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Vecchio 24-08-2008, 14.18.51   #1
Ray
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Predefinito Il preconcetto condiziona l'esperienza

Esistono donne che sono convinte che tutti gli uomini siano degli insensibili buoni a nulla, piuttosto beceri. Hanno questa convinzione perchè ne hanno avuti alcuni così. E quindi (quindi ?!?) pensano che tutti siano così. Il guaio è che a loro sembrerà che le successive esperienze confermino la loro convinzione: infatti nessun uomo sensibile e intelligente e capace sarebbe tanto idiota da mettersi con dei tipetti così irrigiditi.

Dall'altra parte esistono uomini convinti che tutte le donne sono delle zoccole traditrici. Questa convinzione è sorta in loro perchè sono stati traditi da donne e quindi (quindi ?!????) sono tutte così. D'altra parte per loro continuerà ad essere così: infatti nessuna donna sensibile, intelligente e fedele si sognerà mai di mettersi con dei tipi così irranciditi.

Questi due sono solo esempi... ma se estrapoliamo il concetto che sta alla base, ovvero che in base a qualche esperienza che noi reputiamo negativa solo perchè alla fine di essa abbiamo sofferto ci costruiamo delle convinzioni del tutto fantasiose ed errate che determineranno le esperienze future (impedendoci di sceglierle)... forse vediamo che in un modo o nell'altro siamo tutti così.

O no?
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Vecchio 24-08-2008, 14.51.06   #2
Astral
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In effetti è cosi, senza usare l'esempio delle zoccole che magari è un po' forte ( anche se rende ), ci sono uomini che credono che le donne siano solo brave a lavare e stirare, e quali donne in carriera quindi si metterebbero con uomini che le considerano tali?

Forse lo stesso discorso lo possiamo fare per il lavoro? Se pensiamo che tutti ci sfruttano cosa succede?

Ma forse mi sto focalizzando troppo sugli esempi, quello che forse ho carpito dal topic di Ray, è che sembra che più soffriamo per qualcosa di negativo, più cerchiamo di allontanarlo, più invece lo avviciniamo, sbaglio?

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Vecchio 24-08-2008, 15.08.36   #3
griselda
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Probabilmente il preconcetto condiziona l'esperienza ma anche si può venire smentiti se si tenta ugualmente senza farlo tentando proprio di ritrovare le stesse cose. Se hai paura di trovare qualcosa sicuramente la troverai perchè vorrai trovarla e farai di tutto per riuscirci.

Se parlo personalmente avrei dovuto definire male gli uomini e non avere più nessuna storia ed invece mi piace il genere maschile. ( niente batttutacce prego ) chiaro divido comunque nel senso che ci sono uomini che hanno caratterristiche che mi piacciono e altre no. Quindi sostanzialmente sono anche io prevenuta però credo di non averci badato quando scattava quell'alchimia particolare li tutti i preconcetti andavano a quel paese. Forse incoscienza credo che non so se è meglio del preconcetto. Però questo mi ha permesso di non generalizzare.

Però esiste secondo me il preconcetto dettato dalla paura ma inconscio tipo gli uomini sono tutti traditori e allora non è che non ti butti e non hai storie ma vivi costantemente con la paura e non ti vivi la storia per come dovrebbe essere sempre con un alone di timore ed è proprio quel timore poi che può minare il rapporto.
Il detto "l'uomo è cacciatore" dovrebbe essere mutato in "l'uomo dorme e pensa di essere cacciatore".
l bello è secondo me che con questi preconcetti si trovano sempre le stesse persone e poi si fa di tutta un'erba un fascio, perchè è logico che se io vedo sempre come stereotipo che mi piace quelle caratteristiche e poi ci convivo e non mi ci trovo qualcosa da rivedere c'è sicuramente, in me.
Comunque per quanto mi riguarda non ho mai scelto razionalmente se non una volta sola ed ho fatto peggio.
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Vecchio 24-08-2008, 19.54.48   #4
dafne
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Esistono donne che sono convinte che tutti gli uomini siano degli insensibili buoni a nulla, piuttosto beceri. Hanno questa convinzione perchè ne hanno avuti alcuni così. E quindi (quindi ?!?) pensano che tutti siano così. Il guaio è che a loro sembrerà che le successive esperienze confermino la loro convinzione: infatti nessun uomo sensibile e intelligente e capace sarebbe tanto idiota da mettersi con dei tipetti così irrigiditi.

Dall'altra parte esistono uomini convinti che tutte le donne sono delle zoccole traditrici. Questa convinzione è sorta in loro perchè sono stati traditi da donne e quindi (quindi ?!????) sono tutte così. D'altra parte per loro continuerà ad essere così: infatti nessuna donna sensibile, intelligente e fedele si sognerà mai di mettersi con dei tipi così irranciditi.

