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Vecchio 15-09-2010, 21.20.39   #126
diamantea
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Predefinito La funzione sensoriale estroversa

La funzione sensoriale è la percezione attraverso i sensi.
Fa parte del tratto irrazionale della personalità.
Nell'estroverso la funzione è condizionata prevalentemente dall'oggetto, quindi dal fattore esterno. Esiste anche la sensorialità soggettiva che nell'estroverso viene rimossa o inibita.
Per la psicologia dell'individuo estroverso con questa funzione prevalente sono determinanti gli oggetti che provocano le sensazioni più forti. Nasce un ancoramento sensoriale agli oggetti. Più che le qualità oggettive è importante l'intensità della sensazione che l'oggetto rimanda. Sensazioni del tutto concrete, quindi eventi o oggetti tangibili, reali e concreti.

Il tipo SE è la persona più realista al mondo. Ha un forte senso della realtà oggettiva. Accumula esperienze reali sull'oggetto concreto.
Più la funzione è pronunciata meno farà uso della propria esperienza, in quanto ogni esperienza diventa solo indicatore di altre percezioni/sensazioni, non parte della coscienza.
Il nuovo viene acquisito sotto forma di sensazioni e serve ad acquisire altre sensazioni. Questo li rende spesso sprovveduti.
Questi tipi sono considerati come razionali, in realtà non lo sono in quanto sono soggetti alla percezione del caso irrazionale che all'evento razionale.
Il tipo non elevato è l'uomo della realtà, concreto, fattivo, non riflessivo, non ha intenti prevaricatori, non è sgradevole ma anzi è il compagnone che rallegra la comitiva, è allegro e pieno di vita.
Può essere compagno di bagordi oppure un esteta; il primo bada ad un buon pasto, il secondo al buon gusto.
Ad ogni livello cmq la sua intenzione punta al godimento, all'appagamento dei sensi tramite la percezione che proviene dall'oggetto.
Il suo ideale è la concretezza, non si pone problemi esistenziali. A casa sua si mangia bene, si vive comodi, si veste bene, ed ha uno stile adeguato se raffinato. In questo metterà molto amore, energia e dedizione.

Se la funzione sensazione prende il sopravvento fino a far scomparire il soggetto percepente questo tipo diventa sgradevole, si manifesterà o come un rozzo crapulone o un raffinato esteta che non conosce scrupoli.
Quando l'incoscio assume il ruolo compensatorio si manifesteranno le intuizioni rimosse. Qui nascono le congettute, le fobie fino a sfociare nella nevrosi.
Se si tratta di un oggetto sessuale, si manifesterà la gelosia e gli stati d'angoscia. Se l'oggetto è di natura morale o religiosa la nevrosi sfocerà con una forte impronta di irrealtà, moralità intransigente e religiosità primitiva, con riti di magia e superstizione.
L'intera cultura del sentire e del pensare si manifesta in modo primitivo fino alla inumana meschinità.
In questi casi ogni tentativo di far ragionare il soggetto è vano e controproducente. L'unica alternativa è la pressione affettiva.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 17-09-2010, 20.26.08   #127
nikelise
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La funzione sensoriale è la percezione attraverso i sensi.
Fa parte del tratto irrazionale della personalità.
Nell'estroverso la funzione è condizionata prevalentemente dall'oggetto, quindi dal fattore esterno. Esiste anche la sensorialità soggettiva che nell'estroverso viene rimossa o inibita.
Per la psicologia dell'individuo estroverso con questa funzione prevalente sono determinanti gli oggetti che provocano le sensazioni più forti. Nasce un ancoramento sensoriale agli oggetti. Più che le qualità oggettive è importante l'intensità della sensazione che l'oggetto rimanda. Sensazioni del tutto concrete, quindi eventi o oggetti tangibili, reali e concreti.

Il tipo SE è la persona più realista al mondo. Ha un forte senso della realtà oggettiva. Accumula esperienze reali sull'oggetto concreto.
Più la funzione è pronunciata meno farà uso della propria esperienza, in quanto ogni esperienza diventa solo indicatore di altre percezioni/sensazioni, non parte della coscienza.
Il nuovo viene acquisito sotto forma di sensazioni e serve ad acquisire altre sensazioni. Questo li rende spesso sprovveduti.
Questi tipi sono considerati come razionali, in realtà non lo sono in quanto sono soggetti alla percezione del caso irrazionale che all'evento razionale.
Il tipo non elevato è l'uomo della realtà, concreto, fattivo, non riflessivo, non ha intenti prevaricatori, non è sgradevole ma anzi è il compagnone che rallegra la comitiva, è allegro e pieno di vita.
Può essere compagno di bagordi oppure un esteta; il primo bada ad un buon pasto, il secondo al buon gusto.
Ad ogni livello cmq la sua intenzione punta al godimento, all'appagamento dei sensi tramite la percezione che proviene dall'oggetto.
Il suo ideale è la concretezza, non si pone problemi esistenziali. A casa sua si mangia bene, si vive comodi, si veste bene, ed ha uno stile adeguato se raffinato. In questo metterà molto amore, energia e dedizione.

