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Vecchio 18-01-2010, 19.04.16   #1
dafne
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Predefinito Pregare

Volevo aprire una discussione sul come pregare perchè ricordavo quella sul perchè si prega .. cercando meglio però mi sono imbattuta su altri riferimenti al pregare (tra cui " la possibilità" proprio in questa sezione) e mi sono resa conto di non aver chiarissimo il concetto di pregare.

Se ho assimilato quanto letto correttamente pregare significa chiedere. Uno nella discussione sulle possibilità metteva a fianco la preghiera a magia e volontà definendo il pregare un "chiedere senza voler vedere".

Il famoso atto di fede..

Sono rimasta un pò colpita da questa cosa perchè io associo alla preghiera non solo la richiesta di un qualcosa (che considero un chiedere una Grazia, fare un voto, fare un fioretto ecc) ma consideravo preghiera anche una sorta di stato meditativo (passami il termine capo, sò che non è meditazione, ma non mi viene che di peggio da scrivere sennò ) in cui onestamente cercavo proprio il non chiedere. Quello dunque non è pregare?

Altro punto.
Ci sono, religiosamente parlando, diversi modo di pregare, dalle preghiere canoniche ai canti,al considerare persino il lavoro come preghiera, probabilmente nel senso di lode al Signore.
Si può pregare soli, in gruppo, in comunità, silenziosamente o a gran voce...ecc ecc

Questo che ha a che fare col chiedere?
Sempre in una discussione vecchia la preghiera di lode (o adorazione) veniva vista come una sorta di "pagamento anticipato" per qualcosa in sicuro arrivo.

Devo dire che sono un pò confusa, ammetto anche che ho un'immagine davanti agli occhi che non sò spiegarmi, quella di un nido pieno di uccellini che pigolano verso l'alto aspettando e chiamando l'arrivo della mamma.

Forse che chiediamo sempre? Anche quando non ci rendiamo conto di farlo? Anche quando la preghiera non è riconosciuta verso un qualcosa di preciso?

Il gesto di preghiera era quello di aprire le braccia e rivolgere le palme verso l'alto, per ricevere....spesso invece la preghiera che conosciamo è a palme giunte e a volte dita incrociate, perchè?

E perchè, per finire, quando qualcuno ci ringrazia gli rispondiamo proprio prego?

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Vecchio 18-01-2010, 23.15.05   #2
dafne
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Devo fare una prima correzzione, secondo un libro che stò leggendo lavorare può essere sicuramente un modo per ringraziare Dio ma non sostituisce in alcun modo la preghiera.

Scusate è quel che capita quando si legge pensando di sapere già cosa c'è scritto...

Suggerisce anche una serie di tappe per imparare a non distrarsi e ad avvicinarsi sempre più alla preghiera. E' interessante vedere come ci sia una preparazione piuttosto lunghetta, come a voler sistemare tutti i propri pensieri in modo da potersi accostare alla preghiera in modo quasi fluido, istintivo.

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Vecchio 19-01-2010, 15.22.27   #3
griselda
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Allora spetta che mi preparo scheckero la memoria e vediamo che esce, insomma provo a ragionarci su.
Beh io ho sempre pregato perchè così mi hanno insegnato a pregare prima di dormire, anzi a dire il vero c'era anche la preghiera del mattino, ma la fretta ma l'ha fatta dimenticare sempre.

Oggi alla luce delle poche cose lette di magia devo dire che assomiglia proprio alle aperture di rito per rimanere protetti durante la giornata e di chiusura giornata che si fanno li si usa il segno della croce e altro ma non mi interessa era solo perchè mi è venuto in mente.

Poi ho letto che le preghiere antiche non sono parole a se stesse, ma sono creazioni, cerco di spiegarmi. (non so se ci riesco) Cabalisticamente parlando, non dobbiamo dimenticare da dove deriva la nostra religione Gesù era Ebreo, ogni lettera ha un significato nell'ebraico, e ogni parola ne è un insieme ma tutte e due hanno dei numeri, scusate non mi viene meglio. Bisognerebbe conoscere la ghematria per spiegare meglio non è il mio caso.
Comunque alcune preghiere sono costruite e quindi credo aumentino le nostre vibrazioni, è come alimentarsi con qualcosa di molto buono.
Addirittura se non sbaglio ci sono Salmi che aiutano a ... ma non mi ricordo più a cosa. sic!
E qualcosa credo abbiano a che vedere con gli Archetipi.
Ora si che ho fatto un bel rebelot.

Ma il consiglio migliore credo sia quelle che ci diede Gesù:
Matteo: 6, 5 - 6
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
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Vecchio 19-01-2010, 16.40.33   #4
luke
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Non sono mai stati un grande "pregatore", recitare a memoria le preghiere ovviamente non mi ha mai dato grandi risultati.
Credo che sia indispensabile essere molto presenti in quei momenti, sapere perchè lo si fa, farlo con voglia, ed a quel punto vediamo cosa accade e cosa si avverte.
Ci sono tradizioni che addiritura si concentrano sulla posizione del corpo da tenere durante la preghiera, ad esempio gli esicasti, perchè messi in un certo modo si riuscirebbe ad attivare meglio alcuni canali.