Questi due sono solo esempi... ma se estrapoliamo il concetto che sta alla base, ovvero che in base a qualche esperienza che noi reputiamo negativa solo perchè alla fine di essa abbiamo sofferto ci costruiamo delle convinzioni del tutto fantasiose ed errate che determineranno le esperienze future (impedendoci di sceglierle)... forse vediamo che in un modo o nell'altro siamo tutti così.

O no?
sa di provocazione questo post

Mmmm...uomini tutti traditori mi capita spesso di pensarlo dove per uomini ormai intendo esseri umani e non maschi questo è uno dei miei numerosissimi preconcetti però se guardo "le stime" moltissime delle persone che ho conosciuto lo sono per davverissimo, al di là del tradimento fisico tra l'altro, ma l'inganno è una moda piuttosto diffusa (forse il tradimento è l'esempio che rende meno)

Ho cominciato grazie a voi ad esaminare la possibilità che questo tradimento sia in me e che io lo veda per questo negli altri..il famoso proiettare..ecco, al di là della fatica immensa dell'accettare la cosa (io??!!?? ma scherziamo???!!!!) ho comunque dovuto ammettere con amarezza che probabilmente mi faccio avvicinare da quel tipo di persone per il tipo di proiezione che mi serve mettere in atto ma che quelle persone esistono davvero.

Voglio dire, è vero che alle volte partiamo prevenuti per dei preconcetti (due pre..un anticipo dei tempi) ma non possiamo credo dire che tali idee siano sbagliate, mi sto incartando , se è vero che pensare che tutti i maschi siano traditori perchè quelli che ho incrociato lo sono stati, è sbagliato perchè stò vivendo un'azione prima che sia accaduta dandole quindi la forma decisa da me e non quella che ha, è anche sbagliato convincersi che tutti sono fedelissimi e perpetuare il massacro fidandosi senza aver prima cercato di eliminare il meccanismo per cui finisco sempre tra le braccia degli str...ehehem..poco seri.
Si capisce?

Per cui si, il preconcetto condiziona l'esperienza ma non basta tentare, e dico tentare, di eliminare il preconcetto in sè per vivere un'esperienza più pulita ma ci tocca tornare alla prima, trovandola, e capirla e riuscire a neutralizzare l'effetto solco sul terreno...no?

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Vecchio 24-08-2008, 20.58.25   #5
RedWitch
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Esistono donne che sono convinte che tutti gli uomini siano degli insensibili buoni a nulla, piuttosto beceri. Hanno questa convinzione perchè ne hanno avuti alcuni così. E quindi (quindi ?!?) pensano che tutti siano così. Il guaio è che a loro sembrerà che le successive esperienze confermino la loro convinzione: infatti nessun uomo sensibile e intelligente e capace sarebbe tanto idiota da mettersi con dei tipetti così irrigiditi.

Dall'altra parte esistono uomini convinti che tutte le donne sono delle zoccole traditrici. Questa convinzione è sorta in loro perchè sono stati traditi da donne e quindi (quindi ?!????) sono tutte così. D'altra parte per loro continuerà ad essere così: infatti nessuna donna sensibile, intelligente e fedele si sognerà mai di mettersi con dei tipi così irranciditi.

Questi due sono solo esempi... ma se estrapoliamo il concetto che sta alla base, ovvero che in base a qualche esperienza che noi reputiamo negativa solo perchè alla fine di essa abbiamo sofferto ci costruiamo delle convinzioni del tutto fantasiose ed errate che determineranno le esperienze future (impedendoci di sceglierle)... forse vediamo che in un modo o nell'altro siamo tutti così.

O no?
A me hanno colpito quei "quindi" evidenziati tra parentesi, perchè in effetti li leggo come: " io ho visto questo, quindi..", cioè una deduzione che in realtà non dovrebbe esserci, visto che si basa su una esperienza soggettiva e parziale. In molti ambiti si usa quel "quindi", ma se in matematica 1+1 è sempre uguale a 2 , ogni esperienza se la si vivesse senza preconcetto alla base sarebbe diversa, invece spesso il tipo di persone che si incontrano sono molto simili e (quindi ) c'è chi si prende le cotte sempre per i "belli e maledetti", chi cerca l'uomo/donna da accudire, chi trova la donna/uomo facile al tradimento... è un po' rivedere lo stesso film, ma tant'è.. il vedere solo un certo tipo di possibilità (qualunque sia l'ambito, non solo l'amore), credo che faccia in modo che effettivamente troviamo sempre e solo quel tipo di esperienza... allargando la visione le cose dovrebbero cambiare ma sono d'accordo con Daf quando dice:

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Per cui si, il preconcetto condiziona l'esperienza ma non basta tentare, e dico tentare, di eliminare il preconcetto in sè per vivere un'esperienza più pulita ma ci tocca tornare alla prima, trovandola, e capirla e riuscire a neutralizzare l'effetto solco sul terreno...no?
Anche secondo me non basta razionalizzare il preconcetto anche se potrebbe essere una buona partenza se riuscissimo ad osservarlo nel momento in cui "parte" , mentre in genere scatta la catalogazione della persona che si ha davanti.. e un'altra cosa buona sarebbe ricordarsi che tutti possono cambiare, e che se in un momento abbiamo visto qualcosa in una persona (giusto o sbagliato che fosse al momento), quella era l'idea che avevamo.. non che dovremmo avere.

