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Vecchio 11-09-2009, 10.29.22   #1
griselda
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Beh il titolo è strano come me del resto.
Volevo domandare una cosa a chi mi sa dare una risposta che io non riesco proprio a vedere.

Quando mi succede qualcosa di brutto...arrivo che tocco il fondo...piango, mi dispero, mi autodistruggo...poi è come se avessi dato tutto quello che avevo e il mio desiderio cambia in: basta voglio fare altro. Voglio tornare alla normalità. Anche quando la normalità non è possibile farla tornare nel senso che il big ben ha cambiato l'orgine delle cose, però io voglio che tutto si quieti e riprenda un andare calmo e lento e sopratutto benevolo.
Ora mi domando se per il Lavoro è un raccontarsela, oppure dovrei rimanere a soffrire sino a quando (?) non ho risolto, ma mentre sto scrivendo mi sto dicendo: ma risolto cosa se aspetto quello faccio tempo a morire ed invece io non voglio morire voglio vivere a mio modo magari, anche in poco spazio ma voglio vivere.
Mi domando se è reprimere, se è scappare dal dolore oppure è desiderio di continuare a vivere anche con il poco spazio che può rimanere per farlo.
Perchè è facile ripensare al passato e crogiolarsi nel fango e ritirarsi a piangere ma non credo sia la cosa giusta. Ok può capitare che ci scappi un ricordo al passato e la lacrima scenda specie ad una come me che odia profondamente le ingiustizie, sarà un archetipo, quello che poi mi fa mettere nei guai, ma è diverso dal stare a consumarsi dalla mattina alla sera. O no?
Mi sarò spiegata? Mah!
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Vecchio 11-09-2009, 15.55.39   #2
nikelise
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Beh il titolo è strano come me del resto.
Volevo domandare una cosa a chi mi sa dare una risposta che io non riesco proprio a vedere.

Quando mi succede qualcosa di brutto...arrivo che tocco il fondo...piango, mi dispero, mi autodistruggo...poi è come se avessi dato tutto quello che avevo e il mio desiderio cambia in: basta voglio fare altro. Voglio tornare alla normalità. Anche quando la normalità non è possibile farla tornare nel senso che il big ben ha cambiato l'orgine delle cose, però io voglio che tutto si quieti e riprenda un andare calmo e lento e sopratutto benevolo.
Ora mi domando se per il Lavoro è un raccontarsela, oppure dovrei rimanere a soffrire sino a quando (?) non ho risolto, ma mentre sto scrivendo mi sto dicendo: ma risolto cosa se aspetto quello faccio tempo a morire ed invece io non voglio morire voglio vivere a mio modo magari, anche in poco spazio ma voglio vivere.
Mi domando se è reprimere, se è scappare dal dolore oppure è desiderio di continuare a vivere anche con il poco spazio che può rimanere per farlo.
Perchè è facile ripensare al passato e crogiolarsi nel fango e ritirarsi a piangere ma non credo sia la cosa giusta. Ok può capitare che ci scappi un ricordo al passato e la lacrima scenda specie ad una come me che odia profondamente le ingiustizie, sarà un archetipo, quello che poi mi fa mettere nei guai, ma è diverso dal stare a consumarsi dalla mattina alla sera. O no?
Mi sarò spiegata? Mah!
Gris ... sono ''cose'' mentali .......se puoi e mi pare che puoi ,scappa dal dolore velocissimamente .
E' gia' una fortuna che tu lo riesca a fare .
Scappa e fregatene di tutto pensa solo a te e a starne fuori il piu' possibile.
Non ti ricordi di Gurdy che diceva che ci innamoriamo della nostra sofferenza proprio per non uscirne e rigirarci nella melma?
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Vecchio 11-09-2009, 16.48.12   #3
griselda
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Gris ... sono ''cose'' mentali .......se puoi e mi pare che puoi ,scappa dal dolore velocissimamente .
E' gia' una fortuna che tu lo riesca a fare .
Scappa e fregatene di tutto pensa solo a te e a starne fuori il piu' possibile.
Non ti ricordi di Gurdy che diceva che ci innamoriamo della nostra sofferenza proprio per non uscirne e rigirarci nella melma?
Grazie Nike perchè forse il mio inconscio si ricorda anche tutto il libro anzi tutti e due ma io no, se non fosse per il forum, a me i libri di Gurdijeff mi rimangono un po' indigesti dovrei leggerli e rileggerli ma ho un senso di nausea perchè non li ho ancora digeriti.
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Vecchio 11-09-2009, 20.13.49   #4
RedWitch
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Gris ... sono ''cose'' mentali .......se puoi e mi pare che puoi ,scappa dal dolore velocissimamente .
E' gia' una fortuna che tu lo riesca a fare .
Scappa e fregatene di tutto pensa solo a te e a starne fuori il piu' possibile.
Non ti ricordi di Gurdy che diceva che ci innamoriamo della nostra sofferenza proprio per non uscirne e rigirarci nella melma?
Non sono d'accordo Nike, forse è solo una questione di termini ma scappare dal dolore per me significa rifuggerlo, e reprimerlo. Invece io credo che il dolore vada vissuto (come tutto) per poter essere metabolizzato, altrimenti lo mettiamo in un angolino e poi toccherà (se ci va bene) ricapitolarlo.
Se poi ci si crogiola è un altro discorso, ma quando si è dentro la tempesta per me bisogna nuotare nella stessa direzione del vento, non nell'opposta.. Nel caso di Gris, se la tempesta si è calmata, credo sia giusto che inizi a nuotare dove vuole (e non a cullarsi nel ricordo della tempesta), ma scappare dal dolore no...
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Vecchio 11-09-2009, 22.34.38   #5
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Gris, ma tu cosa senti? So che è quello che non sai e di fatti ce lo stai chiedendo a noi... invece io lo richiedo a te, magari un pò ti darà fastidio, però sono certa che dentro di te sai cosa puoi e vuoi fare. Il dolore è trasformazione. Sei stanca certo, hai consumato tutto:

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Può esistere anche la via di mezzo, non solo stare malissimo e stare bene, ma si può ricominciare stando ancora male e lentamente risalire, ricapitolare, rinascere, rifiorire e magari ricadere, risoffrire.. insomma vivere giorno dopo giorno e non solo consumarsi fino all'osso e poi ricomincare, dove non si ricomincia mai davvero.

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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 12-09-2009, 00.21.54   #6
Ray
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però io voglio che tutto si quieti e riprenda un andare calmo e lento e sopratutto benevolo.
Dentro o fuori?
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Vecchio 12-09-2009, 06.43.27   #7
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Non sono d'accordo Nike, forse è solo una questione di termini ma scappare dal dolore per me significa rifuggerlo, e reprimerlo. Invece io credo che il dolore vada vissuto (come tutto) per poter essere metabolizzato, altrimenti lo mettiamo in un angolino e poi toccherà (se ci va bene) ricapitolarlo.
Se poi ci si crogiola è un altro discorso, ma quando si è dentro la tempesta per me bisogna nuotare nella stessa direzione del vento, non nell'opposta.. Nel caso di Gris, se la tempesta si è calmata, credo sia giusto che inizi a nuotare dove vuole (e non a cullarsi nel ricordo della tempesta), ma scappare dal dolore no...
Per scappare intendevo con termine forte che non ammette tentennamenti , di non indugiare nel dolore .
In effetti puo' apparire contraddittorio con quanto si disse altrove che la sofferenza e' una via per conoscere.
Ma questo non vuol dire che il dolore non debba esere superato da una conoscenza che si acquista per gradi , che non e' immediata ma procede per intuizioni ed esperienze personali attimo dopo attimo , inizialmente con un tuffo in avanti .
Il pericolo e' allora di affezionarsi piu' che al dolore alla sua causa per nostalgia di quello che e' stato mentre quello che bisogna fare e' appunto un tuffo in avanti ( da qui il termine ''scappare dal dolore ) alla ricerca di nuovi significati che poi e' il ricapitolare ma che verra' dopo .
Allora quando Gris si domanda che fare se rimanere a sentire tutto il dolore o andare oltre io le dico vai oltre che non e' un reprimere , peraltro impossibile ma un invito ad esplorare nuove sensazioni ed il loro significato.
Questo stato di esplorazione del nuovo gia' implica movimento e superamento del dolore ed e' una fortuna averlo e non va in alcun modo arrestato.
C'e' veramente il rischio di fermarsi alle cause del dolore ,di affezionarsi al passato e sarebbe la cosa peggiore.
Questo volevo dire sinteticamente .
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Vecchio 12-09-2009, 09.18.18   #8
griselda
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Rispondo un po' a tutti quelli che mi hanno fatto una domanda e che ringrazio perchè altrimenti non tirerei fuori niente.