Se la funzione sensazione prende il sopravvento fino a far scomparire il soggetto percepente questo tipo diventa sgradevole, si manifesterà o come un rozzo crapulone o un raffinato esteta che non conosce scrupoli.
Quando l'incoscio assume il ruolo compensatorio si manifesteranno le intuizioni rimosse. Qui nascono le congettute, le fobie fino a sfociare nella nevrosi.
Se si tratta di un oggetto sessuale, si manifesterà la gelosia e gli stati d'angoscia. Se l'oggetto è di natura morale o religiosa la nevrosi sfocerà con una forte impronta di irrealtà, moralità intransigente e religiosità primitiva, con riti di magia e superstizione.
L'intera cultura del sentire e del pensare si manifesta in modo primitivo fino alla inumana meschinità.
In questi casi ogni tentativo di far ragionare il soggetto è vano e controproducente. L'unica alternativa è la pressione affettiva.
Credo che nessuno voglia essere un sensoriale estroverso ed io mi associo e nego di esserlo checche' ne dica Ray .
Tuttavia anche questa funzione ha la sua importanza come abbiamo visto per l'introverso pensiero (luke ).
Se la funzione prevalente per costituzione e' la sensazione allora sara' rimossa nell'inconscio l'intuizione che come abbiamo visto e' la proiezione nel tempo e nello spazio del rapporto con l'oggetto.
Dunque la sensazione estroversa e' attaccamento fisico all'oggetto sul quale il soggetto si ferma oppure e' la funzione che vene appicata ad altro oggetto per la sola voglia di sperimentare un'altra sensazione .
E' una funzione irrazionale perche' con l'esercizio di questa funzione non si attiva alcun giudizio alcuna valutazione .
Anche per questo tipo saranno importanti le funzioni ausiliarie che se non potranno svilupparsi a livello della funzione primaria (che altrimenti non sarebbe tale) , potranno pero' dare al comportamento di questo tipo una direzione un po' meno unilaterale che non un rapporto materiale con l'oggetto .
A questo proposito il pensiero o il sentimento potranno attenuare le caratteristiche del tipo .

E' facile immaginare che elevate a livello cosciente le 3 funzioni di sensazione pensiero e sentimento , ciascuna con la sua importanza, questo tipo potra' senz'altro confondersi nelle sue manifestazioni ,con altri tipi in cui pervalgono altri atteggiamenti rispetto all'oggetto .
Tuttavia la completezza che deriva dall'integrazione di tutte e 4 le funzioni si avra' solo con l'emersione a livello cosciente dell'intuizione .

Ultima modifica di nikelise : 17-09-2010 alle ore 20.28.43.
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Vecchio 17-09-2010, 20.55.29   #128
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Nike aspetta di leggere il tipo intuitivo poi decidi quale non vuoi essere dei due
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Vecchio 17-09-2010, 21.50.24   #129
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Credo che nessuno voglia essere un sensoriale estroverso ed io mi associo e nego di esserlo checche' ne dica Ray .

Penso di essere un sensoriale estroverso (SE) e non lo nego.
Quote:

Dunque la sensazione estroversa e' attaccamento fisico all'oggetto sul quale il soggetto si ferma oppure e' la funzione che vene appicata ad altro oggetto per la sola voglia di sperimentare un'altra sensazione .

E' la visione edonista per eccellenza, godere del piacere e rifuggere il dolore.
Quote:

E' una funzione irrazionale perche' con l'esercizio di questa funzione non si attiva alcun giudizio alcuna valutazione.

Il grande limite dell'SE è quella di perdersi nel limbo delle senzazioni, come un giunco nella tempesta delle sensazioni. Non portando mai giudizio e valutazione esso non conosce il limite tra il bene ed il male, anzi nulla è male se funzionale alla ricerca delle sensazioni.
Quote:

Tuttavia la completezza che deriva dall'integrazione di tutte e 4 le funzioni si avra' solo con l'emersione a livello cosciente dell'intuizione .
Vero, è attraverso l'intuizione che il sensoriale trova la strada per recuperare la razionalità ed il sentimento.
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Vecchio 17-09-2010, 22.08.20   #130
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Oh ma solo io ci sto di introverso?
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Vecchio 17-09-2010, 22.42.02   #131
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Vero, è attraverso l'intuizione che il sensoriale trova la strada per recuperare la razionalità ed il sentimento.
Bravo Grey rivalutiamo questo tipo estroverso sensazione , come se sentire fosse meno ....ma chi l'ha detto .
Certo poi ci dobbiamo mettere vicino il resto ma come accade con tutti i tipi .
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Vecchio 17-09-2010, 22.42.58   #132
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Oh ma solo io ci sto di introverso?
No no e' che chi so io non si espone .
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Vecchio 18-09-2010, 00.12.20   #133
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Credo che nessuno voglia essere un sensoriale estroverso ed io mi associo e nego di esserlo checche' ne dica Ray .
Beh, descritto così neanche io ti ci vedo. Però una certa diciamo importanza alla funzione sensazione... o un certo funzionamento del centro istintivo... che per altro mica è una brutta cosa. Ma vabbeh, siamo fuori tema e, ovviamente, può darsi il caso che la mia sensazione sia errata.
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Vecchio 19-09-2010, 09.34.53   #134
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Credo che la funzione sensoriale sia la prima a manifestarsi nell'essere umano e che molto prima dell'evoluzione della specie l'uomo sia stato governato prevalentemente da questa. Credo che l'uomo abbia prima sviluppato le funzioni irrazionali.
Il bambino alla nascita ha già innata questa funzione, legata alla sopravvivenza. Bambini che hanno questa funzione poco sviluppata hanno difficoltà a crescere.
Poi cosa succede dopo è un pò un mistero per me malgrado abbia studiato lo sviluppo della personalità.
Jung, ma non solo lui, dice che la funzione che sviluppiamo di più dipende già da una predisposizione, abbiamo una valigia, un bagaglio alla nascita che ci porterà in quella direzione, che può essere snaturata da modelli coartivi ma la persona svilupperà nevrosi, psicosi, e la si può aiutare solo a trovare la sua naturale funzione per cui è stato predisposto.
Insomma è una specie di destino. Posso anche accettarlo pensando ad una differenziazione delle personalità che devono svilupparsi tutte nella dimensione umana, un pò come i mestieri sono tutti necessari, non possiamo essere tutti dottori o avvocati, serve anche l'infermiere o il netturbino.
Poi nel passo successivo, nel processo di crescita, con la consapevolezza si svilupperanno anche le altre funzioni, per raggiungere la piena conoscenza di Sè.

Mi riconosco parecchio nella funzione sensoriale malgrado non è la mia principale in quanto governata dal sentimento e dal giudizio, eppure la funzione sensazione la sento forte, concorre nel perdermi nell'oggetto, rafforza la mia propensione verso l'oggetto. E' ciò che mi rende sensibile verso la sensualità e mi permette di suscitare emozioni e sensazioni nell'altro.

