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Vecchio 08-10-2008, 10.11.36   #51
Sole
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Se è così, le variabili in gioco sono parecchie il momento in cui si scende dalla pedana è quello che mi permette il cambio di schema (poi magari la prossima volta imparo che le mele rosse vanno bene a cena e passo ancora su un altro tapis), bisogna vedere quanto sono disposta a cambiare di me e di quegli schemi a cui sono attaccata.. rinunciare a qualcosa insomma..
Passando da uno schema all'altra sono convinta anche io che si debba rinunciare a qualcosa, quanto meno allo schema precedente e in più lo sforzo di rimanere fermi nella scelta.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 08-10-2008, 23.58.46   #52
Kael
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Se ci pensate ogni volta che dobbiamo cambiare schema di pensiero c'è bisogno di un momento di "vuoto". In realtà virgoletto vuoto, perchè in quel folle bisognerebbe dare un'accelerata per poterci sincronizzare con una marcia più veloce.
E' per questo che, praticamente sempre, quando si passa per un cambiamento reale, se ci si guarda "indietro" non si sa bene come è avvenuto, cosa si è fatto?
Quel momento di "vuoto", quella folle, lascia un "buco" a livello razionale che non sappiamo colmare?

Io almeno, nei reali cambiamenti, l'ho sempre precepito...
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Vecchio 09-10-2008, 10.39.17   #53
turaz
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eh si (quantomeno all'inizio) a meno che non si impari a osservare sempre meglio anche il lato diciamo "irrazionale" di se rendendolo dialogante con l'altro.
penso che così facendo quel "buco" piano piano si colmi
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Vecchio 09-10-2008, 18.28.20   #54
RedWitch
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E' per questo che, praticamente sempre, quando si passa per un cambiamento reale, se ci si guarda "indietro" non si sa bene come è avvenuto, cosa si è fatto?
Quel momento di "vuoto", quella folle, lascia un "buco" a livello razionale che non sappiamo colmare?

Io almeno, nei reali cambiamenti, l'ho sempre precepito...
L'ho sempre percepito anche io, nonostante mi sia sforzata di capire non riesco razionalmente a mettere insieme ne' il momento, ne' il modo in cui certi cambiamenti siano avvenuti. Credevo avesse a che fare con il discorso che avevamo visto tempo fa sulla sostituzione della foto, potrebbe essere allora che nel momento di sospensione si risalga sul vecchio tapis perche' non si riesce ad essere abbastanza veloci ad acchiappare quello nuovo? Se ci voltiamo indietro, per nostalgia o per chissa' che altro, continueremo a non fare il salto e a non rendere effettivo il cambiamento anche se in potenza potrebbe esserci?

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eh si (quantomeno all'inizio) a meno che non si impari a osservare sempre meglio anche il lato diciamo "irrazionale" di se rendendolo dialogante con l'altro.
penso che così facendo quel "buco" piano piano si colmi
Cosa intendi con osservare il lato irrazionale? se e' irrazionale come posso osservarlo (se non riesco a dargli una forma non capisco come potrebbe essere possibile)?
Non capisco nemmeno cosa intendi con il "piano piano il buco si colmi", se in quel momento si e' in folle, dici che si puo' comunque essere presenti e ricordarsi? Mi sembra molto contradditoria la cosa ..
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Vecchio 09-10-2008, 19.22.50   #55
Ray
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Se ribalto la questione mi sorge una domanda.

Siccome ho l'impressione che spesso accada che si accelera e si cerca di cambiare schema mentale (in parte anche lo si cambia) e si è convinti di aver cambiato marcia ma in realtà si sta solo mandando fuori giri la prima, mi chiedevo se il momento di "folle" è sempre percepito. Se si siamo a cavallo... quando non c'è staimo tirando la prima fuori giri (e occhio...), se invece può anche non esser percepito mi piacerebbe sapere come fare a stabilire il cambio di marcia/tapis... ma temo che si possa solo dopo un certo tempo. Cosa pericolosa se non si è realmente cambiato marcia/tappetino...
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Vecchio 09-10-2008, 20.05.38   #56
griselda
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Se ribalto la questione mi sorge una domanda.

