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Vecchio 20-05-2007, 07.28.29   #26
Ray
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Quello che volevo dire è che spesso chi inizia a fare qualcosa che poi non prosegue sicuramente crede di farlo per amore, ma non è così, tanto è vero che poi abbandona. Secondo me non c'è la persona che prima aveva amore e poi lo ritira, non lo ha e basta.
E non potevi dirlo subito ?

Spesso è così, si iniziano le cose per istinto o per paura o per reazione e ci si racconta che è amore.
Ma non è sempre così, a volte si inizia davvero per amore, anche cose piccole come il leggere un libro o fare le pulizie di casa. Poi però si interrompe e non si riesce a finire perchè la spinta iniziale finisce. Il che vuol dire che la benzina è finita un po' prima e si è proseguiti ancora un pezzetto per inerzia.
Inoltre è dato anche il caso di un misto dei due. Si inizia per istinto o paura o quel che è e ci si mette anche un po' di amore.
Poi non è che lo si ritira, finisce e stop. L'amore ha una vibrazione che pochissimi sono in grado si mantenere a lungo e credo solo i Santi costantemente... prova ne è che l'innamoramento stesso finisce. E quello è indiscutibilmente amore, solo che dura un tot, finchè siamo apaci o finchè ci dimentichiamo.
La domanda di Kael era: e dove va a finire, dato che non ci sono i frutti?

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Originalmente inviato da 'ayn soph Visualizza messaggio
Secondo la mia visione l'amore è qualcosa che è diverso da quello che scatta ad es. per una passione che ti prende e poi sparisce. Questo amore va sempre dritto verso la meta, non si scoraggia per gli insuccessi, non è egocentrico ma soprattutto è attaccamento verso tutti i progetti veri che si possano pensare.
Non si spegne dietro la pigrizia, non abbandona una famiglia per altre "occasioni" e se pure non riesce a vivere un bel rapporto non molla e aggiusta le situazioni dando sempre prospettive giuste, di indipendenza e autonomia e di libertà di chi sta intorno.
Anche questo potrebbe non essere amore, ma meccanicità. Attaccamento verso i progetti, non abbandono e aggiustamento delle situazioni possono essere comportamenti dati da una certta struttura psicologica o possono anche essere dettati dall'istinto. Insomma possono essere, per qualcuno, più facili dell'abbandono.
Non è stabilibile a mio avviso in termini generali quando ci sia amore e quando no. Anche se la costanza nelle cose, se imparata per disciplina, credo possa avvicinarci ad esso.

Come diceva Uno, l'ottava richiede degli shock per poter continuare dritta, senza di essi cambia direzione e non completiamo mai le cose. L'amore forse contiene in se la possibilità di questi shock, infatti si dice che l'amore andrebbe sempre rinnovato e che, per esempio, i rapporti dovrebbero essere re-iniziati ogni giorno.

Amore potrebbe anche essere dare senza aspettarsi di raccogliere... le lenti dell'amore potrebbero farci vedere le cose in modo da saper distinguere quando un rapporto va aggiustato e quando lasciato andare e così via.

Tornando alla domanda iniziale, dove va l'amore? Credo che vada comunque nelle cose che inziamo, assieme alle altre cose che ci mettiamo come gli istinti. Se ce n'è abbastanza (di amore) da fare frutti allora abbiamo una raccolta, ma anche qui, potremmo non avere raccolta per fattori che non dipendono da noi e potrebbe anche essere che arriviamo a conclusione ma non raccogliamo subito o non raccogliamo noi.
Se invece si interrompe per esaurimento può essere che restino le altre cose come gli istinti e può anche essere che bastino a concludere, anche se è rarissimo.
Quello che ci abbiamo messo però ce lo abbiamo messo, non credo vada perso del tutto o sprecato. Si forma in noi un ritorno, un'immagine, un ricordo (non so bene come chiamarlo) che farà parte di un'altra semina e se e quando ce ne sarà abbastanza forse raccoglieremo. Purtroppo è molto raro... in effetti spesso ci sembra amore e invece era un calesse...
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Vecchio 20-05-2007, 14.04.52   #27
Kael
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Io ho parlato di amore (scritto minuscolo) proprio per parlare dell'amore umano. Siamo in "esperienze" e non mi sognerei mai di parlare di Amore con la A maiuscola qui (casomai lo posso fare in esoterismo)

Proprio perchè umani il nostro amore non è perfetto... è perfettibile, come tutto il resto di noi stessi. E se allora si parla di un finto amore, che appena inizia così finisce, un fuoco di paglia insomma, sarebbe il caso di chiederci cosa avvenga realmente...