Sentimento, sensazioni e intuizioni si basano tutte sul sentire, ma a livelli diversi, per cui è facile confondersi senza la funzione pensiero che discerne, separa, colloca.

Il limite è il punto in cui si rischia di perdere se stesso nell'oggetto. Io questo limite l'ho visto, l'ho quasi toccato. Credo sia questa questa l'origine del mio conflitto. Conosco il limite e non voglio oltrepassarlo, per cui la funzione pensiero è diventata come una sentinella, raffredda il mio sentire per controllare la situazione.

Dentro di me è chiara una cosa: non voglio perdere me stessa nell'oggetto, per questo sacrifico molto del mio sentire se mi avvicino troppo al punto limite, riducendo tutto a "nient'altro che".
Se la mia è una funzione estroversa sarò sempre condizionata dall'oggetto, eppure sento che una soluzione deve pur trovarsi senza porsi limiti repressivi con la propria energia.
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Ultima modifica di diamantea : 19-09-2010 alle ore 09.37.53.
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Vecchio 19-09-2010, 10.18.36   #135
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E' la visione edonista per eccellenza, godere del piacere e rifuggere il dolore.
Già, il dolore porta dentro, è sgradevole, come la sensazione di aver fatto male a qualcuno, poi peggio a se stessi, meglio affogare questi giudizi della mente in un buon bicchiere di vino, o in una bella scop(bip)... la vita è così breve... non è responsabilità nostra, Dio ha voluto così... la vita è questa... guardiamo il biscchiere solo mezzo pieno, quello vuoto lasciamolo agli altri... facciamoci una risata e tutto è finito...
Sono le argomentazioni con cui rifiutiamo il debole tentativo della funzione pensiero quando ci dice che stiamo esagerando.
Questi soggetti mal sopportano i disagi che la vita a volte offre, le malattie è il dolore fisico e morale.
In genere hanno una buona resistenza fisica, un buono stato di salute, grande energia e la capacità di sdrammatizzare sempre, troppo forse anche quando non si dovrebbe. Sono persone di cui si sente il vuoto dopo la loro scomparsa, è il lato piacevole della vita ma può creare molto conflitto ad una moglie che ha anche il bisogno di essere guardata dentro e non solo fuori.
Doveva essere un tipo ES il mio amico che è morto lo scorso anno durante il diluvio a Scaletta. Una montagna che uccide una montagna. E' morto felice mentre andava ad una mangiata con i colleghi, per questo sottovalutò il pericolo della sciagura che si sarebbe abbattuta su di lui di lì a breve.
Chiamò la moglie e le disse ridendo: sta venendò giù il mondo, fra 20 minuti sono a casa, lei lo supplicò di tornare indietro, di fermarsi ma lui disse che aveva un appuntamento e non voleva arrivare in ritardo.
Ha lasciato un vuoto enorme in famiglia e nel paese intero, una moglie incontenibilmente arrabbiata e non capisce il motivo, e si sente pure in colpa per averlo sempre sgridato come un bambino, eppure lui era un uomo buono.
Egli era l'amico di tutti ma non era capace di sopportare un disagio, un dolorino, così pregava sempre di morire nel suo momento senza soffrire mai e Dio lo ha accontentato.

Perdonami Grey, ma la tua frase mi ha suscitato questa riflessione senza volerlo, scrivendo mi è venuta in mente questa cosa che ho condiviso forse nel post sbagliato ma è stato di getto, il primo ottobre farà un anno, andrò alla Messa e voglio trovare un modo per consolare la mia amica, aiutarla a trovare una spiegazione che possa darle un pò di pace, è un anno che mi guarda negli occhi cercando una spiegazione, ed io non ho saputo ancora dare.
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Vecchio 19-09-2010, 12.55.49   #136
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Sentimento, sensazioni e intuizioni si basano tutte sul sentire, ma a livelli diversi, per cui è facile confondersi senza la funzione pensiero che discerne, separa, colloca.

Il limite è il punto in cui si rischia di perdere se stesso nell'oggetto. Io questo limite l'ho visto, l'ho quasi toccato. Credo sia questa questa l'origine del mio conflitto. Conosco il limite e non voglio oltrepassarlo, per cui la funzione pensiero è diventata come una sentinella, raffredda il mio sentire per controllare la situazione.

Dentro di me è chiara una cosa: non voglio perdere me stessa nell'oggetto, per questo sacrifico molto del mio sentire se mi avvicino troppo al punto limite, riducendo tutto a "nient'altro che".
Se la mia è una funzione estroversa sarò sempre condizionata dall'oggetto, eppure sento che una soluzione deve pur trovarsi senza porsi limiti repressivi con la propria energia.
Solo una correzione ma che e' importante .
Il sentimento non e' legato al sentire ma al valore che per noi ha l'oggetto .
E' strano e va contro un comune modo di vedere il sentimento ma questa e' una funzione razionale non irrazionale .
Sicche' come il pensiero cosi' anche il sentimento hanno un ruolo di contenimento della sensazione o dell'intuizione quali funzioni irrazionali privi di alcun giudizio o valutazione .

Ancora qualcosa sul tipo estroverso sensazione .
Tutti noi percepiamo con i sensi ma di cio' che percepiamo solo una parte emerge alla coscienza .
Quando invece la funzione estroversa sensazione diventa prevalente ed unilaterale allora tutto quello che e' percepito emerge alla coscienza viene come si dice appercepito cioe' aggregato agli altri contenuti della psiche e da' una direzione al soggetto .
Per questo per tale tipo la sensazione e' vita , vitalita' anzi l'intensita' della sensazione e' l'unico valore di riferimento .
Del tutto rimossa e' l'intuizione cioe' la percezione inconscia del destino che ci lega all'oggetto che dunque spesso andra' e ripartira' dalla vita del soggetto .
Per questo se non corretta dalle altre funzioni la sensazione diventa l'unico metro di giudizio e ci si annulla nell'oggetto senza alcun discernimento logico o sentimentale anzi tali funzioni a livello primitivo e indifferenziato lo legano sempre piu' all'oggetto con conseguenze nefaste .
La logica ed il sentimento quali funzioni deboli perche' indifferenziate si piegano all'impulso irrazionale della sensazione con conseguenze facili da immaginare al livello di comportamento .
L'intuizione poi emergendo con forza dall'inconscio e dirigendosi verso l'oggetto diventa di natura strana sviluppando paure ed ossessioni .

