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Vecchio 07-08-2006, 22.35.19   #26
Astral
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Allora il punto in questione è che c'è una felicità piacere, e una felicità gioia.

Allora se io seguo l'ego posso essere felice con tanti piaceri e la mia felicità dipende da quelli. La felicità intesa come gioia è un sentimento profondo e nello stesso tempo viene a tutti i livelli e quello proviene dallo spirito. Questa felicità gia esiste, deve essere solo riscoperta.

Alla tua domanda potrei rispondere che sarei felice in modo diverso.

Bisogna vedere in che modo unisci maschile e femminile, ad esempio una persona che unisce i due aspetti, ottiene un carattere raro ed equilibrato, e probabilmente cercarà persone simili( probabilmente anche dello stesso sesso), è un un unione possibile volendo, non è detto sia infelice.

Quando il bambino positivo e l'adulto positivo si uniscono abbiamo un adulto eternamente giovane, ma nello stesso tempo responsabile di se stessò. Mentre se le parti sono in conflitto abbiamo atteggiamenti alternati tra infantilismo, e perdità dell'innocenza. o sbaglio?


Non capisco cosa vuol dire a chi lascio l'infelicità. Comunque reprimere la propria infelicità non significa affatto essere infelici.

Se nella vita c'è qualcosa che ti rende infelici, se la accetti senza opposizioni, l'infelicità sparisce.

L'infelicità non è una parte che appartiene al nostro spirito, neanche il dolore, quindi se ci manca, non è che manca una parte di noi stessi, ma è soltanto il frutto delle conseguenze di come come la mente umana reagiamo agli eventi.
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Vecchio 07-08-2006, 22.55.31   #27
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Diciamo di si.
Se non avessi quello che ho , avrei dell' altro che sarebbe sempre quello che mi serve e sarei felice ugualmente.Se non avessi nulla sarebbe pure meglio....
Oh... allora siamo tornati al fatto che la felicità non è cosa abbiamo.. mi sfugge (o forse no) perchè hai portato il discorso sull'avere

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Originalmente inviato da Astral
Allora il punto in questione è che c'è una felicità piacere, e una felicità gioia.

Allora se io seguo l'ego posso essere felice con tanti piaceri e la mia felicità dipende da quelli. La felicità intesa come gioia è un sentimento profondo e nello stesso tempo viene a tutti i livelli e quello proviene dallo spirito. Questa felicità gia esiste, deve essere solo riscoperta.

Alla tua domanda potrei rispondere che sarei felice in modo diverso.

Bisogna vedere in che modo unisci maschile e femminile, ad esempio una persona che unisce i due aspetti, ottiene un carattere raro ed equilibrato, e probabilmente cercarà persone simili( probabilmente anche dello stesso sesso), è un un unione possibile volendo, non è detto sia infelice.

Quando il bambino positivo e l'adulto positivo si uniscono abbiamo un adulto eternamente giovane, ma nello stesso tempo responsabile di se stessò. Mentre se le parti sono in conflitto abbiamo atteggiamenti alternati tra infantilismo, e perdità dell'innocenza. o sbaglio?


Non capisco cosa vuol dire a chi lascio l'infelicità. Comunque reprimere la propria infelicità non significa affatto essere infelici.

Se nella vita c'è qualcosa che ti rende infelici, se la accetti senza opposizioni, l'infelicità sparisce.

L'infelicità non è una parte che appartiene al nostro spirito, neanche il dolore, quindi se ci manca, non è che manca una parte di noi stessi, ma è soltanto il frutto delle conseguenze di come come la mente umana reagiamo agli eventi.
Abbi pazienza Astral, c'è il piacere, c'è la gioia, c'è la felicità... posso anche condividere che siano simili ma sono cose diverse...

Per il resto non entro nel merito dei vari esempi ma ti rendi conto che stai facendo (anzi vorresti, poi la vita ti spiegherà) il gioco di rubamazzo? Vuoi tutto te e gli altri si sciroppino quel che resta, meno male che non è possibile.
Non so se lavori, ma vai a dire al titolare (o al cliente) che tu hai unito l'impiegato positivo con il disoccupato positivo e vuoi solo lo stipendio senza fare nulla.... vedi cosa ti rispondono....

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Vecchio 07-08-2006, 23.22.16   #28
Ray
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La domanda iniziale del traed è: "siamo felici?". E' decisamente mal posta. Per il fatto che, implicitamente, tente di assimilare un attributo all'essere, come fossero un tutt'uno. Quando invece il vero essere si scosta dagli attributi... ne viene limitato.
Essere felici o infelici sono delle possibilità, quindi strettamente connesse alla mutevolezza, come ha ben chiarito Kael. Sarebbe più corretto dire che abbaimo felicità e/o infelicità.

Inoltre sarebbe il caso di stabilire cosa sia questa felicità... e non stabilirlo per ognuno in modo diverso, ma trovare un punto comune da cui poi possono anche dipanarsi diversità soggettive, per poterne parlare. Uno dice che c'è la felicità, c'è la gioia, c'è il piacere. Concordo. Cerchiamo di capire di che si parla allora, dato che spesso le persone usano i termini avendo un concetto molto vago di quel che loro stesse intendono e nessun concetto di un qualcosa di generale, accomunabile ad altri... tuttavia si pretende di parlarne.

La parola "felice" è antichissima. Il latino "felix", che vuol dire in oprigine "nutriente" è rapportato alla radice ideurgica DHE(I), che rimanda al concetto di allattamento. Felice era infatti assimilato alla condizione del poppante nutrito. Lo stesso poppante, invece abbisognevole di nutrimento, era in-felice. La mancanza quindi della soddisfazione di un bisogno, assimilava direttamente l'infelicità alla sofferenza.

