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Vecchio 13-12-2007, 19.42.08   #26
jezebelius
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Intendevo consapevole di oltrepassare una regola Jez (sennò che trasgressione è?).
Mi rendo conto che sono andato al di la o meglio ho allargato troppo. La questione della ( mancanza di ) consapevolezza, forse non centra il problema e quindi, ancora, lo prende alla larga.
Dando per certo che chi trasgredisce, sicuramente lo fa per altri motivi ma non lo sa, anzi è convinto che lo fa per essere " al di la " da una conformazione standard, volevo collegarmi un attimo a quel che avete detto più su, riprendendo anche il discorso resistenza.
Chi trasgredisce, talvolta, va oltre sia ad una regola imposta dalla società e sia ad una regola " sua " interna.
Nel caso di Galileo, se, forse, non avesse trasgredito andando contro tutti ed il pensiero di questi, forse il risultato oggi sarebbe diverso.
E' anche attraverso la trasgressione, insomma, che si fa una società ossia si rompono gli schemi quando per quelli fino ad allora adottati, ci si rende conto che è arrivato il momento di cambiarli, ovviamente non in questi termini " consapevoli ". Qui allora c'è costruzione sicuramente. Si sposta un limite, si aumenta la resistenza oserei dire.
Nel caso invece di trasgressione fine a se stessa, forse, si ha l'illusione di " aumentare " la resistenza, vivendo nella stessa illusione di " andare contro tutto" ma è anche vero che chi trasgredisce ovvero, per altro verso, adotta un comportamento che comunque, se pure con modalità interiori, individua un limite massimo entro cui manovra un certo comportamento, comunque, si presume, potrebbe spostare un paletto, aumentando anche in questo caso, la resistenza.
Per trasgressione fine a se stessa credo che si possa intendere qualsiasi "tipo " di trasgressione.
Solo dopo, con l'esperienza, si può arrivare a capire di aver messo in campo qualcosa che nel passato, per certi versi, era errato ma che comunque ha portato frutto nel futuro. Che ne dite?
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 14-12-2007, 00.24.46   #27
Ray
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da QUESTO
Sai, da un certo punto di vista sono contento di questa tua re-azione per il fatto che è più palese e quindi meno repressa delle solite. Sei stato bravo, hai trasgredito.

Tuttavia, dato che stiamo parlando del topic e tu hai fatto un post che dice

"a mio avviso la parabola del figliol prodigo spiega molto bene da un certo punto di vista la cosa."

e non dice null'altro, vorrei davvero sapere da che punto di vista la trasgressione è legata alla parabola del figliol prodigo, non è una provocazione la mia, vorrei che spiegassi. Qualcosa ad intuito intravedo ma molte cose di questa tua connessione non mi tornano quindi ti esorto a spiegare il tuo pensiero, se hai piacere/voglia. Grazie.
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Vecchio 14-12-2007, 00.30.29   #28
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Mi rendo conto che sono andato al di la o meglio ho allargato troppo. La questione della ( mancanza di ) consapevolezza, forse non centra il problema e quindi, ancora, lo prende alla larga.
Dando per certo che chi trasgredisce, sicuramente lo fa per altri motivi ma non lo sa, anzi è convinto che lo fa per essere " al di la " da una conformazione standard, volevo collegarmi un attimo a quel che avete detto più su, riprendendo anche il discorso resistenza.
Chi trasgredisce, talvolta, va oltre sia ad una regola imposta dalla società e sia ad una regola " sua " interna.
Nel caso di Galileo, se, forse, non avesse trasgredito andando contro tutti ed il pensiero di questi, forse il risultato oggi sarebbe diverso.
E' anche attraverso la trasgressione, insomma, che si fa una società ossia si rompono gli schemi quando per quelli fino ad allora adottati, ci si rende conto che è arrivato il momento di cambiarli, ovviamente non in questi termini " consapevoli ". Qui allora c'è costruzione sicuramente. Si sposta un limite, si aumenta la resistenza oserei dire.
Nel caso invece di trasgressione fine a se stessa, forse, si ha l'illusione di " aumentare " la resistenza, vivendo nella stessa illusione di " andare contro tutto" ma è anche vero che chi trasgredisce ovvero, per altro verso, adotta un comportamento che comunque, se pure con modalità interiori, individua un limite massimo entro cui manovra un certo comportamento, comunque, si presume, potrebbe spostare un paletto, aumentando anche in questo caso, la resistenza.
Per trasgressione fine a se stessa credo che si possa intendere qualsiasi "tipo " di trasgressione.
Solo dopo, con l'esperienza, si può arrivare a capire di aver messo in campo qualcosa che nel passato, per certi versi, era errato ma che comunque ha portato frutto nel futuro. Che ne dite?
In qualche modo in effetti trasgrediamo sempre a regole interne. Altrimenti non è trasgredire. Ovvero, anche se consapevolmente andiamo contro una regola che troviamo ingiusta e pensiamo sia necessaria una trasgressione, se viviamo la cosa come trasgressione e non come semplice opzione, vuol dire che volenti o nolenti quella regola seppur ingiusta l'abbiamo introiettata... e stiamo trasgredendo in primis per liberarci di essa, cosa che non ci riesce con la semplice decisione. In secundis poi vogliamo mandare un messaggio eccetera.

