi....
ma un eroe che muore mette a posto le cose.
Sperare nell'eroe e' come cercare una scorciatoia mentre l'unica strada e' la fatica , l'eroismo del quotidiano....ma poi se si ha pazienza arriva il premio.
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Vecchio 04-07-2008, 11.22.02   #13
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Ma gli eroi non sono svestiti tutti sfigatelli? uomo ragno, superman, thor poi succede loro qualcosa che li rende potenti e questi mettono il loro potere al servizio degli altri mai di se stessi.
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Tra tutti comunque il mio preferito resta Superman che nella vita è un pò sfigatello...
E se L'Eroe incarnasse l'Uomo completo?
Lo sfigatello e l'altro lato della medaglia, a seconda delle situazioni, si pone come deve... una parte non esclude l'altra, ma si integrano. Il povero diavolo e l'Individuo...

E poi, a voi sta più simpatico Paperino (che si trasforma in Paperinik ) o quel fortunello di Gastone?

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Beato quel paese che non ha bisogno di......santi ed eroi....
ma un eroe che muore mette a posto le cose.
Sperare nell'eroe e' come cercare una scorciatoia mentre l'unica strada e' la fatica , l'eroismo del quotidiano....ma poi se si ha pazienza arriva il premio.
Io non sono d'accordo Nike, cioè è vero che l'unica strada è la fatica, ma in fondo se l'Eroe incarna l'esempio da seguire non ci vedo nulla di male.. il rischio è quello di idealizzare e questo secondo me non va bene, ma se si ha un modello da seguire, una guida che ci mostra la strada (non che la fa per noi ma che ci mostra e ci insegna a camminare) non si sta sperando che l'eroe faccia al posto nostro.

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Vecchio 04-07-2008, 11.24.47   #14
griselda
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Mi avete dato tutti degli spunti su cui vedere qualcosa in più di quanto non vedessi prima su questa cosa dell' "eroe" .. in realtà ho un po' barato, nel senso che sono partita dal discorso del telefilm perchè vedendolo mi è tornata in mente una cosa che riguarda mio padre e che vorrei risolvere.. è interessante quello che dici Daf sugli eroi che "possono e non possono morire". Da bambina mio padre rappresentava per me il mio unico grande eroe, con lui mi sentivo protetta, al sicuro e... quasi da vergognarsi a dirlo , ma, io credevo che mio padre fosse immortale ed invincibile. Ne ero proprio convinta. Poi non ricordo come e quando, (forse la prima volta che ho avuto a che fare con la morte di una parente, ma non sono certa), mi sono accorta che mio padre non era nè invincibile , nè immortale. Ed è stato un colpo forte, capire che nemmeno lui mi avrebbe potuta proteggere da certe cose che nella vita sono inevitabili. Su questa cosa ricordo bene anche di averci fatto un tema a scuola.
Credo di non avergli perdonato il fatto di essere un.. uomo comune o comunque di non essere "l'eroe eterno" che vedevo. Nel momento in cui l'ho capito si è come rotto qualcosa, è come se in un certo senso fosse "morto" anche mio padre insieme all'eroe.
Da quel momento ho avuto sempre molta paura di perderlo, paure irrazionali e senza motivo che lui potesse morire davvero... se ritardava il rientro a casa, se faceva tardi e non avvertiva il terrore che gli fosse successo qualcosa di terribile mi sommergeva e non mi calmavo finchè non lo vedevo rientrare a casa. E in tutto questo ero solo una bambina.


Credo che gli archetipi che lavorano in noi c'entrino profondamente con il discorso, non so se sia per questo che ci sono eroi che se si immolano e muoiono solo allora possano essere considerati eroi e se il beniamino di un telefilm (per quanto "sfigato" e antieroe) muore ci lasci interdetti, come se di un colpo il riferimento venisse a mancare.., ma di sicuro l'idea che ci facciamo in qualche modo si cristallizza e se non abbiamo il tempo di metabolizzare la morte, il lutto (che sia reale o fittizio) rimane come un vuoto che poi andrà in qualche modo riempito..

