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Vecchio 28-06-2011, 10.42.04   #26
Uno
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Concordo con Ray, la vera repressione è quella non consciuta da chi reprime.
Il pri pre che compaiono sempre in reprimere, repressione, reprimenda etc... ci illustrano che c'è qualcosa che viene soffocato prima di nascere. Quindi se non è ancora nato come possiamo vederlo?

Viene facile un'analogia, anche se sto in salute e se attuo degli accorgimenti per stare in salute soffoco eventuali malattie a cui potrei essere predisposto. Infatti come nella repressione mi accorgo di queste malattie solo quando vedo i sintomi, ma in realtà non vedo veramente le malattie.
Bisogna dire che neanche il medico fino ai tempi moderni poteva vedere la malattia, oggi può direttamente con un microscopio vedere i virus, ma comunque di solito riconosce i sintomi anche prima o senza l'analisi microscopica.

Quindi cosa impariamo da queste brevi considerazioni? Che dobbiamo stare attenti ai sintomi come quando se sentiamo di scottare o tossiamo pensiamo di non stare bene in salute fisicamente.

Possiamo prevenire? Si indirettamente però, se volessimo farlo direttamente sarebbe qualcosa di simile a voler reprimere una repressione, impossibile ma se fosse possibile equivarrebbe ad eliminare una bomba con un'altra bomba.
Indirettamente che significa?
Significa che coltiviamo un modo di vivere che pur non rendendoci follemente anarchici ci permette di sviluppare il nostro potenziale.
Reprimere la rabbia ( un esempio) non ha senso, bisogna lavorare sul non mettersi in condizione di arrabbiarsi e parallelamente sull'aumentare la resistenza alle situazioni inevitabili che ci provocano la rabbia.
In sostanza se sono un costruttore edile e nella mia carriera dovrò costruire anche in zone sismiche, non è che posso tenere sotto controllo i terremoti. Ma posso fare esperienza costruttiva in zone non sismiche e quando dovrò per forza costruire in zone sismiche potrò partire da una base di costruzione a regola d'arte (del mio baglaglio di esperienza) e poi studiare ed integrare dei criteri antisismici.
Nella metafora non posso rifiutarmi di costruire in zone sismiche se c'è richiesta, come nella vita non posso sempre tenermi alla larga da certe situazioni, anche perchè mi servono per crescere ed arricchire il mio interiore.
Quindi nella vita, anche se può sembrare di velocizzare, non ci si può sempre mettere alla prova, la vita le prove che le manda comunque, quelle giuste che sa possiamo sopportare, dobbiamo cogliere anche i momenti di preparazione. Potrei avere due gambe super allenate, ma se prima della gara di corsa ad ostacoli non mi riposo un pò... certo al contrario non devo evitare di iscrivermi alle gare, scappando da esse, che mi capitano sotto mano. Insomma il solito giusto equilibrio che a parole è facile e poi invece...

