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Vecchio 02-01-2009, 21.53.49   #26
A92
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non ci siamo -.-''

o non ci sono..
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Vecchio 02-01-2009, 23.51.27   #27
Ray
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In altri termini si tratta della cd. trans o trance agonistica ?
Hai presente e' uno stato di furore che ti fa fare cose non immaginabili .
Se e' questo sarebbe interessante esplorare come si raggiunge la trans o trance agonistica
A me è capitato di sperimentare la trance agonistica varie volte in passato, proprio tramite lo sport. Giocavo a pallacanestro... alcune volte capitava appunto che entrassi in trance, esisteva solo la partita ed ero in grado di giocare ad un livello che definirei un po' oltre le mie massime capacità normali. Ma non lo chiamerei furore, piuttosto una connessione col tutto, anche se ad ambito ristretto alla partita, l'universo era limitato al campo, i giocatori, il cronometro, la palla eccetera. Capivo le cose prima che succedessero e sapevo se e cosa era possibile fare, sapevo che la palla sarebbe entrata prima di tirare eccetera... partite mitiche, di cui serbo un ricordo vivido anche se in alcuni casi son passati una ventina d'anni.

Come ci entravo? E, soprattutto, la mia domanda di allora: perchè non ci entravo sempre? Non lo so. Quello che posso dire è che si trattava di una serie di fattori concomitanti e nella giusta proporzione... concentrazione, calma, adrenalina, belligeranza (testosterone) il tutto in un ambiente evidentemete favorevole, tipo equilibrio nei bisogni fisici (non fame, ma neanche pieno, non eccedenze di libido ma nenche spento, bisogni corporali soddisfatti e via così). Insomma tutti i fattori di me presenti ma nessuno in ecceso. Più la grazia immagino.

Mi ricordo di aver cercato varie volte di produrre quello stato dciamo artificialmente, senza mai riuscirci. Si presentava un po' quando voleva lui, anche se un paio di volte quando lo desideravo (un paio di finali) ma senza aver fatto nulla per ottenerlo... anche se forse c'è stata una richiesta interiore.
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Vecchio 03-01-2009, 00.49.46   #28
filoumenanike
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Capivo le cose prima che succedessero e sapevo se e cosa era possibile fare, sapevo che la palla sarebbe entrata prima di tirare eccetera... partite mitiche, di cui serbo un ricordo vivido anche se in alcuni casi son passati una ventina d'anni.

Quello che posso dire è che si trattava di una serie di fattori concomitanti e nella giusta proporzione... concentrazione, calma, adrenalina, belligeranza (testosterone) il tutto in un ambiente evidentemete favorevole...
la sensazione che hai descritto e prima definita stato di trance, l'ho avvertita più volte all'università, in occasione di esami particolarmente difficili, la concentrazione nei giorni precedenti l'esame era altissima, l'equilibrio sonno veglia alterato, la paura mi gettava in uno stato quasi permanente di ansia...eppure nell'attimo fatidico, nel momento che il prof mi faceva la prima domanda, non saprei per quale meccanismo ma...improvvisamente subentrava la calma, la chiarezza delle idee, la lucidità dei pensieri, insomma ero veramente in uno stato di grazia e davo il meglio di me! a quei tempi ero solita pregare, certo non con litanie o altro di programmatico, ma in modo spontaneo e sincero, cosa che oggi non saprei fare con la stessa partecipazione emotiva...non so se il mio atteggiamento di allora possa essere giudicato valido per provare quel senso di lievità che poi mi lasciava sfinita, spossata e... felice!

Ultima modifica di filoumenanike : 03-01-2009 alle ore 00.52.13.
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Vecchio 03-01-2009, 01.37.00   #29
Sole
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Come faccio a pregare e fare un lavoro? Preghiera intesa come concnetrazione sull'Universo, su Dio?
Dovrei avere due tipi attenzioni distinte e vigili, una sul mio lavoro per poterlo fare al massimo e l'altra sulla preghiera, fino al momento in cui entro in quello stato descritto sopra e la preghiera diventa il mezzo per fare.
E' giusto dire che il lavoro va radicato a terra e la preghiera lanciata in alto? Nel mezzo c'è il risultato?

L'unico modo che vedo per riuscire a farlo è la netta distinzione tra un lavoro fatto con il corpo, cervello e parole comprese (parlare con le persone, scrivere, muovere mouse, costruire qualcosa) e il lasciarsi pervadere dalla sensazione che la preghiera da. Cioè non uso le parole per pregare, non uso salmi, ma uso una parte di me diversa che non va ad interferire ma invece integra. Uso l'emozione.
Sentire la preghiera passare attraverso il corpo che sta facendo.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 03-01-2009, 12.27.55   #30
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già, è un casino...
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Vecchio 03-01-2009, 15.23.25   #31
nikelise
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Come faccio a pregare e fare un lavoro? Preghiera intesa come concnetrazione sull'Universo, su Dio?
Dovrei avere due tipi attenzioni distinte e vigili, una sul mio lavoro per poterlo fare al massimo e l'altra sulla preghiera, fino al momento in cui entro in quello stato descritto sopra e la preghiera diventa il mezzo per fare.
E' giusto dire che il lavoro va radicato a terra e la preghiera lanciata in alto? Nel mezzo c'è il risultato?

