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Vecchio 17-10-2007, 15.48.52   #51
Uno
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Per quanto riguarda il frequentare due scuole contemporaneamente anche questo mi pare strano perchè ci si unisce tra i fratelli tramite i riti, le frequentazioni i pensieri gli intenti e quindi si crea una "corrente" tra le parti che accomuna tutti. Mischiare con altri ma a mio parere è come annacquare il vino.
In un certo senso non hai torto... non ci sono impedimenti formali, ma nella sostanza io non frequenterei due scuole contemporaneamente, in sequenza si, se trovo una seconda (o terza etc) migliore e/o che mi da altro, però dovrei prima essere in grado di comprendere completamente ed interamente la prima (o seconda etc).
E' un pò il discorso dei libri e dei Maestri passati, ce ne sono alcuni migliori ed altri peggiori, non c'è nulla di male nell'esprimere quello che si vede dal proprio punto di vista, quello che trovo sbagliato (e che qualifica chi lo fa) è parlare con cufficienza di tal libro o tale Maestro se non si è sicuri al 100% (e neanche in quel caso, perchè si deve avere comunque rispetto) di quello che dice o fa. Far nomi non ha senso, ma può far capire come esempio, Il tanto discusso Osho (che poi in un certo senso ha preso l'eredità di Gurdeijeff), prima di giudicarlo bisogna pensare che è stato capace di raccogliere migliaia (milioni?) di persone... e chi ne parla con sufficienza spesso non è in grado di comunicare con una persona alla volta. Era un imbroglione? Chi se ne frega, nel nome della "sua" filosofia molti si sono messi in moto, alcuni si sono messi in moto prendendosi in giro? Fa parte della legge dei grandi numeri... capita con chi segue direttamente il Cristo (o che meglio dice di farlo) figuriamoci con altri.

Tornando alla solita domanda di Jez, perchè gira gira sempre quella mi fa
Vuoi una risposta precisa e inconfondibile? No non è bene seguire nello stesso momento due scuole, è un modo come un altro per non seguire nessuna delle due. E' come aver moglie e amante, non si ama nessuna delle due, si ama l'idea di innamorarsi, in questo caso si gode nel saper di far collezione di scuole, ma se nessuna delle due mi fa muovere, se io non la "seguo" per imparare a muovermi a che serve?
Vediamo se stavolta è chiara la risposta

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Vecchio 23-10-2007, 14.23.47   #52
il segno
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Caro Uno penso che tu abbia perfettamente ragione.
Personalmente mi sono avvicinata alla materia della tua osservazione per amore e poi me ne sono allontanata, e ora mi sono riavvicinata per dolore. Comunque come vedi e come posso testimoniare dalla mia esperienza sono solo le cause esterne che ci avvicinano a certi argomenti, ma poi si ha la volontà di continuare il sentiero? Io posso dirti che sto provando con tutte le mie forze a farlo.
Ciao ed a presto
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Vecchio 23-10-2007, 16.00.46   #53
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Ho spostato il messaggio di "il segno" che era inserito come commento


La forza di continuare, poi, deve prescindere dalle cause esterne cara Il Segno, altrimenti non si continua ma si sposta ciò che si fa nella vita comune abbigliandola di ricerca Spirituale (parlo in generale, non mi riferisco a te, però ad esser sincero, finchè cerchi solo per il dolore.... )

Non sono solo le cause esterne però... o meglio queste portano ad una determinata maturazione ma non sono loro le fautrici del mettersi in movimento realmente

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Vecchio 25-10-2007, 14.51.38   #54
il segno
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Predefinito Attraverso il dolore

