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Vecchio 30-08-2006, 17.46.43   #76
Era
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Originalmente inviato da sitael

Eccola qui l'autrice: Claudia Rainville


Azz...avevo il sospetto si trattasse di lei...
ha messo a punto una sua teoria...basata
sul suo percorso di vita e di salute....
ci sono delle cose buone....
il guaio è che tra le sue teorie...c'è quella di immedesimarsi
nella malattia...di diventare la malattia stessa
non sono daccordo con molte cose che dice...
già siamo condizionati da un semplice mal di testa
se poi ci immedesimiamo è finita....mi dispiace di
fare sempre la demolitrice....ma la signora in questione..
si è arricchita con due ..dico due libri...e ha fondato
scuole dove si "formano" "miracolanti"...non trovo altro
termine...e moltissime illusioni....non va dimenticato
che chi è malato è anche soprattutto fragile....
gia c'è la medicina canonica che illude...e i vari
santoni...guaritori...aggiustaossa....

ok prendiamo il buono da ogni cosa...e lasciamo
il resto....senza bere tutto come oro colato...

assolutamente fuori tema...lo so
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Vecchio 30-08-2006, 17.49.17   #77
Era
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mi va di aggiungere il sottotitolo di uno dei suoi libri
"la guarigione a portata di mano"

azz dillo a chi è malato sul serio!
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Vecchio 30-08-2006, 21.03.20   #78
Uno
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Beh anche buona parte del brano postato da Sitael è ciò che negli anni 70 chiamavano pensiero positivo... ha dei fondamenti... come li hanno gli antibiotici... ma non si può usare così a caso... equivale a non usarlo
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Vecchio 23-03-2009, 10.27.36   #79
dafne
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Questo è un argomento molto complesso e importante, e dal mio punto di vista stava bene anche in esoterismo, comunque siccome lo vorrei affrontare (almeno all'inizio)da un punto di vista psicologico, ci provo qua, naturalmente insieme a voi spero...
Credo (io ne sono sicuro, ma non voglio fare il solito presuntuoso) che la paura e le attrazioni tra i poli opposti (detti spesso sessi) siano le due principali forze (repulsive o attrattive) che influiscono almeno all'inizio
di un percorso di evoluzione dell'individuo.
Per adesso prendo in considerazione solo la paura, che cos'è la paura? Le si possono dare tante definizioni, ma la "mia" è che la paura è la repulsione da ciò che non siamo in grado di controllare, qualcuno potrebbe dirmi giustamente che non tutto quello che non controlliamo ci fa paura, e allora qual'è un'altra variabile in gioco? E' l'importanza che si da alla situazione, e l'importanza deriva dal fatto di aver o meno superato un determinato punto.
Provo con un esempio che non c'entra niente ma spero renda, se inizio un nuovo hobby, un nuovo tipo di lavoro che mi stimola, all'inizio finchè non mi sarò impadronito "dell'arte" darò grande importanza alla cosa, poi con il tempo diventerà normale, cioè ho già superato la novità, in un certo senso ci sono delle cose che pur non controllandole non ci creano fobie perchè comunque abbiamo superato già la situazione, il discorso si allargherebbe sul perchè con certe situazioni, già alla nascita abbiamo superato lo scoglio, ma questo credo sia un discorso da altra sede (sezione/categoria)
Riparto da qui, ho letto quasi tutta la discussione ma ad un certo punto mi sono accorta di essermi persa e quindi vorrei riprendere con calma.

La paura sarebbe quindi quella forza che ci allontana da un qualcosa su cui non abbiamo controllo.

Era poi faceva un fantastico elenco (a leggerlo mi par di giocare a "ce l'ho ce l'ho ce l'ho, manca...come con le figurine ) in cui si spazia dalla paura di oggetti o animali a paura per alcune situazioni.

Un'altra cosa che ho imparato è che spesso (ma potrebbe essere sempre) spostiamo su oggetti o cose la paura per un qualcos'altro dentro di noi che non siamo in grado di affrontare, in un certo senso lo scarafaggio o il serpente o gli spazi aperti diventano il mezzo con cui veicoliamo un profondo disagio.
Ray sottolineava come affrontare queste situazioni invece che andare diretti al disagio (se ho capito giusto) ci permette di non impazzire.

