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Vecchio 07-05-2010, 15.40.14   #1
Sole
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Predefinito Pretendere

Che pretesa pretendere...
E' da un pò di giorni che penso su questa parola e sui vari meccanismi che la circondano.
Etimologicamente dice che è uno stimare di avere diritto a. Come una enorme aspettativa di ritorno che se non viene soddisfatta sono guai. Dice ancora che si tratta di volere avere la ragione di fare o di dire o di ottenere.
Però a me non soddisfa pienamente questa spiegazione.

Pre-> prima
tendere-> andare verso, indica una direzione, un intento.

Quando dico che tendo verso, tutta me stessa (circa) va in una certa direzione. Tendo ad essere così o colà tendo a cercare di fare certe cose o meno, cioè le mie intenzioni si direzionano verso un certo obiettivo.
Però tendere verso una persona vuol dire avvicinarsi a questa, cercare una comunione insieme, tendo qualcosa come un legame tra me e l'altro. Se la corda del legame è tesa è salda e in equilibrio tra le due forze delle persone ma se una smette di tendere o tende troppo la corda si rompe. E' quindi un gioco di squadra.

Quando si pre-tende si tira la corda (altro modo di dire) troppo presto verso l'altro e il rischio che si rompa è altissimo coem lo è anche che l'altro molli la presa.

Riflettendo su queste cose mi sono venute in mente due parole collegate: Rispetto e Prepotenza (cliccando sulle parole si aprono le discussioni in cui ne abbiamo accennato, sulla prepotenza ne essite ancora una più vecchia). Soprattutto il rispetto è il cardine del pretendere secondo me. Se non si rispetta il limite che l'altro impone e la volontà dell'altro si entra immediatamte nel campo del pretendere.

Se vi ricordate il discorso dell'empatia e dell'aura ogni volta che pretendiamo invadiamo letteralmente con il nostro campo quello dell'altro. Se ne fossimo sempre coscienti lo vorremmo che fosse fatto a noi?

Ancora una cosa, da un'altra parte è uscito che se si pretendere di avere delle cose bisogna anche dare. Io dico che la pretesa laddove non ci sia un corrispettivo o un accordo preliminare non ha mai ragione di essere. Se do, do e basta senza pensare a riavere altrimenti è una pretesa anceh lo stesso dare: ti do perchè pretendo che mi ridai altrimenti non ti do... quello non è dare e non è nemmeno ricevere a dire il vero.

Ho messo un pò di cose e vorrei ampliarle piano piano con voi per chiarirmi io stessa le idee su alcuni punti e fino a che punto è giusto dire pretesa oppure iniziare a chiamarlo diritto.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?

Ultima modifica di Sole : 07-05-2010 alle ore 15.47.48. Motivo: corretto i link
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Vecchio 07-05-2010, 16.08.10   #2
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Ancora una cosa, da un'altra parte è uscito che se si pretendere di avere delle cose bisogna anche dare. Io dico che la pretesa laddove non ci sia un corrispettivo o un accordo preliminare non ha mai ragione di essere. Se do, do e basta senza pensare a riavere altrimenti è una pretesa anceh lo stesso dare: ti do perchè pretendo che mi ridai altrimenti non ti do... quello non è dare e non è nemmeno ricevere a dire il vero.
Se do...non pretendo, do e basta.La prima cosa che mi è balzata agli occhi è questa poi...ci penserò sù.
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Vecchio 07-05-2010, 16.54.40   #3
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Che pretesa pretendere...
E' da un pò di giorni che penso su questa parola e sui vari meccanismi che la circondano.
Etimologicamente dice che è uno stimare di avere diritto a. Come una enorme aspettativa di ritorno che se non viene soddisfatta sono guai. Dice ancora che si tratta di volere avere la ragione di fare o di dire o di ottenere.
Però a me non soddisfa pienamente questa spiegazione.

Pre-> prima
tendere-> andare verso, indica una direzione, un intento.

