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Vecchio 04-01-2008, 23.42.13   #1
Era
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Predefinito Le radici e il tempo

Ero davvero indecisa dove scrivere...tutto sommato le radici (le nostre) e il tempo sono "anticaglierie" da ricordare se poi ho toppato il Cap..ops Uno sposterà...
Riflettevo su come il tempo passa e modifica le cose e le persone...i luoghi dove viviamo sono cambiati..sempre più città caotiche sempre meno paesi...anche solo una trentina di anni fa..dalle mie parti c' erano cittadine medio piccole e paesi e cascine isolate e borghi....e tra un abitato e l' altro c'erano chilometri di campagna....oggi in questi spazi...una volta verdi..sono cresciute le zone industriali ( ) i grandi centri commerciali e un mare di automobili.....tutto in movimento tutto meccanico....corri corri corri!!!
Si vive anche il tempo in modo meccanico...scandito da una ripetitività metodicaalienante...ci si alza che sia estate o inverno...primavera o autunno...e si va al lavoro che è sempre quello....stesso ritmo...stessi gesti....aspettando la domenica e le ferie ....Abbiamo ormai dimenticato dal nostro patrimonio culturale l' importanza del ciclo delle stagioni la cui ciclicità era l' orologio naturale....che da sempre ha regolato e dato il ritmo alle attività dell' uomo a cui era legata la sopravvivenza (ok oggi si vive anche se grandina sulla distesa di grano pronto alla raccolta...ma fino a quando?). Dalle stagioni al calendario il passo è breve (si fa per dire ) ogni calendario riporta la storia...le tradizioni...le feste e le religioni del popolo che ne fa uso...Con la fine della civiltà contadina e il sopravvento della tecnologia molte usanze sono andate a "sbiadire" fino a perdere il senso delle origini che rimane vivo solo nelle persone anziane (sarà per questo che ci incantiamo ad ascoltare gli anziani raccontare?)



mi fermo
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Vecchio 05-01-2008, 14.25.01   #2
Era
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Predefinito Legami

L' attaccamento alla propria terra e alle proprie origini (anche famigliari perchè no?)...credo sia un modo per sentirsi parte di un comunità...ricordare e condividere attraverso la "storia" la propria identità....Conoscere gli usi e costumi della propria terra è come sentire "radici comuni"...Ricordare il senso della tal festa o tal' altra sagra è si folklore ma anche arricchimento...o no? ...Per ogni paese ci sono superstizioni...modi di dire...feste e quant' altro che ormai si vivono...dicono...festeggiano per inerzia...bello ed istruttivo...a parer mio...è invece conoscere e tramandarsi questo genere di cose che fanno comunque parte di un patrimonio culturale e saggezze fatte di miti...leggende...usanze e credenze...e se poco poco si va ad indagare si scopre che spesso ci derivano da civiltà vecchissime...magari ispirate a pratiche religiose vagamente pagane...

...meglio conoscere il bagaglio che ci portiamo in viaggio
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Vecchio 05-01-2008, 22.51.21   #3
Era
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Predefinito Tempo e calendario

Parlando di tempo non si può evitare di "legarlo" al calendario....da quando esiste...abbiamo già detto...che accompagna l' uomo a seguire i ritmi dei giorni...delle stagioni e degli anni (e il tempo passa...altro che non esiste! ) indica quando lavorare...pregare...far festa e in tempi non così lontani...quando seminare o raccogliere.Oggi il calendario basato su settimane di 7 giorni e 12 mesi con differenza di giorni...anche se tutto ciò lo diamo per scontato...scontato non è...perchè è un' evoluzione di "aggiustamenti" avvenuti nel corso dei secoli...Gli uomini del passato si ponevano il problema di come misurare il tempo....su cosa si basavano? Sulla luna sul sole o sulle stelle? E ancora...come dividere sto tempo?

