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Vecchio 07-02-2006, 18.15.02   #26
seleparina
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Il prossimo passo forse dipende anche da come si affronta il primo. Un evento che mi dà la spinta iniziale mi porta a muovermi verso una consapevolezza che da sola dovrebbe essere bastante per cominciare a Voler fare il secondo passo.
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Vecchio 09-02-2006, 12.51.58   #27
Ray
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Cosa fare come prossimo passo, se l'uomo non sa fare, ma tutto intorno a lui accade? Come iniziare a camminare, appunto perchè trattasi di un Cammino, se di norma siamo mossi dagli eventi intorno a noi?
Come dice, credo giustamente, Sele... il primo accadimento mi dovrebbe dare quel minimo di discernimento che mi serve, se non proprio a fare qualcosa, almeno a riconoscere qualcosa... ovvero il primo passo dovrebbe contenere in potenza la apinta per il secondo. Alrimenti non sarebbe PRIMO passo... ma solo UN passo.

Poi è vero che l'uomo non sa fare e che è mosso dagli accadimenti, che non controlla minimamente. Infatti il primo vero passo è necessariamente all'indietro.

In linea di massima si può dire che consiste nello spostare il focus visivo da fuori a dentro. Smetto di osservare l'esterno e basta e inizio ad osservare l'interno... dove magari inizio a scoprire che anchè li tutto è meccanico, tutto accade.

Però se non posso veramente dirigere la mia volontà (ancora) all'esterno per veramente fare, posso inizialemnte dirigerla all'interno per NON fare.
Se ci si pensa un momento la prima assunzione di volontà del bambino è "no!". Il primo uso della volontà... all'inizio l'unico possibile... è un'opposizione. Non riesco ad oppormi alla fiumana esterna di accadimenti... forse posso oppormi a quella interna... almeno un po'. Forse posso iniziare a non seguire certe correnti (necessariamente ne seguirò altre)... per esempio istintuali... e questa, seppur parziale, seppur minima, seppur molto difficile... è comunque una scelta... o una proto-scelta... dico no al rimbalzare incontrollato da una corrente all'altra iniziando ad escludere certe correnti, almeno quando le vedo.

Questo, per quanto poco, è pur sempre un cambiamento. E come tale si riflette anche fuori. Il mio modo di vedere il mondo e di camminarci attraverso si modificherà. E questa modifica ne innescherà altre e così via.

Questo cambiamento amplierà di quel poco la mia visione... e mi permetterà di riconoscere qualche cosina in più... magari mi renderò conto che sto cercando e che voglio cercare... anche se non so ancora cosa, dove e come... ma saprò che cerco... e che, nello scorrere con la fiumana, dovrò stare attento alle occasioni... agli appigli che incontrerò e, di volta in volta, in un istante intuitivo, decidere se aggrapparmici o meno.

quando si trova una risposta si riconosce la domanda...
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Vecchio 11-02-2006, 19.06.29   #28
pluto
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Ogni cosa va fatta con amore, con amore, con amore......Dio, il Creato, la Natura è tutto amore...che sgorga in noi......Solo se mettiamo impegno con noi stessi possiamo raggiungere uno stato naturale di amore verso noi stessi e il prossimo....meglio se mettiamo il prossimo come priorità......E' l' amore che ci deve governare
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Vecchio 12-02-2006, 02.31.45   #29
jezebelius
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Sicuramente Pluto ma non dobbiamo dimenticarci di Fare nel senso che il solo dire che tutto è amore ma dirlo soltanto...a mio avviso serve a ben poco.
Qui ci sta la Forza di Volontà che in quanto secondo passo, come dice Ray, potenzialmente è contenuto nel primo.
Durante la percezione di un cambiamento, quando per almeno un istante ci si vede dall'esterno, ci si rende conto che si è al centro di una sensazione di nullità.
Si è consapevoli che le certezze - per come le si è sempre riconosciute e che si ricercavano all'esterno - non sono da considerasi tali e si percepisce all'interno un vuoto che deve ( vorrebbe ) essere colmato ma non si ha nessun mezzo mediante il quale arrivare all'obiettivo.
Tutto è incerto quindi anche la percezione che si ha di se.
Devo dire che si arriva ad un punto il quale utilizzato come base, fornisce la spinta adatta per fare qualcosa anche se non si ha la benchè minima idea per capire verso cosa bisogna dirigersi.
Per quanto mi riguarda si " inizia " , si concretizzano azioni, si affrontano discorsi; il tutto derivante da quella potenzialità la quale insita nell'incertezza con la quale ci si ritrova in compagnia ci spinge ma non sappiamo dove.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 13-02-2006, 15.01.02   #30
Uno
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Esatto Sele ed Ray, il primo (vero come dici tu Ray) passo già contiene l'embrione del secondo, ma vediamo da un altro punto di vista come può inizare il movimento del primo passo...
sembra riduttivo... ma in una maniera molto meccanica... "quando il vaso è pieno..." cioè quando a forza di tentativi errati abbiamo esplorato tutte le strade sbagliate l'unica che ci rimane d'avanti è quella giusta...
Mi si potrebbe dire se non è possibile che capiti quella giusta prima di alcune di quelle errate, in un certo senso, in un ottica di atemporalità succede... da un altro punto di vista fuori del tempo le scelte stanno accadendo e si diramano nello stesso momento.. ma a noi non interessa... noi siamo immersi nel tempo e questa scelta dobbiamo trovare... quando seremo oltre i primi passi potremmo cercare di "sfruttare" questa Conoscenza per avere una maggiore possibilità di fare la scelta "giusta".