Caro Uno,
posso dirti che sono perfettamente d'accordo con te circa quello che dici sulla strada che poi deve essere fatta tua. Però credo che il dolore sia un ottimo carburane per la propria crescita interiore. Non è forse vero che in certi stati d'animo siamo molto più introspettivi e ci osserivamo di più di altri momenti nei quali siamo completamente proiettati fuori di noi? Trasformare l'emozione negativa in pensiero positivo, non è forse "strategia" della trasmutazione alchemica?
Grazie per la tua risposta e a presto.
il segno
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Vecchio 25-10-2007, 16.35.54   #55
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Certo che è vero il Segno (non ti offenderai mica se ti sego il nick vero? )
L'emozione veicola, quindi la sofferenza, ma pure la gioia, sono buone fonti di carburante per iniziare, per mettere in moto l'apparato. Poi se se non vai oltre rischi di essere un'automobile che cammina a benzina e si pulisce con la benzina, che ha una stufetta per il riscaldamento a benzina.... cioè che consuma più benzina per tutte le cose accessorie che per camminare.
Il che come dicevo sopra non è una macchina ferma, ma neanche che fa chissà che viaggioni, ma va bene eh... piuttosto che parcheggiata, se insisto è solo perchè vedo spesso che ci si abitua alla passeggiatina e si pensa che è tutto li.

Se vuoi rimanere su ciò che spinge ad inizare forse possono interessarti questi due thread
http://www.ermopoli.it/portale/showthread.php?t=1415
http://www.ermopoli.it/portale/showthread.php?t=2389

non sono ancora chiusi/finiti (come tutti i discorsi qui), ma hanno già tirato fuori qualcosa

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Vecchio 27-10-2007, 18.42.19   #56
jezebelius
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Tornando alla solita domanda di Jez, perchè gira gira sempre quella mi fa
Vuoi una risposta precisa e inconfondibile? No non è bene seguire nello stesso momento due scuole, è un modo come un altro per non seguire nessuna delle due. E' come aver moglie e amante, non si ama nessuna delle due, si ama l'idea di innamorarsi, in questo caso si gode nel saper di far collezione di scuole, ma se nessuna delle due mi fa muovere, se io non la "seguo" per imparare a muovermi a che serve?
Vediamo se stavolta è chiara la risposta

E' chiara. Grazie

Insomma cercando di fare un riassunto di quanto detto, ogni Scuola o Ordine fa parte dell'Albero della Conoscenza o di Questo, può dirsi, ne è il Prolungamento. Come in un ramo di Albero scorre la medesima linfa di questo, cosi in una Scuola o Ordine scorre la Medesima dell'Albero della Conoscenza.
Mi rendo conto che sono stato un po ostico nei post precedenti ma semplicemente perchè un argomento come questo mi pare delicato ed a volte nel voler rendere una cosa di " semplice" digeribilità, mi accade di fare il contrario.
Vabbè...vado avanti.
Una domanda, tra le solite che mi vengono in mente sperando, anche se talvolta nella confusione, possono/potrebbero dare indicazioni per le risposte " sommarie" che si cercano, ha intenzione di richiamare il concetto di Percorso ma dal punto di vista della riconoscibilità della Scuola alla quale l'allievo è adatto.
Insomma in base a cosa l'allievo sceglie la Scuola ( o è la Scuola che sceglie lui e se si in base a cosa? )

Ancora...Molti di coloro che fanno parte di Ordini o Scuole, nel mondo materiale-profano, ancorchè occulte, sono convinti che "solo" queste, "visibili" per certi versi ossia collegate, attraverso un sistema di Filiazione, alla Tradizione, detengono quella " Linfa" del Ramo dell'Albero.
Ora, cercando un collegamento a questo forse forzato, nel leggere in giro di Salomone, tale Re Ebraico di cui si legge nella Bibbia, non riconobbe Mosè e le sue Leggi, il che lo fece muovere nel senso della costruzione del Tempio a Yahvè.
E' possibile che chi " Segue" una Scuola, se non si trova ad un Livello Superiore tale da Comprendere ciò che gli sta sotto, non riconosca altri ( allievi o Maestri) di altre ossia in essi/esse una "parte" della Tradizione o forse mi sbaglio?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 20-11-2007, 21.37.17   #57
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Insomma in base a cosa l'allievo sceglie la Scuola ( o è la Scuola che sceglie lui e se si in base a cosa?
Questa domanda interessa anche a me.
Aggiungo anche, come si fa a trovare e riconoscere una scuola?

Grazie

Ultima modifica di Simon : 20-11-2007 alle ore 21.38.00. Motivo: ho aggiunto il grazie
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Vecchio 20-11-2007, 23.57.43   #58
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come si fa a trovare e riconoscere una scuola?
Beh, questa credo sia una classica domanda da un milione, penso anche che qualsiasi Ricercatore serio se la sia posta prima o poi. Non credo di poter dare una risposta esauriente, tuttavia forse ragionandoci un po' su da qualche parte arriviamo.