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Vecchio 24-08-2008, 21.05.52   #6
Ray
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Forse razionalizzare non basta, soprattutto se si sta facendo un lavoro su se e quindi l'obiettivo è più ampio e generale, tuttavia non fa mica male. Se ogni volta che ci pizzichiamo a pensare "tutti ics sono ipsilon" ci ricordassimo semplicemente che è FALSO, che stiamo coltivando un pensiero falso, questo potrebbe bastare per innescare un comportamento diverso, magari in quella sola occasione... e quindi fare un'esperienza diversa che si sommerà al totale delle nostre e, giocoforza, ricalibrerà l'esperienza passata sulla quale mi sono costruito la convinzione.

Insomma, per attaccare le cattive abitudini non è sempre necessario per forza passare per lo scioglimento completo dei vari complessi... occorre certo, ma intanto si può costringersi a pensare meglio e constringersi a non pesare min..ehm (e tutti i preconcetti lo sono).
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Vecchio 24-08-2008, 21.55.30   #7
griselda
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Predefinito Il rovescio della medaglia

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Forse razionalizzare non basta, soprattutto se si sta facendo un lavoro su se e quindi l'obiettivo è più ampio e generale, tuttavia non fa mica male. Se ogni volta che ci pizzichiamo a pensare "tutti ics sono ipsilon" ci ricordassimo semplicemente che è FALSO, che stiamo coltivando un pensiero falso, questo potrebbe bastare per innescare un comportamento diverso, magari in quella sola occasione... e quindi fare un'esperienza diversa che si sommerà al totale delle nostre e, giocoforza, ricalibrerà l'esperienza passata sulla quale mi sono costruito la convinzione.

Insomma, per attaccare le cattive abitudini non è sempre necessario per forza passare per lo scioglimento completo dei vari complessi... occorre certo, ma intanto si può costringersi a pensare meglio e constringersi a non pesare min..ehm (e tutti i preconcetti lo sono).
Uff non so se è attinente ma mi interessa capire sta cosa.
Mi è stato detto più e più volte che non imparo dalle mie esperienze, questo vuol dire che non mi creo preconcetti oppure che nonostante li abbia non ne tenga conto, non so.
Cerco di spiegarmi io tendo sempre a sperare che non vada così come mi è già successo o in altri casi, penso che non è detto che vada così, oppure ancora non ci penso proprio, cioè do sempre delle possibilità in continuazione, ok ci rimango male quando succede che ricapita ma non chiudo mai le porte cioè non mi barrico dietro al: è così devo stare attenta. Questo a volte mi pare testardaggine voler a tutti i costi che quella persona sia come io vorrei (?)che fosse anche se è palese a tutti che non lo è. E non riesco a capire perchè lo faccio.
E' capitato anche a qualcuno di voi?
(La eventuale risposta mi mette i brividi ma voglio capire dove risiede il problema)
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Vecchio 24-08-2008, 22.38.59   #8
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.........
Cerco di spiegarmi io tendo sempre a sperare che non vada così come mi è già successo o in altri casi, penso che non è detto che vada così, oppure ancora non ci penso proprio, cioè do sempre delle possibilità in continuazione, ok ci rimango male quando succede che ricapita ma non chiudo mai le porte cioè non mi barrico dietro al: è così devo stare attenta. Questo a volte mi pare testardaggine voler a tutti i costi che quella persona sia come io vorrei (?)che fosse anche se è palese a tutti che non lo è. E non riesco a capire perchè lo faccio.
E' capitato anche a qualcuno di voi?
(La eventuale risposta mi mette i brividi ma voglio capire dove risiede il problema)
Non sono sicura di aver capito bene cosa intendi comunque... mi è capitato di intestardirmi con alcune persone (quando per esempio prendevo delle sbandate forti), di non voler vedere quello che era palese.. ho permesso ad una persona che mi trattasse come un giocattolo, dandogli sempre la scusante (che serviva a me), "lui aveva problemi, si comportava come uno stro.. ma aveva i suoi motivi, in realtà mi voleva bene etctc". Me la sono raccontata per anni (e ci credevo, anche quando ci ho sbattuto la faccia violentemente, continuavo a dirmi che mi voleva bene , pazzesco), poi un giorno ho aperto improvvisamente gli occhi.. e ho visto bene che non gliene poteva fregare di meno di me..
Il fatto di dare sempre una possibilità all'altro non lo vedo di per sè negativo, sempre che questo non voglia dire dare sempre delle scusanti all'altro qualunque cosa faccia (scusanti che poi ripeto, non servono all'altro, servono alla mia mente per continuare imperterrita a non voler vedere l'ovvio). Vedere che all'altro non fregava nulla di me pero' in quel caso non lo vedo affatto come un preconcetto, ma come una visione il più vicina possibile alla mia realtà (visti i comportamenti dell'altro nei miei confronti), probabilmente non era nemmeno completamente vera l'ultima idea che mi sono fatta, ma sicuramente era più vicina alla realtà che non il " poverino mi ama tanto ma non sa dimostrarmelo.."