E' evidente che detta condizione è possibile unicamente in condizione non solo duale, ma addirittura di materia manifesta. La felicità ed il suo opposto sono possibilità terrene.

Trascendere detta dualità ci porta a piani non terreni, dove felicità ed infelicità semplicemente non sono manifesti. La dualità non è tale. Dire dunque che la felicità è condizione ed attributo dello Spirito è un'assurdità.

Invece la serenità, che è stata tirata in ballo sia a proposito che a sproposito, è semplicemente assenza di contrasti, mancanza di temporali. E' qualcosa che già si avvicina un pochetto all'idea di trascendere, dato che l'assenza di contrasti prevede l'assimilazione degli opposti.

Chi cerca la felicità, se la trova, otterrà altrettanta infelicità... che se lo racconti o meno.
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Vecchio 08-08-2006, 07.32.01   #29
coccinella
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In certi momenti sento di essere un essere essenzialmente felice: sono momenti in cui rivivo la semplice gioia di esserci, come quando ero bambina e, guarda caso, sono momenti di completa unità con la Natura dove quindi il mio io si confonde, si stempera in essa. Non sono più io, ma fluisco nella/ con la vita. Sono però solo momenti. Non credo che potremmo nemmeno reggere una felicità continua. Come dice U.G. ci salterebbe il sistema nervoso.
Andiamoci "cauti" allora (si fa per dire, perchè tanto non c'è pericolo) con la felicità !
__________________
chi siamo, da dove veniamo, dove cavolo andiamo!
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Vecchio 08-08-2006, 09.17.26   #30
Clodette
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Originalmente inviato da Era
proprio così sono daccordo!

potrei sottolineare una cosetta....
l' uomo...in generale...non si accontenta...
guarda sempre ad altro...se fa caldo..vuole il fresco...
se fa freddo...vuole il caldo...mai si ferma a quello
che c'è al momento....così la salute..la apprezza
solo quando non l' ha più....
così la felicità/serenità...se la perde non vivendola
e la rimpiangequando manca...e così via...

"fermati...osserva...impara...e applica"
(massima di Era che in linea di massima..il lunedì
è più stordita che mai)

l'uomo è una creatura curiosa...ed è amio parere una qualità meravigliosa..Il punto è forse, usare questa qualità in senso positivo.

ritornando alla domanda originale "siamo felici?" sono d'accordo anch'io sul fatto che la felicità sia solo una sfaccettaura, un'altro limite che creiamo noi..la felicità è compare dell'infelicità. Io non guardo la vita come giorni fatti di momenti felici o no, ma di momenti in cui in ogni istante ho la possibilità di comprendere sempre di + e di usare quella mia innata curiosità che mi porta a scrutare ciò che esiste oltre il limite.

Ultima modifica di Clodette : 08-08-2006 alle ore 09.24.24.
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Vecchio 08-08-2006, 09.50.46   #31
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Originalmente inviato da coccinella
Come dice U.G. ci salterebbe il sistema nervoso.
Andiamoci "cauti" allora (si fa per dire, perchè tanto non c'è pericolo) con la felicità !
Ed in effetti è ciò che è successo al signore in questione perchè è arrivato ad un certo punto senza preparazione, chi conosce quello di cui parlo non ha difficoltà nel riconoscerne sintomi e successiva "convalescenza"... cosa che capita anche a chi si prepara... ma che di solito si smaltisce in pochi giorni... c'è anche chi al contrario diventa pazzo...
ma tutto questo è un altro discorso che affronteremo al momento e posto giusto.......

---------------------------------------------------------------------------------

No Ray la felicità è uno stato dell'essere, infatti normalmente si dice sono felice e non ho la felicità. Più tardi apro una discussione su essere e avere (non mi sembra che l'abbiamo mai iniziata e comunque in senso esoterico e non psicologico) perchè vedo che c'è molta confusione.
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Vecchio 08-08-2006, 09.52.32   #32
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Originalmente inviato da Ray
è rapportato alla radice ideurgica DHE(I),
P.s. a me questa radice assomiglia a qualcos'altro

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Vecchio 08-08-2006, 10.29.10   #33
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Originalmente inviato da Astral
Se nella vita c'è qualcosa che ti rende infelici, se la accetti senza opposizioni, l'infelicità sparisce.
Allora se nella vita c'è qualcosa che ti rende felice, se la accetti senza opposizioni, la felicità sparisce?
O sta formula vale solo per quello che vuoi tu?

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L'infelicità non è una parte che appartiene al nostro spirito, neanche il dolore, quindi se ci manca, non è che manca una parte di noi stessi, ma è soltanto il frutto delle conseguenze di come come la mente umana reagiamo agli eventi.
Dio non soffre?
A me sembra che tutta la religione cristiana si basi su questo... la capacità di sopportazione della sofferenza. Gesù pure lo ha detto: "Non sono venuto a portarvi la pace... sono venuto a portarvi la spada!" segno che c'era una guerra da combattere... E poi disse: "Così come hanno perseguitato me, così perseguiteranno voi. Ma voi siate forti e perseverate, continuate a pregare, verrà il giorno della ricompensa"
Dunque tutta la religione cristiana è sbagliata?
La Passione di Cristo è stata "soltanto il frutto delle conseguenze di come la sua mente ha reagito agli eventi"?
Per fortuna non è così..

Ad essere sincero vedo tanta illusione. C'è un detto che recita: chi non combatte il male lo fa entrare in casa sua. E oggi va molto di moda credere che il male non esista, rinunciando quindi a combatterlo. Un "combatterlo" che non significa assolutamente dirtruggerlo, o annientarlo... Non si può. Il combatterlo che intendo è tenerlo sotto controllo, mantenendo quindi viva la tensione fra le due forze complementari...