Sul fatto della lingua mi chiedo se pregare in un linguaggio diverso da quello originariamente concepito, non porti quantomeno ad una forte attenuazione degli effetti in termini di "vibrazione".

In ogni caso non credo che pregare bene significhi riuscire ad ottenere determinate cosa dall'alto, spero che almeno faciliti il vedere o sentire un segno, una risposta.
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Vecchio 19-01-2010, 17.10.34   #5
dafne
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Ma è obbligatorio ricevere qualcosa? Di pratico intendo. Io spero di no, perchè sento che se mi basassi su questo non riuscirò mai a pregare davvero.

Quasi tutti i brani che stò leggendo sulla preghiera sottolineano proprio come spessissimo il cristiano si rivolga a Dio solo quando è in crisi, quando gli manca qualcosa, quando arriva a non avere altra strada. Poi se lo dimentica.

La preghiera invece viene tratteggiata come un momento di profonda e intima comunione con Dio, a me ogni tanto piace pensare che questa comunione con Dio passi prima da una comunione con me stessa. Quella porta segreta verso il cuore, verso il proprio spazio sacro di cui ho tanto letto negli anni.

La preghiera "meccanica" il libro che ho letto la definisce non-preghiera. Non serve recitare a memoria o fare perchè si deve fare, serve prepararsi, essere presenti e concentrarsi.

E già arrivare lì per me è come fare bingo!

Hai ragione Gris le preghiere sono state scritte in un certo modo per un certo motivo, soprattutto il padre nostro (che è incredibilmente rilassante, concordi?) e i Salmi possono essere di pentimento, di gioia, di guarigione ecc
Esistono le preghiere del mattino, quelle della mezza ora e quelle della sera e poi preghiere speciali come il rosario oppure la preghiera di adorazione che stà (mi dicono) conquistando molte persone.

Perdonate l'entusiasmo ma è come se avessi appena messo le mani su un libro nuovo mai aperto e me lo stò gustando tutto, copertina compresa

Se può interessare posso riportare i punti (10) che il testo riportava come preparatori alla preghiera.

C'è una parola che continua a farmi compagnia, una parola di cui ignoravo completamente il senso, ed è la parola obbedienza.
Pregare implica obbedienza, ogni tanto la cosa mi disturba ancora ma quando associo l'obbedire al suo significato, cioè mettersi in ascolto, allora cambia tutto.

O quasi.

A me dà fastidissimo che mi dicano quello che devo fare, immaginatevi un pò come ho reagito di fronte ai punti e ai ritmi del pregare..costanza, regolarità, quiete, silenzio.. però confido di migliorare.
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Vecchio 19-01-2010, 17.48.46   #6
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Se può interessare posso riportare i punti (10) che il testo riportava come preparatori alla preghiera.
Certo. Potrebbero esserci spunti interessanti da esplorare.
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Vecchio 19-01-2010, 18.06.42   #7
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Non sono mai stati un grande "pregatore", recitare a memoria le preghiere ovviamente non mi ha mai dato grandi risultati.
Credo che sia indispensabile essere molto presenti in quei momenti, sapere perchè lo si fa, farlo con voglia, ed a quel punto vediamo cosa accade e cosa si avverte.
Ci sono tradizioni che addiritura si concentrano sulla posizione del corpo da tenere durante la preghiera, ad esempio gli esicasti, perchè messi in un certo modo si riuscirebbe ad attivare meglio alcuni canali.
Si mi pareva di aver letto di una miglior circolazione di energia.

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Sul fatto della lingua mi chiedo se pregare in un linguaggio diverso da quello originariamente concepito, non porti quantomeno ad una forte attenuazione degli effetti in termini di "vibrazione".
Me lo sono chiesta anche io e penso proprio di sì.
E mi domandavo al contrario quanto ci giovi ad esempio recitare preghiere o mantra che non sono costruiti su di noi, tipo quelli orientali?

