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Vecchio 27-08-2005, 14.41.39   #1
Ray
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Predefinito Simbolo e simbolismo

Mi è sembrato utile, leggendo le varie discussioni in questa sezione, aprirne una che tratti specificatamente dei simboli, nel tentativo di costruire pian piano chiarezza sulla loro natura e funzione. Si potrebbe poi far confluire qui le trattazioni dei vari simboli che possono interessare e servire da riferimento per altre discussioni più importanti.

Il termine "simbolo" rimanda ad un'unione di significati (sym-ballein = mettere insieme) da concordarsi tramite la legge di analogia (ana-logos = stesso pensiero-parola). Un'espressione di questa legge è il famoso "come in alto così in basso".

Il linguaggio moderno, espressione nell'intenzione ottocentesca di far corrispondere ad ogni parola uno ed un solo significato, ha perso quasi del tutto il meccanismo simbolico per divenire un linguaggio di segni, utile alla ragione discorsivo-dialettica ma opposta al meccanismo sintetico-intellettuale alla base dell'intuizione. Si potrebbe definire il linguaggio moderno come anti-simbolico.

Un simbolo, a differenza del segno che indica qualcosa di diverso da se, conserva il suo significato originario che è la sua espressione al livello più basso e, contemporaneamente, contiene un numero indefinito di significati passibili di essere raggiunti dall'intelletto tramite sintesi a livelli superiori. Così se l'uomo simboleggia il divino (immagine e somiglianza) a livello sensibile-corporeo-materiale, non per questo smette di essere uomo. Ad un determinato livello è uomo e anche Dio. Tuttavia, e anzi proprio per questo, la nascita del simbolo avviene in realtà in alto e di dispiega verso il basso e non viceversa. Esso è il mezzo (uno dei mezzi) tramite il quale ciò che si trova al livello più basso della sua manifestazione può risalire verso l'origine. Questo il motivo dell'utilizzo dei simboli esoterici come supporto all'intuizione intellettuale, che è dire "esperienza spirituale".

Da ciò si può capire come linguaggi simbolici ed azioni simboliche (riti) siano costruzioni di senso perchè mettono insieme (sym-ballein) ciò che, per via della Manifestazione, è stato e ci appare separato (dia-ballein da cui "diavolo") ed è, per conseguenza del nostro punto di vista "su piani-livelli diversi". Un linguaggio di segni ed un'azione non simbolica risultano dunque privi di senso in quanto svuotati del loro originario simboleggiare ordini superiori di realtà. La stragrande maggioranza delle azioni dei "moderni" sono infatti prive di senso e rappresentano tuttalpiù un confuso agitarsi a vanvera.

Il fatto che la "cultura" moderna rigetti tutto ciò che è simbolico tuttavia non toglie niente ai simboli (e tutto ai moderni). Infatti i livelli di significato degli stessi non scompaiono per nulla; si relegano invece nell' "inconsapevolezza" passibili di essere ritrovati da chi li cerca. Quindi la profondità di interpretazione dei simboli dipende esclusivamente dal livello di Consapevolezza-Conoscenza di chi interpreta. Ciò rende un simbolo passibile di interpretazioni successive e sempre rinnovantesi come portatore di verità e comprensione.
Il che ci permette di "giocare" alla simbologia, occupandoci magari di quella tradizionale, ognuno apportando il suo punto di vista ed il suo personale interesse.
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Vecchio 27-08-2005, 19.08.13   #2
Uno
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Usando dei termini psicologici, e non togliendo niente a ciò che hai scritto, potremmo sintetizzare dicendo che il simbolo ha la funzione di mettere in contatto la ragione/mente umana con l'archetipo, o forma primordiale, la quale contiene le informazioni che potenzialmente possono dare appunto forma a tutto.
Quindi come hai ben descritto un simbolo verso l'alto ha potenzialmente infiniti significati e scendendo tende sempre più a perdere "possibilità di espressione".
La stessa cosa (da prendere in altra discussione) della diminuizione della libertà e relativo aumento di leggi da soddisfare scendendo nella scala spirituale.
buona discussione questa potremmo approfondire i simboli che via via troveremo in questa sezione.
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Vecchio 08-09-2005, 23.28.59   #3
Ray
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Riprendo qui un discorso accennato in altra discussione e sorto in merito alla parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel tentativo di fornire alcuni spunti sul simbolismo del pesce, con particolare attenzione agli aspetti "cristiani" della questione. Ben vengano poi approfondimenti su un tema che ritengo importante, non tanto in se, ma in quanto fornisce la possibilità di comprendere meglio la tradizione che ci è più familiare, che risulta molto più ricca di come viene comunemente insegnata e compresa.

R. Guenon (Simboli della Scienza Sacra) ritiene questo simbolismo derivato direttamente dalla Tradizione Primordiale, tendenzialmente per due motivi: da una parte lo riscontra in forme tradizionali nordiche (Germania settentrionale e Scandinavia), dall'altra la forma di pesce è la prima delle manifestazioni (avatara) di Vishnu e cioè quella relativa all'inizio del ciclo attuale di manifestazione (manvantara). Tuttavia è anche l'ultima del ciclo precedente: infatti è sotto forma di pesce che Vishnu annuncia l'imminente distruzione del mondo da parte delle acque e ordina a Vaivaswata di costruire l'arca che racchiuderà i germi del mondo successivo. Poi, sempre come pesce, guida la navigazione della stessa arca durante il diluvio (ricorda qualcosa?).
Vishnu rappresenta il Principio Divino, con particolare riferimento a "Conservatore del Mondo" dei cui compiti "Salvatore" è un aspetto particolare. Infatti Vishnu interviene più volte, sotto altre forme, per rispondere a momenti di crisi del mondo.
Questo è uno dei collegamenti con il Cristianesimo, da cui il fatto che Cristo è spesso associato al pesce in molta iconografia.

