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Vecchio 07-02-2009, 18.10.47   #1
Ray
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Predefinito Il peggio di noi...

E' praticamente un luogo comune che si da il peggio di noi in famiglia. Non so se siete d'accordo, io però osservandomi, ho visto che è vero. Questo non toglie che magari si possa anche dare il meglio, tuttavia pare che siano proprio le persone a noi più vicine, nonchè quelle che attirano o dovrebbero attirare i nostri maggiori affetti, a "godere" più o meno frequentemente, delle nostre peggiori manifestazioni.

Perchè accade? (se vi accade)

In qualche vecchio tread, se non sbaglio, si ragionava su come l'uomo, gran costruttore di abitudini e grande fan della linea di minor resistenza, tenda a lasciarsi andare, ad allentare il controllo, con chi è più in confidenza, con chi si sente più al sicuro, con chi da per scontato.
E' certamente vero, ma io credo che non sia tutto qui. Credo che i componenti della nostra famiglia, per intrinseca natura dell'uomo e della sua pscihe, siano i bersagli favoriti, oltre che i più semplici, per le nostre proiezioni, positive e soprattutto negative.

Inoltre è in famiglia che impariamo e cresciamo e, quindi, diventiamo si spera migliori. Ne segue che è con i genitori che abbiamo dato il peggio di noi... e tutto quel che resta di quel peggio, quel che abbiamo gelosamente conservato, lo riportiamo nella nostra nuova famiglia, che di nuovo ha in realtà ben poco, se non che rivestiamo ruoli diversi.
C'è ovviamente da considerare la cosa da più lati... per cui se i nostri genitori, conservata una certa parte di quel peggio, lo hanno riversato con moglie/marito e con noi figli, noi da loro abbiamo imparato e faremo altrettanto...

Questo meccanismo fa della famiglia il "luogo" (luogo in senso ampio, come insieme di relazioni) migliore per un certo tipo di auto-osservazione...

Bon, avrei altro da dire, ma mi interessa sentire voi.

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Vecchio 07-02-2009, 18.25.17   #2
nikelise
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E' praticamente un luogo comune che si da il peggio di noi in famiglia. Non so se siete d'accordo, io però osservandomi, ho visto che è vero. Questo non toglie che magari si possa anche dare il meglio, tuttavia pare che siano proprio le persone a noi più vicine, nonchè quelle che attirano o dovrebbero attirare i nostri maggiori affetti, a "godere" più o meno frequentemente, delle nostre peggiori manifestazioni.

Perchè accade? (se vi accade)

In qualche vecchio tread, se non sbaglio, si ragionava su come l'uomo, gran costruttore di abitudini e grande fan della linea di minor resistenza, tenda a lasciarsi andare, ad allentare il controllo, con chi è più in confidenza, con chi si sente più al sicuro, con chi da per scontato.
E' certamente vero, ma io credo che non sia tutto qui. Credo che i componenti della nostra famiglia, per intrinseca natura dell'uomo e della sua pscihe, siano i bersagli favoriti, oltre che i più semplici, per le nostre proiezioni, positive e soprattutto negative.

Inoltre è in famiglia che impariamo e cresciamo e, quindi, diventiamo si spera migliori. Ne segue che è con i genitori che abbiamo dato il peggio di noi... e tutto quel che resta di quel peggio, quel che abbiamo gelosamente conservato, lo riportiamo nella nostra nuova famiglia, che di nuovo ha in realtà ben poco, se non che rivestiamo ruoli diversi.
C'è ovviamente da considerare la cosa da più lati... per cui se i nostri genitori, conservata una certa parte di quel peggio, lo hanno riversato con moglie/marito e con noi figli, noi da loro abbiamo imparato e faremo altrettanto...

Questo meccanismo fa della famiglia il "luogo" (luogo in senso ampio, come insieme di relazioni) migliore per un certo tipo di auto-osservazione...

Bon, avrei altro da dire, ma mi interessa sentire voi.

Mah , non ci credereste io con gli estranei sono il maestro dei diplomatici in famiglia no perche'?
Perche' dagli estranei non mi aspetto nulla o mi aspetto il peggio e quindi sono preparato ad ogni cosa .
Con i familiari invece no da loro ti aspetti tutto : comprensione ,fedelta' , aiuto , complicita' , tutto e' dovuto....guai ad essere traditi da un familiare !!!!
Ecco perche' in famiglia diamo il peggio di noi perche ' li' emerge quello che siamo veramente.
Poca cosa.
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Vecchio 07-02-2009, 20.37.04   #3
stella
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Questo meccanismo fa della famiglia il "luogo" (luogo in senso ampio, come insieme di relazioni) migliore per un certo tipo di auto-osservazione...

