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Vecchio 30-11-2008, 00.18.10   #26
Kael
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
attraverso la sofferenza si può trovare l'energia per amare....
Potrebbe sembrare retorica, eppure dopo le grandi guerre, le persone raccontano di una società unita, di persone che si aiutavano, la sofferenza, la miseria, la fame usate per amare il prossimo. Poi con l'inizio del benessere ecco che stiamo andando verso il degrado... abbiamo trasformato quella sofferenza? No, l'abbiamo nascosta, riversata in odio tra padri e figli, in odio verso il vicino che si compra la macchina più grande, nell'incapacità di coltivare rapporti umani degni di questo nome. Apparentemente l'occhio superficiale se guarda le persone che passeggiano, ben vestite e perse nei propri pensieri può credere che siano tutti felici, in realtà basta saper penetrare un pò nelle intimità delle persone per vedere come si nascondono le sofferenze.
Oggi si devono nascondere, la logica è "se mi vedono soffrire, capiscono le mie debolezze", al contrario si mostrano quelle non reali (ecco il senso del 3D) e si tengono le reali a macerarci dentro, ad affascinarci talmente tanto da volercele tenere ben strette.
Riprendo ancora un attimo il discorso perchè proprio oggi mi sono soffermato a riflettere sull'episodio (che penso ne abbiate sentito parlare tutti) trasmesso dai telegiornali di quel cuoco che ha salvato la figlia entrando nell'albergo occupato dai terroristi per portarle il latte in polvere...
Quest'uomo è diventato un eroe, un simbolo di amore paterno e di uomo eccezionale. E come non essere d'accordo, però...
Però mi sono chiesto, ma io non avrei fatto altrettanto? E il mio vicino non avrebbe fatto altrettanto anche lui?
Penso che se non tutti, almeno la maggioranza avrebbe sicuramente rischiato la morte e sarebbe entrata per dar da mangiare alla propria figlia che non mangiava da due giorni... La differenza è che quest'uomo si è trovato nelle condizioni di una sofferenza vera, profonda, che gli hanno permesso di tirar fuori tutto il suo valore e il suo coraggio. Noi invece, immersi nel benessere, sonnecchiamo insieme alle nostre virtù e lasciamo uscire solo l'effimero, il superficiale.

Perfino quel cuoco, ho pensato, fino al giorno prima poteva benissimo essere un padre assente, pure fastidioso e intollerante ai capricci della sua bambina, insensibile alle sue necessità.
Eppure ecco che, nel momento del bisogno, si trasforma in un eroe mondiale e rischia la sua stessa vita solo per un po' di latte in polvere...
Ha dunque ragione Uno, se l'uomo non sa ancora tirar fuori questo profondo valore da se stesso, e si limita a bivaccare pigramente una vita scialba e piatta, la sofferenza non solo è necessaria, ma diventa pure benedetta...
Il caso di quest'uomo fa notizia perchè sembra un atto quasi "sovrumano", in realtà per un uomo degno di questo nome il tutto diventerebbe solo "aver fatto il proprio dovere"...

Quello che voglio dire, in conclusione, è che tutti noi abbiamo dentro queste qualità, questa forza e questo amore, ma che ancora abbiamo bisogno della sofferenza, quella vera, per tirarle fuori, altrimenti semplicemente ci dimentichiamo di averle, cosi come dimentichiamo tutto il resto, chi siamo e cosa vogliamo...
Il giorno che l'uomo saprà tirarle fuori da solo, a comando, le guerre e tutte le altre atrocità del mondo inizieranno a sparire...

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Si.

Almeno è quello che intendevo io, ma penso anche Kael.
Si.
Kael non è connesso  
Vecchio 01-10-2011, 22.55.50   #27
Astral
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Si pensa al masochismo come una patologia o come un rapporto perverso sessuale tra uomo e donna. In realtà ci sono parti di noi masochiste, ed irrisolte.

Io per esempio ho notato che a volte mi "creo" delle sofferenze, per avere più gioie. Esempio mi creo tensione per l'esame, perchè poi quando l'ho superato posso gioire di più.
Purtroppo basta vedere come i nostri pensieri sono catastrofoci e per nulla positivi, per rendersi conto di quanto siamo attirati verso la sofferenza piuttosto che la gioia.

Da un lato cerchiamo di fare di tutto di evitarla, ma quando ci siamo dentro ci sguazziamo e non usciamo più.
Occorrerebbe invece accettare la sofferenza in quel momento che viene, non opporre resistenze e poi trasformarla od utilizzare il potere del cambiamento. Quest'ultimo passaggio forse non è chiaro, ma non so come spiegarlo.
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Astral
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