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Vecchio 22-10-2008, 18.13.55   #1
RedWitch
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Predefinito L'indignazione morale

L'indignazione morale è invidia con l'aureola.

Herbert George Wells

Queste parole secondo me rispecchiano benissimo l'animo umano.... ogni volta che mi capita di indignarmi, quando mi scappano le fatidiche parole (basta anche il pensiero , non barate ) "io non lo farei mai" se poi guardo bene sotto qualcosa trovo... per esempio che quel "non lo farei mai" nasconde proprio il timore di fare invece quella determinata cosa , così tendo a scacciarla , ad esorcizzarla, oppure lì per lì mi sembra una cosa lontanissima da me, ma se poi guardo bene è un po' come la volpe che non arriva all'uva, l'invidia con l'aureola di questo aforisma direi.

Sarebbe bene fare molta attenzione quando ci si scopre indignati per qualcosa ... perchè sotto sotto c'è sempre qualcosa da scoprire.

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Vecchio 22-10-2008, 20.03.29   #2
Ray
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Io non sono d'accordo. Una cosa è avere un impulso un'altra è fare.
Ok che in me albergano, magari nascosti, impulsi beceri (così come quelli sublimi) ma scegliere di non metterli in atto e così non diventare indegni di chiamarsi uomo è ben diverso da averli e soggiacere ad essi. Io mi indigno di fronte a qualche che non vorrei mai fare anche e soprattutto se riconosco in me l'impulso, la possibilità. Se non lo riconosco semplicemente non capisco (e magari poi provo schifo).

Certo è anche, però, che una cosa è non mettere in atto un'ignomigna per scelta, un'altra per paura.
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Vecchio 22-10-2008, 20.43.22   #3
Astral
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L'indignazione morale è invidia con l'aureola.

Herbert George Wells

Queste parole secondo me rispecchiano benissimo l'animo umano.... ogni volta che mi capita di indignarmi, quando mi scappano le fatidiche parole (basta anche il pensiero , non barate ) "io non lo farei mai" se poi guardo bene sotto qualcosa trovo... per esempio che quel "non lo farei mai" nasconde proprio il timore di fare invece quella determinata cosa , così tendo a scacciarla , ad esorcizzarla, oppure lì per lì mi sembra una cosa lontanissima da me, ma se poi guardo bene è un po' come la volpe che non arriva all'uva, l'invidia con l'aureola di questo aforisma direi.

Sarebbe bene fare molta attenzione quando ci si scopre indignati per qualcosa ... perchè sotto sotto c'è sempre qualcosa da scoprire.
Sono daccordo, anche se come dice Ray dipende anche dal contesto.
Se uno mi rutta in faccia ad esempio potrei essere molto indignato, cosa significa che sono invidioso di questo, perchè anche io vorrei comportarmi cosi?

E' vero comunque che in certi casi è come dice Red: ad esempio la casalinga sposata che si indigna per l'adultera, forse è perchè in realtà quest'ultima è stata molto piu coraggiosa di lei, e lei non lo può fare invece ( per paura oppure perchè proprio non c'ha speranze di avere un amante per questioni fisiche).

D'altraparte io rimango indignato al dover pagare le tasse, significa che forse ho il timore di pagarle. Ah ecco ora si spiega perchè poi alla fine le pago tutte .

Scherzi apparte, bel topic Red, e sicuramente quello che evidenzi mi sembra un meccanismo di proiezione alla fine, però bisogna vedere caso per caso, perchè diciamo che c'è anche una sana indignazione o per lo meno un sano essere contrariati.
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Vecchio 22-10-2008, 22.07.38   #4
griselda
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L'indignazione morale è invidia con l'aureola.

Herbert George Wells

Queste parole secondo me rispecchiano benissimo l'animo umano.... ogni volta che mi capita di indignarmi, quando mi scappano le fatidiche parole (basta anche il pensiero , non barate ) "io non lo farei mai" se poi guardo bene sotto qualcosa trovo... per esempio che quel "non lo farei mai" nasconde proprio il timore di fare invece quella determinata cosa , così tendo a scacciarla , ad esorcizzarla, oppure lì per lì mi sembra una cosa lontanissima da me, ma se poi guardo bene è un po' come la volpe che non arriva all'uva, l'invidia con l'aureola di questo aforisma direi.

Sarebbe bene fare molta attenzione quando ci si scopre indignati per qualcosa ... perchè sotto sotto c'è sempre qualcosa da scoprire.