Bon, avrei altro da dire, ma mi interessa sentire voi.
In famiglia di solito si allentano le maschere che si indossano con gli altri, si cerca di essere se stessi, e questo mi sembra una cosa buona, perchè ci permette di vedere le nostre reazioni per quello che siamo e viceversa, questo significa che la parte migliore di noi che proiettiamo all'esterno ci costa una certa energia che in famiglia ci risparmiamo. Ma perchè accade questo, forse per mettere a prova l'amore e la pazienza di chi ci vive accanto ?
All'interno della famiglia forse troviamo dei facili bersagli per proiettare le nostre ansie e le nostre paure, le nostre manie, i nostri problemi irrisolti, e a saper osservare questo meccanismo, ci potrebbe far capire perchè ci si comporta in quel modo e non in un altro...
Per esempio se si è avuta una giornata difficile sul lavoro e poi ci si sfoga coi figli o con il coniuge visto che fuori non si può sfogare, si usa la famiglia come cuscinetto, mentre sarebbe meglio buttar fuori il rospo e dire che cosa ci mette di cattivo umore, sempre che si trovi disponibilità all'ascolto....
Gli umori buoni o cattivi che siano sono contagiosi, una cosa è vedersi accanto una persona serena e sorridente un'altra una persona nervosa e irritabile....
A volte succede l'inverso, può darsi che le tensioni nascano in famiglia e si proiettano all'esterno, ma queste cose accadono quasi sempre quando non c'è dialogo o il dialogo è falsato, allora si interrompe la comunicazione, in famiglia si parla solo delle cose banali evitando accuratamente le cose che stanno veramente a cuore o rimandandole a momenti migliori, così non si è se stessi nemmeno in famiglia. Qualche volta succede di aver vissuto tanti anni accanto a una persona senza essere mai arrivati a conoscerla veramente...
Perciò ben venga anche il lato peggiore, lo accetto volentieri perchè quella persona ha tolto la corazza, idem per me che se mi decido a dimostrare certe mie debolezze o complessi vuol dire che mi fido delle persone che vivono con me e questo è un passo verso l'amore e l'essere accettati, è vero che dopo un litigio in cui emergono cose che si pensava e non si aveva il coraggio di dire, ci si sente più leggeri e si può gettare le basi per impostare meglio il rapporto.
Se poi ci portiamo dietro delle brutte abitudini, per poter essere a proprio agio si costringe l'altro ad accettarci così come siamo perchè si fa più fatica a cercare di correggersi che imporsi dicendo "sono fatto così" che spesso sottintende "voglio continuare a essere così" e "non faccio nemmeno un tentantivo per venirti incontro"....
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Vecchio 08-02-2009, 00.08.30   #4
Shanti
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E' praticamente un luogo comune che si da il peggio di noi in famiglia. Non so se siete d'accordo, io però osservandomi, ho visto che è vero.
...................................
Luogo comune oppure no, anche a me sembra vero. Secondo me i componenti della famiglia sono quelli che meglio ci conoscono, o almeno di noi conoscono più lati differenti, e per questo ci sentiamo accettati anche quando tiriamo fuori il peggio.
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Originalmente inviato da Ray
C'è ovviamente da considerare la cosa da più lati... per cui se i nostri genitori, conservata una certa parte di quel peggio, lo hanno riversato con moglie/marito e con noi figli, noi da loro abbiamo imparato e faremo altrettanto...
E altrettanto faranno i nostri figli, e via con la catena... Penso che già avere una presa di coscienza del fatto che per esempio il meccanismo di un nostro comportamento errato scattava nella famiglia d'origine, è un inizio. Poi non basta, ci vuole la volontà di correggerlo.
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Originalmente inviato da stella
A volte succede l'inverso, può darsi che le tensioni nascano in famiglia e si proiettano all'esterno, ma queste cose accadono quasi sempre quando non c'è dialogo o il dialogo è falsato, allora si interrompe la comunicazione, in famiglia si parla solo delle cose banali evitando accuratamente le cose che stanno veramente a cuore o rimandandole a momenti migliori, così non si è se stessi nemmeno in famiglia.
In un certo senso si tira fuori il peggio di se stessi anche in quel contesto, evitando il dialogo si manifesta chiusura e si alimenta un malessere che, anche se sembra nascosto, comunque viene assorbito da tutta la famiglia.
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Vecchio 08-02-2009, 00.53.46   #5
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Io penso che sia ciò che abbiamo imparato a fare nella nostra famiglia d'origine, ovvero là ho imparato a subire tutto ciò che la famiglia faceva, tutto ciò che si permettevano, io li amavo ugualmente non potevo permettermi altro da bambina quella era la mia realtà. Da adulta se non ci sto attenta rimetto in scena la stessa cosa do per scontato che loro devono accettare tutti i miei difetti e pregi, perchè così io ho imparato a fare. E guai a Dio se non lo fanno perchè per me è normale che ciò avvenga. In loro non deve esserci giudizio come io a quei tempi eliminai i mei per poter amarli incondizionatamente e ora sarei portata a pretendere la stessa cosa.
Quindi direi che do il peggio che ho subito e che mi è stato insegnato con l'esempio essere giusto e ammissibile in famiglia. Come del resto mi è stato insegnato e mostrato che così non poteva e doveva avvenire fuori.
Credo sia solo schifosissima meccanicità.
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Vecchio 08-02-2009, 02.07.37   #6
Sole
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La noto da sempre questa cosa, appena arrivo davanti la porta della mia famiglia di origine l'umore cambia, mi trasformo e divento la figlia che loro conoscono, che è una persona diversa da quella che sono adesso.

