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Vecchio 14-11-2010, 22.59.13   #26
Ray
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Di fatto non ho mai fatto nulla senza passare prima dall'errore,
questo è talmente tanto improbabile da risultare praticamente impossibile.
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Vecchio 15-11-2010, 12.29.52   #27
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questo è talmente tanto improbabile da risultare praticamente impossibile.
Vuol dire che avrò fatto cose senza prima sbagliare?
Se si significa che ancora una volta accentro la mia attenzione sull'errore dimenticando le volte in cui non c'è ne sono stati.
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Vecchio 15-11-2010, 12.54.00   #28
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Vuol dire che avrò fatto cose senza prima sbagliare?
No ti ha detto che è talmente remota come possibilità che di fatto è praticamente impossibile.

Quando si fa una cosa per la prima volta (se è realmente la prima volta, spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa) si sbaglia, se non si sbaglia prima si sbaglia dopo.
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Vecchio 15-11-2010, 13.23.44   #29
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Pretendere e presunzione sono due parole interessanti e micidiali, abbiamo scritto qualcosa in giro che possiamo anche riprendere qui.
Poi la seconda è la questione del controllo.
Chi controlla non vuole essere controllato e soprattutto giudicato in quel che fa per cui fa da solo. Ma non è un fare solo perchè sa fare solo ma è perchè non sa fare con altri. Fare con altri vuol dire lasciare il controllo... è collegato ad andare a colpo sicuro perchè di una situazione nuova, non a colpo sicuro, non si ha controllo. C'è il buio, l'ignoto e a chi non fa paura l'ignoto?
E questo potrebbe essere un primo punto del perchè si cerca la via sicura.
Sole, posta così mi sembra possibile per me affrontare la questione in modo costruttivo.

Partiamo dall'errore. Io sono molto più tollerante e comprensiva verso gli errori degli altri che non verso me stessa.
Anche se inizialmente giudico e critico l'errore altrui e pur vero che poi sono pronta a dimenticare e sorvolare dando altre possibiltià.
Ma il punto sta che non potando i rami secchi attraverso l'indulgenza, poi sradico l'albero.
Questo ha fatto si che nei rapporti con le persone vicine mi sono fatta fare male a lungo, per poi troncare di netto.

Verso me stessa sono molto più severa, pretendo di non cadere nell'errore perchè poi so che il prezzo da pagare è alto, me lo infliggo da sola.
Purtroppo qui c'è il condizionamento di un passato in cui sono stata punita con eccessiva severità per errori che dovevano servirmi a crescere, invece mi hanno solo represso e portata a subire.
E' questo il significato della Fiammiferaia, ho sentito la mia bambina piangere, soffrire, avere paura, non voler tornare a casa per paura di essere punita, annichilita nel valore di sè, doversi accollare tutte le colpe di genitori delusi che volevano realizzare la loro infanzia rubata, dalla guerra e dalla povertà, con i successi dei figli.

Erano altri tempi quelli. A scuola la maestra mi ha picchiata solo perchè ho sbagliato a prendere il quaderno al posto dell'album... non sono mai andata interrogata alla cattedra, ad ogni errore c'era la derisione pubblica, e spesso si veniva picchiati, e non era solo la mia, era un'usanza; un ragazzino è stato sollevato da terra dal lobo dell'orecchio perchè era uscito fuori riga all'uscita della classe. Se lo raccontavi a casa c'erano altre botte, non i miei genitori ma le loro parole erano molto più dure.
Io ero molto sensibile oltre che molto educata, queste cose, insieme ad una lista troppo lunga da descrivere, le ho scolpite nella mente e nel cuore, quando vedevo picchiare selvaggiamente i miei compagni io stavo malissimo per giorni.

I miei genitori erano molto severi e moralmente distruttivi davanti l'errore, ancora oggi mia madre ci tenta ma con lei tiro fuori l'orco graduato per meriti di guerra!
Certo essere sopravvissuti alla loro scuola mi ha reso forte, quasi indistruttibile, soprattutto nel lavoro per la mia capacità di affrontare certe dinamiche, ma più di metà della mia vita l'ho trascorsa a riabilitare parti di me in coma , curare ferite cancrenose, rinforzare le fondamenta traballanti.
La fortuna mia è stata la nonna, forse i nonni servono proprio a questo, a riparare gli errori dei genitori.
Questo è uno dei motivi per cui mi sento inseguita dal tempo, ne ho impiegato troppo a ripare i danni e poco per realizzare le mie aspirazioni. Ora vorrei dedicarmi ad altro invece mi ritrovo sempre a dover rispolverare il passato.