Cosa sento?
A me non piace proprio vivere nella discordia, non mi piace fare la voce grossa, non mi piace fare l'arrabbiata, insomma per questi motivi finisce che lascio sempre perdere e capita pure di venire sopraffatta da chi ne sa aproffittare.

Io vorrei tornare alla mia tranquillità amo la tranquillità e poi una vocina mi dice anche che non è vero totalmente, perchè mi piace anche la vivacità in altri ambiti...e quindi penso che il problema risiede anche nei miei mille e settecento io () un che tira di qua e uno che tira di là ed io nel mezzo che vorrei starli a guardare senza provare niente. Invece il più delle volte mi coinvolgono e rimango spiazzata, beh lo so che pare un discorso astruso, ma comando meno che zero.
Ci sono momenti come ieri che facevo ginnastica con lo sguardo perso in un campo bagnato da una fitta pioggerella in cui si intravedevano il colori dell'arcobaleno, la pioggia con il sole rapprensetava bene il mio stato d'animo del momento, poi la mente si è fissata sul corpo e la visione si perdeva nello spazio e nel tempo, in quel momento ero in pace, stavo bene e avrei voluto rimanere li per sempre. In quel momento il mondo non esisteva più pur essendo dove è sempre stato e sempre sarà. Ma io anche se ero nel mondo non gli appartenevo più, non lo so spiegare ma stavo bene, eppure ero sempre io, quella che sta male quella che soffre, che ha paura...eppure li, quella, non c'era più.
Vorrei vivere solo per quei momenti, sempre troppo brevi, però, ma ad altri non credo più.
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Vecchio 12-09-2009, 12.00.34   #9
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Ho notato che hai scritto come non ti piace essere, essere arrabbiata, essere nella discordia e fare la voce grossa.

Ma cosa senti dentro non lo ha scritto, scusami se lo scrivo, non è un volerti incalzare ma ho notato che non lo hai scritto.

Se può essere di aiuto ti suggerisco di scrivere le emozioni che ti scorrono dentro e poi una alla volta dargli un nome e un'origine.

Ad esempio, quando vieni sopra sopraffatta da "chi ne sa aproffittare" di questo tuo modo di essere che emozione senti dentro?

Quando scrivi che vorresti una tua tranquillità, sei consapevole che nello stato attuale non è possibile (infatti una vocina ti ricorda che non è possibile).
Mi ha colpito molto quando scrivi "... ed io nel mezzo che vorrei starli a guardare senza provare niente."

Hai paura, stai male, soffri... da qui serve partire. Scappare non aiuta, restare è troppo doloroso, stare a guardare non riesci, e quindi che fare?
Non è facile, ma l'unica strada è vive il dolore, metabolizzarlo. Poco alla volta osservare l'emozione e dargli un nome, osservare come si è sviluppato nel tempo.