Ma se io non lo vedo, se mi dico che è solo frutto della mia mente, che non è reale.... ecco che il male entrerà di certo in casa mia perchè io non starò sulla porta a vegliare...
__________________

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Vecchio 08-08-2006, 12.04.27   #34
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Originalmente inviato da Kael
Allora se nella vita c'è qualcosa che ti rende felice, se la accetti senza opposizioni, la felicità sparisce?
O sta formula vale solo per quello che vuoi tu?


Dio non soffre?
A me sembra che tutta la religione cristiana si basi su questo... la capacità di sopportazione della sofferenza. Gesù pure lo ha detto: "Non sono venuto a portarvi la pace... sono venuto a portarvi la spada!" segno che c'era una guerra da combattere... E poi disse: "Così come hanno perseguitato me, così perseguiteranno voi. Ma voi siate forti e perseverate, continuate a pregare, verrà il giorno della ricompensa"
Dunque tutta la religione cristiana è sbagliata?
La Passione di Cristo è stata "soltanto il frutto delle conseguenze di come la sua mente ha reagito agli eventi"?
Per fortuna non è così..

Ad essere sincero vedo tanta illusione. C'è un detto che recita: chi non combatte il male lo fa entrare in casa sua. E oggi va molto di moda credere che il male non esista, rinunciando quindi a combatterlo. Un "combatterlo" che non significa assolutamente dirtruggerlo, o annientarlo... Non si può. Il combatterlo che intendo è tenerlo sotto controllo, mantenendo quindi viva la tensione fra le due forze complementari...

Ma se io non lo vedo, se mi dico che è solo frutto della mia mente, che non è reale.... ecco che il male entrerà di certo in casa mia perchè io non starò sulla porta a vegliare...
io credo che al ns. spirito appartenga TUTTO! noi siamo uno e tutto, felicità e infelicità, gioia e dolore, bene e male compongono la ns. essenza. Noi creiamo le limitazioni e i limiti....noi possiamo fare ogni cosa atta alla crescita della ns. anima.
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Vecchio 08-08-2006, 13.01.12   #35
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Si, sono d'accordo Clodette, e ripeto il perchè:
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mantenendo viva la tensione fra le due forze complementari...
La vita nasce solo fra l'incontro/scontro di due forze complementari:

Maschio e femmina ----> figlio
Positivo e negativo ----> corrente elettrica
etc..

Maschio e maschio, o positivo e positivo, da soli non danno la vita...
C'è bisogno del contrario, dell'opposto.

La felicità senza infelicità dunque è del tutto impossibile, altrimenti non saremmo vivi.
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Vecchio 08-08-2006, 14.24.27   #36
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Originalmente inviato da Kael
Si, sono d'accordo Clodette, e ripeto il perchè:

La vita nasce solo fra l'incontro/scontro di due forze complementari:

Maschio e femmina ----> figlio
Positivo e negativo ----> corrente elettrica
etc..

Maschio e maschio, o positivo e positivo, da soli non danno la vita...
C'è bisogno del contrario, dell'opposto.

La felicità senza infelicità dunque è del tutto impossibile, altrimenti non saremmo vivi.
d'accordissimo
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Vecchio 08-08-2006, 15.45.06   #37
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La religione cristiana si pone sulla sofferenza, altre religioni non si pongono sulla sofferenza.
Non pensi poi che ci sia un evoluzione anche delle religioni? Ciò che si insegna nei testamenti, oggi ha sempre meno valore.
Si può imparare dalla gioia, dall'amore, o dal dolore e dalla sofferenza, molto spesso(inconsciamente) decidiamo noi come. Allora perchè scegliamo sempre i peggiori strumenti?

Questa è la domanda che bisogna porsi.

Certo poi sono daccordo che se molte lezioni, non si capiscono e non si fa nulla per capirle, non si ricerca, allora si ripropongono con forza sempre maggiore, scuotendoci.

Purtroppo c'è la mentalità sempre piu comune, che per ottenere delle cose bisogna soffrire, penare e faticare, finchè la si penserà cosi sarà sempre cosi soltanto per le persone che lo decideranno.

Non parliamo di Bibbia e Vangeli, perchè se leggi sia nella Genesi che nell'Apocalisse, trovi riferimenti al fatto che il mondo non è stato creato per soffrire.

Il fine il paragone di prendere lo stipendio senza lavorare lo trovo assurdo. Allora cosa succede se nasco ricco e posso godermi solo lo stipendio, devo lavorare duramente per controbilanciare questa felicità?.

Io mi riferisco al discorso più complesso, secondo me Dio non è affatto sofferenza, tutt'altro, solamente che dato che certe bellezze non le capiamo nella gioia, le dobbiamo capire nel dolore.
Siccome la gente non sa apprezzare quanto sia importante essere in salute, perchè ha perso la dimensione di quanto in grazia sia, allora deve allettarsi all'ospedale per capirlo. Sfugge il fatto che la sofferenza però nella maggior parte dei casi, blocca il livello spirituale dell'uomo, perchè nella maggior parte delle situazioni, l'uomo guarda soltanto che soffre, e non ne capisce il motivo.

Secondo me la Gioia appartiene allo spirito, un bambino non realizza, non capisce se è ricco o povero, se il mondo è bello o brutto, e rimane felice lo stesso, poi quando cresce subentra l'ego che continua a fargli credere che la felicità dipende da...
L'uomo crede di essere felice, perchè se la felicità arriva a momenti intermittenti allora non si è veramente felici. Al massimo una serie di eventi ritenuti da noi favorevoli, ci rende soddisfatti.

