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Vecchio 28-01-2008, 11.35.37   #26
RedWitch
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
..............
Non sto dicendo che chi lo fa o lo ha fatto sia un pazzo/a, se fatto in un certo modo, con una capace guida (umana, incarnata intendo) può essere molto meglio della psicanalisi, si potrebbe paragonarla a ciò che Jung definiva immaginazione attiva.
.................
A me, se e quando fosse possibile interesserebbe approfondire il discorso dell'immaginazione attiva, forse qui è Ot, ma se qualcuno che conosce l'argomento avesse voglia di introdurlo.. lo seguirei con interesse..

Grazie
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Vecchio 29-01-2008, 11.42.03   #27
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Provo ad affrontare il discorso, poi quando Uno avrà il tempo di intervenire ci aiuterà.

Noi occidentali quando diciamo "attivamente" ci riferiamo ad una diretta occupazione della nostra attenzione, un movimento (anche interno), una partecipazione pressochè completa di quel che chiamiamo di volta in volta "io". Il mutare continuo di questo "io" è parte della causa che ci impedisce, alla fin fine, di Fare.

Tuttavia ci sono azioni non svolgibili da quel che comunemente identifichiamo con "io"... sono quelle azioni, anche di sola percezione (l'optimum è contemplazione) che svaniscono se facciamo attenzione nel nostro modo solito.
Esiste per esempio un "ascolto diffuso" della nostra interiorità che si perde nonappena concentriamo l'attenzione (il nostro piccolo io di turno viene attratto).

Invece, soprattutto rileggendo l'articolo sul "non avere azione" possiamo capirci qualcosa in più, esiste uno stato di attenzine attiva diffusa che a noi occidentali sembra passività ma in realtà non lo è perchè il nostro nucleo di coscienza non si disperde mentre restiamo "passivi".
Il difficile è proprio restare attivi nella passività, non disperdere il nucleo di coscienza mentre si contempla, si ascolta... insomma in modo impreciso si potrebbe chiamarlo uno "stare passivi ricordandosi di se".
Ho letto diverse volte Ray e stò cercando di capire, provo a rispondere anche se è un pò ostico. Alle volte ho la sensazione che qui come in altri post si stia girando attorno ad un unico concetto solo che non ci arrivo.
Una domanda alla volta
Questa passiva attività è simile a quella del guardare le nuvole o non c'entra nulla?
grazie per la pazienza
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Vecchio 29-01-2008, 11.58.14   #28
turaz
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secondo me quando si cerca di spiegare con parole si rischia di non far arrivare quanto si intende dire.
vediamo se ho compreso io.
parla di una sorta di equilibrio tra "osservare" e nello stesso tempo agire
centrati in se stessi penso si colleghi a quella famosa bolla alchemica vista in altro 3d

Ultima modifica di turaz : 29-01-2008 alle ore 12.04.03.
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Vecchio 29-01-2008, 22.54.01   #29
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Questa passiva attività è simile a quella del guardare le nuvole o non c'entra nulla?
Si si che c'entra. Li si parlava di parole... appena la mente da un nome alla forma il flusso si ferma. La cosa è analoga, appena l'attenzione si fissa si ferma il flusso delle percezioni. Infatti fissa, blocca.
In questa attiva passività il nucleo resta "fermo" (virgoletto perchè non è proprio la parola che cercavo) ma l'attenzione non agisce, nel senso di muoversi. E' impreciso comunque... non so bene spiegarlo, il che mostra che non ho ancora le idee ben chiare, comunque continuerò a pensarci.
Ha anche ragione Turaz quando parla di equilibrio... nel senso di stesso peso tra attività e passività.
E' come una passività ben determinata in un ambito ben determinato. La determinazione dell'ambito è la parte attiva.
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Vecchio 30-01-2008, 00.48.15   #30
Kael
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Riprendo le parole di Uno e provo a esplorare il concetto anch'io...
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Intendo che se di una complessità enorme che è il nostro essere, in questa vita manifestiamo una determinata parte, ciò che definisce il nostro io, un conto è esplorare il resto attivamente, un conto è farlo passivamente.
"Attivamente" che ho usato potrebbe confondere, è un'attività diversa da quella comunemente definita occidentalmente, si avvicina più a quella orientale che è comunque diversa dalla passività.
Noi dunque siamo solo una piccola parte dell'enormità del nostro essere, quel che chiamiamo "io" non è altro che una piccola fetta o porzione di esso. Quindi, identificandoci solo con quella parte, definiremo "attivo" tutto ciò che da quella parte scaturisce, e viceversa "passivo" tutto ciò che arriva dalle altre parti..

