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Vecchio 09-11-2007, 13.28.57   #26
turaz
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direi di si.
penso che non ci sia un unico optimum per tutti.
penso stia anche li il bello della creazione.
la percezione dell'"optimum" si modifica via via che si cresce
e via via che si acquisisce fiducia e conoscenza di se stessi.
ma rimane sempre quel qualcosa di fondo che fa sviluppare in un senso o nell'altro ciascuno di noi.
(oh magari mi sbaglio sia chiaro)
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Vecchio 09-11-2007, 14.03.14   #27
Faltea
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Allora perchè l'optimum sarebbe diverso? Non c'è un unico optimum per tutti, anche se può essere specifico di una capacità?
Non credo ci possa essere un super-optimum che vada bene per tutti.
Secondo me cio che ci differenzia nella scelta del proprio optimum sono anche i desideri.
Se ho la capacità di cantare, una bella voce melodica ed odio la folla, non mi piace cantare ed il successo non mi interessa non sarebbe questo il mio percorso..

La capacità si annulla se manca il desiderio di perseguirla.

Ma quando non si hanno le capacità e si vuole cantare lo stesso? Impossibile?
Per me il desiderio crea la capacità...
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Vecchio 09-11-2007, 14.19.41   #28
cassandra
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Prendo spunto da un discorso con Turi (che ringrazio per l'idea) ma non intendo riferirmi a lui o accentrare il discorso su di lui.
Perchè l'uomo sente il bisogno di unirsi ai suoi simili?
Ok, la parte animale, come per i branchi degli animali appunto, ne trae vantaggi in vari sensi su tutte le necessità fisiologiche, se l'uomo ha qualcosa di diverso dall'animale (a volte viene da dubitarne) ci saranno anche dei sensi più profondi no?
Anche per me l'uomo cerca i suoi simili perchè da solo non può raggiungere obiettivi più alti,ha bisogno del confronto,di rispecchiarsi negli altri per vedere i suoi limiti e riuscire a superarli...sul piano esoterico ha bisogno di una persona più sveglia che la svegli appunto...

A voler sintetizzare tutto tornerei sul discorso specchi, ma dato che quello preso in tutte la salse ancora manca di alcuni spunti cambiamo sistema.
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Perchè l'uomo arriva ad un punto che da animale fortemente socale per crescere, per trovare un suo percorso interiore etc etc si isola?
Che sia il convento per la maggior parte delle tradizioni Spirituali, che sia l'analista (cose diverse, sia chiaro, ma mi interessa il parallelo "ricerca di se stessi") l'uomo esce dal chiasso della società almeno per dei tratti, dei periodi.
Evidentemente c'è qualcosa che in mezzo al casino non trova, non può afferrare... la prima idea è che quest'oggetto da recuperare esiste solo nella tranquillità, ma sarà così?
O forse si cerca nella tranquillità perchè ci è impossibile (almeno ad un certo livello di esperienza) afferrarlo nel caos?
Mi vien da dire che almeno inizialmente è difficile mantenere l'attenzione su Sè stesso in mezzo alla gente,al caos,per cui diventa più congeniale per il lavoro isolarsi,(questo ad un livello basso),poi quando arrivi al punto di capire che da solo non vai da nessuna parte,inizi a comprendere che c'è bisogno del resto per ottenere un qualche risultato...svegliarsi da soli pare sia impossibile,c'è bisogno di qualcuno che ti svegli e che sia sveglio più di te...
Mi chiedevo se l'oggetto è il centro magnetico?