Spero di essermi spiegato.
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Vecchio 08-08-2006, 15.51.25   #38
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Si, sono d'accordo Clodette, e ripeto il perchè:

La vita nasce solo fra l'incontro/scontro di due forze complementari:

Maschio e femmina ----> figlio
Positivo e negativo ----> corrente elettrica
etc..

Per Dio, l'amore incondizionato non esistono buoni da una parte e cattivi da un altra, per una madre un figlio non si ama perchè buono o cattivo, maschio o femmina, si ama al di là della dualità.

Maschio e maschio, o positivo e positivo, da soli non danno la vita...
C'è bisogno del contrario, dell'opposto.

Quindi due persone dello stesso sesso, non danno la vita, di conseguenza non sono felici? Vale anche per le coppie sterili allora?

La felicità senza infelicità dunque è del tutto impossibile, altrimenti non saremmo vivi.
La dualità indubbiamente c'è, non dico non esiste, dico solo che è superabile, perchè come ogni cosa è creata dalla nostra mente, che è abituata a fare questo a destra, questo a sinistra.

Non ho mai detto poi che il male e la sofferenza vanno ignorati facendo lo struzzo che si nasconde sotto la sabbia. Vanno riconosciuti, accettati ma con distacco, non pensando che se soffro di piu allora me lo merito, o è lo sconto che devo pagare per aver felicità.

Ultima modifica di Astral : 08-08-2006 alle ore 16.25.59.
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Vecchio 08-08-2006, 16.33.16   #39
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Il fine il paragone di prendere lo stipendio senza lavorare lo trovo assurdo. Allora cosa succede se nasco ricco e posso godermi solo lo stipendio, devo lavorare duramente per controbilanciare questa felicità?.
Hai mai sentito fare discorsi tipo: Era bello, ricco, famoso e con tutti i suoi soldi anche andando in America non ha potuto curarsi un cancro?
E' un esempio stupido (molto) ma se non capirai che ogni cosa ha un prezzo l'esattore passerà lo stesso... puoi decidere di mettere via il "capitale" spendibile, di pagare a rate o tutto su un colpo... ma prima o durante o dopo devi pagare per ciò che ricevi, la persona che Sa decide come farlo le altre sono preda del fato....
Siamo fuori tema ma posso anche dirti che il sistema migliore è "investire" il "capitale", se lo metti da parte l'inflazione te lo mangia, se paghi a rate gli interessi ti ammazzano e non riesci a godere ciò che "acquisti"
(non sto parlando di economia, vediamo chi capisce....)
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Io mi riferisco al discorso più complesso, secondo me Dio non è affatto sofferenza, tutt'altro,
Tutt'altro? E' normale che la tua mente non riesca a concepire la completezza, è normale che essa veda solo la parte che le garba.... ma allora perchè parli di superare la dualità?

Ma come cavolo si fa a diventare Completi accettando solo un lato... anzi vedendo solo un lato?

Domanda maliziosa e la nostra mente da cosa è creata?

P.s. mi interessano i riferimenti precisi all'Apocalisse e Genesi e stavolta non mi accontento di "forse" "credo" etc etc
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Vecchio 08-08-2006, 16.44.36   #40
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La religione cristiana si pone sulla sofferenza, altre religioni non si pongono sulla sofferenza.
Non pensi poi che ci sia un evoluzione anche delle religioni? Ciò che si insegna nei testamenti, oggi ha sempre meno valore.
Si può imparare dalla gioia, dall'amore, o dal dolore e dalla sofferenza, molto spesso(inconsciamente) decidiamo noi come. Allora perchè scegliamo sempre i peggiori strumenti?

Questa è la domanda che bisogna porsi.

Certo poi sono daccordo che se molte lezioni, non si capiscono e non si fa nulla per capirle, non si ricerca, allora si ripropongono con forza sempre maggiore, scuotendoci.

Purtroppo c'è la mentalità sempre piu comune, che per ottenere delle cose bisogna soffrire, penare e faticare, finchè la si penserà cosi sarà sempre cosi soltanto per le persone che lo decideranno.

Non parliamo di Bibbia e Vangeli, perchè se leggi sia nella Genesi che nell'Apocalisse, trovi riferimenti al fatto che il mondo non è stato creato per soffrire.

Il fine il paragone di prendere lo stipendio senza lavorare lo trovo assurdo. Allora cosa succede se nasco ricco e posso godermi solo lo stipendio, devo lavorare duramente per controbilanciare questa felicità?.

Io mi riferisco al discorso più complesso, secondo me Dio non è affatto sofferenza, tutt'altro, solamente che dato che certe bellezze non le capiamo nella gioia, le dobbiamo capire nel dolore.
Siccome la gente non sa apprezzare quanto sia importante essere in salute, perchè ha perso la dimensione di quanto in grazia sia, allora deve allettarsi all'ospedale per capirlo. Sfugge il fatto che la sofferenza però nella maggior parte dei casi, blocca il livello spirituale dell'uomo, perchè nella maggior parte delle situazioni, l'uomo guarda soltanto che soffre, e non ne capisce il motivo.

Secondo me la Gioia appartiene allo spirito, un bambino non realizza, non capisce se è ricco o povero, se il mondo è bello o brutto, e rimane felice lo stesso, poi quando cresce subentra l'ego che continua a fargli credere che la felicità dipende da...
L'uomo crede di essere felice, perchè se la felicità arriva a momenti intermittenti allora non si è veramente felici. Al massimo una serie di eventi ritenuti da noi favorevoli, ci rende soddisfatti.