La butto così ma mi sembra che questo mio voler tagliare con il passato abbia comportato la perdita del mio piede, sradicarmi un pò dal contatto con la terra. Ed ora mi ritrovo a farci i conti. Non posso non tenere conto delle mie radici.

Ora la musica sta cambiando, sono meno tollerante con gli altri e più indulgente con me stessa senza per forza troncare i rapporti, imparando a potare i rami secchi, però devo tirare fuori l'orco e questo mi disturba, è un'energia che potrei usare diversamente.
Oggi non c'è nessuno che mi punisce ma ogni volta che mi scopro in errore mi assale quel pugno nello stomaco antico, mi aspetto la catastrofe, poi realizzo che bisogna trovare il rimedio e se non c'è si pianta un nuovo albero, la vita va avanti.
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Ultima modifica di diamantea : 15-11-2010 alle ore 13.31.28.
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Vecchio 15-11-2010, 13.30.56   #30
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No ti ha detto che è talmente remota come possibilità che di fatto è praticamente impossibile.

Quando si fa una cosa per la prima volta (se è realmente la prima volta, spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa) si sbaglia, se non si sbaglia prima si sbaglia dopo.

Sono d'accordo, forse Ray lo ha ribadito per dire che è così per tutti e non solo per me? Che non sono una bestia rara che sbaglia sempre prima di imparare...
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Vecchio 15-11-2010, 13.52.34   #31
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Sono d'accordo, forse Ray lo ha ribadito per dire che è così per tutti e non solo per me? Che non sono una bestia rara che sbaglia sempre prima di imparare...
Ma no, vale per tutti tranne che per un Maestro, ma non perchè lui possa fare una cosa mai fatta senza sbagliare.
Può essere che non l'abbia mai fatta nello specifico ma sia in grado per analogia di rifarsi ad altro, oppure può scegliere di fare bene la cosa al primo colpo pagandone il prezzo dopo.
Questa seconda è teoricamente possibile per tutti, ma capita raramente senza consapevolezza, deve esserci un gioco di variabili (destino) che l'impone.
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Vecchio 15-11-2010, 15.31.39   #32
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Il succo Diam, è quello che Uno ha messo tra parentesi.

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No ti ha detto che è talmente remota come possibilità che di fatto è praticamente impossibile.

Quando si fa una cosa per la prima volta (se è realmente la prima volta, spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa) si sbaglia, se non si sbaglia prima si sbaglia dopo.
Forse andiamo parzialmente OT, ma è una questione di intelligenza analogica. Quel "spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa" vale in molti ambiti, anche senza scomodare azioni/percezioni/eredità da altri piani. Se io guido il tuo motorino è la prima volta che lo guido, ma ho guidato mille volte il mio. Allora, cosa mi sto accingendo a fare? A guidare il tuo motorino o a guidare un motorino? Se faccio la prima sono destinato a sbagliare (in una certa misura) se faccio la seconda forse me la cavo al primo colpo.

Poi un altro succo sta in quel "in una certa misura"... ogni cosa che facciamo, per certi versi è nuova, non l'abbiamo mai fatta. Ma per molti altri assomiglia a cose che sono già nella nostra esperienza, quindi conta molto come sappiamo usarla questa esperienza e come sappiamo approssimare (qui intuisco qualcosa sulla faccenda della conoscenza per approssimazione che va nella direzione contraria a quanto detto finora in quel tread).

Poi, ovviamente, ci sono le cose che non abbiamo davvero mai fatto. se le imbrocchiamo al primo colpo, allora vuol dire che non è vero che non le abbiamo mai fatte.
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Vecchio 15-11-2010, 16.35.51   #33
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Personalmente ho notato che il passaggio dal piano "non manifesto" a quello manifesto raramente rispecchia in pieno le aspettative, spesso ci sono sorprese e percorsi diversi da come li avevamo preventivati.
Nonostante queste esperienze, però, la voglia o il bisogno di immaginarsi tutto prima, di farsi 10.000 problemi spesso persiste
Magari alcune cose vanno peggio di come pensavamo, ma altre potrebbero essere agevolate da qualche fattore che non avevamo preso in considerazione, eppure l'istinto di voler effettuare un controllo a priori, specie in senso pessimistico, non se ne vuole andare.

