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Vecchio 12-05-2010, 22.14.52   #1
griselda
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Apro qui perchè Uno mi ha detto in "paura della paura" che mi vengono gli attacchi per sentirmi viva che dopo averli avuti in pratica mi sento viva.
Cosa vuol dire sentirsi vivi e cosa bisogna fare? C'è un modo per tutti oppure ognuno ha il suo?
Non so cosa scrivere a dire il vero perchè non so cosa voglia dire visto che non faccio.
Va a qualcuno di dare la propria idea sull'argomento?
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Vecchio 12-05-2010, 22.39.56   #2
dafne
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C'è un rimando, qui sotto, a delle discussioni tra cui "sentirsi protetta" in cui Uno fà una metafora per spiegare i punti di riferimento molto bella e che si collega anche al discorso che stai facendo sul perdersi in sez. sogni. Prova a leggerla
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Vecchio 12-05-2010, 23.05.01   #3
griselda
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C'è un rimando, qui sotto, a delle discussioni tra cui "sentirsi protetta" in cui Uno fà una metafora per spiegare i punti di riferimento molto bella e che si collega anche al discorso che stai facendo sul perdersi in sez. sogni. Prova a leggerla
Grazie leggo
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Vecchio 12-05-2010, 23.14.00   #4
Ray
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Apro qui perchè Uno mi ha detto in "paura della paura" che mi vengono gli attacchi per sentirmi viva che dopo averli avuti in pratica mi sento viva.
Cosa vuol dire sentirsi vivi e cosa bisogna fare? C'è un modo per tutti oppure ognuno ha il suo?
Non so cosa scrivere a dire il vero perchè non so cosa voglia dire visto che non faccio.
Va a qualcuno di dare la propria idea sull'argomento?
Veramente non mi pareva avesse detto proprio così, ma che ti sentivi viva quando ti dicevi ah bon, se devo morire muoio.

In effetti quell'attimo è il solo in cui non hai puara di morire.
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Vecchio 13-05-2010, 00.05.14   #5
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Apro qui perchè Uno mi ha detto in "paura della paura" che mi vengono gli attacchi per sentirmi viva che dopo averli avuti in pratica mi sento viva.
Cosa vuol dire sentirsi vivi e cosa bisogna fare? C'è un modo per tutti oppure ognuno ha il suo?
Non so cosa scrivere a dire il vero perchè non so cosa voglia dire visto che non faccio.
Va a qualcuno di dare la propria idea sull'argomento?
Veramente una domanda difficile, cosa vuol dire sentirsi vivi...credo che ognuno abbia il suo sentire, i suoi momenti positivi quando gusti la vita, le azioni che fai, quando costruisci il tuo futuro, quando l'ebbrezza di esistere ti esalta, ti commuove, ti prende fin nel profondo e ringrazi di essere nel mondo, in quel momento, con quello stato d'animo!
Certo poi c'è la quotidianità, la noia di fare sempre le stesse cose, desideri il contrario di tutto quello che hai...e allora ci si scorda della spinta che ci ha portato lì, quella spinta di esaltazione, di anelito verso la felicità!

Più si è giovani e più è facile sentirsi vivi, è naturale...pensi alla costruzione della vita, hai mille possibilità, tutto ti sta davanti, poi quando hai fatto le scelte si arriva al punto di stallo, il tempo passato ti pesa, molte cose le hai sbagliate e quelle fatte bene non le vedi, la perdita di persone care ti ha segnato, questo è il momento della meditazione, della ricerca del senso di tutto e forse proprio in questo periodo della nostra vita ci accorgiamo maggiormente di essere vivi, ne capiamo l'importanza, non lo diamo per scontato, un tramonto luminoso ti fa capire che sei dentro l'universo, un cielo azzurro ti spalanca il cuore, il verde della primavera ti esplode nel cuore e tu sei lì, al centro di queste meraviglie e sai di essere vivo, sensibile, commosso di godere di tanta bellezza che rasenta il sublime.
Fermarsi e godere della natura, di un sole che spunta tra i palazzi, gli occhi dolci del tuo cane, lo sguardo innocente di bambini che incontri, un vecchio sereno che ti sorride, sì, sorridere, imparare a sorridere agli altri e scoprire che anche gli altri ti sorridono, desiderano non sentirsi soli, come te hanno paura e ci cerchiamo spesso inutilmente chiusi entro barriere che ci scaviamo da soli.
Scusa la lunghezza, ho cominciato a scrivere per te e ho finito scrivendo per me...
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Vecchio 13-05-2010, 00.20.06   #6
stefano
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sarò strano ma sinceramente mi sento costantemente vivo.
bella la seconda parte di quanto hai scritto filo
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Vecchio 13-05-2010, 08.22.25   #7
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sarò strano ma sinceramente mi sento costantemente vivo.
bella la seconda parte di quanto hai scritto filo
A parte celebrare te stesso e salire in cattedra facendo i complimenti a caio tizio sempronio avevi qualcosa di interessante da dire?
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Vecchio 13-05-2010, 08.47.42   #8
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C'è un rimando, qui sotto, a delle discussioni tra cui "sentirsi protetta" in cui Uno fà una metafora per spiegare i punti di riferimento molto bella e che si collega anche al discorso che stai facendo sul perdersi in sez. sogni. Prova a leggerla
Bella quella discussione, sì grazie per averla riportata alla mia attenzione. Non sono intervenuta in quel 3d dimostrazione che poco o niente era entrato in me difatti non la ricordavo. E' istintivo per me, neppure me ne accorgo se non quando ci sono dentro e non posso farne a meno, il mio essere mi nasconde quello di cui ho paura non lo vedo, probabilmente è una protezione, però è limitante perchè poi mi impedisce di saltare l'ostacolo.
Per il resto della discussione risponderò là perchè qui ho paura di andare OT poi Ray me lo fa notare subito