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Pluto ti ha già risposto bene Jez, ma aggiungo qualcos'altro: premettendo che mi trovi d'accordo sulla necessita di amare tutto e tutti con la stessa intensità, ma se non ne siamo capaci che facciamo? Ci crogiuoliamo nella poetic visione del mondo e nel senso di inadeguatezza o cerchiamo di muoverci?
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Vecchio 14-02-2006, 10.50.47   #31
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Esatto Sele ed Ray, il primo (vero come dici tu Ray) passo già contiene l'embrione del secondo, ma vediamo da un altro punto di vista come può inizare il movimento del primo passo...
sembra riduttivo... ma in una maniera molto meccanica... "quando il vaso è pieno..." cioè quando a forza di tentativi errati abbiamo esplorato tutte le strade sbagliate l'unica che ci rimane d'avanti è quella giusta...
Mi si potrebbe dire se non è possibile che capiti quella giusta prima di alcune di quelle errate, in un certo senso, in un ottica di atemporalità succede... da un altro punto di vista fuori del tempo le scelte stanno accadendo e si diramano nello stesso momento.. ma a noi non interessa... noi siamo immersi nel tempo e questa scelta dobbiamo trovare... quando seremo oltre i primi passi potremmo cercare di "sfruttare" questa Conoscenza per avere una maggiore possibilità di fare la scelta "giusta".
Questo discorso dei tentativi errati mi ha fatto venire in mente un gioco (ehm....ho una mente contorta ), non so se lo conoscete, si chiama "Master mind", si gioca in due, ci sono delle palline colorate (non ricordo se sono sei colori o di più) e uno dei due giocatori decide una sequenza di questi colori e la nasconde, il secondo deve indovinare la sequenza esatta attraverso una serie di tentativi, per ogni tentativo il primo giocatore segnala all'altro se ha azzeccato il colore e la posizione con un puntino nero e solo il colore con un puntino bianco.
In base alle informazioni ricevute quindi si realizzano le mosse successive per arrivare alla soluzione... ci sarà un momento in cui avremo provato tutte le combinazioni e non ne rimarrà che una sola....sta a noi prestare attenzione ai puntini neri e bianchi che ci sono indicati.
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Vecchio 14-02-2006, 11.40.32   #32
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Questo discorso dei tentativi errati mi ha fatto venire in mente un gioco (ehm....ho una mente contorta ), non so se lo conoscete, si chiama "Master mind", si gioca in due, ci sono delle palline colorate (non ricordo se sono sei colori o di più) e uno dei due giocatori decide una sequenza di questi colori e la nasconde, il secondo deve indovinare la sequenza esatta attraverso una serie di tentativi, per ogni tentativo il primo giocatore segnala all'altro se ha azzeccato il colore e la posizione con un puntino nero e solo il colore con un puntino bianco.
In base alle informazioni ricevute quindi si realizzano le mosse successive per arrivare alla soluzione... ci sarà un momento in cui avremo provato tutte le combinazioni e non ne rimarrà che una sola....sta a noi prestare attenzione ai puntini neri e bianchi che ci sono indicati.
Insomma... Cat.. non è proprio la stessa cosa...
Nella vita lo Spirito (non Cat.. Uno etc) deve sperimentare tutte le possibilità non cercare quelle vincenti... questo evidenzia il perchè del nato malato o povero etc... che poi si incasellano con altri discorsi di cause effetto non importa.. alla base ci sono degli Spiriti (alla base base Uno Spirito) che sperimentano tutte le infinite possibilità (paradosso tutte-infinite)
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Vecchio 14-02-2006, 17.00.24   #33
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Ah ecco...io avevo capito che i tentativi errati erano quelli necessari per arrivare alla "soluzione", non che andassero sperimentati tutti.. grazie del chiarimento ^_^
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Vecchio 14-02-2006, 20.47.36   #34
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sembra riduttivo... ma in una maniera molto meccanica... "quando il vaso è pieno..." cioè quando a forza di tentativi errati abbiamo esplorato tutte le strade sbagliate l'unica che ci rimane d'avanti è quella giusta...
Ma... allora, se è l'unica che ci rimane davanti, è inevitabile prenderla, a meno di insistere su strade sbagliate, ma se sappiamo che le altre sono sbagliate... significa che "tentiamo" l'unica strada che ci rimane?
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Vecchio 21-02-2006, 00.34.11   #35
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Ma... allora, se è l'unica che ci rimane davanti, è inevitabile prenderla, a meno di insistere su strade sbagliate, ma se sappiamo che le altre sono sbagliate... significa che "tentiamo" l'unica strada che ci rimane?
Mi aggiungo a Red con un'altra domanda.
Visto che siamo " immersi " nel tempo, le varie vie che devono essere sperimentate, potenzialmente tutte, possono essere " diluite " appunto nell'arco dell'immersione?
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Vecchio 21-02-2006, 11.32.38   #36
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I primi passi sono in realtà il primo passo, quando ci accorgiamo che è solo l'ego che ci bloccca e ci fa percepire il Tutto staccato da noi, quando riconosciamo questo possiamo trovare la Realizzazione.
Ciao
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Vecchio 21-02-2006, 13.18.02   #37
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Benvenuto/a... Aresh
E dopo che ci accorgiamo (ed in che modo questo succede?) che cosa facciamo? Ah forse niente.... siamo Realizzati giusto?