Credo che sia una questione di "confini" Gris, trovo molto bello riuscire a dare sempre una possibilità aperta all'altro (io onestamente spesso ancora fatico a modificare certe idee che mi faccio) ma questo non deve voler dire lasciare che l'altro mi calpesti come e quando vuole..
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Vecchio 24-08-2008, 22.45.30   #9
Astral
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Capita eccome: ad esempio tutti i rumeni sono della stessa pasta, i politici sono tutti ladri, i preti sono tutti corrotti, i datori sfruttano sempre, i lavoratori non fanno mai niente, etc. etc.

In realtà più persone tradiscono la nostra fiducia più si rafforza una determinata categoria, ma molto spesso la rafforziamo noi, partendo già con la diffidenza ( Che forse nell'8 rovesciato di Kael, Topic dei contrari, si trasforma in credulità, giusto? ).

Tuttavia ciò che mi colpisce, e lo ripeto di nuovo, è il fatto che quello che consideriamo negativo, poi alla fine viene confermato, ovvero per la nostra paura e rancore, allontaniamo ciò che è l'ideale.

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Vecchio 25-08-2008, 00.06.48   #10
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Non sono sicura di aver capito bene cosa intendi comunque... mi è capitato di intestardirmi con alcune persone (quando per esempio prendevo delle sbandate forti), di non voler vedere quello che era palese.. ho permesso ad una persona che mi trattasse come un giocattolo, dandogli sempre la scusante (che serviva a me), "lui aveva problemi, si comportava come uno stro.. ma aveva i suoi motivi, in realtà mi voleva bene etctc". Me la sono raccontata per anni (e ci credevo, anche quando ci ho sbattuto la faccia violentemente, continuavo a dirmi che mi voleva bene , pazzesco), poi un giorno ho aperto improvvisamente gli occhi.. e ho visto bene che non gliene poteva fregare di meno di me..
Il fatto di dare sempre una possibilità all'altro non lo vedo di per sè negativo, sempre che questo non voglia dire dare sempre delle scusanti all'altro qualunque cosa faccia (scusanti che poi ripeto, non servono all'altro, servono alla mia mente per continuare imperterrita a non voler vedere l'ovvio). Vedere che all'altro non fregava nulla di me pero' in quel caso non lo vedo affatto come un preconcetto, ma come una visione il più vicina possibile alla mia realtà (visti i comportamenti dell'altro nei miei confronti), probabilmente non era nemmeno completamente vera l'ultima idea che mi sono fatta, ma sicuramente era più vicina alla realtà che non il " poverino mi ama tanto ma non sa dimostrarmelo.."

Credo che sia una questione di "confini" Gris, trovo molto bello riuscire a dare sempre una possibilità aperta all'altro (io onestamente spesso ancora fatico a modificare certe idee che mi faccio) ma questo non deve voler dire lasciare che l'altro mi calpesti come e quando vuole..
No Red hai ragione non ho spiegato bene perchè non la vedo sta cosa me la dicono gli altri. Penso tu abbia ragione su tutto compreso l'ovvio ( non lo vedo mai)
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Vecchio 25-08-2008, 00.29.08   #11
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Insomma, per attaccare le cattive abitudini non è sempre necessario per forza passare per lo scioglimento completo dei vari complessi... occorre certo, ma intanto si può costringersi a pensare meglio e constringersi a non pesare min..ehm (e tutti i preconcetti lo sono).
Non lo so Ray, sicuramente se lo dici tu è giusto il che potrebbe essere visto come un altro preconcetto.."buono" (stò scherzando neh ma non riesco a spiegarmi da seria per cui tento la strada dell'esempio ironico, con te come...ignaro volontario )