Quindi il desiderio di trasgressione, giudicato "sano" dalla nostra nalisi consapevole, nasce dal bisogno di liberarci da qualcosa che ci è stato in qualche modo inculcato (o ci siamo inculcati da soli) e compiamo con la trasgressione un'azione dirompente sulla sovrastruttura che vogliamo abbattere... da li il brivido.

Come ogni cosa "sana" viene spesso usata anche come moda o altre degenerazioni, come giustamente dici sul trasgredire fine a se stesso, che ricordo essere corrispondente a "senza scopo". Purtroppo è quasi sempre così... come sempre per via della consapevolezza.
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Vecchio 14-12-2007, 11.07.07   #29
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Sai, da un certo punto di vista sono contento di questa tua re-azione per il fatto che è più palese e quindi meno repressa delle solite. Sei stato bravo, hai trasgredito.

Tuttavia, dato che stiamo parlando del topic e tu hai fatto un post che dice

"a mio avviso la parabola del figliol prodigo spiega molto bene da un certo punto di vista la cosa."

e non dice null'altro, vorrei davvero sapere da che punto di vista la trasgressione è legata alla parabola del figliol prodigo, non è una provocazione la mia, vorrei che spiegassi. Qualcosa ad intuito intravedo ma molte cose di questa tua connessione non mi tornano quindi ti esorto a spiegare il tuo pensiero, se hai piacere/voglia. Grazie.

tempo fa ricordo un quadro che rappresentava bene ciò che intendo dire (forse era di Leonardo ma non ricordo)
il "figlio" che sceglie di allontanarsi dal "padre" e seguire la via della conoscenza personale rappresenta quel "momento" di ciascuno di noi ove qualcosa ci dice di cercare la nostra via. A quel punto il figlio sbatte contro gli estremi della sua I.P. e comprende qualcosa in più.
torna dal padre con una nuova consapevolezza.
non è più figlio ma FIGLIO e il padre lo accoglie a braccia aperte e gli fa festa grande.
il FIGLIO è consapevole.
mentre l'altro figlio che è rimasto con lui da sempre non lo è.
IL figlio inizialmente ha trasgredito, ha pagato pegno dell'estremo, ha compreso ed è rientrato nell'equilibrio con una nuova consapevolezza che prima non aveva.

Ultima modifica di turaz : 14-12-2007 alle ore 11.09.35.
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Vecchio 14-12-2007, 11.35.18   #30
Astral
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Carina come interpretazione: tra esoteristi e cattolici questa è una delle parabole con le più svariate intepretazioni.

Tuttavia di quello che hai scritto condivido il fatto, che purtroppo a volte molte genitori sono protettivi, e per questo modo di fare, non ci permettono di fare da soli le giuste esperienze.


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Vecchio 14-12-2007, 14.31.35   #31
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Carina come interpretazione: tra esoteristi e cattolici questa è una delle parabole con le più svariate intepretazioni.

Tuttavia di quello che hai scritto condivido il fatto, che purtroppo a volte molte genitori sono protettivi, e per questo modo di fare, non ci permettono di fare da soli le giuste esperienze.

