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Vecchio 25-01-2006, 11.51.47   #1
Grey Owl
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Predefinito Cosa ci rende migliori?

Questa mattina mi gira per la testa questa domanda: "Cosa ci rende migliori?"
Ed io rispondo... migliori a cosa? ...verso chi?
Perche' questa domanda?...
Vorrei potere capire... non mi so' dare una risposta "sincera"...
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Vecchio 25-01-2006, 12.57.44   #2
Giudi
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Di getto, senza stare troppo ad elucubrare mi viene da dire: AMARE!
Amare, mettere amore nella nostra vita, nelle azioni, nel lavoro, nelle relazioni, nelle difficoltà che sperimentiamo, nel dolore...
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Vecchio 25-01-2006, 15.10.11   #3
RedWitch
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Hai detto bene Grey.... migliori (o peggiori ) rispetto a chi? o rispetto a cosa? Rispetto a qualcosa (o qualcuno) secondo il nostro punto di vista (giudizio)? .... Sarà sempre e comunque qualcosa di soggettivo... (io mi vedo migliore rispetto a Tizio...e magari Tizio si vede migliore di me..)
Gira e rigira.... torno sempre là... anche ritenersi "migliori" lo vedo come un limite che ci poniamo.... e se invece prendiamo come punto di riferimento solo noi stessi? ....
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Vecchio 25-01-2006, 15.53.44   #4
seleparina
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Mi pare che questa frase di Kael, nell'altro post, sia idonea

Citazione:
Nel momento stesso in cui formulo una domanda, in realtà sto dando una risposta a me stesso...
Il fatto di chiedermi se sono migliore o peggiore di altri, implica un "disagio" della nostra attuale condizione con/verso noi stessi.
Presa nella giusta misura la domanda può aiutarci...basta non lasciarsi trascinare però da ciò che si è (o si crede di essere) e da ciò a cui si ambisce.
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Vecchio 25-01-2006, 16.45.43   #5
Ray
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ma forse Grey intendeva migliori di se stessi...

cosa mi rende migliore di come ero ieri... o anche di un minuto fa... ?

non so... Grey, che intendevi?
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Vecchio 25-01-2006, 17.02.17   #6
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Predefinito si... proprio cosi'

Grazie Ray...
si proprio cosi'...
nella visione di se stessi...
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Vecchio 25-01-2006, 17.04.29   #7
seleparina
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Si Ray, ma per voler migliorare è necessario un confronto con altri o comunque prefissarsi un limite, un ideale da raggiungere a cui ancora non si è arrivati...io non riesco a vederla senza punti di paragone...anche "migliore di me stesso" vuol dire riconoscersi in un punto e volercisi distaccare...per arrivare...?
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Vecchio 25-01-2006, 17.15.49   #8
milsan
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La risposta alla tua domanda , secondo me è: dipende a cosa si aspira.
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Vecchio 25-01-2006, 17.21.51   #9
Grey Owl
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Predefinito Rispetto a questa mattina...

Rispetto a questa mattina sono emerse risposte dalla discussione...
Rispetto a queste risposte sono emerse convinzioni personali...
Rispetto a queste convinzioni personali sono emerse...
sono emerse da dove?...
Le parole scritte trasmettono un concetto di valore comune?...
Sottendono alla regola della sincronicita'?...

Sono stato in grado di formulare la domana in modo fedele a come la sento in me?...

Forse credo che condividere, comunicare, partecipare...forse questo mi rende migliore?

Forse si'...

Forse no... non ho ancora una risposta a cosa mi rende migliore...
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Vecchio 25-01-2006, 18.16.24   #10
Kael
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La parola stessa "migliore" implica un termine di paragone. Essere migliore di...
Se dico solo che voglio essere migliore, è sottointeso che alludo a me stesso. Quindi essere migliore di quello che ero ieri, un mese fa, un anno fa...

Ora, per mettere a confronto due persone (la stessa solo in momenti evolutivi diversi) devo innanzitutto porre dei criteri di valutazione e in secondo luogo devo anche saper valutare bene per far sì che il mio paragone sia valido.
Posso prendere qualunque canone diverso. Intelligenza, altruismo, forza fisica, etc.. e a quel punto posso stabilire chi è migliore in cosa.