Faccine a parte non stavo dicendo che bisogna sciogliere, solvere, disgregare ricompattare ecchealtronesoio ma piuttosto proprio il contrario e cioè che già rendersi conto di avere dei preconcetti è un gran passo, lasciamo la parte della fedeltà mettiamoci qualcosa di più soft... che ne so... tutte le amiche donne prima o poi mi lasceranno sola (di pratico e personale m'è venuta questa, scusate)
Allora, va benissimo rendersi conto che non tutte le amiche prima o poi ci feriranno, andando via con qualche altra amica, sparendo all'improvviso senza notizie, soffiandoci il fidanz..ops..no, niente tradimenti giusto
Però trovo un pò pericoloso (in senso metaforico non fisico ovviamente) passare al "le donne sono tutte buone e care sono io che sono stata ferita da una prima st..upida storia che non ho assorbito per cui continuo a ricordarmela proiettando su altre amiche, quindi alla fine il problema sono io e dipende da me risolverlo.".
Certo dire che "tutte le amiche sono infide" è falso ma è anche falso il contrario, non posso essere certa che tutte le donne uno sono amiche, due non sono infide. Posso cercare di mettere dei paletti alle mie minch...mentali ma se il campanello suona c'è un perchè.

Forse è solo un'altra scusa che mi racconto per procedere a lentezza bradipo ma per quello che ho letto e capito ciò che siamo attira determinate vibrazioni, determinate persone, determinati fatti.
Se sono convinta che dopo le dieci di sera se esco ogni uomo che incrocio è un possibile stupratore è chiaramente un preconcetto. Ma uscire e fingere di essere disinvolta continuando a mantenere sotto lo stesso pensiero o, peggio, comportandomi con i passanti come se fossero innocui buoni e simpatici (e inoffensivi) può portare a spiacevoli sorprese.
Purtroppo ho testato il meccanismo.
Non lo so, davvero può solo essere una mia scusa ma io dopo le dieci di sera, anche se so che è un preconcetto, anzi no, un pregiudizio, fuori in centro da sola non vado.

Mi chiedo, forse è quello che stai dicendo tu? E cioè che giò saperlo e cercare di ricordarlo può essere un buon passo?

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Vecchio 25-08-2008, 08.15.12   #12
Ray
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Però trovo un pò pericoloso (in senso metaforico non fisico ovviamente) passare al "le donne sono tutte buone e care sono io che sono stata ferita da una prima st..upida storia che non ho assorbito per cui continuo a ricordarmela proiettando su altre amiche, quindi alla fine il problema sono io e dipende da me risolverlo.".
Quello sottoineato è semplicemente un altro preconcetto, quindi altrettanto pericoloso del primo e capace, come il primo, di condizionare le esperienze future.
Ma non siamo capaci di togliere il "tutto" o il "niente" dal nostro pensare?

La realtà è che ogni esperienza è diversa e che la maggior parte delle esperienze non sono negative o positive in se, sono e basta. Il nostro vissuto può assumere toni positivi o negativi a seconda del piacere o della sofferenza che abbiamo provato e, quasi sempre, neanche in tutta l'esperienza ma solo alla fine.
Per esempio... ho avuto una storia belissima, ho passato due anni meravigliosi con una donna, poi lei mi ha tradito e io ho sofferto. Non valeva forse la pena di farla comunque l'esperienza, dati i due anni? Di più: non valeva la pena farla anche e proprio per il tradimento così forse imparo qualcosa anche da esso?

Imparare dalle esperienze non significa chiudersi ad esse, ma cercarne sempre di nuove in base a quanto abbiamo imparato. Invece noi ci imbrigliamo in quelle che ci hanno dato emozioni forti, piacevoli o spiacevoli che siano state, e cerchiamo di riprodurle all'infinito... se piacevoli riproducendo il contesto e fallendo miseramente (restando delusi) dato che ogni esperienza è diversa, se spiacevoli stassa cosa solo non del tutto consapevolemente.

Il guaio, come coglie Astral, è che questa chiusura fa si che le nostre successive esperienze saranno sempre dello stesso tipo, perchè chiudiamo a quelle diverse, dicendo "tutto è così"... ne segue che colì non può essere e non le viviamo anche se ne avremmo l'occasione.
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Vecchio 25-08-2008, 10.59.44   #13
cassandra
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Il preconcetto effettivamente è un limite,in molti casi anche una difesa..ho notato in me che spesso nasce dalla paura,soprattutto se il pensiero che parte è legato ad un'esperienza precedente negativa.
Comunque sia sono d'accordo con voi,bisognerebbe essere aperti al nuovo,visto e considerato che nulla/nessuno, potrà mai essere la copia di qualcun altro..a volte,siamo noi troppo rigidi nei gusti ed anche nel dare possibilità a chi si incontra di mostrarsi.
Bisognerebbe rapportarsi agli altri in modo neutro..ma come si è già detto,non è facile..