E' proprio vero tutto serve a conoscere se quell'impulso c'è anche in noi o neppure lo vediamo o se non lo abbiamo represso o altro.

Chiaro che siccome l'abbiamo tutti o lo abbiamo anche noi non dobbiamo lasciare che sia, ma forse l'indignazione travestita con l'aureola viene spesso da chi proprio non si accorge neppure di avere quella parte, del tipo: ah me non potrebbe mai succedere, ah io no no, solo perchè non la sentono, diverso è quanto dice Ray sentirlo ed astenersi per scelta, ma chi fa questo conosce anche le dinamiche umane e sa di quanto è impossibililtato spesso l'uomo a fare una scelta e per questo non è che deve approvare ma neppure indignarsi ma arrivare ad avere compassione. Altrimenti mi pare che diventi eh io sono forte e mi trattengo tu sei una m...ccia e lo fai, sotto sotto mi pare nasconda un'invidia con l'aureola che fa arrabbiare perchè siccome io mi privo di questa cosa tu invece la fai, io lo vorrei ma non posso e mi indigno perchè tu invece te lo permetti.
Per potersi indignare veramente bisognerebbe vedere se quella persona ha avuto davvero la "possibilità" di scegliere cosa che spesso non sappiamo.
Provare dispiacere, non accettazione per arrivare sino alla compassione ma indignazione mi sa un po' di mettersi sopra e sempre secondo me non si può generalizzare.


P.S. ho la sensazione che l'indignazione provenga dalla paura.
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Ultima modifica di griselda : 22-10-2008 alle ore 22.11.32. Motivo: ho aggiunto il ps
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Vecchio 23-10-2008, 00.15.41   #5
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Sono daccordo, anche se come dice Ray dipende anche dal contesto.
Se uno mi rutta in faccia ad esempio potrei essere molto indignato, cosa significa che sono invidioso di questo, perchè anche io vorrei comportarmi cosi?.
Più che altro essere capace di farlo senza vergogna, l'invidia è per la faccia tosta.

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D'altraparte io rimango indignato al dover pagare le tasse, significa che forse ho il timore di pagarle.
L'invidia qui è per chi le incassa e ne dispone o per chi abusa (nel tuo giudizio).

Sta cosa dell'invidia ci sta... come dicevo però va distinto se c'è una reale scelta per come si decide di essere.
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Vecchio 23-10-2008, 08.35.43   #6
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Non capisco una cosa, io m'indigno eccome se qualcuno mi dovesse digerire in faccia , certo se me lo fa mio figlio di 8 anni si prende una sculacciata e una ramanzina e via.. ma per quanto mi cerchi dentro non lo trovo l'impulso di farlo agli altri...non è solo maleducato ma è anche una mancanza di rispetto bella e buona...m'inquieta quanto state scrivendo perchè, al di la del rutto , mi capita d'indignarm, addolorarmi e incazzolarmi fortemente, ad esempio, quando sento di bambini violentati.
Che secondo quanto scritto significa che nascondo l'impulso di farlo?

Sscusate se non ho capito.

Forse anche qui bisognerebbe applicare quel discorso che faceva Ray altrove, tendiamo a usare il pronome "tutti" invece di "alcuni" (tutti gli uomini sono traditori era l'esempio mi pare..)

Forse in alcuni casi l'indignazione (ma che sarà mai? chi la sa descrivere? io fatico) copre altro...ma non sempre.
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Vecchio 23-10-2008, 11.18.56   #7
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Più che altro essere capace di farlo senza vergogna, l'invidia è per la faccia tosta.



L'invidia qui è per chi le incassa e ne dispone o per chi abusa (nel tuo giudizio).

Sta cosa dell'invidia ci sta... come dicevo però va distinto se c'è una reale scelta per come si decide di essere.
Io non parlerei di invidia, ma di bisogno di veder ripristinati i propri diritti, è un discorso un po' diverso, che riguarda la giustizia.
Si tratta per lo più di rabbia, poichè uno non desidera essere nella loro posizione e prendere i soldi, ma desidera semplicemente poter pagare ciò che è giusto.

Ultima modifica di Astral : 23-10-2008 alle ore 11.20.14. Motivo: aggiunta
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Vecchio 23-10-2008, 13.29.35   #8
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L'indignazione morale è invidia con l'aureola.