In fin dei conti, anche dal punto di vista umano, qualsiasi azione è mossa/spinta dall'amore. E' vero che spesso è la paura, l'istinto, l'egoismo a farci muovere, ma questo è sempre amore. Amore per se stessi. La paura è amore per la propria sopravvivenza, così come l'istinto di conservazione. Se l'uomo non amasse la vita, come del resto gli animali, non si prenderebbe nemmeno la briga di respirare...

E infatti questo "amore istintuale" è l'unico a mantenere la direzione originaria... non ci si stufa di respirare, di mangiare o di bere... Lo si fa da quando si nasce fino alla fine della propria vita (e anche lì quando si muore c'è un calo di desiderio per la vita..)
Ma tutto il resto?
Tutti gli innamoramenti, le passioni?
"Passione" è un termine che oggi è stato parecchio distorto, il pathos originariamente era un sentire dell'anima orientato verso una sofferenza, anche se non intesa come negativa.
Falsi bisogni ha detto Uno... concordo.

Ma se l'uomo inizia mille cose e non ne porta a termine nessuna, cos'è che ama veramente? E mi sto riferendo anche ad obblighi che siamo tenuti a rispettare, ad esempio il lavoro per portare a casa la pagnotta, si potrebbe alimentarlo e farlo nel migliore dei modi invece che lamentarsi e andarci svogliati per il resto della vita...

Insomma, si è "costretti" ad amare e a seguire i propri impulsi più o meno istintuali di qua e di là... ma si può anche scegliere di amare e arrivare fino in fondo in quello che si inizia, basta metterci del proprio nel mantenere la rotta che ci eravamo prefissi.
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Vecchio 20-05-2007, 14.17.54   #28
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tutti discorsi validi indubbiamente ma è verosimile pensare che chi non ce l'abbia questo amore, possa farselo venire come per incanto? Se non ci si nasce oppure non lo si acquisisce per la strada è possibile fare un miracolo per regalare un alito di amore?
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Vecchio 20-05-2007, 14.39.35   #29
RedWitch
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Credo che nessuno sia completamente privo di amore, non fosse altro per quel che diceva sopra Kael.. l'amore per la vita (anche quando nonci accorgiamo di averlo..)
Farselo venire come per incanto a mio avviso non è proprio possibile.. bisogna comunque lottare per trovarlo..
se vado al lavoro svogliata, fatico il doppio e rendo poco.
Se vado al lavoro svogliata ma nel momento in cui lavoro, faccio quel lavoro come se fosse l'unica cosa esistente per me in quel momento, le prime volte faticherò, poi la fatica si trasformerà.. fino a quando non arriverò ad amare quello che faccio. Sempre che io riesca a mantenere una discilplina e non mi fermi a mezza via.. e il lavoro diventerà di nuovo una pesante incombenza.. insistere anche se si cade credo che possa essere una buona via..
E' possibile regalare amore? il proprio.. si puo' trasmettere credo.. possiamo percepire l'amore di un altro questo sì..e puo' scaldare il cuore per alcuni momenti.. poi pero' bisogna muoversi..
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Vecchio 20-05-2007, 15.30.04   #30
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Io ho parlato di amore (scritto minuscolo) proprio per parlare dell'amore umano. Siamo in "esperienze" e non mi sognerei mai di parlare di Amore con la A maiuscola qui (casomai lo posso fare in esoterismo)

Proprio perchè umani il nostro amore non è perfetto... è perfettibile, come tutto il resto di noi stessi. E se allora si parla di un finto amore, che appena inizia così finisce, un fuoco di paglia insomma, sarebbe il caso di chiederci cosa avvenga realmente...

In fin dei conti, anche dal punto di vista umano, qualsiasi azione è mossa/spinta dall'amore. E' vero che spesso è la paura, l'istinto, l'egoismo a farci muovere, ma questo è sempre amore. Amore per se stessi. La paura è amore per la propria sopravvivenza, così come l'istinto di conservazione. Se l'uomo non amasse la vita, come del resto gli animali, non si prenderebbe nemmeno la briga di respirare...

E infatti questo "amore istintuale" è l'unico a mantenere la direzione originaria... non ci si stufa di respirare, di mangiare o di bere... Lo si fa da quando si nasce fino alla fine della propria vita (e anche lì quando si muore c'è un calo di desiderio per la vita..)
Ma tutto il resto?
Tutti gli innamoramenti, le passioni?
"Passione" è un termine che oggi è stato parecchio distorto, il pathos originariamente era un sentire dell'anima orientato verso una sofferenza, anche se non intesa come negativa.
Falsi bisogni ha detto Uno... concordo.