Proprio ultimamente mi sono aperta al sentimento..lasciata andare..ho voluto credere ad una persona che per molti è un falso,donnaiolo,incantatore di serpenti e purtroppo per quanto l'ho giustificato,ho visto quel che volevo..alla fine della fiera non si è comportato "bene",(bene rispetto a ciò che diceva di provare,di volere,di essere..bene rispetto alla mia soggettiva visione,anche..),son rimasta delusa si,ma devo ammettere di essermi precedentemente illusa,ho dato una forma a qualcuno, prima che mi mostrasse chi realmente è,comunque sia pensavo di poter prevedere,di sentire giusto.. ed ho capito che mi stavo incantando da sola.. ..esperienza insegna come dice Ray..

Vero è che l'uomo,come la donna non è in grado di volere costantemente,come di andar dritto rispetto ad un impegno preso..ma questa considerazione non è consolatoria,in quanto sapendolo,si potrebbe essere più attenti ed accorgersi che forse non tutto è come volevamo credere.
Fatto è che ora mi sento ancora scottata e se qualcuno si avvicina lo guardo con sospetto,il primo pensiero è "eccone un altro".. ma in realtà devo anche ammettere che sono prima io ad essere attratta da determinate caratteristiche,per cui noto chiusura verso alcune tipologie di persone,con le quali magari potrei stare meglio,conoscere altri aspetti di me..ma non li vedo proprio...(altro preconcetto) ed a distanza di tempo mi ricaccio nelle medesime situazioni e ne resto anche stupita..dopo!

Che dire,forse se non ci aspettassimo nulla,se riuscissimo a controllare l'immaginazione e le associazioni col passato, probabilmente vivremmo.. anzicchè perderci in supposizioni sterili.

La realtà contiene sempre qualcosa di imprevedibile..eggià..
mi fermo.
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Vecchio 25-08-2008, 12.46.47   #14
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A difesa del preconcetto c'è il fatto che un fondo di verità possa esserci, ma poi rischiamo di scadere nella catalogazione.
Se prendiamo gli animali ad esempio possiamo dire che la maggiorparte dei rettili sono a sangue freddo e la maggiorparte dei felini sono predatori.

In effetti la maggiorparte dei ragazzi e ragazze bellissime si credono superficiali o che se la tirano ma chi è che ce li fa diventare? Se tutti ti sbavano dietro ti senti continuamente oggetto del desiderio, e appena sei gentile, pensano che il gioco è fatto, è ovvio che se uno ha una capacità di adattamento, tenderà ad essere distaccato per impedire che altri si avvicinano.

In qualche modo quel piccolo fondo di verità che ci può essere, lo rafforza la società: se uno è stato un criminale, e vuole ricominciare una vita, ma tutti gli vietano di farlo per il suo passato, è molto probabile che questa persona sia costretta a ritornare sui suoi passi (di criminali).
Quando si giudica una persona ( col pregiudizio) in qualche modo si contribuisce a farla diventare tale.

Credo che ogni persona vada valutata a parte ed ogni situazione unicamente per quello che è: dopotutto anche una persona bravissima può comportarsi male in quella determinata esperienza che è unica.
Se non capiamo questa lezione, lo capiremo quando un nostro amico che noi col pregiudizio definiamo buono e bravo, farà qualcosa che ci deluderà parecchio....
Bisogna stare attenti anche ai pregiudizi positivi.

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Vecchio 25-08-2008, 20.10.37   #15
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A difesa del preconcetto c'è il fatto che un fondo di verità possa esserci, ma poi rischiamo di scadere nella catalogazione.
Se prendiamo gli animali ad esempio possiamo dire che la maggiorparte dei rettili sono a sangue freddo e la maggiorparte dei felini sono predatori.