Un'ultima cosa . questo tipo non e' detto sia un grossolano materialista se affina la parte superiore della sensazione puo' essere un raffinatissimo esteta che valorizza in ogni modo l'oggetto .

Ultima modifica di nikelise : 19-09-2010 alle ore 12.58.28.
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Vecchio 19-09-2010, 17.25.31   #137
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Bene facciamo il punto .
Abbiamo trattato i tipi :

estroverso sentimento detto o detta :
finta alternativa , conformista ,in amore rompicobip .

L'introverso pensiero anche detto : la so lunga ma mi fregano tutti e non ci metto le mani.... perche' me le taglio .

L'estroverso pensiero: so tutto io , faccio io , mettiti li e fammi da cuscino .

L'introversa sentimento : ce l'ho d'oro , se mi invitate a casa chiudete le gioie a chiave che me le prendo , mi piaci ma stammi a distanza .

L'estroverso sensazione : mi chiamano il polipo ma alla fine vengono tutte qui , voglio morire la' dentro , mi e' piu' che sufficente per dare un senso alla vita .

Abbiamo trattato poco l'introversa sentimento la vera trappola per topi , l'ho conosciuta e ve la posso descrivere bene se interessa anzi , possibile che in forum non ne abbiamo un'esponente che mi sfogo ?

Restano da trattare con la dovuta attenzione
l'introverso sensazione e l'estroverso e introverso intutizione .
Quindi faremo il punto concludendo con il tema piu' importante , la funzione trascendente , quella cosa che ha inventato jung che mette a posto tutto .....ben descritta ma che forse non l'ha capita neppure Lui come funziona . Scherzo scusami jung .

Ah sapete che jung e' morto nell'anno in cui sono nato io ?
Chissa se e' uno dei sincronismi di cui parla , vista la passione che ho per lui e che fu il caso che me lo fece incontrare .
Sto leggendo in contemporanea 5 suoi libri molto scorrevoli , trascrizioni di sue conferenze .
Si, accadde alle 6 circa di mattina di ormai 4 anni fa circa , quando Gabriele la Porta tratto' una trasmissione dal nome ''anima '' e illustro' un bellissimo libro di una junghiana di nome Carla Stroppa che intitola ''la luce oltre la porta '' .
Lo consiglio vivamente .
Da li' comincio' la mia passione per Lui e per l'inconscio .

Ultima modifica di nikelise : 19-09-2010 alle ore 17.27.37.
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Vecchio 19-09-2010, 17.38.18   #138
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Solo una correzione ma che e' importante .
Il sentimento non e' legato al sentire ma al valore che per noi ha l'oggetto .
E' strano e va contro un comune modo di vedere il sentimento ma questa e' una funzione razionale non irrazionale .
Sicche' come il pensiero cosi' anche il sentimento hanno un ruolo di contenimento della sensazione o dell'intuizione quali funzioni irrazionali privi di alcun giudizio o valutazione .
Su questo Jung è chiaro, il sentimento provato è autentico e profondo nel tipo ES, anche se la scelta cade sul tipo giusto, ma è dettato comunque da un sentimento autentico, questo è innegabile, come pure che il sentimento è sentito, percepito, non pensato. Io dico "sento di amarti", se dicessi "penso di amarti" non sarebbe più sentimento.
Razionale è poi l'uso che ne facciamo del sentire sentimento, di rapportarsi all'oggetto.
La difficoltà della provenienza del sentire è che tutto viene confuso con la percezione dei sensi, per cui sentirsi innamorati può non corrispondere all'essere veramente innamorati. La funzione principale si appropria di tutte le percezioni.

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Un'ultima cosa . questo tipo non e' detto sia un grossolano materialista se affina la parte superiore della sensazione puo' essere un raffinatissimo esteta che valorizza in ogni modo l'oggetto .
Certo, mi sembra di averlo già detto nella mia descrizione.
Tuttavia anche l'esteta che valorizza l'oggetto lo fa sempre per se stesso, per le sensazioni di piacere che l'oggetto gli rimanda. Può diventare privo di scrupoli nell'usare l'oggetto come fonte del proprio piacere.
A questo livello alto la sensazione diventa la pienezza della sua vita reale. Il godimento diventa la sua moralità, con leggi proprie e relativa devozione.
Egli resta fedele al suo principio della sensazione oggettiva raggiungendo la massima purezza del sentire, ma svuotando totalmente l'oggetto di significato.
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Vecchio 19-09-2010, 19.36.53   #139
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Su questo Jung è chiaro, il sentimento provato è autentico e profondo nel tipo ES, anche se la scelta cade sul tipo giusto, ma è dettato comunque da un sentimento autentico, questo è innegabile, come pure che il sentimento è sentito, percepito, non pensato. Io dico "sento di amarti", se dicessi "penso di amarti" non sarebbe più sentimento.
Razionale è poi l'uso che ne facciamo del sentire sentimento, di rapportarsi all'oggetto.
La difficoltà della provenienza del sentire è che tutto viene confuso con la percezione dei sensi, per cui sentirsi innamorati può non corrispondere all'essere veramente innamorati. La funzione principale si appropria di tutte le percezioni.