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Trovare l'ago nel pagliaio non è da tutti.... su un pavimento piatto e con colore uniforme è cosa da chi ha una vista appena decente, qual'è il problema rapportando il tutto alla riceca di Se stessi? Ad una prima lettura può sembrare che Uno abbia manie di onnipotenza o che inciti altri a dover per forza competere, sforzarsi etc....
In realtà il fatto è che va bene studiare il virus dell'influenza in laboratorio, ma se poi quello che faccio sui vetrini non funziona sulla gente che vive a che serve?
Va bene allenare in palestra tutti i muscoletti deputati a poter giocare una splendida partità, ma se quando vado in campo perdo l'orientamento?
Completezza...questo è secondo me,ci sono talenti naturali che si trovano a giocare senza allenarsi,o che hanno la presunzione di poterlo fare senza capire che c'è bisogno di coesione e pratica per imparare ad incanalare le proprie capacità nel verso giusto.Maradona è stato un grande campione,il più grande...ma si è perso il suo talento perchè non andava a pari passo l'essere ed il sapere,pensava di non aver bisogno di allenarsi con gli altri,di essere già pronto senza doversi sforzare oltre ed il risultato finale sappiamo tutti qual'è stato.
Maradona si nasce,ma se avesse coltivato la sua dote con umiltà e coerenza avrebbe ottenuto molto di più.
Credo che una grande qualità possa andar sprecata se non è orientata nel verso giusto e da soli probabilmente questo verso è difficile da trovare (anche per i più dotati).
Chi ha una predisposizione dovrebbe avere anche l'umiltà di chiedere all'allenatore come migliorare le sue capacità,se invece il giocatore vuole essere l'allenatore di se stesso,facilmente rischierà di restare solo ed in panchina senza neanche capire il perchè.
E' fondamentale giocare insieme e riuscire a capire a quale scopo si gioca,se non c'è un obiettivo reale,è facile non avere il giusto orientamento e perdere la partita anche se il talento necessario c'è...Per vincere bisogna giocare insieme e correre nella stessa direzione...
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Vecchio 09-11-2007, 14.26.21   #29
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Non credo ci possa essere un super-optimum che vada bene per tutti.
Secondo me cio che ci differenzia nella scelta del proprio optimum sono anche i desideri.
Se ho la capacità di cantare, una bella voce melodica ed odio la folla, non mi piace cantare ed il successo non mi interessa non sarebbe questo il mio percorso..

La capacità si annulla se manca il desiderio di perseguirla.

Ma quando non si hanno le capacità e si vuole cantare lo stesso? Impossibile?
Per me il desiderio crea la capacità...
E quindi il tuo optimum del cantare è diverso dal mio per esempio?
Che siamo capaci o meno di arrivarci è un'altro discorso.
E' un pò il discorso del bello, si è soggettivo perchè a uno piace una cosa, ad un'altro un'altra... ma c'è un bello che nessuno può negare, l'optimum della bellezza che vale per tutti.

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Vecchio 10-11-2007, 19.07.25   #30
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E quindi il tuo optimum del cantare è diverso dal mio per esempio?
Che siamo capaci o meno di arrivarci è un'altro discorso.
E' un pò il discorso del bello, si è soggettivo perchè a uno piace una cosa, ad un'altro un'altra... ma c'è un bello che nessuno può negare, l'optimum della bellezza che vale per tutti.

No, non è diverso per me e per te è diverso se io vedo il tuo con i miei occhi e tu vedi il mio con i tuoi..
Per te la mia massima ispirazione potrebbe essere una scemenza (te si fa per dire... non parlo direttamente) per cui l'optimun della bellezza che vale per tutti può esistere solo in una dimensione non terrena... (credo)
Pensandoci faccio fatica a credere che possa esistere anche in una dimensione diversa...
Se non ché in questa "dimensione" si pensa di arrivare come essenza (senza corpo) di conseguenza senza il gusto, il piacere, il desiderio... cose che in noi si e ci differenziano modificando l'optimun da soggetto a soggetto.


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Vecchio 10-11-2007, 19.30.05   #31
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Ovviamente non voglio convincerti Faltea, ma credo che non ci siamo capiti.
Cambio esempio quello della bellezza è troppo complicato e porta troppo fuori tema, comunque bisognerebbe riprenderlo, magari in filosofia.
Prendiamo un corso di studi a scuola, usiamo la vecchia e generica valutazione dei voti da 1 a 10 ok?
Tu puoi dirmi che per te (esempio), vista la tua capacità arrivare a prendere un 7 è una libidine... ma l'optimum (si chiama per questo così) è prendere 10.