Ora, alla domanda di grey "COSA ci rende migliori" credo proprio che stesse alludendo a quali criteri bisogna confrontare, e quali altri invece sono di poco conto. Esempio, se sono migliorato in forza fisica, è davvero un miglioramento, o forse sarebbe stato più importante concentrarsi su altri campi, esempio amore, altruismo o generosità?
Se la domanda era questa, direi che conta molto ciò che noi sentiamo in quel dato momento... i canoni sono soggettivi, li stabiliamo noi e devono rispecchiare quello che siamo in quel momento.
Ci sono persone che effettivamente danno molta importanza alla forza fisica, ed essere più energumeni di altri li fa credere migliori... altri invece danno più importanza all'intelligenza, e si credono migliori perchè più intelligenti di altri..

Insomma... ognuno di noi ha le sue priorità, e riempie di significato determinate cose rispetto ad altre. Quindi la vera domanda è: cosa è più importante? Cosa val la pena di "accogliere" in noi stessi e cosa invece lasciare fuori?
E a questo punto, direi tutto...
Tutto va accolto e riempito di noi stessi, anche se è molto, molto difficile...

Ma intanto, già il fatto di provarci, può essere un miglioramento...
__________________

Kael non è connesso  
Vecchio 26-01-2006, 11.12.20   #11
Ray
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Citazione:
Originalmente inviato da Grey Owl
Rispetto a questa mattina sono emerse risposte dalla discussione...
Rispetto a queste risposte sono emerse convinzioni personali...
Rispetto a queste convinzioni personali sono emerse...
sono emerse da dove?...
Le parole scritte trasmettono un concetto di valore comune?...
Sottendono alla regola della sincronicita'?...

Sono stato in grado di formulare la domana in modo fedele a come la sento in me?...

Forse credo che condividere, comunicare, partecipare...forse questo mi rende migliore?

Forse si'...

Forse no... non ho ancora una risposta a cosa mi rende migliore...
La domanda iniziale di Grey, qui in qualche modo ripetuta, forse non è proprio quello che sembra a prima vista... o perlomeno non tutto.

Se esplicitamente essa apre ad un problema di non facile soluzione perchè costringe a porsi la questione ontologica del bene-male... del paragone-punto di riferimento... e dell' relativo-assoluto (la strada intrapresa da Kael, con il quale concordo pienamente), implicitamente invece, credo, esprima un dubbio ed un "angoscia" personali.

Forse è per questo che si trova in questa sezione.

Provo a riformulare la domanda... <<come faccio a sapere se adesso sono migliore di prima? come posso essere sicuro di percorrere una strada positiva e di non essere invece immerso nell'illusione? posto che io voglia "migliorare" come faccio a sapere se ogni azione, o qualsiasi azione, che faccio concordi con la mia intenzione? Ma sopratutto, perchè voglio "migliorare" ? >>

Chiaramente non posso sapere se questo era veramente ciò che muoveva Grey... tuttavia credo di aver espresso un qualcosa che riguarda, in un modo o nell'altro, un po' tutti.

Se il punto è questo, la ricerca di parametri, di una risposta razionale a "cosa ci rende migliori" non è altro che una richiesta di certezze... di appoggi su qualcosa... per sedare il senso del dubbio... per togliere, almeno in parte o momentaneamente, quella sensazione di "traballare"...

Temo però che queste certezze non si trovino dove le cerchiamo... per carità, un viaggio intellettuale nei concetti fin qua esposti non può far che bene... però alla fin fine, quando si sta in acqua analizzarne la salinità serve ma non ti da appoggi (qualche indizio magari si)... l'appoggio è sul fondo, dove l'acqua stessa si appoggia alla terra... e se si vuole avere terreno veramente sicuro sotto i piedi li si deve andare... magari trattenendo il fiato.
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Vecchio 26-01-2006, 12.07.10   #12
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Migliore rispetto a quello che sono... perchè è vero che potenzialmente sono perfetto... ma potenzialmente...
Sono sempre in movimento (in quanto essere vivene nel Creato) per cui tendo o verso il miglioramento o verso il peggioramento (a livello individuale)
Se metto su una retta da un lato l'immobilità e dall'altro il movimento scopro che se sto nella parte dell'immobilità sono pefetto e non migliorabile... però non esisto... se mi sposto dal lato del movimento esisto ma non sono perfetto... devo cercarla (perfezione) e migliorarmi...
So che qualcuno conosce già la soluzione per "salvare capra e cavoli".... non sa come metterla in pratica.... ma una cosa per volta tutto arriva a chi vuole.
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Vecchio 27-01-2006, 20.30.44   #13
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migliore o peggiore .... sono elementi soggettivi frutto di una valutazione che è variabile da individuo a individuo...
E molte volte, benchè distinti concettualmente, li accomuna una stessa etica, l'appartenenza ad uno stesso luogo o a una particolare cerchia sociale...
Diciamo che ognuno di noi costruisce i propri concetti di migliore e peggiore vivendo, attraverso l'esperienza, sulla base degli esempi che ci si trova di fronte, la propria famiglia, il proprio ambiente lavorativo, etc, etc, e sulla base dei dati che vivendo raccogliamo valutiamo, saggiamo, su noi stessi la positività o negatività della propria esistenza...
Un dato è certo...il nostro essere limitati esistenzialmente ci fà sentire sempre in credito con la vita...vogliamo sempre di più di quello che abbiamo...cerchiamo sempre di più di quello che vogliamo....
Come dice un proverbio...l'erba del vicino....saggezza popolare!!!
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Vecchio 27-01-2006, 20.44.03   #14
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Predefinito cosa ci rende migliori?