Mi fermo, per vedere se questo è giusto e per rileggere il resto
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Vecchio 24-03-2009, 18.43.24   #80
stella
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Riparto da qui, ho letto quasi tutta la discussione ma ad un certo punto mi sono accorta di essermi persa e quindi vorrei riprendere con calma.

La paura sarebbe quindi quella forza che ci allontana da un qualcosa su cui non abbiamo controllo.

Era poi faceva un fantastico elenco (a leggerlo mi par di giocare a "ce l'ho ce l'ho ce l'ho, manca...come con le figurine ) in cui si spazia dalla paura di oggetti o animali a paura per alcune situazioni.

Un'altra cosa che ho imparato è che spesso (ma potrebbe essere sempre) spostiamo su oggetti o cose la paura per un qualcos'altro dentro di noi che non siamo in grado di affrontare, in un certo senso lo scarafaggio o il serpente o gli spazi aperti diventano il mezzo con cui veicoliamo un profondo disagio.
Ray sottolineava come affrontare queste situazioni invece che andare diretti al disagio (se ho capito giusto) ci permette di non impazzire.

Mi fermo, per vedere se questo è giusto e per rileggere il resto
Io vorrei fare una distinzione tra la paura o meglio la fobia (diciamo degli scarafaggi o dei ragni ma potrebbe essere di qualsiasi cosa immotivata) perchè in quel momento li vediamo e li viviamo, e la fobia di una cosa che ci immaginiamo o che ci fa immaginare la nostra mente come reale.
Se nel primo caso la paura è motivata da un fatto oggettivo (tenendo sempre valido il discorso che su quello proiettiamo altre cose che non riusciamo a controllare) nel secondo caso in qualche modo inconscio la evochiamo (tipo la lingua batte dove il dente duole) ma la trasformiamo in altro.
Questo mi fa pensare che questa paura immotivata perchè non reale è utile a focalizzare un problema, è come se la mente cercasse di comunicare il disagio in questo modo, è un segnale per richiamare l'attenzione, e visto che normalmente ragni e scarafaggi o quant'altro di solito in una casa non ce ne sono, ce li fa immaginare come reali.
Le mie sono solo ipotesi, naturalmente, ma quello che posso dire per esperienza diretta è che la nostra mente, anche quando mente, ci dice una verità sul nostro stato psicofisico e questo mi è accaduto in momenti che poi ho superato.
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Vecchio 24-03-2009, 19.41.09   #81
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Io vorrei fare una distinzione tra la paura o meglio la fobia (diciamo degli scarafaggi o dei ragni ma potrebbe essere di qualsiasi cosa immotivata) perchè in quel momento li vediamo e li viviamo, e la fobia di una cosa che ci immaginiamo o che ci fa immaginare la nostra mente come reale.
Se nel primo caso la paura è motivata da un fatto oggettivo (tenendo sempre valido il discorso che su quello proiettiamo altre cose che non riusciamo a controllare) nel secondo caso in qualche modo inconscio la evochiamo (tipo la lingua batte dove il dente duole) ma la trasformiamo in altro.
Questo mi fa pensare che questa paura immotivata perchè non reale è utile a focalizzare un problema, è come se la mente cercasse di comunicare il disagio in questo modo, è un segnale per richiamare l'attenzione, e visto che normalmente ragni e scarafaggi o quant'altro di solito in una casa non ce ne sono, ce li fa immaginare come reali.
Le mie sono solo ipotesi, naturalmente, ma quello che posso dire per esperienza diretta è che la nostra mente, anche quando mente, ci dice una verità sul nostro stato psicofisico e questo mi è accaduto in momenti che poi ho superato.
Si, ma dato che la proiezione è inconscia, come fai quando ti trovi di fronte al fatto vissuto (vedi uno scarafaggio) a stabilire se è paura reale o se è trasposizione inconscia? E ancora... come fai a stabilire dove finsce una e inizia l'altra?
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Vecchio 24-03-2009, 20.24.28   #82
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Si, ma dato che la proiezione è inconscia, come fai quando ti trovi di fronte al fatto vissuto (vedi uno scarafaggio) a stabilire se è paura reale o se è trasposizione inconscia? E ancora... come fai a stabilire dove finsce una e inizia l'altra?
Se la paura è esagerata rispetto al fatto reale, si tratta di una proiezione inconscia.
Se vedo uno scarafaggio sul primo momento caccio un urlo e cerco di scappare, ma poi mi rendo conto che è solo uno scarafaggio e cerco un sistema per neutralizzarlo, tipo un buon insetticida, e non ci penso più, non vivo ossessionata dagli scarafaggi.
Se invece è una proiezione non riuscirò a pensare che si tratta solo di quello e che non mi può fare del male ma solo un po' di ribrezzo, lo ingigantirò come se fosse una minaccia e di conseguenza aumenterà la mia paura e "lo vedrò" dappertutto solo a pensarci o sentirli nominare....