Certo, mi sembra di averlo già detto nella mia descrizione.
Tuttavia anche l'esteta che valorizza l'oggetto lo fa sempre per se stesso, per le sensazioni di piacere che l'oggetto gli rimanda. Può diventare privo di scrupoli nell'usare l'oggetto come fonte del proprio piacere.
A questo livello alto la sensazione diventa la pienezza della sua vita reale. Il godimento diventa la sua moralità, con leggi proprie e relativa devozione.
Egli resta fedele al suo principio della sensazione oggettiva raggiungendo la massima purezza del sentire, ma svuotando totalmente l'oggetto di significato.
Si e' giusto dire che si sente di amare ma e' diverso dal sentire sensazioni o intuizioni .
Si sentono , si provano sentimenti cioe' emozioni che consentono di esprimere giudizi di valore .
No di certo non si pensano i sentimenti .
Diverso e' percepire con i sensi o intuire l'ignoto che proviene dall'inconscio , qui non ci sono giudizi .

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Vecchio 20-09-2010, 21.16.44   #140
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Predefinito la funzione intuitiva estroversa

L'intuizione è un processo prevalentemente inconscio, quindi comprenderne la natura è impresa ardua.
Questa funzione nella coscienza si manifesta come un atteggiamento di attesa che fiuta e subodora.
L'intuito non è soltanto una percezione ma è un processo attivo, creativo, che immette nell'oggetto quanto da esso prende, cioè carica l'oggetto del concetto che inconsciamente ne ricava.
All'inizio l'intuito comunica solo immagini, le quali equivalgono a nozioni , conoscenze che influenzano e determinano l'azione.
Le altre tre funzioni sono relativamente rimosse, ma la sensoriale è quella in antitesi; in quanto conscia disturba la visione inconscia pura, esente da giudizi, che accentra l'attenzione su aspetti fisici su cui l'intuitivo vuole arrivare.
Una sorta di rivalità dunque con la funzione sensoriale, soprattutto nell'estroverso in quanto osservano l'oggetto, quindi l'intuito è vicinissimo alla percezione che può somigliare alla sensazione.
L'intuitivo usa il termine sensazione che tuttavia non intende quella fisica percettiva, ma quella inconscia che esula la fisicità attraverso i sensi.
L'intuizione mira a raccogliere il massino numero di possibilità, in quanto l'intuitivo è attratto e appagato dal numero di possibilità del dato oggettivo.
Per l'intuitivo ogni situazione della vita diventa in pochissimo tempo una prigione soffocante a cui deve trovare soluzione.
L'intuitivo non si trova mai dove esistono valori reali generalmente riconosciuti, ma sempre dove esistono possibilità.
Possiede un particolare fiuto per situazioni in corso di sviluppo.
Non si trova mai in situazioni stabili, solidamente fondate, esistenti da tempo e il cui valore è generalmente riconosciuto, egli si troverà in quelle meno datate e di valore limitato.
Egli è alla ricerca di nuovi oggetti e nuove vie di sviluppo a cui si dedica con grande amore ed energia, per poi abbandonarle miseramente non appena ne ha rilevato il valore e non servono più al suo intuito. Egli pecca di volubilità, intesa come cambio di interesse e di valore per un oggetto più appetibile, e non sentirà ragioni nel fermarsi se l'oggetto non suscita più il suo interesse in termini di possibilità.
Solo le funzioni sentimento e pensiero sono in grado di compensare efficacemente il dominio dell'intuito, fornendogli il giudizio che in lui manca totalmente.
La morale dell'intuitivo è rimanere fedele al suo principio.
Ha poco interesse verso il benessere di chi gli sta accanto ma anche del proprio. Spesso è considerato immorale e spregiudicato.
A questo tipo appartengono commercianti, imprenditori, speculatori, spie, politici.
Questo tipo sembra essere più frequente nelle donne, le quali risultano essere arriviste prive di scrupoli, capaci di allacciare rapporti anche sentimentali con uomini solo per sfruttarli ed abbandonarli quando non servono più.
Ad un livello elevato il tipo EI diventa un promotore di cultura, di ogni genere di imprese, è un difensore di tutte le minoranze promettenti, che hanno un futuro. Sanno infondere coraggio ed entusiasmo per una nuova causa anche se egli stesso la abbandonerà presto.
L'intuitivo è un dispersivo di energia, si comporta con leggerezza trascurando la propria vita per promuovere attività da cui si prenderanno i benefici gli altri quando egli lascerà il campo senza aver prima raccolto i frutti delsuo impegno.
Quando le funzioni sentimento e pensiero emergono dall'inconscio sono arcaiche e infantili, generano nevrosi e pensieri ossessivi, l'intuitivo si potrà perdere in situazioni prive di prospettive, come il partner sbagliato.
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Vecchio 20-09-2010, 21.36.53   #141
nikelise
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L'intuizione è un processo prevalentemente inconscio, quindi comprenderne la natura è impresa ardua.
Questa funzione nella coscienza si manifesta come un atteggiamento di attesa che fiuta e subodora.
L'intuito non è soltanto una percezione ma è un processo attivo, creativo, che immette nell'oggetto quanto da esso prende, cioè carica l'oggetto del concetto che inconsciamente ne ricava.
All'inizio l'intuito comunica solo immagini, le quali equivalgono a nozioni , conoscenze che influenzano e determinano l'azione.
Le altre tre funzioni sono relativamente rimosse, ma la sensoriale è quella in antitesi; in quanto conscia disturba la visione inconscia pura, esente da giudizi, che accentra l'attenzione su aspetti fisici su cui l'intuitivo vuole arrivare.
Una sorta di rivalità dunque con la funzione sensoriale, soprattutto nell'estroverso in quanto osservano l'oggetto, quindi l'intuito è vicinissimo alla percezione che può somigliare alla sensazione.
L'intuitivo usa il termine sensazione che tuttavia non intende quella fisica percettiva, ma quella inconscia che esula la fisicità attraverso i sensi.
L'intuizione mira a raccogliere il massino numero di possibilità, in quanto l'intuitivo è attratto e appagato dal numero di possibilità del dato oggettivo.
Per l'intuitivo ogni situazione della vita diventa in pochissimo tempo una prigione soffocante a cui deve trovare soluzione.
L'intuitivo non si trova mai dove esistono valori reali generalmente riconosciuti, ma sempre dove esistono possibilità.
Possiede un particolare fiuto per situazioni in corso di sviluppo.
Non si trova mai in situazioni stabili, solidamente fondate, esistenti da tempo e il cui valore è generalmente riconosciuto, egli si troverà in quelle meno datate e di valore limitato.
Egli è alla ricerca di nuovi oggetti e nuove vie di sviluppo a cui si dedica con grande amore ed energia, per poi abbandonarle miseramente non appena ne ha rilevato il valore e non servono più al suo intuito. Egli pecca di volubilità, intesa come cambio di interesse e di valore per un oggetto più appetibile, e non sentirà ragioni nel fermarsi se l'oggetto non suscita più il suo interesse in termini di possibilità.
Solo le funzioni sentimento e pensiero sono in grado di compensare efficacemente il dominio dell'intuito, fornendogli il giudizio che in lui manca totalmente.
La morale dell'intuitivo è rimanere fedele al suo principio.
Ha poco interesse verso il benessere di chi gli sta accanto ma anche del proprio. Spesso è considerato immorale e spregiudicato.
A questo tipo appartengono commercianti, imprenditori, speculatori, spie, politici.
Questo tipo sembra essere più frequente nelle donne, le quali risultano essere arriviste prive di scrupoli, capaci di allacciare rapporti anche sentimentali con uomini solo per sfruttarli ed abbandonarli quando non servono più.
Ad un livello elevato il tipo EI diventa un promotore di cultura, di ogni genere di imprese, è un difensore di tutte le minoranze promettenti, che hanno un futuro. Sanno infondere coraggio ed entusiasmo per una nuova causa anche se egli stesso la abbandonerà presto.
L'intuitivo è un dispersivo di energia, si comporta con leggerezza trascurando la propria vita per promuovere attività da cui si prenderanno i benefici gli altri quando egli lascerà il campo senza aver prima raccolto i frutti delsuo impegno.
Quando le funzioni sentimento e pensiero emergono dall'inconscio sono arcaiche e infantili, generano nevrosi e pensieri ossessivi, l'intuitivo si potrà perdere in situazioni prive di prospettive, come il partner sbagliato.
Dai Diam mi fai sentire in colpa , stai facendo tu tutta la fatica .
Grazie comunque .
Questo e' il mio tipo , ammesso sia vero .