Herbert George Wells
Si, ma cosa è l'indignazione? Cosa induce ad indignarsi di fronte ad un fatto o un comportamento?
Me lo stavo chiedendo perchè talvolta capita di indignarsi di fronte, appunto, ad un circostanza ma altre volte no.
Nell'indignazione, insomma, c'è una specie di rigetto ossia una cosa, un fatto, non sono degni e quindi non li si accetta.
Degnare allora è un dare questo o quello. Si dice " degnare di attenzione" cioè dare - e quindi fare in modo di ricevere - attenzione; un'attenzione reciproca probabilmente.
Tutto quello che identifichiamo come degno, per questo, è meritevole da parte nostra. Al contrario, qualcosa di indegno è da rigettare.
Se faccio l'analogia con qualcosa che posseggo, che fa parte di me, e dunque la rigetto, quel qualcosa che non mi piace ( piacerebbe ) mostrare, mi dice - o vorrebbe dirmi - che c'è una certa congruenza con quello che diceva Red.
Ma qui, però, parla di indignazione, si, ma " morale" per cui credo che ci sia da fare una differenza almeno di " piano": morale ed etica.
Se non erro si pigliava questa differenza introdotta qualche tempo fa da Ray.
Se la morale è relativa al costume, all'abitudine, nella società potrà sembrarmi indegno, ad esempio, il comportamento di Tizio che nel suo paese, giacchè è costume, sposa una bambina o Caio che prende tante mogli quante noi, qui in occidente per ovvii motivi, non possiamo prendere.
A sto punto, dal nostro punto di vista, è da rigettare sia l'uno che l'altro. Idem farà il Tizio o il Caio una volta venuto a conoscenza delle " nostre " limitazioni, per l'appunto, di costume.

Ora cosa è che si muove dentro me? Perchè mi indigno?
Forse perchè " sotto sotto" c'è qualcosa.
Il gusto per l'alternativo ad esempio - prendere tante mogli è qualcosa che va al di la del nostro costume - ossia, forse, invidiare ciò che non si ha con la scusante - direi meglio giustificazione per se stessi o di chi è il soggetto che prova - di un atteggiamento riprovevole. Un andare contro una regola dal nostro punto di vista. Regola ormai radicata ma non a tal punto da non far provare nulla...
L'indignarsi allora potrebbe essere anche essere visto come " movimento" interiore...
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 23-10-2008, 16.46.54   #9
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
.............. Io mi indigno di fronte a qualche che non vorrei mai fare anche e soprattutto se riconosco in me l'impulso, la possibilità. Se non lo riconosco semplicemente non capisco (e magari poi provo schifo).
Mah magari fosse sempre così.. significherebbe che sono sempre in grado di riconoscere che in potenza potrei fare per un impulso, ma che so scegliere e discernere .. invece ordinariamente (poi se si cerca di conoscere sè stessi, la cosa inizia già a cambiare) secondo me certe cose non si accettano come possibilità interne, si sentono lontane anni luce e per questo ci si indigna tanto.

Il tuo intervento mi ha fatto pensare che forse mi manca la comprensione esatta di "indignarsi", l'ho cercata sul dizionario (per quanto possa essere riduttivo), ho trovato questa che secondo quanto ho visto in me calza bene:
Citazione:
provare vivo risentimento, muoversi a sdegno: i. per un’offesa, per un’ingiustizia
A me capita di provare quel "vivo risentimento" verso cose che sento lontane da me .. ma credo che più le si ricaccino e più significhi non voler vedere che in potenza ci sono (non che si desiderano fare o che si invidino agli altri (anche se in alcune situazioni, secondo me è proprio l'invidia che fa muovere certi moti di rabbia "indignata" ). Tu sei partito già dal presupposto che sai riconoscere in te la possibilità.. ma per come la vedo io non è sempre così scontato...

Citazione:
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Sono daccordo, anche se come dice Ray dipende anche dal contesto.
Se uno mi rutta in faccia ad esempio potrei essere molto indignato, cosa significa che sono invidioso di questo, perchè anche io vorrei comportarmi cosi?
No non intendevo questo Astral. Provo un esempio sul tuo.
Tu puoi indignarti se uno ti rutta in faccia, non è buona educazione e magari senti che è una cosa che tu non faresti mai. Poi arriva qualcuno che ti dice che se vai in tv e per gioco rutti in faccia ad un altro ti danno molti soldi (facciamo finta che siano tanti da cambiarti la vita) . Ti indigneresti in quel caso? Solo per dire che una cosa che pensi che non faresti mai, magari in altro contesto, in altra situazione potrebbe non essere più così indegna..


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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
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Che secondo quanto scritto significa che nascondo l'impulso di farlo?

Sscusate se non ho capito.