Ray dice più sotto che lui ha tradotto le parole di Uno che diceva che dieci minuti dopo l'attacco di panico mi sento viva.
Lo scampato pericolo mi da l'idea di essere viva?
Ci ho pensato molto a questa cosa e non la capisco.
Ray dice che mi sento viva perchè è l'unico attimo in cui non ho paura di morire.
Probabile che sia così.
A questo punto per sentirsi vivi dovrei vivere più momenti come quello? Dovrei osare di più perchè è osando che ci si sente vivi? Tra la differenza del normale abitudinario vivere e la novità del vivere qualcosa di nuovo che ci fa battere il cuore e ci fa sentire vivi?
Mah! Sto facendo altre cose nuove e non mi danno la sensazione di essere viva.

A me è piaciuto ciò che ha scritto Filo e io sono un po' così, quando c'è il sole e non ridete mi sento viva, mi sento felice della primavera della natura che si risveglia, guardo la gente e sorrido tanto che quando capita le persone mi guardano cercando di riconoscere in me una persona conosciuta perchè non sono abituate a vedere sorridere loro gli estranei.
Vivere in mezzo alla natura e osservarla mi aiuta a sentirmi viva ma mica posso stare tutto il tempo nei boschi eh?
Però ci sono anche altre cose che non mi permettono di gioire aspettare ogni sei mesi degli esisti, o avere problemi fisici che limitano la mia libertà fisica, di poter fare quello che vorrei. Ma li accetto però non riesco a fare a meno di pensare che esistono.
Sono stata ragazza e per molto tempo non ho pensato mai alla morte non la pensavo proprio ed era incoscienza. Ora la penso come una fatto eneluttabile, averne paura credo sia umano, aver paura di morire facendo delle cose lo è meno. Però così è. I motivi ci sono e la voglia di superarli anche. A volte ci riesco. Ma io non smetto mai di lottare e questa è una mia qualità.
Per il discorso persa scriverò di là nel sogno dove Stella mi ha dato modo di vedere qualcosa che intravedevo ma non riuscivo a mettere insieme adesso vado là e ci provo e vedo cosa esce.
Grazie
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Vecchio 13-05-2010, 09.24.00   #9
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Io ho scritto "riesci a percepire che sei viva" non che ti senti viva.
La cosa è diversa, parecchio.
Sentirsi vivi non vuol dire esserlo realmente, se ci si percepisce vivi, almeno in quel momento, e poi sfumando finchè non sparisce l'effetto, si è veramente vivi.
Per quello dicevo 10 minuti, ma non è che siano proprio 10 minuti di orologio, potrebbe durare ore, giorni o mesi... o anche 1 secondo, oppure diventare permanente con i limiti di questa parola nell'esistere)

Lo stesso effetto si riesce ad ottenere in alcuni frangenti con gli scontri con gli altri, più o meno forti. Quando ci si scontra ci si mette nella posizione di poter perdere qualcosa (qualcosa che magari non si ha neanche ma si pensa di avere) che estremizzato arriva fino alla vita anche se oggi nella cosiddetta civiltà ci si ferma al 95% prima.

