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Vecchio 04-03-2010, 00.58.33   #1
'ayn soph
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Predefinito Dannazione

Scusate ma non ho resistito (no, non a dannarmi ) ma ad aprire anche questo ulteriore thread, ho cercato ma con questa parola non ho trovato nulla di specifico, se però ci dovesse essere (della serie ho gli occhiali sopra la testa basta cancellare ).
Me lo sono posto sin da bambino quando ormai per il tempo della prima comunione si faceva la preparazione e poi dopo in seguito anche al catechismo.
Il peccato e i vari gradi, veniale ....fino a mortale (il passo è breve) e il concetto di Inferno soprattutto, a quell'età dannazione come parola a se stante non si sentiva. Erano altri tempi dove credere a qualcosa si faceva prima a realizzare che ha pensare........e il peccato e la dannazione andavano a braccetto nel senso che l'uno faceva presagire l'altro e l'altro ricordava l'uno. Insomma la faccio breve, oggi dannazione è una parola collegata al danno, qualcosa che si rompe o si ammacca (non ricordo cosa è stato detto qui dentro amnesia temporanea). Proseguo, l'uomo comune non si pone questo problema e prosegue per la sua strada (sua nel senso che crede che faccia lui) mentre che inizia un cammino forse è meglio che se lo ponga. Vediamo se faccio bene ad avere scrupoli oppure sono solo parole: se nella vita deve realizzare qualcosa ed ho successo allora si dice che "sfondo" oppure che realizzo o che faccio centro insomma "ce l'ho fatta". Se non ci riesco invece perdo e la perdita per me potrebbe essere un duro colpo da incassare e quindi da "mandare giù" (non trovo lo smile arrampicatore) che mi può fare anche dannare (si dice no?). Andiamo al nocciolo, se si fallisce nella vita spirituale cosa ci aspetta?
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Vecchio 04-03-2010, 01.34.35   #2
Ray
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Andiamo al nocciolo, se si fallisce nella vita spirituale cosa ci aspetta?
Mi associo alla domanda.

Per mia opinione, un po' basata sul buon senso e un po' su letture varie, credo dipenda da quanto si è riusciti a combinare, ossia ci possono essere risultati parziali.
Se non si è combinato nulla si muore... poco dopo il corpo fisico, o forse un po' dopo se resta qualche residuo che ha da consumarsi (cosa che potrebbe risultare non piacevole).
Se si è riusciti a costruire qualcosa che abbia una qualche permanenza... credo si permanga in relazione a quel qualcosa. Nel mondo di quel qualcosa che si è costruito e per il tempo previsto in quell'ambito.
Qui la domanda diverrebbe se e cosa si riesce a combinare da lì.

Cè da dire che ho letto da varie parti che esistono destini peggiori della morte... lo stesso Gurdy mi pare dicesse beato chi ha un'anima, fortunato chi non ce l'ha, guai a chi ne avesse una parte (o forse non era proprio così, vado a memoria).
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Vecchio 04-03-2010, 01.45.16   #3
'ayn soph
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Mi associo alla domanda.

Se non si è combinato nulla si muore... poco dopo il corpo fisico, o forse un po' dopo se resta qualche residuo che ha da consumarsi (cosa che potrebbe risultare non piacevole).
Se si è riusciti a costruire qualcosa che abbia una qualche permanenza... credo si permanga in relazione a quel qualcosa. Nel mondo di quel qualcosa che si è costruito e per il tempo previsto in quell'ambito.
Qui la domanda diverrebbe se e cosa si riesce a combinare da lì.