Forse anche qui bisognerebbe applicare quel discorso che faceva Ray altrove, tendiamo a usare il pronome "tutti" invece di "alcuni" (tutti gli uomini sono traditori era l'esempio mi pare..)

Forse in alcuni casi l'indignazione (ma che sarà mai? chi la sa descrivere? io fatico) copre altro...ma non sempre.
Secondo me Daf ci si nega semplicemente il fatto che potenzialmente lo si potrebbe fare. Abbiamo usato forse esempi un po' estremi ma per esempio a me capitava di indignarmi molto se vedevo il tradimento di una donna verso un uomo (semplicemente non lo vedevo possibile in me, ma come mai mi faceva tanto arrabbiare?), poi c'è stato un momento in cui ho vacillato io... ed "improvvisamente" non mi sono piu' tanto incavolata quando sentivo di donne che tradivano.
Non sempre c'è sotto quell'invidia di cui parla l'aforisma in alcuni casi ci sta.. ma sotto l'indignazione qualcosetta secondo me si puo' trovare ...

Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
............
Ora cosa è che si muove dentro me? Perchè mi indigno?
Forse perchè " sotto sotto" c'è qualcosa.
.............
L'indignarsi allora potrebbe essere anche essere visto come " movimento" interiore...
Ecco secondo me sono importanti le domande che hai fatto Jez.. e se ci muovono qualcosa secondo me val la pena andare a scavare ..
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Vecchio 23-10-2008, 17.27.51   #10
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La rigiro diversamente, non solo il potenziale che non accettiamo è vivo in noi ma anche vorremmo farlo tantissimo e non possiamo.
Così ci si indigna tanto se uno spende tantissimi soldi per una barca da 30 metri con la fame nel mondo. Poi se uno sa in coscienza che non desidera essere ricco e avere tantissime cose, non si indigna più, non critica la persona che invece ha scelto di spendere come meglio credeva, ma semplicemente lo guarda e pensa che magari quei soldi erano più utili altrove e fine.
Quindi la differenza sta proprio come si dice sopra in una osservazione di ciò che ci fa nascere qualunque cosa che ci indigna e come la si sviluppa in noi.

A me indigna, anzi mi fa proprio male, sentire che ci sono donne schiave, ma non ho dubbi che non schiavizzerei mai una donna.

Indignarsi, in-degno, togliere dignità alla cosa che osserviamo?
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Vecchio 23-10-2008, 19.55.01   #11
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Certo Red, dipende dal contesto, se tuo marito o tua moglie, si spoglia nudo/a in camera tua, non ti indigni moralmente, ma se lo fa immezzo alla strada, magari ti indigneresti, anche se c'è poi chi afferma che non c'è nulla di male in fondo andare in giro nudi.

In una gara di rutti, io non mi indignerei, però non vedrei la cosa rigidamente come dice Ray, non credo sia invidia della faccia tosta, in questo caso qualsiasi espressione di faccia tosta dovrebbe indignarci.

Credo che in certi casi poi confondiamo indignazione, con schifo, o con il non essere daccordo, oppure con il muso, che significa chiudersi nel silenzio davanti ad un comportamento che non c'è piaciuto.
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Vecchio 24-10-2008, 00.17.30   #12
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.

A me indigna, anzi mi fa proprio male, sentire che ci sono donne schiave, ma non ho dubbi che non schiavizzerei mai una donna.
E non ti faresti mai schiavizzare?

(solo per far vedere che va presa a specchio, come gli esempi precedenti).
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Vecchio 24-10-2008, 00.18.13   #13
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In una gara di rutti, io non mi indignerei, però non vedrei la cosa rigidamente come dice Ray, non credo sia invidia della faccia tosta, in questo caso qualsiasi espressione di faccia tosta dovrebbe indignarci.

.
Perchè "rigidamente"? Ho solo espresso un punto di vista diverso, non più rigido non più morbido.
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E non ti faresti mai schiavizzare?

(solo per far vedere che va presa a specchio, come gli esempi precedenti).
Direi di no, parlavo delle donne costrette a prostituirsi in posti come il Nepal e dintorni.
Son d'accordo con lo specchio ma capita anche di sentire assenza di dignità umana in situazioni particolarmente forti che certamente ci colpiscono, non vogliamo essere insensibili al dolore e pertanto ci lasciamo colpire e ci indignamo per determinate cose, fosse anche la telefonata pubblicitaria.