Quando avevo dei problemi psicologici avevo paura degli spazi aperti, non riuscivo ad attraversare una piazza o una via e c'è stato un periodo che non avevo il coraggio di uscire dalla porta di casa, ma questo è un altro discorso.
Spesso, in questo stesso periodo, mi è accaduto che la notte mi sentivo il letto invaso da insetti che mi camminavano sopra, accendevo la luce e mi rendevo conto che non c'erano, però continuavo a sentirli e questo non mi faceva dormire, ma se li vedevo da sveglia non è che mi mettevo a strillare o a urlare, ma subito me li "sentivo camminare addosso".....
Questa era proiezione di altro.
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Vecchio 24-03-2009, 21.10.38   #83
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Se la paura è esagerata rispetto al fatto reale, si tratta di una proiezione inconscia.
Se vedo uno scarafaggio sul primo momento caccio un urlo e cerco di scappare, ma poi mi rendo conto che è solo uno scarafaggio e cerco un sistema per neutralizzarlo, tipo un buon insetticida, e non ci penso più, non vivo ossessionata dagli scarafaggi.
Se invece è una proiezione non riuscirò a pensare che si tratta solo di quello e che non mi può fare del male ma solo un po' di ribrezzo, lo ingigantirò come se fosse una minaccia e di conseguenza aumenterà la mia paura e "lo vedrò" dappertutto solo a pensarci o sentirli nominare....

Quando avevo dei problemi psicologici avevo paura degli spazi aperti, non riuscivo ad attraversare una piazza o una via e c'è stato un periodo che non avevo il coraggio di uscire dalla porta di casa, ma questo è un altro discorso.
Spesso, in questo stesso periodo, mi è accaduto che la notte mi sentivo il letto invaso da insetti che mi camminavano sopra, accendevo la luce e mi rendevo conto che non c'erano, però continuavo a sentirli e questo non mi faceva dormire, ma se li vedevo da sveglia non è che mi mettevo a strillare o a urlare, ma subito me li "sentivo camminare addosso".....
Questa era proiezione di altro.
Ok, questi sono due parametri sensati (ce ne possono essere altri), ovvero se la ragione mi dice che la mia paura non ha riscontro reale (spazi aperti) o che è sproporzionata (occhio qui però che ci entra il soggettivo e può non esser così semplice valutare) posso operare una distinzione iniziale. O può operarla qualcuno per me... nel senso che parte dell'esame di realtà può venire da terzi e dai loro vissuti (come dire che se ho paura dei termosifoni e sono l'unico al mondo, forse è un problema mio).

