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Vecchio 02-11-2009, 14.37.57   #1
Ovidio
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Data registrazione: 09-06-2007
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Predefinito La carne

Sono tutto concentrato nella lettura, quando appoggiando il viso fra le mani mi rendo conto della carne che riveste il mio volto. Mi sorprendo, inizio a palpare, le guance, la bocca, la fronte... che strana sensazione sentirsi avvolti da quell'involucro sanguinolento, da quella viscida carne molle che ci relega nella materia.
Più tocco e più mi vien la nausa pensando ad una bistecca, al grasso che schizza di fuori quando la mettiamo a friggere sulla griglia.
Per un attimo ho l'impressione di avere la guancia appoggiata in una padella sul fuoco, sento il fetore del sangue che esce, la carne che frigge, il grasso che cola.
Mi sento una specie di maiale, appeso insieme ad altre centinaia in un mattatoio, carni scuoiate, sventrate, viscida materia purolenta che mi riveste uniformemente, in bocca il sangue che a forza di ingoiarlo mi causa vomito e mi soffoca nella mia stessa feccia.
Sono un maiale, ecco quello che sono! Il mio IO è soffocato e vinto dal grasso, ovattato, rivestito e insonorizzato. E' la carne che mi vive, è la carne che intrisa di grasso mi fa grugnire ad altri milioni di maiali, ad avere comportamenti perversi, a rotolarmi nel fango e a cercare l'appagamento di un amplesso.
Ma ora è diverso. Mi sento ben staccato da questo schifo, anche se tirando la pelle del viso sento che non viene via. E' la mia condanna, mi aderisce addosso come colla, non me ne posso privare. Posso solo spiritualizzarla, devo spiritualizzare il maiale che c'è in me.




Lentamente il momento svanisce, lo schifo passa, il fetore del grasso fritto pure, se ne va anche il nauseabondo odore di sangue in bocca. Torno quello di sempre, mi sento la pelle addosso ma non mi da fastidio, è la normalità non sentire più l'osceno odore quando lo si respira quotidianamente. Tutto tornerà come prima, mi resta solo la sensazione di terrore per quello che ho provato, una piccola anima rapita e segregata in un ammasso di grasso, che urla disperatamente aiuto fra milioni di altri maiali nella stessa condizione, ma che nessuno sente perchè sono rivestiti e soffocati come lei, facce di maiali che come automi camminano in posizione eretta senza sapere dove vanno......
__________________
A narrar il mutare delle forme in corpi nuovi, mi spinge l'estro.
Ovidio non è connesso  
Vecchio 02-11-2009, 20.59.56   #2
Grey Owl
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Messaggi: 2,100
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Seppure leggendoti in principio mi è venuto un senso di nausea, dopo poco ho notato un'aspetto dell'essere che è anche mio, quello del fantasticare.

Mi è capitato anche a me di viaggiare sulle ali del fantasticare e ricadere a terra dopo voli pinarici incontrollati.
Di fatto l'involucro sanguinolento, la viscida carne molle non la si tocca nè la si vede se non con la fantasia.
Associare la propria carne ad una bistecca che frigge sulla griglia è affare di fantasticheria.

Il fetore del sangue che esce, la carne che frigge, il grasso che cola sono tutte immagini che escono dal fantasticare ma il malessere di fondo cè.

Le frasi che ho notato essere di riferimento al fantasticare sono... maiale, il mio IO, grasso, avere comportamenti perversi, appagamento di un amplesso.

Grazie Ovidio di aver postato questa tua esperienza.
Grey Owl non è connesso  
Vecchio 03-11-2009, 10.52.07   #3
Edera
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Ciao Ovidio,
vorrei darti la mia opinione. Quello che scrivi ha un forte impatto su chi legge, è caricato, pregno di sensazioni, veicola emozioni come certi film o comunque come qualcosa che ha che fare con l'arte o come diceva Grey col fantasticare.
Razionalmente però secondo il mio punto di vista quella carne che ti senti addosso non va condannata, nè spiritualizzata nel senso che traspare dalle tua parole (sembrerebbe quasi eliminandola). Dopotutto è attraverso di essa che puoi incamerare esperienze e far arrivare i segnali di esse a quello spirito che tu avverti prigioniero, ingabbiato sotto l'opulenza del grasso e degli organi.
E' attraverso la carne che giungi allo spirito non senza di essa altrimenti l'incarnazione stessa non avrebbe alcun senso se non quella di una pesante e insensata condanna divina. Sì la carne ti tiene verso il basso, ti spinge a terra, frena il tuo volo ma il motivo c'è ed è che è proprio qui in basso che trovi tutto quello che ti serve per la tua strada ed è attraverso il sangue, gli organi, la pelle, le terminazioni nervose, il cervello che puoi suonare la tua musica e farla arrivare fino alle vette che tanto desideri. La separazione che tu avverti secondo me è solo apparente.
Questo è quello che mi è venuto dopo aver letto le tue parole, se tutto questo è già inteso e il tuo voleva essere solo espressione di sensazioni ed emozioni contigenti scusami, ritiro tutto
Un saluto
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Vecchio 03-11-2009, 12.58.31   #4
filoumenanike
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Sono tutto concentrato nella lettura, quando appoggiando il viso fra le mani mi rendo conto della carne che riveste il mio volto. Mi sorprendo, inizio a palpare, le guance, la bocca, la fronte... che strana sensazione sentirsi avvolti da quell'involucro sanguinolento, da quella viscida carne molle che ci relega nella materia.
..
Non ho mai provato schifo per il corpo, l'ho sempre immaginato un involucro caldo che protegge dall'esterno, lo avverto come una meravigliosa macchina che se funzionasse a dovere ti permetterebbe di godere dei piaceri della vita. Il sangue e quanto più di crudo descrivi non mi turbano, sono elementi della natura di cui mi sento partecipe, bellissimo il corpo tenero e dolce di un bambino la cui tenerezza mi dà la speranza che il mondo possa ancora funzionare come il suo caldo corpicino fatto di carne, di ossa, di sangue, di fluidi, niente di tutto quanto ti ha inorrifdito mi fa sentire prigioniera se non il dolore di un corpo ammorbato, malato, attaccato da agenti esterni.