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In ogni caso non credo che pregare bene significhi riuscire ad ottenere determinate cosa dall'alto, spero che almeno faciliti il vedere o sentire un segno, una risposta.
Nemmeno io, ma già lo è l'alzamento vibrazionale secondo me.
Inoltre certi modi di pregare se fatti concentrati credo che possano servire anche a staccare la mente dal suo movimento logorroico.
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Vecchio 19-01-2010, 18.42.09   #8
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Pregare è cercare il contatto con Dio, e prima di tutto vorrei dire che non si dovrebbe pregare solo quando si è tristi e si ha bisogno di qualcosa, ma anche quando si è nella gioia come lode e ringraziamento.
Se ci si abitua ogni giorno di trovare un proprio spazio per offrire a Dio gioie e dolori, verrà più spontaneo pregare.
Da piccola anch'io ho imparato a memoria le principali preghiere, ma quelle che trovo irrinunciabili sono la preghiera che ci ha insegnato Gesù e che è il "Padre nostro" e l'Ave Maria, quest'ultima recitata più e più volte nella coroncina del rosario meditando i misteri connessi, è una preghiera completa e non richiede molto tempo... io lo recito sopratutto in maggio e poi per dire la verità me ne scordo presa da tante altre cose.
La preghiera è utile anche perchè dove c'è preghiera non c'è spazio per altri pensieri che ci avvelenano invece che aiutarci.
Inoltre c'è la preghiera spontanea che si può fare in qualsiasi momento....
Ho l'abitudine di inziare e terminare la giornata facendomi il segno della croce e in questo modo mi sento protetta, e anche quando devo affrontare qualcosa di importante.
Insomma non è tanto importante il "come" quanto la costanza di farlo ogni giorno, poi il come viene da sè, un'altra cosa è non farlo per forza ma perchè ci si sente di farlo...
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Vecchio 20-01-2010, 01.59.41   #9
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Insomma non è tanto importante il "come" quanto la costanza di farlo ogni giorno, poi il come viene da sè, un'altra cosa è non farlo per forza ma perchè ci si sente di farlo...
Secondo il libro che ho letto pregare "quando ci si sente" è una delle scuse che il cristiano usa per non pregare affatto
Certo farlo per forza non aiuta ma anche l'acqua bollita dopo 4 giorni m'è sembrato che fosse una forzatura, ho smesso e adesso non ho più quel ritmo

Ovviamente non hai torto Stella ci ho fatto un pò di ironia sopra per un problemino (ino eh) che è tutto mio e che è quello della costanza...ma bon.

I dieci punti che vi riporto erano nel capitoletto che trattava le difficoltà del pregare e nello specifico, dopo il "non ho tempo" affrontava il "sono sempre distratto"

Per evitare la distrazione suggeriva questi passaggi.

1- Prepararsi prima di pregare con il silenzio interiore ed esteriore

2- cercare un luogo isolato

3-fare il segno della croce, chiedere perdono per i propri peccati, invocare lo Spirito Santo, chiedere a Gesù di venire nel proprio cuore, ringraziare il Padre per il suo amore.

4- esporre al Signore la sofferenza che più ci affligge con serenità, verità e fede, (qui ho fatto un sunto, il succo era evitare la disperazione ma usare toni pacati) Fà un riferimento a Fil 4,6/7

5- pregare per chi soffre

6- ringraziare il Signore per i doni che ti ha fatto

7- intercedere per chi ti ha fatto soffrire

8- leggere un brano della parola di Dio cercando di capirlo e calarlo nella propria realtà quotidiana

9- chiudere gli occhi spesso durante la preghiera per favorire la concentrazione

10-Iniziare a pregare. Dedicare del tempo ad imparare.

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Vecchio 20-01-2010, 14.36.36   #10
dafne
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A una prima lettura il primo punto, specie riguardo al silenzio esteriore mi sembrava abbastanza semplice.
Mi pareva anzi quasi ovvio considerato il secondo punto, ossia trovare un luogo isolato.

Poi a voler ben guardare quel "prepararsi" al silenzio può sottindentere (vabbeh in ermopolese ) che ci si avvicina a un momento di preghiera come ad un rito, preparando quindi sia se stessi che l'ambiente cisrcostante.

Per il silenzio interiore..aiuttt...quello non è proprio afferrabile al primo tentativo ma credo che sia perlomeno mettere i pensieri in sottofondo.

Il terzo punto anche pareva banale, terribilmente futile. Poi ci ho pensato meglio e in effetti dopo aver preparato il luogo e il momento, il segno della croce scandisce una sorta di inizio. Anche magico, Un rituale di apertura.

Poi chiedere scusa per i propri peccati che, oltre ad irritare Nike dovrebbe essere una sorta di messa a fuoco su se stessi.

Invocare lo Spirito Santo. Ecco, egli viene sempre nominato e più volte invocato per la preghiera Su questo concetto sono in esplorazione ma una cosa che mi sembra di aver capito è che la fede cristiana lo legge come una vera e propria terza entità che in qualche modo è tramite per l'umano, è suo Maestro e Consolatore.

Chiedere a Gesù di venire nel proprio cuore (una sorta di comunione no?)

Ringraziare il Padre per il suo amore.

Così, ad occhio, noto che si nomina tutta la Trinità, dallo Spirito, cioè quanto di più vicono (se si può dire) a noi al Padre....
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Vecchio 20-01-2010, 16.49.29   #11
Ray
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Cerchiamo d vederli con calma:

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1- Prepararsi prima di pregare con il silenzio interiore ed esteriore
Qui si parla di concentrazione, che potremmo anche chiamare raccoglimento, ossia l'essere che si raccoglie tutto attorno ad un nucleo. Il raccoglimento ha due valenze... una riguarda il fare qualcosa con tutti se stessi, raccolgo i pezzi di me che solitamente lascio in giro ed evito di fare qualcosa solo parzialmente, l'altra valenza riguarda la forza... se mi concentro, se mi racchiudo tutto in una zona sempre più piccola, aumento la pressione e quindi anche la potenza di ciò che emano.

