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Vecchio 13-01-2010, 18.32.46   #1
dafne
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Predefinito Relazioni difficili

Mi stavo chiedendo una cosa, quando le relazioni tra persone si sono cristallizzate in determinati schemi, soprattutto se sono negativi, è sempre possibile fare un cambio di direzione o è spesso molto meglio cercare di mettere delle distanze?

Soprattutto nei rapporti stretti tra parenti, tra figli e genitori e viceversa, Quando ancora sia necessario vivere assieme, mi chiedo se sia magari più semplice e intelligente mettere distanza o frequentarsi meno possibile.

Proviamo un esempio, nel mio rapporto madre-figli oramai siamo inguaiati in determinati meccanismi fissi, io che sono grande mi rendo conto che con fatica potrei (uso il condizionale perchè sò che non lo stò facendo) cercare di vedere le reazioni e le attitudini dei miei bimbi con occhi diversi ma per loro? I bambini sono davvero in grado di riportare a capo una relazione cancrenizzata o è molto più facile che la stessa si "sfiammi" se li faccio stare a contatto per più tempo con altre persone, se magari li metto in situazioni (tipo convitto) dove siano staccati anche solo per un periodo da me? (o la cosa gioverebbe solo a me, forse neanche, quindi me la stò raccontando?)

Riportando il discorso nel generale, quando le relazioni con persone molto vicine si impantanano in schemi negativi e bisogna conviverci è più salutare prendere distanza e poi magari riavvicinarsi piano o bisogna comunque sforzarsi di generare un cambiamento all'interno della vita di tutti i gioni'

Spero che si capisca qualcosa
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Vecchio 13-01-2010, 19.48.41   #2
Ray
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I bambini regiscono molto meglio e molto prima ai cambiamenti di andazzo nelle relazioni, soprattutto quelle coi genitori. Come dire che, se il genitore cambia atteggiamento, è per loro più semplice assorbire il cambiamento e leggere diversamente la relazione, anche se non è detto che se ne rendano conto razionalmente, soprattutto in termini come questi.
Più difficile gli adolescenti. Per gli adulti in genere anche, poi ovvio che dipende dalla persona.

Chiaro che lo sforzo di cambiare meccaniche deve partire dall'aduto, il bambino tende a reagire.

Poi non è detto che non sia utile alla crescita dei bambini trovare delle soluzioni che aiutino il distacco, soprattuto dalla madre. Scuola tempo pieno, attività sportive eccetera. Bello sarebbe che tutti facessero l'università in altra città o perlomeno abitando in altra casa, magari con altri studenti. Però non vedo bene soluzioni abitative alternative per dei bambini... cose come collegi e simili.
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Vecchio 14-01-2010, 19.19.29   #3
griselda
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cose come collegi e simili.
Sono d'accordo, lessi un libro di uno psicologo tempo fa perchè aveva un titolo che mi aiutava molto a sentirmi meno in colpa, mi pare che fosse: Le mamme non sbagliano mai. Non è vero ma è vero che vivere con la propria madre è meglio di qualunque convitto o collegio.
Se poi penso a tutti i ragazzi dati in adozione che vogliono a tutti i costi conoscere la propria madre, a meno di gravissimi casi la madre è sempre la persona migliore con cui crescere.
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Vecchio 15-01-2010, 14.20.15   #4
Faltea
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Io sono per i cambiamenti senza separazione.
Ho visto che cambiando io, il mio rapporto con i genitori ha subito un picco impressionante... A livello razionale secondo me non se ne sono nemmeno resi conto ma la mia maturità (era il nodo del problema) l'hanno appresa solo nel momento in cui io gliel'ho fatta capire cambiando il mio modo di comportarmi.
La situazione è diversa da quella che esponi tu Daf in quanto questo mio mutamento è avvenuto da figlia a madre, la madre ha subito/avvertito ma non è stata in alcun modo artefice.
Credo anche nel mutamento all'opposto ma non conoscendo le dinamiche che si sono create non so fino a che punto sia fattibile e che risultati potrebbe portarti/vi.. Più il problema è radicato più è difficile mutare. Il primo passo è generare la volontà del cambiamento, fatto quello si è a cavallo...
Ma fosse facile.......


PS: Convitto, collegio.. non vorrei venisse classificato come un "la mamma ha voluto liberarsi di me"...
Faltea non è connesso  
Vecchio 15-01-2010, 14.34.23   #5
dafne
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PS: Convitto, collegio.. non vorrei venisse classificato come un "la mamma ha voluto liberarsi di me"...
Questo è grossomodo ciò che ha frenato me, perchè ho percepito che io l'avrei vissuto come un abbandono, sono troppo piccoli (emotivamente parlando) per affrontare un distacco che invece a volte continuo a pensare potrebbe essere positivo.

Il convitto oltretutto a differenza del collegio te li manda a casa nel fine settimana ma bon, era un pensiero generato dai miei personalissimi sensi di colpa (grazie Era, quel battersi il mea culpa dell'altro post sui figli è stato geniale )

Credo invece che tra adulti lo stacco sia visibile con occhio più sereno, il taglio del cordone ombelicale con la mia di famiglia, con la parte femminile di essa ha un sapore ancora più urgente..necessita di un distacco per poi poter pensare a un possibile avvicinamento.
Si su questo me la stò raccontando alla grande grazie per avermi raccontato la tua esperienza Faltea
dafne non è connesso  
 


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