Cè da dire che ho letto da varie parti che esistono destini peggiori della morte... lo stesso Gurdy mi pare dicesse beato chi ha un'anima, fortunato chi non ce l'ha, guai a chi ne avesse una parte (o forse non era proprio così, vado a memoria).
Insomma la dannazione sarebbe in sostanza realtà? Ho capito bene? Se hai mezza anima bho è che significa? Che ho iniziato l'opera e mi sono fermato a metà processo? ohi oi!!! Però mi vengono ora a catena altre domande. Se non ho fatto niente diciamo di buono c'è la morte. Ma per capirci allora è come se non fossi mai esistito? Oppure "sopra di me" c'è quel qualcosa che mi sostanzia ovvero che è la vera matrice e che quindi non muore mai? E aspetta un'altra occasione per mandare qualcun'altro a realizzare quello che io non ho realizzato? Per ora finisco qui ......
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Vecchio 04-03-2010, 02.00.45   #4
Grey Owl
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Se durante la vita non ho formato, alimentato e nutrito l'anima, nel momento della morte fisica la mia coscienza brucia nel tutto e nulla rimane. Il corpo torna alla terra e la coscienza al tutto.

Se durante la vita compio l'opera e formo un'involucro resistente, l'anima quando giungerà la morte fisica, la coscienza resterà ancorata all'anima.

Quello che sono è il gufetto di adesso ma altre visite su questo pianeta le ho sicuramente fatte. Anima antica o giovane che sia esiste un qualcosa che entra ed esce da questa manifestazione, qualcosa fa esperienza e si forma per poi ritornare in un piano superiore. La coscienza superiore è la matrice a tutti i cicli, essa fa esperienza e sempre qualcosa apprende sino a compimento della purificazione del peccato, la realizzazione di un corpo capace di incarnarla in vita.
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Vecchio 04-03-2010, 02.00.47   #5
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Insomma la dannazione sarebbe in sostanza realtà? Ho capito bene? Se hai mezza anima bho è che significa? Che ho iniziato l'opera e mi sono fermato a metà processo? ohi oi!!!
Beh, ho detto che mi associavo alla domanda, quindi non so, però potrebbe darsi, anche se on direi metà.


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Però mi vengono ora a catena altre domande. Se non ho fatto niente diciamo di buono c'è la morte. Ma per capirci allora è come se non fossi mai esistito? Oppure "sopra di me" c'è quel qualcosa che mi sostanzia ovvero che è la vera matrice e che quindi non muore mai? E aspetta un'altra occasione per mandare qualcun'altro a realizzare quello che io non ho realizzato? Per ora finisco qui ......
Ecco, questo si. Se IO non ho combinato nulla, IO muoio. Ma lo Spirito che mi ha emanato, e insieme a me una moltidudine di altre emanazioni, non muore no. Ci sarà qualcun altro che si realizza, qualche altra emanazione. Questo per altro porta ad altre considerazioni, tipo mors tua vita mea, ossia che c'è una moltitudine in lotta per un posto solo... anche se magari non è detto, magari c'è più di un posto, ma per una serie di motivi non credo.

Come dire che se lo Spirito è il ramo, io sono una foglia e come me il ramo fa moltissime altre foglie, nella speranza che una di esse diventi ramo e quindi partecipi alla "ramità" con tutto quel che ne consegue (immortalità ecc.). Se non ce la fa si secca e muore. Se diventa rametto? Magari senza la forza necessaria a svilupparsi ancora ma non più nelle condizini di seccarsi e cadere? Eh, mi sa che resta lì come rametto per un lungo tempo finchè o trova la forza o muore da rametto o diventa qualcos'altro ancora.

Poi per carità, magari anche diventare ramo non è la fine, anzi non avrebbe senso se lo fosse. C'è anche da diventare albero, poi pianeta poi chissà... ma ramo nella mia metafora rappresenta il massimo ottenibile da una foglia nell'arco della sua esistenza come foglia.
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Vecchio 04-03-2010, 02.05.45   #6
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Mi ci vorrà qualche giorno per smaltire il tutto ma ringrazio in anticipo dell'intervento. Cmq ho capito che è dura, è molto dura, una conferma a qualche tempo fa in fatto di intuizioni e visioni, ma questa è un'altra storia, se trovo il modo poi lo scrivo.


Edit: una puntualizzazione, è ovvio che ognuno di noi ambisca ad un rametto ma è anche scontato che non concorriamo per lo stesso, o no? Cioè il ramo da dove provengo io non è lo stesso da dove proviene Rey o Grey per esempio.