Ti torna? Se no ti faccio fare indigestione di esempi

un a te
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Vecchio 10-11-2007, 22.44.37   #32
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Prendo spunto da un discorso con Turi (che ringrazio per l'idea) ma non intendo riferirmi a lui o accentrare il discorso su di lui.
Perchè l'uomo sente il bisogno di unirsi ai suoi simili?
Per sentirsi meno solo? Per guardarsi allo specchio?

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Ok, la parte animale, come per i branchi degli animali appunto, ne trae vantaggi in vari sensi su tutte le necessità fisiologiche, se l'uomo ha qualcosa di diverso dall'animale (a volte viene da dubitarne) ci saranno anche dei sensi più profondi no?

A voler sintetizzare tutto tornerei sul discorso specchi, ma dato che quello preso in tutte la salse ancora manca di alcuni spunti cambiamo sistema.
Perchè l'uomo arriva ad un punto che da animale fortemente sociale per crescere, per trovare un suo percorso interiore etc etc si isola?
Di solito l'uomo si isola dopo che qualcosa ha incrinato il suo normale vivere. Qualcosa che lo fa iniziare ad analizzarsi, a fare una introspezione e dal cercarsi fuori iniziale subentra il guardarsi dentro e cercare di capire il perchè degli eventi che contrassegnano la sua vita, le costanti inizia a farsi domande. Ha iniziato a scoprire il diverso e con esso il proprio dentro.


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Che sia il convento per la maggior parte delle tradizioni Spirituali, che sia l'analista (cose diverse, sia chiaro, ma mi interessa il parallelo "ricerca di se stessi") l'uomo esce dal chiasso della società almeno per dei tratti, dei periodi.
Evidentemente c'è qualcosa che in mezzo al casino non trova, non può afferrare... la prima idea è che quest'oggetto da recuperare esiste solo nella tranquillità, ma sarà così?
O forse si cerca nella tranquillità perchè ci è impossibile (almeno ad un certo livello di esperienza) afferrarlo nel caos?
Secondo me non lo trova nel caos perchè non ha ancora trovato un centro sul quale rimanere stabile. Il caos crea squilibrio.
Il caos è fuori e fuori c'è rumore e per guardare dentro si ha bisogno di tranquillità.
Nel caos si è preda degli io metnre nella tranquillità molto meno solo che se non ci si osserva nel caos non ci riconoscerà mai.

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Trovare l'ago nel pagliaio non è da tutti.... su un pavimento piatto e con colore uniforme è cosa da chi ha una vista appena decente, qual'è il problema rapportando il tutto alla riceca di Se stessi? Ad una prima lettura può sembrare che Uno abbia manie di onnipotenza o che inciti altri a dover per forza competere, sforzarsi etc....
In realtà il fatto è che va bene studiare il virus dell'influenza in laboratorio, ma se poi quello che faccio sui vetrini non funziona sulla gente che vive a che serve?
Va bene allenare in palestra tutti i muscoletti deputati a poter giocare una splendida partità, ma se quando vado in campo perdo l'orientamento?
Questo secondo me succede quando nonostante si conoscano le cose non si sanno applicare perchè non si sono comprese, per comprese intendo non se ne è fatto esperienza abbastanza.Questo capita quando non si riesce ad applicare la teoria alla pratica.