Ma se l'uomo inizia mille cose e non ne porta a termine nessuna, cos'è che ama veramente? E mi sto riferendo anche ad obblighi che siamo tenuti a rispettare, ad esempio il lavoro per portare a casa la pagnotta, si potrebbe alimentarlo e farlo nel migliore dei modi invece che lamentarsi e andarci svogliati per il resto della vita...

Insomma, si è "costretti" ad amare e a seguire i propri impulsi più o meno istintuali di qua e di là... ma si può anche scegliere di amare e arrivare fino in fondo in quello che si inizia, basta metterci del proprio nel mantenere la rotta che ci eravamo prefissi.
Ad esempio questo tuo post mi è molto più comprensibile di quello iniziale ed ad esempio io invece faccio ancora confusione quando devo aprire un thread su dove vada messo o no. La stessa cosa quando ho inziato qualsiasi cosa la iniziavo convinta del mio amore per quella o per quell'altra cosa e poi che cosa succedeva? Andava nel dimenticatoio quell'amore si assopiva. Davanti ad una difficoltà pensavo che non fosse amore pensavo ad un calesse e mollavo, mi arrendevo forse subentrava la pigrizia o la bassa autostima ( pensavo che non ero in grado di farlo) che cmq per me sono poi alla fine collegate. E l'amore che all'inizio c'era si spegneva ma se vado a vedere sotto forse ce ne è ancora invece ma l'apparente impossibilità di non farcela a volte fa si che sia più semplice dire: non amo più.
Nella mia vita ho notato che le persone arroganti amano di più anche se sembra un paradosso. Perchè la loro autostima è altissima e questo fa si che portino a termine qualunque cosa perchè la vivono come una sfida alla quale non possono rinunciare e dalla quale non possono essere sconfitti. Si amano talmente tanto che per quell'amore sarebbero disposti a tutto. Ma alla fine hanno un problema pure loro perchè fanno fatica ad amare chi non ce la fa senza cercare di capire il perchè che a loro risulta non esserci.
E' possibile secondo voi?
P.S. non mi riferisco a persone qui del forum

Ultima modifica di griselda : 20-05-2007 alle ore 15.33.40. Motivo: ci metto una vita a postare sempre a quanto pare visto che qualcuno nel frattempo posta non ho fatto in tempo a legger Red
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Vecchio 20-05-2007, 16.45.50   #31
Ray
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Nella mia vita ho notato che le persone arroganti amano di più anche se sembra un paradosso. Perchè la loro autostima è altissima e questo fa si che portino a termine qualunque cosa perchè la vivono come una sfida alla quale non possono rinunciare e dalla quale non possono essere sconfitti. Si amano talmente tanto che per quell'amore sarebbero disposti a tutto. Ma alla fine hanno un problema pure loro perchè fanno fatica ad amare chi non ce la fa senza cercare di capire il perchè che a loro risulta non esserci.
E' possibile secondo voi?
P.S. non mi riferisco a persone qui del forum
Non credo che l'ostinazione, la cocciutaggine e la caparbietà, dovute alla enorme resistenza ad ammettere di avere un'esagerata opinione di se, si possa chiamare amore, neanche con la a minuscola.
Viceversa la bassa autostima nasconde sempre un'altissima opinione di se... il pensare di non essere in grado non esiste. Esiste invece il convincersi, mentendosi, di non essere in grado, ed è una scusa per non fare sforzi.
Quel che può starci è il non sapere se si è in grado o no. In questo caso però, non c'è alcun motivo per non provarci, anzi c'è un motivo in più per sfrozarsi.
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Vecchio 20-05-2007, 18.02.19   #32
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Non credo che l'ostinazione, la cocciutaggine e la caparbietà, dovute alla enorme resistenza ad ammettere di avere un'esagerata opinione di se, si possa chiamare amore, neanche con la a minuscola.
Viceversa la bassa autostima nasconde sempre un'altissima opinione di se... il pensare di non essere in grado non esiste. Esiste invece il convincersi, mentendosi, di non essere in grado, ed è una scusa per non fare sforzi.
Quel che può starci è il non sapere se si è in grado o no. In questo caso però, non c'è alcun motivo per non provarci, anzi c'è un motivo in più per sfrozarsi.
Questo lo capisco e lo condivido in pieno.
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Vecchio 19-02-2009, 09.36.15   #33
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Scendendo in un discorso tecnico avete letto quasi tutti Gurdijeff e ci si perde al primo salto dell'ottava.... ma usando parole più vissute e collegandoci al thread Le condizioni per Lavorare (più precisamente al mio ultimo post http://ermopoli.it/portale/showpost....6&postcount=40) è che quasi sempre si iniziano cose che non sono un nostro bisogno reale.... compreso fare figli (lo so che adesso si potrebbe aprire una polemica ma non posso evitare di dirlo).
No?