Trovare e riconoscere sono certamente due cose collegate, infatti trovare senza riconoscere equivale a non trovare. D'altra parte per riconoscere si deve prima trovare o, diciamo, imbattersi.

Per certi versi non credo che la cosa si discosti molto dalle scuole di altro genere, dove si impara questo o quello. E' necessario l'incontro di due forze: la scuola che in qualche modo si fa vedere e l'allievo che la cerca.
Certo per le scuole "esoteriche" forse non ci sarà l'insegna sulla porta, ma potrebbe anche esserci. Le scuole di un certo tipo sono state sempre un po' nascoste, ma non nascoste del tutto, altrimenti sarebbero introvabili e quindi inaccessibili, cioè non sarebbero scuole. Anticamente ci si arrivava col passaparola o si sapeva che c'erano e si doveva un po' cercarle... girano molte dicerie anche sul fatto che è la scuola che ti cerca se sei "adatto", ma io credo che la scuola sia li, che emani quel che ha da emanare (anche se magari molto diversamente da quel che siamo oggi abituati dalle scuole "normali") e che quindi ci si possa imbattere in esse, se ci sono.
Una Scuola ha bisogno di allievi tanto quanto una scuola... anche se non è la quantità che in questo caso conta.

A questo punto c'è il problema dell'allievo, ovvero quello di riconoscere che di una Scuola si tratta e magari capire la qualità di essa.
Qui credo si posano avere solo prove indiziarie, dato che da allievi non si sa, se si sapesse non servirebbe una scuola, e quindi si può sapere con certezza solo dopo aver frequentato.
In linea di massima però tutte le scuole vengono giudicate dalla loro fama ed essa deriva da due cose: la qualità degli insegnanti e quella degli allievi... due cose che sono strettamente correlate.

Purtroppo al giorno d'oggi per le scuole normali questa qualità è spesso presunta e si rischia che ciò si estenda anche alle Scuole. Questo però non toglie il principio... la Scuola è tanto migliore quanto migliori sono i risultati che è in grado di produrre. Quindi io guarderei gli allievi e il maestro.

Se di Scuola si tratta in teoria esistono altri parametri. Per esempio una Scuola deve avere un collegamento "vivo" con una Tradizione, ma questo collegamento spesso non si vede e anche se si vede spesso non si è in grado di riconoscerlo dall'esterno.

Altra cosa. Una Scuola completa dovrebbe essere in grado di offrire un percorso completo, cioè fino all'Iniziazione. Questo implica la presenza di un Maestro vero, ovvero di un Iniziato. Ma anche qui, come riconoscerlo? E' impossibile per i non Iniziati. Se ne può avere degli indizi, si può "sentire", ma certezze non si possono avere. Questo perchè ognuno può vedere solo immediatamente sopra se stesso (e immediatamente sotto) quindi l'unica certezza che si può avere è che il maestro sia più "avanti" (scappatemi il termine) di noi, ma non si può sapere quanto. Certo è che se uno è più avanti può certamente insegnarmi qualcosa.

A questo punto si potrebbe parlare degli indizi... beh, ce ne sono molti che si possono cercare, anche se nessuno di essi da garanzie complete. Uno piuttosto solido è il seguente: un Maestro mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Però per accertarsi di questo non basta un'occhiata... inoltre si deve essere almeno un minimo non così ostinati (come dire che se non voglio vedere nessuna prova mi basterà) e ci si deve un minimo relazionare. Insomma serva aver già fatto un pezzettino di strada, per quanto piccolo... d'altra parte senza quel pezzettino, difficilmente si cerca una scuola. Può ovviamente capitare che ci si imbatta in una scuola senza cercarla... beh allora è quasi certo che non la si riconoscerà per quel che è realmente, ma questo è un altro discorso.