P.S. mi son già persa qui quindi il resto del discorso è ancora più ostico sorry
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Vecchio 11-11-2007, 19.11.57   #33
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Per me il desiderio crea la capacità...
Prendo Spunto da questa frase di Faltea per dire ciò di cui mi sono resa conto.
Secondo me il desiderio da solo non basta, anche se importante, bisogna anche conoscere il percorso, e dalla teoria poi passare alla pratica senza nessuna aspettativa ma mettendoci il massimo possibile dell'impegno, senza correre e facendo passo per passo, senza saltarne neppure uno.
Ad esempio non sono pratica di canto ma penso che ci siano delle cose da cui si parte...iniziare anche se si conosce tutto l'inter per intero a lavorare sulla base da dove inizia il lavoro pratico, costantemente sino a che non sono diventate nostre prima di passare alla fase successiva, altrimenti si rischia di correre senza arrivare a niente.
Beh chiaro che inoltre ci vuole il maestro di canto che ci direzioni e dei compagni che ci spronino quando per qualche nostra pecca e non, tenderemmo a rallentare.
Inoltre ci vuole la voglia di fare e rifare e provare e riprovare di alzarsi quando si cade, di non giudicarsi, di essere benevolmente fermi nel proprio intento.
Un po' il come desiderio nel bambino di giocare che è di divertirsi mettendoci l'anima si diverte senza avere aspettative dà il meglio di se, senza risparmiarsi o pensando che non sarà all'altezza... lui fa e si diverte nel fare. Così facendo da il meglio che può.
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Vecchio 02-10-2011, 11.27.16   #34
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Perchè l'uomo sente il bisogno di unirsi ai suoi simili?
Mi par di capire anche a proposito di partite che per trovare l'ago nel pagliaio occorre un confronto per gradi con chi si trova nella nostra stessa posizione o comunque appena diversa di grado. L'uomo si ritira per allenarsi, per cercare l'ago in diversi pavimenti, ma poi ha necessità di confrontarsi per misurare la capacità appena acquisita di trovare l'ago. Probabilmente per non cadere nel pericolo di illudersi di aver trovato l'optimum di cui parli più giù senza un vero raggiungimento.
Quindi il confronto con gli altri nei diversi stadi o livelli di consapevolezza dovrebbe servire a verificare dove ci troviamo. Le varie partite, amichevoli e non, servono a questo, a raggiungere un livello diciamo di preparazione, di bravura, ma lo scopo è raggiungere l'optimum oltre il quale non dovrebbe esserci più confronto, partite, allenamenti.

Anche nelle partite ci sono i cosidetti ritiri prima della partita, così anche l'uomo si ritira periodicamente prima del confronto con l'avversario, ma in effetti il confronto nella ricerca dovrebbe essere con se stessi, nella verifica della propria consapevolezza raggiunta.

Ho sempre percepito come negativo per la crescita il confronto con gli altri, in quanto si mette in moto l'ego, ma alla luce di quanto emerso se l'ego è il primo stadio di confronto per andare avanti va anche bene purchè si sappia passare allo stadio successivo.


[quote]A voler sintetizzare tutto tornerei sul discorso specchi...[quote]

Se intuisco bene lo specchio non dovrebbe servire solo le dinamiche dell'ego, delle relazioni ma anche per la richerca. Se lo specchio è il pavimento l'ago dovrebbe essere il se stessi. In un pavimento uniforme tra simili l'ago è più facile da vedere, in un pavimento variegato, promiscuo è più difficile e questo giustificherebbe il motivo per cui l'uomo tende a stare con i propri simili.
Nel confronto con gli altri si vede anche chi si avvicina di più all'optimum e aspirarvici, ritirarsi o prepararsi per cercare l'ago in un fondo di pavimento più difficile fino al confronto successivo, ma prima o poi raggiunto l'optimum la ricerca dovrebbe fermarsi? ovvero la perfezione dell'optimum oltre il quale non si può andare esiste? Noi identifichiamo questa perfezione con Dio, dovrebbe essere lui l'optitmum.

Una volta Uno hai detto mi pare a Nike che tutti hanno la necessità di stare con gli altri nello scambio pur stando bene con se stessi, pur non avendo necessità di confronto.
Ti riferivi forse a questo verificare la propria capacità di trovare sempre l'ago?
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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