Il silenzio esteriore aiuta, ma quello interiore è un parametro (che tra l'altro, se ottengo quello interiore, ottengo anche quello esteriore anche se mi trovo in mezzo ad una piazza affollata) che mi dice se sono ben concentrato o meno.

In effetti questo, fatto bene e mantenuto, basterebbe.
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Vecchio 20-01-2010, 21.33.27   #12
centomila
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Per me più importante di pregare è ringraziare. Se ci pensiamo bene ogni giorno ci sono tantissimi motivi per farlo. Quando sono proprio in crisi e l'aridità mi sopraffà ringrazio Dio per non avermi mandato problemi maggiori.

Comunque ci sono interi trattati, cristiani e non solo, sulla preghiera. Il fatto è che, alla fine, ci si perde nella montagna di carta e di opinioni in merito.

A me piace pensare che pregare è mettersi davanti a Dio. E dialogare con Lui.
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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 22-01-2010, 20.08.37   #13
Carlotta
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Devo dire che da poco ho scoperto il significato del pregare, anche se ogni tanto dicevo le preghiere, andavo a messa, mi sentivo una cristiana. Un mese fa sono stata in pellegrinaggio a Medjugorie e l'esperienza provata mi ha toccato profondamente. La Madonna nei suoi messaggi ai veggenti raccomanda la preghiera e il digiuno, dice che con la preghiera anche le guerre si possono evitare.Ho provato a pregare veramente, con il cuore, non meccanicamente come facevo prima e provo una sensazione di purificazione e di gioia. Chiedere perdono dei propri peccati, ringraziare Dio, chiedergli di aiutarci a portare la nostra croce (comunque infinitesima rispetto alla Sua) dona proprio uno stato di beatitudine.
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Vecchio 30-01-2010, 01.15.42   #14
dafne
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Apro una piccola parentesi per una cosa capitata oggi.
Ho trovato lavoro. In questo sono stata molto aiutata dal don e da alcune persone della parrocchia che ho imparato a conoscere.
La cosa che mi ha colpita è che non solo io ho pensato "pregare serve" ( nel senso più ampio che stiamo sviscerando qui) ma anche queste persone hanno trovato conforto, conferma del loro pregare per me, conferma in qualcosa di più grande, in questo lavoro finalmente arrivato.

La sensazione che ho avuto è stata curiosissima. Da questa cosa capitata a me sono partite di riflesso altre sensazioni che hanno colpito altri e hanno dato a loro in modo trasversale delle risposte che non avevano ricevuto direttamente.
Ancora di più, ciò che è arrivato a me è partito da altri, da il dare di alcuni e dal perdere di altri. (Il mio lavoro di domani arriva da un lavoro perso da altri e lasciato da quello che sostituisco)

Un flusso continuo e circolare, diffiicile stabilire l'origine del fatto in sè (aver trovato lavoro) e tentare un giudizio.

Forse questo è il senso della ciclicità delle cose, il famoso battito d'ali di farfalla che scatena un uragano, il senso di essere tutti necessariamente legati.

Bello e angosciante allo stesso tempo se ci si pensa, indirettamente provochiamo più cose mi sà di quanto riusciremmo ad immaginarci.

Anche questo è preghiera penso, lasciar circolare l'energia, condividerla e permettere che si direzioni nel modo migliore per noi e per gli altri.

scusate la parentesi, ma quando la preghiera diventa, come dicono alcuni, vita vissuta è decisamente più meraviglioso ancora.
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Vecchio 30-01-2010, 01.34.13   #15
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Ho trovato lavoro.
OT

Evvaiii !!!!