Ultima modifica di luke : 15-11-2010 alle ore 16.53.15.
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Vecchio 15-11-2010, 17.28.47   #34
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Ma no, vale per tutti tranne che per un Maestro, ma non perchè lui possa fare una cosa mai fatta senza sbagliare.
Può essere che non l'abbia mai fatta nello specifico ma sia in grado per analogia di rifarsi ad altro, oppure può scegliere di fare bene la cosa al primo colpo pagandone il prezzo dopo.
Questa seconda è teoricamente possibile per tutti, ma capita raramente senza consapevolezza, deve esserci un gioco di variabili (destino) che l'impone.
Questa frase mi ha colpito.
Vuol dire che un margine di errore c'è sempre anche per un Maestro.
Andare a colpo sicuro per un Maestro può voler dire scegliere il monento in cui pagare l'errore. Se è un vero Maestro saprà anche questo.
Se solo Dio è perfetto, anche un Maestro essendo non Dio ha il suo errore.
Non capisco però a che titolo o quale errore paga.
Tu hai detto che chi prima dà poi prende e viceversa, per analogia può essere chi prima sbaglia prima paga e viceversa. Ma per la dualità essendoci le due facce della medaglia nella dimensione umana non siamo esenti dall'errore, magari ci avviciniano approssimativamente alla perfezione, ma l'errore sta in quella approssimazione anche se minima. Sta a vedere qual è l'errore minimo che paga anche un Maestro.
Mi viene da pensare che Gesù è stato un Maestro; lui aveva la Conoscenza ma ha pagato sulla croce; ha pagato l'errore dell'Uomo, per errore dell'uomo o per essere stato uomo?

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Poi, ovviamente, ci sono le cose che non abbiamo davvero mai fatto. se le imbrocchiamo al primo colpo, allora vuol dire che non è vero che non le abbiamo mai fatte.
Si, capita di dire "è come se lo conoscessi da sempre o come se l'avessi sempre fatto". Qui forse si potrebbe scomodare altre cose...
Insomma esiste l'errore, la conoscenza serve a ridurlo in misura approssimativamente vicina allo zero ma mai allo zero se anche un Maestro pagherà il suo prezzo.
Lo scopo della Crescita dovrebbe essere ridurre l'approssimazione dell'errore?
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Vecchio 17-11-2010, 14.20.18   #35
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Forse andiamo parzialmente OT, ma è una questione di intelligenza analogica. Quel "spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa" vale in molti ambiti, anche senza scomodare azioni/percezioni/eredità da altri piani. Se io guido il tuo motorino è la prima volta che lo guido, ma ho guidato mille volte il mio. Allora, cosa mi sto accingendo a fare? A guidare il tuo motorino o a guidare un motorino? Se faccio la prima sono destinato a sbagliare (in una certa misura) se faccio la seconda forse me la cavo al primo colpo.

Poi un altro succo sta in quel "in una certa misura"... ogni cosa che facciamo, per certi versi è nuova, non l'abbiamo mai fatta. Ma per molti altri assomiglia a cose che sono già nella nostra esperienza, quindi conta molto come sappiamo usarla questa esperienza e come sappiamo approssimare (qui intuisco qualcosa sulla faccenda della conoscenza per approssimazione che va nella direzione contraria a quanto detto finora in quel tread).

Poi, ovviamente, ci sono le cose che non abbiamo davvero mai fatto. se le imbrocchiamo al primo colpo, allora vuol dire che non è vero che non le abbiamo mai fatte.
Una domanda, che si riallaccia anche all aquestione del prendere coscienza dei passaggi che sta uscendo nel 3d sulla Via:
le cose che sono nostre esperienze e che possono tornarci utili quando meno ce l'aspettiamo, sono solo le cose di cui noi singoli individui abbiamo avuto consapevolezza o possono anch essere cose che non abbiamo davvero mai fatto o abbiamo fatto totalmente "addormentati" ma possiamo andare ad attingervi comunque visto che "qualcos'altro" che sia il Se o lo Spirito già ne hanno avuto esperienza?
L'attingere ad eseprienze non nostre ma di qualche altra incarnazione , per esempio, è possibile solo arrivati ad alti livelli evolutivi o qualche sentore, qualche debole influsso ci potrebbe essere o potremmo sentirlo comunque?