Un altro aspetto interessante associa il simbolo del pesce alla funzione di "Rivelatore" della conoscenza. Sia i pesci egizi sia il Dagon fenicio, ma soprattutto l'Oannes mesopotamico hanno questa funzione. E' sempre Vishnu pesce a rivelare i Veda e Cristo porta la "lieta Novella".
Inoltre in Grecia il delfino ha la funzione di "Salvatore" (il naufragio di Arione) e, dando il nome a Delfi, si ricollega al culto di Apollo il cui aspetto "solare" ci collega ancora una volta a Cristo. Addirittura la parola greca ichthios è stata interpretata come Iesus CHristos THeou Uios Soter ( Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore ). Da qui l'associazione al pane nell' Eucarestia ed il pesce visto come alimento principe (Gesù ne mangia appena risorto).

Esiste poi ovviamente l'aspetto zodiacale del simbolismo sul quale però, data la mia ignoranza, la possibilità di dire scemenze è più alta. Lascio quindi volentieri la parola ad altri.
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Vecchio 09-09-2005, 12.01.54   #4
Uno
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Per il discorso astrologico la cosa più importante è ovviamente che oltre ad avere la rotazione dei segni mensilmente, c'è un ciclo che dura all'incirca 2000/2200 anni all'interno di uno più grande di 26000 circa, di ogni segno.... Gesù era all'inzio del ciclo medio (2000 anni) dei pesci....
In cicli così ampi (ma anche nei piccoli) non esiste un girono di fine e uno di inizio.
Ma c'è un'altro collegamento con il pesce e la simbologia di cui siamo eredi in quest'epoca... ne ho accennato fuori in maniera molto semplificata, la mandorla mistica o vescica piscis... è come tutti i simboli a diversi livelli di profondità... ma tenendo presente il disegno delle due sfere (non manifesto- manifesto che si muovono-incontrano) troviamo che nell'intersezione delle due si forma "il pesce".... essere di uno e dell'altro regno questo è uno dei significati profondi che può più o meno saltare all'occhio... Gesù è anche il Pesce... nella comunione mangiamo lui cioè il Pesce... ne ha mangiato appena risorto, perchè è diventato Essere di entrambi i regni, e a sua volta diventa mezzo per raggiungere tale "traguardo"
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Vecchio 04-10-2005, 15.21.58   #5
Smashan
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Complimenti Ray, bella discussione.

Mi permetto solo di portare uno spunto, che si ricollega al Notariqon di Ichthis, per restare nelle associazioni simboliche della Cabala.
In ebraico pesce si dice Nun, lettera dell'alfabeto associato all'Arcano maggiore "La Morte"; ovviamente morte intesa come cambiamento, non come fine; infatti è sotto il segno dello Scorpione. Il sentiero di Nun sull'Albero della Vita unisce la Sefirà (emanazione) Netzach (Vittoria) a Tiphereth (Bellezza), in termini astrologici Venere al Sole. Tiphereth è il centro dell'Albero, dove risiede la scintilla divina del singolo. Si ricollega a Cristo in funzione del fatto che si può collocare, a mio avviso, il Salvatore al Centro dell'Albero; questo sempre seguendo il tuo discorso riguardo la visione dell'uomo su vari livelli, da Uomo a Dio.
La Cabala, come si può vedere, è un chiaro esempio di come il significato intrinseco delle associazioni simboliche si sotituisce ad un livello più alto al limite che una semplice parola porta con sè.
Laddove il linguaggio scritto e parlato non arriva, si può sostituire la visione.In termini cabalistici è l'unione tra l'intellettuale e l'estatico.
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Vecchio 04-10-2005, 19.23.41   #6
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che gusto... qualcuno che stimola la mia logorrea... grazie Sma


La lettera Nun, che tu giustamente colleghi al pesce, occupa il 14° posto (valore 50) sia nell'alfabeto ebraico sia in quello arabo. In quest'ultimo in particolar modo designa El-Hut, la balena. Il che lo collega a Giona ed alla storia simbolica dell'entrare nel ventre nero della balena (morte) ed uscirne (resurrezione-rinascita iniziatica). Quindi la balena è sia la portatrice di oscurità che il pesce-salvatore, conserva dentro di se quanto deve essere esplorato per rinascere (microcosmo) e quanto verrà portato nel ciclo di manifestazione successivo (macrocosmo). In questo ha la funzione dell'arca.
Infatti la forma della lettera Nun araba è la metà inferiore di una circonferenza con il punto al centro della stessa circonferenza. Il punto è la scintilla divina, la semicirconferenza il principio passivo della rinascita. In sanscrito invece è complementare: c'è il punto ma la semicirconferenza è quella superiore. Ricongiunte (la tradizione che è stata divisa, la nascita di ogni dualità) danno la circonferenza completa con il suo centro, il sole in astrologia, l'oro in alchimia.
La semicirconferenza inferiore ci riporta all'arca (la balena e l'arca sono equivalenti) che contiene quanto va salvato per il ciclo successivo e, analogamente nel microcosmo alla coppa che ci porta al simbolismo del cuore... sul quale si possono aprire un paio di discussioni-enciclopedie.