Ultima modifica di nikelise : 20-09-2010 alle ore 21.43.00.
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Vecchio 20-09-2010, 21.55.04   #142
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Dai Diam mi fai sentire in colpa , stai facendo tu tutta la fatica .
Grazie comunque .
Questo e' il mio tipo , ammesso sia vero .
Beh! se sei veramente tipo intuito ti perdono, sei il classico tipo armiamoci e partite
Metti entusiasmo in un lavoro e poi lo lasci fare agli altri
Se aspetto te che commenti tutti i tipi farò le ragnatele

Tranquillo, il lavoro mi piace e mi intrippa pure tanto, ci sto mettendo tanta passione, magari la prenderò dalla funzione intuito chissà...

Cmq ti avverto che la conclusione con la funzione trascendente con cui mi hai incuriosita toccherà a te in tempi decenti, o ti tormenterò con la funzione sensoriale, a te avversa, di cui sono abbastanza padrona

Per ora un bacio di tregua
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Vecchio 20-09-2010, 22.02.35   #143
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L'intuizione è un processo prevalentemente inconscio, quindi comprenderne la natura è impresa ardua.
Questa funzione nella coscienza si manifesta come un atteggiamento di attesa che fiuta e subodora.
L'intuito non è soltanto una percezione ma è un processo attivo, creativo, che immette nell'oggetto quanto da esso prende, cioè carica l'oggetto del concetto che inconsciamente ne ricava.
All'inizio l'intuito comunica solo immagini, le quali equivalgono a nozioni , conoscenze che influenzano e determinano l'azione.
Le altre tre funzioni sono relativamente rimosse, ma la sensoriale è quella in antitesi; in quanto conscia disturba la visione inconscia pura, esente da giudizi, che accentra l'attenzione su aspetti fisici su cui l'intuitivo vuole arrivare.
Una sorta di rivalità dunque con la funzione sensoriale, soprattutto nell'estroverso in quanto osservano l'oggetto, quindi l'intuito è vicinissimo alla percezione che può somigliare alla sensazione.
L'intuitivo usa il termine sensazione che tuttavia non intende quella fisica percettiva, ma quella inconscia che esula la fisicità attraverso i sensi.
L'intuizione mira a raccogliere il massino numero di possibilità, in quanto l'intuitivo è attratto e appagato dal numero di possibilità del dato oggettivo.
Per l'intuitivo ogni situazione della vita diventa in pochissimo tempo una prigione soffocante a cui deve trovare soluzione.
L'intuitivo non si trova mai dove esistono valori reali generalmente riconosciuti, ma sempre dove esistono possibilità.
Possiede un particolare fiuto per situazioni in corso di sviluppo.
Non si trova mai in situazioni stabili, solidamente fondate, esistenti da tempo e il cui valore è generalmente riconosciuto, egli si troverà in quelle meno datate e di valore limitato.
Egli è alla ricerca di nuovi oggetti e nuove vie di sviluppo a cui si dedica con grande amore ed energia, per poi abbandonarle miseramente non appena ne ha rilevato il valore e non servono più al suo intuito. Egli pecca di volubilità, intesa come cambio di interesse e di valore per un oggetto più appetibile, e non sentirà ragioni nel fermarsi se l'oggetto non suscita più il suo interesse in termini di possibilità.
Solo le funzioni sentimento e pensiero sono in grado di compensare efficacemente il dominio dell'intuito, fornendogli il giudizio che in lui manca totalmente.
La morale dell'intuitivo è rimanere fedele al suo principio.
Ha poco interesse verso il benessere di chi gli sta accanto ma anche del proprio. Spesso è considerato immorale e spregiudicato.
A questo tipo appartengono commercianti, imprenditori, speculatori, spie, politici.
Questo tipo sembra essere più frequente nelle donne, le quali risultano essere arriviste prive di scrupoli, capaci di allacciare rapporti anche sentimentali con uomini solo per sfruttarli ed abbandonarli quando non servono più.
Ad un livello elevato il tipo EI diventa un promotore di cultura, di ogni genere di imprese, è un difensore di tutte le minoranze promettenti, che hanno un futuro. Sanno infondere coraggio ed entusiasmo per una nuova causa anche se egli stesso la abbandonerà presto.
L'intuitivo è un dispersivo di energia, si comporta con leggerezza trascurando la propria vita per promuovere attività da cui si prenderanno i benefici gli altri quando egli lascerà il campo senza aver prima raccolto i frutti delsuo impegno.
Quando le funzioni sentimento e pensiero emergono dall'inconscio sono arcaiche e infantili, generano nevrosi e pensieri ossessivi, l'intuitivo si potrà perdere in situazioni prive di prospettive, come il partner sbagliato.
Non l'ho riletto ma la parola chiave di questo tipo e' il destino .
Tutto e' vissuto come si trattasse non di scelte non di sensazioni da vivere ma di una coazione che viene da forze piu' grandi di lui , dalle quali si sente attratto come si trattasse di predestinazione .
Questo vale per se' e per gli altri e non gli interessa se e' per il bene degli altri o per il proprio , no, il particolare e' irrilevante : e' cosi' e cosi deve essere perche' cosi ' e' deciso da qualche parte .
Quello che conta e' la possibilita' che da' ogni circostanza , la sua proiezione futura , la sua possibilita' di sviluppo, dunque conta soprattutto il movimento .
Per questo la funzione sensazione e' in antitesi , perche' la sensazione blocca il soggetto sull'oggetto , arresta il suo percorso mentre per l'estroverso intuizione l'oggetto e' lo spunto per una nuova intuizione , una nuova possibilita' .