Ho ripreso questo post e questa discussione (grazie Kael ) perchè penso sia molto attinente a quello che stiamo scrivendo ultimamente.

Chiederci cosa stà capitando alla società in fondo è anche utile per capire che capita a noi.

La frase nerettata mi ha colpito, forse perchè ogni giorno di più mi rendo conto di essere nel 98% della mia vita il prodotto di pensieri, desideri e manifestaszioni altrui.

Le condizioni per lavorare portano a una reale spinta, a una motivazione che deve partire da noi, dal profondo. Se invece la spinta parte dalla superficie (da un bisogno assorbito da qualcun altro) ecco che la spinta perde forza perchè, credo, lontana dalla sua fonte originaria (l'altro che ha riversato su di noi il suo bisogno)

Ma come fare per liberarsi, ammesso di averli visti, dei bisogni degli altri?

E' forse quello che scrivevi dall'altra parte capo? Quel "spezzare le catene del passato"?
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Vecchio 20-02-2009, 02.43.16   #34
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Ma come fare per liberarsi, ammesso di averli visti, dei bisogni degli altri?

E' forse quello che scrivevi dall'altra parte capo? Quel "spezzare le catene del passato"?
Si in senso cognitivo-razionale è questo in sintesi
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Vecchio 20-02-2009, 20.52.34   #35
dafne
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Si in senso cognitivo-razionale è questo in sintesi

e in senso emozionale?
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Vecchio 21-02-2009, 01.11.01   #36
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mi piace introdurmi in questa discussione, spero di non farlo a sproposito, ho cercato di leggere un pò tutti i vari commenti...il titolo, dove va l'amore?, mi fa capire che l'amore, con la a minuscola, ha un inizio e quasi sempre una fine! e per amore non si intende solo il sentimento tra uomo e donna ma anche l'amore-passione per una qualsiasi cosa cui diamo inizio, un lavoro, uno sport, un'attività sociale ecc. solo che partiamo con entusiasmo, poi perdiamo i colpi alle prime difficoltà e l'"amore" l'interesse viene meno. dafne afferma che spesso agiamo sotto la spinta di altri, genitori..mariti.., e dunque occorre liberarsi dalle catene del passato.
a questo punto io credo che tutti ci portiamo dietro l'imprinting iniziale e in base a quello operiamo le prime scelte, non sempre nostre ma dettate dall'inconscio, solo la maturazione dei nostri pensieri, l'imparare a conoscere le proprie esigenze reali, quanto più ci è affine, ci darà la consapevolezza di amare con sicurezza, di operare cernite che ci allontanano anche emotivamente dal passato, ci togliamo di dosso il primo vestito e ne indossiamo uno nuovo quello dettato dal nostro amore, dovremmo fare come i serpenti...mutare pelle! solo così daremo un senso alla nostra vita e la difenderemo dalle critiche, dagli attachi esterni, dai benpensanti, da tutto quel mare di ovvietà che riempiono la vita di gente insicura e maldicente!
potrebbe anche capitare di fare figli contro la nostra volontà, mi rivolgo ad uno, ma una volta genitori il percorso interiore cambia, non c'è più libertà di agire, da attori della propria vita si diventa vittime passive dell'amore incondizionato, istintivo verso i figli, almeno fino a quando sono piccoli, l'esigenza di curarli e di accudirli e di farli crescere bene, diventa amore che non passa e si sa perfettamente dove va, va verso il compimento della nostra responsabilità di genitori.
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Vecchio 21-02-2009, 09.37.29   #37
dafne
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Cambiare vestito dici,sarebbe bello ma mi sa che non è poi così facile
Fosse un abito intero, un vestito, sarebbe già bello ma mi sembra che, per restare in metafora, noi ci si vesta di più cose e di più strati, canotte, maglietta, camicia, maglione , giacca e poi calze calzettoni gonna o pantaloni, insomma, più capi.

Nel tempo ci cambiamo uno o più di questi, magari cambiando la giacca con quella della nonna, o della mamma o dell'amica del cuore crescendo e così via con ogni capo.

Alla fine chissà quante volte abbiamo creduto di esserci cambiati ma invece di aver su qualcosa di nostro abbiamo su ancora quello che ci ha dato qualcun altro.
Non so se si capisce

Anche fare figli (questo argomento ti colpisce sempre molto vero? ) può capitare che per mille motivi diversi non era esattamente ciò che volevi o, magari, non in quel momento.
Quello che scrivi è un pò inquietante "vittime passive dell'amore incondizionato", oltre al fatto che a mio sentire ti contraddici nelle parole. Come si fà ad avvicinare la condizione di una vittima all'amore incondizionato?
Passività e amore fanno già a botte vicino di loro ma se ci metti anche la vittima...