Siccome ho l'impressione che spesso accada che si accelera e si cerca di cambiare schema mentale (in parte anche lo si cambia) e si è convinti di aver cambiato marcia ma in realtà si sta solo mandando fuori giri la prima, mi chiedevo se il momento di "folle" è sempre percepito. Se si siamo a cavallo... quando non c'è staimo tirando la prima fuori giri (e occhio...), se invece può anche non esser percepito mi piacerebbe sapere come fare a stabilire il cambio di marcia/tapis... ma temo che si possa solo dopo un certo tempo. Cosa pericolosa se non si è realmente cambiato marcia/tappetino...
A me pare che si cambi marcia tappetino tapirulà quando tutti noi stessi siamo saliti sull'altro altrimenti ci strappiamo dentro, e poi di conseguenza anche fuori e il motore sale di giri inutilmente lo si sforza inutilmente.
I cambiamenti non me ne sono mai accorta e nemmeno li vedo, me lo dicono gil altri non so sarà il sonno ma non ho idea.
Poi credo ci siano una marea di tapirulà e più veloci e più lenti meno difficoltosi da cui salire e scendere a volte lo si fa con tanta facilità che manco ce ne si accorge, ma avviene sempre quacosa di cui si prende coscienza pienamente, almeno secondo me è questo che fa cambiare la marcia, a me pare che passando per la folle è come un distacco dal passato la prima ed è normale inserire la marcia sucessiva se non si rimarrebbe fermi, certo se ingrani la terza si imballa il motore quindi credo che tutto debba essere proporzionato e fatto con coscienza. Cosa facile a farsi con la 500 un po' meno con il resto, anche se forse come si impara ad andare in macchina così si può imparare a cambiare le marce di qualunque tipo siano.
Per me la folle si percepisce solo se ci si osserva altrimenti non la si individua che con uno stato di sofferenza poi dipende dal grado di discesa, se fatta di fretta, ponderata, oppure mentre non ce l'aspettavamo.
A me pare anche di intravedere il cercare di stare in piedi su entrambi i tapirulà il cuore su uno e la mente sull'altro, quando ancora non si è pronti ne per uno ne per l'altro come una sorta stapparsi interiore che è comprensibile immaginando la scena e questo mi da l'idea di non aver sgasato abbastanza o nel modo giusto.
Un po' come quando facciamo una cosa di cui non siamo convinti pienamente ed essa per questo motivo ci andrà male, come quando fai un salto e avendo paura di cadere di non farcela cadi e ti fai male, come se una parte di me non fosse sicura del risultato.
Ho sconfusionato eh?
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Vecchio 29-03-2012, 18.55.53   #57
dafne
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Lo sgasare mentre si cambia marcia potrebbe essere sinteticamente la metafora di uno dei due salti tra le ottave.
......
Se la mente gira ad una certa velocità e il secondo schema di pensiero è troppo veloce per lei non potrà mai afferrarlo, cozzeranno, gratteranno, faranno scintille. Potrebbe anche sembrare di aver fatto il passo, magari la mente che continua a girare in prima si illude di aver cambiato marcia, magari va su di giri ma è talmente abituata che non sente neanche più il rumore.
L'unica soluzione è appunto portare la mente in folle e poi accelerare (la sgasata) per adeguare la velocità in modo da poter agganciare la seconda modalità.
Proverò poi a fare esempi più pratici.
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Sui cambi di una volta meno... non so come dire... meno massicci, precisi e.. ci siamo capiti insomma, una buca esagerata, una contraccolpo forte poteva sganciare la marcia. Oggi no, credo sia molto difficile, e il parallelo ancora una volta rende molto la nostra condizione reale.
Oggi sempre più ci stiamo corazzando con abitudini collettive-sociali...
In ogni caso è sempre possibile mettersi volontariamente in folle.... oppure almeno cercare di sfruttare colpi enormi.
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Mettiamo che ci sia una palestra con una serie di tapirulà (o tapis roulant) insomma quelle pedane con il rullo in cui si cammina o corre stando fermi.

Ocio che l'immagine del tapirulà rende bene, in realtà stiamo fermi e la mente cammina

Bene queste macchine hanno la possibilità di variare la velocità stando sopra, ma questo trasportato nell'immagine è una cosa che non siamo in grado comunemente di fare, quindi immaginiamo che nella fila di pedane ognuna di esse ha una velocità diversa.

Siamo sulla prima pedana che facciamo la nostra passeggiata, alla nostra destra dopo un piccolo spazio c'è un'altra pedana che gira più veloce, alla nostra sinistra arrivano dei ragazzi che giocando perdono l'equilibrio (attenzione anche a questo "perdono l'equilibrio") e ci spingono.
Di colpo ci troviamo nello spazio tra le due pedane, quella dove eravamo più lenta e quella a destra più veloce. In quel momento siamo in folle, quel momento può durare più o meno, ma comunque siamo destinati a rimontare su una pedana, pena la non sanità mentale prima e poi la non esistenza.
Abbiamo due possibilità ovviamente, ritornare sulla pedana di prima o salire sulla nuova.
In entrambi i casi dobbiamo saltando muoverci insieme e nel verso della pedana, ma mentre nel primo caso ricordiamo ancora come ci stavamo muovendo (soprattutto la velocità) nel secondo caso dobbiamo accelerare... e questo va fatto ancora prima di toccare la pedana, possiamo dire un istante prima.... Avete presente quando cerchiamo il tempo per salire su una scala mobile?
Se non lo facciamo cadiamo etc...
Se siamo tra due pedane già abbastanza veloci a volte risulta perfino difficile tornare su quella di prima (ecco i pericoli raccontati da certe Vie) perchè una volta scesi non riusciamo a risincronizzarci neanche con quella.

Passare da uno schema mentale all'altro si può intendere sia come cambiare totalmente schema di vita che come cambiare una serie di abitudini, si?
Quello che mi ha colpita adesso è lo stacco, la folle della cinquecento (proprio stò aggettivo...) e la caduta tra i due tapis, o la discesa nel caso non intervenga un fattore di shock esterno.

Stare in folle ci permetterebbe di sganciarci dal precedente ritmo e caricarci per immetterci nel secondo.
La mente macina una serie di abitudini e reazioni una conseguente all'altra che scandiscono i movimenti della nostra giornata/vita, staccarci dalle abitudini non basta bisogna raccogliersi quel tanto che basta per aumentare la velocità..mmmm...aumentare proporzionalmente alla seconda velocità che nei tapis rende con un iniziale corsa non proprio regolare..se si barcolla si perde aderenza e si cade.

Aumentare i giri rimanendo sullo stesso tapis mi inquieta parecchio, credevo non fosse possibile.

Quel momento in folle comunque mi richiama alla mente la discussioone sulla ringhiera, sia sul non dare nulla per scontato che sul momento di abbandono in cui si diventa vulnerabili, ma non sò come collegarli per bene.
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