Il rovescio della medaglia e' che non riesce a sopportare le situazioni stabili anche positive ma prive di prospettive , di possibilita' .
Ora siccome la vita e' fatta di situazioni per lo piu' ferme e stabili , questo tipo risulta essere spesso angosciato senza motivo , specie quando e' costretto a vivere senza grandi piani o prospettive o avventure da intraprendere fossero anche solo intellettuali o solo psicologiche .
Insomma come dice mia moglie un tipo assai faticoso da sopportare .
Ecco perche' le funzioni ausiliarie del pensiero e del sentimento hanno la capacita' di contenerlo di frenarlo e alla fine di consentirgli di fermarsi .
Questo , cosi', di getto , adesso rileggo ,verifico e approfondisco
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Vecchio 20-09-2010, 22.14.49   #144
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Beh! se sei veramente tipo intuito ti perdono, sei il classico tipo armiamoci e partite
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Tranquillo, il lavoro mi piace e mi intrippa pure tanto, ci sto mettendo tanta passione, magari la prenderò dalla funzione intuito chissà...

Cmq ti avverto che la conclusione con la funzione trascendente con cui mi hai incuriosita toccherà a te in tempi decenti, o ti tormenterò con la funzione sensoriale, a te avversa, di cui sono abbastanza padrona

Per ora un bacio di tregua
Vedo che ti piace mannaggia e mi precedi ogni volta , anche in questo mi sembri una schiacciasassi sensoriale estroversa sentimento che non da' tregua e ....meno male che ogni tanto ti metti a cantare cosi' ti distrai e non rompi i maronglace' .
Ok tregua anzi unaltro .
Ok la funzione trascendente e' mia ed intempi ragionevoli SPERO .
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Vecchio 20-09-2010, 22.30.28   #145
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... anche in questo mi sembri una schiacciasassi sensoriale estroversa sentimento che non da' tregua e ....meno male che ogni tanto ti metti a cantare cosi' ti distrai e non rompi i maronglace' .
Geniale Nike, ancora così non mi aveva chiamata nessuno

Mi preoccupa quel anche... non oso chiederti dove altro ho rotto i maronglace'...
... o forse dovrei chiederti dove non li ho rotti?

Rimaniamo nel mistero è meglio

Ribacio di ritregua
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Vecchio 21-09-2010, 20.25.52   #146
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Mi dispiace per la tua amica, per la tragedia che ha colpito Scaletta ed i suoi abitanti nell'ottobre scorso.
Difficile darne una spiegazione, un motivo perchè lei possa trovare pace.Mi ha colpito enormemente la frase:"Una montagna che uccide una montagna."

Riflettevo sul fatto che in questo periodo noto i limiti e le caratteristiche che fanno di me un sensoriale estroverso (SE). Non esagero nel dire che mi sento (anzi sono) un SE quasi al 100%
Son pure io fisicamente una montagna, allegro e spensierato. Non mi si può prendere sul serio, e quando in alcuni momenti sono serio, le persone che mi conoscono rimangono rapite o sorprese dalle mie parole.

In quanto SE ricerco l'aspetto sensoriale nell'oggetto in modo irrazionale ed in modo intenso. La ragione come la dedizione sono elementi a cui mi sottraggo cercando pretesti e scuse.

Eppure non ricordo di essere sempre stato così, questa mia forte caratteristica SE si è palesata in tutta la sua forza all'età dei 18 anni. Penso sia coincisa con la morte di mio padre, ricordo che prima ero una persona fondamentalmente pura, ingenua ed immatura. Bravo a scuola, oserei dire un secchione ma non avevo un buon rapporto col mio corpo, introverso e sentimentale. Non avevo l'affetto manifesto dei miei genitori, sopratutto è mancata la figura del padre, poco presente e senza le caratteristiche di maschio (tasciturno ed introverso ma con un gran cuore). Dopo la morte di mio padre sono cambiato ed è coinciso col militare nel quale ho conosciuto il peccato e la perdizione ad ogni livello e grado d'intensità arrivando a limiti oltre la morale comune. Per anni ho ricercato sensazioni sempre più forti e ad ogni esperienza piombavo nel giudizio personale. Mi sono sentito dannato e perduto nel delirio delle passioni per molto tempo. Meglio bruciare subito che spegnersi lentamente, ma a quali tormenti mi sono dovuto confrontare perchè non sono folle fino in fondo.