Ultima modifica di 'ayn soph : 04-03-2010 alle ore 02.11.00.
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Vecchio 04-03-2010, 02.23.50   #7
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Edit: una puntualizzazione, è ovvio che ognuno di noi ambisca ad un rametto ma è anche scontato che non concorriamo per lo stesso, o no? Cioè il ramo da dove provengo io non è lo stesso da dove proviene Rey o Grey per esempio.
Ah certo. Il ramo di cui tu sei foglia è lo stesso ramo delle altre sue foglie, quelle che gli orientali chiamerebbero rinascite (del ramo) e che gli orientalisti occidentali hanno spesso chiamato erroneamente reincarnazioni (della foglia).
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Vecchio 04-03-2010, 09.58.20   #8
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Ah certo. Il ramo di cui tu sei foglia è lo stesso ramo delle altre sue foglie, quelle che gli orientali chiamerebbero rinascite (del ramo) e che gli orientalisti occidentali hanno spesso chiamato erroneamente reincarnazioni (della foglia).
Quindi se ben comprendo l'albero ha dei rami, ora lasciamo per un momento il discorso a monte (albero, pianeta,sole,galassia,universo ecc...) io (nel senso di spirito) che sono del ramo (strano si dice essere del ramo nel senso di settore ) e vengo diciamo generato dalla linfa della pianta (comune per tutti) ho accanto
o meglio attaccati delle piccole ricrescite (non mi viene il termine) a cui si attaccano le foglie o se vogliamo le gemme che poi porteranno frutti (e se il frutto matura e non viene mangiato poi potrebbe cadendo o anche venendo gettato nel terreno o essendo seminato ad ok produrre altre piante).
Queste foglie sono tutte uguali (tutti noi ad es.) ma ogni ramo è una determinata dinastia, famiglia? Oppure da ogni ramo crescono in continuazione delle altre espressioni dell'IO. Forse queste ultime due coincidono nel senso che io "gareggio" per un premio in palio come ci gareggiano altri della mia stessa cordata (familiari ect) ma se vinco io allora tutti ne godranno?
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Vecchio 04-03-2010, 11.24.08   #9
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Insomma la faccio breve, oggi dannazione è una parola collegata al danno, qualcosa che si rompe o si ammacca (non ricordo cosa è stato detto qui dentro amnesia temporanea). Proseguo, l'uomo comune non si pone questo problema e prosegue per la sua strada (sua nel senso che crede che faccia lui) mentre che inizia un cammino forse è meglio che se lo ponga. Vediamo se faccio bene ad avere scrupoli oppure sono solo parole: se nella vita deve realizzare qualcosa ed ho successo allora si dice che "sfondo" oppure che realizzo o che faccio centro insomma "ce l'ho fatta". Se non ci riesco invece perdo e la perdita per me potrebbe essere un duro colpo da incassare e quindi da "mandare giù" (non trovo lo smile arrampicatore) che mi può fare anche dannare (si dice no?). Andiamo al nocciolo, se si fallisce nella vita spirituale cosa ci aspetta?
Io penso che l'importante è mettersi sulla via per intraprendere il cammino, e che ognuno metta a frutto i suoi talenti, chi più ne ha più ne metta e chi ne ha pochi va bene uguale, così si dovrebbe realizzare se stessi.
In questo modo non si può fallire nella vita spirituale, a qualsiasi punto si sia del cammino.
La dannazione secondo me è quando si nascondono i talenti sotto terra, o quando si vende l'anima al diavolo, cioè quando il massimo scopo della vita è materiale, in questo caso non si è su nessuna via spirituale ma su quella della dannazione.
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Vecchio 04-03-2010, 11.34.19   #10
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Quote/stella
Infatti anche per me era così ma mi sono accorto che fino ad ora non ho "risolto" nulla, ovvero nel concetto che si era creato in me attraverso molti fattori e in ultimo anche la mia personale convinzione non c'era lo spazio per es. per un "viaggio" organico-razionale e organizzato che invece sembra esserci in percorsi già accreditati del tipo iniziatici.
Io come tanti altri partiamo con convinzioni che la vita spirituale sia il fine, e sin da bambini inconsciamente puntiamo su questo risultato ancora non sapendo che poi verrà del tutto inatteso.
voglio dire, quanti realmente intraprendono una strada "che frutta!" realmente? E quanti invece si illudono di inseguire un cammino spirituale senza alcuna meta? E quanti (quasi tutti) non fanno neppure caso a tutto questo?
Quindi la domanda mia è questa: anche avendo i talenti e usandoli mi sembra che si potrebbe arrivare a risultati molto differenti (se non indirizzati) e che quindi darebbero soltanto l'illusione di realizzazione?
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Vecchio 04-03-2010, 12.04.56   #11
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Ma una domanda ancora più assillante sarebbe come mai se tutti i fiori nascono per fare frutto poi non tutti lo fanno? Cioè nelle piante mi sembra che il rapporto sia maggiore rispetto alle anime, ossia su una ipotetica fioritura di 100 al limite ne nascono 50, invece diversamente nel secondo caso la proporzioni mi sembrano nettamente inferiori, come mai?
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Vecchio 04-03-2010, 12.10.27   #12
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Quindi se ben comprendo l'albero ha dei rami, ora lasciamo per un momento il discorso a monte (albero, pianeta,sole,galassia,universo ecc...) io (nel senso di spirito) che sono del ramo (strano si dice essere del ramo nel senso di settore ) e vengo diciamo generato dalla linfa della pianta (comune per tutti) ho accanto
o meglio attaccati delle piccole ricrescite (non mi viene il termine) a cui si attaccano le foglie o se vogliamo le gemme che poi porteranno frutti (e se il frutto matura e non viene mangiato poi potrebbe cadendo o anche venendo gettato nel terreno o essendo seminato ad ok produrre altre piante).
Queste foglie sono tutte uguali (tutti noi ad es.) ma ogni ramo è una determinata dinastia, famiglia? Oppure da ogni ramo crescono in continuazione delle altre espressioni dell'IO. Forse queste ultime due coincidono nel senso che io "gareggio" per un premio in palio come ci gareggiano altri della mia stessa cordata (familiari ect) ma se vinco io allora tutti ne godranno?
Cosa intendi per "IO"? Sei il ramo o la foglia?