Però diciamo che siamo arrivati naturalmente al discorso che mi proponevo di fare appena Sma fosse qui giunto... coppa-cuore-graal

Passo la palla... per qualsivoglia aggiunta-chiarimento... ma continua
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Vecchio 04-10-2005, 19.47.08   #7
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Uhum....Ray.. la balena si.... nero-morte-iniziazione etc etc.. ma l'arca simbolicamente è un archetipo della vita... tutte le specie animali... potenzialmente qualsiasi forma.... poi in senso reale l'arca (dell'alleanza) era un potente apparato tecnologico (ma di tecnologia spirituale con l'interazione Umana) per la trasformazione dell'energia Divina... Universale... Reich direbbe orgonica... e infatti senza saperlo (forse) si è avvicinito ad una ricostruzione... solo che nei suoi modelli simili mancava il fattore Umano.... in quelle originali erano gli Iniziati maggiori che compivano il processo di "ricarica" .... di quell'energia che è vita e potenzialmente è tutto.... e il cerchio si richiude con l'arca di Noè (e le altre simili)
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Vecchio 04-10-2005, 19.56.16   #8
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Ammazza; due logorroici fanno un pugno nello stomaco eheh.

Cercherei di mantenere la stessa discussione spostandola sul piano della Coppa.

In sanscrito la radice di Morte è Mr, la stessa di Madre. Ci sono un sacco di parallelismi interessanti anche con l'inglese; visto che Madre è Mother, ma abbiamo la morte che è Death (somiglia a Daleth, porta o Yoni-kteis-vagina-..ma sto azzardando). Abbiamo la parola Murder però che porta con sè la stessa radice, che significa assassinio.
Ora il rapporto tra Amore e Morte è perfettamente paragonabile al rapporto che c'è tra madre e figlio. Nel momento in cui la Madre dà la vita al figlio, lo condanna inevitabilmente a morire.(Non è un crimine per carità) Questo sul piano fisico è quello che avviene, ma lo stesso si può dire nel rapporto tra Devi-Devoto, Madre Divina e Figlio.
Nulla può unire ciò che è diviso eccetto l'amore. Se noi consideriamo che l'utero è una coppa, e associamo sul piano archetipico lo stesso simbolo, arriviamo a Daleth sull'albero della vita, che unisce la Comprensione alla Saggezza, ed è la via di Agape, l'Amore puro, Divino e disinteressato, associato all' Arcano Maggiore "La Sacerdotessa", e al pianeta Venere (Rapporti quindi Eros-Tanathos(Morte), Agape-Eros, Agape-Tanathos). Daleth in ebraico significa Porta, ed è associato sempre al simbolismo della Vagina, quindi al Parto e all'unione sessuale (certo sempre su un altro piano).
Inoltre all'altezza di Daleth vi è l'Abisso che l'Iniziato deve varcare proprio in funzione della Coppa, poichè è la rinuncia a tutto in virtù della conquista d'Amore e il raggiungimento della Comprensione che, unita alla saggezza, conduce all'unità della Corona; la Comprensione è il punto in cui si diventa Magister Templi (Maestro del Tempio).
In termini cristiani il Graal è la coppa in cui è versato il Sangue dei Santi, e simboleggia il sacrificio di Cristo (chissà perchè insieme alla Croce). Essendo l'utero la coppa, ma anche la Rosa, e la croce il Fallo, ma anche l'uomo, si arriva al concetto della RosaCroce (Le Nozze Mistiche, o Chimiche).
Per questo associavo anche nella discussione "Kali" il raggiungimento dell'Amore mistico con la Madre, alla conquista del Graal dopo che si è varcato l'abisso di Daleth.
Inoltre Daleth vale 4, che è la risoluzione del primo processo Creativo. Dal Mondo Archetipico al quarto mondo, quello Materiale.
Su Daleth ci sarebbe molto di più da dire, ma credo di essere già stato abbastanza criptico (per alcuni almeno). Forse è meglio snocciolare un po'.
Mi auguro di ricevere critiche e completamenti

Aggiungo solo che, anche se alcune cose molti di voi razionalmente non riusciranno ad afferrare (mancanza mia che non spiego bene e sono frettoloso), il punto della discussione è proprio che le associazioni simboliche permettono all'inconscio di ricevere degli imput logici dal punto di vista archetipico che serviranno tantissimo ad allenare la capacità di discernimento.
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Vecchio 04-10-2005, 22.36.38   #9
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Uhum....Ray.. la balena si.... nero-morte-iniziazione etc etc.. ma l'arca simbolicamente è un archetipo della vita... tutte le specie animali... potenzialmente qualsiasi forma.... poi in senso reale l'arca (dell'alleanza) era un potente apparato tecnologico (ma di tecnologia spirituale con l'interazione Umana) per la trasformazione dell'energia Divina... Universale... Reich direbbe orgonica... e infatti senza saperlo (forse) si è avvicinito ad una ricostruzione... solo che nei suoi modelli simili mancava il fattore Umano.... in quelle originali erano gli Iniziati maggiori che compivano il processo di "ricarica" .... di quell'energia che è vita e potenzialmente è tutto.... e il cerchio si richiude con l'arca di Noè (e le altre simili)
ecco vedi che se cerco di sintetizzare mi spiego male... ?