Ho detto però iniziale apposta, in quanto l'unico modo di vedere realemente e con precisione la mia paura delle cose è lavorare sulle mie proiezioni (quando ho il sentore che ci siano) e vedere cosa resta.
Da questo punto di vista, il sentore che le proiezioni ci siano, le fobie sono un meccanismo estremamente utile, data la loro caratteristica di visibilità. Si potrebbe dire che, tra i vari meccanismi disfunzionali, è uno di quelli che porta maggior potenziale salvifico.
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Vecchio 08-07-2010, 18.01.03   #84
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Volevo riprendere un po' questa discussione, che ho riletto dall'inizio, perchè se ne parla in altro tread con Sole, ma più sul personale... qui invece si stava portando avanti un discorso generico.
C'è stata, all'inizio del tread vari anni fa, una vertenza sulla differenza tra paure e fobie, questione che a mio avviso non è importantissima ma che siccome può generare molti equivoci, forse è meglio chiarire.

La psicologia clinica e la psichiatria concordano, un po' come diceva Arianna molto tempo fa, nel distinguerle ma, come invece diceva Uno, non le distingue nella sostanza. Ossia sempre di paura si tratta. Quello che varia, a sentire le posizioni ufficiali, è l'intensità. Si tende a considerare la fobia come una paura sporporzionata all'oggetto che (apparentemente) la genera. Come andare in panico per un'ape. Da queto ragionamento si passa a considerare la paura come adattiva e la fobia come disadattiva... e su questo si basavano grossomodo tutte le argomentaziooni di Arianna. Ossia la paura mi suggerisce unn comportamento utile, come scappare di fronte ad una tigre, mentre la fobia me ne suggerisce, e magari mi ci constringe, uno sconveniente, come appunto avere panico di fronte ad un'ape o a un piccolo scorpione.

Quello su cui non si sono messi ancora d'accordo è quale dovrebbe essere il giusto grado di paura ad un determinato stimolo.
Qui posso aggiungere io qualcosa e credo di poter mettere assieme il discorso di Uno e di Arianna: questa distinzione è basata prendendo come punto di rieferimento l'umano al suo stato evoolutivo di partenza. Quindi egli, di fronte ad uno stimolo, è spinto dalla paura a conservarsi, me l'esperienza gli da la possibilità di evolvere, migliorando in seguito la risposta che la paura gli ha suggerito, iniziando così un percorso graduale di superamento della stessa.

Ora, se una paura è una risposta adeguata iniziale ad uno stimolo pericoloso, e se il suo superamento, totale o parziale, è una risposta evoluta allo stesso stimolo (per accettazione delle esperienze), la fobia può essere considerata una risposta involuta a quello stimolo. Ossia si ha più paura di quello che se ne avrebbe diciamo "la prima volta".

Infatti una fobia è qualcosa che si struttura, mentre una paura ce la troviamo pronta fin dall'inizio.
Anche se il modo per superare entrambe è identico, quello che può risultare interessante è il come e il perchè una fobia si struttura.
In genere avviene in seguito a delle esperienze non assimilate e che quindi lavorano ancora nell'inconscio dell'individuo... anche se queste esperienze possono avere analogie dirette o anche indirette all'oggetto della paura. Ossia una fobia può strutturarsi anche per "spostamento", come ha intuito Sole nell'altro tread.

Su questo ci torno... il discorso è molto lungo e il post è già molto pesante.
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Vecchio 08-07-2010, 23.52.41   #85
Sole
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Quel che ho capito è che una fobia è inconscia e come tale per esprimersi deve manifestarsi come fosse un sogno, per simboli, per archetipi anche, può capitare che in un momento di panico si abbiano visioni mostruose archetipali.
Per cui l'analisi del simbolo che sta usando l'inconscio per comunicarci la paura e cioè l'oggetto della fobia, potrebbe essere una chiave per aprire la porta. Questo simbolo è la proiezione inconscia dell'evento o degli eventi scatenanti. Se riuscissimo ad interpretare il simbolo per associazione potremmo trovare anche l'evento da ricapitolare.
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Vecchio 10-07-2010, 22.31.21   #86
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Quel che ho capito è che una fobia è inconscia e come tale per esprimersi deve manifestarsi come fosse un sogno, per simboli, per archetipi anche, può capitare che in un momento di panico si abbiano visioni mostruose archetipali.
Per cui l'analisi del simbolo che sta usando l'inconscio per comunicarci la paura e cioè l'oggetto della fobia, potrebbe essere una chiave per aprire la porta. Questo simbolo è la proiezione inconscia dell'evento o degli eventi scatenanti. Se riuscissimo ad interpretare il simbolo per associazione potremmo trovare anche l'evento da ricapitolare.
E' solo una questione di termini, ma specifichiamo, che sennò si rischiano incomprensioni.
La fobia non è inconscia, se lo fosse non ci renderemmo conto di avere paura dell'oggetto della fobia, anzi non avvertiremmo proprio paura. Ad essere inconsia è spesso l'origine della fobia, il nucleo che la genera. La fobia è ciò che quel nucleo inconscio manifesta nel conscio, ossia il sintomo.