Il male stesso, quando inconsapevole, in quest'ottica assume un diverso senso. Ha un suo perchè, qualcosa che ci attira anche se non ci rendiamo conto.
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Vecchio 13-05-2010, 09.46.19   #10
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A parte celebrare te stesso e salire in cattedra facendo i complimenti a caio tizio sempronio avevi qualcosa di interessante da dire?
ok. come non detto.
penso questo
"se hai paura di morire, hai paura di vivere"

Ultima modifica di stefano : 13-05-2010 alle ore 09.48.59.
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Vecchio 13-05-2010, 09.56.06   #11
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"se hai paura di morire, hai paura di vivere"

"Se hai paura di morire,hai paura di vivere veramente"
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Vecchio 13-05-2010, 12.09.44   #12
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ok. come non detto.
penso questo
"se hai paura di morire, hai paura di vivere"
Bon a frasi fatte andiamo avanti molto, comunque se non correggevi non facevi fare la figura a Will di essere li per niente.
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Vecchio 13-05-2010, 12.15.44   #13
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ok. come non detto.
penso questo
"se hai paura di morire, hai paura di vivere"
secondo me, se hai paura di morire vuol dire che ti rendi conto che sei vivo e sarebbe già un passo in avanti per potersi sentire vivo, ovvero sapere di esserlo.
Aver paura di morire in senso stretto, vuol dire anche come dici tu avere paura di vivere, però solo se per vivere intendi lo stare al massimo, il sentirsi a mille, vivere continuamente intense emozioni, allora il cercare queste cose può portare anche a perdere la vita, non per niente il discorso è iniziato dal sentirsi vivi quando si sta per perdere la vita. forse il sentirsi vivo non è tutto questo, magari basta molto meno, ma siamo già abituati ad essere continuamente sotto forti emozioni (dalla televisione ad esempio) che ci siamo abituati a queste cose e abbiamo bisogno di cose molto più forti.
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Vecchio 13-05-2010, 12.25.27   #14
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Io ho scritto "riesci a percepire che sei viva" non che ti senti viva.
La cosa è diversa, parecchio.
Sentirsi vivi non vuol dire esserlo realmente, se ci si percepisce vivi, almeno in quel momento, e poi sfumando finchè non sparisce l'effetto, si è veramente vivi.
Per quello dicevo 10 minuti, ma non è che siano proprio 10 minuti di orologio, potrebbe durare ore, giorni o mesi... o anche 1 secondo, oppure diventare permanente con i limiti di questa parola nell'esistere)

Lo stesso effetto si riesce ad ottenere in alcuni frangenti con gli scontri con gli altri, più o meno forti. Quando ci si scontra ci si mette nella posizione di poter perdere qualcosa (qualcosa che magari non si ha neanche ma si pensa di avere) che estremizzato arriva fino alla vita anche se oggi nella cosiddetta civiltà ci si ferma al 95% prima.