Bon, come ho detto, non pretendo certo di aver esaurito un argomento forse ineasauribile, anzi spero che questo apra la discussione e che ne parliamo ancora... può far bene a molti a mio avviso.
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Vecchio 12-12-2007, 18.19.05   #59
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Interessanti questi dati che proponi.
Cerco di fare un riepilogo della cosa associando poi a questo alcune domande che mi sovvengono.
Abbiamo detto ( hai detto nel senso di merito ) che " trovare e riconoscere " sono due aspetti della stessa medaglia. Le ragioni che possono essere prese in considerzione per la Ricerca di una tale Scuola, sono da riportare nelle dinamiche di ognuno.
Insomma si tratta dell'incontro di due forze: L'allievo che Cerca, se c'è Vera Ricerca, e la Scuola che, in un certo qual modo, emana quel che ha da emanare.
Si potrebbe dire che chi " risuona " con quella vibrazione - rappresentata dalla Scuola in quanto questa è in maniera evidente, la detentrice della Tradizione quindi oggettivata in questa; sta li da un certo punto di vista - quello sarà attratto da una corrente o da altra in base a detta vibrazione. Entrambe però presenteranno l'incognita del risultato da raggiungere. L'unica cosa che si ha a disposizione, per dirla in altri termini, è la storia di quella Scuola e quindi inevitabilmente gli allievi che di questa o quell'altra corrente hanno fatto parte.
In base a quello ci si farà, più o meno, una idea.
Ma qua, probabilmente, siamo nel razionale e forse è da ricercare altro che ci possa accompagnare nella Ricerca e dunque nel Riconoscere una Scuola.
A questo punto, proprio perchè non abbiamo gli strumenti adatti al fine di riconoscere una Scuola nè tantomeno possiamo analizzare un risultato che una Corrente si prefigge, poichè altrimenti, come dici bene, non avremmo bisogno a questo punto di una Scuola, l'altra cosa che dovrebbe essere presa in considerazione è l'elemento fideistico. Vale a dire che non appena c'è qualcosa che " risuona " con quella vibrazione, bisognerebbe comunque dare qualcosa ( e cosa se non se stessi ) al Maestro che abbiamo riconosciuto come tale. Sempre continuando si potrebbe dire che quel Maestro è il depositario della Tradizione, quindi espressione di questa o di quella Corrente della Tradizione.
Ma anche qua non sappiamo se una Tradizione, viva, c'è e di che tipo di tradizione.
Poichè hai toccato molti punti ed io non sono altrettanto sintentico nell'affrontare un argomento, per il momento mi fermo qua, cercando di analizzare ed anche se ci riesco estrapolare da quel che hai lasciato, ciò che forse potrebbe servire come ulteriore dato di partenza.
Stiamo parlando di Scuole e di Vie, di Iniziati e non Iniziati - che per quel che riguarda questo ultimo punto specifico sicuramente possiamo riprendere qua o anche altrove, parlando di Iniziazione - per cui la domanda è la seguente.
Posto che la Via Esiste nella sua essenza e questo si può definire come un dato oggettivo, abbiamo visto che, proprio perchè ci possono essere varie diramazioni o correnti o Ordini, tale Via cambia, modifica, le sue apparizioni ( passatemi il termine ) in conseguenza anche dei cambiamenti culturali, storici e sociali. Insomma si plasma, mediante le varie forme, nel tempo. Ecco, possiamo prendere un punto dal quale in poi c'è stato o si è verificato un taglio netto con le forme precedenti a quel punto?
Mettendo sta domanda in termini più chiari, se ad esempio prendiamo un punto non tanto lontano nella nostra linea temporale, mettiamo la venuta di Cristo duemila anni fa, di li in poi, poichè il Maestro ha Fatto quel che ha Fatto, si può dire che il percorrere una Via ora richiede l'abbandono di una data forma, ove per esempio esisteva prima della venuta di Cristo il sacrificio di animali o anche il culto egiziano e dunque i relativi Misteri oppure un qualche altra forma?
Chi adopera quelle forme per il Collegamento e di Linguaggio/Trasmissione con la Tradizione se vogliamo che era adoprata precedentemente all'episodio di duemila anni fa, sarà, come dire, penalizzato dal vecchio modo di Comunicare ovvero percorrere la Via in quanto obsoleto? Rispetto alla nuova Corrente che con la venuta di Cristo, forse è stata instaurata il Cambiamento ha interessato, forse, non solo il "livello" formale, di Comunicazione o di Linguaggio, ma anche il livello Sostanziale ?
Come dire quel " Io Sono la Via ", porta con se un abbandono del Vecchio ed un accogliemento del Nuovo? Ma questo punto, probabilmente tornando a quel che hai detto sul Trovare e Riconoscere, come si fa a " Riconoscere " il Nuovo che da quel punto in poi arriva?
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Vecchio 12-12-2007, 18.45.50   #60
Astral
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Quando uno percorre veramente una Via, un sentiero spirituale, si chiede poco se è di destra o di sinistra, il problema è percorrerlo.