Il padre della parabola ha permesso che il figlio facesse tutte le sue esperienze, non lo ha certamente obbligato a stare a casa vicino a lui.
Casomai è il padre che trasgredisce al concetto che di solito ci si fa di un padre, e cioè che dovrebbe punire il figlio per aver sperperato la sua parte di eredità, invece, contro ogni logica, soprattutto agli occhi del fratello maggiore, gli fa festa e lo accoglie a braccia aperte, cosa che viene vissuta come ingiusta dall'altra fratello.
Per Dio non esiste la trasgressione, esiste l'esperienza che ci si può fare, e in base a questa esperienza l'acquisto una nuova consapevolezza.
Per questo si dice anche che le vie del Signore sono infinite...
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Vecchio 14-12-2007, 15.02.54   #32
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Infatti anch'io penso che ci sono trasgressioni e trasgressioni,anche una bugia è un esempio secondo me...in pratica si trasgredisce più spesso di quanto si pensa.
A 17 anni non avevo mai preso l'aereo,da sola mi sono organizzata e son partita per Milano,lì sono rimasta per 4/5 ore e poi sono tornata a casa...questa è solo una delle 1000 volte che ho trascurato le regole imposte per sentirmi libera,grande,capace...e devo dire che a parte gli imprevisti è stato bello fare,anche se capisco oggi che mi è andata anche troppo bene all'epoca.La trasgressione è un rischio,un brivido,qualcosa che lascia comunque un segno su chi la compie e nasce in ognuno per motivi diversi...quella voglia di fare qualcosa,di spingersi oltre anche per poter determinare cosa ti piace e cosa no,un modo per conoscere il mondo e se stessi più profondamente.
E'chiaro che non tutte le trasgressioni hanno un lieto fine,un senso,ad esempio quelle sessuali possono portare chi le compie molto giù,anche in questo campo avevo un tarlo,una fantasia e averla vissuta mi ha fatto rendere conto che non era per me,che a volte l'idea è più atrente della pratica,ma se non avessi provato non avrei mai potuto saperlo...per non parlare di vita notturna,locali particolari,ho girato mezza Italia e non solo ed ho conosciuto persone,visto di tutto e di più, ma la mia trasgressività era abbastanza controllata,diciamo che avevo la capacità di far esperienza senza incorrere in problemi,o situazioni spiacevoli o eccessive.Penso che anche quel che facciamo dipende molto da come ci sentiamo,da che fase della vita è,nel senso che se sei positiva,più o meno stabile, difficilmente diventi autolesionista seppur trasgressiva,mentre mi è capitato in una fase nera di compiere azioni forti,perchè non c'ero proprio con la testa,anzi la mia testa diceva "chi se ne frega..qua tutti fanno ciò che vogliono,perchè tu no?". Fatto sta che se hai dei principi radicati alcune cose non le fai,dipende molto dalle persone,dal carattere e dalle predisposizioni (ad esempio ho bevuto alcolici per divertimento,ma non ho mai guardato un uomo impegnato anche quando questi si avvicinavano con fare suadente,ho sempre pensato non fare ad altri quel che non vorresti fosse fatto a te),questo solo per dire che tutto parte da dentro,se non vuoi,non senti, certe cose non le fai e basta,trasgredire si ma sulla propria pelle,non coinvolgendo altre persone è già un piccolo atto di coscienza.Poi si sa il percorso della vita ti porta a scegliere e la cosa importante è quella di capire bene perchè certi stimoli ti prendono,mentre altri no...appunto come diceva Ray cosa ci stiamo dicendo quando siamo in procinto di agire...che messaggio ci stiamo mandando,di sicuro la consapevolezza facilita le cose seppur blanda,ma quando questa arriva nel frattempo abbiamo già fatto alcune esperienze,ricapitolarle può essere uno dei modi per riacchiappare i soliti pezzi dispersi...
Concludo dicendo che se tornassi indietro molte cose le rifarei perchè a dirla tutta certe trasgressioni mi sono state utili e non le rinnegherei mai.
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Vecchio 14-12-2007, 15.08.49   #33
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Tuttavia di quello che hai scritto condivido il fatto, che purtroppo a volte molte genitori sono protettivi, e per questo modo di fare, non ci permettono di fare da soli le giuste esperienze.


anche se la trovavi "disgustosa" a me non cambia nulla )))
cmq pensa al povero fratello che rimane con il padre ))

Ultima modifica di turaz : 14-12-2007 alle ore 15.10.52.
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Vecchio 12-02-2008, 12.28.11   #34
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Io credo che questa non sia trasgressione. Se sono cosciente, e mi comporto in un modo che gli altri non comprendono, scelgo quello che dal mio punto di vista è il bene maggiore in un certo momento non sto trasgredendo per trarne un piacere momentaneo personale (a volte trasgredire a certe regole fa soffrire, sembra più comodo seguirle).



