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Vecchio 25-02-2008, 00.08.28   #1
griselda
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Predefinito Vendetta

La vendetta è un sentimento insito nell’uomo, ogni volta che l’uomo vive qualcosa come un sopruso da parte sua o di altri nasce dentro di lui il desiderio che l’artefice del male venga punito.

La legge del taglione: occhio per occhio dente per dente.
Questa legge è anche stata messa in atto da alcune popolazioni in tempi remoti. Spesso la giustizia è stata basata su questi principi. Di essa si legge anche nella Bibbia pur essendo molto più antica se ne ritrova il senso negli scritti Babilonesi e chissà ancora prima da dove ci perviene. In alcune favole viene menzionata come qualcosa di ovvio come una legge naturale. Quindi può darsi che derivi dalla Saggezza antica che si è persa nel tempo.

Poi però è arrivato Gesù e nel Nuovo Testamento si legge che Egli non è venuto a cambiare la Legge ma ad insegnare qualcosa in più: Il Perdono.
Se si vuole “scampare” alla “vendetta” nostra o altrui si deve imparare a perdonare.


Questo desiderio di vendetta pare un boomerang lo si è visto chiaramente nelle faide di tutti i tempi.

Sarà per questo che in tempi antichi si dava da mangiare al drago/sacrifici affinché il suo desiderio di vendetta venisse così placato?
Ho messo un po’ di carne al fuoco magari non è la sezione giusta ma si può spostare in caso.
Ne vogliamo parlare?
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Vecchio 25-02-2008, 12.45.04   #2
Uno
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Iniziamo da quell'occhio per occhio etc....

Avete presente le faide di alcune famiglie mafiose (ma non solo delle varie mafie, a volte si instaurano pure tra "normali" vicini")?
Non si arriva mai allo stesso occhio di quell'occhio che mi hanno "tolto", si innesca sempre un meccanismo in cui uno mi guarda male, allora gli dico un vaf, quello mi spinge, io gli tiro un calcio, lui mi bastona, io lo investo, lui mi spara etc etc.
Estremizzavo un pò ovviamente, però il meccanismo è questo, non si trova mai la parità, perchè quando siamo coinvolti ciò che l'altro ci fa sembra sempre più grande di qualsiasi abominio commettiamo noi, per questo si usano tribunali esterni anche se purtroppo non sempre sono equi anche questi.
Già prima del perdono questo sarebbe un buon metodo per eliminare la porcheria del mondo, perchè a volte (sempre) cerchiamo la cosa più difficile quando non siamo ancora in grado di fare la più facile (almeno rispetto a quella più difficile).
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Vecchio 25-02-2008, 13.01.35   #3
griselda
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Quindi se mi dicono un vaff gli devo rispondere un vaff
In modo che si chiuda li la questione, non ci si ammorbi dentro.
Inoltre questo porterebbe a vedermi per quello che sono e non il disegno finto di ciò che vorrei essere.
A prendermi la responsabilità anche di uno sberlone di ritorno.
Perchè a volte può capitare di credersi un'aquila mentre si è un pollo. E confrontandosi invece si scopre di che penne si va vestiti.
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Vecchio 25-02-2008, 17.18.16   #4
RedWitch
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Iniziamo da quell'occhio per occhio etc....

Avete presente le faide di alcune famiglie mafiose (ma non solo delle varie mafie, a volte si instaurano pure tra "normali" vicini")?
Non si arriva mai allo stesso occhio di quell'occhio che mi hanno "tolto", si innesca sempre un meccanismo in cui uno mi guarda male, allora gli dico un vaf, quello mi spinge, io gli tiro un calcio, lui mi bastona, io lo investo, lui mi spara etc etc.
Estremizzavo un pò ovviamente, però il meccanismo è questo, non si trova mai la parità, perchè quando siamo coinvolti ciò che l'altro ci fa sembra sempre più grande di qualsiasi abominio commettiamo noi, per questo si usano tribunali esterni anche se purtroppo non sempre sono equi anche questi.
Già prima del perdono questo sarebbe un buon metodo per eliminare la porcheria del mondo, perchè a volte (sempre) cerchiamo la cosa più difficile quando non siamo ancora in grado di fare la più facile (almeno rispetto a quella più difficile).
Non so se ho capito bene Uno, se non si arriva mai allo stesso occhio di quell'occhio, avendo consapevolezza di questo, la vendetta non andrebbe mai attuata giusto?
Cioè se ho ben capito il discorso di farsi giustizia da soli non dovrebbe proprio esistere poichè il rischio, anzi la certezza è quella che caricheremo il colpo amplificando se siamo coinvolti....
Mi sono fatta l'idea che qualunque cosa si faccia, poi ci sia qualcosa di ben oltre l'umano che interviene a "pareggiare" il conto, tanto più faccio qualcosa di male , consapevole o meno di farlo, poi la pagherò (proporzionalmente anche a quanto sono consapevole di quel che ho fatto), allo stesso tempo, non deve essere per mano mia che qualcuno deve pagare se mi ha fatto del male, perchè non sarei in grado di essere equa. Credo che esista per così dire un "Tribunale" che poi pareggia il conto..
Poi non è che devo permettere a chiunque di mettermi i piedi in testa, ma vendicarmi a posteriori no..
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Vecchio 25-02-2008, 17.42.17   #5
griselda
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Allora mi sa che ho dei problemi con le parole quindi ci ragiono su.
Se un tizio mi da uno sberlone, io glielo ridò questa è anche questa vendetta? Oppure è altro?