fine OT
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Vecchio 30-01-2010, 09.21.56   #16
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Devo dire che da poco ho scoperto il significato del pregare, anche se ogni tanto dicevo le preghiere, andavo a messa, mi sentivo una cristiana. Un mese fa sono stata in pellegrinaggio a Medjugorie e l'esperienza provata mi ha toccato profondamente. La Madonna nei suoi messaggi ai veggenti raccomanda la preghiera e il digiuno, dice che con la preghiera anche le guerre si possono evitare.Ho provato a pregare veramente, con il cuore, non meccanicamente come facevo prima e provo una sensazione di purificazione e di gioia. Chiedere perdono dei propri peccati, ringraziare Dio, chiedergli di aiutarci a portare la nostra croce (comunque infinitesima rispetto alla Sua) dona proprio uno stato di beatitudine.
Una metafora spero di non andare ot ma devo fissare questo pensiero :
non so se sapete che esistono delle regate veliche che vengono chiamate a '' bastone '' perche' si svolgono lungo una linea diritta , si arriva ad una boa, si vira e si ritorna al punto di partenza dove c'e' il traguardo .
Nelle regate si parte sempre di bolina cioe' contro vento si dice che si risale il vento e nelle regate a bastone il ritorno e' sempre col vento in poppa si dice ad andatura portante .
Quando si risale il vento l'andatura e' percepita come faticosa , il vento in faccia ti fa sembrare tutto piu' faticoso,il rumore del vento e' forte quasi assordante a lungo andare , fa freddo , la velocita'sembra aumentare ed in effetti aumenta ma non di molto , lo scafo sbanda, si inclina , urta e rompe le onde che ti vengono incontro, le strutture : albero e sartie cioe' i cavi d'acciaio che reggono l'albero vanno in tensione ecc.
L'andatura di poppa , portante , e' tutta un'altra storia : il vento non lo senti piu' anche se e' presente come prima , con la stessa intensita', c'e' silenzio , fa caldo , lo scafo e' stabile , un po' piu' lento ma scivola ad una velocita' discreta ma che non percepisci piu' se non guardando la scia che ti lasci alle spalle , a volte se lo scafo e' particolarmente leggero l'ampia velatura che si usa col vento in poppa ti fa planare cioe' la prua si solleva e plani sull'onda che ti e' a favore ....quasi voli insomma e sei , in questo caso piu' veloce che di bolina .
Bene , questo per dire che ci sono , forse, perche' non ci sono stato , dei luoghi dove e' evidente il giro di boa che l'individuo compie una volta ricomposte in se' se' stesso le divisioni , le proprie frammentazioni .
Forse Medjugorie , Lourdes , dicono la Palestina ed altri luoghi simili sono la manifestazione piu' evidente di questa possibilita' di virare dell' individuo verso un percorso che si profila col vento in poppa con tutti i vantaggi descritti di questa andatura .
Le persone che sono state a Medjugorie mi hanno detto che c'e' un'atmosfera particolare che ti cambia.
Io credo che li' l'uomo percepisca fisicamente negli altri gli effetti del cambiamento , percepisca la possibilita' di una diversa andatura che si puo' tenere nel percorso della vita , un'andatura piu' dolce che ti permette di apprezzare quello che ti sta intorno come avviene andando per mare .
Non so se la preghiera e' l'effetto o la causa di questo cambiamento certo in quei luoghi e' piu' facile pregare ed e' piu' facile capire cosa significhi pregare .
Piu' difficile di quando si e' da soli a casa specie se si e' ancora nel lato di bolina .

Ultima modifica di nikelise : 30-01-2010 alle ore 09.26.13.
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Vecchio 31-01-2010, 00.41.50   #17
dafne
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Scusa Nike ma nella tua metafora la gara che rappresenta?
Il viaggio verso la boa è il percorso che facciamo qudo guardiamo al di fuori di noi stessi mentre il ritorno è quando guardiamo in noi?

Non sono sicura di aver capito, scusa.

Anche perchè associ al giro di boa la ricomposizione di se stessi, io non sono sicura (ma magari ho frainteso che volevi dire) che sia sufficiente quello stato di...chiamiamola grazia che si vive nella preghiera, nella percezione del Divino per raggiungere una completezza.