Per Red e Jez... dunque le varie strade non sono assegnate in maniera immutabile da qualche entità superiore... ma si svolgono in un eterno infinito bilanciamento che si chiama karma (e che di solito è frainteso e di cui sarà meglio fare una discussione a parte, ci stavo pensando)
Quindi paradossalmente abbiamo un unica scelta ma possiamo cambiarla con la scelta di altri "noi" ....
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Vecchio 21-02-2006, 13.46.07   #38
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"Quindi paradossalmente abbiamo un unica scelta ma possiamo cambiarla con la scelta di altri "noi" ...."

quindi una scelta per ognuno degli altri "noi" o una scelta
che unifichi gli altri "noi"?
a questo punto c'è un "noi" che aspira a diventare un "Io"?

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Vecchio 21-02-2006, 18.30.15   #39
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Si può dire anche come l'hai detta Era...
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Vecchio 21-02-2006, 19.13.13   #40
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Benvenuto Aresh

Sono daccordo per mettere su una discussione che riguardi il Karma e tutte el sue componenti anche per una migliore chiarezza degli argomenti che a questo " parametro " sono collegati.

Per seguire l'esposizione, possiamo anche dire che i tanti " noi " aspirano, ognuno, a diventare un " Io " e fin qua ho capito.
Quelo che non mi è chiaro è se i " noi " hanno una coscienza. Mi verebbe da pensare che questa potenzialmente li " permea " ma non so fino a che punto è azzardato.
Altra cosa: la scelta di Divenire un " Io " unifica le altre scelte ovvero gli altri " noi " ?
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Vecchio 12-03-2006, 14.36.23   #41
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E' difficile darne in quanto siamo tutti Individui che sperimentano la stessa cosa in una forma diversa... ma ci sono dei punti di contatto in comune..... che si possono condensare in sintesi in Energia.
Quando ci troviamo in un buco l'unico modo per saltarne fuori è avere l'energia per farlo...
Riprendo un attimo questo discorso...
L'Energia per uscire da un buco. In questi giorni mi sono trovata a dover pensare a come fare per uscirne.. perchè mi sembra di avere tutti gli elementi per poterlo fare, ma poi, alla fine, mi perdo. le prime cose che mi vengono in mente, sono disciplina e concentrazione, l'attenzione, porre attenzione su cosa si fa, in ogni momento della giornata. Ma , nello stesso tempo, si dovrebbe riuscire a goderne, godere di cio' che ci circonda, lasciare per un attimo che il nostro corpo ci dica di cosa abbiamo bisogno... un buon metodo che avevo trovato, è quello di guardarsi bene intorno.. la natura, i colori, la luce del sole, lasciare che questi elementi diventino parte di noi... ma anche.. la quotidianità. Si finisce per perdere di vista che cio' che viviamo ogni giorno ha una sua importanza, sembra che tutto sia banale, senza importanza. E invece, finchè siamo qui, le due cose, Ricerca e quotidianità, dovrebbero, convivere armonicamente, senza essere separate... altrimenti si rischia di vivere due realtà... e di perdere di vista ciclicamente, una o l'altra. Forse così... si potrebbe riuscire a saltare fuori dal fosso... armonizzando le due cose... Potrebbe essere una strada per continuare a camminare?