Lo confermi anche, sempre secondo me, quando dici che non si è più attori della propria vita mentre prima avevi scritto che può capitare di diventare genitori contro la propria volontà, ora, se accade contro la propria volontà puoi dire che quello era attore della propria vita?

Scusa, non vorrei sembrarti pesante ma non riesco a capire bene cosa vuoi dire e l'argomento in sè (dove finisce l'amore-spinta) m'interessa parecchio

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Vecchio 21-02-2009, 12.18.03   #38
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Cambiare vestito dici,sarebbe bello ma mi sa che non è poi così facile
Fosse un abito intero, un vestito, sarebbe già bello ma mi sembra che, per restare in metafora, noi ci si vesta di più cose e di più strati, canotte, maglietta, camicia, maglione , giacca e poi calze calzettoni gonna o pantaloni, insomma, più capi.

Nel tempo ci cambiamo uno o più di questi, magari cambiando la giacca con quella della nonna, o della mamma o dell'amica del cuore crescendo e così via con ogni capo.

Alla fine chissà quante volte abbiamo creduto di esserci cambiati ma invece di aver su qualcosa di nostro abbiamo su ancora quello che ci ha dato qualcun altro.
Non so se si capisce

Anche fare figli (questo argomento ti colpisce sempre molto vero? ) può capitare che per mille motivi diversi non era esattamente ciò che volevi o, magari, non in quel momento.
Quello che scrivi è un pò inquietante "vittime passive dell'amore incondizionato", oltre al fatto che a mio sentire ti contraddici nelle parole. Come si fà ad avvicinare la condizione di una vittima all'amore incondizionato?
Passività e amore fanno già a botte vicino di loro ma se ci metti anche la vittima...

Lo confermi anche, sempre secondo me, quando dici che non si è più attori della propria vita mentre prima avevi scritto che può capitare di diventare genitori contro la propria volontà, ora, se accade contro la propria volontà puoi dire che quello era attore della propria vita?

Scusa, non vorrei sembrarti pesante ma non riesco a capire bene cosa vuoi dire e l'argomento in sè (dove finisce l'amore-spinta) m'interessa parecchio

ti capisco, mi sembri ossessionata dall'indossare sempre vestiti non tuoi...eppure per quel poco che ti conosco, mi sembri una donna cosciente di sè, con idee tue che tenti di portare avanti, nonostante tutto e tutti, certo non è facile conoscersi a fondo ma tentare di sezionarci è già un fatto molto postivo, sono convinta che la nostra personalità si forma giorno per giorno, facciamo emergere nel caos che abbiamo dentro quello che più si addice a noi e non agli altri, certo alla fine siamo il risultato di molti componenti, di molti strati, quello che conta è che sei tu ormai consapevole ad indossare quello che più ti aggrada
"vittime passive dell'amore incondizionato"
è una frase che tento di spiegare, se resto incinta senza averlo voluto...sono vittima di me stessa, passiva in quanto non ho agito volontariamente...quando poi divento madre ed ho un bambino tra le braccia l'amore che provo è senza condizioni, mi sento di non poter entrare a patti con nessuno, è più forte di tutte le altre esigenze...e anche se mi costasse sacrificio, non lo disconoscerei mai, perchè l'amore per i figli è istintivo, forte e durevole come nessun altro sentimento
parlo ovviamente di figli che hanno bisogno di diventare grandi, di vivere la propria infanzia senza traumi, senza genitori complessati che riversino su di loro i propri malesseri, l'infanzia è un momento delicato che siamo in dovere noi genitori di tutelare, di proteggere anche da noi stessi

Ultima modifica di filoumenanike : 21-02-2009 alle ore 12.21.03.
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Vecchio 21-02-2009, 12.29.58   #39
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non si è più attori della propria vita mentre prima avevi scritto che può capitare di diventare genitori contro la propria volontà, ora, se accade contro la propria volontà puoi dire che quello era attore della propria vita?

tento di spiegare meglio quanto ho detto, sì, io penso che quando si vive si è sempre attori della propria vita ma se ci capita di diventare genitori contro la nostra volontà cosciente, inconsapevolmente potremmo aver agito in tal senso e dunque saremmo attori senza saperlo, l'iter cambia, coscienti e non coscienti, ci dobbiamo assumere un compito serio, quello di prenderci cura dei figli
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Vecchio 21-02-2009, 14.00.36   #40
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potrebbe anche capitare di fare figli contro la nostra volontà, mi rivolgo ad uno, ma una volta genitori il percorso interiore cambia, non c'è più libertà di agire, da attori della propria vita si diventa vittime passive dell'amore incondizionato
La libertà c'è eccome invece. Il fatto che esista un senso etico, un senso del dovere, non vuol dire che non si può far come molti e cioè fregarsene dei propri figli. Anche se mi trovo per le mani un figlio che inizialmente non volevo, posso scegliere se dargli tutto me stesso o no, e se non riesco a non dargli tutto me stesso vuol dire che ho già scelto, magari non razionalmente, ma la libertà c'è sempre.