Quando dico che tendo verso, tutta me stessa (circa) va in una certa direzione. Tendo ad essere così o colà tendo a cercare di fare certe cose o meno, cioè le mie intenzioni si direzionano verso un certo obiettivo.
Però tendere verso una persona vuol dire avvicinarsi a questa, cercare una comunione insieme, tendo qualcosa come un legame tra me e l'altro. Se la corda del legame è tesa è salda e in equilibrio tra le due forze delle persone ma se una smette di tendere o tende troppo la corda si rompe. E' quindi un gioco di squadra.

Quando si pre-tende si tira la corda (altro modo di dire) troppo presto verso l'altro e il rischio che si rompa è altissimo coem lo è anche che l'altro molli la presa.

Riflettendo su queste cose mi sono venute in mente due parole collegate: Rispetto e Prepotenza (cliccando sulle parole si aprono le discussioni in cui ne abbiamo accennato, sulla prepotenza ne essite ancora una più vecchia). Soprattutto il rispetto è il cardine del pretendere secondo me. Se non si rispetta il limite che l'altro impone e la volontà dell'altro si entra immediatamte nel campo del pretendere.

Se vi ricordate il discorso dell'empatia e dell'aura ogni volta che pretendiamo invadiamo letteralmente con il nostro campo quello dell'altro. Se ne fossimo sempre coscienti lo vorremmo che fosse fatto a noi?

Ancora una cosa, da un'altra parte è uscito che se si pretendere di avere delle cose bisogna anche dare. Io dico che la pretesa laddove non ci sia un corrispettivo o un accordo preliminare non ha mai ragione di essere. Se do, do e basta senza pensare a riavere altrimenti è una pretesa anceh lo stesso dare: ti do perchè pretendo che mi ridai altrimenti non ti do... quello non è dare e non è nemmeno ricevere a dire il vero.

Ho messo un pò di cose e vorrei ampliarle piano piano con voi per chiarirmi io stessa le idee su alcuni punti e fino a che punto è giusto dire pretesa oppure iniziare a chiamarlo diritto.
Mi interessa molto.
Provo a ragionarci, pre-tendere vuol dire che sono tesa ancora prima che si presenti al tensione.
Faccio un esempio. (scusate ma io capisco così per ora)
Oggi sono andata a fare la spesa quando sono stata li mi è venuto un lampo veloce vado al banco centrale e dico che ho comprato della merce avariata e che voglio solo segnalarlo. Non avevo pretese. Niente scontrino, non sono andata a pretendere niente.
Beh mi hanno reso i soldi sono persino rimasta imbarazzata ma ho ringraziato di cuore.
Mi hanno anche detto che bisogna dire se le cose non vanno come dovrebbero che ho fatto bene. (cosa per me difficilissima da perfetta suberba come mi ritrovo)
Beh se io fossi andata la con delle pretese anche se avevo ragione avrei ottenuto probabilmente ma avrei urtato gli animi, forse.
Bon quello che mi chiedo è se nell'economia dell'Universo le cose siccome si pareggiano noi non dovremmo mai pretendere niente, perchè sarebbe come sostituirci all'Universo. Oppure se ho allargato troppo e l'esempio non rende.
Comunque la pretesa è mettersi sempre dalla parte della ragione e per questo arrivare anche a mancare di rispetto dato dal diritto preteso. Da l'idea di qualcosa ottenuto con la forza, di sopproso e di non accettazione quindi di mancanza di rispetto non solo dell'altro e dell'Universo ma anche di se stessi perchè ci si fa del male.
Parlando di me faccio fatica a volte a non pretendere perchè mi arrogo il diritto di ... è un atto di superbia visto che se ci deve arrivare qualcosa ci arriverà se non ci arriva possiamo lamentarci dicendolo ma poi se non ci arriva dovremmo solo accettare che sia senza salire in cattedra e arrabbiarci pretendendolo.
Ci deve essere dietro senz'altro brama di potere e che ballbip

p.s.ahahahah io so solo che se pretendo un pm di risposta non mi arriverà mai ahahahah
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Vecchio 07-05-2010, 17.06.52   #4
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Io credo che la pretesa nasca quando si pensa di aver dato più quanto si abbia ricevuto, ci si senta in qualche modo creditori, o si pensa di aver acquisito automaticamente il diritto di ricevere solo per aver dato, è la percezione distorta del dare gratuito.