Questo basta come introduzione, poi vedremo se ci riesce di entrare di più nello specifico
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Vecchio 28-06-2011, 12.26.10   #27
Faltea
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Penso anche che non puoi scappare dalle prove che ti vengono proposte, prima o poi ti raggiungono.
Se le eviti ti vengono riproposte un po' come gli esami a scuola.. li devi fare.
Se poi queste servono a renderti conto che stai reprimendo qualcosa ben venga. Penso che già il rendersi consapevoli che si sta reprimendo è il primo passo verso la svolta..
Anzi da come dici, già accorgersi che si sta reprimendo comporta la consapevolezza che annulla il reprimere...
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Vecchio 28-06-2011, 21.51.07   #28
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Pensavo Ray in relazione a quel che dice Uno che ci sono malattie asintomatiche, quando la malattia compare è già troppo tardi, potrebbe essere questo per analogia un esempio di inconscio che non ce la fa?
Ritenevo che lavorare sul sintomo fosse una limitazione ma alla luce di quanto dice Uno è importante averli e poterci lavorare, quanto meno si evita di far progredire il male in attesa di capire o di qualcuno che ci faccia capire da dove viene questo male.
Mi chiedevo se i sogni si debbano considerare come un sintomo o sono altro.
Oggi dopo l'ennesimo sogno sono andata in reazione, ho pensato di smettere di elaborarli, forse vi dedico troppa attenzione. Ma poi penso al momento non ho altro materiale su cui lavorare per cui mi tengo i miei sintomi e intanto faccio visto che fare è meglio di non fare.
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Vecchio 29-06-2011, 02.17.52   #29
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Pensavo Ray in relazione a quel che dice Uno che ci sono malattie asintomatiche, quando la malattia compare è già troppo tardi, potrebbe essere questo per analogia un esempio di inconscio che non ce la fa?
Ritenevo che lavorare sul sintomo fosse una limitazione ma alla luce di quanto dice Uno è importante averli e poterci lavorare, quanto meno si evita di far progredire il male in attesa di capire o di qualcuno che ci faccia capire da dove viene questo male.
Mi chiedevo se i sogni si debbano considerare come un sintomo o sono altro.
Oggi dopo l'ennesimo sogno sono andata in reazione, ho pensato di smettere di elaborarli, forse vi dedico troppa attenzione. Ma poi penso al momento non ho altro materiale su cui lavorare per cui mi tengo i miei sintomi e intanto faccio visto che fare è meglio di non fare.
La domanda che mi fai non la capisco bene, ma volevo puntualizzare un'altra cosa.
Non mi pare che Uno abbia parlato di malattie asintomatiche. Se lo ha fatto io non me ne sono accorto e comunque lo troverei strano e dissentirei.
Non esistono malattie asintomatiche... sarebbero malattie senza effetti. Questo indipendentemente se consideriamo i sintomi come effetti diretti della malattia o come modi di risposta alla malattia o come entrambi.
Ha detto solo che noi non vediamo mai la malattia in se ma ne vediamo solo i sintomi e solo dopo, quando compaiono. In pratica noi sentiamo la risposta... o percepiamo il calore di una fiamma invisibile. D'altronde noi non vediamo direttamente la luce ma l'effetto che questa ha sugli oggetti e via così, si possono trovare molti esempi che, come questi, reggono e non reggono pur rendendo l'idea.

Quindi noi non vediamo il nucleo represso (altrimenti non sarebbe represso) ma percepiamo i sintomi, gli effetti, che questa repressione ha. E' chiaro che c'è una correlazione, pur se essi non sono in effetti il nucleo. D'altronde se reprimo rabbia e mi viene male allo stomaco so già che non sto reprimendo lo stomaco.
Questo solo per dire che non possiamo far altro che lavorare sui sintomi, dato che non abbiamo altro.
Diverso il discorso che posso fare quando so che reprimo... posso, come diceva Uno, lavorare per mettermi nelle condizoni di non reprimere. Nulla. Posso cercare di diventare uno che non reprime.

Il primo passo (e anche il secondo e il terzo...) è ascoltare. Sentire... desiderare di sentire. Andare incontro a ciò che sentiamo, indipendentemente se ci paice o no... anzi se non ci piace meglio, è sicuro una cosa che tenderemmo a reprimere. Bon, il discorso sempre quello è...
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Vecchio 29-06-2011, 02.19.17   #30
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Vecchio 29-06-2011, 11.13.31   #31
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Beh, Tea non ha scritto che io ho detto che esistono malattie asintomatiche.
Ha scritto "in relazione" a quello che dicevo io... e poi le malattie asintomatiche ce l'ha messo di suo.

Comunque esistono queste malattie asintomatiche? NI.
Lo stato di essere malato impone che rispetto allo stato di essere sani deve esserci per forza qualcosa di diverso nel corpo, se no non ci sarebbe malattia. Però, e forse è questo che intendeva Tea, quando esce il sintomo la malattia è già nata, a volte anche da un pò se parliamo di sintomi identificabili senza diagnostiche particolari... in sostanza come abbiamo già detto in passato, il sintomo è già l'organismo che procede verso la guarigione, che poi ci riesca o meno. Più è evidente il sintomo e maggiore è lo sforzo dell'organismo per debellare la malattia.