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Vecchio 12-03-2006, 19.48.48   #42
Ray
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Secondo me RedW, mescoli un po'... ma forse è solo una questione di termini... non so.

Armonizzarsi con ciò che ci sta intorno e goderne non sono proprio la stessa cosa... direi anche che la prima va bene e la seconda un po' meno, ma qui, appunto, dipende molto da ciò che intendiamo per "godere".

Finchè resto ancorato al pricipio dicriminatorio piacere-dolore... sofferenza-godimento... difficilmente mi armonizzerò con ciò che mi sta intorno, perchè sarò sempre auto-riferito. Invece una volta armonizzatomi, tanto più mi armonizzo, tanto più "godo" (nel senso che fluisco assieme, faccio parte, non strido e non che mi da piacere) di ciò che mi circonda. E' si una sensazione di benessere ma dirla "piacevole" può essere fuorviante... mi da energia, nel senso che elimino gli impedimenti a farla scorrere... godere mi fa consumare energia, così come soffrire.

Finchè sono impegnato a stare bene o male... difficilmente starò e basta... finchè sono gaudente o sofferente, difficilmente Sono...

Non so se era questo che intendevi e non so se è chiaro... bon...
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Vecchio 12-03-2006, 21.25.39   #43
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Secondo me RedW, mescoli un po'... ma forse è solo una questione di termini... non so.

Armonizzarsi con ciò che ci sta intorno e goderne non sono proprio la stessa cosa... direi anche che la prima va bene e la seconda un po' meno, ma qui, appunto, dipende molto da ciò che intendiamo per "godere".

Finchè resto ancorato al pricipio dicriminatorio piacere-dolore... sofferenza-godimento... difficilmente mi armonizzerò con ciò che mi sta intorno, perchè sarò sempre auto-riferito. Invece una volta armonizzatomi, tanto più mi armonizzo, tanto più "godo" (nel senso che fluisco assieme, faccio parte, non strido e non che mi da piacere) di ciò che mi circonda. E' si una sensazione di benessere ma dirla "piacevole" può essere fuorviante... mi da energia, nel senso che elimino gli impedimenti a farla scorrere... godere mi fa consumare energia, così come soffrire.

Finchè sono impegnato a stare bene o male... difficilmente starò e basta... finchè sono gaudente o sofferente, difficilmente Sono...

Non so se era questo che intendevi e non so se è chiaro... bon...
Possiamo dire, in sintesi Ray, che quello che dici si avvicina alla possibilità di essere immersi nella quotidianità senza interferenze ovvero sia senza la riflessione sul " bello " o sul " brutto ", dunque essere in una maggiore armonia con se stessi a prescindere dalla bella giornata o da quella nella quale la pioggia abbonda ?