Oppure:
Se io subisco un danno o un torto pretendo un risarcimento o un chiarimento, una restituzione...
La pretesa qui è legittimata dall'aver ricevuto qualcosa che non si è chiesto e ci ha recato un danno che non ci viene riconosciuto.

Non sempre il dare anche gratuito è gradito o positivo.
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Vecchio 07-05-2010, 17.36.50   #5
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Oppure:
Se io subisco un danno o un torto pretendo un risarcimento o un chiarimento, una restituzione...
La pretesa qui è legittimata dall'aver ricevuto qualcosa che non si è chiesto e ci ha recato un danno che non ci viene riconosciuto.

Non sempre il dare anche gratuito è gradito o positivo.
Ecco questo secondo me è un diritto non una pretesa.. che pretendo venga rispettato perchè a fronte c'è il comune senso civile di chi rompe paga.
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Vecchio 07-05-2010, 17.58.08   #6
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Che pretesa pretendere...
E' da un pò di giorni che penso su questa parola e sui vari meccanismi che la circondano.
Etimologicamente dice che è uno stimare di avere diritto a. Come una enorme aspettativa di ritorno che se non viene soddisfatta sono guai. Dice ancora che si tratta di volere avere la ragione di fare o di dire o di ottenere.
Però a me non soddisfa pienamente questa spiegazione.

Pre-> prima
tendere-> andare verso, indica una direzione, un intento
.

Come etimologia ho trovato anche questo"volere per forza, richiedere con arroganza più del dovuto o del giusto" e a me sembra che questa definizione renda bene... pretendere è una parola forte, ma di fatto, credo che nessuno sia esente dal pretendere qualcosa dagli altri. Pretendiamo qualcosa quando crediamo di averne diritto a priori, ma le cose, bisogna guadargnarle e meritarle... per esempio il rispetto che hai citato prima, e non dovrebbe essere negato a nessuno, pero' se più o meno consapevolmente calpesto l'altro e poi pretendo da questi il rispetto... nella mia esperienza ho visto, che se mi comporto bene verso l'altro, non ho poi bisogno di pretendere nulla ... è che molto spesso, per non dire sempre pensiamo di essere creditori chissà con che diritto poi.. ordinariamente è quasi inevitabile (pensare di) dare per poi ricevere e questo, negli affetti per come la vedo è quel che frega... " ti sono amico, ti do quello che ho, ma se poi quando ho bisogno tu non ci sei, io ho il diritto di pretendere...e se nonostante questo tu non ci sei ho il diritto di arrabbiarmi...". Si collega bene anche al discorso dell'elaborazione di un lutto che stiamo vedendo nell'altro thread... pensiamo di avere il diritto che l'altro resti, e se non lo fa, apriti cielo.

Non ho per il momento soluzioni, l'unica cosa che cerco di fare quando mi accorgo che sto pretendendo qualcosa dall'altro è cercare di ricordarmi che l'altro non mi deve mai niente...

Il rispetto bisogna guadagnarselo, non pretenderlo, certo è che se l'altro prevarica con la violenza il mio spazio, non rispettandomi, cercherò di non farlo entrare...

Ultima modifica di RedWitch : 07-05-2010 alle ore 18.04.33.
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Vecchio 07-05-2010, 18.19.55   #7
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Un'immagine che rende il significato della parola pretendere potrebbe essere il tiro alla fune. Se uno dei due pre-tende, ovvero tira prima del via la fune ottiene che l'altro molla o cade ed anche chi tira rischia di cadere.

Secondo la regola di gioco del tiro alla fune, si comincia a tirare solo al via e non prima. In questo modo si tende la fune e vi è una sorta di relazione in equilibrio in cui uno prende e allo stesso modo dà. La soluzione del tiro alla fune avviene quando uno dei due esaurisce le forze per primo.

Il pretendere è quindi un non rispetto della regola, un tirare verso se la fune-relazione col risultato che l'altro rimane sganciato o ferito dall'azione.

Visualizzando il gioco del tiro alla fune si può notare come in un rapporto (fune tesa) vi è sempre una tensione condivisa ed alimentata da entrambi. Se così non fosse non vi sarebbe relazione (fune lasca).