Spero di essermi spiegato.
io non credo assolutamente che l'uomo debba soffrire x imparare, oppure come dice la Chiesa, soffrire per purificarsi dai peccati. Ma quali peccati?
Ogni essere ha il diritto di essere felice, ora e sempre e credo che l'uomo x natura sia buono, curioso, positivo..proprio come quando si è bambini, come dici tu.
La sofferenza o la gioia siamo noi stessi a sceglierla, se la mia anima reputa necessario in quel momento, x la mia crescita spirituale, che Io stessa debba attraversare qualche esperienza negativa...e sia...(a parte che l'aspetto negativo alle situazioni glielo diamo noi stessi)....il fatto che io possa essere violentata, è un evento assolutamente aberrante solo all'idea, eppure la mia anima potrebbe averlo scelto x una qualsiasi ragione...sempre però importante! Vi sembrerà assurdo...ma oggi rivedendo il mio passato sofferente, mi rendo conto di aver imparato molto + di quanto immaginassi e io avevo bisogno di esperienze forti in quanto ero un'anima che tendeva a trattenere la sua aggressività vedendola come cosa negativa...ecco che io stessa mi sono dovuta scuotere in modo molto forte x riuscire a svegliarmi dal torpore e capire che quell'aggressività doveva essere trasformata in forza, in energia.... Un esempio può essere una persona malata di tumore...la malattia fisica si genera x quel che credo io ovviamente, prima nell'anima la quale darà vari messaggi alla mia coscenza affinchè si renda conto di certe cose, ma se io insisterò nel tenere orecchie, occhi e cuore chiuso...la malattia peggiora e continua il suo percorso e se Io ancora non vorrò capire nemmeno quando i tempi stringono, allora l'unica soluzione sarà la morte. Ma questo è solo un esempio.
Gli uomini dovrebbero concentrare la loro attenzione su se stessi, è facile lamentarsi dei problemi senza guardarne il perchè esistono questi problemi. Troppe volte sento la gente giudicare gli altri e poi osservandoli si scopre che compiono gli stessi atti negativi.
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I riferimenti della Genesi, quando si parla di un paradiso terrestre concepito per GODERE non per soffrire, questo prima della caduta di Adamo ed Eva( che guarda caso mi ricorda molto la dualità).

Nell'Apocalisse si cita di un nuovo mondo, dove l'agnello pascolerà con il lupo, e dove non ci sarà ne morte e ne lutto.

I versi precisi non li ricordo, se li trovo te li cito.

Per quanto riguarda l'avere il capitale, ti è sfuggito che tu questo capitale lo puoi condividere, in quel caso nessuno ti si mangia.
Poi non puoi farmi l'esempio di chi ha tutto: chi ha tutto solo dal punto di vista materiale, a mio avviso non è felice.


La morte ed il dolore, la sofferenza esistono, vanno anche riconosciute, accettate, e nel caso di lati oscuri guariti con la luce, ma questo non significa che senza di essi non esista la felicità.

Fin qui daccordo.

Diverso il discorso è chi pensa che sia necessario lo sforzo, la sofferenza per evolvere. Forse questo valeva per qualche vita precedente, ma ora siamo noi a scegliere gli strumenti di evoluzione.

Se io non faccio opposizione agli eventi, soffro comunque meno( senza reprimerla), o non soffro proprio.
Cioè la felicità di cui parlo io, esiste al di là se le cose ti vanno bene o ti vanno male, capisci che significa?
Esiste al di là di eventi oggettivi che possono rendermi gioioso o meno.

Hai mai provato a fare meditazione? in quel momento riscopri la felicità anche se eventi brutti fanno parte della tua vita, questo lo riconosci ne sei consapevole, ma non sei infelice, forse perchè capisci che nulla succede per caso.

La felicità non ha bisogno di motivi per esistere, perchè dal momento che ha dei motivi, significa che è limitata e appunto ritorniamo nella dualità Felice/Infelice, che ripeto è una dualità che esiste eccome, ma che è superabile.
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Vecchio 08-08-2006, 17.17.45   #42
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I riferimenti della Genesi, quando si parla di un paradiso terrestre concepito per GODERE non per soffrire, questo prima della caduta di Adamo ed Eva( che guarda caso mi ricorda molto la dualità).

Nell'Apocalisse si cita di un nuovo mondo, dove l'agnello pascolerà con il lupo, e dove non ci sarà ne morte e ne lutto.

I versi precisi non li ricordo, se li trovo te li cito.

Per quanto riguarda l'avere il capitale, ti è sfuggito che tu questo capitale lo puoi condividere, in quel caso nessuno ti si mangia.
Poi non puoi farmi l'esempio di chi ha tutto: chi ha tutto solo dal punto di vista materiale, a mio avviso non è felice.


La morte ed il dolore, la sofferenza esistono, vanno anche riconosciute, accettate, e nel caso di lati oscuri guariti con la luce, ma questo non significa che senza di essi non esista la felicità.

Fin qui daccordo.

Diverso il discorso è chi pensa che sia necessario lo sforzo, la sofferenza per evolvere. Forse questo valeva per qualche vita precedente, ma ora siamo noi a scegliere gli strumenti di evoluzione.

Se io non faccio opposizione agli eventi, soffro comunque meno( senza reprimerla), o non soffro proprio.
Cioè la felicità di cui parlo io, esiste al di là se le cose ti vanno bene o ti vanno male, capisci che significa?
Esiste al di là di eventi oggettivi che possono rendermi gioioso o meno.

Hai mai provato a fare meditazione? in quel momento riscopri la felicità anche se eventi brutti fanno parte della tua vita, questo lo riconosci ne sei consapevole, ma non sei infelice, forse perchè capisci che nulla succede per caso.