Nella mia metafora (ma per carità, possiamo cambiarla) il ramo è lo Spirito che produce una moltitudine di tentativi di incarnazione (le foglie) e tu Ayn sei una di queste ed è ciò che chiami "io". Derivi dallo stesso ramo da cui derivano quelle che semplicisticamente possiamo chiamare precedenti e future (dal punto di vista della foglia) "vite" o tentativi di vita. Tu foglia hai la possibilità di evolvere fino a diventare ramo o prodotti intermedi, così come ce l'hanno le altre foglie, anche se non tutte sdono nella posizione migliore. Il ramo gode delle esperienze di tutte però.
Poi anche il ramo fa parte di un qualcosa di più grosso, diciamo l'albero o un settore di albero (spirito monade?) per cui le foglie di un ramo sono in qualche modo imparentate con le foglie del ramo vicino... in fondo sono della stessa specie, anzi dello stesso albero, quindi molto simili.
Poi ci sono altri alberi della stessa specie, poi alberi di altre specie, foreste e via così...
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Vecchio 04-03-2010, 12.21.23   #13
'ayn soph
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Cosa intendi per "IO"? Sei il ramo o la foglia?
E' che parlavo in prima persona riferendomi al ramo mentre lo consideravo non IO, ovviamente ma "altro".
Cmq ho capito fino ad un punto, IO=foglia come tante altre.
Le rinascite delle foglie però non sono me stesso anche se originano dalla stessa fonte.
Infine le razze, qui non ci ho capito nulla, tutte le foglie di una pianta cosa sono?
i 7 miliardi di persone?
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Vecchio 04-03-2010, 12.51.15   #14
griselda
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Mamma mia questo discorso mi terrorizza. () Bon mi mette anche un po' di "elettricità" addosso.
Inoltre per me non è per niente chiaro cosa succederà dopo, l'idea che mi sono fatta è che siccome siamo come una matrioscka, lasciando corpo per corpo dovremmo avere la replica di quello che siamo dentro ad ogni corpo, proprio come la matrioska altrimenti sarebbe come un andare alla deriva o fluttuare le vuoto. Ma fa sempre parte delle mie elucubrazioni fantasiose.
Quello che invece mi incuriosisce è l'aspetto del ramo e delle foglie. Se su quel ramo una foglia diventa ramo che succede alle altre foglie?
(Tra l'altro poi bisognerebbe prima o dopo ma bisogna farlo in modo chiaro definire cosa succede davvero a me le metafore irritano perchè se posso interpretare come voglio come mi muovo a fasi? (mah) 1°interpretazione,2° interpretazione, 3° e così via? ariMah)