Scusate se ho usato il thread per motivi personali
Scusarti? io ti devo un regalo

Mio padre era la mia salvezza da mia madre, l’andavo a prendere alla fermata dell’autobus perché così rientrando a casa mia madre non mi picchiava se avevo fatto una marachella e lui era felicissimo.

Poi mio padre si ammalò, fine della protezione, dovetti fare da sola, da sola? Enno non puoi farmi questo! Perché mi hai lasciata da sola?

Ora dovrò prendermi le mie responsabilità e nessuno mi proteggerà, sarò alla mercè di mia madre e nessuno mi difenderà.
Mio padre stette via un anno e mezzo da casa, mi sentii orfana?

Ricordo mia madre che si lamentava dicendo che lui l’eroe si era ammalato perché non diceva mai di stare male, andava a lavorare con la febbre e non diceva niente a nessuno se non quando l’ebbe a 40 e stramazzo a terra.

Eroi? Puah! Finiscono, si ammalano perché fanno gli eroi: io non farò quella fine!
Amo l’eroe di allora e detesto chi per farlo al di là delle sue capacità poi finisce per fare peggio e lasciare gli altri senza di lui. Meglio uno normale che però c’è sempre?



Voglio l’eroe e poi non mi piace perché io non lo sono, perché non voglio fare la fine di mio padre.


Sono divisa tra l’amore verso l’eroe e l’amore verso me stessa, la paura di arrivare a morire per essere un eroe che poi lascia soli e affranti.


Amo l’eroe e poi denigro le sue qualità perché possono portarmi a sentirmi di nuovo sola e spaventata. Insomma l’eroe lo amo e lo odio. Andiamo bene ora che ci faccio con sta cosa?

Sei il mio eroe non deludermi, ma se poi per non deludermi muori? Alla fine mi abbandonerai ugualmente.
Allora cerca la via di mezzo fai l’eroe solo per me. Si si un bell’eroe su misura per Grii. E gli altri alle ortiche. Si può?

No eh?


Mio padre si ammalato per il suo lavoro, non per me! Str….o!


Se mi amava così tanto non doveva farmelo! Doveva rimanere accanto a me e proteggermi come la cosa più preziosa al mondo altro che ammalarsi per il lavoro. Doveva curarsi non trascurarsi che poi non poteva più proteggermi.



Qui c'è materiale su cui lavorare per anni mi sa. Grazie Red
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Vecchio 04-07-2008, 11.33.40   #15
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Beato quel paese che non ha bisogno di......santi ed eroi....
ma un eroe che muore mette a posto le cose.
Sperare nell'eroe e' come cercare una scorciatoia mentre l'unica strada e' la fatica , l'eroismo del quotidiano....ma poi se si ha pazienza arriva il premio.
Si penso di condividere perchè lo vedo come un paese dove ognuno prende le sue responsabilità, dove ognuno agisce per la collettività un'utopia per ora.

Si quando l'eroe sparisce ci si deve muovere e si inizia a prendersi le responsabilità che si delegavano a lui.

Condivido anche l'ultima frase l'eroismo sta nel vivere a pieno la propria giornata con quello che si è tanto o poco fare di quella giornata il meglio che si può fare con tutti se stessi, l'eroismo sta anche nell'accettare di non esserlo ma spendersi per darsi comunque.
Il premio per me sarebbe già riuscire a non dimenticarmelo.
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Vecchio 04-07-2008, 11.37.39   #16
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Banalmente c'è anche da dire che ci identifichiamo nell'eroe di turno, classico o noir che sia. E se muore... beh, dopo la sberla tocca disidentificarsi e da fastidio. Se poi ci danno subito qualcosa di meglio di prima, facciamo un po' di resistenza ma poi ci lasciamo andare di nuovo, se invece non ce lo danno... allora si che ci incavoliamo... e io adesso dove mi metto?
Cambio telefilm si si e se rimango per gli altri protagonisti odio tantissimo il sostituto e faccio paragoni all'infinito.
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Vecchio 04-07-2008, 11.44.44   #17
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E se L'Eroe incarnasse l'Uomo completo?
Lo sfigatello e l'altro lato della medaglia, a seconda delle situazioni, si pone come deve... una parte non esclude l'altra, ma si integrano. Il povero diavolo e l'Individuo...