Beh ma se ci basiamo su dati oggettivi studiati o per esperienza, per esempio sappiamo che molti felini sono predatori per natura o che la maggior parte dei rettili sono a sangue freddo, non ci vedo un preconcetto, ma semplicemente una constatazione.
Se poi ho fatto esperienza con una vipera so che è velenosa e allora dico che tutti i rettili sono velenosi perchè magari ne sviluppo una fobia allora è un preconcetto... e non lo vedo mai come "difendibile" perchè impedisce in qualche modo di fare nuove esperienze...
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Vecchio 25-08-2008, 23.22.18   #16
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Faccine a parte non stavo dicendo che bisogna sciogliere, solvere, disgregare ricompattare ecchealtronesoio ma piuttosto proprio il contrario e cioè che già rendersi conto di avere dei preconcetti è un gran passo, lasciamo la parte della fedeltà mettiamoci qualcosa di più soft... che ne so... tutte le amiche donne prima o poi mi lasceranno sola (di pratico e personale m'è venuta questa, scusate)
Allora, va benissimo rendersi conto che non tutte le amiche prima o poi ci feriranno, andando via con qualche altra amica, sparendo all'improvviso senza notizie, soffiandoci il fidanz..ops..no, niente tradimenti giusto
Però trovo un pò pericoloso (in senso metaforico non fisico ovviamente) passare al "le donne sono tutte buone e care sono io che sono stata ferita da una prima st..upida storia che non ho assorbito per cui continuo a ricordarmela proiettando su altre amiche, quindi alla fine il problema sono io e dipende da me risolverlo.".
Certo dire che "tutte le amiche sono infide" è falso ma è anche falso il contrario, non posso essere certa che tutte le donne uno sono amiche, due non sono infide. Posso cercare di mettere dei paletti alle mie minch...mentali ma se il campanello suona c'è un perchè.
Come dice Ray, zittire ogni tanto quella vocina aiuta a vedere che esistono infinite sfumature di una stessa cosa. Se ci fossilizziamo sulla stessa versione non facciamo altro che mantenerci nella paura di cambiare idea per non essere feriti o peggio fregati, che poi non cambia molto, no?
Esistono le persone ed esistono un milione e più di modi diversi di pensare, di sfaccettature infinite dell'essere "farfalloni" e deliziose amiche. Possiamo dire che tendenzialmente quel tipo di soggetto si inquadra in quella categoria, ma non è quella cosa e basta, e soprattutto non è categoricamente e rigidamente quella cosa ma è rapportabile ad una scala di valori che poi vanno uniti a tutto ciò che quella persone è oltre alla categoria affibiata da noi magari erroneamente. Negarsi di conoscerlo mantenendo la propria attenzione è come chiudersi in casa e guardare il mondo dalla finestra. Magari si esce si incontra gente si vede il mondo ma non ci si affonda dentro davvero.
Chiaramente non sto dicendo che bisogna dare confidenza a tutti, ma nemmeno abbiamo la possibilità di capire a chi si e a chi no se non ci concediamo di guardare le sfumature aprendoci un pochetto all'idea dell'altro. Non è che bisogna uscire dopo le dieci di sera a sorridere a tutti (riprendo il tuo esempio, ma capisco la paura) ma bisogna magari uscire e osservare da un altro punto di vista il mondo altrui. Ogni mente è un piccolo mondo... me lo diceva mia madre quando non la capivo, ma quando lei non capiva me se lo dimenticava.. così facciamo noi..
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Vecchio 26-08-2008, 00.55.55   #17
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possiamo dire che la maggiorparte dei rettili sono a sangue freddo e la maggiorparte dei felini sono predatori.
Prima che torni quel ragazzo che studia entomologia (aveva detto che sarebbe tornato ) e che ci fa una ramanzina è meglio che precisiamo che per quello che ne sappiamo tutti i rettili sono a sangue freddo e tutti i felini sono predatori, potrebbe verificarsi che in futuro scopriamo qualche nuova specie delle due categorie che sballano la regola, ma a tutt'oggi dobbiamo eliminare il "maggior parte".

Comunque il concetto che ne esce è importante: dove inizia la giusta categorizzazione e dove inizia lo sbagliato preconcetto?
La categorizzazione è giusta finchè l'oggetto da noi studiato ha caratteristiche inequivocabili ed oggettive che lo inseriscono in una categoria. Oggi in nome del politically correct non si può quasi dire che uno sia cieco, nero, operaio, religioso, etc... in fin dei conti se una persona appartiene ad una categoria non c'è nulla di strano o di male, il male viene quando io mi relaziono con questa persona su false idee che ho su questa categoria, ecco il pregiudizio.
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Vecchio 26-08-2008, 21.57.22   #18
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Oggi in nome del politically correct non si può quasi dire che uno sia cieco, nero, operaio, religioso, etc... in fin dei conti se una persona appartiene ad una categoria non c'è nulla di strano o di male, il male viene quando io mi relaziono con questa persona su false idee che ho su questa categoria, ecco il pregiudizio.
Pregiudizio è anche infilare le persone nelle categorie senza sapere se ci appartengono o meno. Come dire: tutte le donne sono traditrici... ergo, questa donna che ho davanti a me, che NON CONOSCO, è anch'essa una traditrice.

Quindi, come dice Uno, finirà (anzi fin dall'inizio) che mi relazionerò con lei - e con qualunque donna mi si pari davanti - come se fosse una traditrice. Questo farà si che lei si fermerà a relazionarsi con me solo se è davvero traditrice... ed ecco che attiro, senza volere, anzi proprio volendo evitare, ciò che temo.

Perchè una che traditrice non è ben che vada non capisce il mio relazionarmi, ma di solito non le piace neanche, per non dire che non lo regge e non le interessa reggerlo. Chi è traditrice invece - che sia intenzionata o meno ad esserlo - reggerà il mio relazionarmi... perchè tanto, prima o poi, mi tradirà.