La vendetta però per come la capisco è un non aver reagito, quindi aver represso e che covando sotto sotto prima o poi esplode in vendetta, anzi magari aspetto proprio il momento giusto per cogliere l'altro in flagrante e vendicarmi.

Non sto disquisendo sul giusto o sbagliato ma sul senso della vendetta, se si può definire una reazione come vendetta.
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Vecchio 25-02-2008, 21.41.58   #6
Ray
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La vendetta però per come la capisco è un non aver reagito, quindi aver represso e che covando sotto sotto prima o poi esplode in vendetta, anzi magari aspetto proprio il momento giusto per cogliere l'altro in flagrante e vendicarmi.
Beh, ma la vendetta non è covare vendetta, è vendicarsi. Quel che diceva Uno, se ho capito, è che esageriamo nella vendetta. L'occhio per occhio biblico, se pur parla di vendetta, parla anche di equità (stesso peso), ovvero di fronte ad un occhio restituisco l'occhio e non l'occhio più una gamba e due braccia.
Diceva anche che, finchè non si è in grado di valutare obiettivamente quel che ci viene fatto (l'occhio) non si è in grado di restituire il "giusto", perchè si valuta con metri diversi quel che fanno gli altri e quel che facciamo noi. Figuriamoci se si è in grado di perdonare.
Già il riuscire a valutare la portata delle nostre azioni e di quelle altrui sarebbe qualcosa...
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Vecchio 25-02-2008, 22.50.20   #7
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Quel che diceva Uno, se ho capito, è che esageriamo nella vendetta. L'occhio per occhio biblico, se pur parla di vendetta, parla anche di equità (stesso peso), ovvero di fronte ad un occhio restituisco l'occhio e non l'occhio più una gamba e due braccia.
Infatti si dice anche " pareggiare i conti " solo che poi .....ci si aggiungono gli interessi.

Ultima modifica di gibbi : 25-02-2008 alle ore 22.54.36.
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Vecchio 25-02-2008, 23.25.33   #8
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Penso che l'interpretazione di vendetta come sopruso si riferisca al senso di giustizia che tutti abbiamo quando subiamo un torto, a volte ci si vendica di più, per dare una lezione all'altra persona, scoraggiando quindi una nuova azione contro di noi. Quindi se qualcuno mi parcheggia la macchina per non farmi uscire ogni volta, ed io gli buco le ruote, è un modo non solo di vendicarsi, ma di imporre il mio potere.

Queste solo ovviamente le logiche dei meno evoluti.

L'occhio per occhio e dente per dente, si riferisce al fatto di difendersi dai sopprusi altrimenti se riceviamo un torto e chiniamo la testa, stiamo dando l'autorizzazione a continuare, e il nostro carnefice potrebbe voler sempre di più ( proprio allo stesso modo di chi si vendica).

Il Perdono invece è un discorso apparte, io perdono ma dovrei vedere pentimento, e sopratutto è un atto di misericordia che uno fa a se stesso.

Dopotutto anche nel cattolicesimo, Dio perdona, ma a condizione che la persona comunque si penta e ammetta i suoi errori.

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Vecchio 26-02-2008, 10.58.52   #9
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Il per-dono è fa parte della stessa dinamica della vendetta che potremmo chiamare bilancio, cambia la modalità di espressione e consapevolezza.
Come ci ha ricordato Gibbi si usa anche "pareggiare i conti", questo significa che in un modo o nell'altro tutto quello che si muove nell'Universo tende a cercare un equilibrio e una volta trovato a romperlo (partendo da quella soglia raggiunta) per organizzarsi meglio.
Nella vendetta questa ricerca dell'equilibrio è chiara, anche se come detto sopra essendo coinvolti e anche poco o non completamente consapevoli quando ci vendichiamo se non c'è una supervisione esterna andiamo oltre il pareggiare innescando nuove dinamiche, non sempre direttamente con lo stesso soggetto, spesso facendo giri talmente lunghi da non poterli facilmente scorgere.
Il perdono chiaramente è diverso, con un dono pareggio il conto.

La recriminazione è l'altro lato della vendetta, come io potrei voler tornare un calcio a qualcuno che mi ha dato uno schiaffo, potrei fare una carezza ad una ragazza perchè vorrei in cambio un bacio. Cambia la modalità, sembra meno dannosa ma in realtà il concetto ed i risultati sono uguali.