Se mi impongo di non mangiare la pasta alla sera, e poi la mangio, trasgredisco ad una regola che mi sono data io stessa, nel momento in cui mangio voracemente ho un appagamento momentaneo e dopo mi sento in colpa , mi arrabbio con me stessa, e alla lunga sto male fisicamente.. pago.

La vedo così..



Può essere che qualche volta la trasgressione diventi una vera e propria dipendenza? Voglio dire, tralasciando le grandi menti che trasgrediscono al pensiero comune per un'idea in cui credono al punto di sacrificare la comprensione delgli altri pur di portarla avanti,trasgredire può essere un tentativo che mettiamo noi stessa in opera per darci una specie di sveglia? E se poi quella sveglia non funziona continuiamo a suonarla e suonarla perchè dipendenti dall'adrenalina scatenata? Questo per esempio lo vedo nelle persone che hanno bisogno di sport estremi..però non c'è solo quel tipo di trasgressione
per seguire l'esempio di Red m'impongo di non mangiare dolci la sera, poi una sera trasgredisco, allora ci sono due possibili strade, il senso di colpa per aver trasgredito e il piacere procurato dall'averlo fatto. Insomma dai, dico e sento dire spesso che il dolce mangiato quando non si può ha più gusto.
E se il trasgredire alla regola in questo caso, quello del dolce, fosse un modo un pò subdolo per perpetuare la dipendenza? Mi spiego, decido di non mangiare dolci, per un pò ce la faccio, quando arrivo al picco della dipendenza (il momento in cui gli alcolisti vedono gli omini verdi e vanno in astinenza più o meno) invece di sforzare cedo e trasgredisco e li ricomincia il tutto..
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Vecchio 12-02-2008, 19.05.38   #35
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Può essere che qualche volta la trasgressione diventi una vera e propria dipendenza? Voglio dire, tralasciando le grandi menti che trasgrediscono al pensiero comune per un'idea in cui credono al punto di sacrificare la comprensione delgli altri pur di portarla avanti,trasgredire può essere un tentativo che mettiamo noi stessa in opera per darci una specie di sveglia? E se poi quella sveglia non funziona continuiamo a suonarla e suonarla perchè dipendenti dall'adrenalina scatenata? Questo per esempio lo vedo nelle persone che hanno bisogno di sport estremi..però non c'è solo quel tipo di trasgressione
Credo di sì Daf, mi sono fatta l'idea che più si dorme e più in qualche modo inconsciamente cerchiamo una scossa che ci svegli. Solo che dura poco ..e il problema diventa quando quella scossa non basta più perchè il corpo si abitua, e allora per riprovare le stesse sensazioni aumentiamo "la dose" (che siano sostanze o ricerca di emozioni forti attraverso sport estremi o altro) e ne perdiamo il controllo...
Credo che inconsciamente cerchiamo un modo per svegliarci, e se non lo sappiamo fare diversamente incappiamo in questo tipo di esperienze..

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per seguire l'esempio di Red m'impongo di non mangiare dolci la sera, poi una sera trasgredisco, allora ci sono due possibili strade, il senso di colpa per aver trasgredito e il piacere procurato dall'averlo fatto. Insomma dai, dico e sento dire spesso che il dolce mangiato quando non si può ha più gusto.
E se il trasgredire alla regola in questo caso, quello del dolce, fosse un modo un pò subdolo per perpetuare la dipendenza? Mi spiego, decido di non mangiare dolci, per un pò ce la faccio, quando arrivo al picco della dipendenza (il momento in cui gli alcolisti vedono gli omini verdi e vanno in astinenza più o meno) invece di sforzare cedo e trasgredisco e li ricomincia il tutto..
Questo pero' credo che dipenda da noi .. se una sera cedo e trasgredisco, toccherà a me scegliere se la sera dopo raccontarmi che "tanto non ce la faccio" o fare un piccolo sforzo.. dipende se quello che voglio veramente è non mangiarlo quel dolce..
In quello che hai scritto sugli alcolisti ci vedo anche il fatto che spesso smettiamo di colpo di fare una cosa che invece siamo abituati a fare da anni... credo sia importante (dove si puo') non esagerare con il pretendere tutto e subito e andare per gradi progressivi.. perchè altrimenti è inevitabile ricaderci e tornare daccapo oppure spostare quella stessa dipendenza su altro..
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