Scusa ancora Gris se mi sono permesso, non conosco ricette facili e non sono esperto di vita. Però questo è il mio consiglio, fanne quello che vuoi.
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Vecchio 12-09-2009, 14.21.46   #10
griselda
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Vi ringrazio per la attenzione che ponete nei miei riguardi ma sinceramente non mi da fastidio che mi facciate domande e mi sto domandando se sono anormale io visto che voi invece ve ne preoccupate. Perchè sono io che cerco di parlarne anche se faccio poi fatica a tirare fuori le emozioni come dici tu nel post sopra.
Emozioni dici, sono stata attraversata e sconvolta da un uragano di emozioni. Odio perchè mi sono sentita sfruttata usata e poi abbandonata. Gelosia perchè li bene a cui tengo se ne può andare altrove.
Paura, terrore con attacchi di panico per la paura dell'abbandono.
Terrore di non avere più nessuno su cui contare e questo l'avevo già detto.
Rabbia per l'impotenza di non poter far niente o dire niente che potesse modificare il presente.
E posso assicurare che quando si provano questo insieme di sentimenti negativi si può arrivare a fare di tutto, perchè il tutto si trasforma in una sofferenza addirittura fisica e sommato a tutto il resto è come il peggiore degli esplosivi, direi come una mina vagante.
Ma quello che voglio nonostante tutto non è la distruzione io tendo ancora per la ricostruzione, ma non so se sono folle oppure non lo so.
In fine voglio dire che sono tanto stanca, fisicamente e psicologicamente tanto che oggi anche parlare per me era faticoso. Ma lasciarmi andare al dolore e crogiolarmici dentro non mi fa bene, per cui cerco momenti miei in cui non possa entrare niente ad offuscare quel momento di quiete. Pochi momenti ma buoni. Questo mi ha portato anche a capire cosa voglia dire fare una cosa per se stessi, pur piccola che possa essere, anche fare un letto per il piacere di farlo e godere di quella piccola gioia, che magari sino al mese prima sentivo come un dovere noioso.
Cosa sarà domani non lo so, cosa decideremo non lo so, cosa deciderò non lo so, cosa deciderà, non lo so, so solo che non voglio addosso la disperazione perchè è un brutto affare.
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Vecchio 12-09-2009, 14.31.56   #11
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Mi sono dimenticata di dire una cosa, sapete che ho provato vergogna al pensiero di dire alla gente che mio marito vuole lasciarmi?
Questa cosa poi è assurda tanto assurda che mi fa arrabbiare, oltre al danno la beffa.
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Vecchio 12-09-2009, 15.02.12   #12
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Ho riprovato a leggere e rileggere per sentire se rilevavo qualcosa, un fastidio e mi par di essermi accorta che faccio come con la medicina amara la mando giù chiudendo il naso perchè so che è per il mio bene.
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Vecchio 14-09-2009, 09.57.33   #13
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l'unica cosa che mi aiuta nei momenti davvero neri è l'essere presente a me stessa e guardare da vicino quel sentimento che mi fa stare male, solo così piano piano si scioglie e riesco a trovare un barlume di serenità, l'essere impegnata ad osservare da vicino l'emozione che sento forse mi distoglie dal dolore... non so... però funziona
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Vecchio 14-09-2009, 12.53.52   #14
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Voglio tornare alla normalità. Anche quando la normalità non è possibile farla tornare nel senso che il big ben ha cambiato l'orgine delle cose, però io voglio che tutto si quieti e riprenda un andare calmo e lento e sopratutto benevolo.
Ora mi domando se per il Lavoro è un raccontarsela, oppure dovrei rimanere a soffrire sino a quando (?) non ho risolto, ma mentre sto scrivendo mi sto dicendo: ma risolto cosa se aspetto quello faccio tempo a morire ed invece io non voglio morire voglio vivere a mio modo magari, anche in poco spazio ma voglio vivere.
A livello naturale è del tutto normale che una volta che un'emozione ha fatto il suo corso, che ha toccato il fondo ed è "marcita", sia diventata fertilizzante per altro, e sia proprio questa dissoluzione il carburante che spinge a "rinascere", a risollevarsi. Gli elementi vitali non muoiono ma si trasformano in altro, cambiano forma, e dove c'era il letame spunta un nuovo fiore...

Questo almeno in maniera naturale. Se non si ha la forza di sfruttare a pieno l'essenza che porta un'esperienza, sarebbe inutile oltre che deleterio costringersi a soffrire oltre. Anzi sarebbe impossibile proprio. Per farlo c'è bisogno di uno sforzo artificioso, altrimenti la natura fa il suo corso e di ciò che era non resta traccia... Salvo poi ripresentarsi probabilmente in futuro, in una forma diversa ma simile.

Una volta che si arriva comunque a sentire di voler risollevarsi, si è già morti. Quel che era si è già disciolto e si è tornati a quel caos primordiale, il big bang appunto, da cui poi ripartono continuamente nuove forme. In natura muore tutto, anche le emozioni e i nostri stati d'animo. Se non fossi "morta" saresti ancora a soffrire senza voglia nè energia di rinnovarti...
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Vecchio 14-09-2009, 13.26.46   #15
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A livello naturale è del tutto normale che una volta che un'emozione ha fatto il suo corso, che ha toccato il fondo ed è "marcita", sia diventata fertilizzante per altro, e sia proprio questa dissoluzione il carburante che spinge a "rinascere", a risollevarsi. Gli elementi vitali non muoiono ma si trasformano in altro, cambiano forma, e dove c'era il letame spunta un nuovo fiore...