Per esempio se non sono mai stato involo col deltaplano, ma lo Spirito in una delle sue passate o future (dal mio punto di vista) rinascite comprendeva un campione di tale disciplina, qualche cosa mi viene anche a me oppure fino a che non riesco ad incarnarlo in pieno è tutto bloccato?
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Vecchio 17-11-2010, 19.57.56   #36
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L'attingere ad eseprienze non nostre ma di qualche altra incarnazione , per esempio, è possibile solo arrivati ad alti livelli evolutivi o qualche sentore, qualche debole influsso ci potrebbe essere o potremmo sentirlo comunque?

Per esempio se non sono mai stato involo col deltaplano, ma lo Spirito in una delle sue passate o future (dal mio punto di vista) rinascite comprendeva un campione di tale disciplina, qualche cosa mi viene anche a me oppure fino a che non riesco ad incarnarlo in pieno è tutto bloccato?
In attesa che ti risponda qualcuno che sa, ti dico la mia opinione. E' una domanda che mi sono posta spesso anch'io e ho sempre avuto l'impressione che quello che sono ora abbia molto a che fare con quello che sono stata in passato e di cui non ho coscienza, come se fosse un serbatoio da cui possiamo attingere applicandoci. Nell'esempio del deltaplano se sono stata un campione di questa disciplina sarò 'portata' (schifo di termine ma non mi viene altro in questo momento) a viaggiare in deltaplano, però se non mi applico non volerò da nessuna parte. Questa è un'idea mia ma è qualcosa che non posso sapere..
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Vecchio 26-11-2010, 15.59.30   #37
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Giorno 6 dicembre dovrò cantare da solista, al pianoforte il mio compagno. E' in occasione di un Vescovo che si ritira per il raggiungimento dei 75 anni d'età.
Si leggeranno alcune sue poesie ed io eseguirò 4 brani in tema.

Bello, ambizioso, il mio primo concerto.
Qual è il problema? La paura, so di non poter andare a colpo sicuro, non sono una cantante professionista, ancora faccio errori di tecnica, il mio fraseggio non è perfetto... insomma ho una paura matta di affrontare il pubblico da sola, ho paura di fare e far fare brutta figura e bla bla bla...

Quando ho cantato in chiesa al matrimonio della mia collaboratrice mi è venuto un batticuore che ho avuto paura di morire d'infarto lì sopra sulla cantoria, ho avuto un tremito nella voce dalla forte emotività. Non so ancora padroneggiare l'ansia della prestazione soprattutto dove non mi sento di andare a colpo sicuro.

Mi rammarico di non aver potuto studiare quando ero giovane, di non aver capito prima l'importanza della tecnica, della conoscenza musicale. Non pensavo mai alla mia età di poter esibirmi da solista, mi sono nascosta sempre dietro la mia sezione corale.

Non dico di voler essere oggi una maestra che ci vuole tanto per esserlo, ma almeno una cintura marrone ( benedetto Ray qualche volta te lo dirò che le tue frasette sembrano un pass per il mio inconscio! ). Mi permetterebbe di andare più sicura, dopo tanti combattimenti e superamento di ostacoli.
Mi sento fuori tempo per fare la novizia solista! Ai giovani si perdona l'errore, ma a me? Ok paranoie, e co... soprattutto vile fifa.
Invidio il mio compagno che pur essendo un tipo emotivo quando si siede diventa un monumento, nulla lo distrae dalla sua concentrazione e scalfisce la sua bravura. Posso solo apprendere da lui, ma non tutto ciò che sa, il mio secchio non è così capiente.

Insomma serpeggia la tentazione di gettare la spugna anche se già so che andrò nella fossa dei leoni e affronterò il mio destino.