Arrivo infine alla domanda, è possibile che uno shock emotivo abbia modificato il mio tipo da sentimentale introverso a sensoriale estroverso?

Il fulcro di questa mutazione è la figura di mio padre, molto controversa. Odio mio padre per quello che non ha detto, non l'ho ancora perdonato per quelle volte che avrei voluto un ceffone da lui e che non mi ha mai dato perchè lui non c'era mai.
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Vecchio 21-09-2010, 20.35.07   #147
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Arrivo infine alla domanda, è possibile che uno shock emotivo abbia modificato il mio tipo da sentimentale introverso a sensoriale estroverso?
Di certo non posso dare una risposta diciamo a tono ma a mio modo posso confermare che anche io ho avuto tipo uno shock emotivo che ha cambiato per sempre qualcosa (da introverso/sentimento a estroverso/intuito - credo ma non sono sicuro)
Abbiamo anche il padre in comune (non nel senso che siamo fratelli) ovvero credo che la causa sia dovuta (se non principalmente ma in maniera rilevante) a lui.
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Vecchio 21-09-2010, 21.44.46   #148
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Intanto grazie Grey per la tua condivisione .

Più che una risposta voglio riportarti quanto detto da Jung riguardo la tua domanda.

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Arrivo infine alla domanda, è possibile che uno shock emotivo abbia modificato il mio tipo da sentimentale introverso a sensoriale estroverso?
Il rapporto fra soggetto ed oggetto a livello biologico è un rapporto di adattamento in quanto presuppone influssi modificanti dell'uno sull'altro.
Le modificazioni creano l'adattamento, quindi il soggetto adotta una serie di atteggiamenti nei confronti dell'oggetto capaci di produrre processi di adattamento.
Jung menziona soprattutto la figura materna quale fonte di maggiori influssi capaci di condizionare l'atteggiamento del bambino. Poi a parità di condizioni emotive ed educative esiste una disposizione biologica, individuale, con cui il soggetto si trova meglio nella manifestazione di sè, ha una maggiore facilità o capacità ad adattarsi a un modo di essere o più utile invece che a un altro.
In situazioni anormali, cioè atteggiamenti estremi da parte delle madri (non padre o genitori) che sui figli provoca un'inversione di atteggiamento creando nevrosi o esaurimento, in quanto pure compromette il benessere fisiologico dell'organismo.


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Il fulcro di questa mutazione è la figura di mio padre, molto controversa. Odio mio padre per quello che non ha detto, non l'ho ancora perdonato per quelle volte che avrei voluto un ceffone da lui e che non mi ha mai dato perchè lui non c'era mai.
Quello che mi viene da pensare è che non hai perdonato tuo padre per non averti dato un ceffone... cioè un contatto fisico forte e chiaro con cui manifestarsi a te, anche negativo visto che da introverso sentimento era il tipo che "baciava i figli nel sonno". Mi sembra un esempio calzante con la tua funzione percettiva, il tuo bisogno di contatto fisico; tuo padre non diceva e non faceva perchè assente, fisicamente assente. Un tipo introverso con un grande cuore che non ha mai condiviso in maniera visibile, tangibile o sensibile relativo alla fisicità, quindi come mancante. Mi sembra di capire che è proprio il contatto fisico che ti manca di tuo padre, la pacca sulla spalla o il ceffone. Quando è morto è finita la possibilità di recuperare, da qui la reazione.

Quel che voglio dire è che magari era già la tua predisposizione quella sensoriale, delusa dalle aspettattive
di un contatto con il padre hai esasperato questa ricerca del contatto, della fisicità da un lato, e dall'altro è stato un modo per allontanarti dal dolore provocato da questa mancanza.
Più era la pulsione del dolore e più cercavi appagamento quasi stordente nei sensi. Hai superato i limiti ma non c'era nessuno che ti dava un ceffone, o ti tirava le orecchie.
Andare fuori, espanderti in orizzontale ti evita di andare dentro; perderti nell'oggetto, nell'oblio dei sensi, sdrammatizzare, sono tutti modi per allontanarti dal dolore, dalla delusione, ma alla base ci dovrebbe essere una predisposizione verso la sensorialità.
Ognuno di noi abbiamo un modo o un atteggiamento tipico per manifestare noi stessi nei confonti dell'oggetto.
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Vecchio 22-09-2010, 09.20.01   #149
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Arrivo infine alla domanda, è possibile che uno shock emotivo abbia modificato il mio tipo da sentimentale introverso a sensoriale estroverso?
Più che altro è possibile che uno shock emotivo liberi qualcosa di represso resettando un sistema compensativo e poi inizia un processo con cui se ne forma un altro.
In ogni caso durante l'adolescenza molti fattori della personalità (nel senso di modalità di rapportarsi con l'esterno) non sono ancora formati.
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Vecchio 22-09-2010, 11.06.29   #150
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Più che altro è possibile che uno shock emotivo liberi qualcosa di represso resettando un sistema compensativo e poi inizia un processo con cui se ne forma un altro.
In ogni caso durante l'adolescenza molti fattori della personalità (nel senso di modalità di rapportarsi con l'esterno) non sono ancora formati.
Per es. io non stavo nel settore adolescenziale ma intorno ai 35 e il cambiamento c'è stato, però come dicevo non mi sembra tutto dovuto ad un particolare, in quel caso la morte di mio padre.
Però si in effetti non è detto che la quello che tu chiami personalità (io carattere) sia pienamente formato in età adolescenziale.
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