Il male stesso, quando inconsapevole, in quest'ottica assume un diverso senso. Ha un suo perchè, qualcosa che ci attira anche se non ci rendiamo conto.
Vediamo se ho capito, il sentirsi vivi è anche di chi dorme sonni profondi e immagina di...
Mentre il percepirsi vivi forse si può dire anche che si è sopravvissuti? Quindi il sentirsi vivi perchè nonostante la paura di morire non si è morti e si è sopravvissuti, questo essere sopravvissuti è vita.
Adesso faccio lo Stefano di turno dicendo che potrebbe riportare al Vangelo e a quando si legge che se non abbiamo paura di perdere la vita allora vivremo.
Insomma un po' il discorso di mettersi in gioco, che come dice Ray (interpretato da me) non è importante vincere ma partecipare.
Spero di aver finalmente compreso. Se no giro la ruota e compro una vocale ahahah
Mi spiace per l'ultima frase invece dove non colgo il senso ahimè chissà cosa mi volevi dire.
Grazie
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Ultima modifica di griselda : 13-05-2010 alle ore 12.27.15. Motivo: edit: non ho ancora letto Max
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Vecchio 13-05-2010, 12.39.41   #15
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Apro qui perchè Uno mi ha detto in "paura della paura" che mi vengono gli attacchi per sentirmi viva che dopo averli avuti in pratica mi sento viva.
Cosa vuol dire sentirsi vivi e cosa bisogna fare? C'è un modo per tutti oppure ognuno ha il suo?
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Va a qualcuno di dare la propria idea sull'argomento?
Una sensazione del genere che mi piaceva, l'avvertivo da piccolo. Mi mettevo sul terrazzo in modo da stare più in alto di tutti gli edifici e guardavo le nuvole o le stelle. Mi piaceva, perché era talmente grande quello che vedevo e non avevo niente intorno, che mi sembrava di cadere. Le prime volte avevo davvero paura di cadere, ma avendo capito in seguito che non poteva succedere, lo facevo gustandomi la paura di cadere senza cadere...
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Vecchio 13-05-2010, 12.46.26   #16
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secondo me, se hai paura di morire vuol dire che ti rendi conto che sei vivo e sarebbe già un passo in avanti per potersi sentire vivo, ovvero sapere di esserlo.
Aver paura di morire in senso stretto, vuol dire anche come dici tu avere paura di vivere, però solo se per vivere intendi lo stare al massimo, il sentirsi a mille, vivere continuamente intense emozioni, allora il cercare queste cose può portare anche a perdere la vita, non per niente il discorso è iniziato dal sentirsi vivi quando si sta per perdere la vita. forse il sentirsi vivo non è tutto questo, magari basta molto meno, ma siamo già abituati ad essere continuamente sotto forti emozioni (dalla televisione ad esempio) che ci siamo abituati a queste cose e abbiamo bisogno di cose molto più forti.
secondo me le emozioni che abbiamo normalmente nemmeno le vediamo e nel 99% dei casi sono derivanti da meccanicità.
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Vecchio 13-05-2010, 12.56.45   #17
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Bon a frasi fatte andiamo avanti molto, comunque se non correggevi non facevi fare la figura a Will di essere li per niente.
se a te pare una frase fatta, mica significa per forza che lo sia.
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Vecchio 13-05-2010, 12.59.29   #18
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Ray dice più sotto che lui ha tradotto le parole di Uno che diceva che dieci minuti dopo l'attacco di panico mi sento viva.
Lo scampato pericolo mi da l'idea di essere viva?
Ci ho pensato molto a questa cosa e non la capisco.
Ray dice che mi sento viva perchè è l'unico attimo in cui non ho paura di morire.
Probabile che sia così.
A questo punto per sentirsi vivi dovrei vivere più momenti come quello? Dovrei osare di più perchè è osando che ci si sente vivi? Tra la differenza del normale abitudinario vivere e la novità del vivere qualcosa di nuovo che ci fa battere il cuore e ci fa sentire vivi?
Mah! Sto facendo altre cose nuove e non mi danno la sensazione di essere viva.
Mi sono espresso abbastanza male. In realtà la paura di morire non è che scompare, ma nei momenti in cui diciamo "vabbeh, se devo morire muoio" non ci lasciamo dominare da essa e facciamo lo stesso. Quindi mettiamo i gioco "la vita", come diceva Uno, siamo anche disposti a perderla... e smettiamo di percepire la paura e percepiamo invece che siamo vivi.
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Vecchio 13-05-2010, 13.03.26   #19
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Quindi paura e percepirsi vivi non sono tra loro compatibili... se percepiamo la paura non possiamo percepire di essere vivi
Mi chiedo a questo punto cosa significhi percepirsi vivi

