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Vecchio 21-09-2011, 16.06.54   #1
Uno
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Predefinito Buonismo

Parto con un esempio a solo scopo esemplificativo.
Il racket che manda in giro i bambini, gli handicappati etc.. a chiedere l'elemosina attua una strategia tesa a stimolare il buonismo nei passanti.
Se, solo a titolo di esempio, queste persone mandate all'accattonaggio invece andassero ad esporre i loro problemi nelle apposite sedi, lasciando perdere ora i risultati che otterrebbero perchè il sistema funziona come funziona, allora invece i loro comportamenti sarebbero tesi a stimolare atti e risposte giuste che potremmo definire anche buone ma non buoniste. Oppure se queste persone se non possono lavorare e/o produrre cercassero di dare ciò che hanno nella migliore delle intenzioni
etc.... questi sono due esempi.....

Il buonismo è qualcosa che apparentemente risolve un problema, in realtà serve a chi tale problema non l'ha per "aggiustarsi" (addormentando) la coscienza. Uno può essere buonista di suo, ma anche chi ha il problema può spingere l'altro che incontra al buonismo o alla bontà.

Il buonismo è più immediato per entrambi, sia per chi fa atti di buonismo sia per chi li riceve. La bontà costa di più a chi deve fare un atto di bontà e costa di più a chi può stimolarla. Stimolare bontà significa si essere in una condizione di bisogno ma anche essere realmente in cerca di una risoluzione di un problema. Dirlo non basta, ci sono segnali che passano al di la delle parole. E' un pò come la cosa di dire di essere casti e/o puri. Si vede una persona pura (che sia di sentimenti, di animo, nel comportamento etc..) da come si comporta non serve che lo dica a volte quasi a volersi convincere.
Quanto meno non serve che lo dica ad altri e se come è più giusto che sia lo dice a se stessa deve metterla non come cosa già acquisita ma come cosa per cui lottare.

Ho solo aperto il discorso, ovviamente c'è molto altro.
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Vecchio 21-09-2011, 16.46.46   #2
Astral
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A come capita a fagiolo sto topic, con un cugino che praticamente è dall'83 (penso che io stavo sul passeggino) che chiede soldi ai parenti, dice che è senza lavoro, che ti si piazza a casa se apri la porta e non se ne va più. Dice che non ha manco un pacco di pasta (però mette le foto su facebook delle cene che fa) e qualsiasi catastrofe umana colpisce a lui.
E mia zia che dice che occorre essere caritatevoli, occorre servire dio, ma non si rende conto che la cerca solo per vendere la roba, piazzarsi o per battere cassa?
Io invece quando dice che non ha i soldi per comprarsi un piatto di pasta, mi presento con un euro e gli dico che al discout costa 0,80 un pacco di pasta e che gli avanzano pure 20 centisimi!

Penso che il buonismo poi faccia a braccetto con ipocrisia e falsità, altre due caratteristiche lo contraddistingue.
Ci si preoccupa di quello che succede dall'altra parte del mondo, ma quello che succede al paese chi se ne frega.
Poi si assumono atteggiamenti che sfiorano il patetico, come pianti e voci mielose.
Quanto all'esternare il fatto che si è buoni, puri e casti, è perchè appunto non si è molto convinti della propria bontà interiore e purezza.
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Vecchio 21-09-2011, 18.36.36   #3
Edera
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Sono d'accordo con quello che dite e in linea teorica non fa una grinza. Ma poi come tradurlo a livello pratico? Significa non dare l'euro al bambino o allo storpio che chiede l'elemosina? Teoricamente se non volessi incassare quel senso di 'essere buona', dovrei astenermene visto che dò la possibilità a me di non dormire e a lui di guadagnarsi da vivere con più dignità.
Personalmente tendo a dare spesso qualcosa a chi me la chiede perchè parto dal presupposto che non posso sapere quale sia stata la sua vita e perchè me li sta chiedendo. Non a tutti però, in genere lo faccio sempre alle persone con handicap fisici, a quelli che si piazzano abitualmente vicino alle casse del parcheggio in perfetta salute, sguainando come arma uno sguardo pietoso in genere no...
Non so il mio grado di buonismo, non riesco a definirlo, certo è che lo osservo intorno a me e nelle persone in cui lo vedo accentuato in genere noto anche un'altra parte piuttosto falsa e cattivella che emerge altrove..
Però, viste le attuali condizioni generali dell'umanità e del sitema dalle quali è difficile prescindere, preferisco un mondo 'buonista' dove la gente fa qualcosa per il proprio ego, piuttosto che uno dove nessuno fa niente: penso alle dimensioni del volontariato, a chi distribuisce i pasti alla caritas, a chi raccoglie vestiti per i poveri ecc ecc... tutta una dimensione farcita di buonismo e di ipocrisia ma che alla fine fa qualcosa di pratico nei posti dove nessuno ha voglia di sporcarsi le mani. Certo, non è la soluzione migliore ma tra i due mali..

Ultima modifica di Edera : 21-09-2011 alle ore 18.40.49.
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Vecchio 21-09-2011, 19.50.39   #4
Astral
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Semplicemente Edera, discernimento, cercare di "sentire" se quel povero ha veramente bisogno, oppure è un vampiro per esempio.