Quindi lavorare su un sintomo è una limitazione?
Si in un certo senso, ma se non possiamo fare altro?

I rimedi, le cure, il comprendere gli errori etc... non sono mai per ciò che è già successo o quello che sta succedendo nel presente, sono sempre per il futuro.
Quindi pazienza se oggi solo dopo che ho il naso tappato posso iniziare a curarmi, o meglio ad accettare di guarire, un domani saprò che se mi metto sudato sulle correnti di aria.....
Questo è un punto molto importante, è ciò che genera sensi di colpa deleteri. Se sono sensi di colpa momentanei e tesi a farci muovere ok... ma stare immobili a crogiolarsi sui sensi di colpa è assurdo. Dobbiamo sempre tenere a mente che ciò che è stato è stato. Che è andata così perchè con quelle condizioni non poteva essere diversamente, quello che possiamo fare è "solo" studiare le condizioni per far si che in futuro ne poniamo di diverse per far andare le cose in maniera diversa.
Questo implica lavorare anche sul passato, per esempio chiedendo scusa a qualcuno o perdonandolo. Uno (non io) penserà, ma tanto se ormai è stato quel che è stato a che serve? Serve perchè quegli atti ci cambiano e quindi gettano le basi per nuove condizioni che in futuro ci faranno agire diversamente.
Non lavoro con il passato per aggiustare il passato, lavoro per rendere migliore il futuro iniziando, per quanto in embrione, dal presente.

Sembra che sia andato fuori discorso, in realtà anche con la repressione funziona così
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Vecchio 29-06-2011, 12.36.37   #32
Faltea
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Per riuscire a "far uscire" ciò che magari sento che si muove dentro ma non ha corpo uso il classico foglio bianco e comincio a scrivere.
Dentro di me mi ripeto (Stile mantra) "più a fondo", "più a fondo" via via che la scrittura si avvicina a qualcosa di particolare, quella di ieri partiva con "e la vita è tutto un film" per finire con "la conoscenza permette la scelta"...
Esempio di mie elucubrazioni per intendere che questo metodo non si deve prenderlo troppo sul serio, ti piazzi lì con un foglio bianco e scrivi ciò che senti di scrivere...
Alle volte cestino, alle volte tengo..
Se è duro da far uscire spesso strappo e dimentico, alle volte escono solo stupidate
Potrebbe essere una cosa da affiancare al cercar di capire i sogni..
Io non me li ricordo ed allora ho dovuto trovare un'alternativa per parlare con suby..

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(andava meglio la lampadina ma non c'è... ok ok non ricomincio )
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Vecchio 29-06-2011, 12.43.24   #33
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penso che il primo passo sia capire cosa sono questi veri desideri e questi desideri artefatti invece, spesso impostati dalla società. Per alcuni sembra veramente più difficile seguire i desideri veri, ma come si diceva altrove la nostra via non è ne facile, ne difficile.

Io penso di aver capito l'8 per cento.
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Vecchio 29-06-2011, 13.14.51   #34
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Astral non è che stai rispondendo qui all'altro thread?
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Vecchio 29-06-2011, 14.24.46   #35
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Chiarisco meglio la domanda Ray anche se Uno ha già in parte risposto.
Nel post 21 a un certo punto dici "Sempre se l'inconscio ce la fa, ovviamente." Ciò vuol dire che ci sono casi in cui il represso non si fa manifesta perchè l'inconscio non ce la fa, ma perchè non ce la fa? e soprattutto come facciamo poi a sapere che non ce la fa ma il represso c'è?
E quando poi lo veniamo a sapere vuol dire che si è manifestato con uno scoppio talmente violento da aver oltrepassato la soglia?
Con malattia asintomatica intendevo chiederti se un'inconscio che non ce la fa a manifestare i sintomi del represso si possa paragonare alle malattie asintomatiche, in medicina questo termine si usa per quelle malattie silenti che si manifestano quando ormai non possono essere curate appunto perchè non davano sintomi.
Pensavo ai quei casi di raptus, di manifestazioni di rabbia eccessiva che porta a uccidere in persone che vengono definite normali fino a 5 minuti prima, persone che non hanno mai manifestato sintomi da far presagire lo scoppio.