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Vecchio 06-01-2008, 18.03.41   #4
hava
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Ero davvero indecisa dove scrivere...tutto sommato le radici (le nostre) e il tempo sono "anticaglierie" da ricordare se poi ho toppato il Cap..ops Uno sposterà...
Riflettevo su come il tempo passa e modifica le cose e le persone...i luoghi dove viviamo sono cambiati..sempre più città caotiche sempre meno paesi...anche solo una trentina di anni fa..dalle mie parti c' erano cittadine medio piccole e paesi e cascine isolate e borghi....e tra un abitato e l' altro c'erano chilometri di campagna....oggi in questi spazi...una volta verdi..sono cresciute le zone industriali ( ) i grandi centri commerciali e un mare di automobili.....tutto in movimento tutto meccanico....corri corri corri!!!
Si vive anche il tempo in modo meccanico...scandito da una ripetitività metodicaalienante...ci si alza che sia estate o inverno...primavera o autunno...e si va al lavoro che è sempre quello....stesso ritmo...stessi gesti....aspettando la domenica e le ferie ....Abbiamo ormai dimenticato dal nostro patrimonio culturale l' importanza del ciclo delle stagioni la cui ciclicità era l' orologio naturale....che da sempre ha regolato e dato il ritmo alle attività dell' uomo a cui era legata la sopravvivenza (ok oggi si vive anche se grandina sulla distesa di grano pronto alla raccolta...ma fino a quando?). Dalle stagioni al calendario il passo è breve (si fa per dire ) ogni calendario riporta la storia...le tradizioni...le feste e le religioni del popolo che ne fa uso...Con la fine della civiltà contadina e il sopravvento della tecnologia molte usanze sono andate a "sbiadire" fino a perdere il senso delle origini che rimane vivo solo nelle persone anziane (sarà per questo che ci incantiamo ad ascoltare gli anziani raccontare?)



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Penso che la grande importanza delle nostre radici sia piu' chiara se viviamo in paesi e comunita' stranieri, con tradizioni e realta' culturali diverse. E' allora che siamo consci del fatto che le nostre radici vivono ed operano in noi dovunque ci troviamo.
Non credo Era che "il tempo che passa e modifica cose e persone" abbia il potere di intaccare le fondamenta nelle quali troviamo la nostra linfa nutritiva, appoggio e sicurezza.
Mi piace questo argomento.
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Vecchio 06-01-2008, 19.29.09   #5
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Penso che la grande importanza delle nostre radici sia piu' chiara se viviamo in paesi e comunita' stranieri, con tradizioni e realta' culturali diverse. E' allora che siamo consci del fatto che le nostre radici vivono ed operano in noi dovunque ci troviamo.
Non credo Era che "il tempo che passa e modifica cose e persone" abbia il potere di intaccare le fondamenta nelle quali troviamo la nostra linfa nutritiva, appoggio e sicurezza.
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Hai ragione forse non le intacca...ma il dimenticarle fa si che diventino quasi inutili o perlomeno perderemmo molte "informazioni"

perchè non apri una discussione per raccontarci le tue esperienze...le difficoltà...i pro e i contro del vivere in un paese straniero? Sai è quasi assurdo...conosciamo meglio le difficoltà di uno straniero che vive da noi...e nulla di chi ha la nostra stessa nazionalità e vive altrove...leggerei molto volentieri
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Vecchio 07-01-2008, 01.53.49   #6
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Penso che la grande importanza delle nostre radici sia piu' chiara se viviamo in paesi e comunita' stranieri, con tradizioni e realta' culturali diverse. E' allora che siamo consci del fatto che le nostre radici vivono ed operano in noi dovunque ci troviamo.
Non credo Era che "il tempo che passa e modifica cose e persone" abbia il potere di intaccare le fondamenta nelle quali troviamo la nostra linfa nutritiva, appoggio e sicurezza.
Mi piace questo argomento.
Ciao ,nche a me piace questo argomento,vorrei anche chiedere ad Era se vive nello stesso posto da molto..
Sono d'accordo con Era che il tempo,in visione di anni passati,cambia le cose,pero' alcune cose...si la vita e' piu' frenetica ,l'evoluzione ha il soppravvento sui "nostri "tempi,si costruiscono case e centri commerciali in pochissimo tempo,mentre magari altre strutture piu' importanti non vengono terminate..
E' anche vero che vivendo all'estrero cambia il modo di vedere il tuo paese d'origine,anche le persone e anche i piu' vicini.Anch'io ho vissuto all'estrero in posti diversi,tutti mi affascinavano e mi mostravano i pregi e i difetti del mio Paese..tanti difetti in effetti... ,ma l'apparenza delle cose cambia nel tempo...
Quante persone conoscono il proprio dialetto?
io parlo, ma io stessa capisco il mio dialetto,ma non lo parlo se non per battute...
le favole dei propri posti..i detti..credo sia anche questo che intendeva Era. oggi e' importante parlare inglese francese spagnolo,sono cambiate le esigenze,si sono aperti i confini,in bene e in male..
Era ,io vivo in un paese,ma credo che ci siano pochi ragazzi che abbiano voglia di ascoltare i propri nonni,ma qualcuno ce'..!
Vedo che in tutti questi grandi cambiamenti,l'insieme e le caratteristiche delle persone siano sempre le stesse,reagiscono a stimoli diversi,ma dentro,il meccanismo e' lo stesso...
be' ho detto la mia..
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Vecchio 07-01-2008, 12.33.43   #7
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Hai ragione forse non le intacca...ma il dimenticarle fa si che diventino quasi inutili o perlomeno perderemmo molte "informazioni"

perchè non apri una discussione per raccontarci le tue esperienze...le difficoltà...i pro e i contro del vivere in un paese straniero? Sai è quasi assurdo...conosciamo meglio le difficoltà di uno straniero che vive da noi...e nulla di chi ha la nostra stessa nazionalità e vive altrove...leggerei molto volentieri