Ricordo ancora una volta che la vera libertà non è fare quello che si vuole, ma Volere quello che si fa... Vista in quest'ottica la vita ci mette costantemente di fronte a scelte o situazioni spiacevoli, che preferiremmo non affrontare, ma nel momento in cui arrivano possiamo sempre scegliere se farle comunque con amore o se invece controvoglia. Un uomo che riesca davvero a far coincidere la volontà col dovere è un uomo libero che non conosce costrizioni...

PS: Vittime passive dell'amore incondizionato? Se è amore veramente incondizionato saremo felici, non vittime...


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almeno fino a quando sono piccoli, l'esigenza di curarli e di accudirli e di farli crescere bene, diventa amore che non passa e si sa perfettamente dove va, va verso il compimento della nostra responsabilità di genitori.
Su questo concordo, del resto è facile "rigare dritti" su cose per noi estremamente importanti, è sulle piccole che ci perdiamo continuamente e non portiamo a termine niente.... Ma prova a sostituire quel "l'esigenza di curarli" con "la loro esigenza di essere curati"...
Così assume un significato completamente diverso no?
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Vecchio 21-02-2009, 18.06.07   #41
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La libertà c'è eccome invece. Il fatto che esista un senso etico, un senso del dovere, non vuol dire che non si può far come molti e cioè fregarsene dei propri figli. Anche se mi trovo per le mani un figlio che inizialmente non volevo, posso scegliere se dargli tutto me stesso o no, e se non riesco a non dargli tutto me stesso vuol dire che ho già scelto, magari non razionalmente, ma la libertà c'è sempre.

Ricordo ancora una volta che la vera libertà non è fare quello che si vuole, ma Volere quello che si fa...
PS: Vittime passive dell'amore incondizionato? Se è amore veramente incondizionato saremo felici, non vittime...
sì, hai ragione...amare incondizionatamente i figli è una scelta, non avevo considerato questo punto di vista
ho tentato di spiegare il passaggio iniziale di vittime passive: ho un figlio non voluto (a parte che potremmo incosciamente agire per averlo!) e dunque sono vittima della circostanza ma poi l'amore per il figlio mi guida istintivamente, per lo meno nella maggior parte dei casi, a prendermi cura con amore del figlio e dunque divento felice
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Vecchio 22-02-2009, 02.12.19   #42
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e in senso emozionale?
In senso emozionale mica te lo puoi provocare da sola qualcosa che ti porti alla liberazione.

aspetta, riavvolgo il nastro e replay:

tu chiedi

Ma come fare per liberarsi, ammesso di averli visti, dei bisogni degli altri?

E' forse quello che scrivevi dall'altra parte capo? Quel "spezzare le catene del passato"?


io ti rispondo

Si in senso cognitivo-razionale è questo in sintesi


Intendendo che spezzare le catene è ciò su cui possiamo razionalmente ragionare, che possiamo vedere anche prima di iniziare, poi ovviamente il lavoro vero e proprio per essere completo dovrà toccare tutta la sfera della nostra personalità ivi comprese le emozioni. Queste però da soli non possiamo decidere di spingerle in un senso o in un'altro più di un certo punto, altrimenti non sarebbero più emozioni ma razionalizzazioni.
Noi al massimo se abbiamo capito bene come funziona possiamo cercare di portarci in in situazioni che accelerano le dinamiche che ci interessano, altrimenti dobbiamo aspettare che arrivino.
Invece una persona da fuori che veda tutto e sappia quello che fa potrebbe in occasioni favorevoli piazzarci di fronte a situazioni che per forza stimolano la giusta emozione, se la parte razionale è già pronta il gioco è fatto.
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Vecchio 22-02-2009, 17.52.08   #43
nikelise
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In senso emozionale mica te lo puoi provocare da sola qualcosa che ti porti alla liberazione.

aspetta, riavvolgo il nastro e replay:

tu chiedi

Ma come fare per liberarsi, ammesso di averli visti, dei bisogni degli altri?