Insomma mi ha colpito quel "sempre se l'inconscio ce la fa". E se non ce la fa che succede? Ho dato per scontato che l'inconscio ce la fa sempre con i sintomi ma non li sappiamo leggere come tali.
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Vecchio 29-06-2011, 16.05.07   #36
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in medicina questo termine si usa per quelle malattie silenti che si manifestano quando ormai non possono essere curate appunto perchè non davano sintomi.
Uhum.... mi metto contro mezza categoria medica, ma questa è una giustificazione usata per non ammettere che non si è stato in grado di vedere.
Oggi va tanto di moda la prevenzione con esami a tappeto, esami che adesso iniziano ad essere meno invasivi, ma fino a qualche anno fa magari creavano più problemi di quelli che risolvevano...... dicevo va di moda, però c'è tutta una nuova generazione di professionisti che purtroppo non sa valutare segnali visivi di impatto con cui i vecchi medici lavoravano fin troppo bene per i mezzi dell'epoca.
Se, per assurdo, è possibile vedere perfino dalla scrittura (non che che io chieda ai medici questo eh...) lo stato psicofisico di una persona è impossibile che una malattia sia talmente silenziosa da non dare neanche un debolissimo segnale. Se fosse così uno starebbe bene.
Poi che siamo o non siamo in grado di vederlo è un'altro discorso e non sto accusando l'eventuale medico che non può vedere un segnale, al limite accuso la mancanza di umiltà nel dire che se lui non vede nulla non c'è nulla.
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Vecchio 29-06-2011, 16.21.42   #37
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Uhum.... mi metto contro mezza categoria medica, ma questa è una giustificazione usata per non ammettere che non si è stato in grado di vedere.
Oggi va tanto di moda la prevenzione con esami a tappeto, esami che adesso iniziano ad essere meno invasivi, ma fino a qualche anno fa magari creavano più problemi di quelli che risolvevano...... dicevo va di moda, però c'è tutta una nuova generazione di professionisti che purtroppo non sa valutare segnali visivi di impatto con cui i vecchi medici lavoravano fin troppo bene per i mezzi dell'epoca.
Se, per assurdo, è possibile vedere perfino dalla scrittura (non che che io chieda ai medici questo eh...) lo stato psicofisico di una persona è impossibile che una malattia sia talmente silenziosa da non dare neanche un debolissimo segnale. Se fosse così uno starebbe bene.
Poi che siamo o non siamo in grado di vederlo è un'altro discorso e non sto accusando l'eventuale medico che non può vedere un segnale, al limite accuso la mancanza di umiltà nel dire che se lui non vede nulla non c'è nulla.
Si, stavo per dire una cosa del genere. Per altro resto convinto che non esistono malattie asintomatiche, c'è solo la possibilità appunto di non riconoscere qualcosa come sintomo e, come dicevo sopra, indipendentemente se consideriamo il sintomo come effetto diretto o come risposta... che è un modo sbrigativo di intendere quello che intendevi tu con sforzo dell'organismo per guarire.