Io per esempio uso questo sistema: dico che non ho soldi ed ho solo frutta, ed una mi disse che aveva fame (era una banana matura al punto di sciogliersi) e l'ha accettata, quella era proprio fame.

Un altro invece voleva proprio i soldi, gli offerto una merendina del mulino bianco, e mi ha guardato male, e insisteva coi soldi, allora ho scartato la merendina e me la sono mangiata e poi me ne so andato.
Questi sono esempi, ma ovviamente sappiamo bene quale sono le situazioni, tutti noi vorremmo essere più buoni o gentile, ma bisogna anche domandarsi il perchè, spesso si è buoni troppo istintivamente.

Magari può capitare che per un periodo si è un po' cattivi ma poi ci si riequilibra un po'.
Ma se siamo troppo buonisti, poi non ci lamentiamo se qualcuno ci sfrutta per i passaggi in macchina, o per usarci come reggimoccolo, oppure a lavoro quando ci tocca fare il turno extra o pulire il gabinetto intasato, poi tocca sempre a noi.

Che poi ho notato che quando ci siamo fatto la fama dei buoni, tutti si sentono il diritto di riversare le loro frustazioni verso di noi, e mettercelo in quel posto.
In cambio però ricevo un bravo ed un grazie che sicuramente nutre l'ego.
Eppure quando siamo buoni veramente, si ha una certa indipendenza, non c'è gratificazione forse, ma l'azione non pesa e non si viene a creare quel meccanismo che se non sono buono, nessuno mi ama.

Comunque per approfondire l'argomento, potrebbe essere utile rivedere qualche parabola sui farisei, li ci molto.
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Vecchio 21-09-2011, 23.09.45   #5
Edera
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
quando ci siamo fatto la fama dei buoni, tutti si sentono il diritto di riversare le loro frustazioni verso di noi, e mettercelo in quel posto.
.
Allora mi consolo dai, la mia fama nella vita reale è tutta l'opposto: in genere è melodrammatica, estremista, fastidiosa, superba, saggia ( e qua mi viene da ridere pensa chi me lo dice com'è ...), in genere il 'buona' ce lo mettono alla fine tipo: 'ma tutto sommato non è cattiva'

P.S. In realtà non mi consolo affatto, vi sono persone con le quali mi sento obbligata a essere buona, specialmente quelle che fanno di tutto per apparirmi tali e in realtà mi vogliono obbligare a esserlo con loro.

Ultima modifica di Edera : 21-09-2011 alle ore 23.17.08.
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Vecchio 22-09-2011, 09.17.31   #6
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Stimolare il buonismo negli altri significa qualcosa tipo:

So che per mangiare dovrei chiederti una canna da pesca in prestito e che mi insegni a pescare, ma se mi dai del pesce facciamo prima e faccio meno fatica.

Fare buonismo significa: dovrei insegnarti a pescare ma... dovrei dedicarti per una volta più tempo, invece ti do il pesce che mi avanza (o anche se non mi avanza ma che posso farne a meno senza troppo sacrificio) ci perdo solo un secondo ma lo potrò fare praticamente per sempre, quindi quella sensazione, quel sentirmi buono e generoso (anche se poi non lo è realmente) potrà ripetersi e poi anche potrò sempre sentirmi migliore dell'altro. Se invece impara a pescare non potrò più sentirmi migliore e non mi potrò più fare la dose di "ma quanto sono buono".

Queste sono le basi, poi dietro ci sono tutta una serie di complicazioni, per esempio chi cerca di stimolare il buonismo negli altri può credere (anche se consciamente pensa il contrario) di non riuscire a riscattarsi, di non poter imparare...

Etc.....
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Vecchio 22-09-2011, 09.37.24   #7
diamantea
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Il buonismo dovrebbe fare coppia con assistenzialismo...
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Vecchio 22-09-2011, 10.21.02   #8
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Qualcuno, saggiamente, se non ricordo male Gurdjieff, disse qualcosa simile a che tutti gli "ismi" sono una porcheria, però dovremmo cercare di comprenderli uno ad uno perchè rifiutarli solo per una specie di regoletta linguistica non ci serve.
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Vecchio 22-09-2011, 11.53.36   #9
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Stimolare il buonismo negli altri significa qualcosa tipo:

So che per mangiare dovrei chiederti una canna da pesca in prestito e che mi insegni a pescare, ma se mi dai del pesce facciamo prima e faccio meno fatica.



Queste sono le basi, poi dietro ci sono tutta una serie di complicazioni, per esempio chi cerca di stimolare il buonismo negli altri può credere (anche se consciamente pensa il contrario) di non riuscire a riscattarsi, di non poter imparare...

Etc.....
Io credo di essere questo tipo, poca fiducia in me (perchè per pigrizia vorrei riuscire subito se non riesco mi deludo ) di riuscire e allora spero sempre che qualcuno mi aiuti. E di solito mi incastro con l'altra parte di buonisti.
Quindi anche qui gli opposti il complementare è la bontà penso
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