eccerto che l'arca è un archetipo della vita... mai negato.
La lettere Nun (balena), simbolo di rinascita spirituale sotto tutti i punti di vista (segue la lettera Mim - morte) riporta alla coppa e quindi al cuore dal punto di vista microcosmico: il profeta Giona, entrando ed uscendo dal suo ventre, muore e rinasce a nuova vita spirituale. Dal punto di vista macrocosmico invece riporta all'Arca, la coppa macrocosmica. Quella dell'alleanza e quella di Noè sono sue applicazioni-manifestazioni. Anche se ad alto livello comunque non archetipi in quanto appunto manifestate nel particolare. Infatti, nel mito di Giona visto macrocosmicamente, la balena è l'arca all'interno della quale viene conservato il nucleo spirituale (viscica piscis, come hai detto tu) della manifestazione (il punto della lettere) in attesa del ciclo successivo. Questo a qualsiasi livello di ciclo ci si riferisca, da mananvatara a quelli più ampi o , come nel caso dell'arca di Noè, più ristretti.
Tra l'altro, nella tradizione islamica, mi pare da qualche parte nel Corano ma non vorrei sbagliare, si dice che Dio creò prima una grande balena (che ha un nome che non ricordo... magari lo cerco) e che poi da essa scaturì la manifestazione (il mondo). Quindi la balena è proprio il contenitore archetipico che racchiude in se ogni potenzialità, manifestata o meno, ogni forma, ogni possibilità... cioè l'Arca vista come archetipo.

Spero adesso sia chiaro, mi scuso per prima. Grazie dell'appunto.
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Vecchio 04-10-2005, 23.10.15   #10
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Originalmente inviato da Smashan
In termini cristiani il Graal è la coppa in cui è versato il Sangue dei Santi, e simboleggia il sacrificio di Cristo (chissà perchè insieme alla Croce). Essendo l'utero la coppa, ma anche la Rosa, e la croce il Fallo, ma anche l'uomo, si arriva al concetto della RosaCroce (Le Nozze Mistiche, o Chimiche).
Riprendo da qui per chiarire alcuni punti sul Graal... argomento sul quale purtroppo la cultura profana attuale ha contribuito a generare confusione.

Innanzitutto la parola "graal" compare "ufficialmente" solo nel 1150 circa nel romanzo cavalleresco Perceval di Chretien De Troyes. Nel romanzo il graal compare come oggetto mistico di ricerca e la storia presenta svariati livelli di possibile interpretazione simbolica. Tuttavia nulla lo associa al Cristianesimo. E' solo nei numerosi romanzi che seguono (pare che il Perceval abbia avuto un successo senza precedenti) che il graal viene associato alla figura di Cristo.
Nel vangelo secondo Nicodemo, un apocrifo molto noto all'epoca, Giuseppe d'Arimatea usa una coppa per raccogliere il sangue di Cristo che furoiesce dalla ferita prodotta dalla lancia di Longino, il centurione cieco che poi, grazie al contatto col sangue, riacquista la vista solo per rendersi conto di ciò che ha fatto (era stato ingannato). Secondo la leggenda poi Nicodemo viene imprigionato e segretamente nutrito, durante la prigionia, proprio dalla coppa. Nei romanzi successivi, in particolare quello di Robert De Moron, il graal dispensa cibo e bevande in abbondanza, oltre a guarire le ferite. Da un punto di vista ufficiale probabilmente c'è stata un'assimilazione cristiana di una leggenda di origine forse celtica.

Da un punto di vista esoterico-tradizionale oviamente le cose stanno in maniera diversa.
IN tutte le tradizioni si parla della ricerca di qualcosa che è andato perduto e che si deve riconquistare. Il graal celtico, il soma indù, lo Haoma dei persiani che era bevanda d'immortalità. Anche il sangue di Cristo è bevanda d'immortalità (e qui si intravede l'Eucarestia). Tra gli Ebrei sono i nomi divini ad essere andati perduti, ma l'idea base è la stessa. La cerca del Graal quindi è il tentativo di "recuperare" la condizione originaria... "edenica".
La leggenda vuole che il graal fosse una pietra verde (cìè da dire sul verde) staccatasi dalla fronte o dalla corona di Lucifero durante la caduta. Detta pietra fu affidata ad Adamo il quale, però non potè portarsela fuori dal Paradiso Terrestre. Lo smeraldo ricorda la perla che è il terzo occhio di Shiva, quello che da il senso di eternità. Ecco perchè Adamo non potè portare con se il graal sulla terra, nella temporalità alla quale sarebbe stato soggetto. Pare poi che Seth abbia potuto rientrare nell'Eden a recuperale il graal e portarlo nel mondo. La restaurazione dopo la caduta. Questo fa di Seth nientepopodimeno che Melki-Tsedeq (su questo ci torno).
Quindi il graal diviene il centro intorno al quale si raccoglie il nucleo spirituale da cui scaturisce la tradizione e che conserva quella originale... edenica.
Trovare il graal, microcosmicamente, è quindi restaurare la condizione adamitica originaria, cioè sviluppare tutte la potenzialità umane per passare poi a quelle divine. I piccoli misteri che saltano fuori un po' dappertutto.