Il sintomo è importantissimo. Esso è quanto di meglio il nostro inconscio è riuscito a produrre per segnalarci del nostro problema. Quindi, come dici giustamente, ha valore simbolico e inoltre contiene tutte le informazioni necessarie all'individuazione del vero problema e alla sua soluzione.

Ma prima di addentrarci sulla cosa dei simboli dovremmo dire qualcosa sull'origine delle fobie, sui traumi eccetera. In ogni caso non è detto che ci sia sempre uno specifico evento da ricapitolare e non è detto che la ricapitolazione basti a superare la paura (come faremmo con la paura di morire?... questo e altri tipi di paure invece immotivate o apparentemente tali però porterebbero il discorso fuori sezione).
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Vecchio 13-07-2010, 18.28.00   #87
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
...........Il sintomo è importantissimo. Esso è quanto di meglio il nostro inconscio è riuscito a produrre per segnalarci del nostro problema. Quindi, come dici giustamente, ha valore simbolico e inoltre contiene tutte le informazioni necessarie all'individuazione del vero problema e alla sua soluzione.
Dunque, se facessimo attenzione al sintomo, potremmo arrivare abbastanza rapidamente al nucleo, a quello che è l'origine della fobia? è attraverso il simbolo che ci lancia il sintomo che possiamo arrivarci?

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Ma prima di addentrarci sulla cosa dei simboli dovremmo dire qualcosa sull'origine delle fobie, sui traumi eccetera.
Se fosse possbile, mi piacerebbe approfondire questa parte, da cosa sono originate le fobie? come nascono? c'è sempre un trauma dietro, un evento scatenante? pero' se cosi fosse, effettivamente, come diceva Sole si potrebbe ricapitolare l'accaduto, e in linea teorica, una volta beccato il momento dovrebbe essere risolvibile in quel modo... invece tu dopo dicevi che non sempre è possibile superare la fobia (ed in effetti l'esempio della paura della morte è perfetto...) con la sola ricapitolazione. Come si fa allora con quelle paure? su cosa si puo' lavorare oltre che sulla ricapitolazione?
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Vecchio 13-07-2010, 19.21.23   #88
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Se fosse possbile, mi piacerebbe approfondire questa parte, da cosa sono originate le fobie? come nascono? c'è sempre un trauma dietro, un evento scatenante? pero' se cosi fosse, effettivamente, come diceva Sole si potrebbe ricapitolare l'accaduto, e in linea teorica, una volta beccato il momento dovrebbe essere risolvibile in quel modo... invece tu dopo dicevi che non sempre è possibile superare la fobia (ed in effetti l'esempio della paura della morte è perfetto...) con la sola ricapitolazione. Come si fa allora con quelle paure? su cosa si puo' lavorare oltre che sulla ricapitolazione?
Io ho paura dei gatti ma riesco , proprio perchè solo paura , a controllare le mie reazioni e dopo un iniziale disagio resto tranquillamente in casa di amici con gatto .
Ho però la fobia dei pennuti e non riesco a sopportarne la vicinanza, provo un profondo senso di disgusto quando sento lo sbattere delle ali e non riesco a superare lo schifo che provo per penne zampe e occhi vitrei.....qui non c'è nulla che io possa controllare.
Nel ricapitolare pensavo di aver individuato l'occasione o meglio le situazioni vissute che potrebbero aver scatenato questa paura incontrollabile , ma senza risultato alcuno , per cui faccio mia la richiesta di Red e mi metto in fila.
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Vecchio 19-07-2011, 16.30.29   #89
diamantea
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Quanto si è detto sul simbolo del ragno mi riporta ad una fobia di ragni e ragnatele che ossessionò per molti anni una persona a me vicina.
Era l'inizio dell'adolescenza o prima forse, la notte non dormiva mai, temeva di vedere questi ragni attorno, si controllava i riccioli nel caso ce ne fosse uno dentro. Poi con la terapia la fobia si è attenuata ma il ribrezzo è rimasto anche per i ragni di plastica, e ne ha contagiato un pò anche i figli.
Tuttavia scomparsa questa ossessione ne è venuta fuori un'altra che trovo molto attinente con il significato dei mondi, della manifestazione, la convinzione di essere a conoscenza di questi mondi e della loro manifestazione, essere depositario di una certa conoscenza sicuramente avvolorata da libri e link facili da reperire ovunque su internet.
La mia è un'ipotesi che si fa strada e vorrei capire meglio da cosa nasce e in cosa potrebbe evolvere una fobia quando si crede di averla superata. Se è vero come si diceva nei post precedenti che la fobia è proiezione di altro, se quando scompare questa proiezione si trasferisce in altro ma sempre attinente con il significato del simbolo in questione. Conoscerlo potrebbe rappresentare una porta d'accesso per aiutare la persona a prenderne coscienza o guarire ove possibile.