La pretesa può essere vista come l'azione anticipata della tensione nel rapporto con l'altro.
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Vecchio 07-05-2010, 18.22.22   #8
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. l'altro non mi deve mai niente...
...anche perchè la vita restituisce tutto, nel bene e nel male.
Il bene è una ricchezza comune, deve circolare come il denaro, prima o poi ci tornerà di nuovo anche se non dalla persona a cui abbiamo dato e non abbiamo preteso nulla in cambio.
E se facciamo circolare il male tornerà pure quello anche se non dalla persona a cui lo abbiamo perpetrato e non ha preteso risarcimento.
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Vecchio 07-05-2010, 18.43.40   #9
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............
....La pretesa può essere vista come l'azione anticipata della tensione nel rapporto con l'altro.
Mi è piaciuta molto la tua immagine del pretendere Grey, rende molto bene l'idea, e seguendo il tuo esempio si potrebbe dire che se l'altro non è abbastanza pronto e non tira la fune in tempo.. si sbilancia e perde l'equilibrio...

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...anche perchè la vita restituisce tutto, nel bene e nel male.
Il bene è una ricchezza comune, deve circolare come il denaro, prima o poi ci tornerà di nuovo anche se non dalla persona a cui abbiamo dato e non abbiamo preteso nulla in cambio.
E se facciamo circolare il male tornerà pure quello anche se non dalla persona a cui lo abbiamo perpetrato e non ha preteso risarcimento.
Sì sono d'accordo, l'ho sperimentato e penso che sia del tutto vero, ma al di là del bene e del male, a volte si pretende più di quel che si merita... per esempio sul lavoro ricordo bene certe arrabbiature perchè pensavo che il mio capo non riconoscesse i miei meriti, in realtà ho visto che da quando svolgo il mio lavoro mettendoci impegno e senza aspettarmi nulla più che lo stipendio, le cose sono cambiate in maniera evidente.. credevo di meritare qualcosa che invece rientrava nei miei doveri, e se facevo più di quello che era il mio dovere non era certo per bontà d'animo.. ma perchè aspettavo più o meno consciamente il ritorno, che puntualmente ovviamente non arrivava..


aggiungo una domanda: secondo voi pretendere è sempre negativo o ci sono pretese valide?
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Vecchio 07-05-2010, 19.00.40   #10
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aggiungo una domanda: secondo voi pretendere è sempre negativo o ci sono pretese valide?
Mi accodo a questa richiesta
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Vecchio 07-05-2010, 19.40.57   #11
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Quando si pre-tende si tira la corda (altro modo di dire) troppo presto verso l'altro e il rischio che si rompa è altissimo coem lo è anche che l'altro molli la presa.

Riflettendo su queste cose mi sono venute in mente due parole collegate: Rispetto e Prepotenza (cliccando sulle parole si aprono le discussioni in cui ne abbiamo accennato, sulla prepotenza ne essite ancora una più vecchia). Soprattutto il rispetto è il cardine del pretendere secondo me. Se non si rispetta il limite che l'altro impone e la volontà dell'altro si entra immediatamte nel campo del pretendere.

.

Quando pretendo qualcosa dò per scontato che quella cosa mi sia dovuta e quindi la voglio ancor prima di chiederla o senza chiederla.
Non credo che la pretesa sia di per sè negativa, ci sono dei casi in cui esistono i presupposti, al di là dei diritti civili anche nei "semplici" rapporti di convivenza.

Quando passo giorni a dire a mio figlio che voglio che riordini la camera per poi giocare al computer posso aspettare qualche giorno ma alla fine potrò pretendere che lo faccia (riordinare) togliendogli il pc perchè c'era un accordo e in questo senso posso avanzare delle pretese in merito.

Il discorso del rispetto c'entra eccome, fintantochè c'è il rispetto è difficile che le pretese che si avanzano siano un prevaricare in quanto sgorgano da accordi più o meno dichiarati (anche se l'ideale sarebbe che non esistessero proprio pretese, ma bon, pochi ci riescono)

Personalmente penso che il rispetto sia dovuto e non vada conquistato, casomai la stima è in acquisizione o meno, il rispetto per l'altro dovrebbe esserci sempre e comunque,salvo, ovviamente, che sia capitato qualcosa di davvero terribile, in ogni caso rimarrebbe il rispetto per l'altro in quanto essere vivente.