La felicità non ha bisogno di motivi per esistere, perchè dal momento che ha dei motivi, significa che è limitata e appunto ritorniamo nella dualità Felice/Infelice, che ripeto è una dualità che esiste eccome, ma che è superabile.
ah certo, inq uesto senso sono d'accordo con te! anche se bisogna riflettere su cosa intende ognuno di noi x felicità! io per esempio abbino alla parole felicità un momento particolare in cui provo una grande gioia..Quando faccio meditazione e ritrovo me stessa, non posso dire di essere felice, la sensazione che provo è molto diversa, molto + ampia...è piuttosto un sentirsi in Pace...La parole felicità mi limita il discorso, ma ho compreso cosa vuoi dire e sono d'accordo
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Vecchio 08-08-2006, 17.43.59   #43
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I riferimenti della Genesi, quando si parla di un paradiso terrestre concepito per GODERE non per soffrire, questo prima della caduta di Adamo ed Eva( che guarda caso mi ricorda molto la dualità).
Infatti... fuori della Creazione non esiste dualità... ma nel creato con la conoscenza (di chi? di noi o di Egli che poi è la stessa cosa) la dualità si è fatta necessaria


Citazione:
Nell'Apocalisse si cita di un nuovo mondo, dove l'agnello pascolerà con il lupo, e dove non ci sarà ne morte e ne lutto.
Siamo noi il nuovo mondo, se diventiamo nuovi e si parla della nostra morte, il discorso è lungo ma in giro qualcosa s'è detto parlando di ombra o di opera al nero... l'Iniziato è il nuovo mondo, in lui vivono e lupo e pecora, ciò non significa che il lupo muore o scompare... e l'agnello pascola... il lupo continua ad essere carnivoro

Citazione:
I versi precisi non li ricordo, se li trovo te li cito.
Non importa, mi bastava sapere cosa intendevi

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Per quanto riguarda l'avere il capitale, ti è sfuggito che tu questo capitale lo puoi condividere, in quel caso nessuno ti si mangia.
Poi non puoi farmi l'esempio di chi ha tutto: chi ha tutto solo dal punto di vista materiale, a mio avviso non è felice.
L'investimento è condivisione... oggi si da a questa parola una connotazione metto delle risorse li e ne voglio avere gli interessi, in realtà il concetto è faccio fruttare i miei talenti (visto che eri catechista approfitto per darti altri punti di vista) ma non solo per il mio profitto... o meglio esiste un mio solo Profitto? No se parliamo di un certo tipo di profitto è di tutti.

Citazione:
La morte ed il dolore, la sofferenza esistono, vanno anche riconosciute, accettate, e nel caso di lati oscuri guariti con la luce, ma questo non significa che senza di essi non esista la felicità.
Ok facciamo l'esempio stupido della prima classe di qualsiasi scuola esoterica decente? Se non esistessero i ricchi ci sarebbero persone povere?
Se ci fossero quelli definiti belli ci sarebbero quelli definiti brutti?


[quote]Diverso il discorso è chi pensa che sia necessario lo sforzo, la sofferenza per evolvere. Forse questo valeva per qualche vita precedente, ma ora siamo noi a scegliere gli strumenti di evoluzione.
Se io non faccio opposizione agli eventi, soffro comunque meno( senza reprimerla), o non soffro proprio.
Cioè la felicità di cui parlo io, esiste al di là se le cose ti vanno bene o ti vanno male, capisci che significa?
Esiste al di là di eventi oggettivi che possono rendermi gioioso o meno.
[/QUOTE

O ti sembra... di non soffrire o meno.... certo che la felicità esiste independemente dagli eventi e anche da noi il fatto è vedere se tu (o io o noi) sei felice

Citazione:
Hai mai provato a fare meditazione? in quel momento riscopri la felicità anche se eventi brutti fanno parte della tua vita, questo lo riconosci ne sei consapevole, ma non sei infelice, forse perchè capisci che nulla succede per caso.
Si ai miei tempi ho provato .... ma quella che dici tu non è meditazione è produzione esogena di endorfine... se sei appassionato puoi metterti davanti alla telenovelas o alla partita i calcio tutti i giorni... costa poco e fai meno fatica
E' vero però che nulla succede per caso

Citazione:
La felicità non ha bisogno di motivi per esistere, perchè dal momento che ha dei motivi, significa che è limitata e appunto ritorniamo nella dualità Felice/Infelice, che ripeto è una dualità che esiste eccome, ma che è superabile.
E io ti ripeto che non la puoi trascendere con il corpo... non questo, qualsiasi, la puoi trascendere solo relativamente al sistema inferiore
Io non sono soggetto alla dualità delle formiche se riescono a trovare o meno la briciola di pane (esempio stupidissimo ma sali... sali..) le osservo placido e pacifico fuori dalla loro dualità... certo puoi estranearti dal mondo ed essere fuori dalla nostra dualità ma non vivresti questa vita.... e non lo stai facendo perchè se no si vedrebbe



Uff servisse almeno un 100esimo.......
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Vecchio 08-08-2006, 17.46.23   #44
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Vecchio 08-08-2006, 18.00.36   #45
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Nell'Apocalisse si cita di un nuovo mondo, dove l'agnello pascolerà con il lupo, e dove non ci sarà ne morte e ne lutto.
Toh, ma guarda che strano
Nell'Apocalisse si dice che nel nuovo mondo la dualità diventerà una cosa sola... Non sparisce il lupo e non sparisce l'agnello, ma pascoleranno insieme (cosa impossibile qui perchè il lupo se la mangia)
Non dicono che ci saranno solo agnelli no?
In egual misura nel nuovo mondo ci saranno luce e buio insieme, amore e odio, felicità e infelicità...