Altro detto è anche: "la vendetta è un piatto che si serve freddo" che equivale a "siediti sulla riva del fiume e aspetta che passi il cadavere del tuo nemico", non indicano che aspettando che l'altro si scordi, o qualcosa del genere, otteniamo un risultato migliore, indicano che sbollendo possiamo vedere più oggettivamente il giusto, se non siamo capaci di per-donare (che è più difficile di quello che può sembrare ragionandoci su, occorre molta forza-energia, non è una semplice questione intellettuale o sentimentale) almeno cercheremo di avvicinarci il più possibile all'equilibrio naturale , che aspettando arriverà comunque.
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Vecchio 02-09-2011, 00.14.19   #10
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Sostanzialmente allora potremmo dire che se uno mi fa un torto è perchè io ne ho fatto uno a qualcuno.

Se mi vendico non faccio altro che creare un circolo vizioso, non solo non voglio quello che mi è tornato ma ne rimando in giro un altro che prima o poi mi ritornerà anch'esso.

Se ricevo un torto in soldini l'agire è quello di tenermelo soffrire ( non reprimere ) interioremente ma non reagire perchè da quanto detto sopra non avrebbe senso. Soffrire senza reagire è prendersi il pareggio che l'universo attua sia che lo si sappia o no.

Così facendo però non si può parlare di perdono ma di accollarsi i propri debiti mi pare, allora perchè vendicarsi anche se poco?
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Vecchio 05-09-2011, 12.32.51   #11
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Poi non è che devo permettere a chiunque di mettermi i piedi in testa, ma vendicarmi a posteriori no..
Ecco quindi è meglio focalizzarsi sul prima che recrimnare dopo.
Per cui l'attenzione sta al come muoversi..bon certo fino a quello di cui ci rendiamo conto e se sforiamo per sbaglio mettiamo in conto che l'universo pareggerà i conti.

Invece non ho capito quando Uno dice che l'Universo cerca l'equilibrio per poi romperlo che vuol dire?
Tu hai capito? Mi pare una follia tutta una fatica per niente?
Cioè io faccio di tutto per rimettere in equilibrio una situazione e poi l'Universo me la toglie? Nel senso che mi mette alla prova? Boh
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Vecchio 05-09-2011, 12.36.27   #12
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allora perchè vendicarsi anche se poco?
Avevi letto male...vendicarsi mai! Perchè la vendetta non sarebbe mai obiettiva non pareggerebbe sforeresti e quindi inizierebbe tutto d'accapo.
Vendetta? Niet, nine, none, no
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Vecchio 05-09-2011, 13.16.02   #13
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Invece non ho capito quando Uno dice che l'Universo cerca l'equilibrio per poi romperlo che vuol dire?
Tu hai capito? Mi pare una follia tutta una fatica per niente?
Cioè io faccio di tutto per rimettere in equilibrio una situazione e poi l'Universo me la toglie? Nel senso che mi mette alla prova? Boh
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questo significa che in un modo o nell'altro tutto quello che si muove nell'Universo tende a cercare un equilibrio e una volta trovato a romperlo (partendo da quella soglia raggiunta) per organizzarsi meglio.
L'universo non ti toglie nulla, tranquilla. Anzi, puoi star certa che ti da tutto quello che ti spetta, nel bene e nel male.

Il meccanismo che descrive Uno, sempre se ho capito, fa si che tutto tenda all'equilibrio e quando questo equilibrio si realizza esso è presente ad una determinata soglia. A questo punto, rompendolo, è possibile raggiungere un nuovo equilibrio ad una soglia più alta.

Immagina uno che sale una scala e immagina, per comodità, che si fermi ad ogni gradino. Ogni volta che passa da un gradino all'altro deve rompere l'equilibrio per poi ripristinarlo sul gradino sopra. A quel punto dovrà ri-romperlo per formare un equilibrio alla soglia/gradino più alta e così via. Ma i gradini sotto non sono mica persi.
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Vecchio 05-09-2011, 14.05.47   #14
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L'universo non ti toglie nulla, tranquilla. Anzi, puoi star certa che ti da tutto quello che ti spetta, nel bene e nel male.

Il meccanismo che descrive Uno, sempre se ho capito, fa si che tutto tenda all'equilibrio e quando questo equilibrio si realizza esso è presente ad una determinata soglia. A questo punto, rompendolo, è possibile raggiungere un nuovo equilibrio ad una soglia più alta.

Immagina uno che sale una scala e immagina, per comodità, che si fermi ad ogni gradino. Ogni volta che passa da un gradino all'altro deve rompere l'equilibrio per poi ripristinarlo sul gradino sopra. A quel punto dovrà ri-romperlo per formare un equilibrio alla soglia/gradino più alta e così via. Ma i gradini sotto non sono mica persi.
L'equilibrio è staticità, ci si sta bene ma non si progredisce, non si sale la scala.
Per salire su di un altro scalino per forza devo rompere la staticità dell'equilibrio per poi ricomporlo/ritrovarlo (con tempi e modi)
In effetti anche un passo è rottura di equilibrio se non ben bilanciato e la riunione dei due piedi ridà il perduto equilibrio ma nel frattempo si è fatto un passo avanti.
E' interessante, non l'avevo mai valutato in questo senso ci devo ragionare su ancora ma lo trovo molto interessante grazie Ray
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