Pertanto se un "io" vuole esplorare tutta la complessità del suo essere, si troverà per forza di cose a dover esser "passivo"... ossia dovrà sforzarsi di "lasciar entrare" nella sua coscienza le altre parti del suo essere... più o meno come una radio che cerchi di sintonizzarsi su altre frequenze. Ma questo al tempo stesso significa anche essere "attivi", perchè è egli stesso che sceglie di modulare la frequenza su un determinato range e di mettersi in ricezione passiva.
Farlo solo "passivamente" significherebbe invece subire tutto questo, come se una determinata frequenza entrasse "a forza" nel campo di ricezione della nostra radio e ci "costringesse" a subire per forza i suoi programmi, senza poter far niente per impedirlo (un po' come le edizioni straordinarie che si "intromettono" a forza nel segnale)... e di solito, quando si parla di medium o di channeling, è proprio questa seconda modalità la più diffusa, e quindi anche la più pericolosa... perchè non c'è volontà da parte del soggetto.

Ultima modifica di Kael : 30-01-2008 alle ore 00.51.07.
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Vecchio 30-01-2008, 13.39.31   #31
Astral
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
di solito, quando si parla di medium o di channeling, è proprio questa seconda modalità la più diffusa, e quindi anche la più pericolosa... perchè non c'è volontà da parte del soggetto.
Ed oltre tutto puoi prendere certe trasmissione che non sono date sicuramente dalla propria grandezza dell'essere, o se vogliamo dal divino, ma posso ricevere dei segnali da entità o captare qualcosa...

Molte forme di malattia mentalità, pazzia, ossessione, sono date anche da un estrema ricettività del soggetto, ma una scarsa attenzione e forza interiore ( e se vogliamo anche capacità razionale) di filtrare ciò che arriva.

Quindi come antenna attiro e ricevo il messaggio ( antena sporca, entità sporche, antenna pulita entità pulita) e questo già la dice tutto.

Come ricevente, bisogna vedere la mia capacità di discernimento e sopratutto quando ricevo un messaggio si manifesta in che modo mi sento.

Mi viene in mente che alcuni carismatici cattolici, canalizzano in nome di Dio, e ciò che Lui avrebbe da dirti, rimanendo però coscienti.

Quando non si tratta di gente che con la mente si inventa le cose, mi stupisce il fatto che vengono a conoscenza di determinate cose che "normalmente" non potrebbero sapere.

Questo però non credo si possa chiamare medianità, poichè sono sempre loro che volontarmente possono deciderlo di dirlo o meno, ed inoltre è un po' più simile al modo antico dei profeti di comunicare la volontà divina.
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Vecchio 04-01-2010, 01.15.00   #32
Falketta
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A un certo punto del mio percorso di meditazione ho iniziato a "dialogare" con voci. Era un dialogo mentale, avveniva mentre praticavo, una parte di me era presente e ascoltava, a volte interrogava un'altra parte.
Poi però questa cosa è... tracimata: le voci hanno iniziato a partire appena chiudevo gli occhi, in qualunque momento della giornata. Ho vissuto un paio di mesi in cui ho pensato di uscire di senno, ero spaventatissima.
Quando le voci sono cessate, con esse è cessata anche la mia capacità di "dialogare"
Credo fossero parti di me che, in quel periodo, uscivano in modo incontrollabile
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