Cara Era, tu mi chiedi di raccontare le mie esperienze e probabilmente lo faro' in seguito. Questo perche' il mio caso e' differente da quello del comune "italiano all'estero".
Io sto in Israele perche' sono ebrea, e la mia identita' si potrebbe dire doppia: italiana ed israeliana, mentre le mie radici sono tutte in Italia. Io penso in italiano, ho nostalgia dei miei posti, e propago qui l'amore per l'Italia.
Era, tu parli di cambiamenti che potrebbero influire sul nostro legame con le radici. Da me succede proprio il contrario : quando arrivo nella mia citta' d'origine la trovo uguale ai tempi della mia infanzia, e questo mi da sicurezza perche' mi sento a casa [e pure ringiovanita..], quasi mi avesse aspettata. Le stesse strade con gli stessi nomi, gli stessi negozi e palazzi, la stessa gente, il mio dialetto. Eppure e' un'altra generazione.
Una buona giornata a voi tutti.
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Vecchio 07-01-2008, 14.57.37   #8
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Ciao ,nche a me piace questo argomento,vorrei anche chiedere ad Era se vive nello stesso posto da molto..
Sono d'accordo con Era che il tempo,in visione di anni passati,cambia le cose,pero' alcune cose...si la vita e' piu' frenetica ,l'evoluzione ha il soppravvento sui "nostri "tempi,si costruiscono case e centri commerciali in pochissimo tempo,mentre magari altre strutture piu' importanti non vengono terminate..
E' anche vero che vivendo all'estrero cambia il modo di vedere il tuo paese d'origine,anche le persone e anche i piu' vicini.Anch'io ho vissuto all'estrero in posti diversi,tutti mi affascinavano e mi mostravano i pregi e i difetti del mio Paese..tanti difetti in effetti... ,ma l'apparenza delle cose cambia nel tempo...
Quante persone conoscono il proprio dialetto?
io parlo, ma io stessa capisco il mio dialetto,ma non lo parlo se non per battute...
le favole dei propri posti..i detti..credo sia anche questo che intendeva Era. oggi e' importante parlare inglese francese spagnolo,sono cambiate le esigenze,si sono aperti i confini,in bene e in male..
Era ,io vivo in un paese,ma credo che ci siano pochi ragazzi che abbiano voglia di ascoltare i propri nonni,ma qualcuno ce'..!
Vedo che in tutti questi grandi cambiamenti,l'insieme e le caratteristiche delle persone siano sempre le stesse,reagiscono a stimoli diversi,ma dentro,il meccanismo e' lo stesso...
be' ho detto la mia..
Era era vagabonda tempo fa....ora è "sedentaria" e conosce il dialetto (scordati le lingue straniere )...cara Falco....dici che sono pochi i giovani che amano ascoltare i nonni? ma si...anche perchè i nonni di oggi sono giovani e anch'essi sanno poco delle loro radici...che per altro...la discussione riguarda si le persone....tuttavia la mia intenzione era il differenziare nostro modo...al modo degli anziani...se guardo il calendario lo faccio per ricordare se ho una scadenza in banca ...ai tempi di Berta si guardava il calendario per vedere la fase lunare utile per seminare...imbottigliare e via discorrendo....se oggi guardo le nuvole e le vedo più o meno grige...tutto cio che faccio è prendere un ombrello (non si sa mai ) sempre ai tempi di Berta...guardare le nuvole era osservare e in base a questo agire....ecco radici=esperienza=sapienza

p.s. fatto bene a dire la tua
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Vecchio 07-01-2008, 14.59.18   #9
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Cara Era, tu mi chiedi di raccontare le mie esperienze e probabilmente lo faro' in seguito. Questo perche' il mio caso e' differente da quello del comune "italiano all'estero".
Io sto in Israele perche' sono ebrea, e la mia identita' si potrebbe dire doppia: italiana ed israeliana, mentre le mie radici sono tutte in Italia. Io penso in italiano, ho nostalgia dei miei posti, e propago qui l'amore per l'Italia.
Era, tu parli di cambiamenti che potrebbero influire sul nostro legame con le radici. Da me succede proprio il contrario : quando arrivo nella mia citta' d'origine la trovo uguale ai tempi della mia infanzia, e questo mi da sicurezza perche' mi sento a casa [e pure ringiovanita..], quasi mi avesse aspettata. Le stesse strade con gli stessi nomi, gli stessi negozi e palazzi, la stessa gente, il mio dialetto. Eppure e' un'altra generazione.
Una buona giornata a voi tutti.
ok quando ti va e se ti va...nessun obbligo
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Vecchio 07-01-2008, 15.38.57   #10
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Predefinito Il giorno