In generale è' come vivere costantemente nel passato, al di là della meccanicità acquisita in anni di difese e meccanismi innescati da reazioni costanti a stesse situazioni, ma è come volersi rivalere di tanti ipotetetici sopprusi con la stessa personalità che era in scena allora, riscattare quella personalità. Diciamo che tiriamo fuori il peggio perchè all'epoca eravamo peggio di ora visto che ci vediamo cresciuti, ma con loro interpretiamo quella vecchia recita, è quasi... inevitabile.

Poi ho sempre pensato una cosa e cioè che in famiglia qualunque atteggiamento si abbia non cambia l'impegno e l'affetto, c' è un vincolo, un legame che prescinde dalla conflittualità; vero che negli anni ho visto tante situazioni che negano questa teoria, ma i figli si possono permettere di mascherarsi da burberi e sciatti e contantare sempre sulla mamma/papà, diversamente in società bisogna avere un certo tipo di comportamento. In pratica in famiglia si da per scontato il legame e ci si permette di offenderlo senza riuscire a non fare di meglio.

Esercitarsi a rimanere nel presente forse aiuterebbe, ma sarebbe solo un passo successivo all'identificazione del meccanismo.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 08-02-2009, 16.20.51   #7
Kael
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Penso che molto dipenda da rancori passati e non risolti. I nostri familiari sono quelli con cui abbiamo condiviso più esperienze e sentimenti che con qualsiasi altra persona, esperienze sia positive che negative, ma come dicevamo in altro thread l'uomo è più orientato verso la parte buia che luminosa, ne consegue che un ricordo piacevole può farci star bene per qualche secondo mentre uno spiacevole può durare settimane o anche mesi.

Spesso questi rancori antichi viaggiano inconsciamente, non ce ne rendiamo nemmeno conto ma continuano a influenzarci sottilmente verso i componenti della nostra famiglia, portandoci, sempre inconsciamente, a far emergere i nostri lati peggiori proprio con loro.

Poi c'è anche un altro importantissimo fattore da tener conto secondo me, il fatto archetipale. Di mamma non ce n'è una sola come si suol dire, ma due. Una è la persona fisica che abbiamo sempre avuto vicino, metti la signora Gina ad esempio, l'altra è la nostra idea di mamma, l'archetipo mamma appunto.
Gina e "mamma Gina" sono due cose completamente diverse. Gina può anche essere una persona deliziosa che gode di stima e rispetto da tutti i conoscenti e amici, ma se per noi non rientra perfettamente in quell'idea di mamma che abbiamo, giocoforza proveremo delusione, tristezza, rancore. Potremo perfino sentirci "traditi".

L'unico modo secondo me è liberarci (e liberarli) dai vari ruoli, metti mamma, papà, moglie, etc.. svuotare i nostri archetipi e iniziare a vederli per quello che sono realmente, metti Gina, Ugo, etc.. persone dal quale, a quel punto, non pretenderemo e non ci sentiremo più "costretti" da niente, potendo così amarli liberamente e lasciandoli liberi di amarci a loro volta.
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