E poi, a voi sta più simpatico Paperino (che si trasforma in Paperinik ) o quel fortunello di Gastone?



Io non sono d'accordo Nike, cioè è vero che l'unica strada è la fatica, ma in fondo se l'Eroe incarna l'esempio da seguire non ci vedo nulla di male.. il rischio è quello di idealizzare e questo secondo me non va bene, ma se si ha un modello da seguire, una guida che ci mostra la strada (non che la fa per noi ma che ci mostra e ci insegna a camminare) non si sta sperando che l'eroe faccia al posto nostro.

Ma l'EROE non esiste siamo noi a dover diventare eroi , ma la fatica fa smettere l'abito dell'eroe, di noi stessi.
I genitori fanno quello che possono anzi ricordo gurdjef che diceva che siamo noi a dover diventare genitori dei nostri genitori e lui aveva un padre assai in gamba.
Altri dicono che dobbiamo andare oltre le nostre radici cioe' oltre i nostri genitori.
Sempre li' si arriva , par di essere monotono , all'individuazione , anche se imperfetta come dice UNO.
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Vecchio 04-07-2008, 14.03.36   #18
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Tra tutti comunque il mio preferito resta Superman che nella vita è un pò sfigatello...
Questo è uno spunto più interessante di quel che può sembrare a prima vista. Nella vita privata, quando non incarna l'eroe, quando non veste l'abito dell'eroe, è davvero sfigatiello o fa finta?
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Vecchio 04-07-2008, 14.23.10   #19
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Questo è uno spunto più interessante di quel che può sembrare a prima vista. Nella vita privata, quando non incarna l'eroe, quando non veste l'abito dell'eroe, è davvero sfigatiello o fa finta?
Si lo so che dicevi a Daf ma sono saltata sulla sedia cavolo l'ovvio proprio non lo vedo!

Cavolo fa la parte dello sfigatello ma non lo è più, fa solo in modo che gli altri non conoscano la sua identità. E' nato povero diavolo ma ora è un Eroe.

Ma roba da matti se non lo dicevi tu ora mica lo vedevo, rimanevo fissa sulla prima parte.
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Vecchio 04-07-2008, 14.36.07   #20
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Questo è uno spunto più interessante di quel che può sembrare a prima vista. Nella vita privata, quando non incarna l'eroe, quando non veste l'abito dell'eroe, è davvero sfigatiello o fa finta?