Misurare il tempo in giorni è forse il modo più semplice....ma quanto è lungo un giorno? E' compreso tra un momento di luce e un momento di buio...ma sull' inizio ci sono state differenze in funzione di popoli diversi...per i babilonesi..egizi...cinesi e indù il giorno iniziava all' alba e finiva all' alba del giorno dopo...per gli ebrei cominciava al tramonto per finire il tramonto successivo...per i romani iniziava a mezzanotte tuttavia nel medioevo prevalse l' uso ebraico e orientali con calendari lunari o lunisolari e calcolare il giorno dal tramonto al tramonto successivo....
I romani suddividevano il giorno in 12 ore diurne (dall' alba al tramonto) e di 12 ore notturne (dal tramonto all' alba) in questo modo le ore non erano fisse....ma variavano in base alle stagioni..le ore diurne erano più lunghe d' estate e più corte d' inverno...e quelle notturne viceversa....
Poi con i primi orologi meccanici (XII-XIV secolo) sui campanili o sulle torri si cominciò a dividere il giorno in 24 ore della stessa durata...ma sempre parlando dal tramonto del sole...quindi ancora differenze per via delle stagioni....alla fine con Napoleone e le sue invasioni (inizio 800) si finì col contare le ore partendo dalla mezzanotte come facevano i romani....

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Vecchio 11-01-2008, 16.09.02   #11
Era
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Predefinito La Settimana

Il calendario che usiamo oggi..raggruppa i giorni di 7 in 7 da qui il nome :settimana...altri tempi..altre civiltà altri raggruppamenti in Cina e in India si andava di 5 in 5..gli Assiri raggruppavano di 6 in 6 i romani di 8 in 8 e gli egiziani di 10 in 10 c'è ne da dare i numeri e e di ogni colore ....Su tutto sto ambaradan ha prevalso quello della settimana..unità che secondo gli studiosi potrebbe essere stata influenzata dal ritmo delle fasi lunari...che approsimativamente durano 7 giorni e che si rifà alla Bibbia che narra la creazione in 7 giorni...

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Vecchio 26-01-2008, 21.27.48   #12
Era
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Predefinito Il mese e l' anno

Il mese deriverebbe dal ciclo lunare...il periodo di giorni che va da una luna piena alla prossima....ciclo che ha una durata di 29 giorni e mezzo ed ecco gli "aggiustamenti" gli ebrei alternavano mesi di 29 giorni ad altri di 39....oggi addossiamo ogni responsabilità a febbraio che conta 28 giorni e sempre il povero febbraio si addossa il 29esimo giorno ogni 4 anni...i così detti anni bisestili....
Per l' anno le cose sono più complicate gli antichi sacerdoti/astronomi osservarono che dalla comparsa di una stella fino alla sua comparsa successiva...si contavano 12 lune (pleniluni) quindi l' anno era concepito come l' insieme di 12 mesi lunari...tuttavia anche in questo caso c'erano differenze se l' anno conta poco meno di 365 giorni...quello ne conta 365 e mezzo...c'è sempre sto mezzo di mezzo quindi mettere daccordo sta luna e sto sole non era così facile..e rieccoci ad aggiustare l' aggiustabile...gli ebrei sistemano un ciclo di 19 anni...12 anni normali e 7 bisestili cosi che si trovano anni variabili tra i 353 3 i 385 giorni....i romani invece equilibrarono l' anno lunare con quello solare iniziando il mese in un periodo prefissato e aggiungendo 1 o 2 giorni ad alcuni mesi che con l' andar del tempo si sfasarono rispetto alla luna .... non solo dato che l' anno civile durava 355 per rifarsi della differenza di 10 rispetto alle stagioni (che altrimenti avrebbero subito un progressivo spostamento) aggiungevano ogni 2 anni un tredicesimo mese di 22 o 23 giorni chiamato mercedonio....tutto sto ambaradan di aggiungi e togli creava una bella confusione e finalmente...Giulio Cesare riformò alla grande il calendario portandolo a 365 giorni più l' anno bisestile di cui abbiamo parlato sopra....che deriva dal latino bis sextus dies ante kalendar Martias.....perchè il giorno in più veniva inserito tra il sesto e il quinto giorno prima della calende di marzo....

caspita.... si fa presto a dire calendario!!!!!!
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