Mi metto in fila però, ci sono due richieste prima della mia
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Vecchio 19-07-2011, 16.57.12   #90
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vorrei capire meglio da cosa nasce e in cosa potrebbe evolvere una fobia quando si crede di averla superata. Se è vero come si diceva nei post precedenti che la fobia è proiezione di altro, se quando scompare questa proiezione si trasferisce in altro ma sempre attinente con il significato del simbolo in questione. Conoscerlo potrebbe rappresentare una porta d'accesso per aiutare la persona a prenderne coscienza o guarire ove possibile.

Mi metto in fila però, ci sono due richieste prima della mia
Anch'io vorrei capire meglio cosa si nasconde dietro a certe fobie come prendere l'ascensore o l'aereo. Sono due azioni che faccio ugualmente ma mi creano parecchia ansia.. Se nasce da qualcosa di non elaborato, teoricamente analizzando il sintomo si potrebbe arrivare all'origine.. Leggo che la tendenza claustrofobica (ascensore, spazi chiusi) potrebbe nascere da un episodio in cui si è stati costretti per lungo tempo in uno spazio, la mia memoria però non riesce a recuperare niente del genere, non credo sia così immediato il collegamento
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Vecchio 20-07-2011, 00.51.44   #91
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Provo a riprendere il discorso di circa un anno fa... si parlava della differenza tra fobie e paure, si diceva che grossomodo le fobie sono risposte sproporzionate allo stimolo mentre le paure no. Se ci basiamo solo su questa, forse un po' dozzinale, distinzione, vien da chiederci appunto come si origina una fobia. In linea di massima potremmo vedere due casi: l'esperienza a cui non ci siamo adattati (e quindi invece di averne meno paura ne abbiamo di più) e quello che potremmo chiamare "spostamento", cioè un adattamento per il quale, per sopravvivere al momento, sposto la paura da un oggetto ad un altro. A questo punto la fobia diviene incontrollata perchè io non ho davvero paura, tutta quella paura, di quella cosa, ma di altro che rivedo in quella cosa. Ad esempio, se io bambino avessi una paura grossa di mio padre violento ed ubriacone ma dovessi conviverci comunque potrei spostare la paura su un altro oggetto, ad esempio un ragno (si fa per dire) in modo da non dover sentire costantemente paura. L'effetto collaterale sarebbe che però, quando vedo un ragno, mi si scatena tutto il represso. Pigliate l'esempio con le dovute pinze, è solo discorsivo.