mmm a parte che volendo pignoleggiare veste i panni dello sfigato, se li toglie infatti e sotto ha sempre la sua tutina da super
Per la massa comune lo è, sfigato intendo, perchè non aspira a quel tipo di gratificazioni che normalmente rendono un uomo popolare (macchinoni, donne, super lavoro ecc) , mi vien da dire beni di facile consumo mentre lui ricerba beni di maggior durata (l'amore e la giustizia sono senza tempo)
Per me ci fà mi piace pensare che quelle cose neanche lo sfiorino, però ha un capo che lo tormenta e l'amore della sua vita non ha occhi che..per il suo vero essere...
insomma potrebbe fare il super eroe a tempo pieno ma rinuncia a questo...
Why, perchè?
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Vecchio 04-07-2008, 15.25.07   #21
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Quello dello sfigato, mi viene da pensare che è il punto di aggancio che di solito si usa per identificarsi, ci si ritrova in quello normale, imperfetto e si fantastica sull'essere super.
Se il super eroe è sempre super eroe, come faremmo ad identificarci? sarebbe troppo distante da noi.
se fosse così, se il supereroe è del sesso opposto, lo si segue pensando non sia lui?
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Vecchio 04-07-2008, 16.28.58   #22
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mmm a parte che volendo pignoleggiare veste i panni dello sfigato, se li toglie infatti e sotto ha sempre la sua tutina da super
Per la massa comune lo è, sfigato intendo, perchè non aspira a quel tipo di gratificazioni che normalmente rendono un uomo popolare (macchinoni, donne, super lavoro ecc) , mi vien da dire beni di facile consumo mentre lui ricerba beni di maggior durata (l'amore e la giustizia sono senza tempo)
Per me ci fà mi piace pensare che quelle cose neanche lo sfiorino, però ha un capo che lo tormenta e l'amore della sua vita non ha occhi che..per il suo vero essere...
insomma potrebbe fare il super eroe a tempo pieno ma rinuncia a questo...
Why, perchè?
Mi piace un sacco questa cosa che tra l'altro è così, lui è arrivato a trovare il suo Essere sotto la "stoffa" che lo copriva. Ha eliminato il superfluo ma lui è nel mondo ma non del mondo e quindi non sarà mai apertamente superman, non gli interessa, lui è Superman e quanto gli basta. Ah ogni supereroe ama ma non vive il suo amore materialmente e per questo rimarrà tale per sempre.
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Vecchio 04-07-2008, 17.18.13   #23
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L'eroe è quella persona che ne quotidiano veste i panni della quotidianità e passa inosservato, ma in caso di necessità o di pericolo fa uscire il meglio di sè arrivando in qualche caso a dare la vita per il bene comune o per salvare chi è in pericolo, ultimamente di questi casi ne succedono spesso...
Ma certe volte capita di diventare eroi per caso, non per calcolo, cioè voglio dire se qualcuno vedesse qualcun altro in pericolo di vita e sa che un suo intervento potrebbe salvarlo, che farebbe ??? In quei momenti penso prevalga la natura che c'è in ogni persona, c'è chi farebbe finta di non vedere e chi si lancerebbe senza pensarci due volte...

L'eroe di cui parliamo qui invece è una persona votata alla causa, se poi è anche sfigata ancora meglio, è una specie di riscatto verso la ria sorte, oppure una di quelle persone che non ha più nulla da perdere... (purtroppo non ho visto il telefilm).

Però sono d'accordo in pieno sul fatto che il vero eroismo sta proprio nel vivere la propria quotidianità cercando di dare il meglio in ogni cosa che si fa, qui non vale il motto: "meglio un giorno da leone che cento da pecora" e non so nemmeno se ci sta bene qui perchè il suo significato è un altro, ma in pratica l'eroe è quello che riesce a vivere un giorno da leone, (in questo contesto).

Ho notato una cosa però, che ogni eroe che si rispetti ha sempre il suo punto debole, il cosiddetto tallone d'Achille, a cui non sfugge nè Superman nè tutti gli altri, perchè il vero eroismo è quello di essere umani e comportarsi da sovrumani nonostante le proprie vulnerabilità, se no non si sarebbe eroi ma semidei....
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Vecchio 05-07-2008, 00.14.09   #24
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Questo è uno spunto più interessante di quel che può sembrare a prima vista. Nella vita privata, quando non incarna l'eroe, quando non veste l'abito dell'eroe, è davvero sfigatiello o fa finta?
Messa così, a me verrebbe da dire che anche quello dello sfigatiello è un abito.. è un po' come il discorso del "ci sei o ci fai" se usi o sei usato dalle parti che interpreti... ma l'Essenza difficilmente si puo' catalogare secondo me in sfigatello , superganzo etc

Tu come la vedi Ray?
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Vecchio 05-07-2008, 05.35.02   #25
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Questo è uno spunto più interessante di quel che può sembrare a prima vista. Nella vita privata, quando non incarna l'eroe, quando non veste l'abito dell'eroe, è davvero sfigatiello o fa finta?
Secondo me essendo la stessa persona non può essere "sfigatello", pensandoci bene, nella vita privata lo è, ma allo stesso tempo non è debole, tantomeno nel carattere non ha forme di fragilità anche se può esserlo nel fisico, mantiene quindi la sua forza che non manifesta perchè sarebbe inutile farlo, il fatto stesso di avere potere e di non utilizzarlo per scopi inutili lo rende forte e superiore, altrimenti sarebbe un uomo-super e non un super-uomo.
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