Credo che Red si stia riferendo in parte a quello di cui si discute ma anche, per altro verso, alla possibilità di " staccare " ( anche se non completamente ) la spina da ciò che ci " tiene" impegnati sia sotto l'aspetto della quotidianità ma anche sotto l'aspetto della Ricerca.
Condivido il fatto che per una persona che si Incammina, l'Attenzione( con questo intendo un principio di tale atteggiamento ovvero non ancora conformato/confermato ) possa risultare dispendiosa energeticamente poichè, pur risultando come una lampadina che si accende e si spegne, consuma ancora di più rispetto alla stessa lamapadina, la quale se rimanesse constantemente Accesa....consumerebbe di meno...o no?
Non so se mi sono spiegato...
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Vecchio 12-03-2006, 21.35.45   #44
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Ray in effetti ho espresso male.. il "goderne" non era proprio quello che intendevo. In buona parte mi hai risposto (grazie ).
Vediamo se riesco a spiegarlo in maniera un po' meno confusa.
Il procedere in un Cammino, a volte, fa sì, che tutto il resto, la quotidianità, venga messa da parte. Questo sta succedendo a me, e per questo, mi chiedevo, come poter fare, per fare sì che tutto non mi sembri banale, e di nessuna importanza, rispetto ad un percorso di Conoscenza, ai primi passi... Non perdere di vista insomma il fatto che sono qui, e se sono qui, finchè ci sono, quel che devo fare ogni giorno (lavorare, stare in mezzo alla gente, etc) , dovrebbe avere importanza... invece, non mi importa molto di tutto questo. Lo faccio perchè devo farlo, ma ho sempre, costantemente la mente occupata su altro. E alla fine, è come vivere due realtà... che credo, appunto di dover in qualche modo riuscire ad armonizzare....
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Vecchio 12-03-2006, 21.52.08   #45
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Credo che Red si stia riferendo in parte a quello di cui si discute ma anche, per altro verso, alla possibilità di " staccare " ( anche se non completamente ) la spina da ciò che ci " tiene" impegnati sia sotto l'aspetto della quotidianità ma anche sotto l'aspetto della Ricerca
Scusami Jez non ho visto che stavi rispondendo anche tu
In realtà, piu' che "staccare la spina", intendevo una fusione della vita di ogni giorno con la Ricerca.. Riuscire quindi, a porre attenzione su quel che si fa, se si sta a esempio lavorando, pensare , avere interesse, per quel che si fa in quel momento, non perdere insomma il contatto con la materia in buona sostanza. Cosa che mi sta capitando da un po'... sembra che tutto ciò che mi accade, non mi tocchi minimamanente, non mi interessa....
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Vecchio 12-03-2006, 22.38.51   #46
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Scusami Jez non ho visto che stavi rispondendo anche tu
In realtà, piu' che "staccare la spina", intendevo una fusione della vita di ogni giorno con la Ricerca.. Riuscire quindi, a porre attenzione su quel che si fa, se si sta a esempio lavorando, pensare , avere interesse, per quel che si fa in quel momento, non perdere insomma il contatto con la materia in buona sostanza. Cosa che mi sta capitando da un po'... sembra che tutto ciò che mi accade, non mi tocchi minimamanente, non mi interessa....
In un certo senso mi sono intortolato da solo.
Staccare... dunque volevo intenderlo nella circostanza di " non dare troppo peso a... " nè ad uno nè ad un altro aspetto in sostanza ma dare ad entrambi la stessa valenza, la stessa intensità.
Per cui mi sembra che il mio non chiaro concetto sia stato espresso da Te in maniera nitida

Comunque credo che per l'inizio la mancanza di interesse ( mi pare che di questo si parli ) sia cronica e la si può riscontare in qualsiasi situazione; nulla ci tocca anzi è come se passasse tutto liscio come l'olio. Credo che sia, al di la di tutto, una parte fondamentale per (ri)capire e forse
ri-comprendere alcune cose.
Mi sembra - anche se io non sono sicuramente il più adatto per parlare di oggettiva tappa - che nell'analisi quello che si dava per certo ora non esiste poichè la mente ha perso i suoi normali punti di appoggio.
E' come se si avesse bisogno di un " riprogammare " se stessi e quindi anche la quotidianità o qualsiasi azione sia in procinto di concretizzarsi ( e non solo le azioni ); tutto questo comunque è passeggero.
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I miei primi passi sono questi. Non è stato un evento traumatico o accidentale ma semplicemente la consapevolezza dell'orma dietro me.
Dopo aver a lungo curiosato tra le mille risposte, ho fatto mia la Domanda.
Quello che prima era un semplice divenire ha acquisito diverso significato e maggiore profondità.
la mia reazione è stata + o - questa............

