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Vecchio 26-11-2008, 17.34.49   #26
RedWitch
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Credo proprio di si :
memoria,
intelletto: per capire i contenuti di quell'esperienza , volonta': per tradurre tutto in Nuova azione nel presente cosi' rinnovato .
Non sono certa di aver ben compreso che intendi Nike, anche tu intendi la "vera" memoria quindi come fatti archiviati? Sono d'accordo sul fatto che per tradurre tutto in una nuova azione, i fatti devono essere lasciati andare.. altrimenti si ripresentano ancora e ancora per riscuotere il conto, e per farci capire finchè non vediamo...

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Beh, forse avemmo bisogno di due parole diverse... per questo parlavo di "vera memoria".
In ogni caso, come tu stessa dici, c'è una notevole differenza tra i ricordi svuotati e i ricordi che agiscono. Questi ultimi, anche se hanno inizio nel passato, sono ancora attuali, presenti. La parte di memoria che toccano (intendo quella archiviata) è minima, forse solo l'aggancio, l'accesso. Per il resto non si tratta di veri ricordi, ma di meccanismi vivi, di complessi.
Inoltre, sempre come fai notare, di solito non la usiamo, ma ne veniamo usati: le cose riaffiorano per conto loro, stimolate da un agente esterno o da un meccanismo messo in atto da un agente esterno.

Siamo in una condizione un po' a mezza strada quando cerchiamo consapevolmente di ricordare per sistemare, quando ci lavoriamo. Si, usiamo la memoria, ma solo come accesso... poi, trovato l'incriminato, esso è più presente che mai durante il lavoro.

Se vai a vedere una questione risolta la differenza la noti subito: puoi guardare alla cosa con un certo distacco... inoltre hai una visione d'insieme dell'accaduto e delle sue connessioni, oltre che delle diramazioni verso quello che per te ha significato. E se ti soffermi su questo insieme, alla fine, non puoi altro che provare riconoscenza per quell'accaduto o per quella persone... per quell'insieme considerato.
Grazie Ray, adesso è chiaro e sono d'accordo, sono sicuramente modi completamente differenti di usare la memoria (o di esserne usati), la differenza tra accesso e visione di insieme è molto chiara... C'è anche un discorso di soggettività, e di quanto siamo ancora coinvolti nell'episodio, cioè se lo riviviamo , se ci identifichiamo o se l'episodio è archiviato, una volta fatto si puo' avere quella visione di insieme di cui parlavi tu... anche se non so fino a che punto possa essere oggettiva, anzi a dire il vero, sarebbe interessante capire se da "svegli", se vivessimo gli episodi sempre con una certa soglia di attenzione riusciremmo ad essere oggettivi, o se dipende sempre dalla "nostra" realtà, da quanta ne vediamo.. se la memoria sarà sempre relativa a noi come persone (sto incasinando non so se questo passaggio sia comprensibile..)

Anche il discorso della riconoscenza legata alla "vera memoria" adesso è chiaro, mi ostinavo a pensare alla riconoscenza come a gratitudine soprattutto verso le persone, e relativa a qualcosa che un altro puo' fare per noi, e alla riconoscenza che si porta... invece, effettivamente, se un fatto è compreso, non si puo' fare altro che essere riconoscenti.. non fosse altro per quello che si è oggi anche grazie a "quel" fatto, a ciò che si è imparato grazie ad esso o alle persone coinvolte.. anche se probabilmente a suo tempo è stato vissuto come una sofferenza o qualcosa di negativo...
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Vecchio 26-11-2008, 18.16.21   #27
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Non sono certa di aver ben compreso che intendi Nike, anche tu intendi la "vera" memoria quindi come fatti archiviati? Sono d'accordo sul fatto che per tradurre tutto in una nuova azione, i fatti devono essere lasciati andare.. altrimenti si ripresentano ancora e ancora per riscuotere il conto, e per farci capire finchè non vediamo...