Io credo che non c'è un unica via o due vie per percorrere un sentiero spirituale.

Tuttavia oggi ci sono 272.000 vie, e molte di queste sono percorsi che girano su stessi senza arrivare da nessuna parte.

L'ideale sarebbe conoscere e approfondire ogni sentiero spirituale, e poi passare eventualmente oltre, piuttosto che magari fare un po' qui e un po' li ( cosi abbiamo un ampia panoramica, ma non stiamo percorrendo nulla).

Nella mia esperienza, io ho voluto approfondire il sentiero con cui sono battezzato, l'ho seguito fino in fondo, ho cambiato sentiero, ma posso dire che la ricchezza del precedente percorso me la porto ancora dietro ( a volte non solo quella ma questo è un altro discorso).

Ho letto le differenze tra via della mano destra e via della mano sinistra, sinceramente mi so perso.

Forse per come sono fatto io, una tabella, con degli elenchi puntati che spiega le differenze a confronto tra le due, mi aiuterebbe a comprendere meglio.

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Vecchio 12-12-2007, 18.51.10   #61
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L'ideale sarebbe conoscere e approfondire ogni sentiero spirituale, e poi passare eventualmente oltre, piuttosto che magari fare un po' qui e un po' li ( cosi abbiamo un ampia panoramica, ma non stiamo percorrendo nulla).
Se ne approfondisci uno... non passi oltre, nel senso che non cerchi altri, li comprendi, li capisci al volo, ma non ne inizi un'altro.
Per il bignami, forse è al di la delle mia capacità
Dai sono due paginette... poi saranno pure scritte da cani, ma se vuoi ce la fai.

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Vecchio 12-12-2007, 18.57.17   #62
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personalmente la penso come Uno.
se ne approfondisci UNO gli altri li comprendi davvero al volo e non li cerchi perchè quello che hai li "racchiude" tutti in un certo senso.
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Vecchio 12-12-2007, 21.25.23   #63
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in parole povere leggendo l'articolo di Uno ( altro che 2 pagine erano 4 ) La mano destra è diciamo più rigida, significa digiuni, duri allenamenti spirituali, privazione, ascetismo, più disciplina.

La mano sinistra invece è più eccesso, più sfogo delle valvole, fino ad arrivare al punto di non ritorno.

Quindi dice che la maggior parte della gente non segue ne una nell'altra.

Quindi se io mangio equilibrato, ho una sessualità sana, non passo ore a pregare, ma non trascorro neanche gli esercizi spirituali, non mi ammazzo di esercizi per il corpo, ma non dimoro nella pigrizia, sto sbagliando perchè non percorro nessuna via?

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Vecchio 13-12-2007, 00.42.29   #64
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In questo modo segui una Via destra ligth.

Forse non ho espresso bene il concetto, anche se ho il "sospetto" che ti sia sfuggito nell'estrema sintesi (perchè ho cercato di riassumere con 4 paginette quelli che sono tra i principi dell'esoterismo sui cui ci si possono scrivere libri e libri interi).