E' forse quello che scrivevi dall'altra parte capo? Quel "spezzare le catene del passato"?

io ti rispondo

Si in senso cognitivo-razionale è questo in sintesi

Intendendo che spezzare le catene è ciò su cui possiamo razionalmente ragionare, che possiamo vedere anche prima di iniziare, poi ovviamente il lavoro vero e proprio per essere completo dovrà toccare tutta la sfera della nostra personalità ivi comprese le emozioni. Queste però da soli non possiamo decidere di spingerle in un senso o in un'altro più di un certo punto, altrimenti non sarebbero più emozioni ma razionalizzazioni.
Noi al massimo se abbiamo capito bene come funziona possiamo cercare di portarci in in situazioni che accelerano le dinamiche che ci interessano, altrimenti dobbiamo aspettare che arrivino.
Invece una persona da fuori che veda tutto e sappia quello che fa potrebbe in occasioni favorevoli piazzarci di fronte a situazioni che per forza stimolano la giusta emozione, se la parte razionale è già pronta il gioco è fatto.

Questo che scrive Uno e' molto interessante ed utile , affrontare situazioni difficili e fare scelte difficili e' quanto e' in nostro potere per rimanere sotto pressione per mantenere alto il livello dello sforzo .
Cosi' non rischiamo di annoiarci.....ma che fatica .
Parliamo delle ricompense , quando arrivano ?
Come sono fatte?
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Vecchio 22-02-2009, 23.38.08   #44
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E se non ci fossero?
Se la ricompensa fosse solo una, una ed unica, finale.

Questo potrebbe essere il motivo di crolli e rinunce, ci aspettiamo sempre che ci sia una ricompensa al dolore, alla soffernza ma bene che ci vada possiamo giusto avere la possibilità di ricominciare.