Ci sono poi anche delle persone da cui pretendo molto nel senso che il fatto di stimarle (di nuovo la differenza, a me continua a scappare stà cosa per cui scusate se mi ripeto) molto mi spinge a pretendere, ad aspettarmi sempre un certo livello di atteggiamento da loro. In questo caso però la pretesa è un errore in quanto la soglia di comportamento è una mia personalissima lettura dell'altro e quindi non posso avanzare alcuna pretesa.

Uhm..non sò se mi sono spiegata bene pretendo troppo da me stessa...
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Vecchio 07-05-2010, 19.44.09   #12
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aggiungo una domanda: secondo voi pretendere è sempre negativo o ci sono pretese valide?
Mah! E' una domanda difficile, la logica direbbe di no ma a volte quando si ha necessità di qualcosa la si può anche pretendere se il fine è giusto e non si può fare altrimenti.
Cioè se io ti ho dato un beneficio per es. e poi ho bisogno di un favore che solo tu mi puoi fare e non vuoi fare ma per me è troppo importante allora ti metto nella condizione di obbligo anche solo per riconoscenza, ma la motivazione è il mio bisogno assoluto e lotto per averlo soddisfatto.
Non so se sono stata chiara.
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Vecchio 07-05-2010, 19.58.17   #13
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Mah! E' una domanda difficile, la logica direbbe di no ma a volte quando si ha necessità di qualcosa la si può anche pretendere se il fine è giusto e non si può fare altrimenti.
Cioè se io ti ho dato un beneficio per es. e poi ho bisogno di un favore che solo tu mi puoi fare e non vuoi fare ma per me è troppo importante allora ti metto nella condizione di obbligo anche solo per riconoscenza, ma la motivazione è il mio bisogno assoluto e lotto per averlo soddisfatto.
Non so se sono stata chiara.

Questo a me pare giustificabile ma....non giusto

Teoricamente se uno non vuole fare non dovresti pretendere, salvo poi ciucciarti le conseguenze, anche perchè per buona norma anche i favori dovrebbero essere fatti fine a se stessi e non per un ritorno.

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Vecchio 07-05-2010, 20.18.20   #14
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Pretesa = aspettativa giustificata

Lecita quando basata su precedenti accordi.
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Vecchio 07-05-2010, 21.12.14   #15
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aggiungo una domanda: secondo voi pretendere è sempre negativo o ci sono pretese valide?
Il pretendere è legato all'aspettativa.
Riprendo l'esempio del tiro alla fune, un giocatore tira la fune prima del via (pretendere) ma l'altro se lo aspetta (aspettativa), egli potrà contrastare l'azione e non sarà sopraffatto dall'altro. In questo esempio pretesa e aspettativa sono elementi neutralizzanti l'eventuale relazione instabile. Mi rendo conto che messa così non è chiarissima, provo con un'esempio più calzante e chiarificatore.

Il pretendere è negativo quando non vi è ragione di chiedere mentre è positivo quando si ha diritto alla richiesta. In entrambi i casi la pretesa è un'azione unilaterale e non patuita.

Avere o meno il diritto di chiedere passa per l'aspettativa che la persona si crea.
Quando una pretesa è valida o meno?
L'aspettativa condiziona il giudizio personale sulla validità o meno della pretesa.

Pretendere è un'azione esplicitata, una richiesta motivata, essa in se non è negativa o positiva.

Se la pretesa diventa costrizione dell'altro allora è negativa, diventa negativa quando lede il diritto dell'altro.

Se la pretesa chiarisce all'altro una necessità e lo aiuta a comprendere la situazione, allora è positiva.
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Vecchio 07-05-2010, 23.48.36   #16
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Che pretesa pretendere...
Chi dice di pretendere molto fa capire di avere un alto giudizio di sè, pertanto se l'altro non sta sullo stesso livello delude.
L'atto di pretendere sottintende di essere un gradino al di sopra, di aver in sè l'idea del giusto e si vuole che sia ben chiaro che l'altro debba essere in sintonia altrimenti la sua risposta non è sufficiente.
Un insegnante che pretende molto in genere è un insegnante che pensa di essere bravo, di aver dato molto ai ragazzi e pertanto si sente in diritto di pretendere, proprio per questo penso che chi sta nella condizione di pretendere molto deve essere consapevole delle sue capacità e soprattutto di aver dato talmente tanto dall'alto della propria egocentrica valutazione che si può permettere di chiedere altrettanto.