Sebbene l'intensità con cui ci si immerge su una delle due vie è importante ad un certo livello, non è il parametro principale, potresti anche flagellarti (non che sia necessario, è un esempio) e poi mollare sempre due secondi prima ed eccedere in qualcosa che ti fa ritornare da capo a cominciare. Immagina un secchio che devi riempire con un mestolo, non importa più di tanto (certo influirà sul tempo e quando al posto di un secchio ti trovi un serbatoio di 1000 litri il discorso cambia) quanto grande è il mestolo che usi, quanto il fatto che se arrivi quasi alla fine e gli dai un calcio devi ricominciare.... moltissimi a metà (anche prima una buona fettazza) secchio lo svuotano.
Alcune cose non occorre farle realmente, quanto volendo, poterle fare (già immagino cosa scatenerò con questa affermazione, pazienza, tanto chi se la racconterà comunque avrebbe trovato altre scuse), averle già nella propria struttura psico-fisica.
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Vecchio 13-12-2007, 03.23.11   #65
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Sebbene l'intensità con cui ci si immerge su una delle due vie è importante ad un certo livello, non è il parametro principale, potresti anche flagellarti (non che sia necessario, è un esempio) e poi mollare sempre due secondi prima ed eccedere in qualcosa che ti fa ritornare da capo a cominciare. Immagina un secchio che devi riempire con un mestolo, non importa più di tanto (certo influirà sul tempo e quando al posto di un secchio ti trovi un serbatoio di 1000 litri il discorso cambia) quanto grande è il mestolo che usi, quanto il fatto che se arrivi quasi alla fine e gli dai un calcio devi ricominciare.... moltissimi a metà (anche prima una buona fettazza) secchio lo svuotano.

cOM'è vera questa cosa che hai scritto Uno...

Alcune cose non occorre farle realmente, quanto volendo, poterle fare (già immagino cosa scatenerò con questa affermazione, pazienza, tanto chi se la racconterà comunque avrebbe trovato altre scuse), averle già nella propria struttura psico-fisica.
Potresti approfondire questa parte per favore
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Vecchio 13-12-2007, 15.04.16   #66
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Potresti approfondire questa parte per favore
Provo a cambiare esempio

Prendiamo il mangiare, mettiamo che la via della mano destra sia stare in linea.
Se parti da una situazione sfavorevole, tipo sei sovrapeso , devi metterti a dieta, come sai potresti fare una cosa drastica e fare velocemente, oppure con calma curando l'alimentazione giorno per giorno. Se dovessi perdere 60 kg forse sotto controllo di chi sa (il dietologo in questo caso) sarebbe meglio andarci pesanti, se devi perdere solo 5 kg con calmetta evitando le stupidaggini alimentari ce la fai, per questo dicevo che la portata delle pratiche è un parametro secondario ma dipende dal lavoro che c'è da fare.
In entrambi i casi se quando hai fatto un bel tragitto vai ad una serie di pranzi e ti abbuffi devi ricominciare da capo... in ogni caso sarebbe meglio togliersi un oliva al giorno (esempio) ma con tanta costanza da arrivare al risultato.
Quello che vedo in giro (ma pure con le semplici diete) è che molti iniziano ma quando arrivano ad avere qualche piccolo risultato si fermano e tornano indietro... e via via... (anche nel senso che cambiano Via )

Te capì?
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Vecchio 13-12-2007, 15.11.08   #67
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Ho capito forse quello che intende Uno: diciamo che molto spesso nella vita spirituale ci si accontenta dei bruscolini, e poi spesso si ricomincia da capo.

In effetti non ha tutti i torti e vi faccio un esempio pratico: ogni giorno scrivo un diario (diviso in settori) e alla fine dell'anno controllo sempre gli obbiettivi e i propositi. Vi dirò che ci sono stati alcuni anni che confrontando i diari, sembra sempre di stare su un disco che gira su se stesso.

C'è il periodo che va tutto male, tutto storto, vogliamo cambiare, partiamo con entusiasmo, otteniamo qualche risultato, poi magari è il momento di insistere, ci ributtiamo giu, perdiamo quello che abbiamo ottenuto, e si ricomincia da capo.

Diciamo che riempiamo il serbatoio ( neanche a metà delle volte) e poi lo risvuotiamo.

Ve ne cito una ( qui faccio un mea culpa) l'anno scorso dello stesso periodo frequentavo questo forum, poi ho lasciato perdere perchè dovevo riflettere, e adesso ho ripreso.