Quando parlavo di inconscio che non ce la fa, se ricordo bene, mi riferivo alle sue funzioni compensative... d'altronde il cercare di far emergere alla coscienza qualcosa di represso è per certi versi compensativo all'atteggiamento del cosciente. Può non farcela nel senso che i suoi tentativi non sortiscono effetto... e io penso anche che può non farcela anche quando l'effettiva commpensazione che occorrerebbe in certi casi "distruggerebbe" l'individuo. In questi casi credo avvenga una compensazione parziale, o meglio un programma compensativo spalmato nel tempo e pezzo per pezzo. In casi come questi, se le cose stanno come sospetto, può essere davvero difficile anche solo ipotizzare il nucleo represso in base ai sintomi... può essere addirittura difficile correlare i sintomi. D'altronde sto pensando a situazioni piuttosto gravi, ma processi analoghi potrebbero essere presenti anche in casi "normali" anche se più mitigati.
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Vecchio 29-06-2011, 16.39.24   #38
Edera
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è possibile vedere perfino dalla scrittura (non che che io chieda ai medici questo eh...) lo stato psicofisico di una persona.
Ci pensavo oggi a questo, grazie alle informazioni che sto raccogliendo in preparazione all'esame di estetica orientale.
Il segno del pittore sul quadro o la sua calligrafia devono riflettere il 'vuoto', l'armonia mentale, lo stato psicofisico ottenuti attraverso la pratica meditativa.
Se le tensioni, le distrazioni, i pregiudizi riescono a influenzare la scrittura, figuriamoci uno stato silente di malattia. Un medico ovviamente non ha niente a che fare con tutto ciò però certi sembrano davvero ciechi, bisognerebbe recuperare il vecchio sapere e integrarlo al nuovo. Forse il peggio in questo senso si ha nel campo dei disturbi mentali, secondo me visibili ben prima dei sintomi veri e propri che li definiscono.
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Vecchio 29-06-2011, 16.42.00   #39
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Se ho capito bene non esistono malattie senza sintomi ma sintomi che non vengono interpretati come tali, quindi trascurati o ignorati.
Per ora mi basta per sapere che devo lavorare sul sintomo in quanto è quello che ho a disposizione. Probabilmente ho anche altro e non lo vedo o non lo considero in quanto un sintomo forte mi obbliga a prenderlo in considerazione più di altre cose in qualunque senso, ovvero se sono rabbiosa posso aggredire chiunque mi capiti a tiro, oppure prendere un tranquillante oppure e meglio lavorarci e vedere da cosa è causato.
In questo senso occorre sapere quel si vuole fare e usare la volontà per ottenerlo.
Se io non voglio fare le prime due cose devo per forza lavorarci su, non c'è altra alternativa credo.
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Vecchio 29-06-2011, 16.43.54   #40
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può essere davvero difficile anche solo ipotizzare il nucleo represso in base ai sintomi... può essere addirittura difficile correlare i sintomi. D'altronde sto pensando a situazioni piuttosto gravi, ma processi analoghi potrebbero essere presenti anche in casi "normali" anche se più mitigati.
E' inversamente proporzionale alla capacità di leggere questi sintomi, ma la punta dell'iceberg è dato a tutti di vederla e da li si può iniziare. Non è che ci siano altri mezzi autonomi abbastanza efficaci escludendo la visione di un esterno.
Non puoi vedere la roccia che sotto fa tremare la terra, ma puoi sentire il terremoto, anche quando è leggero. Non puoi impedire eventuali altri terremoti, ma puoi andare a vivere altrove o costruire antisismico. Devi però renderti conto che c'è la possibilità che in quella zona sottto di te la terra si muove perchè sopra senti il terremoto.
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Vecchio 29-06-2011, 17.16.38   #41
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Bene ho aperto io questa discussione ma se dovessi fare un percentuale di ciò che ho capito sarebbe meno del 10 per cento, tuttavia credo di detenere il primato, insieme a persone come me, di repressione dato che la mia vita è sempre stata costellata di sintomi e di malanni, inoltre mai uno solo quando mi vnegono ce ne sono diversi come se uno ne attirasse altri

Non ho mai saputo di reprimere se non dopo aver letto qui in forum

Dai sintomi ho però cercato di arrivare per analogia al problema che lo crea ma non ho ottenuto molto
Ora se ho capto bene prima ancora del sintomo fisico dovrei sentirne uno eterico (?) una piccola fiamamta l'ha definita Ray...quindi l T.A. se mi riuscisse bene, potrebbe aiutarmi a sentire questa piccola fiammata mi viene da pensare ma per ora nisba, però farò come consiglia Uno di desierarlo ardentemente di sentire dentro di me prima di tutto questa piccola fiamma-sintomo per riuscire a capire cosa reprimo