Comunque, allargando il discorso, oltre al fatto che razionalizzare può aiutarmi a tenere a mente che chi ho davanti non è per forza come io temo ma dovrei permettergli di essere quello che è e permettere a me di scoprirlo (la vera esperienza) invece di impedirmi di vivere la cosa rivivendo per forza la vecchia (in cui sono stato tradito) alla quale devo il pregiudizio, allargando dicevo, è proprio con quell'esperienza vecchia che devo lavorare e con cui ho costantemente a che fare. Su questo ha ragionissima Daf.

E qui si ha a che fare col solito, forse inevitabile, equivoco. Non è un'esperienza ad essere negativa in se. Ma il nostro vissuto di essa... (il che non significa che non ci sia gente davvero intenzionata a fare del male, c'è eccome, e sarebbe meglio imparare a riconscerla per evitarla magari, ma per riconoscere devo stare a guardare e non infilare a priori in categorie... ovvero devo togliermi il pregiudizio).
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Vecchio 26-08-2008, 23.25.33   #19
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Esistono donne che sono convinte che tutti gli uomini siano...
....
Dall'altra parte esistono uomini convinti che tutte le donne sono...
Più che gli aggettivi (che ho tagliato) mi colpisce la generalizzazione. Avere cioè la pretesa di sapere veramente come siano tutti gli uomini e le donne della terra.
E' vero cioè che il preconcetto condiziona l'esperienza, ma il preconcetto stesso è condizionato a sua volta da altro. Vuoi paura, vuoi bisogno di sicurezza, etc..
In fin dei conti, se abito a Roma e tutti i negozianti che ho conosciuto sono dei truffatori, dal dire "tutti i negozianti di roma sono truffatori" passo a dire "tutti i negozianti italiani sono dei truffatori"... e via via fino ad arrivare a "tutti i negozianti del pianeta Terra sono truffatori".

In questo modo mi metto al sicuro, sono già preparato e so cosa fare quando vedrò un qualsiasi negoziante. La mente è soddisfatta, si muoverà sempre in un ambiente che conosce bene, anche se negativo, ma almeno così non c'è il rischio che faccia scivoloni sul bagnato... In pratica mi precludo l'esperienza, quella vera, che mettendomi di fronte a cose nuove mi spiazza e mi lascia impreparato.

La mente ha la pretesa di sapere tutto, di controllare tutto. E anche laddove ciò risulta oggettivamente impossibile (cioè praticamente quasi dappertutto), non disdegna di ingannarsi bellamente per dormire sonni tranquilli...
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Vecchio 26-08-2008, 23.32.34   #20
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Più che gli aggettivi (che ho tagliato) mi colpisce la generalizzazione. Avere cioè la pretesa di sapere veramente come siano tutti gli uomini e le donne della terra.
E' vero cioè che il preconcetto condiziona l'esperienza, ma il preconcetto stesso è condizionato a sua volta da altro. Vuoi paura, vuoi bisogno di sicurezza, etc..
In fin dei conti, se abito a Roma e tutti i negozianti che ho conosciuto sono dei truffatori, dal dire "tutti i negozianti di roma sono truffatori" passo a dire "tutti i negozianti italiani sono dei truffatori"... e via via fino ad arrivare a "tutti i negozianti del pianeta Terra sono truffatori".

In questo modo mi metto al sicuro, sono già preparato e so cosa fare quando vedrò un qualsiasi negoziante. La mente è soddisfatta, si muoverà sempre in un ambiente che conosce bene, anche se negativo, ma almeno così non c'è il rischio che faccia scivoloni sul bagnato... In pratica mi precludo l'esperienza, quella vera, che mettendomi di fronte a cose nuove mi spiazza e mi lascia impreparato.

La mente ha la pretesa di sapere tutto, di controllare tutto. E anche laddove ciò risulta oggettivamente impossibile (cioè praticamente quasi dappertutto), non disdegna di ingannarsi bellamente per dormire sonni tranquilli...
Esattamente. E in questo caso, anche solo con l'aiuto della ragione, il coraggio di dirsi invece la verità, ovvero fosse anche "tutti i negozianti che IO ho incontrato sono dei truffatori, ma il prossimo chissà..." avrebbe già valore tarapeutico, perchè non mi precluderebbe l'esperienza che mi aspetta.
Ovviamente è una posizione mentale che non può esimersi dall'emotivo... se si esime, se scappa, la mente cancella quel "il prossimo chissà"... ma se ho un'intenzione di onestà e sincerità verso me stesso abbastanza forte, e faccio attenzione, l'approccio può bastare a modificare le cose (immobilità della mente) anche senza andare per forza prima a scavare nel passato.
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