Chi si tiene solo la felicità non potrà entrare nel nuovo mondo.
Perchè non sarà completo.

Sbagli a vederli separati, in realtà non lo sono. Se riconosci felicità e infelicità come due fattori disgiunti, dimmi dove si colloca la serenità (che vorrebbe essere lo stato medio, quando cioè non sono ne felice ne infelice) Io qui, e credo di parlare anche a nome di altri, li vediamo come una cosa sola... come un termometro al mercurio... Presente che c'è tutta la scala di valori?

100 è la felicità totale
80 è abbastanza felicità
60 è un po felice
etc...
20 è molto poco felice
0 è infelicità

Tanti valori dunque... tante sfumature... di un' UNICA barra di mercurio.

Per la luce è uguale, parti dalla luminosità scendendo nel chiaro... poi la penombra e infine il buio... Ma è un'unica barra, su cui noi, esseri umani, possiamo sperimentare un unica condizione alla volta. Ossia se sono nel chiaro non posso essere nel buio. Trascendere la dualità significa stare CONTEMPORANEAMENTE su tutta la barra, assaporandola tutta in tutte le sue sfaccettature...
E l'asse si farà cerchio...
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Vecchio 08-08-2006, 19.28.22   #46
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PREMESSA: Clodette intendeva dire faccio, perchè si sa che la meditazione è un non fare.


Appunto però se ti metti sul grado 90 del termometro non sei nel grado 10, questo non significa che non esiste il grado 10, significa che semplicemente la tua temperatura è 90.

Di conseguenza se uno è a 90, perchè tornare a 10?

Per quanto riguarda discorso Apocalisse, se il lupo si trova con l'agnello, evidentemente il lupo ha rinunciato a qualche parte di se stessa, altrimente sbranerebbe la pecora non ti pare?

Il Lupo continua ad essere carnivoro? Come?

La frase chi non sarà completo non accederà al nuovo mondo, perdonami ma mi sembra molto settario.

Nessuno intanto però ha parlato della Genesi dove si evince chiaramente che la sofferenza non c'era.

Quindi se io seguo un percorso di luce, significa che non posso seguire un percorso di buio giusto?

Per quanto riguarda il discorso ricchi e poveri, non ti pare che potremmo essere tutti ricchi? Certo essendo tutti ricchi, non esisterebbero i poveri, ma il mio povero tra noi sarebbe comunque ricco. Certo in un mondo di tutti ricchi, la ricchezza diventerebbe normalità, cio non toglie che se tutti hanno quattro caso, due macchine, e si possono permettere di comprare tutto, sono ricchi, anche se lo è la totale percentuale di tutti.
In questo caso la povertà(economica) sparisce completamente .
Allo stesso modo se fossimo tutti poveri, e non esisterebbero i ricchi, il risultato è che tutti moriremmo di fame, di stenti.
Quindi la povertà esiste anche senza ricchezza, e la ricchezza può esistere anche senza povertà. Questo vale anche per ogni altra cosa.


S: Se pensi che la meditazione siano solo endorfine, forse non l'hai sperimentata sufficentemente, o meglio non sei stato in grado di vedere che oltre agli effetti del corpo che influenzano la mente, ci sono anche quelli piu sottili, che non vedi subito. Di certo se vedi Vivere o Beautiful questo non succede
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Vecchio 08-08-2006, 20.13.29   #47
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Appunto però se ti metti sul grado 90 del termometro non sei nel grado 10, questo non significa che non esiste il grado 10, significa che semplicemente la tua temperatura è 90.

Di conseguenza se uno è a 90, perchè tornare a 10?
Noi siamo TUTTO il termometro.
E' la coscienza che si sposta, che oscilla come un puntatore, perchè è ancora piccola e può captare un punto per volta... e ci fa percepire oggi 20, domani 50, dopodomani 90 (spesso come dici tu per fattori esterni, ma questo ora non c'entra col discorso)
Ma se siamo in grado di espandere tale puntatore, può captare tutta la barra intera.
Il primo principio ermetico è: così in alto come in basso... non ti dice niente questo?

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Per quanto riguarda discorso Apocalisse, se il lupo si trova con l'agnello, evidentemente il lupo ha rinunciato a qualche parte di se stessa, altrimente sbranerebbe la pecora non ti pare?
Oppure la frase è figurativa per simboleggiare un'unione in cui lupo e agnello si ri-conoscono come una cosa sola, e non possono nuocersi l'un l'altro perchè un martello non può colpire se stesso?

Citazione:
La frase chi non sarà completo non accederà al nuovo mondo, perdonami ma mi sembra molto settario.
Ti perdono anche se non mi sento settario. Sarei ancora più contento però se me la motivassi

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Quindi se io seguo un percorso di luce, significa che non posso seguire un percorso di buio giusto?
Certo, e sarai sempre incompleto...
I pianeti hanno il giorno e la notte, gli anni hanno le estati e gli inverni, gli uomini hanno la vita e la morte, la corrente elettrica ha positivo e negativo, l'anima umana ha amore e odio... e tu hai solo la luce? Non dimentichi qualcosa? (oppure tu non fai parte di questo Universo e sottostai ad altre Leggi?)

E comunque se segui la luce lo fai grazie al buio...