Questo almeno in maniera naturale. Se non si ha la forza di sfruttare a pieno l'essenza che porta un'esperienza, sarebbe inutile oltre che deleterio costringersi a soffrire oltre. Anzi sarebbe impossibile proprio. Per farlo c'è bisogno di uno sforzo artificioso, altrimenti la natura fa il suo corso e di ciò che era non resta traccia... Salvo poi ripresentarsi probabilmente in futuro, in una forma diversa ma simile.

Una volta che si arriva comunque a sentire di voler risollevarsi, si è già morti. Quel che era si è già disciolto e si è tornati a quel caos primordiale, il big bang appunto, da cui poi ripartono continuamente nuove forme. In natura muore tutto, anche le emozioni e i nostri stati d'animo. Se non fossi "morta" saresti ancora a soffrire senza voglia nè energia di rinnovarti...
grazie... forse ho capito qualcosa che non mi era mai stata chiara... se non lavoriamo coscientemente sull'emozione e non la trasmutiamo correttamente, comunque scivola via e muore ma si ripresenterà in futuro fintanto che non la risolviamo dentro noi... ed è per questo che a volte ci capitano sempre le stesse situazioni pur con persone diverse e contesti diversi... mi si è accesa una nuova luce... grazie
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Vecchio 16-09-2009, 11.05.51   #16
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A livello naturale è del tutto normale che una volta che un'emozione ha fatto il suo corso, che ha toccato il fondo ed è "marcita", sia diventata fertilizzante per altro, e sia proprio questa dissoluzione il carburante che spinge a "rinascere", a risollevarsi. Gli elementi vitali non muoiono ma si trasformano in altro, cambiano forma, e dove c'era il letame spunta un nuovo fiore...

Questo almeno in maniera naturale. Se non si ha la forza di sfruttare a pieno l'essenza che porta un'esperienza, sarebbe inutile oltre che deleterio costringersi a soffrire oltre. Anzi sarebbe impossibile proprio. Per farlo c'è bisogno di uno sforzo artificioso, altrimenti la natura fa il suo corso e di ciò che era non resta traccia... Salvo poi ripresentarsi probabilmente in futuro, in una forma diversa ma simile.

Una volta che si arriva comunque a sentire di voler risollevarsi, si è già morti. Quel che era si è già disciolto e si è tornati a quel caos primordiale, il big bang appunto, da cui poi ripartono continuamente nuove forme. In natura muore tutto, anche le emozioni e i nostri stati d'animo. Se non fossi "morta" saresti ancora a soffrire senza voglia nè energia di rinnovarti...
ci ho pensato durante il mio silenzio, morta? Macchè! Magari!
Invece credo di no. Forse alla prossima ondata non so.
Ieri sera mi sono rivista V il film, è la paura che mi frega, la paura dell'ignoto è tremenda per me. Poi come compensazione ho la speranza, una dose altissima di speranza, ma se penso ad una cosa che qualcuno mi ha detto: che chi vive sperando muore.... Però muovo anche qualche ditino non spero solo, ma poi la fregatura è li dietro, perchè manca la vera accettazione del tutto.
Grazie Kael ho apprezzato molto ma per ora sono ancora viva e anche incazzbip nera e vado a singhiozzo o come la frecce dell'auto a piacere.

p.s. chiedo scusa per come ho scritto big bang mi rendo conto che quando uno soffre l'immagine va carte 48. E quindi se quando va tutto bene controllo correggo quando sto male no.
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Ultima modifica di griselda : 16-09-2009 alle ore 11.09.56.
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Vecchio 16-09-2009, 11.17.22   #17
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ma per ora sono ancora viva e anche incazzbip nera e vado a singhiozzo o come la frecce dell'auto a piacere.
Non intendevo che tu fossi "morta" tutta, ma solo quella piccola parte che poi ha iniziato a dirti basta, voglio fare altro... anche se magari è rimasta ancora una bella dose di rabbia.
Una morte piccola, quasi impercettibile, di quelle che avvengono praticamente di continuo. C'era chi diceva infatti "moriamo e rinasciamo ogni giorno"... addirittura in ogni singolo respiro. E se infatti prima uno si sente soffocare, poi arriva il momento di una nuova boccata d'aria..