Ma non sono tutte rose quelle fiorite. Da un lato la conquista dell'andare oltre ma dall'altro si percepiscono i mille lacci che imbrigliano lo Spirito a quella che secondo me è la sua naturale aspirazione. Ti liberi di uno ed eccone altri mille.
La soluzione potrebbe essere quella indicata qualche post + sù........................Volontà e Perseveranza. Bene, non sono un campione ne dell'una che dell'altra. Ma penso che i nostri limiti coinvivano assieme alle nostre risorse. Il segreto è limitare i primi e attingere dalle seconde......Facile a dirsi. E come son certo saprete....tra il dire e il fare.....


Un abbraccio
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Vecchio 01-04-2006, 11.32.37   #48
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Ciao Oneinone.
Effettivamente non credo che sia molto semplice nel riuscire a rendersi conto di cosa accade all'inizio; per cui mi trovi daccordo sulla " reazione "
In ogni caso una eterna e quotidiana attenzione che si dovrebbe utilizzare in ogni cosa è di fatti molto facile a dirsi e naturalmente difficile a farsi....ma nn impossibile
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Originalmente inviato da Oneinone
I miei primi passi sono questi. Non è stato un evento traumatico o accidentale ma semplicemente la consapevolezza dell'orma dietro me.
Dopo aver a lungo curiosato tra le mille risposte, ho fatto mia la Domanda.
Quello che prima era un semplice divenire ha acquisito diverso significato e maggiore profondità.
la mia reazione è stata + o - questa............

Ma non sono tutte rose quelle fiorite. Da un lato la conquista dell'andare oltre ma dall'altro si percepiscono i mille lacci che imbrigliano lo Spirito a quella che secondo me è la sua naturale aspirazione. Ti liberi di uno ed eccone altri mille.
La soluzione potrebbe essere quella indicata qualche post + sù........................Volontà e Perseveranza. Bene, non sono un campione ne dell'una che dell'altra. Ma penso che i nostri limiti coinvivano assieme alle nostre risorse. Il segreto è limitare i primi e attingere dalle seconde......Facile a dirsi. E come son certo saprete....tra il dire e il fare.....


Un abbraccio

Ma si che sono tutte rose... solo che le rose hanno le spine
Potresti essere uno dei casi in cui il processo si è talmente diluito da non farti notare un punto di "rottura", oppure che hai metabolizzato un trauma molto tempo dopo...
Uno non è connesso  
Vecchio 03-04-2006, 17.06.37   #50
Anubi
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Secondo me prima di capire cosa ci permette di fare il "primo passo" sarebbe opportuno capire cosa ci impedisce di farlo. Sembra un cane che si mangia la coda, ma così non è.
In realtà è tutto molto semplice, e mi sembra che lo stiate complicando troppo.
Facciamo una banale constatazione: l'uomo di tutti i giorni, l'uomo che si dedica alle sue cose di ogni giorno, si "evolve" spiritualmente in modo rapido e deciso? la risposta è certamente: No!. E questo perchè, se così non fosse, saremmo circondati da tonnellate di maestri spirituali che vivono in quella che gli amanti degli orientalismi chiamano la "Piena Consapevolezza". Invece, normalmente, siamo circondati da uomini che sono indaffarati a fare tutt'altro. Pertanto, venendo al succo della questione, per poter fare un primo tipedo passo verso una Conoscenza Spirituale, bisogna cambiare radicalmente. Cambiare abitudini, schemi mentali, idee preconcette, presunzioni etc etc.
Ma non è facile! Chi di noi è seriamente disposto a farlo quando, ad esempio, temiamo il giudizio della gente? Pochi molto pochi. Ed allora per cambiare, a meno che non esista una innata predisposizione (sulla cui natura sorvolo, trattandosi di casi eccezionali), è sempre necessario un "evento" che ci "obblighi" in qualche modo a cambiare. Sia esso un "trauma" spiacevole (un lutto, una malattia, un dolore profondo) o sia esso piacevole (un grande amore disinteressato, ad esempio). Se manca questo evento nella nostra vita, con il piffero che cambiamo la nostra "forma mentis".
Saluti.
Anubi non è connesso  
 


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