L'unico modo che vedo per riuscire a farlo è la netta distinzione tra un lavoro fatto con il corpo, cervello e parole comprese (parlare con le persone, scrivere, muovere mouse, costruire qualcosa) e il lasciarsi pervadere dalla sensazione che la preghiera da. Cioè non uso le parole per pregare, non uso salmi, ma uso una parte di me diversa che non va ad interferire ma invece integra. Uso l'emozione.
Sentire la preghiera passare attraverso il corpo che sta facendo.
Ma con una preghiera cosi' intesa:
'' un'azione (azione, si anche se unita a ricezione) tesa all'assorbimento del Tutto/nel Tutto.''

e' possibile , perche' non interferisce con l'attivita' della mente .
Non so se si tratta di emozione perche' manca qualche cosa che la provochi , non puo' essere il tutto perche' ancora non e' percepito .
E' forse una disposizione d'animo , una concentrazione .
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Vecchio 03-01-2009, 16.13.06   #32
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Non ricordo dove, non ricordo le parole ma ricordo che qualcuno parlando di Padre Pio (poi Santo) racconta di come questi imparò a far si che ogni respiro della giornata fosse pregare.
Ovviamente non parliamo di preghiera intesa come comunemente e solamente (c'è anche questa) si intende, cioè recitare delle sequenze prestabilite di parole, non parliamo neanche dell'esicaismo o esicasmo (pratica comunque interessante e da esplorare successivamente) cose che lo stesso Padre Pio poi praticava durante la giornata in appositi spazi temporali, parliamo dunque di preghiera nel senso più ampio, quello che ho cercato di descrivere con poche parole.

E' vero Nike, siamo abituati a pensare che un emozione vada provocata, e normalmente nella nostra vita così siamo abituati fin da piccoli, questo ci da il senso di quanto siamo lontani dall'emozione primigenia, innata, quella che seppelliamo sotto strati di "civilizzazione", condizionamenti etc...
Però dentro di noi da qualche parte esiste questa emozione naturale, non soggetta all'ambiente, tutto sommato meno manifestabile di quelle indotte e/o provocate... visibile solo per alcuni particolari all'occhio attento.
Emozione che detta in una maniera semplicistica corrisponde al vivere a pieno, essere vivi... ciò che in contrapposizione al nostro stato normale sembra euforia, ciò che il corpo non è abituato a reggere, almeno all'inizio se si riesce a prolungare lo stato, il corpo si ubriaca.
Quest'emozione dovrebbe incontrarsi con la mente della stessa natura, cioè pura non condizionata etc..... altra "botta" non facilmente sopportabile dal nostro vivere comune...
Le due (mente ed emozione) a questo livello non sono più distinte, sono un tutt'uno, definito da alcuni mente superiore.
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Vecchio 03-01-2009, 20.23.10   #33
jezebelius
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E' vero Nike, siamo abituati a pensare che un emozione vada provocata, e normalmente nella nostra vita così siamo abituati fin da piccoli, questo ci da il senso di quanto siamo lontani dall'emozione primigenia, innata, quella che seppelliamo sotto strati di "civilizzazione", condizionamenti etc...
Però dentro di noi da qualche parte esiste questa emozione naturale, non soggetta all'ambiente, tutto sommato meno manifestabile di quelle indotte e/o provocate... visibile solo per alcuni particolari all'occhio attento.
Emozione che detta in una maniera semplicistica corrisponde al vivere a pieno, essere vivi... ciò che in contrapposizione al nostro stato normale sembra euforia, ciò che il corpo non è abituato a reggere, almeno all'inizio se si riesce a prolungare lo stato, il corpo si ubriaca.
Quest'emozione dovrebbe incontrarsi con la mente della stessa natura, cioè pura non condizionata etc..... altra "botta" non facilmente sopportabile dal nostro vivere comune...
Le due (mente ed emozione) a questo livello non sono più distinte, sono un tutt'uno, definito da alcuni mente superiore.
Quindi si tratterebbe di instaurare, e prima ancora riuscire a costruire, un collegamento tra Emozione e Mente?
Parliamo di uno stato, mi sembra, che attraverso lo sforzo cosciente o anche indotto dallo sforzo fisico, nel caso di esercizio di ginnastica o durante la pratica sportiva - a volte inconsapevolmente come diceva Ray; mi viene in mente per altro quello stato all'interno del quale si specializzano nella e per la pratica, ad esempio, i monaci Shao Lin così da allenarsi non soltanto allo sforzo, in quanto si allenano ininterrottamente per molte ore al giorno ma questo gli permetterebbe di accedere in uno stato percettivo diverso - si percepisce in maniera altra.

Insomma, una percezione differente da quella che si usa di solito, un percepire che a prima acchitto appunto può essere confuso come euforia; come essere inebriati da qualcosa.
A questo proposito mi pare simile, ma non ci giurerei, a ciò che si percepisce col vino e solo con questo, dopo uno o due bicchieri al massimo poi il corpo, dopo questa quantità, perde, come dire, quel "contatto"!
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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