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Vecchio 16-09-2009, 11.23.45   #18
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Non intendevo che tu fossi "morta" tutta, ma solo quella piccola parte che poi ha iniziato a dirti basta, voglio fare altro... anche se magari è rimasta ancora una bella dose di rabbia.
Una morte piccola, quasi impercettibile, di quelle che avvengono praticamente di continuo. C'era chi diceva infatti "moriamo e rinasciamo ogni giorno"... addirittura in ogni singolo respiro.

mentre scrivevi a me nella mente è venuto un dubbio anzi un flash chiamiamolo così e mi stavo dicendo che di certo ero stata non precisa perchè le mie parole potevano dare fraintendimento...beh ecco infatti tu stavi sussurrandomelo.
Avevo capito bene cosa intendevi sei stato molto chiaro è che siccome come dici tu sono ancora piena di rabbia non mi rendo conto non ne ho idea. Comunque anche io mi riferivo alla piccola morte. Forse siccome da comunque tanta sofferenza, ne ho parlato in modo da fraintendere.
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Mi riferivo al fatto che se nasce qualcosa di nuovo significa giocoforza che qualcosa prima è morto. Se nasce un nuovo respiro è perchè quello di prima è morto, se nasce un fiore è perchè il seme di quello prima è morto, etc etc..

Comunque avevo capito che ti riferivi a una piccola morte, ma se dunque qualcosa è cambiato, hai provato a scoprire cosa è morto?
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Vecchio 17-09-2009, 12.06.27   #20
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Mi riferivo al fatto che se nasce qualcosa di nuovo significa giocoforza che qualcosa prima è morto. Se nasce un nuovo respiro è perchè quello di prima è morto, se nasce un fiore è perchè il seme di quello prima è morto, etc etc..

Comunque avevo capito che ti riferivi a una piccola morte, ma se dunque qualcosa è cambiato, hai provato a scoprire cosa è morto?
Non avevo mai riflettuto su questo e in questo modo.
Però ho dei dubbi (te pareva eh ) sul fatto che muoia qualcosa, ho più l'impressione che ci sia una situazione di acceso spento boh è ancora nebulosa. Ma cerco di spiegarmi. Non è la prima volta che "muoio" e "resuscito" ma dentro di me esiste un "ragno malefico" che tesse sempre la stessa tela, ed io quando muoio gliela distruggo, poi però lui piano piano, senza neppure che me ne accorgessi, lui la ricreava tale e quale o con poche modifiche manco visibili ad occhio insesperto.
Da qui la sensazione che non muoia nulla.
Tutte le volte ero sempre piena di speranza e di voglia di fare e poi tutto ritornava più o meno identico.
Cosa è morto questa volta? Credo sia morta, o sta molto male l'idea che avevo di aver potere sulle cose, l'idea di essere libera, l'idea che avevo sull'amore umano, sono morte un insieme di credenze.
Cosa è nata? Voglia di fare delle cose per me, perchè le desidero, voglia di accettare di più ma anche la voglia di lottare per le cose a cui tengo.
Al mattino come non mi succedeva più da anni e anni apro la finestra al mattino guardo fuori e pure vedendo lo stesso paesaggio di sempre non mi pare più lo stesso e mi si apre il cuore perchè sono ancora viva.
Ecco la morte mi ha portato la vita, pensavo di non riuscire a dirlo in poche parole ma è proprio così.
Mi domando se è questa la strada per sentirsi vivi bisogna morire spesso?
Grazie Kael detto col cuore.
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Non avevo mai riflettuto su questo e in questo modo.
Però ho dei dubbi (te pareva eh ) sul fatto che muoia qualcosa, ho più l'impressione che ci sia una situazione di acceso spento boh è ancora nebulosa. Ma cerco di spiegarmi. Non è la prima volta che "muoio" e "resuscito" ma dentro di me esiste un "ragno malefico" che tesse sempre la stessa tela, ed io quando muoio gliela distruggo, poi però lui piano piano, senza neppure che me ne accorgessi, lui la ricreava tale e quale o con poche modifiche manco visibili ad occhio insesperto.
Da qui la sensazione che non muoia nulla.
Tutte le volte ero sempre piena di speranza e di voglia di fare e poi tutto ritornava più o meno identico.
Cosa è morto questa volta? Credo sia morta, o sta molto male l'idea che avevo di aver potere sulle cose, l'idea di essere libera, l'idea che avevo sull'amore umano, sono morte un insieme di credenze.
Cosa è nata? Voglia di fare delle cose per me, perchè le desidero, voglia di accettare di più ma anche la voglia di lottare per le cose a cui tengo.
Al mattino come non mi succedeva più da anni e anni apro la finestra al mattino guardo fuori e pure vedendo lo stesso paesaggio di sempre non mi pare più lo stesso e mi si apre il cuore perchè sono ancora viva.
Ecco la morte mi ha portato la vita, pensavo di non riuscire a dirlo in poche parole ma è proprio così.
Mi domando se è questa la strada per sentirsi vivi bisogna morire spesso?
Grazie Kael detto col cuore.
Grazie a te, mi ha commosso leggerti..