A volte sembra che stiamo a giocare al gioco dell'oca.
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Vecchio 13-12-2007, 18.13.24   #68
cassandra
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Non mi azzardo a dire si,ho capito...ma spero di si...
Quello che sento su di me ad esempio è che per un periodo vado dritta,come se tutto fosse abbastanza armonico,poi ad un tratto accade qualcosa...(una reazione,un eccesso di presunzione,qualcosa che mi infastidisce...insomma quello che è e puff...sono di nuovo lì, al punto di partenza ),questo a prescindere da quale via,in quanto credo di mischiarle e di averle spesso mischiate inconsapevolmente ed involontariamente.
Quello che avrei voluto capire è se ad uno manca la potenzialità di fare,perchè non c'è nella sua struttura psico-fisica che fa?come accorgersi se e cosa c'è in questa benedetta struttura?...le persone se ne rendono conto da sole o è necessario che qualcuno "più su" te lo dica?Insomma come faccio a sapere se sono in grado di riempire il secchio?Mi pareva di aver capito che non tutti hanno la possibilità di farlo,anche se c'è chi si racconta di esserne capace...
Scusa Uno se so de coccio ed insisto,ma sta cosa è importante per me almeno.
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Vecchio 14-12-2007, 00.10.35   #69
Ray
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Non mi azzardo a dire si,ho capito...ma spero di si...
Quello che sento su di me ad esempio è che per un periodo vado dritta,come se tutto fosse abbastanza armonico,poi ad un tratto accade qualcosa...(una reazione,un eccesso di presunzione,qualcosa che mi infastidisce...insomma quello che è e puff...sono di nuovo lì, al punto di partenza ),questo a prescindere da quale via,in quanto credo di mischiarle e di averle spesso mischiate inconsapevolmente ed involontariamente.
Quello che avrei voluto capire è se ad uno manca la potenzialità di fare,perchè non c'è nella sua struttura psico-fisica che fa?come accorgersi se e cosa c'è in questa benedetta struttura?...le persone se ne rendono conto da sole o è necessario che qualcuno "più su" te lo dica?Insomma come faccio a sapere se sono in grado di riempire il secchio?Mi pareva di aver capito che non tutti hanno la possibilità di farlo,anche se c'è chi si racconta di esserne capace...
Scusa Uno se so de coccio ed insisto,ma sta cosa è importante per me almeno.
Se riesci a riempire il secchio parzialmente allora hai anche la possibilità di riempirlo tutto... non è sulla possibilità di arrivare o meno che verte la questione.

Il fatto è che in qualche modo sappiamo che il secchio pieno vuol dire qualcosa, è una tappa finita, si deve/dovrà passare ad altro. E' un momento dove, se vogliamo, in qualche modo si fanno i conti... da un altro punto di vista c'entra il discorso successo/insuccesso. Di solito abbiamo paura più del primo che del secondo... e in questo caso, dove i termini del discorso sono "io" "persona" "morte"... insomma qualcosa che riguarda la totalità di quel che riteniamo il nostro essere, la paura è estrema.

Se vuoto il secchio anche solo una mestolata prima di finire ecco che il problema non si pone, devo ricominciare ma so che cosa mi aspetta, non c'è l'ignoto... torno a fare quel che stavo facenvo prima e posso raccontarmi che sto sempre Lavorando, anche se a ben vedere non mi muovo.

Come dire che ce la si può raccontare anche col Lavoro...

Ci sarebbe anche un'altra questione, che rende questa cosa un paradosso, ma hai ragione ad insistere su questi punti... è necessario capirli bene e non accontentarsi di credere di averli capiti e dire sisi passiamo avanti.
Ray non è connesso  
Vecchio 14-12-2007, 14.01.54   #70
cassandra
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Quindi si resta fermi raccontandosi di Lavorare...come ci si può illudere di aver riempito un pò di secchio,quando non si è neanche incominciato a farlo...bello spunto Ray,grazie.

P.S.poi torno per l'altra questione.
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Vecchio 14-12-2007, 19.14.56   #71
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
.......................
Il fatto è che in qualche modo sappiamo che il secchio pieno vuol dire qualcosa, è una tappa finita, si deve/dovrà passare ad altro. E' un momento dove, se vogliamo, in qualche modo si fanno i conti... da un altro punto di vista c'entra il discorso successo/insuccesso. Di solito abbiamo paura più del primo che del secondo... e in questo caso, dove i termini del discorso sono "io" "persona" "morte"... insomma qualcosa che riguarda la totalità di quel che riteniamo il nostro essere, la paura è estrema.