P.S. ben tornato Ayn
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Vecchio 04-03-2010, 12.53.08   #15
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Ma un eventuale "successo" nella ricerca spirituale, ha un punto minimo da conseguire?
VOglio dire c'è almeno un qualcosa che deve sicuramente accadere (per esempio costruirsi un'anima), non raggiunto il quale si è dannati senza speranza o il "successo" si ha anche con il raggiungimento di piccoli traguardi ?
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Vecchio 04-03-2010, 13.00.50   #16
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P.S. ben tornato Ayn
Ben trovata Gri.
Come si dice "è sempre meglio sapere di che male si deve morire"
Oppure anche no, non saprei.
A me il linguaggio metaforico invece appassiona al di la di come è invece la realtà, ma immagino sia molto vicina.
Innanzi tutto essere coscienti della morte è un inizio, poi che si abbiano varie possibilità rientra anche nel campo della vita umana mi pare, vari percorsi e varie strade per vari individui. Ora per es. pensavo al Logos al Sole e alla figura di Cristo e se questo tipo di concetto non sia assimilabile al concetto di Spirito Planetario da cui tutti proveniamo e di cui si sono avute molte manifestazioni dirette (non saprei come metterli nell'albero, meglio parlare di vite e tralci però diventa complicato).
Dovremmo essere noi tutti come dei fiori che prendono la linfa vitale dall'albero Logos meglio identificato come Cristo, ma sono anche le altre manifestazioni tipo Buddha, Krisna o questi sono altri Logos. La confusione c'è.
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Vecchio 04-03-2010, 13.03.51   #17
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Forse ci dovremmo (io per primo) controllare con le domande, ma, infatti ne faccio un'altra:
il fiore crea il frutto che a sua volta può dar vita ad un procedimento da capo, seme, piantina, albero e così via. ma noi non ci identifichiamo in questo processo, cioè il nostro è più vicinno alla foglia, ramo e basta?
Non collego il futuro della foglia. Viene mangiata? A proposito se noi siamo mangiati da qualcosa (chi sarà mai) cosa produciamo?

Ultima modifica di 'ayn soph : 04-03-2010 alle ore 13.09.22.
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Vecchio 04-03-2010, 13.49.14   #18
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ma quindi... è un pò come dire... che dopo la morte se l'anima è "ben formata" continua il suo percorso, ma se così non è... ha un destino simile a quello di un feto malformato?
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Vecchio 04-03-2010, 13.52.55   #19
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Mamma mia questo discorso mi terrorizza. () Bon mi mette anche un po' di "elettricità" addosso.
Ti assicuro che non sei la sola!!!
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Vecchio 04-03-2010, 16.56.29   #20
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Da quanto stiamo dicendo, quindi, sembra che l'anima o comunque i vari corpi vadano man mano costruiti; mi chiedevo perchè, per esempio, la tradizione cattolica parla di un'anima già formata e immortale che può, al peggio, finire all'inferno.