Da un certo punto di vista in realtà siamo sempre di fronte ad un trauma, cioè un evento che non abbiamo elaborato e che continua a lavorarci dentro. Il problema, nel secondo caso, è che potrebbe risultare difficile risalire dal ragno al padre, e non servirebbe ovviamente anulla ricapitolare i miei precdedenti incontri coi ragni... potrei non trovare nulla di significativo. In realtà qualcosina dovrebbe esserci... perchè un ragno e non un altro animale? Il fatto è che in assenza di esperienze di una certa rilevanza, soprattutto in tenera età, prendiamo dal collettivo e quindi ecco che i simboli giocano un ruolo maggiore. Ho paura dei ragni? Ci sarà qualcosa che mi imbriglia, mi inpedisce di muovermi, per mangiarmi... o almeno io la vivo così.

Bon, discorso appena iniziato, ma forse può aprire a qualche intuizione utile a proseguirlo...
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Vecchio 20-07-2011, 09.51.37   #92
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Ho molta simpatia per i ragni, topolini, grilli, formiche, scarafaggi che prendo con le mani, ma provo un certo ribrezzo per lucertole e blatte.
Quindi se ho capito bene bene si pesca nel collettivo ma in parte gioca ciò che ci evoca specificamente quel tal animale o insetto.

Mi sorge però il dubbio se provare ribrezzo è lo stesso che avere paura che di sicuro so distinguere non provo. Mi può far più paura una vespa per via delle allergie o del dolore che procurano pungendo.Ma già si è sul razionale.
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Vecchio 20-07-2011, 13.24.49   #93
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Beh prendere una blatta in mano fa schifo a tutti, non è una fobia!

Mi capita di avere la fobia descritta da Ray, sebbene la chiamo fobia intermittente, ovvero devo avere sempre paura di qualcosa, che si sposta su due o tre campi della mia vita, in genere questi sono i soldi, la salute, o l'impossibilità di amare, o la paura della legge. Sta di fatto che quando mi prende la fobia su una cosa, le altre 3 non mi spaventano, il che mi fa pensare che in realtà non ho paura veramente di queste cose, ma appunto di una fobia interiore che sposto continuamente.
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Vecchio 20-07-2011, 13.51.29   #94
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Ho paura dei ragni? Ci sarà qualcosa che mi imbriglia, mi inpedisce di muovermi, per mangiarmi... o almeno io la vivo così.
Se è vero quanto ho letto sul significato negativo della Madre che paralizza, la paura potrebbe derivare da una figura materna eccessivamente oppressiva, divorante o paralizzante?
Potrebbero anche unirsi i due significati, la paura del padre violento e ubriacone del tuo esempio di cui non ci si può difendere, e allo stesso tempo l'oppressione paralizzante di una madre che in qualche modo non protegge o costringe il figlio a subire la manifestazione violenta del padre.
Come nel simbolo positivo del demiurgo e della manifestazione del ragno, così in negativo il padre è il ragno che opera in negativo, e la madre la manifestazione di questa tessitura negativa che imbriglia e impedisce di muoversi, forse divora psicologicamente. Da qui la fobia se il carico psicologico è molto forte in età tenera in cui non ci si può difendere e non si è capaci di elaborare.
In questo caso l'uso del simbolo ci dovrebbe portare alla causa vera della fobia.
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Vecchio 20-07-2011, 21.46.26   #95
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Beh prendere una blatta in mano fa schifo a tutti, non è una fobia!