Se vuoto il secchio anche solo una mestolata prima di finire ecco che il problema non si pone, devo ricominciare ma so che cosa mi aspetta, non c'è l'ignoto... torno a fare quel che stavo facenvo prima e posso raccontarmi che sto sempre Lavorando, anche se a ben vedere non mi muovo.

Come dire che ce la si può raccontare anche col Lavoro...
Più si è attaccati all'idea che abbiamo di noi (io -- persona e quindi paura della morte, dell'ignoto) e più sarà probabile arrivati ad un certo punto , che si svuoti il secchio perchè non si è in grado di rinunciare alla persona?..

Il ricominciare daccapo o anche solo il vuotare di una mestolata, significa dover poi ripassare per qualcosa che si è già visto, qualcosa di conosciuto e che quindi fa muovere in "sicurezza"... e ci si riaddormenta pensando di essere svegli..
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Vecchio 14-12-2007, 23.25.16   #72
Kael
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Si ha paura di perdere quello che si ha (che si crede di avere..)
Stiamo parlando di una Via Spirituale, che sia destra o sinistra, entrambe tendono allo stesso obiettivo: un accrescimento dell'Essere.
Consciamente alcuni, e anche inconsciamente altri, sanno che alla fine di questa Via non ci saranno più ozi, non ci saranno più pennichelle e sogni belli, non ci saranno più desideri egoistici e soddisfazioni personali. Non ci saranno più "ma si, lo faccio domani" o "adesso non ho voglia"...
Il volere diventa Dovere. La Via ci avrà condotti ad una Responsabilità superiore, dove la personalità si sottomette all'Io (è sottomessa) e diventa un'umile serva.

E' normale avere paura. Trovo assurdo arrabbiarsi con se stessi, se non si è pronti non potrebbe essere altrimenti, e ancora una volta faremo come Penelope con la sua tela... la disferemo per poi rifarla di nuovo. A tal proposito aveva ragione Castaneda, bisogna prepararsi per un cammino spirituale come se si stesse per andare in guerra... non è un gioco, si rischia solo di perdere tempo.
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Vecchio 15-12-2007, 09.58.01   #73
Astral
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Forse perchè è l'idea che ci siamo fatti di un cammino spirituale, ovvero quella di sacrificio e rinuncie, mentre se effettivamente l'avessimo percorso gradualmente, tutte queste paure non le avremmo se poi ci si fosse focalizzato anche sugli aspetti "positivi" che una metà comporta.

Niente desideri egoisti, niente soddisfazioni personali, già questo è sufficiente per svuotare il secchio, e lasciarlo vuoto. Forse è più costruttivo dire: niente bisogno di desideri egoistici, passaggio dal piacere alla Gioia.

Non mi stupisce infatti che oggi giorno va molto l'ateismo, sopratutto se si ha l'idea di rinuncia totale alla vita.
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Vecchio 15-12-2007, 11.10.31   #74
Uno
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Consciamente alcuni, e anche inconsciamente altri, sanno che alla fine di questa Via non ci saranno più ozi, non ci saranno più pennichelle e sogni belli, non ci saranno più desideri egoistici e soddisfazioni personali. Non ci saranno più "ma si, lo faccio domani" o "adesso non ho voglia"...
Il volere diventa Dovere. La Via ci avrà condotti ad una Responsabilità superiore, dove la personalità si sottomette all'Io (è sottomessa) e diventa un'umile serva.
Il realtà il dovere diventa Volere, appena trovo 5 minuti e l'ispirazione scrivo qualcosa sul Volere, farlo adesso con due righe non ha senso.
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Vecchio 10-01-2008, 18.34.51   #75
dafne
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Volevo chiedere una cosa, ho trovato un articolo sulle vie della mano destra e sinistra e associavano quelle della mano sinistra alla magia e all'alchimia, quindi più protese al fare e alla mano destra, in buona sostanza, i percorsi religiosi. Mi chiedevo se è plausibile grazie
dafne non è connesso  
 


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