Mi domandavo anche se oltre alle emozioni vale anche per i desideri o le aspirazioni se si possono involontariamente reprimere anche queste e che altro ancora?
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Vecchio 29-06-2011, 17.16.55   #42
Astral
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Astral non è che stai rispondendo qui all'altro thread?
Si in un certo senso si ricollegano le discussioni

Occorre analizzare questi sintomi, che possono essere fisici, ma potrebbero essere anche psichici.
Anche la stanchezza potrebbe essere un sintomo, occorre però non diventare ipocondriaci.
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Vecchio 30-06-2011, 17.15.46   #43
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Leggendo quanto scritto da Uno sulla passione mi chiedo se è possibile reprimerla, e se da questa repressione può nascere la rabbia, tanto forte quanto forte è la passione repressa.
Se essere senza passione è come essere senza vita, si vegeta ma non si vive realmente.
Se qualcosa è represso è ancora vivo, può essere liberato altrimenti sarebbe stato soppresso.
Io ho sofferto molto per aver represso le mie passioni soprattutto per il canto, per la danza e anche per il sesso se lo si può considerare come tale.
Sto recuperando vivendo una delle mie passioni, il canto, coltivandola, ed è vero come dice Uno, non è solo piacere ma anche sofferenza, impegno, sacrificio, rinuncia ma anche una grande motivazione che fa superare molti ostacoli e nutre l'essere. Alle prove ci vado anche a quattro piedi, con il raffreddore, con la stanchezza mortale, con il temporale il freddo o il caldo insopportabile, anche afona ci sono andata, solo per ascoltare. Lo stesso vale per lo yoga.
Però la rabbia c'è ancora, quindi o reprimo altre cose che ancora non vedo oppure non sto liberando come si deve ciò che ho represso per tanto tempo, per cui mi nutro poco di quell'energia che mi fa stare bene e tranquilla per un pò.
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Vecchio 30-06-2011, 21.02.33   #44
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Leggendo quanto scritto da Uno sulla passione mi chiedo se è possibile reprimerla, e se da questa repressione può nascere la rabbia, tanto forte quanto forte è la passione repressa.
Se essere senza passione è come essere senza vita, si vegeta ma non si vive realmente.
Mi viene in mente la frase: " Metti un pò di passione..."
Come se la capacità di appassionarsi la si possa applicare a qualunque cosa che ci si appresti a fare.

Forse distinguerei questa capacità dalla passione verso qualcosa di specifico.

Mi viene da pensare alla vocazione nel campo religioso, che se provo a definirla e a renderla per per un attimo profana, questa parola, direi che già solo a dirla tocca corde profondissime, ti fa respirare e fa sentire giusti. La vocazione da la traccia,ed è fortunato chi ne ha una, non ti fa pesare le fatiche, dà anima alla tua volontà . Vocazione significa essere felice per uno sposo che hai dentro. Il cristianesimo dice ovviamente che è Dio, ma Dio è tante cose e nessuno sa realmente cos’è.

Se si ha dentro una qualcosa di simile, che preme e non riesci a darle corda allora tra il realizzarla e il reprimerla ci sta di mezzo il limitarla, il confinarla, il dedicarle meno tempo di quello che richiede. Tali passioni sono anch'esse "sempre in servizio" e così si dovrebbe lasciarle vivere.