Mi capita di avere la fobia descritta da Ray, sebbene la chiamo fobia intermittente, ovvero devo avere sempre paura di qualcosa, che si sposta su due o tre campi della mia vita, in genere questi sono i soldi, la salute, o l'impossibilità di amare, o la paura della legge. Sta di fatto che quando mi prende la fobia su una cosa, le altre 3 non mi spaventano, il che mi fa pensare che in realtà non ho paura veramente di queste cose, ma appunto di una fobia interiore che sposto continuamente.
Non sono sicuro che diamo lo stesso valore alla parola fobia... se posso, quali sono i motivi che ti inducono a chiamare la tua così? A che cosa ti obbliga di volta in volta la paura?
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Vecchio 21-07-2011, 00.07.22   #96
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Mi obbliga a prendere strategie di eccessiva prudenza, o evitamento, in ogni caso pensavo che il termine fobia si riferisse a qualcosa di specifico, nel mio caso però mi genera soltanto ansia o malessere, ma non mi obbliga a nulla, apparte magari a mangiare per sfogo ma quello è una conseguenza. In effetti dopo 3 pagine non ho ancora ben capito la differenza tra paura e fobia.
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Vecchio 21-07-2011, 00.55.12   #97
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Mi obbliga a prendere strategie di eccessiva prudenza, o evitamento, in ogni caso pensavo che il termine fobia si riferisse a qualcosa di specifico, nel mio caso però mi genera soltanto ansia o malessere, ma non mi obbliga a nulla, apparte magari a mangiare per sfogo ma quello è una conseguenza. In effetti dopo 3 pagine non ho ancora ben capito la differenza tra paura e fobia.
Mah, penso che se la paura non è la sensazione principale non si possa parlare specificatamente di fobia... poi chiaro che in queste cose spesso ci sono elementi un po' di tutto quindi se cerchi qualcosa della fobia la trovi. Ma per fobia (adesso non c'entra approfondire la tua cosa) io intendo che qualcosa mi terrorizza.
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Vecchio 22-07-2011, 12.29.40   #98
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Io ce l'ho per gli scarafaggi, solo a scriverlo mi viene un senso di... brrrrrrrrrrrr
Basta la parola, o vederli alla tv, già mi sale questo senso di disgusto/malessere.
Se ce ne sono per terra o mi sembra faccio un salto sulla prima cosa alta che c'è, comincio a scrollarmi di dosso una cosa che in realtà è per terra (o mi sembra sia li). Mi muovo tutta strana ed è incontrollabile, non riesco a trattenermi.
Credo che questo possa essere definito fobia (o mania?), mi disgustano, mi terrorizzano, toccarli o qualsiasi altro tipo di contatto mi mette un senso tale di malessere che credo potrei sentirmi male se mi trovassi nella condizione di non poter scappare.

Questo per dire che è irrazionale, una paura irrazionale secondo me è fobia.
Lo scarafaggio cosa può farmi? Del male? Pungermi?
Ma nemmeno per sogno! Eppure mi assale quell'incontrollabile malessere, quella follia che mi fa sembrare agli occhi degli altri una pazza..
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 22-07-2011, 12.37.05   #99
Astral
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Beh ma gli scarafaggi non credo che nessuno li trovi graziosi, sebbene ci sono animali più pericolosi, comunque sono simboli di sporcizia, e povertà come i topi (paura della povertà?) poi comunque sentirseli camminare addosso magari non è che sia stimolante come situazione. Piuttosto sarebbe strano il contrario. Disgusto e malessere però non è paura, ma solo repulsione.

A me capita invece che la paura viene più da percorsi mentali, da ipotesi che hanno una probabilità di verificarsi remota, ma che vado sempre a stuzzicare, tipo il se succede questo, se succede quello, faccio ipotesi e mi proietto magari impotente o succube di eventi che possono verificarsi, ed in questi casi vado alimentare una paura o una fobia. Quindi posso dire un percorso mentale "negativo" che mi fa temere od attuare strategie per evitare il pericolo.
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Vecchio 22-07-2011, 12.51.35   #100
Faltea
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Beh ma gli scarafaggi non credo che nessuno li trovi graziosi, sebbene ci sono animali più pericolosi, comunque sono simboli di sporcizia, e povertà come i topi (paura della povertà?) poi comunque sentirseli camminare addosso magari non è che sia stimolante come situazione. Piuttosto sarebbe strano il contrario. Disgusto e malessere però non è paura, ma solo repulsione.
O.T.: io HO paura della povertà... grande Astral !!!! Credo tu mi abbia appena dato il pass per superare questa paura/fobia/malessere o mania.


Scusate... piccolo OT
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