Certo certi luoghi ti aiutano a connetterti con l'Energia più di altri..è questo che volevi dire? Che connettendosi si cambia la direzione e ci si mette neil favore dei venti?
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Vecchio 31-01-2010, 01.34.31   #18
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Una metafora spero di non andare ot ma devo fissare questo pensiero :
non so se sapete che esistono delle regate veliche che vengono chiamate a '' bastone '' perche' si svolgono lungo una linea diritta , si arriva ad una boa, si vira e si ritorna al punto di partenza dove c'e' il traguardo .
Nelle regate si parte sempre di bolina cioe' contro vento si dice che si risale il vento e nelle regate a bastone il ritorno e' sempre col vento in poppa si dice ad andatura portante .
Quando si risale il vento l'andatura e' percepita come faticosa , il vento in faccia ti fa sembrare tutto piu' faticoso,il rumore del vento e' forte quasi assordante a lungo andare , fa freddo , la velocita'sembra aumentare ed in effetti aumenta ma non di molto , lo scafo sbanda, si inclina , urta e rompe le onde che ti vengono incontro, le strutture : albero e sartie cioe' i cavi d'acciaio che reggono l'albero vanno in tensione ecc.
L'andatura di poppa , portante , e' tutta un'altra storia : il vento non lo senti piu' anche se e' presente come prima , con la stessa intensita', c'e' silenzio , fa caldo , lo scafo e' stabile , un po' piu' lento ma scivola ad una velocita' discreta ma che non percepisci piu' se non guardando la scia che ti lasci alle spalle , a volte se lo scafo e' particolarmente leggero l'ampia velatura che si usa col vento in poppa ti fa planare cioe' la prua si solleva e plani sull'onda che ti e' a favore ....quasi voli insomma e sei , in questo caso piu' veloce che di bolina .
Bene , questo per dire che ci sono , forse, perche' non ci sono stato , dei luoghi dove e' evidente il giro di boa che l'individuo compie una volta ricomposte in se' se' stesso le divisioni , le proprie frammentazioni .
Forse Medjugorie , Lourdes , dicono la Palestina ed altri luoghi simili sono la manifestazione piu' evidente di questa possibilita' di virare dell' individuo verso un percorso che si profila col vento in poppa con tutti i vantaggi descritti di questa andatura .
Le persone che sono state a Medjugorie mi hanno detto che c'e' un'atmosfera particolare che ti cambia.
Io credo che li' l'uomo percepisca fisicamente negli altri gli effetti del cambiamento , percepisca la possibilita' di una diversa andatura che si puo' tenere nel percorso della vita , un'andatura piu' dolce che ti permette di apprezzare quello che ti sta intorno come avviene andando per mare .
Non so se la preghiera e' l'effetto o la causa di questo cambiamento certo in quei luoghi e' piu' facile pregare ed e' piu' facile capire cosa significhi pregare .
Piu' difficile di quando si e' da soli a casa specie se si e' ancora nel lato di bolina .
Io credo sia una cosa abbastanza sicura il fatto di diver percorrere prima il lato di bolina se poi si vuole navigare col ento in poppa, si può vedere come un merito da dimostrare ma anche, a mio avviso, come una parte necessaria per conoscere al meglio la nostra barca, il suo funzionamento, il mare e le correnti ecc, perchè anche col vento in poppa si rischia e quindi è bene sfruttare al meglio anche la prima parte della regata/percorso di crescita individuale.

Non sono mai stato nei posti citati e non dubito che si provino momenti particolari, ma se questi momenti non si inseriscono in un insieme di cose, in un percorso già presente, che ne siamo consapevoli o meno, poi rischiano, a mio parere, di esaurire il loro effetto senza aver prodotto modifiche significative e soprattutto permanenti.

Concordo sulla difficoltà di pregare a casa da soli, in mezzo alle difficoltà e quando non si sa ancora bene come fare a pregare , ed in tal senso iniziavano ad uscire fuori cose interessanti in questo topic, però magari è una situazione utile a farci scendere in profondità dentro noi stessi ed a darci una impostazione, a livello di volontà e intensità della preghiera, che poi si rivelerà essere oltremodo necessaria.
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Vecchio 31-01-2010, 07.55.41   #19
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Scusa Nike ma nella tua metafora la gara che rappresenta?
Il viaggio verso la boa è il percorso che facciamo qudo guardiamo al di fuori di noi stessi mentre il ritorno è quando guardiamo in noi?

Non sono sicura di aver capito, scusa.

Anche perchè associ al giro di boa la ricomposizione di se stessi, io non sono sicura (ma magari ho frainteso che volevi dire) che sia sufficiente quello stato di...chiamiamola grazia che si vive nella preghiera, nella percezione del Divino per raggiungere una completezza.

Certo certi luoghi ti aiutano a connetterti con l'Energia più di altri..è questo che volevi dire? Che connettendosi si cambia la direzione e ci si mette neil favore dei venti?
La regata ti impone un percorso : un'andata ed un ritorno ( quello a bastone e' il piu' semplice , lineare e piu' chiaro per i nostri discorsi ) poi nel corso puoi anche abbandonare e prendere ad andare per mare a tuo piacere ma alla fine c'e' sempre un andare ed un ritornare da dove sei partita .
La metafora dovrebbe spiegarti cosa accade in un viaggio interiore sempre che sia riuscito a rendere l'idea perche' non e' un'esperienza comune a tutti (la regata).
Ho tentato di spiegare quella differenza di andatura e quindi di sensazioni che si avverte dopo il giro di boa senza che sia avvenuto alcun cambiamento nelle condizioni meteo : il vento ed il mare sono tali e quali ma tu vivi in in uno stato del tutto differente a seconda della posizione che occupi rispetto a quelle forze .
Cosi' e' per noi in quel percorso obbligato con un'andata ed un ritorno dalla nascita alla morte dalla divisione all'unita'.
Il salto di qualita' del tuo stato dell'essere lo avverti come in quell'istante dopo aver girato la boa quando tutto si calma e tutto si acquieta pur se intorno a te tutto e' rimasto uguale