Le tue elucubrazioni, se posso permettermi, nascono da letture fatte, di queste ora tanto attuali, come nel periodo dei morti?
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Vecchio 03-11-2009, 13.41.26   #5
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concordo con Filo, anche a me da piacevoli sensazioni il corpo, a volte la mia carne mi cattura più di quanto vorrei ma è proprio lì che percepisco la sua/mia fragilità e questo mi intenerisce, mi fa capire che devo prendermene cura, rispettarlo, attraverso il mio corpo passano le intemperie della vita a cui devo tener fronte, è il primo a risentirne se sono sorda a certe necessità, ma mai provo sensazioni così nauseanti nei suoi confronti, anzi sono grata al mio corpo che mi ha permesso di toccare le alte vette delle emozioni, mi viene in mente a quanta felicità ho provato mentre allattavo le mie figlie al seno... questo è solo uno dei tanti esempi per cui apprezzo questo mio corpo
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Vecchio 03-11-2009, 14.04.21   #6
Ray
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Il mio IO è soffocato e vinto dal grasso, ovattato, rivestito e insonorizzato. E' la carne che mi vive,
Ti capisco. E' capitata anche a me un'esperienza abbastanza simile... al di là dei toni e dei modi, è la percezione della limitatezza imposta dalla corporeità fisica. Può essere agghiacciante.

Ma anche molto utile, cosa che fa di essa, a mio avviso, una "bella" esperienza, da conservare e custodire anche e soprattutto per i momenti che verranno quando e soprattutto se si riuscirà a modificare questo stato.

E' anche vero quello che hanno detto alcuni che ti hanno risposto... l'IO che si sente limitato dalla carne deve alla carne il suo proprio sentirsi, il passaggio è inevitabile. Ma, se hai avuto questa esperienza, credo te ne sia reso conto.

Si, spiritualizzare il maiale... rende bene. Il primo passo è riuscire a liberare momentaneamente l'anima, in modo che quando torna "prigioniera" (che poi non è più prigioniera, o almeno non come prima) agisca sulla materia che fino a prima agiva su di lei... una specie di inversione della gerarchia. Grossomodo l'opera al nero dell'alchimia. Primo passo non semplice, forse il più difficile di tutti, non basta percepire il "maiale" servono altre cose e soprattutto la liberazione che dicevo, per quanto possa durare poco, deve però essere completa. Basta un mattone ancora in piedi e i muri si riformano. Ma bon, sto divagando... se ripasserai da queste parti e avrai voglia, magari se ne parlerà.

Citazione:
Originalmente inviato da Ovidio Visualizza messaggio
ma che nessuno sente perchè sono rivestiti e soffocati come lei, ......
Beh questo non è vero del tutto. Le risposte a questo tread ne sono una prova. In ogni caso però, quel lamento dell'anima è importante che venga sentito da te.

Ray non è connesso  
Vecchio 03-11-2009, 15.57.10   #7
griselda
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Sono tutto concentrato nella lettura, quando appoggiando il viso fra le mani mi rendo conto della carne che riveste il mio volto. Mi sorprendo, inizio a palpare, le guance, la bocca, la fronte... che strana sensazione sentirsi avvolti da quell'involucro sanguinolento, da quella viscida carne molle che ci relega nella materia.
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Sono un maiale, ecco quello che sono! Il mio IO è soffocato e vinto dal grasso, ovattato, rivestito e insonorizzato. E' la carne che mi vive, è la carne che intrisa di grasso mi fa grugnire ad altri milioni di maiali, ad avere comportamenti perversi, a rotolarmi nel fango e a cercare l'appagamento di un amplesso.
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Ciao Ovidio, posso chiederti cosa stavi leggendo?
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