Grazie Ray, adesso è chiaro e sono d'accordo, sono sicuramente modi completamente differenti di usare la memoria (o di esserne usati), la differenza tra accesso e visione di insieme è molto chiara... C'è anche un discorso di soggettività, e di quanto siamo ancora coinvolti nell'episodio, cioè se lo riviviamo , se ci identifichiamo o se l'episodio è archiviato, una volta fatto si puo' avere quella visione di insieme di cui parlavi tu... anche se non so fino a che punto possa essere oggettiva, anzi a dire il vero, sarebbe interessante capire se da "svegli", se vivessimo gli episodi sempre con una certa soglia di attenzione riusciremmo ad essere oggettivi, o se dipende sempre dalla "nostra" realtà, da quanta ne vediamo.. se la memoria sarà sempre relativa a noi come persone (sto incasinando non so se questo passaggio sia comprensibile..)

Anche il discorso della riconoscenza legata alla "vera memoria" adesso è chiaro, mi ostinavo a pensare alla riconoscenza come a gratitudine soprattutto verso le persone, e relativa a qualcosa che un altro puo' fare per noi, e alla riconoscenza che si porta... invece, effettivamente, se un fatto è compreso, non si puo' fare altro che essere riconoscenti.. non fosse altro per quello che si è oggi anche grazie a "quel" fatto, a ciò che si è imparato grazie ad esso o alle persone coinvolte.. anche se probabilmente a suo tempo è stato vissuto come una sofferenza o qualcosa di negativo...
Si certo la Memoria relativa al valore dei fatti implica che questi sono stati compresi nel loro significato rispetto a Te, a questo punto non ci devi piu' lavorare su e puoi archiviare .
Di piu' direi che il fatto passato compreso e valutato e rinnovato nel presente nelle Nuove azioni, grazie alla Memoria , ha un'effetto su di te anche se archiviato , un effetto positivo intendo cosi' come quello non compreso continua a produrre effetti negativi pur a distanza di tempo .
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Vecchio 26-11-2008, 19.07.44   #28
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Si certo la Memoria relativa al valore dei fatti implica che questi sono stati compresi nel loro significato rispetto a Te, a questo punto non ci devi piu' lavorare su e puoi archiviare .
Di piu' direi che il fatto passato compreso e valutato e rinnovato nel presente nelle Nuove azioni, grazie alla Memoria , ha un'effetto su di te anche se archiviato , un effetto positivo intendo cosi' come quello non compreso continua a produrre effetti negativi pur a distanza di tempo .
E' inevitabile che l'intrinseco, recondito, concettuale, significato dell'essere dolentemente smemorati coincida con l'ineluttabile, immarcescibile, intangibile se non nell'odore, vacuo sapore di non riconoscerci nell'altrui sforzo. Eppure basta mescolare le visuali posizioni per accorgerci che il non riconoscere, contestare, oppugnare, è ciò per cui creiamo l'altro a nostra immagine e somiglianza.
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Vecchio 26-11-2008, 19.37.35   #29
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E' inevitabile che l'intrinseco, recondito, concettuale, significato dell'essere dolentemente smemorati coincida con l'ineluttabile, immarcescibile, intangibile se non nell'odore, vacuo sapore di non riconoscerci nell'altrui sforzo. Eppure basta mescolare le visuali posizioni per accorgerci che il non riconoscere, contestare, oppugnare, è ciò per cui creiamo l'altro a nostra immagine e somiglianza.
Eccone un altro....
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Vecchio 27-11-2008, 00.47.11   #30
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... anche se non so fino a che punto possa essere oggettiva, anzi a dire il vero, sarebbe interessante capire se da "svegli", se vivessimo gli episodi sempre con una certa soglia di attenzione riusciremmo ad essere oggettivi, o se dipende sempre dalla "nostra" realtà, da quanta ne vediamo.. se la memoria sarà sempre relativa a noi come persone (sto incasinando non so se questo passaggio sia comprensibile..)
Una faccenda sistemata ti permette una visione, se non oggettiva, almeno obiettiva... detta in altri termini si tratta del vero valore di cui parlava Nike. Valore che genera riconoscenza.
Per la visione oggettiva credo ci voglia qualche passetto in più (per usare un eufemismo).
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