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Vecchio 19-04-2005, 17.50.04   #1
odisseo
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Pet terapy o terapia con gli animali.

L'uso degli animali nella riabilitazione è antichissimo, si trovano tracce di ippoterapia nella cura di alcuni tipi di paralisi fin dalle cronache del II secolo a.C.

Gatti, cani, delfini, cavalli, asini, questi sono gli animali che vengono utilizzati come supporto terapeutico nella riabilitazione di vari tipi di disabilità.

Disabilità fisiche, problemi psicologici, handikap psichici, vengono curati con l'aiuto degli animali.

Il dover interagire con un animale, prendersene cura e accudirlo, lungi dall'essere un "momento ricreativo", costringe le persone a svolgere compiti, prendere decisioni e assumere comportamenti "terapeuticamente virtuosi" in maniera ludica, superando con più facilità le difficoltà e la fatica che la terapia spesso comporta.



Un episodo divertente di ....., come dire, educazione al rispetto altrui.......

In un cortile, un bimbo di tre o quattro anni tormentava un grosso gattone, un bel soriano.
Gli tirava la coda, le orecchie, lo sollevava (a fatica), lo inseguiva, insomma gliene faceva di tutti i colori.

I gatti sono creature in genere schive e notoriamente poco pazienti.
Dopo aver tentato per due volte di arrotolarsi e pisolare sotto un cespuglio ed essere stato disturbato, il gattone passa al contrattacco.

Comincia a "giocare", và a caccia del bimbo, lo insegue, lo raggiunge, gli abbranca con gli artigli un polpaccio e poi lo morde due o tre volte senza affondare ne le unghie ne i denti.

Il "gioco" risulta sufficientemente sgradevole da indurre il bambino a desistere, solo momentaneamente, dal tormentare il gatto.

Poi, il bimbo torna alla carica.
Il gatto non fugge, resta seduto in mezzo al cortile, le orecchie e i "baffi" appiattiti sul muso, il bambino di ferma e comincia a chinarsi per afferrare e sollevare il gatto.
Il felino si alza di scatto sulle zampe posteriori, è alto quanto il bimbo, con un fulmineo 1-2 colpisce con due zampate entrambe le guance del bimbo.
Era solo un avvertimento e gli artigli non erano sguainati (per fortuna), in pratica il bimbo è stato solo schiaffeggiato.
Lo shock per la reazione inattesa è stato sufficiente a far piangere il bambino come se il gatto lo avesse graffiato.

Il giorno dopo, scena analoga, il gattone dorme sotto un cespuglio, il bimbo si avvicina, lo accarezza un pò, il gatto si stira, si alza e restituisce le effusioni per qualche minuto, poi si allontana di qualche metro e si arrotola nuovamente per continuare il pisolino pomeridiano.
Il bimbo lo segue, fà per accarezzarlo, il felino gira la testa con le orecchie abbassate........
E' sufficiente.....
Il bimbo si ferma, indietreggia e si allontana.
Lezione appresa.

Nei prossimi post vi appioppo un rapido sunto per ogni tipo di terapia (che coinvolge animali) che riesco a trovare

Odisseo
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Vecchio 03-05-2005, 17.56.30   #2
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Onoterapia.

Ovvero, l'asino, questo sconosciuto.

Quasi scomparso perchè impiegato sempre più raramente da agricoltura e militari, il ciuco stà pian piano ritagliandosi un'altro ruolo.

Quello di terapista.

L'asino ha delle caratteristiche molto interessanti, di taglia contenuta rispetto ad un cavallo, più paziente e coraggioso (difficilmente si spaventa per rumori o movimenti improvvisi), rustico e resistente, con un'andatura molto più comoda per gli esseri umani rispetto a quella di un cavallo, morbido, caldo, docile.

La sua andatura, pur richiedendo una discreta dose di lavoro fisico da parte del cavaliere, non è faticosa o stressante come quella di un cavallo.

Anche se richiede una certa dose di attenzioni (pulizia, governo, insellaggio) è un animale molto più facile da gestire di un cavallo, sia dal punto di vista fisico (è più piccolo) che dal punto di vista psicologico (ho fatto la naja vicino ad un allevamento militare di cavalli, vi posso assicurare che, alcune volte un cavallo può dimostrarsi un vero figlio di putt@@a).

Per esempio, un bambino può sdraiarsi e mettersi seduto più volte, sulla schiena di un asino senza che questo si spazientisca come avviene generalmente con un cavallo.

Ciò non significa che si possano utilizzare animali non selezionati o addestrati, significa semplicemente che 'onoterapia è più indicata dell'ippoterapia per superare problemi di relazione e socializzazione attinenti alla sfera affettiva ed emozionale.

Come animale è particolarmente indicato per soggetti molto giovani e con disturbi della sfera relazionale o per soggetti anziani e indeboliti.

L’onoterapia, è già diffusa negli Stati Uniti, in Francia e in Svizzera, oggi stà diffondendosi anche in Italia.

Odisseo
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Vecchio 15-06-2006, 11.37.36   #3
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Avevo una cavalla (una quarter horse) e devo dire che sono daccordissimo con il fatto che se voleva era proprio indisponente, ora ho un maschio che è davvero un coccolone. Al ranch sono appena arrivati due asini (che orecchie lunghe!) ed effettivamente, si, sembrano paciocconi anche se fra di loro vige una gerarchia abbastanza chiara. Sono interessato al linguaggio non verbale degli animali, chiaramente ho studiato quello dei cavalli (monty roberts docet) e molti segnali sono comuni a molte specie (le orechie basse per esempio), ma perchè non saperne di più? Sono poi anche convinto che molti in questo luogo abbiano una idea distorta della capacità di comunicare e di conseguenza dell'intelligenza degli animali...
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