C'è ancora molto da dire ma data la lunghezza del post aspetto... soprattutto le repliche
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Vecchio 12-10-2005, 12.16.17   #11
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Ho scritto in un'altra discussione della possibilità di associare al Graal (da un punto di vista cristiano) la testa di Gesù, in virtù del culto che avevano varie sette israelite all'epoca; inoltre collegarla anche al Baphomet, che dagli Hashishin arrivò ai Templari.
Tu cosa ne pensi?
Ora, sappiamo bene che Graal, o Greal, ha origini pagane; ma è anche chiaro che come concetto è associabile facilmente a quasi tutte le culture, in un modo o nell'altro (Il Parzifal di Von Eshembach ad esempio abbraccia un'ottica cristiana), come hai fatto notare anche tu.
sappiamo anche che a livello iniziatico un qualsiasi simbolo religioso è riconducibile da tutte le culture ad un unico Significato valido sempre e comunque per il singolo. Cambiano i linguaggi, ma la Via è sempre una sola.
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Vecchio 12-10-2005, 16.47.17   #12
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La testa di Gesù? A livello simbolico universale.... direi quasi archetipo... anzi per pignoleggiare il cranio..
e ad altri livelli le nostre no?
Tutte le tradizioni hanno origini pagane da quello che possiamo vedere oggi... magari prima o poi potremmo affrontare i parallellisimi e gli apparenti opposti con i monoteismi.... in realtà sempre la stessa pappa è...
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Vecchio 15-10-2005, 23.27.16   #13
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Ammappa che Pappa.... eheheheheh

Ray......:
La restaurazione dopo la caduta. Questo fa di Seth nientepopodimeno che Melki-Tsedeq (su questo ci torno).

Assolutamente ( ci mancherebbe ) senza fretta......
Staimao parlando di Melki-Tsedeq il Sacerdote del Mondo al quale Dio ( L'Altissimo ) disse che avrebbe lasciato il posto al suo successore Cristo; Melki - Tsedeq che era il Sacerdote Primo di Abramo.....?
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 24-10-2005, 23.07.57   #14
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Proprio lui Jeze, proprio lui. (Scusate il ritardo... si fa quel che si può... anzi molto meno in realtà, ma lasciamo perdere).

La figura di Melchisedech (Melki-Tsedeq) è protagonista di alcuni dei passi più enigmatici della Bibbia. Riporto solo lo stretto indispensabile:

"E Melchisedech, re di Salem, portò pane e vino: egli era sacerdote d'Iddio l'Altissimo, e lo benedisse dicendo: <<Benedetto sia Abramo dall'Altissimo Iddio, creatore del cielo e della terra e benedetto sia Iddio Altissimo, che ti ha dato nelle mani i tuoi nemici. E Abramo gli dette la decima di tutto.>> " (Genesi 14, 18)

Alcune piccole considerazioni:
è sempre il superiore che benedice l'inferiore. La benedizione è propriamente un conferimento spirituale, un riconoscimento ed un'investitura. Dare le decime è segno di sottomissione e riconoscimento di paternità spirituale.
Quindi possiamo dire che il sacerdozio di Melchisedec è superiore a quello di Abramo, che è l'iniziatore di quello ebraico. Il sacerdozio ebraico è quindi una differenziazione, una filiatura, una particolarità di quello di Melchisedec, assimilabile, a questo punto, a quello originale, rivelato ad Adamo nel Paradiso Terrestre. Melchisech si presenta portando pane e vino: si intravede l'eucarestia a segnalare che il suo sacerdozio è quello che poi verrà ripreso dal Verbo incarnato, il sacerdozio originale appunto.

Altro passo:
"Or, questo Melchisedech, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, - che andò incontro ad Abramo, mentre ritornava dopo aver sconfitto vari re e lo benedì, a cui Abramo dette la decima di ogni cosa, - il cui nome significa prima di tutto <<Re di Giustizia>> e, per di più è Re di Salem, cioè <<Re di Pace>>, senza padre, senza madre, senza antenati, e del quale si ignora il principio e la fine, questo Melchisedech, vera figura del Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre" (Ebrei, 7, 1)

Qui è espressa piuttosto chiaramente la natura "originaria" di Melchisedech e la condizione di "immortalità" sua e del suo sacerdozio. Dico solo che la città di Salem non è identificabile con Gerusalemme (il nome originale era Jebus), come vorrebbero alcuni. E' piuttosto una città simbolica, semmai agganciabile al centro spirituale originale da cui si sono dipartiti gli altri, tipo quello ebraico. Le quattro direzioni dei quattro fiumi del Paradiso Terrestre.
Mi limito ad aggiungere che analoghe figure, sia sacerdotali che cittadine, sono presenti in tutte le grandi tradizioni. Quella che salta più agli occhi è la figura di "Re del Mondo" che dimora in "agarttha".