Lo schifo e l'ndegno io li associo. Quando mi indigno infatti provo schifo per quello che osservo, non li vedo affatto scollegati.
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Vecchio 24-10-2008, 00.40.58   #15
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Direi di no, parlavo delle donne costrette a prostituirsi in posti come il Nepal e dintorni.
Son d'accordo con lo specchio ma capita anche di sentire assenza di dignità umana in situazioni particolarmente forti che certamente ci colpiscono, non vogliamo essere insensibili al dolore e pertanto ci lasciamo colpire e ci indignamo per determinate cose, fosse anche la telefonata pubblicitaria.
No bon, per trovare la tendenza dentro noi dobbiamo anche fare le debite proporzioni, non solo lo specchio. Spesso l'indignazione ci segnala, grazie all'enorme ingrandimento, ua nostra tendenza magari piccola. Faccio un esempio: mi indigno che in certi paesi c'è la tortura, io nn lo farei mai per davvero, poi però ho una certa tendenza a essere un po' violento in determinati casi, o solo il desiderio, magari anche trattenuto... però non del tutto cosscio e quindi un po' compresso.

(come dire, sempre nell'esempio, che semmai sarebbe da chiedersi se in circostanze sufficientemente pazzesche non si sarebbe capaci di prostituirsi o simili)
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Vecchio 24-10-2008, 01.04.38   #16
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No bon, per trovare la tendenza dentro noi dobbiamo anche fare le debite proporzioni, non solo lo specchio. Spesso l'indignazione ci segnala, grazie all'enorme ingrandimento, ua nostra tendenza magari piccola. Faccio un esempio: mi indigno che in certi paesi c'è la tortura, io nn lo farei mai per davvero, poi però ho una certa tendenza a essere un po' violento in determinati casi, o solo il desiderio, magari anche trattenuto... però non del tutto cosscio e quindi un po' compresso.

(come dire, sempre nell'esempio, che semmai sarebbe da chiedersi se in circostanze sufficientemente pazzesche non si sarebbe capaci di prostituirsi o simili)
Ma ragionando così troviamo sempre un minimo di rabbia derivante da chissà cosa che al momento opportuno sotto sollecitazione si scatena, per cui non posso dirti che non è vero quello che dici, certamente si. Ma nella vita quotidiana posso schifarmi indegnandomi e non bramare tranquillamente e posso schifarmi indignandomi perchè bramo e tramo.
Si parla proprio di invidia negata a se stessi. Di criticare il prossimo e di bramare ciò che si critica.
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mi indegno...

Quello che mi chiedo è perchè è riflessivo? Come se fossi io che mi tolgo di dignità, come se compartecipassi all'osservazione. Per cui penso che il sentimento di indignazione possa solo essere reale in assenza di brama (se poi qualcuno lo recita è altro conto).
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Vecchio 24-10-2008, 12.17.57   #18
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Dopo le parole di Uno nell'altro 3D mi sono fermata a riflettere su indignarsi, e poi indignazione.
Una azione o è degna o non degna, come dice Ray di appartenere all'uomo.
Quindi un'azione viene valutata e deve essere valutata sotto questi parametri morali o anche etici.
Poi se uno si indigna o meno dipende dal suo livello di coscienza probabilmente, ma se una cosa è indegna lo rimane al di là delle possibilità che chi l'ha compiuta possa avere avuto, visto, percepito sentito... e mettiamomci tutto quello che vogliamo.
Per cui l'azione in se stessa rimane indegna non si scappa.
Abbiamo fatto l'esempio (Daf) della pedofilia, o altro ben inteso, essa è e rimane un'azione indegna di poter essere associata all'uomo, non ha nessuna dignità, ecco che ci si indigna davanti a questo abominio, poi ci sarà di tutto dietro a questa azione, dentro l'uomo che la messa in atto, ma l'indignazione esiste e deve essere tale. Mai le spetterà dignità che non merita.
Quindi l'invidia genericamente esposta può essere anche una bassa insinuazione da parte di chi pretende che tutto sia lecito.
Che ne pensate?
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Vecchio 24-10-2008, 21.27.50   #19
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Perchè "rigidamente"? Ho solo espresso un punto di vista diverso, non più rigido non più morbido.
Mi sono spiegato male scusa. Intendevo dire che quando che l'invidia per la vergogna può esserci ma dipende dal contesto, non mi sembra una regola fissa però.

In parole povere non sempre c'è una proiezione, può essere effettivamente che quella persona è una maleducata, altrimenti se non provassi un po' di schifo o comunque un po' di contrarietà, la lascerei fare.
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