Di quale passione parliamo?
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Vecchio 05-07-2011, 11.32.27   #45
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Vorrei chiarirmi delle cose.
Abbiamo detto che non si sa di reprimere e per tanto in quell'aspetto c'è un vero buco nero che vive nell'inconscio. L'inconscio manda messaggi attraverso i sogni, ma non solo i sogni sono la via di comunicazione dell'incoscio. Infatti esso comunica anche con la postura del corpo, con il suo atteggiamento, con reazioni appunto inconscie ecc ecc... e la mente magari manifesta il sintomo con una certa rigidità, o mollezza e tutto ciò che si può aggiungere.
E la psicosomatica? Si può definire come il sintomo di una repressione?
Anche se noi non sappiamo che c'è in maniera conscia, essa esiste e cresce il suo nucleo ogni giorno e da qualche parte questo nucleo deve avere la sua manifestazione.
Abbiamo parlato appunto di sintomi, la manifestazione conscia della repressione esprime un sintomo, anche se inizialmente incollegabile, da segnali del problema. Si è detto che gli attacchi di panico ad esempio potrebbero essere sintomi di una repressione ed una manifestazione fisica-emotiva del problema.
E' possibile quindi che le somatizzazioni, anche piccole questioni quotidiane, saino parti di repressioni che non si riesce a gestire consciamente? O molto più semplicemente quelle sono tensioni che poi non si riesce a sciogliere, a rilassare? O sono entrambe? O sono entrambe nello stesso momento?
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Vecchio 05-07-2011, 12.36.02   #46
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Penso che il psicosomatico sia una forma di manifestazione di un qualcosa più profondo, di qualcosa che si concretizza in una malattia perché non trova altri sfoghi, altre vie d'uscita.
Forse prima di diventare una malattia ha già provato ad emergere con altri canali, ma non è stato sentito/accolto.
Il represso lo vedo incanalarsi verso un'uscita più emozionale o fisica, con una reazione come appunto un attacco di panico, uno sfogo immotivato di rabbia, reazioni che non hanno una azione scatenante motivata.
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Vecchio 05-07-2011, 14.25.27   #47
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Penso che il psicosomatico sia una forma di manifestazione di un qualcosa più profondo, di qualcosa che si concretizza in una malattia perché non trova altri sfoghi, altre vie d'uscita.
Qualcosa di represso..
Quote:

Forse prima di diventare una malattia ha già provato ad emergere con altri canali, ma non è stato sentito/accolto.
Il represso lo vedo incanalarsi verso un'uscita più emozionale o fisica, con una reazione come appunto un attacco di panico, uno sfogo immotivato di rabbia, reazioni che non hanno una azione scatenante motivata.
Che intendi per fisica se non il corpo?
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Vecchio 05-07-2011, 16.33.17   #48
Astral
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Ma come facciamo a sapere che non si sa se reprimere? Io vedo che si può reprimere qualcosa, anche se la conosciamo benenissimo. Ogni volta che non ci accettiamo, che non vogliamo essere cosi, possono essere forme di repressioni consapevoli, ma pur sempre repressioni, perchè non le risolvo ma le rispingo dentro.
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Vecchio 05-07-2011, 17.52.26   #49
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Ma come facciamo a sapere che non si sa se reprimere? Io vedo che si può reprimere qualcosa, anche se la conosciamo benenissimo. Ogni volta che non ci accettiamo, che non vogliamo essere cosi, possono essere forme di repressioni consapevoli, ma pur sempre repressioni, perchè non le risolvo ma le rispingo dentro.
In questo caso per me più che una repressione si genera una resistenza, un conflitto che crea nevrosi o intolleranze. Se sai cosa non accetti, lo rifiuti, ma sai cosa stai rifiutando.

Ad esempio io ad un certo punto della vita ho iniziato da un apparente nulla ad avere una certa fobia, Di punto in bianco è apparsa senza nessun motivo plausibile. Era il sintomo di qualcosa di represso che ci ho messo anni a capire, ancora non del tutto, ma al primo affiorare dell'eventuale causa, anche solo un affiorare razionale, il sintomo è diminuito. E' evidente che qui c'era un represso notevole.
Quando invece respingo qualcosa, vado in conflitto con me stessa, faccio resistenza, si genera ansia, si genera agitazione, si genera rabbia, intolleranze varie, ma so bene cosa non mi va proprio di mandare giù.
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Vecchio 05-07-2011, 21.32.39   #50
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Ah ecco, grazie Sole, in effetti ora è più chiara la differenza, se penso alla pentola a pressione, non vediamo cosa c'è sotto il coperchio anche de da fastidio.
Credo che il lavoro d'analisi su se stessi aiuti a trasformare le repressioni in resistenze piano piano, prendendo sempre maggiore consapevolezza di quello che c'è represso dentro.
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