A voi la palla... o la pappa, come piace a Jeze


PS: prima o poi riusciremo a collegare sta roba e il Graal al "Cuore del Mondo", sia macro che micro, no?
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Vecchio 11-12-2005, 19.45.28   #15
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Riprendo la Pappa....emh....volevo dire la palla......

Da quello che ho potuto capire il tale Sacerdote Melki - Tsedeqe è stato il precedente rispetto al Cristo, ovvero l'Iniziatore ( in ambedue i sensi quindi sia storico, sia spirituale ) di una Corrente ( chiamiamola cosi per convenzione ) che ha interessato la popolazione umana alla quale non tutti avevano accesso....! In questo senso il sacerdozio subirà unch'esso una evoluzione attraverso i riti ed i gesti lasciati dal Cristo; identificando il tutto come un passaggio di testimone, si puo dire che questo riferimento vada assimilato al Cammino evolutivo umano e spirituale ( ? )!

Salem potrebbe ( seguendo il tuo ragionamento Ray ) essere identificata come la famosa parte del Tibet che in molti hanno cercato ma nessuno ha trovato...appunto come la sede del Re del Mondo.
Ma qui suppongo che si intraveda qualcosa di fantascientifico ( oddio lungi da me il dire che non puo rispecchiare la realtà ) e quindi tendo a riportare la questione nelle sue determinate fila, chiedendo come si può interpretare il Pane ed il Vino?
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Predefinito Pane e Vino

sul vino qualcosa era uscito qui, ma all'epoca mi ero fermato, adesso è giunto il momento di continuare.
Il pane è il corpo, il vino il sangue... questo lo sanno tutti anche solo per il catechismo...
Ma che significa? Sono la manfestazione della vita ed il veicolo per trasportarla.. trasportare la forza vitale... questo a livello simbolico ma anche a livello più denso... il corpo è la vita manifestata... cioè visibile e nel manifesto, nel creato, attraverso il sangue si veicola e trasporta la vita nel microcosmo, come nel primo macro che incontriamo (il pianeta Terra) il corpo è il pianeta e il sangue è l'acqua, qui forse è più evidente come l'acqua trasporta la vita... attraverso i fiumi muove terra e informazioni, attraverso la pioggia vivifica terreni che altrimenti sarebbero deserti (riferimento: Satana, deserto, purificazione etc). Tornando al micro tutti conosciamo l'importanza data al sangue in magia e/o nei patti di sangue che sono trasversali a qualsiasi cultura.
Il pane ha nella composizione il germe della vita, nei cereali che lo costituiscono a livello base custodisce il "segreto" della prima trasmutazione nel macro (Terra), da un'alimentazione carnivora si è passati ad una anche vegetale, ma invece che l'utilizzo di ciò che la natura già offre c'è stata la volontà di chi ha introdotto questa di coltivarla, i cereali in natura sono diversi, adesso a noi non interessa sapere come è avvenuta la selezione e chi l'ha fatta, interessa sapere che sottointende la volontà di evolvere il corpo sia micro che macro, attraverso la coltivazione e la relativa abbondanza è cambiata la società umana, si sono iniziati a radunare agglomerati sempre pù grandi di persone e sono diventati sempre più stanziali, con il conseguente rimescolamento genetico e molto altro. Il pane ricorda a chi si interessa di alchimia delle analogie con processi di attenta lavorazione di elementi chimici che poi si conclude in forno... le analogie non finiscono qui ci sono alcune trasformazioni umane durante alcuni Lavori che danno alla pelle umana degli odori che vanno da vari profumi di olio (L'unto del Signore non è solo metaforico) a essenze floreali (tipo violetta) ed anche il nostro Pane cotto appena sfornato... la percezione varia da persona a persona e dipende dal tipo di Lavoro.. scusate sono uscito dal binario... ma meritava introdurre cose che magari svilupperemo in altri thread...
In soldoni il pane è la sostanza e il vino ciò che permette la trasformazione, anche qui ci sono connessioni più sostanziali oltre le metaforiche, come accennato nell'altra discussione, gli alcolici (volatili), non a caso il massimo a 90° si chiama spirito, hanno delle proprietà particolari che faccio fatica a definire... vediamo... direi che è ciò avendo materialità si avvicina al confine di ciò che noi percepiamo materiale.. per la chimica è un dato di fatto... oltre si conoscono solo i gas... ma non sono completamente percepibili quanto gli alcool...
In pratica (parlo dell'alcool sopra gli 80°) se non lo mettiamo in una bottiglia chiusa evapora

Wow ho scritto un papiro e non ho detto niente beh riordino le parole e ci torno... ma nel frattempo sono sicuro che qualcuno prenderà spunto...
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Vecchio 24-02-2006, 17.17.30   #17
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Ma che significa? Sono la manfestazione della vita ed il veicolo per trasportarla.. trasportare la forza vitale... questo a livello simbolico ma anche a livello più denso... il corpo è la vita manifestata... cioè visibile e nel manifesto, nel creato, attraverso il sangue si veicola e trasporta la vita nel microcosmo, come nel primo macro che incontriamo (il pianeta Terra) il corpo è il pianeta e il sangue è l'acqua, qui forse è più evidente come l'acqua trasporta la vita...