Forse in questo modo ci si fa capire di più dalle persone, le si coinvolge meglio? L'inferno è luogo, nella sua iconografia, più raffigurabile del nulla?

A me personalmente, a livello istintivo, atterrisce e quindi dovrebbe spronarmi di più, l'idea di finire mangiato e sparire, che non l'ipotesi fiamme del'inferno, sarà perchè penso che alla fine ci si abituerebbe anche a quello.
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Vecchio 04-03-2010, 18.48.09   #21
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mi chiedevo perchè, per esempio, la tradizione cattolica parla di un'anima già formata e immortale che può, al peggio, finire all'inferno.
Me lo sono chiesta anch'io, e non so perchè pensavo se magari chi non si libera e appartiene alla Chiesa possa fare anima di gruppo? Non è qualcosa che so, è qualcosa che mi gira in testa, ma che non metto a fuoco. Ma noi siamo legati alla Chiesa sento che è come se fossimo dentro a qualcosa, boooh
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Vecchio 04-03-2010, 18.48.13   #22
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Innanzi tutto essere coscienti della morte è un inizio, poi che si abbiano varie possibilità rientra anche nel campo della vita umana mi pare, vari percorsi e varie strade per vari individui. Ora per es. pensavo al Logos al Sole e alla figura di Cristo e se questo tipo di concetto non sia assimilabile al concetto di Spirito Planetario da cui tutti proveniamo e di cui si sono avute molte manifestazioni dirette (non saprei come metterli nell'albero, meglio parlare di vite e tralci però diventa complicato).
Dovremmo essere noi tutti come dei fiori che prendono la linfa vitale dall'albero Logos meglio identificato come Cristo, ma sono anche le altre manifestazioni tipo Buddha, Krisna o questi sono altri Logos. La confusione c'è.
Io penso che non sia tanto complicato. Per tutte queste manifestazioni penso che è necessario innestarsi sulla loro pianta, come nell'esempio della vite e i tralici, nei quali scorre la stessa linfa della vite...
Per quanto riguarda Cristo, ha fatto l'esempio dei bambini, loro non si chiedono se sono sulla via giusta o no, si fidano e sono puri... quindi non credo che sia tanto un fattore mentale quanto di lasciarsi andare, non opporre resistenza, come i bimbi che si lasciano prendere per mano.
Nel discorso delle beatitudini poi sono state nominate tutte quelle categorie di persone che nella nostra società sono gli ultimi: i perseguitati a causa della giustizia, gli oppressi, gli umili, gli affamati, gli assetati ecc., tutte queste persone forse non si chiedono su quale via sono e non se la sono cercata ma è l'unica che possono seguire.
Chi ha l'opportunità di fare una scelta, secondo me, non dovrebbe vedere quello che gli sembra meglio per accontentare il proprio io, ma seguire la manifestazione che sente sua (che sia Cristo, Buddha, Krisna...), in questo caso però non può dire questo mi piace e questo no, ma seguire la dottrina passo dopo passo... e non basta nemmeno questo se poi questa dottrina non si manifesta nella propria vita con le azioni, i pensieri, e tutto il resto.
Ognuna di queste vie dovrebbero portare a questo Spirito Planetario che tutto comprende, l'importante secondo me è la sincerità del cuore.
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Vecchio 04-03-2010, 19.44.09   #23
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Forse ci dovremmo (io per primo) controllare con le domande, ma, infatti ne faccio un'altra:
il fiore crea il frutto che a sua volta può dar vita ad un procedimento da capo, seme, piantina, albero e così via. ma noi non ci identifichiamo in questo processo, cioè il nostro è più vicinno alla foglia, ramo e basta?
Non collego il futuro della foglia. Viene mangiata? A proposito se noi siamo mangiati da qualcosa (chi sarà mai) cosa produciamo?
La foglia cade e va a fertilizzare l'albero, a meno che non si tratti di un sempreverde... quindi alla morte fisica non tutto muore, si diventa terra fertile che dal punto di vista dell'albero è più utile della singola foglia.
Se invece la foglia si rinforza fino a diventare ramo, non cade più ma resta collegato all'albero in maniera permanente, diventa albero lei stessa, ma non esiste più come foglia...
Comunque è meglio aspettare Ray.
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Vecchio 04-03-2010, 20.26.44   #24
'ayn soph
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Quote stella:
in quello che dici sono pienamente d'accordo ma in questa sede mi interessava invece sapere (sempre che sia possibile) cose che invece non è possibile capire altrove e anche se a volte si interpreta come curiosità non vedo il dramma, parli dei bambini e forse hai figli, ti chiedono qualcosa oppure non ti fanno mai domande, certo si fidano ma chiedono pure e tanto, a volte ci si trova in imbarazzo a spiegare certe cose e pensiamo che sia troppo presto o troppo "delicato" quel particolare.
Io considero ogni cosa importante anche la più insignificante, forse questa non potrà cambiare il mio "stato" immediatamente ma intanto mi da lo slancio adeguato per proseguire è come una carica. Ma non conosco gli altri, grosso modo però siamo tutti umani e a proposito noi siamo anime singole a parte quelle gemelle, ma gli animali per es. hanno un'anima di gruppo? Immagino per razza o forse anche una sola per tutti? Così come i vegetali.
Per me tutto questo è affascinante oltre che istruttivo e motivante, però capisco pure che non a tutti interessi.