Continuando nella metafora e rispondendo a Luke quando sei nel lato di boina e sei rimasto indietro perche' c'e' qualcuno che ha la barca piu' veloce della tua o la sa portare meglio o ha un equipaggio piu' bravo ( cosa sarebbe l'equipaggio nella metafora?)
nella regata tu che ancora risali il vento vedi quelli che hanno gia' svoltato che gia' sono sulla via dl ritorno e vedi la loro andatura cosi' diversa dalla tua : li' a bordo tutto e' calmo e silenzioso mentre tu non solo stai tribolando contro gli elementi ma devi preparare la barca alla virata e cambiare le vele .
Devi metterne di piu' grandi perche' dopo la virata PUOI raccogliere quanto piu' vento possibile, (perche' l'andatura portante non ti fa sbandare )quel vento che prima invece in risalita dovevi con sapienza misurare per decidere quanta vela aprire per sbandare il giusto : non troppo non poco .
Quando vedi una barca troppo sbandata con il bordo in acqua non significa che va piu' veloce .
Anzi puo' capitare che nel bordo di bolina , cioe' in quelle linee spezzate di percorso che devi fare per risalire il vento , tu invada il campo di regata di chi ridiscende con andatura di poppa , in quel caso si applicano le normali regole di precedenza ed e' possibile che chi e' piu' avanti debba dare precedenza a chi va di bolina ed e' piu' indietro .
Ancora ce ne sarebbe nella metafora .
Tornando alla preghiera o a quei luoghi di preghiera , in quei posti , in cui si va per pregare vedi meglio che altrove che stai indietro che si puo' star meglio e li' misuri quanto sei lontano dalla boa .Potrebbe bastare essere in una chiesa invece che in un'altra , davanti ad un panorama ma li' in mezzo ad altri come te credo ci si misuri meglio .

Ultima modifica di nikelise : 31-01-2010 alle ore 08.38.14.
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Vecchio 31-01-2010, 11.44.23   #20
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sono OT di sicuro ma la descrizione del mare, dello sforzo per arrivare al giro di boa, la furia degli elementi mi hanno fatto sentire il desiderio di essere lì su quella piccola imbarcazione in balia delle onde, sotto lo sferzare del vento!
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Vecchio 31-01-2010, 13.47.30   #21
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Tornando alla preghiera o a quei luoghi di preghiera , in quei posti , in cui si va per pregare vedi meglio che altrove che stai indietro che si puo' star meglio e li' misuri quanto sei lontano dalla boa .Potrebbe bastare essere in una chiesa invece che in un'altra , davanti ad un panorama ma li' in mezzo ad altri come te credo ci si misuri meglio .

Ah ecco, adesso ho capiuto il nesso, grazie

Si credo sia così.
Semprechè non ci si "spaventi" guardando che gli altri riescono a fare magari 10 mentre tu sei a 1 (mi pare ricollegabile al discorso che faceva Ray con le freccette per spiegare le aspettative.. ) anche se l'accumulo di "energia" comune (un surplius) dovrebbe aiutarti proprio a superare quel gradino che altrimenti da solo riesce difficile...uhm...interessante.
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Vecchio 31-01-2010, 16.19.22   #22
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Allora stavo riflettendo sulla parola preghiera, bon non so se è già stato trattato, chiedo scusa in caso.
Ma la parola stessa mi faceva pensare a pre-gare ovvero prima della gara ci si ritira, per cercare la concentrazione, in alcuni sport si fa così.
Poi sono andata su etimo e cercare un'altra parola di cui non sapevo il vero significato: ghiera, io pensavo a tutt'altro invece vuol dire freccia-dardo.
Ora con questi nuovi fatti pre vuol dire prima.
Quindi prima di lanciare una freccia, cosa si fa quando si tente l'arco si mira e per farlo ci si concentra.
A questo punto mettere insieme i vari pezzi credo sia più agevole capire cosa possa voler dire pregare.
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Vecchio 31-01-2010, 16.34.01   #23
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Continuando nella metafora e rispondendo a Luke quando sei nel lato di boina e sei rimasto indietro perche' c'e' qualcuno che ha la barca piu' veloce della tua o la sa portare meglio o ha un equipaggio piu' bravo ( cosa sarebbe l'equipaggio nella metafora?)
nella regata tu che ancora risali il vento vedi quelli che hanno gia' svoltato che gia' sono sulla via dl ritorno e vedi la loro andatura cosi' diversa dalla tua : li' a bordo tutto e' calmo e silenzioso mentre tu non solo stai tribolando contro gli elementi ma devi preparare la barca alla virata e cambiare le vele .
Devi metterne di piu' grandi perche' dopo la virata PUOI raccogliere quanto piu' vento possibile, (perche' l'andatura portante non ti fa sbandare )quel vento che prima invece in risalita dovevi con sapienza misurare per decidere quanta vela aprire per sbandare il giusto : non troppo non poco .
Quando vedi una barca troppo sbandata con il bordo in acqua non significa che va piu' veloce .
Anzi puo' capitare che nel bordo di bolina , cioe' in quelle linee spezzate di percorso che devi fare per risalire il vento , tu invada il campo di regata di chi ridiscende con andatura di poppa , in quel caso si applicano le normali regole di precedenza ed e' possibile che chi e' piu' avanti debba dare precedenza a chi va di bolina ed e' piu' indietro .
Ancora ce ne sarebbe nella metafora .
Tornando alla preghiera o a quei luoghi di preghiera , in quei posti , in cui si va per pregare vedi meglio che altrove che stai indietro che si puo' star meglio e li' misuri quanto sei lontano dalla boa .Potrebbe bastare essere in una chiesa invece che in un'altra , davanti ad un panorama ma li' in mezzo ad altri come te credo ci si misuri meglio .