Il pane ricorda a chi si interessa di alchimia delle analogie con processi di attenta lavorazione di elementi chimici che poi si conclude in forno... le analogie non finiscono qui ci sono alcune trasformazioni umane durante alcuni Lavori che danno alla pelle umana degli odori che vanno da vari profumi di olio (L'unto del Signore non è solo metaforico) a essenze floreali (tipo violetta) ed anche il nostro Pane cotto appena sfornato... la percezione varia da persona a persona e dipende dal tipo di Lavoro..

In soldoni il pane è la sostanza e il vino ciò che permette la trasformazione, anche qui ci sono connessioni più sostanziali oltre le metaforiche,...
Mi vien da pensare.....
Se il pane ricorda dei processi analoghi con la lavorazione e la trasformazione - dopo la cottura - in pane anche il vino potrebbe essere definito come elemento " trasormato ".
Pensavo da dove derivasse il vino, in un discorso a ritroso, ed effettivamente il " nettare " si ottiene una volta trasormato il mosto, elemento grezzo anche un po acido se non erro.
Ma il mosto? Dall'uva quindi deriva e l'uva nasce sulla Vite ( anche qui mi pare che l'etimologia possa essere d'aiuto ma azzardo ).
La vite come pianta è molto " dura ", resiste alle intemperie ma soprattutto è radicata alla terra ovvero è la terra stessa che le " passa " tutti gli elementi vitali di cui abbisogna.
Tanto è vero che si parla di " qualità del vino " in conseguenza del territorio ove si è operata la raccolta. Questo a grandi linee, lasciando che vaghi nei vari collegamenti, a livello più alto potrebbe significare che la " trasformazione " in vino ( e della sua qualità ) è conseguenza della " qualità " del terreno, in ultima analisi della terra che sottintende alla crescita della vite.
Quale elemento quindi , il vino, per trasportare la vita contiene gli elementi necessari per il collegamento dal micro al macro; elementi ovviamente potenziali che solo una Attenta trasformazione puo attivare. Da questa deriva la trasformazione del Pane ( il Corpo quindi ).
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Vecchio 06-05-2006, 23.26.16   #18
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Predefinito scarabeo

Riprendo un po' il discorso anche senza seguire un filo logico. Senza alcuna pretesa di essere esaustivi e neanche approfonditi, direi che ci si può limitare ad accennare a qualche spunto relativo ai vari specifici simbolismi che si possono incontrare qua e la o che vengono in mente. Poi volendo, si può sempre tornare su alcuni aspetti e vedere di scavare... intanto magari continuare una mappa di lettura dei vari simboli, anche superficiale, può tornare utile.

Ovviamente invito chiunque a fare altrettanto o a porre l'attenzione su quegli aspetti che gli risultano più interessanti.

Dal canto mio volevo soffermarmi sulle valenze simboliche dei vari animali ed in particolare degli insetti. Per adesso qualcosa sullo scarabeo, seguiranno scorpioni, cavallette, ragni e schifezze varie.


Lo scarabeo è collegato a doppia mandata col simbolismo del cuore ed ha una forte valenza solare. In effetti lo si può considerare un simbolo di rinascita e rigenerazione.
Nell'antico Egitto rappresentava la ciclicità del sole che "muore" sprofondando nelle tenebre e "rinasce" ad un nuovo giorno. Una resurrezione determinata da lui stesso, insita nella stessa natura del sole e non provocata da altro intervanto. Quindi la divinità che diviene.
Nel microcosmo il sole è il cuore. La sede della divinità. Sul petto del defunto veniva collocato uno scarabeo in pietra dura o, in certi casi, d'oro, ad impedire che il cuore testimoniasse contro di lui nella psicostasia. Sotto questo aspetto lo scarabeo è anche un tramite, un collegamento tra cuore e sole, quindi tra micro e macro. Lo scarabeo d'oro ha quindi anche un'ovvia valenza alchemica di trasformazione nella propria divinità.
Nella scrittura lo scarabeo corrisponde al verbo "kheper" che vuol dire "venire al mondo in una data forma". Quindi è simbolo di manifestazione, dal potenziale allo specifico, della forma assunta nella nuova vita... la trasformazione. Questo lo collega, come detto prima, alla ciclicità anche nel senso di eterno ritorno. Le valenze comuni alla simbologia della fenice sono notevoli.

In Cina la valenza è identica. "lo scarabeo arrotola la sua palla, dalla palla nasce la vita, frutto del suo sforzo indiviso di concentrazione" (Trattato del Fiore d'Oro). La palla è una raffigurazione del'Uovo del Mondo da cui sprigiona la vita tutta.

Come tutti i simboli esiste anche una valenza "negativa". Nella tradizione Maya le due valenze coesisitono. Gli scarabei sono il fango della terra sia in senso fisico che morale, tuttavia sono destinati comunque a diventare dei. Dal fango, tramite trasmutazione, nasce oro.
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Vecchio 12-06-2006, 13.02.32   #19
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Consideriamo il segno grafico del 6.
Una spirale che parte dal basso e tende a finire verso il basso.
Il triplo 6 rappresenta una tripla spirale involutiva...
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Vecchio 13-06-2006, 14.17.52   #20
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Ma sai che dipende da che parti vedi la cosa?
Se non ci fosse stato il 6 o meglio al sua azione di materializzazione non avremmo potuto fare questa esperienza materiale, saremmo stati un nucleo immobile, perfetto nella sua immobilità, concentrato in un punto al di la dello spazio/tempo ma non avremmo vissuto, non saremmo vivi...
Se non ci fosse il 9 però saremmo rocce
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Vecchio 13-06-2006, 15.25.17   #21
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Già, infatti se il 6 è un estremo e il 9 un altro, fra loro si crea una corrente, una terza forza che potrebbe essere l'8, simbolo di infinito (e infatti sarebbe racchiuso fra 6 e 9 che sono due spirali aperte, senza fine...)