Ultima modifica di filoumenanike : 07-05-2010 alle ore 23.50.39.
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Vecchio 08-05-2010, 00.21.20   #17
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aggiungo una domanda: secondo voi pretendere è sempre negativo o ci sono pretese valide?

Più o meno la risposta che darei io è circa quella degli altri.

Non la metterei sul piano di negativo o positivo ma come diceva Ray di lecito o non lecito nel senso di diritto.
Se c'è un accordo posso pretendere il saldo dello stesso, qualunque esso sia. Ma se pretendo che gli altri mi ascoltino, mi accettino, mi amino, mi tollerino, mi vedeno per come io voglio che mi vedano...(ho fatto esempi generali di casisitiche ampissime), beh queste sono pretese. Se voglio portare l'altro a pensare quello che penso io è pretendere e non è lecito perchè non rispetta lo spazio vitale altrui e il suo diritto vitale.

Come si fa?
Siamo alle solite. Lavorare su se stessi, cercando di stanare quele insicurezza ci porta a pretendere la determinata cosa.
Purtroppo temo, da uno sguardo al mondo comune, che nessuno, proprio nessuno è esente dal pretendere con la proprio IP. Anche chi si sente i poter guardare gli altri e dire: pretendone! Sta pretendendo che l'altro veda qualcosa che non è evidentemente pronto a vedere. La faccenda è lunga e difficile e si complica se ci mettiamo che la più grande abnorme pretesa è quella di aiutare gli altri .. si pretende che gli altri si facciano aiutare... ma lo dico solo per accennare al cosa, magari la riprenderemo ma non vorrei scatenare gli animi ed andare fuori tema.

Avete fatto caso che il sostantivo di pretendere è pretendente?
Il pretendente al trono è colui che avanza diritti insieme ad altri alla successione. Ma se io sto pretendendo su qualcuno in maniera non lecita, alla fine questo ci intressa scavare per imparare a rispettare l'altrui spazio, vuol dire che voglio governare su questo le mie leggi.
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Vecchio 08-05-2010, 00.40.57   #18
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Nel topic parlavo di invasioni vere e proprie dello spazio altrui, lo abbiamo visto con l'aura. Succede qualcosa di simile a dei tentacoli che cercano di attaccarsi all'altro per portarlo il più vicino possibile, tirando la corda o la fune.

Ecco, quando sentiamo partire quei tentacoli o quando li sentiamo arrivare cosa sarebbe giusto fare?
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Pretendiamo qualcosa quando crediamo di averne diritto a priori, ma le cose, bisogna guadargnarle e meritarle...
Meritiamo una cosa solo nel momento stesso in cui la otteniamo, prima non si può mai dire perchè le trame dell'universo sono così fitte e intricate che è quasi impossibile stabilire come e quando ciò avverrà.
Questo vale anche al negativo, quando ci generiamo sensi di colpa pensando di meritare chissà quale punizione quando invece questa non è ancora avvenuta, e sarebbe molto più utile usare il tempo concessoci ancora per darci da fare a rimediare a quella pecca piuttosto che crogiolarci nei sensi di colpa.

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Pretendere. Tendere la mano verso qualcuno (anche noi stessi) che non è ancora pronto a "passarci" quello che vogliamo. Al di là che sia un nostro diritto o meno, salta agli occhi l'impazienza e il nervosismo generati dal restarsene lì immobili e con la mano tesa per chissà quanto tempo (a livello psicologico possiamo aspettare pure anni...)
Sarà anche un mio diritto avere quella cosa, ma è un mio diritto fare la bella statuina? Se poi si tratta di un tempo consistente, non sarebbe meglio usarlo in maniera più proficua?