Edit: ancora mi sto arrovellando nel capire se per esempio la razza bianca equivale un tipo di pianta così come quella rossa ad un'altra. Ma soprattutto come si chiama la foglia diventata ramo, è della stessa qualità? quindi si è incorporata nello spirito?

Ultima modifica di 'ayn soph : 04-03-2010 alle ore 20.30.09.
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Vecchio 04-03-2010, 21.10.28   #25
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Torniamo ancora un attimo a foglia e ramo, tralasciando per ora il resto (e quindi razze, famiglie e quant'altro).
La foglia, terminato il suo tempo, muore in ogni caso e il suo residuo, ossia la materia di cui è composta, viene riciclato e diventa altro. Proprio quel che accade al nostro corpo fisico quando lui muore, che ci siamo realizzati o meno.

Il punto è: e a me cosa succede?

Se parliamo di sopravvivere alla morte diamo per scontato che qualcosa muore e qualcos'altro potrebbe non morire. Il corpo fisico muore. Cos'è quella cosa che cerchiamo di salvare? Io la chiamerei, per il momento, coscienza. Il corpo fisico è un supporto per la coscienza, le permette di esprimersi ed esperire e crescere nell'ambito di esistenza del supporto. Se, terminato il supporto, la coscienza vuole permanere, gliene serve un altro.

Detto questo, che l'anima ci sia già, immortale o meno, o che sia da costruire è irrilevante... il punto è posso usarla come supporto? Che io coscienza debba costrurimi un'anima o debba costruirmi/imparare ad accedervi per usare lei come supporto invece del fisico è la stessa cosa. Se la coscienza resta senza supporto, dopo un po' muore.
Se l'anima c'è già ma io non posso usarla che avviene alla morte del fisico? Beh la materia fisica viene riciclata tramite putrefazione e diverrà altro... sarebbe sensato supporre che accada lo stesso per l'anima non utilizzata. O magari viene riutilizzata dal ramo così com'è o con qualche modifica per altre foglie... l'anima allora sarebbe un'emanazione del ramo che farebbe da collegamento tra i due (il gambo?) il quale potrebbe far parte del ramo a sua volta.

Se la foglia si realizza che succede? Succede che la coscienza, tramite supporto più adeguato, partecipa alla natura del ramo e non più della foglia... e il ramo, rispetto alla foglia, è immortale.

Che succede se costruisco o riesco ad accedere ad un supporto intermedio? Beh, come il fisico, esso avrà una durata ed esisterà in un ambito che avrà le sue caratteristiche e le sue possibilità. Quindi il gioco lì si sposta... ma sono portato a pensare che l'opportunità migliore sia in questo piano qui.
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