Se abbiamo una condizione di equilibrio quindi fra 6 e 9 con in mezzo l'8, il 6 che rifiuta il complementare resta 6 per tre volte, e rappresenta pertanto una condizione estrema, destinata a sprofondare senza fine...
Il triplo 6 del figlio della perdizione...
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Vecchio 23-08-2006, 17.08.05   #22
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Già, infatti se il 6 è un estremo e il 9 un altro, fra loro si crea una corrente, una terza forza che potrebbe essere l'8, simbolo di infinito (e infatti sarebbe racchiuso fra 6 e 9 che sono due spirali aperte, senza fine...)

Se abbiamo una condizione di equilibrio quindi fra 6 e 9 con in mezzo l'8, il 6 che rifiuta il complementare resta 6 per tre volte, e rappresenta pertanto una condizione estrema, destinata a sprofondare senza fine...
Il triplo 6 del figlio della perdizione...
(senza fare battute sceme) 69 messi insieme (nn fusi nell'8) sembrerebbero la rappresentazione grafica del tao... simpatica coincidenza.

Dici che il 6 che rifiuta il suo complementare resta 6 per 3 volte, nn capisco molto come possa essere. Ogni cosa che si manifesta attraverso la materializzazione del 3volte6 è una solidificazione che ha il suo complementare nel nn manifesto.

Il triplice 6 rappresenta la terra la materia il corpo uomo.. la carne per alcune culture.
Anche nella antica gnosi questo è evidenziato. il racconto gnostico riporta che una Emanazione divina troppo lontana e ripetuta ha generato la terra e gli uomini come materia (motivo per cui i Catari disprezzavano il corpo pur avendone cura) quindi la carne la materia.
questo Demiurgo tende a continuare a creare mantenendo solida la materia con la sua volontà. Autodifende se stesso quindi continuando a manifestare. Questo viene identificato per la gnosi con un nome che potrebbe essere abbastanza forte per cui magari lascio che si intenda, è più divertente..
In questo senso forse si vuole dire involuzione in termini meno simbolici del numero stesso.

Ora, se identifichiamo il corpo in materia e se ammettiamo che per creare basi e fondamenta dobbiamo necessariamente scendere... cadere... nel corpo, nella materia per poter risalire .. stiamo forse dicendo che ci stiamo involvendo conoscendo il corpo?

Mi piace riprendere un tuo riferimeto, ma nn linko la discussione era lunga.. ma dicevi che nn si conosce la luce davvero se nn scende nel buio. Allora la manifestazione della materia nella sua triplice conferma (tre volte penso sia riportabile per semplicità alla trimurti.. mantenimento distruzione e creazione.. per cui equilibrio perfetto) nn è che il buio da conoscere a diversi livelli. Per cui sotto questo punto di vista il famoso 3 volte 6 nn appartiene al demonio e alla sua involuzione ma all'Uomo che vuole conoscere.

Questo secondo me .. magari sono ottimista.
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Vecchio 23-08-2006, 17.49.49   #23
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Io dicevo che se l'uomo è corpo anima e spirito (6 - 8 - 9) un "entità" che rifiuta tale triade e accetta solo la materia (6 - 6 - 6) è diabolica.
Il 6 già di per se è la forza materializzante che agisce nell'Universo. Il triplo 6 invece è un conferire a questa forza l'assoluto potere senza riconoscere gli altri due (8 e 9) un voler cioè dominare da solo senza cooperare con le altre forze. Un atto di superbia.
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Vecchio 23-08-2006, 19.33.33   #24
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Diciamo la stessa cosa. Una auto difesa. Ora mi interessava però togliere il velo della superstizione a questo numero innominabile perchè una volta svelato il significato simbolico resta solo l'intenzione che con o senza numero ha valore di per se.

per cui se io scrivo 777/999/121212 nn è che sto diventando un essere angelico perchè trasmetto a nn so che livello un messaggio, il messaggio è già in me, in quel caso sto decodificando. Se lo ripeto con l'intenzione di farlo allora posso dire pure Topolino... no qui ho esagerato i segni hanno una notevole importanza .. ma anche la parola, ma era per far capire cosa intendevo con una estremizzazione.

...

comunque sui numeri sarebbe da fare tutto un discorso a parte, magari partendo da Pitagora.
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Vecchio 23-08-2006, 20.20.15   #25
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Ora mi interessava però togliere il velo della superstizione a questo numero innominabile
Non mi pare si stesse parlando di superstizione. I simboli lavorano ad un altro livello del pensare dialettico, e per uno che non ha il controllo della sua mente non sa mai dove lo può portare un simbolo.
Il simbolo di per se è innocuo ma siamo noi a dargli valore, e può amplificare quello che abbiamo dentro.
Non sto parlando del triplo 6 ora ma dei simboli in generale...
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