A Natale dovrò replicare l'urlo in Cavalleria Rusticana... morirò sul palco prima o poi.

La cosa curiosa è che la persona che mi ha chiesto di cantare mi ha sentita proprio in quel matrimonio, dopo eravamo seduti nello stesso tavolo a pranzo e gli è venuta l'idea di intercalare brani cantati e musicali alle poesie.
Ma non solo, lui è stato mio insegnante al corso di servizio sociale e dopo il diploma mi ha offerto il mio primo incarico di lavoro. Ed oggi mi offre l'opportunità del mio primo concerto da solista.
Coincidenza? Ray dice che non esistono le coincidenze per cui è la mia occasione per realizzare l'ambizione di quando ero ragazza. Come andrà ve la racconterò. Se morirò durante ve lo annuncerà mia sorella. Amen.
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Ultima modifica di diamantea : 26-11-2010 alle ore 16.21.34.
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Vecchio 26-11-2010, 16.17.14   #38
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Complimenti Diam!!!!
Comprendo la paura, anch'io quando sono messa alla prova tremo per un pò anche dopo che l'ho finita.
Magari qualcosa sbaglierai ma secondo me è molto più facile che te ne accorga solo tu e non il pubblico..
In ogni caso, se è la tua passione è una bella soddisfazione realizzarla, perfetta o imperfetta sono sicura che darai il meglio...

Dai che andrà
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Vecchio 26-11-2010, 16.34.25   #39
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Che bella questa cosa Diam!
Per l'ansia non so che dirti perchè ne soffro pure io per la paura neppure ho provato cosa vuol dire salire su di un palco (era un altare) e tutto il resto...
Ma son sicura che sarà una bella esperienza e ne sarai entusiasta.
Ti penserò....
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Vecchio 26-11-2010, 22.34.44   #40
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Se morirò durante ve lo annuncerà mia sorella. Amen.
Ma che discorsi, andrà bene, goditelo....
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Vecchio 26-11-2010, 23.05.15   #41
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Grazie ragazze per la solidarietà.

Sorella ricordati della nostra reciproca promessa in caso di decesso...


Faccio yoga, bevo l'acqua bollita e studio tanto. Di più non posso. Se ha da godere godrò.

Come diceva mia nonna "a Dio la sorte"!
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Ci risiamo, voglio sradicare l'albero! E questo albero si chiama il mio compagno.
Questa settimana non ha voluto trovare 2 ore per provare i pezzi insieme.
Ho cercato di farmene una ragione. Ho studiato da sola, ho fatto due lezioni private dalla mia maestra per la tecnica, ho tenuto duro fino ad oggi quando mi ha detto che proveremo stasera dopo le 8.
Pensavo di essere più tranquilla invece sono esplosa in una piena crisi di pianto e di odio per lui, che non capisce quanto sia importante per me sentirmi sicura.
I pezzi vanno maturati, provati molte volte, invece dopo una settimana non so che combinerò.
Le mie certezze vacillano pericolosamente, ho perso l'interesse e soprattutto l'entusiasmo, ora non me ne frega nulla, penso solo che farò cattiva figura, non posso fare riferimento alla mia preparazione, non sono professionista, e anche se fosse i pezzi vanno provati insieme allo strumento.

Ma il punto è che voglio lasciarlo, sono piena di risentimento, di rabbia, di odio, di pianto incessante. Non mi sento amata, rispettata, sicura di cosa andrò a fare. Mi ha lasciata sola impietosamente sapendo quanto io ci tenga a quest'evento e quanta paura ho. Ho perso la fiducia, mi sento frustrata, delusa, amareggiata. La mia modalità da copione è quella ora di sradicare l'albero e visto che siamo in inverno lasciarlo bruciare nel camino! Lui è un bel ceppo di legno robusto, farà belle fiamme calde e scoppiettanti.

Sono dipendente da lui ma di chiunque mi dovrebbe accompagnare al pianoforte, mentre lui non è dipendente da nessuno, lui suona e basta, per lui è lavoro e stop.
Stasera mi bastonerà di continuo pretendendo una certa esecuzione che dopo una settimana avrò già scordato e sarà così che gli tirerò qualcosa in testa!