Aggiungo che per sentirsi vivi bisogna rinnovarsi spesso, anzi continuamente... Quindi si, anche morire. Senza la morte ci sarebbe solo decadenza, senza rinascita.

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Vecchio 22-10-2009, 22.08.22   #22
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Uno mi ha detto, in tag, di esprimere senza aspettare risposte, senza avere aspettative in soldoni.

Bon.

Sto male, sono incazzata nera, sono triste amareggiata e non posso incolpare nessuno.

Pago ciò che ho speso, ricevo ciò che ho dato.
Dovrei avere la dignità di affrontare tutto a testa alta e senza compiangermi.
Col cavolo che ci riesco.
Ho un aguzzino dentro di me, l'ho scritto altrove. Lui non vuole la pace, vuole il potere, vuole il controllo, vuole sapere, vuole scavare nel marcio per farmi soffrire, per rotolarsi nella melma, il tutto per un illusorio potere che non possiderà mai.
Elloso che sono sempre io che fa parte di me, ma è una parte di me che non mi ama se fa tutto questo, non ci ama, non vuole pace, vuole solo nutrirsi di adrenalina e emozioni basse.
Oltretutto non posso parlare chiaramente e questo limita il mio lasciar uscire.

Oggi mi trovo a dover comportarmi in un certo modo per non perdere tutto, ma quel tutto mi costa una somma molto alta che non so se possiedo, ma che se scopro di non avere sarò povera per sempre e tutta la mia vita sarà stata un fallimento.
Sono dura con me stessa, ma è ciò che sento e se una volta non avevo il senso della responsabiltà oggi lo sento altissimo. Ok lo so che non sono in grado di ... perchè non sono libera e pensare certe cose è solo arroganza o superbia, ma non è facile mollare tutto e subito.
Da poco ho scoperto di essere fragile, di avere mille paure che prima nascondevo dietro tante maschere di aggressività, spavalderia e seduzione.
E proprio ora mi trovo a dover tirare fuori da me una forza che non so di possedere e che devo solo mettermi alla prova per scoprirlo.
Non sono mai stata abituata a condividere ciò che sento e ancora meno ad esprimere le mie emozioni a parole se non tramite le poesie che sgorgavano dalla mia anima al culmine della sofferenza. Però vorrei imparare, come tutto il resto ma pare che non sono ancora maturi i tempi. In ogni caso tutto è utile, ho scoperto di avere pazienza, anche tanta, ma non l'ho per tutto, ma solo per ciò che istintivamente mi prende. Come ho costanza per ciò che credo fermamente, come primo imput, che funzioni o che, sempre istintivamente, ho la sensazione che funzioni. Ma senza tutto ciò, non diventa possibile, per me, fare, perchè il dubbio affievolisce la mia volontà. Volontà che possiedo quando decido che è qualcosa che mi interessa sino all'ultimo poro della mia pelle. Possiamo forse chiamarla unità, quando tutte le mie parti credono che possa essere.
Ok un poco ho svuotato ma poi l'energia svanisce e mi perdo tra le parole.
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Vecchio 23-10-2009, 09.48.56   #23
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Mi sveglio nel cuore della notte non so quale pensiero mi svegli e il mio corpo viene scosso da mille sussulti nel pianto.
Sento come se mi avessero aperta da sopra l'ombelico sino allo sterno ed ho un dolore fisso non bene identificato come luogo nel corpo, che vorrei far finire. Capisco perchè alcuni ricadono nei loro vizi cercando di annegarci il dolore, quante volte ho avuto voglia di rimettermi a fumare o di provare a bere qualcosa per tentare di alleviare questa stretta che ho allo sterno.
Il guaio è che so che non può finire sino a che non ha terminato il suo corso, questo lo so, è come spingere un muro che non si sposterà mai. Quindi mi dico lascialo entrare fagli fare il suo corso, il dolore e il pianto forse ti purificheranno, chissà.
Ma la mente schifosa con il suo multitasking ad ogni parola fa un'associazione che diventa una fitta dolorosa e la ferita ricomincia a sanguinare.