Citazione:
Per quanto riguarda il discorso ricchi e poveri, non ti pare che potremmo essere tutti ricchi? Certo essendo tutti ricchi, non esisterebbero i poveri, ma il mio povero tra noi sarebbe comunque ricco. Certo in un mondo di tutti ricchi, la ricchezza diventerebbe normalità, cio non toglie che se tutti hanno quattro caso, due macchine, e si possono permettere di comprare tutto, sono ricchi, anche se lo è la totale percentuale di tutti.
Forse non hai pensato a questo: Se tutti fossero ricchi, chi LAVORA?
Se tutti chiudono bottega, niente più negozi, alimentari, fruttivendoli ecc.. finite le scorte (prodotte da chi lavorava) cosa si mangerebbe? Senza contare i servizi... chi vuoterebbe i bidoni dell'immondizia? Chi farebbe i netturbini? I ricchi?
Il mondo sarebbe sommerso dallo sporco...

Cosa dirigono tanti direttori se non ci sono operai in fabbrica?

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Vecchio 08-08-2006, 20.55.35   #48
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Scusa per il settario, mi sembrava di capire dal tuo discorso, una cosa simile del tipo: pochi si salveranno ecc...

Perchè scusa, uno per essere ricco deve essere per forza un direttore?
Ognuno potrebbe arricchirsi proprio nel suo campo di specializzazione.

Comunque ho capito il tuo discorso, però ti ripeto io non sono un ermetico.

Sul fatto che l'anima umana odia o ama rifletterei, ci sono delle ombre e degli stati che non sono i nostri, ma ci prendiamo come nostra proprietà personale. Il fatto che capita di odiare, non significa che siamo fatti di odio.

Non c'è dubbio che l'essere in terra è composto di tutto, ma se io seguo una via( mettiamo la luce, o l'oscurità), tutto il mio essere deve stare alla luce che seguo di conseguenza si trasformerà ed evolverà in modo diverso. E Questo processo viene con l'amore incondizionato, che non conosce ne odio ne amore interessato.

Il discorso Notte, autunno, inverno bisogna vedere come lo si interpreta, perchè secondo me queste fasi sono importanti quanto quelle del giorno, ma si tratta soltanto di un evoluzione differente.

Certo un proprio lato oscuro, o se vogliamo meno rischiarato può essere un ottimo indice e spunto per proseguire nel proprio percorso, ma poi se lo illumini pian piano anch'esso diventa luce no?

Quindi per essere completo, uno deve essere un essere contraddittorio? Ovvero essere sincero ed anche bugiardo?
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Vecchio 08-08-2006, 22.20.30   #49
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Perchè scusa, uno per essere ricco deve essere per forza un direttore?
No, io ne conosco tantissimi di ricchi che fanno gli spazzini

Scherzi a parte, ho capito il tuo discorso.
Quando però dico che bisogna essere ANCHE nel buio, non intendo essere SOLO nel buio... capisci il senso? Non significa che devo saltare di palo in frasca, oggi luce domani buio, perchè allora sarei sempre nella dualità, percepirei sempre e solo uno stato alla volta e non avrei trasceso nulla...
Quello che volevo dire è che io potenzialmente devo poter essere tutto il termometro. Sottolineo potenzialmente perchè questo non significa che poi devo manifestarlo... In potenza sono completo perchè conosco tutto il termometro, e così anche le mie azioni saranno complete... perchè per manifestare luce devo trattenere buio, per manifestare amore devo trattenere odio, etc.. Come faccio a manifestare luce se mi sono allontanato dal buio e non posso quindi trattenerlo?

Citazione:
Sul fatto che l'anima umana odia o ama rifletterei, ci sono delle ombre e degli stati che non sono i nostri, ma ci prendiamo come nostra proprietà personale. Il fatto che capita di odiare, non significa che siamo fatti di odio.
Prova a sostituire i termini amore e odio con attrazione e repulsione. Nella condizione umana normale, se sono attratto verso sinistra, e più mi spingo in quella direzione, più mi allontano da destra... il mio "amore" quindi mi spinge inevitabilmente ad "odiare" qualcos'altro... Se invece sono in grado di essere presente su "tutta" la barra, ecco che il mio amore (o attrazione) è veramente incondizionata, perchè non devo muovermi su essa in quanto IO sono la barra... E allora trascendo la dualità perchè posso amare chiunque senza allontanarmi da nessuno...

Citazione:
Non c'è dubbio che l'essere in terra è composto di tutto, ma se io seguo una via( mettiamo la luce, o l'oscurità), tutto il mio essere deve stare alla luce che seguo di conseguenza si trasformerà ed evolverà in modo diverso. E Questo processo viene con l'amore incondizionato, che non conosce ne odio ne amore interessato.
Vedi sopra

Citazione:
Quindi per essere completo, uno deve essere un essere contraddittorio? Ovvero essere sincero ed anche bugiardo?
Stesso discorso, se mi muovo sulla barra di punto in punto continuo a essere nella dualità... non ho trasceso. Se trascendo sono al di sopra della sincerità e della bugia... Sono la barra completa... sono nell'immobilità dell'azione e nella dinamicità dell'attesa... Sono Ying e Yang..

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Vecchio 08-08-2006, 22.26.33   #50
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Quindi scusa Kael, se sono nel centro in un certo senso potrei prendere piu direzioni?

Nel senso che trovandomi in area centrale non appartengo ne a destra ne a sinistra, oppure potrei racchiudere in me questi aspetti.

Sto cercando di capire, al contrario di come sembra forse siamo piu daccordo di quanto pensi .

Quindi si potrebbe parlare di Unità?

Forse ho spiegato male il concetto di essere al di sopra della dualità, intendevo dire di non essere nella separazione, ma nell'unione.

Quindi non dovendoti muovere all'interno della barra, in un certo senso prendi pregi e difetti di ambi le parti giusto?
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