Mi chiedo a cosa mi serve questa tensione? Io che voglio andare a colpo sicuro, qui di sicuro c'è solo la morte nel mio cuore, del piacere e dell'entusiasmo di fare questa cosa.
E il gran mal di testa che mi è venuto.
Vorrei trovare un motivo che dia una utilità al mio malessere, qualcosa da guardare e poi ringraziare il momento, ma non ci riesco, se ne vedete qualcuno magari...

Sarà il periodo in cui mi cade dal cuore ogni piacere per tutto ciò che riguarda me con gli altri.
Mi arrendo o tengo duro?
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Vecchio 05-12-2010, 12.40.10   #43
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Ti mancano le prove, la tecnica o.....
l'attenzione esclusiva ed incondizionata che avresti voluto, che avrebbe dovuto darti?
L'occasione è troppo ghiotta, fate qualcosa insieme... qualcosa nel mondo che di solito è sua esclusiva terra, dove tu non entri, dove lui quando entra è inaccessibile. Adesso ti doveva dare due ore.
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Quando si fa una cosa per la prima volta (se è realmente la prima volta, spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa) si sbaglia, se non si sbaglia prima si sbaglia dopo.
Questa frase mi ha portato alla mente quel detto:" la fortuna del principiante" che però pare essere solo per quella volta infatti magari non c'entra però l'ho collegata. Chiedo scusa per essere tornata indietro un attimo
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Vecchio 05-12-2010, 16.32.03   #45
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Ci risiamo, voglio sradicare l'albero! E questo albero si chiama il mio compagno..........
Vorrei trovare un motivo che dia una utilità al mio malessere, qualcosa da guardare e poi ringraziare il momento, ma non ci riesco, se ne vedete qualcuno magari...
Mi arrendo o tengo duro?
Stamane ho sradicato io un albero, senza nemmeno zappettare attorno ai suoi piedi, direttamente con le nude mani ho cominciato a scuoterlo e in meno di una breve conversazione l'ho tirato fuori con tutte le radici, lh'o guardato e gli detto " ora sono cavoli tuoi riconquistare il terreno" . Come ci somigliamo in questo, quanta fretta di liberarsi del dente che duole, per me è una questione di toccare presto il limite del non ritorno, cala il sipario sui sentimenti e non penso a ciò che perdo. Tu sorella in questo invece ti distanzii, sradichi e ripianti, ricopri bene le radici e annaffi e vi soffi sopra, e ti riesce di riappropriarti delle sensazioni, anche se non ne voglio fare una questione generale, dipende dalla posta che è in gioco, tu e lui avete ancora qualcosa di irrinunciabile da vivere, il tempo che dura, non dico in eterno. Oggi vi ho sentito in duo, c'è molto di buono , lui sa che puoi farcela già, non si sarebbe presentato con te. Amen
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Vecchio 05-12-2010, 17.12.04   #46
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Ti mancano le prove, la tecnica o.....
l'attenzione esclusiva ed incondizionata che avresti voluto, che avrebbe dovuto darti?
L'occasione è troppo ghiotta, fate qualcosa insieme... qualcosa nel mondo che di solito è sua esclusiva terra, dove tu non entri, dove lui quando entra è inaccessibile. Adesso ti doveva dare due ore.

Sono entrambe le cose. Da un punto di vista tecnico ci volevano almeno due prove in più e oggi riposare, invece stiamo facendo al contrario. Sto recuperando è vero però anche lui concorda con me che vederci prima sarebbe stato meglio.

Per il resto vuoi mettere il piacere di studiare con il Maestro che è anche il mio Amore? Accanto a lui mi sento piccola e nello stesso tempo grande, lui tira fuori il meglio perchè mi guida passo passo, mi incoraggia, mi corregge, mi educa, mi dedica se stesso totalmente.

E' stato bellissimo lavorare insieme, costruire i pezzi nota per nota, fra la stanchezza e la tensione, fra un bacio e una carezza, io che stuzzico e lui incorruttibile.
Sono stati momenti di intimità profonda.

Lui resta sempre inaccessibile a me dal punto di vista musicale, ma io mi lascio plasmare da ciò che vuol sentire a livello interpretativo, è una fusione che altrimenti non potrei provare, è il motivo per cui lui ha accettato l'occasione, ha il desiderio di farmi fare questa esperienza per premiare il mio impegno, il mio studio e il mio carattere musicale che a lui piace tanto.
Mi ha detto che se non fosse stato sicuro di me non avrebbe rischiato e non è perchè io sono perfetta.