Tra il volere/il non volere c'è di mezzo la capacità ed io non vorrei ma succede comunque, non comando niente.
Piango per l'assurdità degli esseri umani tutti, me compresa, perchè mentre compiono misfatti non si rendono mai conto, come drogati da ciò che più li attira, convinti che sia la soluzione ai loro problemi, per poi, dopo, sempre dopo. rendersi conto che così non era. Che erano preda dei loro istinti più bassi e delle loro parti animiche più sordide.
E cerco di ascoltare le mie e di tenerle a bada.
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Mi sveglio nel cuore della notte non so quale pensiero mi svegli e il mio corpo viene scosso da mille sussulti nel pianto.
....
Gris, non ho soluzioni da proporre... mi dispiace per questo momento difficile .. forza e coraggio
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Mi sveglio nel cuore della notte non so quale pensiero mi svegli e il mio corpo viene scosso da mille sussulti nel pianto.
Sento come se mi avessero aperta da sopra l'ombelico sino allo sterno ed ho un dolore fisso non bene identificato come luogo nel corpo, che vorrei far finire. Capisco perchè alcuni ricadono nei loro vizi cercando di annegarci il dolore, quante volte ho avuto voglia di rimettermi a fumare o di provare a bere qualcosa per tentare di alleviare questa stretta che ho allo sterno.
Il guaio è che so che non può finire sino a che non ha terminato il suo corso, questo lo so, è come spingere un muro che non si sposterà mai. Quindi mi dico lascialo entrare fagli fare il suo corso, il dolore e il pianto forse ti purificheranno, chissà.
Ma la mente schifosa con il suo multitasking ad ogni parola fa un'associazione che diventa una fitta dolorosa e la ferita ricomincia a sanguinare.

Tra il volere/il non volere c'è di mezzo la capacità ed io non vorrei ma succede comunque, non comando niente.
Piango per l'assurdità degli esseri umani tutti, me compresa, perchè mentre compiono misfatti non si rendono mai conto, come drogati da ciò che più li attira, convinti che sia la soluzione ai loro problemi, per poi, dopo, sempre dopo. rendersi conto che così non era. Che erano preda dei loro istinti più bassi e delle loro parti animiche più sordide.
E cerco di ascoltare le mie e di tenerle a bada.
Gri, lo so che adesso vorresti solo non vedere non sentire non parlare..forse scomparire. Forse, perchè io non sono te e posso solo immaginare.
Lontana da me l'idea di poterti dare una soluzione, mi spiace ma..

Ma se posso dirti una cosa, se posso suggeirti una cosa e poi vedi tu che farci..quella frasetta che ho nerettato, ecco, secondo me li perdi qualcosa.

Non pensare agli altri, anche se è un bel sentimento di condivisione e comprensione a muoverti, anche se forse ti da un pò di sollievo, rimani su di te e sul tuo dolore e lascialo sfogare.

Non ti dirò che è la cosa migliore che ti può capitare stare in stò stato perchè non riusciresti a non dirmi che sono stronza (e a ragione pure, eh, lo so, ci stò passando) ma è così

Non chiederti perchè, non chiederti che farai, non chiderti dove o come, lascia che la mente (che non è schifosa Gri ma solo impallata) gestisca solo quello che gli compete in quel momento e cioè impedirti di stare troppo male, di scaricare troppo sul fisico e sugli altri.

Scusa se mi sono permessa, questo è il tuo spazio, questo è il tuo momento, queste le lacrime che non riescono a trascinare fuori con loro il vero dolore, quello che brucia da morire... ma volevo dirti che ce la fai ce la fai eccome altrimenti neanche lo sentiresti tutto quello schifo

Pensa a te hai diritto di provare tutto quello che provi e sentire tutto quello che senti. Poi quello che non va bene se ne andrà o perderà d'importanza..coraggio
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