Mancanza di ricompense per trovare l'unica spinta vera ed originale, non mossa da un bisogno o da un desiderio di colmare...
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Vecchio 23-02-2009, 14.19.38   #45
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Questo che scrive Uno e' molto interessante ed utile , affrontare situazioni difficili e fare scelte difficili e' quanto e' in nostro potere per rimanere sotto pressione per mantenere alto il livello dello sforzo .
Cosi' non rischiamo di annoiarci.....ma che fatica .
Parliamo delle ricompense , quando arrivano ?
Come sono fatte?
Mah ultimamente mi sto accorgendo che non ce ne sono, l'unica ricompensa pare sia l'allargamento della sopportazione per poter fare nuovi sforzi più grandi.
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Vecchio 23-02-2009, 15.48.14   #46
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Questo che scrive Uno e' molto interessante ed utile , affrontare situazioni difficili e fare scelte difficili e' quanto e' in nostro potere per rimanere sotto pressione per mantenere alto il livello dello sforzo .
Cosi' non rischiamo di annoiarci.....ma che fatica .
Parliamo delle ricompense , quando arrivano ?
Come sono fatte?
Le ricompense arrivano, anche se quasi sempre te ne accorgi solo dopo un po' che sono arrivate. Sono fatte "al negativo", nel senso che, per la maggior parte, tolgono o compensano gli impedimenti che c'erano allo sviluppo. Quindi finisce che si ottengono cose che "verrebbero da se" (o verrebbero fornite) in situazioni ideali tipo età dell'oro ma che nella realtà non possono arrivare se non dopo percorso.
Insomma lo sforzo e il risultato rendono attive funzioni prima solo potenziali.
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Vecchio 24-02-2009, 00.42.04   #47
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Mah ultimamente mi sto accorgendo che non ce ne sono, l'unica ricompensa pare sia l'allargamento della sopportazione per poter fare nuovi sforzi più grandi.
Per me già questa è una ricompensa, riuscire ad avere un vaso più largo ..
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 24-02-2009, 01.10.54   #48
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Le ricompense arrivano, anche se quasi sempre te ne accorgi solo dopo un po' che sono arrivate. .
la ricompensa potrebbe essere la mancanza di dolore, di sofferenza, non sappiamo riconoscere gli attimi che diventeranno importanti e compensativi,
mi è capitato di vivere momenti che sapevo irripetibili eppure in quei momenti l'attimo era uguale agli altri, solo la memoria... il ricordo, rielaborato e interiorizzato, lo ha reso indelebile, ed allora solo dopo averlo vissuto l'ho goduto veramente
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Vecchio 24-02-2009, 23.19.49   #49
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Io penso che quando una cosa interessa si fa qualsiasi cosa per ottenerla e per portarla a termine, e se fosse una cosa che dura tutta la vita la ricompensa è già quella di essere sulla strada per raggiungere quel fine.
Una cosa che sta a cuore è una cosa che si ama, e l'amore vero è gratuito, non chiede nulla in cambio, non aspetta la ricompensa, essendo già insita nel fatto di amare.
Le cose che inizio e non porto a termine sono tante comunque, perchè dentro di me faccio una graduatoria delle cose più importanti e quelle meno. Qualche volta capita che presa dall'entusiasmo di un nuovo inizio trascuri per un po' le cose più importanti, ma appunto per questo quelle cose che non porto a termine significa che in fondo in fondo non erano tanto necessarie e questo lo vedo perchè mi richiedono uno sforzo di volontà per continuarle e quindi un po' alla volta vengono accantonate a quando avrò tempo e voglia di continuarle.
C'è invece un altro genere di cose che vorrei inziare perchè fanno parte delle cose che desidero veramente per me, ma non riesco mai a iniziare, mettendo davanti sempre quelle che ritengo più importanti, come i rapporti familiari, i doveri quotidiani che quando si fanno con amore di farlo diventano leggere, se le faccio controvoglia diventano pesanti, e quindi mi chiedo tutti quei semi che potrei seminare e avere un mio raccolto non li pianto mai nella terra, questo mi rendo conto che non è giusto nè verso di me nè verso gli altri, ho paura che l'amore per un hobby, una cosa che mi piace, mi tolga tempo per le altre cose e mi faccia passare per egoista e insensibile e invece so che non è così perchè quando si soddisfano i propri bisogni si è felici e raggianti e persone più complete anche verso gli altri.
E allora perchè succede questo ?
Forse quello che ritengo importante sono bisogni non miei ma instillati dagli altri che identifico con l'amore mentre l'amore è seminare tutti i nostri talenti e le nostre passioni....
Eppure so che è possibile coordinare il tutto in maniera armoniosa e in questo modo si moltiplica anche l'amore per quello che si fa, e allora perchè non ci riesco ?
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Vecchio 25-02-2009, 01.00.37   #50
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Io penso che quando una cosa interessa si fa qualsiasi cosa per ottenerla e per portarla a termine, e se fosse una cosa che dura tutta la vita la ricompensa è già quella di essere sulla strada per raggiungere quel fine.
Una cosa che sta a cuore è una cosa che si ama, e l'amore vero è gratuito, non chiede nulla in cambio, non aspetta la ricompensa, essendo già insita nel fatto di amare.
Le cose che inizio e non porto a termine sono tante comunque, perchè dentro di me faccio una graduatoria delle cose più importanti e quelle meno. Qualche volta capita che presa dall'entusiasmo di un nuovo inizio trascuri per un po' le cose più importanti, ma appunto per questo quelle cose che non porto a termine significa che in fondo in fondo non erano tanto necessarie e questo lo vedo perchè mi richiedono uno sforzo di volontà per continuarle e quindi un po' alla volta vengono accantonate a quando avrò tempo e voglia di continuarle.
C'è invece un altro genere di cose che vorrei inziare perchè fanno parte delle cose che desidero veramente per me, ma non riesco mai a iniziare, mettendo davanti sempre quelle che ritengo più importanti, come i rapporti familiari, i doveri quotidiani che quando si fanno con amore di farlo diventano leggere, se le faccio controvoglia diventano pesanti, e quindi mi chiedo tutti quei semi che potrei seminare e avere un mio raccolto non li pianto mai nella terra, questo mi rendo conto che non è giusto nè verso di me nè verso gli altri, ho paura che l'amore per un hobby, una cosa che mi piace, mi tolga tempo per le altre cose e mi faccia passare per egoista e insensibile e invece so che non è così perchè quando si soddisfano i propri bisogni si è felici e raggianti e persone più complete anche verso gli altri.
E allora perchè succede questo ?
Forse quello che ritengo importante sono bisogni non miei ma instillati dagli altri che identifico con l'amore mentre l'amore è seminare tutti i nostri talenti e le nostre passioni....
Eppure so che è possibile coordinare il tutto in maniera armoniosa e in questo modo si moltiplica anche l'amore per quello che si fa, e allora perchè non ci riesco ?
Perchè "coordinare tutto in maniera armoniosa" è difficilissimo. Dici tu stessa che sai che se ti dedicassi a delle cose che ti interessano andrebbe meglio anche sul resto ma non ci riesci (sensi di colpa)... il che è come dire che l'intelletto dice una cosa e il centro emotivo un'altra... quindi fai/inizi ma non fai, pensi ma non dici eccetera. Comune condizione umana credo (il che non significa ovviamente che non si debba cercare di armonizzare eccetera).

Sul discorso comunque mi viene una considerazione, che al limite potrebbe anche diventare un tread, e cioè la differenza tra importante ed urgente, anche se forse ne avevamo già parlato. Ci sono mille cose urgenti che dobbiamo fare prima, e a volte al posto, di quelle importanti...
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