Giudi, sposo in pieno la tua tesi!!!!! Amare è l'unica via di scampo......
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Vecchio 28-01-2006, 22.40.26   #15
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray
La domanda iniziale di Grey, qui in qualche modo ripetuta, forse non è proprio quello che sembra a prima vista... o perlomeno non tutto.

Se esplicitamente essa apre ad un problema di non facile soluzione perchè costringe a porsi la questione ontologica del bene-male... del paragone-punto di riferimento... e dell' relativo-assoluto (la strada intrapresa da Kael, con il quale concordo pienamente), implicitamente invece, credo, esprima un dubbio ed un "angoscia" personali.

Forse è per questo che si trova in questa sezione.

Provo a riformulare la domanda... <<come faccio a sapere se adesso sono migliore di prima? come posso essere sicuro di percorrere una strada positiva e di non essere invece immerso nell'illusione? posto che io voglia "migliorare" come faccio a sapere se ogni azione, o qualsiasi azione, che faccio concordi con la mia intenzione? Ma sopratutto, perchè voglio "migliorare" ? >>

Chiaramente non posso sapere se questo era veramente ciò che muoveva Grey... tuttavia credo di aver espresso un qualcosa che riguarda, in un modo o nell'altro, un po' tutti.

Se il punto è questo, la ricerca di parametri, di una risposta razionale a "cosa ci rende migliori" non è altro che una richiesta di certezze... di appoggi su qualcosa... per sedare il senso del dubbio... per togliere, almeno in parte o momentaneamente, quella sensazione di "traballare"...

Temo però che queste certezze non si trovino dove le cerchiamo... per carità, un viaggio intellettuale nei concetti fin qua esposti non può far che bene... però alla fin fine, quando si sta in acqua analizzarne la salinità serve ma non ti da appoggi (qualche indizio magari si)... l'appoggio è sul fondo, dove l'acqua stessa si appoggia alla terra... e se si vuole avere terreno veramente sicuro sotto i piedi li si deve andare... magari trattenendo il fiato.
Mi trovo perfettamente daccordo con Te Ray; analizzare per avere qualche indizio ma poi alla fine bisogna cercare ( e sapere ) che il fondo va certo esplorato.

Kael HA SCRITTO
"La parola stessa "migliore" implica un termine di paragone. Essere migliore di...
Se dico solo che voglio essere migliore, è sottointeso che alludo a me stesso. Quindi essere migliore di quello che ero ieri, un mese fa, un anno fa..."


Mi permetto di aggiungere che il paragone ovviamente si pone rispetto ad un punto; tale mi pare che sia gia venuto fuori.
Riprendo il concetto, espresso da Uno ed Ray, sulla possibilità di migliorare, certo, ma senza avere punti di riferimento.
Stavo pensando che è possibile, dal mio punto di vista, rivolgendosi al miglioramento come una espansione.
Non miglioramento in quanto cambiamento " rispetto " ad un punto, quindi entrare nel concetto che quel punto ormai non ci appartiene più, quanto invece, " assorbire " quel punto ( ovvero come si era prima se la vogliamo mettere in questi termini ) e riconoscerlo in quanto proprio; non servente più in quel momento.....ma non distaccato dalla visione/sensazione che ne possiamo avere.
Forse dico qualcosa non di nuovo ma alla fine il concetto, che ne esce fuori dimostra che se ci consideriamo in mobilità perenne ( ammesso che ci si sposti nella linearità ed anche oltre ,che ci si elevi dalla retta ) non ci si puo considerare migliori rispetto a prima ma solo comprensivi di cio che prima si dimostrava essere.
Pertanto " essere " senza termini di paragone, lo ammetto, è molto difficile; Per far questo bisognerebbe scardinare la struttura e non di poco.
Migliorare per essere ed essere per migliorare credo che esprima un concetto un po compicato anche se non sembra.


__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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