Ultima modifica di Falketta : 13-05-2010 alle ore 13.07.22.
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Vecchio 13-05-2010, 13.19.28   #20
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Mi chiedo a questo punto cosa significhi percepirsi vivi
Così come è difficile mantenere la percezione è anche difficile da descrivere, soprattutto per uno come me che ne ha un'esperienza limitata.
In ogni caso significa percepire una connessione con tutto il resto, una connessione dinamica, viva appunto. La cosa riempie fino a sgorgare, ossia fino al nostro limite e oltre... riempie d'amore, se si regge un po'. Anzi, l'amore si potrebbe definire come la percezione che tutto è connesso.
In ogni caso la prima percezione ha a che fare con il rendersi conto di esserci, con il ricordo di se, se si vuole vederla così.
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Vecchio 13-05-2010, 13.23.57   #21
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Mi sono espresso abbastanza male. In realtà la paura di morire non è che scompare, ma nei momenti in cui diciamo "vabbeh, se devo morire muoio" non ci lasciamo dominare da essa e facciamo lo stesso. Quindi mettiamo i gioco "la vita", come diceva Uno, siamo anche disposti a perderla... e smettiamo di percepire la paura e percepiamo invece che siamo vivi.
Sì ora penso di aver capito, visto che lo sto provando a fare, in caso se non faccio abbastanza o male interpreto Capo Uno può sempre se vuole e se lo ritiene utile rettificare/mi (oppure devo fare tutto da sola mica lo so eh? boh vedremo )
In pratica può esser trasportato in tutto credo, se ho paura di fare una cosa che non ho mai fatto, se ho paura di fare una brutta figura, se ho paura di ....il fatto di mettersi in gioco nonostante la paura aiuta a percepirsi vivi.
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Vecchio 13-05-2010, 13.30.16   #22
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Così come è difficile mantenere la percezione è anche difficile da descrivere, soprattutto per uno come me che ne ha un'esperienza limitata.
In ogni caso significa percepire una connessione con tutto il resto, una connessione dinamica, viva appunto. La cosa riempie fino a sgorgare, ossia fino al nostro limite e oltre... riempie d'amore, se si regge un po'. Anzi, l'amore si potrebbe definire come la percezione che tutto è connesso.
In ogni caso la prima percezione ha a che fare con il rendersi conto di esserci, con il ricordo di se, se si vuole vederla così.
Io questa cosa l'ho provata, quando pensavo che sarei morta e che avrei perso tutto invece poi non è avvenuto e l'aver ancora la vita mi aveva fatto sentire talmente piena d'amore di felicità e quanto la vita fosse meravigliosa e sopratutto quando lo fosse vivere e tutto quello che esisteva era per me un regalo di Dio.
.....è durato un po'...poi quella sensazione me la sono persa, chissà se è quello che tu hai cercato di passare?
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Vecchio 13-05-2010, 19.25.47   #23
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Io questa cosa l'ho provata, quando pensavo che sarei morta e che avrei perso tutto invece poi non è avvenuto e l'aver ancora la vita mi aveva fatto sentire talmente piena d'amore di felicità e quanto la vita fosse meravigliosa e sopratutto quando lo fosse vivere e tutto quello che esisteva era per me un regalo di Dio.
.....è durato un po'...poi quella sensazione me la sono persa, chissà se è quello che tu hai cercato di passare?
Può darsi, comunque la mia descrizione è frutto di elaborazioni personali delle esperienze, elucubrazioni, che servono appunto a parlarne. In realtà percepiamo di sentirci vivi anche quando non lo chiamiamo così o non ci ragioniamo su, ma sentiamo quell'euforia che viene dal sentirsi agganciati al mondo... connessi con le correnti vitali direbbe qualcuno.
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Vecchio 14-05-2010, 08.57.41   #24
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Può darsi, comunque la mia descrizione è frutto di elaborazioni personali delle esperienze, elucubrazioni, che servono appunto a parlarne. In realtà percepiamo di sentirci vivi anche quando non lo chiamiamo così o non ci ragioniamo su, ma sentiamo quell'euforia che viene dal sentirsi agganciati al mondo... connessi con le correnti vitali direbbe qualcuno.
Parli di quella cosa che viene definita, almeno qui mi pare che Shanty una volta abbia parlato di Satori e questo?
Quel vedere tutto più luminoso con colori più accesi di cui l'esempio nel film "La profezia di Celestino" dove il tizio sulla montagna arrivato al burrone pensa che morirà perchè non ha più scampo, ma in quel momento lui, che si è arreso all'eneluttabilità delle cose, vede per la prima volta il colori e la bellezza della natura accesi di vita, cosa che prima non aveva mai colto, come se il tutto entrasse dentro di te per la prima volta facendoti sentire parte di esso .
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La cosa riempie fino a sgorgare, ossia fino al nostro limite e oltre... riempie d'amore, se si regge un po'.

...sentiamo quell'euforia che viene dal sentirsi agganciati al mondo... connessi con le correnti vitali direbbe qualcuno.
Anche a me capita di sentirmi così, stati di grazia li chiamo. Ma poi quando mi sconnetto la caduta è tremenda. In quei momenti sperimento che il sentirmi viva non è un evento autonomo nella mia vita ma relativo a qualcosa di esterno che mi da la percezione della Vita e non del vivere.
Non riesco a connettermi quando voglio.

A molte persone io do l'effetto di vitalità. Mi sento dire spesso che "riempio la casa" o "di essere il sole che entra nelle grige giornate" "il mio sorriso riempie il cuore", eppure ci sono periodi anche lunghi in cui mi sento una morta vivente, una zombie che percorre una via di questo mondo. Tutto mi sembra falso, vuoto, solo la natura mi piace e il mio cane.
Sento che la vita mi sfugge, potrei fare di più, un potenziale che non riesce ad emergere pienamente, vivo di rendita con quell'energia che riesce ad entrare in me e mi fa realizzare molte cose ma non è il tutto, il massimo a cui posso aspirare.
Ogni momento lo vivo in attesa di potermi sentire di nuovo viva, di quella connessione che arriva quando arriva.
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