Onestamente fino a poco tempo fa non mi era capitato quasi mai di vedere barche che già avessero girato la boa, anzi mi sembrava di essere simile a Giovanni Soldini, quello delle regate in solitaria...poi per fortuna ho iniziato a vedere altre barche ed è una fortuna che ci sia qualcuno più avanti da prendere come esempio e che da qualche consiglio, anche perchè nei percorsi spirituali credo che, a differenza di quanto accade in altri ambiti della vita, si raccoglie solo in funzione di ciò che si è seminato e di ciò che si merita, e nel merito va ricompreso anche stimolare ed aiutare chi sta facendo lo stesso viaggio come magari hanno fatto altri con noi.

Per i luoghi di preghiera ancora non riesco a viverlial meglio, nel senso che li ho visitati in altri periodi della mia vita senza essere nelle condizioni di avvertire effetti sorprendenti, cosa che, invece, mi è capitato davanti a dei panorami, delle scene cui ho assistito, vedremo in futuro cosa accadrà.
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Vecchio 30-05-2010, 11.03.04   #24
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Ho trovato questo estratto di Cornelio Agrippa che mi ha colpito particolarmente e mi faceva piacere fissarlo qui.

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"Allorché qualcuno con voti e incantesimi invoca il sole o altre stelle, pregandoli affinché siano d'ausilio all'opera desiderata, il sole e le altre stelle non odono le sue parole, ma sono mossi in una certa maniera da una certa congiunzione e da serie reciproche; ragion per la quale le parti del mondo sono reciprocamente subordinata l'una all'altra e hanno un reciproco consenso a cagione della loro unione. Come nel corpo di un uomo un membro si muove percependo il movimento dell'altro, così, quando qualcuno muove una qualsiasi parte del mondo, altre parti si muovono alla percezione del movimento di quella. La conoscenza dunque della dipendenza delle cose l'una dall'altra è il fondamento di tutta la meravigliosa operazione che è di necessità richiesta per l'esercizio del potere di attrarre virtù superiori".
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Vecchio 13-12-2010, 00.56.05   #25
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3-fare il segno della croce, chiedere perdono per i propri peccati, invocare lo Spirito Santo, chiedere a Gesù di venire nel proprio cuore, ringraziare il Padre per il suo amore.

Il primo punto lo ha sviscerato bene Ray, sul secondo direi che non c'è molto da dire, passo così al terzo.

Fare il segno della croce non credo che sia liquidabile in due parole come ho fatto l'anno scorso
E' di sicuro un rito, ci si segna "in nome di" quindi è un'invocazione direi. Del Padre, sulla fronte, del Figlio sul petto, dello Spirito spalla sinistra, Santo spalla destra e con Amen si chiude congiungendo i palmi delle mani sul peto.

Mi ha sempre incuriosito la posizione, è una croce e il Padre stà sulla fronte, il Figlio sul cuore (non proprio ma quasi) e lo Spirito Santo si distribuisce sulle due braccia
Per gli ortodossi, curiosamente, s'inverte il senso delle spalle toccando prima la spalla destra. A quanto leggo è diversa anche la posizione della mano, per i cattolici con le cinque dita distese (a indicare le cinque piaghe di Cristo), per gli ortodossi con mignolo e anulare piegati sul palmo (le tre dita distese indicherebbero la trinità). I protestanti addirittura non riconoscerebbero il segno come biblico e lo hanno abolito.

In effetti il segno della croce pare sia stato introdotto verso il X secolo nella liturgia mentre se ho capito bene esisteva al di fuori di essa già dal V secolo.
Qui ho trovato una notizia piuttosto interessante, anche se da approfondire, esisteva (ed esiste) quello che viene definito il "piccolo segno della croce", e cioè fare una piccola croce con il dito pollice o l'indice con la mano destra sulla fronte. L'usanza è antichissima,pare che venne ispirata da un passo del profeta Ezechiele "Il Signore gli disse: passa in mezzo alla città in mezzo a Gerusalemme e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono".
La lettera tau è l'ultima dell'alfabeto ebraico e rappresenta (come l'Omega greca) Dio nella sua perfezione. Sino all'epoca di Cristo questa lettera era tracciata proprio come una croce.

Oggi questa piccola croce compare nelle benedizioni, nelle Prime Comunioni o Cresime e quando viene letto il Vangelo, dove il credente ne fà tre, sulla fronte, sulle labbra e sul cuore.

Mi fermo un attimo per riflettere e vedere se qualcuno ha qualcosa da aggiungere.
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