Però non mi ha concesso quelle due ore che mi avrebbero permesso di sentimi più sicura, matura nell'interpretazione che lui vuole e provare ancora la fusione, ed io mi sono sentita crollare il mondo addosso, ho dubitato del suo amore.
E' questa la cosa tremenda, metto in dubbio i sentimenti, ho già pronta la lettera di licenziamento anche se mentre lo penso nel frattempo gli conservo il pesce per la cena.

Vedi? non sono credibile nemmeno con me stessa. Ogni volta mi riprometto di smetterla con questo copione sempre uguale, poi ci casco sempre, ma con meno foga, meno decibel, meno improperi e più manifestazione del mio bisogno di averlo accanto più spesso.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"

Ultima modifica di diamantea : 05-12-2010 alle ore 17.14.42.
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Vecchio 07-12-2010, 01.16.51   #47
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Vecchio 07-12-2010, 09.02.15   #48
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Brava tea, ti auguro che sia solo l'inizio di una serie di concerti. Ovviamente tu come cantare solista ed al pianoforte il tuo compagno (non sradicato).
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Vecchio 07-12-2010, 15.53.22   #49
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E' questa la cosa tremenda, metto in dubbio i sentimenti, ho già pronta la lettera di licenziamento anche se mentre lo penso nel frattempo gli conservo il pesce per la cena.
Sì, sì ho ben presente...
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Vecchio 07-12-2010, 17.50.06   #50
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Ebbene, si, sono sopravvissuta, è stato bellissimo, un onore cantare per il nostro amato e amabile Vescovo, il Sindaco e le tutte persone di cultura presenti che hanno molto apprezzato tutta la manifestazione.
C'era anche la tv locale e l'articolo sul giornale locale con il mio nome e quello del Maestro mio compagno, lui i titoli li ha tutti in abbondanza per farsi chiamare maestro, io ho una lista breve .
Poi il Vescovo con grande spontaneità è venuto da me a stringermi la mano e ringraziarmi e sapere chi fossi, dove abitavo, mi ha fatto un onore incredibile, lui così dolce e semplice eppure così colto e profondo, come le sue poesie lette da due attori ed io ho allietato con dei brani scelti ad hoc.

Molti colpmimenti ed i fiori in chiusura, poi i commenti tecnici del mio compagno che mi ha tanto sostenuta ma anche invogliata e motivata a continuare ad impegnarmi nello studio. Lui è stato meraviglioso nelle sue esecuzioni.

Io mi sento appagata, piena, sazia e non solo per la soddisfazione in se ma anche perchè ho vissuto l'attimo. Mai prima d'ora mi era capitato di vivere nel qui e ora così consapevolmente, assaggiare il momento che si sussegue, nella massima concentrazione, presenza assoluta, senza la mente ad interferire.
Fare il corista mi permette anche brevi momenti di distrazione, defaiance, mi posso nascondere dietro le altre voci.
Fare la solista non mi ha permesso un solo attimo di distrazione, tutto era nel momento, un momento scandito dal tempo musicale, il respiro che va insieme al fraseggio, anticipato un attimo prima dallo sguardo veloce, l'attenzione alle note e al presente. Due minuti circa per ogni brano, sembrano pochi, ma nel momento sono un'eternità. Ho vissuto dieci minuti di eternità.

Ecco, ho assaporato il silenzio della mente, il qui e ora, la totalità, l'unicità del momento. Questi brani li ho ripetuti decine di volte ma ieri è stata la prima e unica volta, ogni esecuzione è la prima e unica volta se non è fatta in automatismo.

Grey, non lo sradico, anzi l'ho annaffiato bene stanotte ,
senza di lui tutto questo non sarebbe accaduto.
Ora vuole altre occasioni per poterci esibire insieme, maturare altro repertorio, superare i miei limiti studiando, essere sempre pronti se ci chiamano.
La cosa più bella che mi ha detto? Che mentre cantavo ero pura e innocente come una fanciulla.

(Avevo lasciato l'orco a casa incatenato )
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