A volte il semplice gesto del tendere la mano fà si che l'altro si dia un mossa e soddisfi la nostra richiesta (se è un nostro diritto, altrimenti si tratta di una prepotenza) ma se si tratta di avere pannocchie e questo non ha neppure seminato...
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Vecchio 08-05-2010, 01.14.04   #20
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Io credo che in un modo o nell'altro pretendiamo tutti quando vogliamo indirizzare le cose come vogliamo noi, ma non in noi ma negli altri, poi succede anche in noi quando pretendiamo, e può succedere anche con gli altri di volere qualcosa che ancora non si è in grado di dare o di ricevere.
Bisognerebbe sviluppare tolleranza, pazienza e sopportazione ma sono qualità molto difficili e ci vuole molto tempo anche per quelle, almeno credo. Una cosa è certa siamo sempre dietro a pretendere.
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Vecchio 08-05-2010, 06.33.27   #21
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Sarà anche un mio diritto avere quella cosa, ma è un mio diritto fare la bella statuina? Se poi si tratta di un tempo consistente, non sarebbe meglio usarlo in maniera più proficua?
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Come dire che innanzitutto bisognerebbe pretendere da se stessi?
Personalmente aborrisco la parola pretendere, ma mi sono sentita dire a mio figlio: "pretendo tu mi dia tale x spiegazione", dove non c'entra tanto un mio diritto che riguarda un mio beneficio, ma l'interesse verso il figlio stesso. E' accaduto rare volte, ma penso che in nome dell'amore che educa, il pretendere che l'altro non si faccia male ci stà. Anche un maestro può secondo me pretendere, e non in nome di ciò che dà e per un beneficio personale, ma perchè vuol insegnare al discepolo il pretendere da se stesso. E' pretendere o lo definireste in altro modo?
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Vecchio 08-05-2010, 09.58.10   #22
Sole
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E' un pò complessa anche questa ultima perchè se si pretendere molto da se stessi può anche voler dire che non si accettano i propri limiti, così come invece che si ha coscienza di poterli superare. Se ci aspetta molto da se stessi spesso si creano dei contrasti interiori che impediscono la reale realizzazione del contendere (interiore).
A fronte deve esserci sempre un'osservazione di noi stessi, non sono in grado di affermare: si, pretendere da stessi va bene oppure non va bene.

Quella del maestro anche se appare un pretendere io lo chiamarei spingere un allievio verso un risultato qualora il maestro abbia accurato che il risultato è realmente ottenibile. Facevamo altrove infatti il discorso di accellerera e rallentare i tempi di evoluzione, che possiamo comprendere anche in quelli scolastici o sportivi

Insomma io credo che il pretendere sia sempre un aspetto egoistico di noi che soddisfa sia un diritto reale o presunto sia oggettivo che distorto da bisogni e contrasti interiori.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 08-05-2010, 10.51.29   #23
diamantea
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Credo che il pretendere sia legato anche alla responsabilità verso l'impegno che ci siamo presi e che ora non attendiamo o ci viene disatteso.
Voglio dire che, togliendo casi limite in cui il diritto è assoluto, nei rapporti affettivi in genere ognuno non da il massimo che può dare o spesso promette cose che sa o non sa di non poter dare creando false aspettative che sfociano conseguentemente nelle pretese più o meno legittime.
Oppure si da più di quanto ci viene richiesto o si è disposti ad accettare generando delusioni sulle aspettative illegittime che si vengono a creare.
Occorrrerebbe denifire con più onestà e obiettività i propri limiti e rispettare gli impegni presi che hanno generato le basi di un rapporto.
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Vecchio 08-05-2010, 11.42.07   #24
Sole
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Occorrrerebbe denifire con più onestà e obiettività i propri limiti e rispettare gli impegni presi che hanno generato le basi di un rapporto.
Si è proprio questo il punto, come facciamo a definire obiettivamente ed onestamente il limite del rispetto dello spazio vitale altrui?
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Vecchio 08-05-2010, 11.47.42   #25
Kael
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Come dire che innanzitutto bisognerebbe pretendere da se stessi?
A dire il vero non ho detto questo. Se pretendo da me stesso resto comunque con la mano tesa verso me stesso, in attesa, chissà per quanto, a fare la bella statuina. Sottolineavo l'inutilità di tale aspettativa e la possibilità di usare il tempo in maniera migliore.
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